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Sull'ordine dei lavori (ore 17,05).
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, a noi giungono - sicuramente anche alla Presidenza e agli altri colleghi - notizie molto preoccupanti su quanto è accaduto questa mattina al Senato e su quanto sta avvenendo ancora adesso. Riteniamo che siano messi profondamente in discussione non solo il diritto dell'opposizione di rappresentare i propri interessi, i propri elettori, i propri voti - che al Senato, lo ricordiamo, sono quelli della maggioranza degli italiani - ma anche la possibilità stessa del Parlamento di funzionare adeguatamente in questa legislatura, minacciato da un atteggiamento arrogante del Governo che ha preannunciato anche alla Camera il ricorso (Commenti)...
GIOVANNI CARBONELLA. Ma qui siamo alla Camera!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!
ELIO VITO. ... al voto di fiducia. Poiché, signor Presidente, si è votato, qualche giorno fa, anche per un referendum costituzionale nel quale - ahinoi! - è stata respinta dalla maggioranza degli italiani e dal centrosinistra la riforma del bicameralismo perfetto, noi riteniamo che, in qualche modo, quanto sta accadendo al Senato non possa non avere influenza anche sui lavori della Camera dei deputati.Pag. 72
Finché non sarà assicurata, al Senato, la possibilità di un regolare svolgimento della seduta e non saranno garantiti i diritti dell'opposizione di intervento, di parola e di voto, riteniamo non ci siano le condizioni per procedere serenamente anche in questa seduta della Camera dei deputati (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale). Quindi, signor Presidente, la pregherei di sospendere i lavori per consentirci di accertarci di quanto sta accadendo al Senato e di dare la nostra solidarietà ai colleghi senatori, non solo a quelli della Casa delle libertà (Commenti - Una voce dai banchi dell'Ulivo: Siamo alla Camera!)...
PRESIDENTE. Silenzio, per cortesia!
ELIO VITO. ...ma a tutti i colleghi senatori. Infatti, quanto sta accadendo al Senato minaccia, innanzitutto, i senatori della maggioranza che, attraverso voti di fiducia e decisioni discutibili della Presidenza del Senato, sono minacciati nel loro diritto di rappresentanza (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole Vito, sono costretta a richiamare la sua attenzione sull'autonomia tra i due rami del Parlamento. Tuttavia, le sue sono dichiarazioni politiche, delle quali prendo atto.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, io provo, ovviamente, il massimo rispetto nei suoi confronti e ciò vale anche per il gruppo al quale appartengo. Infatti, seduta su quello scranno, a prescindere dalla sua provenienza, lei applica il regolamento e garantisce il buon governo dell'Assemblea. Sono sicuro che questo è nelle sue intenzioni. Però, mi permetto, innanzitutto, di sottoporre alla sua attenzione un fatto e spero che possa riflettere su questo.
Se si interviene sull'ordine dei lavori di questa Assemblea, è scorretto - e lei non dovrebbe consentirlo - prendere la parola per fare riferimento ad altro. Peraltro, questo argomento si è proposto e riproposto anche nella scorsa legislatura. Mi riferisco al fatto che non è possibile in questa Assemblea, ovvero al Senato, occuparsi di quanto accade da un'altra parte. Signor Presidente, quando noi interveniamo per un richiamo al regolamento abbiamo il dovere - perché ce lo chiede lo stesso regolamento - di indicare qual è l'articolo cui facciamo riferimento e lei ha la facoltà, non voglio dire il dovere, di togliere la parola ai deputati qualora non parlino in riferimento ad un articolo del regolamento (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Per cortesia, lasciamo terminare l'onorevole Giachetti!
Prego, onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI. Il Presidente della Camera lo ha fatto...
CARLA CASTELLANI. Stai zitto!
CESARE CAMPA. Si ricordi! Lei è a corto di memoria!
ROBERTO GIACHETTI. ...nel corso di una delle prime sedute di questa legislatura. Allo stesso modo, signor Presidente, credo che, se si interviene sull'ordine dei lavori lo si possa fare con argomenti che riguardino, appunto l'ordine dei lavori di questa Camera.
