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Si riprende la discussione.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1005)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1005 sezione 5).
Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno Buontempo n. 9/1005/1 e Leo n. 9/1005/2.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1005/1, a firma Buontempo, vorrei evidenziare che ci siamo trovati ad affrontare una situazione delicata. Infatti, nel 2003 era stato previsto un aumento del 300 per cento dei canoni demaniali, che però ha subito ben cinque rinvii fino ad oggi. Che questo aumento fosse poco credibile è confermato dal fatto che la Ragioneria, nel 2005, non ha previsto nessuna entrata reale nel bilancio. Dunque, ci troviamo con una norma che minaccia una possibilità, ma non la realizza. Oggi dobbiamo cercare una soluzione in grado di ottenere un risultato ragionevole, che è stato quello, innanzitutto, di darci un po' di tempo - onorevole Campa siamo già al 31 di ottobre! - e questo, in una certa misura, accoglie le osservazioni che erano state formulate.
In questo arco di tempo, il Governo si ripromette di ridisegnare l'insieme della norma; anche perché l'onorevole Conte che qui è stato opportunamente citato per il lavoro svolto precedentemente, ha consegnato il risultato di un lavoro che non ha raggiunto l'obiettivo perseguito. Infatti, ci sono enormi difficoltà a far attuare la normativa che è stata individuata. Bisogna quindi scriverne una nuova: in questo senso dico all'onorevole Buontempo che l'impegno è quello di riscriverla in tempo utile, tenendo conto naturalmente anche del percorso della legge finanziaria.
Per tale motivo il Governo non può accogliere un ordine del giorno che impegna ad emanare dei provvedimenti nel solco di ciò che c'era prima, perché è del tutto chiaro che l'articolo 2 del decreto-legge da convertire, si propone di modificare la normativa. Non siamo in grado di proporre oggi una nuova normativa, ma l'impegno è di modificarla entro il 31 ottobre.
Ecco la ragione per cui, non potendo accogliere l'ordine del giorno, pur non esprimendo un dissenso radicale su di esso perché in fondo spinge il Governo a fare, inviterei l'onorevole Buontempo a ritirarlo, anche perché un'altra sua proposta potrà essere accolta. Questa è la ragione per cui chiederei di ritirare l'ordine del giorno.
TEODORO BUONTEMPO. Vorrei sapere se accoglierete il mio ordine del giorno come raccomandazione.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Una sua raccomandazione, onorevole Buontempo, è naturalmente sempre accolta...!Pag. 38
Per quanto riguarda la formulazione dell'ordine del giorno sottoscritta dai deputati Buontempo, Leo e Gioacchino Alfano, che impegna in sostanza il Governo a vigilare sui prezzi, vorrei dire che questa questione è esattamente una delle preoccupazioni che ha mosso il Governo a ridisegnare la normativa. Qualcuno sostiene che, in pratica, sarebbero già addirittura incamerate le previsioni di aumento: non sembra essere così; ma la preoccupazione che catapultare un 300 per cento di aumento possa avere un effetto inflattivo effettivamente molto pesante è anche del Governo. Questa è la ragione per cui occorre ridisegnare un meccanismo diverso e, naturalmente, è del tutto ragionevole quanto è stato richiesto da diversi parlamentari, di maggioranza e di opposizione in Commissione e in aula, in ordine alla necessità di studiare più approfonditamente il problema, verificare quanto i canoni incidono, qual è la redditività delle imprese che operano su concessione di canoni demaniali e qual è, in sostanza, l'influenza sui prezzi di questa manovra.
Il Governo non ha oggi tutte le risposte alle richieste avanzate, ma ci procureremo gli elementi necessari nel più breve tempo possibile; in ogni caso, si tratta di informazioni che verranno sicuramente fornite all'atto dell'adozione della nuova normativa. Per questa ragione, accogliamo questo ordine del giorno nella formulazione presentato dai deputati in oggetto.
L'ordine del giorno Leo n. 9/1005/2
(nuova formulazione) chiede invece di fornire alcuni chiarimenti. Ringrazio gli onorevoli Leo e Gioacchino Alfano di aver accettato di presentare sotto forma di ordine del giorno alcune raccomandazioni che accogliamo, poiché ci sembra che si tratti di questioni già risolte oggi dalla normativa; in ogni caso, qualora dovessero emergere difficoltà, potrebbero essere oggetto del necessario chiarimento da parte dell'Agenzia delle entrate.
