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Informativa urgente del Governo sulla vicenda dell'imprenditore Titti Pinna, rapito in Sardegna nel settembre 2006.
(Intervento del viceministro dell'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il viceministro dell'interno, onorevole Marco Minniti.
MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, so bene che il passare del tempo in casi così delicati e così umanamente coinvolgenti suscita legittimi interrogativi. Tuttavia posso garantire - questo è il senso della mia presenza in aula - che l'impegno del Governo, delle istituzioni, delle forze di polizia e dell'autorità giudiziaria attorno al caso Pinna, che è stato immediatamente attivato, non è mai venuto meno, pur dovendosi tuttavia scontrare con le oggettive difficoltà connesse al reato di sequestro di persona. Non vi è stata e non vi è dunque alcuna sottovalutazione, come risulta evidente dalle misure effettivamente predisposte. Si sta seguendo quotidianamente la situazione, mettendo in campo una complessa attività investigativa ed unaPag. 54altrettanto diffusa attività di controllo del territorio, di cui darò dettagliatamente conto.
Lo farò premettendo che certamente non sfugge a nessuno in questa Assemblea la difficoltà obiettiva e l'estrema delicatezza della trattazione di queste vicende ed i limiti invalicabili posti dalle circostanze in cui ci troviamo. Come è noto, vi sono un reato e due indagini in pieno svolgimento, purtroppo. Di tali indagini e delle loro necessità, a partire dalla riservatezza, il Governo e il Parlamento non possono che essere rispettosi. Dare un aiuto a quanti sono impegnati a risolvere il caso significa prima di tutto discuterne, tenendo conto delle esigenze dell'inchiesta. Ciò serve per non portare alcun nocumento intanto al signor Pinna e secondariamente all'accertamento di tutte responsabilità.
È all'interno di questi vincoli, che ho volutamente richiamato all'inizio del mio intervento, che verrà dunque svolta la mia informativa, sperando di essere compreso da questo Parlamento.
Prima però di fare il punto della situazione, consentitemi di dirvi che il Governo si stringe idealmente intorno alla famiglia Pinna, alla comunità sarda, ed a quanti in questi mesi sono incaricati di sollecitare la partecipazione dell'opinione pubblica, dal comitato «Titti Pinna libero» al consiglio regionale di Sardegna, che il 3 ottobre scorso ha approvato un ordine del giorno nel quale si è dato peraltro atto del più alto scrupolo e massimo impegno - cito testualmente - profuso dagli inquirenti e dalle forze dell'ordine per individuare i responsabili e liberare quindi l'ostaggio.
I fatti sono stati più volte ampiamente ricostruiti. Nel pomeriggio del 19 settembre 2006 ignoti sequestravano Giovanni Battista Pinna dalla sua azienda agricola situata in località Monte Frusciu, nel comune di Bonorva (Sassari), allontanandosi con l'autovettura della vittima, una Fiat Punto di colore azzurro, targata AK271AF. Questa autovettura veniva poi rinvenuta il giorno successivo in un terreno agricolo situato a breve distanza dal luogo del fatto.
Il signor Pinna contattava alle ore 18 la sorella Maria Margherita informandola, attraverso il proprio cellulare, di essere stato sequestrato e le chiedeva di predisporre la somma di 300 mila euro per il pagamento del riscatto. Alle 19.30 il padre della vittima denunciava l'accaduto presso la caserma dei carabinieri di Bonorva. Alle 21.08 dello stesso giorno perveniva alla famiglia Pinna un'altra telefonata, da parte di un anonimo che asseriva che si sarebbero visti l'indomani a mezzogiorno.
Inoltre, sono pervenute ai familiari alcune telefonate, almeno due delle quali considerate attendibili, con le quali veniva ribadita la richiesta di 300 mila euro per la liberazione del loro congiunto.
Dopo la notizia del rapimento, nella provincia di Sassari e in quelle limitrofe, è scattato il piano coordinato antisequestro, con battute e posti di controllo lungo le arterie stradali principali e secondarie. Sono state altresì avviate attività investigative nei confronti di pregiudicati sardi ritenuti sospetti, nonché di altri soggetti.
Si è altresì attivata una complessa attività di intelligence. In particolare, dal punto di vista più propriamente operativo, sono stati assicurati in quelle aree la presenza continua, ventiquattro ore su ventiquattro, di un consistente numero di uomini delle Forze di polizia, ed un servizio, integrato dal giornaliero impiego di elicotteri, per ricognizioni aeree. Un impegno che non ha mai subito soste o flessioni e che, anzi, nell'ultimo periodo è stato ulteriormente intensificato.
Con decreto del Ministro dell'interno del 23 settembre 2006 è stato inoltre costituito e messo a disposizione dell'autorità giudiziaria competente, ai sensi della legge 15 marzo 1991 n. 82, un apposito nucleo interforze composto da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di finanza. Da allora ad oggi, nei territori dove potrebbe essere tenuto prigioniero il Pinna, vengono effettuati costantemente rastrellamenti, battute e perquisizioni, anche con l'ausilio di unità cinofile.Pag. 55
Le indagini sul sequestro, sulle quali, ribadisco, nulla si può dire perché coperte dal segreto istruttorio, sono coordinate dalla procura distrettuale di Cagliari, che ha anche disposto, come è noto, il blocco dei beni della famiglia Pinna.
Tutte le ipotesi sul tappeto vengono attentamente valutate e considerate. Tuttavia, lo stretto riserbo che accompagna l'attività degli inquirenti non consente, al momento, di avvalorare l'attendibilità delle diverse ipotesi e ricostruzioni che in queste settimane si sono succedute sugli organi di stampa.
A conclusione di questo mio intervento posso assicurarvi di avere trasmesso al Parlamento tutte le informazioni a nostra disposizione e non coperte da segreto istruttorio.
Nel confermare che le indagini continuano con ritmo serrato, mi impegno, a nome del Governo, a tenere informato il Parlamento su tutti gli sviluppi della vicenda.