Mi permetto di richiamare la sua attenzione, anche se lei ha fatto presente all'onorevole Vito che era inopportuno il suo richiamo. Però, a mio avviso, proprio per come tutto questo si sta configurando, e anche per l'utilizzo evidentemente politico da parte del presidente del gruppo di Forza Italia di argomenti estranei a quest'Assemblea, mi permetto, con tuttaPag. 73l'umiltà del caso, di sollecitarla ad evitare, per il futuro, che si possano affrontare con quelle argomentazioni interventi in Assemblea. Lei ha tale facoltà nel momento in cui si richiamano argomenti che non si possono richiamare, anche relativamente al lavoro dell'altro ramo del Parlamento.
Le faccio presente, altresì, signor Presidente, che non so se si intenda innovare rispetto ad una prassi utilizzata nel corso della precedente legislatura da parte del presidente Casini, quella, cioè, per cui i richiami sull'ordine dei lavori, soprattutto su questioni di questo tipo, si svolgono alla fine della seduta e non all'improvviso, mentre si sta discutendo di altro provvedimento. Con tutto il rispetto che io e il mio gruppo nutriamo nei suoi confronti, la pregheremmo di evitare che si verifichino cose che non appartengono alla vita di quest'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, dei Comunisti Italiani e de La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti.
Come ho già affermato, ribadisco l'autonomia che caratterizza i rapporti tra i due rami del Parlamento; peraltro l'onorevole Vito ha chiesto la parola e non potevo sapere in anticipo che cosa egli intendesse dire (Commenti dei deputati dei gruppi de l'Ulivo).
ROBERTO MENIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Grazie, Presidente. Ricordo a me stesso e ai colleghi della maggioranza, la quale fino a pochi mesi fa era invece opposizione, che avevamo visto in quest'aula drammatizzare fatti di ben poco momento, con richieste che spesso andavano ben oltre quella che è stata testé fatta dall'onorevole Vito - alla quale noi aderiamo, meglio precisarlo subito - di sospensione della seduta.
Qui non sta accadendo un fatto lontano: oggi la sinistra riafferma la vittoria del fronte del «no» al referendum e ci spiega come siano stati in grado di difendere il nostro sistema di bicameralismo perfetto; infatti il Parlamento è composto di due Camere che hanno sì la loro autonomia, ma il Parlamento è unico sotto questo profilo.
Quello che sta accadendo in questi minuti nell'altro ramo del Parlamento è di una gravità estrema! Non è che si viva su pianeti differenti, sotto questo profilo: noi non possiamo fingere di ignorare quanto sta accadendo dall'altra parte. Nell'altro ramo del Parlamento si sta tentando di instaurare prassi che sono assolutamente anticostituzionali; si sta tentando di instaurare prassi che ricordano, queste sì, l'instaurazione di un regime. Questo è un fatto di gravità estrema (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)! Non è pensabile (Una voce: Fatelo parlare!)... Non è pensabile che qui si faccia finta che ciò non accada: abbiamo, a poche centinaia di metri da noi, l'aula del Senato che è bloccata e che è di fatto occupata dalla minoranza, alla quale si voleva impedire di parlare (Commenti dei deputati dei gruppi dei Comunisti Italiani e di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). L'aula del Senato è di fatto bloccata dal fatto, sacrosantamente affermato, che non è pensabile...
LUCIANO PETTINARI. Non siamo al Senato!
PRESIDENTE. Onorevoli, per cortesia!
ROBERTO MENIA. ...che si voglia privare l'opposizione del sacrosanto diritto di discutere una pregiudiziale (Commenti dei deputati dei gruppi dei Comunisti Italiani e di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. Onorevole Menia, per cortesia, si avvii alla conclusione.
ROBERTO MENIA. Sì, posso concludere. Ecco perché, signor Presidente, io la invito ad aderire alla proposta del collega Vito, la quale è di assoluta ragionevolezza (Commenti). Servono a poco le grida dall'altra parte: si risponda con argomenti (IlPag. 74deputato Quartiani si avvicina al banco della Presidenza - Vive proteste dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)! E non ci siano atteggiamenti di arroganza o di minaccia nei confronti del Presidente, perché è intollerabile!
DARIO FRANCESCHINI. Le minacce le fate voi!
IGNAZIO LA RUSSA. Vai via!