Ricordo che l'onorevole Leo, anche in un suo recente intervento, ha chiesto che l'informazione sull'applicazione delle norme ai contribuenti sia resa in tempo utile e nel modo più chiaro possibile, cercando di stabilire un rapporto trasparente di fiducia tra contribuente ed amministrazione finanziaria. Si tratta di un principio che ritengo del tutto giusto ed accoglibile.
Vorrei ricordare che la confusione che è stata denunciata - anche se comprendo i numerosi interventi svolti da deputati dell'opposizione, i quali hanno condotto, come è naturale che sia, la loro battaglia politica - è stata determinata, in realtà, dalle norme in vigore, approvate nella scorsa legislatura su iniziativa del precedente Governo. È la vigente legge finanziaria, infatti, ad aver fissato la verifica dei conti al 31 maggio, senza tuttavia chiedersi cosa sarebbe accaduto nelle regioni che avrebbero dovuto applicare automaticamente l'incremento dell'1 per cento dell'aliquota IRAP entro quel benedetto 20 giugno. In altri termini, è stato stabilito che i contribuenti avrebbero dovuto pagare un'imposta maggiore anche se una regione avesse successivamente perseguito per altre vie l'azione di risanamento fino a quel momento non avviata.
Ricordo che la normativa introdotta nel decreto-legge in esame dall'approvazione di proposte emendative (preannunziata oralmente dal Governo) differisce al 30 giugno 2006 la possibilità, per le regioni, di conseguire il risanamento. Di conseguenza, oggi abbiamo dovuto rimodulare l'imposta in un modo che ha certamente creato problemi ai contribuenti: non a caso, infatti, alcuni quotidiani hanno condotto alcune campagne su questo argomento. Segnalo che anche commercialisti ed intermediari di vario tipo si sono rivolti all'amministrazione finanziaria per tale motivo.
Ritengo essere stato un vanto del Governo aver ascoltato le richieste avanzate dagli operatori, nonché avere affrontato il problema stabilendo non solo la scadenza del 30 giugno per le regioni, ma anche quella del 20 luglio per i contribuenti. Si tratta di termini che non comportano ulteriori oneri e che garantiscono una piena compensazione per coloro che avesseroPag. 39dovuto, nel minimo di confusione che si era creata, versare più di quanto effettivamente dovevano.
Mi sembra un risultato importante e credo che, se analizziamo i fatti con obiettività, a tale risultato si sia giunti non solo per una precisa volontà del Governo, ma anche per la sua capacità di avere ascoltato quanto hanno voluto rappresentare numerosi deputati sia di maggioranza, sia di opposizione.
Permettetemi di svolgere, infine, un'ulteriore considerazione sull'ordine del giorno Leo n. 9/1005/2
(nuova formulazione). Vorrei fornire all'Assemblea dati che ho già illustrato in occasione della discussione sulle linee generali, poiché non tutti i colleghi hanno potuto acquisirli. Il versamento dell'IRAP relativo all'anno 2005 è stato pari a 35 miliardi e 995 milioni di euro. La riduzione del gettito IRAP nella XIV legislatura è stata di 1 miliardo e 200 milioni di euro, pari a circa un trentesimo del versamento complessivo.
Questo, permettetemi, la dice lunga su questa «IRAP-demonio», in realtà ridotta in termini assolutamente insufficienti, anche per chi ne propone l'abolizione. Sarei un po' più cauto sull'attesa della sentenza della Corte di giustizia europea, perché gli uffici affermano che la richiesta del procuratore europeo che sta giudicando l'IRAP, vale a dire la richiesta di valutare in termini di diagrammi il rapporto tra IVA ed IRAP, sta dando risultati che rendono molto meno certo il fatto che ci sarà una sentenza a favore dell'abolizione dell'IRAP.