ROBERTO MENIA. Presidente - e concludo - provveda a sospendere la seduta - questa è una mozione d'ordine (Una voce: Ma se non sta nel regolamento!) - perché la si possa riprendere quando la situazione sarà eventualmente chiarita. È del tutto evidente che questa parte, che si sente in questo momento privata dei suoi legittimi e costituzionali diritti, non può svolgere una seduta in tali condizioni (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia). Delle due, l'una: o si prende atto da parte della Presidenza che così non si può svolgere una seduta, o evidentemente sceglieremo altre strade.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. A che titolo interviene...?
TEODORO BUONTEMPO. Onorevole Giachetti, ai sensi dell'articolo 41: io l'ho citato e lei no (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)! Quando prende la parola lei, la prossima volta, citi l'articolo del regolamento per cui richiede un diritto!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Vai a studiare!
TEODORO BUONTEMPO. Vorrei dire che, sulla base dell'articolo 41 del regolamento - per il quale anch'io chiedo la parola - i richiami al regolamento o per l'ordine del giorno o per l'ordine dei lavori o per la posizione della questione o per la priorità delle votazioni hanno la precedenza sulla discussione principale.
Quindi l'onorevole Elio Vito, cessato un intervento, ha chiesto la parola per un richiamo al regolamento, e su quella base ha affermato quanto ha ritenuto di dire.
Credo che l'onorevole Elio Vito abbia fatto un richiamo al regolamento perché anche quanto è accaduto al Senato - anche se, ovviamente, si tratta di due Camere autonome - riguarda il regolamento. Nell'altra Camera, infatti, è avvenuto un incidente d'aula, a causa del quale vi è stato un conflitto per un mancato (Commenti)... Può darsi che si tratti di un'accusa infondata, ma lo vedrà il Senato.
Quindi, nel momento in cui al Senato la minoranza si ritiene lesa nelle proprie prerogative di intervento, poiché non è stata data la parola proprio per richiami al regolamento e sull'ordine dei lavori, mi sembra che il comportamento del Presidente sia in linea con quanto stabilito dal nostro regolamento. Chiunque avesse presieduto l'Assemblea, infatti, non avrebbe potuto non concedere la parola all'onorevole Elio Vito per un richiamo regolamento.
Detto questo, onorevole Giachetti, mi consenta. Lei è attento alle cose (io la conosco da molto tempo), però le censure preventive ai Presidenti non si fanno (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia - Commenti)!
ANTONIO LEONE. Bravo!
TEODORO BUONTEMPO. Se lei consulta il resoconto di ciò che ha detto, vorrei segnalarle che lei ha richiamato la Presidenza affermando che non potrà accadere questo, questo e quest'altro.
Innanzitutto, vorrei farle osservare che la parola è stata concessa nel rispetto del regolamento; poi, lei aspetti di vedere l'andamento dei lavori e, se ritiene che vi sia stata una violazione, è nel suo diritto-dovere intervenire!
Però voglio dire, cari colleghi della minoranza, che non si può sostenere chePag. 75non può essere fatto un richiamo al regolamento relativo alla circostanza che nell'altra Camera c'è un problema. A quanto ne so, esponenti di rilievo del Senato - compreso il precedente Presidente, il senatore Pera - hanno fatto dichiarazioni molto importanti; inoltre, una delegazione di senatori si sta recando, se saranno ricevuti, dal Capo dello Stato.
Quindi, nel momento in cui si è chiesta una sospensione dei lavori per 10 minuti, affinché si possa capire cosa accade o cosa stia accadendo, non per ledere l'autonomia del Senato, ma per compiere una valutazione politica, voglio dire, onorevoli colleghi, che bisogna avere i nervi saldi! Infatti, se non si sospende la seduta per 10 minuti perché si vogliono accelerare i lavori, vi ricordo che abbiamo tutti chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Pertanto, una scelta del genere è miope: non si possono perdere intere ore per soli 10 minuti!
Concludo chiedendo una cortesia: se osserva il regolamento, tutti devono rispettare la Presidenza, chiunque sia a presiedere l'Assemblea. In secondo luogo, sottolineo che la parola all'onorevole Elio Vito è stata data nel rispetto del regolamento; in terzo luogo, si possono condividere o no certe scelte (sentiremo le ragioni), ma se al Senato c'è una agitazione proprio in ordine alla libertà ed alla democrazia che devono essere garantite al parlamentare, ciò può interessare.
Non ho detto «deve»: può interessare, su richiesta di una parte del Parlamento. Chi è contrario, si esprimerà poi contro; alla fine, tuttavia, il Presidente potrebbe far parlare un deputato a favore ed uno contro sulla proposta avanzata, così come prescrive il nostro regolamento. Si eviterebbe, in questo modo, di «buttarla in caciara» - come si direbbe a Roma! -, rispettando il regolamento e la democrazia sempre e comunque, sia se si sta all'opposizione, sia se si è maggioranza, onorevoli colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!
MAURIZIO LEO. Bravo!
FRANCO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. La ringrazio, signor Presidente.
Presidente, vorrei intervenire esternandole innanzitutto l'assoluta solidarietà del mio gruppo per la sua conduzione dell'Assemblea. Anch'io ritengo che la Presidenza debba essere lasciata rispettosamente lavorare, nel senso che è appunto la Presidenza che deve garantire l'ordine dei lavori all'interno dell'aula.
Quindi, il mio richiamo vuole semplicemente sottolineare che condivido pienamente quanto è stato affermato, ossia che sarebbe veramente un grave atto quello di intaccare l'autonomia del Senato ed i modi in cui la Presidenza del Senato, i senatori e le senatrici conducono i loro lavori ed i loro confronti, per quanto aspri possano essere. Penso che gli interna corporis rappresentino uno dei punti fondamentali della democrazia. Infatti, se ognuno potesse decidere di intervenire sugli altri organi costituzionali, non si capirebbe più che tipo di democrazia avremmo.
IGNAZIO LA RUSSA. Del gulag...
FRANCO RUSSO. Presidente, vorrei citarle, non perché lei non lo conosca, ma per tentare di uscire dal caso sollevato dall'onorevole Vito, l'articolo 41 del regolamento della Camera: «I richiami al Regolamento o per l'ordine del giorno o per l'ordine dei lavori [...] hanno la precedenza sulla discussione principale». Da questo punto di vista, condivido la sua decisione di ascoltare l'intervento dell'onorevole Vito. Tuttavia, Presidente, la norma continua, specificando che «In tali casi possono parlare, dopo il proponente, soltanto un oratore contro ed uno favore, per non più di cinque minuti ciascuno. Se l'Assemblea sia chiamata dal Presidente a decidere su questi richiami, la votazione ha luogo per alzata di mano». La prassi vuole, Presidente, che questi casi, se vengono ritenuti dalla Presidenza particolarmente gravi, alla fine della seduta, dopo che sono stati discussi gli altri punti all'ordine del giorno, possano essere nuovamente sollevati.Pag. 76
Per questo, Presidente, nel rispetto che le portiamo per la conduzione dei lavori dell'Assemblea, la invitiamo a decidere rapidamente, perché non possiamo continuare a bloccare i lavori di questo ramo del Parlamento e decidere su decreti-legge che, come dice la stessa parola, hanno le caratteristiche dell'urgenza e della necessità (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de L'Ulivo e dell'Italia dei Valori).
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, l'onorevole Elio Vito ha posto una questione fondata non solo per le ragioni espresse, ma anche per un'altra riguardante la Camera dei deputati.
Il Governo ha posto la questione di fiducia al Senato sul cosiddetto «decreto mille proroghe». Domani mattina, alle ore 9, è convocato l'Ufficio di Presidenza della I Commissione per decidere quando esaminare in Commissione questo provvedimento. Poiché si tratta di un provvedimento - molti colleghi ne sono a conoscenza - estremamente complesso ed articolato, contenente norme di ogni genere e tipo che consentono la proroga di termini o quant'altro, indispensabile ed urgente, è evidente che l'esame di un provvedimento così complesso nel pomeriggio di giovedì o nella mattina di venerdì, per ritrovarci la prossima settimana con l'eventuale fiducia del Governo anche alla Camera su questo tema, diventa una questione che non ha alcun pregio. Stesso ragionamento vale per il decreto sullo «spacchettamento» del Governo.