Quindi, vi prego di credere che in occasione dell'esame di un provvedimento che, in fondo, è di mera proroga, vi è la possibilità di prevedere una discussione che non sarà così semplice, come qualche collega ha ritenuto di fare immaginando che in futuro tale imposta sarà spazzata via. Infatti, il precedente Governo ha sbattuto la testa contro le difficoltà, pur avendo la maggioranza parlamentare, nel modificare questa imposta. Oggi, probabilmente, il problema si presenterà in termini di modifica, di miglioramento, di adattamento, ma non in altri termini. In fondo, vi è stata la responsabilità non piccola nel creare quella confusione e quelle aspettative che hanno costretto ad adottare decreti per chiarire ai contribuenti che, comunque, è un'imposta che deve essere pagata. Quindi, in questo senso, il Governo accetta l'ordine del giorno Leo n. 9/1005/2
(nuova formulazione).
Infine, per quanto riguarda l'ultimo ordine del giorno...
PRESIDENTE. Sottosegretario Grandi, la pregherei di esprimere i pareri in modo più sintetico.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bonelli n. 9/1005/3. Trattandosi (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)...
ANTONIO LEONE. Togli la mano dalla tasca!
ENRICO LA LOGGIA. La mano...!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, silenzio! Lasciate parlare il rappresentante del Governo (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
GIOVANNI MARRAS. Presidente, la mano nella tasca!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno dell'onorevole Bonelli, trattandosi di un provvedimento di natura fiscale che non ha la possibilità, in questa sede, di influire nel dettaglio delle misure indicate, il Governo lo accoglie come raccomandazione.
PRESIDENTE. Il sottosegretario, dunque, ha espresso il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati. In particolare, ha accettato l'ordine del giorno Leo n. 9/1005/2
(nuova formulazione). Per quanto riguarda, invece, l'ordine del giorno Bonelli n. 9/1005/3, il Governo lo ha accolto come raccomandazione.Pag. 40
Chiedo all'onorevole Bonelli se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1005/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, vorrei dire al rappresentante del Governo che il decreto ministeriale n. 342 del 1998, quando determina la classificazione delle tariffe, prevede la possibilità per i cittadini di accedere liberamente al mare. Per facilitare e semplificare l'azione del Governo, non insisto per la votazione, ma l'ordine del giorno era ben inserito e strutturato all'interno della manovra fiscale, come testé indicato dal sottosegretario.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per l'accettazione dell'ordine del giorno Buontempo, Leo e Gioacchino Alfano, nel quale - lo ricordo all'onorevole Bonelli - è ricompresa la previsione da lui richiamata, vale a dire il diritto del cittadino di accedere al mare gratuitamente e di pagare, qualora vi siano, per accedere ai centri di servizi. Il Governo, insieme alle regioni, deve fare in modo che l'accesso al mare possa essere garantito e gratuito.
Mi sembra che il Governo abbia accettato questo ordine del giorno, mentre chiedo al Governo di accogliere come raccomandazione il mio ordine del giorno n. 9/1005/1, perché altrimenti insisterei per la votazione.
PRESIDENTE. È pacifico che ogni deputato possa presentare soltanto un ordine del giorno; di conseguenza, il testo sottoscritto dai deputati Buontempo, Leo e Gioacchino Alfano sostituisce l'ordine del giorno Buontempo n. 9/1005/1 e deve intendersi quale nuova formulazione dello stesso.
Prendo atto che l'ordine del giorno Buontempo n. 9/1005/1, nel testo riformulato, nonché l'ordine del giorno Leo n. 9/1005/2
(nuova formulazione) sono stati accettati dal Governo e che l'onorevole Bonelli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1005/3, accolto come raccomandazione.
Chiedo all'onorevole Leo se insista per la votazione del suo ordine del giorno.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accettato il mio ordine del giorno, che, come si diceva, fa chiarezza per una serie di imprese, in particolare per le imprese per cui l'esercizio non coincide con l'anno solare e per coloro i quali hanno versato un ammontare maggiore rispetto al dovuto; però, mi permetto di dissentire sulle motivazioni che sostiene l'onorevole Grandi, che stimo, in merito al mancato riconoscimento delle riduzioni dell'IRAP da parte del precedente Governo. Basti ricordare tre questioni.
Innanzitutto, la ricerca. Il precedente Governo ha ridotto l'IRAP sulla ricerca e mi sembra che questo sia un dato incontestabile e incontrovertibile: laddove l'imprenditore assume ricercatori detassa il costo del lavoro relativo ai ricercatori assunti. Qualche cosa di più è stato fatto anche per i nuovi assunti, in particolar modo per i nuovi assunti che si trovano nelle cosiddette aree sottoutilizzate (segnatamente il Mezzogiorno e le aree depresse del centro nord). Addirittura, per questi imprenditori, se si assume un lavoratore a tempo indeterminato, si triplica la deduzione fino all'azzeramento dell'IRAP. Quindi, mi sembra che il Governo precedente, tenuto conto anche delle ristrettezze economiche in cui svolgeva la sua azione, non potesse fare di più.