Allora, tale questione attiene non solo ai rapporti tra maggioranza ed opposizione, ma anche al corretto ed approfondito esame da parte delle Commissioni di merito e dell'Assemblea della Camera di provvedimenti delicati e complessi.
Quindi, inviterei i colleghi a non ritenere che le considerazioni espresse dal collega Vito e dagli altri colleghi dell'opposizione siano ancorate esclusivamente alla vicenda del Senato. Inviterei la Presidenza a sviluppare questa riflessione, per capire come organizzare i nostri lavori nei prossimi giorni e nelle prossime settimane a tutela della dignità di tutti i colleghi della Camera dei deputati e non solo di quelli dell'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia).
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, francamente, devo riconoscere che per qualcuno il passaggio dall'opposizione alla maggioranza è riuscito a fargli cambiare le opinioni che per cinque anni ha espresso sulla necessità di garantire la democrazia e il Parlamento [Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. E sottolineo la parola Parlamento, perché (in tante occasioni, il deputato garantista Marco Boato in quest'aula ci ha ricordato le prerogative del Parlamento) tale organo è diviso in due rami; dalle interpretazioni regolamentari pare che questa divisione sia assolutamente astratta, che sia una questione che gravemente condiziona la vita democratica di questo paese.
Sarebbe una limitazione al mandato dei parlamentari eletti alla Camera dei deputati se qui si tacesse su quello che sta accadendo al Senato: una violazione delle prerogative del Parlamento [Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! E poi - e lo fanno i deputati garantisti di Rifondazione comunista che ci leggono l'articolo 41 del regolamento (Commenti del deputato Franco Russo), chiedendo che il richiamo al regolamento venga collegato solo ed esclusivamente alle questioni di attinenza della Camera - quante volte hanno interrotto nella passata legislatura i lavori dellaPag. 77Camera, per questioni che non riguardavano l'attività parlamentare! Oggi, però, ci troviamo di fronte ad un fatto, al quale abbiamo assistito attraverso alcune dichiarazioni di nostri colleghi del Senato sulla stampa, che si intende limitare l'azione e l'intervento sulle questioni pregiudiziali, che condizioneranno l'attività politica non solo del Senato della Repubblica, ma anche della Camera dei deputati.
Mi spiego meglio: se dovesse passare il precedente che, a discrezione e non seguendo il regolamento, venisse limitata l'azione dei parlamentari al Senato, sarebbe evidente che la questione interpretativa sul regolamento della Camera avrebbe delle conseguenze in quella direzione. Ma qual è l'obiettivo politico? È quello di mettere il silenziatore all'attività legittima dell'opposizione, dopo cinque anni in cui abbiamo sopportato i vostri interventi in aula (Commenti di deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea), abbiamo sopportato gli abusi delle disposizioni regolamentari e di tutti i precedenti che sono stati creati!
Evidentemente, nella passata legislatura sono stati commessi degli errori, tutte le volte che la Casa delle libertà, nella figura del Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ha utilizzato i precedenti di Luciano Violante per continuare a svolgere attività parlamentare contro le disposizioni parlamentari.
Allora, le cose sono molto semplici: o noi oggi ci prendiamo un momento di riflessione e siamo assolutamente coerenti con la necessità di essere sempre garantisti delle disposizioni costituzionali e regolamentari, o ancora una volta dimostrate che non siete maggioranza nel paese (Commenti dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e dei Comunisti Italiani). Non avete la maggioranza al Senato e condizionate l'attività della Camera con interpretazioni strumentali! Se così sarà, non passerà alcuno dei vostri provvedimenti in questa Camera (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Grazie, signora Presidente. In primo luogo, intendo esprimere il massimo rispetto nei suoi confronti e per la funzione delicata che lei sta esercitando e credo che tutti siamo tenuti a tenere lo stesso rispetto nei confronti di chi presiede la Camera in ogni istante, al di là delle valutazioni che possono essere anche opinabili, ma che dobbiamo sempre ascoltare con il massimo rispetto.
In secondo luogo, vorrei dire che non mi sento - e solo in questo mi associo ai richiami al garantismo che qualcuno ha fatto, che però erano purtroppo palesemente strumentali - di contestare il fatto che lei abbia dato la parola per un richiamo al regolamento da parte di un capogruppo dell'opposizione.
Ciò che mi sento però di esprimere, come valutazione che, credo, faccia parte dell'ABC del diritto costituzionale e di quello parlamentare (per alcuni aspetti, il collega Franco Russo lo ha giustamente richiamato poco fa) è il fatto che non sia neanche immaginabile che da parte di un ramo del Parlamento (maggioranza o opposizione che sia da questo punto di vista è totalmente indifferente) si possa in qualche modo sindacare o interferire sul piano politico e su quello procedurale rispetto a quello che avviene nell'altro ramo del Parlamento.
Ricordo (non posso citarne il numero) numerose circostanze in cui opportunamente il Presidente Casini, che era il Presidente di quest'Assemblea nella scorsa legislatura, quando qualche collega in aula accennava, anche vagamente e lontanamente, a critiche, ad esempio nei confronti dell'allora Presidente del Senato Pera, che veniva criticato più o meno giustamente - non voglio cadere nell'errore che fanno altri - anche da parte di componenti di quest'aula, giustamente richiamava al principio di non interferenza fra i due rami del Parlamento e al rispetto di quelli che il collega Franco Russo poco fa ha chiamato gli interna corporis di ciascun ramo del Parlamento.Pag. 78
Poco fa ho anche ascoltato, signora Presidente o signor Presidente - non so come preferisca essere chiamata -, il collega D'Alia, che ha ricordato alcuni appuntamenti riguardanti l'ordine dei nostri lavori dei prossimi giorni. Il collega D'Alia ovviamente ha fatto bene, dal punto di vista degli impegni che noi abbiamo, a ricordarlo, ma non è tema che noi siamo chiamati a discutere in quest'aula oggi, perché, se non sbaglio, è convocata per domani pomeriggio, alle ore 17, una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la quale avrà all'ordine del giorno il calendario del mese di luglio e, quindi, anche la calendarizzazione dei provvedimenti, in particolare dei decreti-legge (ma non soltanto), che ci perverranno dal Senato, oltre alle altre materie che noi abbiamo all'esame. Quindi, credo che sia stata fatta una polemica un po' esasperata, un po' strumentale, un po' demagogica, in cui si è voluto mettere tutto insieme.
Mi rivolgo al collega Gibelli, le cui opinioni, lui sa, ho sempre rispettato: crede che questo dibattito incidentale sia l'occasione per faticosamente reagire, senza avere ancora elaborato il lutto per le tre sconfitte (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale) di seguito che ci sono state (dalle elezioni politiche, alle elezioni amministrative, al referendum)? Non credo (lo dico all'UDC, a Forza Italia, ad Alleanza Nazionale e anche alla Lega Nord Padania, perché ho sentito parole di saggezza da parte di Bossi nei giorni scorsi, a differenza di Speroni o di altri) che voi possiate immaginare di reagire politicamente alle sconfitte che avete subito - volevate dare delle spallate e vi siete fatti male alle spalle - con questo tipo di atteggiamento, perché non è un atteggiamento che, sul piano del confronto parlamentare, del confronto politico, istituzionale, per le future riforme che dobbiamo fare...
ELISABETTA GARDINI. Pensate al vostro!
MARCO BOATO. Mi scusi signora, non l'ho interrotta quando lei ha parlato in altre circostanze, e l'ho sempre ascoltata. Non credo che questo sia un atteggiamento che porterà molto lontano le attuali forze dell'opposizione. Per cui, se ogni circostanza parlamentare viene usata strumentalmente per questo, ripeto, ne prendiamo atto - ognuno ha il diritto di fare anche delle interruzioni, perché anche le interruzioni sono un istituto parlamentare -, ma tutto questo non ha niente a che vedere con il regolamento.