Da ultimo, vorrei ricordare che la Corte di giustizia dell'Unione europea, che dovrà decidere sulla vicenda IRAP, di regola si uniforma alle considerazioni dell'avvocato generale. Ci sono state due considerazioni dell'avvocato generale, una nel 2005, a cura dell'avvocato generale Jacobs, poi andato in pensione, un'altra nel 2006, a cura dell'avvocato generale Stix-Hackl: entrambi hanno confermato che l'IRAP èPag. 41una duplicazione dell'IVA. La divergenza tra le due posizioni, secondo quanto sostenuto, consiste nell'effetto, che deve valere dal 2007, ma il discorso sulla duplicazione mi sembra incontrovertibile.
Quindi, alla luce di questo, andrei cauto nel dire che la Corte di giustizia potrà adottare un orientamento conforme a quanto sostiene l'attuale Governo, cioè che si tratta di un'imposta compatibile con l'ordinamento comunitario, perché dalle considerazioni dei due avvocati generali, che ho ricordato, le cose non stanno in questi termini.
Penso che il Governo dovrà approfondire molto questa questione e dovrà farsi carico di misure alternative per assicurare il gettito - ricordava prima il sottosegretario Grandi - di 30-32 miliardi di euro per le casse regionali.
GIOACCHINO ALFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Il Governo mi chiedeva se avessi sottoscritto l'ordine del giorno Buontempo n. 9/1005/1
(nuova formulazione)... Non solo l'ho sottoscritto, ma volevo precisare anche una cosa, se il Governo mi ascolta.
Se capisco bene, l'ordine del giorno si riferisce al potenziale aumento dei prezzi del biglietto degli utenti nei luoghi delle concessioni. Quindi, poiché si rinvia il termine di pagamento e poiché si modifica la tecnica del calcolo dell'importo, l'ordine del giorno spinge i concessionari ad evitare di aumentare il prezzo, con la giustificazione dei canoni. Come ho detto in precedenza, non riesco a capire questo discorso. Il meccanismo legato ai canoni è partito nel 2003 e i concessionari non solo dovrebbero pagare per il 2003, ma anche per il 2004, per il 2005 e per il 2006; ma, poiché parliamo di una modifica del calcolo del canone, come facciamo ad impegnare il Governo a verificare se ci sono degli aumenti - e questi aumenti vengono calcolati sui canoni -, considerato che comunque i concessionari devono aumentare e pagare i canoni?
Un fatto è certo: siamo convinti che per gli anni 2003, 2004 e 2005, oltre che per il 2006, debbano essere pagati i canoni o si ha in mente un condono per fare in modo che non debbano essere pagati?
Questa è un'occasione utile per chiarire ciò. Se il Governo addirittura si impegna a controllare l'aumento dei prezzi dei concessionari, funzionali ad ammortizzare l'aumento dei canoni, bisogna fare chiarezza. Allora, diciamo oggi ai concessionari che i canoni non sono dovuti. L'impresa che gestisce un'area per concessione ha già indicato nei bilanci del 2003, 2004, 2005 e 2006 quel costo, indipendentemente dal fatto che non lo abbia pagato. Sono preoccupato dal fatto che il Governo accolga l'ordine del giorno perché dovrebbe essere coperto da un parere della Commissione bilancio, in quanto potrebbe comportare un costo. Infatti, diciamo ai concessionari di mantenere il prezzo dell'attività che svolgono per concessione in quanto i canoni non sono ancora aumentati, ma i canoni sono aumentati.
PRESIDENTE. Onorevole Gioacchino Alfano, lei si rende certamente conto che, avendo già parlato l'onorevole Buontempo, le ho concesso di intervenire per avere, diciamo così, un'occasione di dialogo con il Governo, ma ciò non costituirà precedente.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento. Poiché hanno chiesto di parlare ventisei colleghi, a seguito di consultazioni informali intercorse con i gruppi, il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta, al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.