Signora Presidente, dal punto di vista regolamentare ovviamente i dieci minuti sono passati ampiamente (è andate via oltre mezz'ora), quindi se qualcuno voleva perdere un po' di tempo, lo ha perso, ma non c'è nessuna possibilità che la Camera dei deputati, con qualunque sua decisione, interferisca con ciò che avviene nell'altro ramo del Parlamento. Dopodiché, però, qualcuno ha chiesto la parola per un richiamo al regolamento e aveva diritto di farlo, così come lei ha il diritto-dovere di rispondere secondo quello che è il suo compito e la sua responsabilità istituzionale, nei confronti della quale esprimo il massimo rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi dei Verdi, de L'Ulivo e de La Rosa nel Pugno).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, faccio una proposta decisamente diversa da quella che è stata prospettata, anche se la conclusione potrà essere simile. Ho ascoltato il dibattito e, pur convenendo in maniera totale e assoluta con l'assunto dell'onorevole Elio Vito e con la sua richiesta, mi rendo perfettamente conto di mettere in imbarazzo il Presidente di turno; mi rendo conto delle argomentazioni, alcune anche sicuramente legittime, dell'attuale maggioranza, delle difficoltà di ottenere quella che è per noi una giusta richiesta di sospensione in relazione a ciò che sta avvenendo e che, anzi, è divenuto via via più preoccupante (sono state occupate anche le Commissioni) nell'altro ramo del Parlamento.Pag. 79
Non insisto pertanto su questa richiesta, ma chiedo al Presidente e alla cortesia dei colleghi della maggioranza di consentire una sospensione di mezz'ora, proprio per far sì che i gruppi di opposizione possano incontrarsi e valutare la situazione. È un nostro problema, è la richiesta di un atto di cortesia per consentire una riunione dei direttivi o dei gruppi di maggioranza, perché si possa valutare con serenità la situazione.
Come dice l'onorevole Boato, non si tratta di trasformare la situazione in un tentativo di demagogia, di rivalsa, tantomeno di rielaborazione del lutto. Non so se è più a lutto chi ha vinto o chi ha perso le elezioni. A volte mi viene il dubbio che siano più a lutto coloro che hanno vinto, caro onorevole Boato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
Pertanto, signor Presidente, come prescrive l'articolo 41, lei, se lo riterrà, potrà dare la parola ad un oratore a favore ed uno contro e poi procedere alla votazione. Mi appello, fin da ora, alla cortesia dei gruppi di maggioranza di voler accedere alla richiesta presentata (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, faccio notare che, poiché gli interventi sono stati svolti in materia di richiamo al regolamento, siamo fuori dal regolamento dato che questo prevede che, di fronte ad una richiesta come quella formulata dal presidente Vito, intervenga un oratore a favore ed uno contro per non più di cinque minuti; invece, si è aperto...
IGNAZIO LA RUSSA. C'è la prassi!
PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Franceschini, ma ho dato la parola ad un rappresentante per gruppo come consentito dal regolamento (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
DARIO FRANCESCHINI. Il regolamento, all'articolo 41, prevede che parli un oratore a favore ed uno contro.
Detto ciò, poiché si è aperto fittiziamente un dibattito, se inizialmente la richiesta fosse stata posta come è stato fatto dal presidente La Russa, cioè una richiesta da parte dell'opposizione di una sospensione dei lavori per una riflessione interna, sarebbe stata valutata da parte dei gruppi di maggioranza per come sarebbe stata presentata. Ma, dato che la richiesta del presidente Vito è finalizzata a chiedere una sospensione dei lavori della Camera in conseguenza di ciò che è avvenuto nell'aula del Senato, e ciò contrasta con i più elementari diritti, che lei stessa, signor Presidente, ha richiamato nella prima risposta, cioè l'autonomia dei lavori delle due Camere, riteniamo la richiesta non accoglibile.
L'articolo 41 prevede, a questo punto che sia il Presidente a decidere, se intende farlo, oppure che si passi al voto per alzata di mano. È il momento che lei, signor Presidente, assuma una decisione o che la assuma pacatamente l'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e de La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Per riassumere i termini della vicenda, ricordo che è stata richiesta dal presidente Vito una sospensione dei lavori della Camera in concomitanza con quanto accaduto al Senato. È evidente che la questione posta è puramente politica e come tale la rispetto, ma sul piano regolamentare la Presidenza non può far altro che ribadire quanto già precisato in passato in altre occasioni, cioè che i lavori della Camera dei deputati debbono prescindere da ciò che accade durante l'attività dell'altro ramo del Parlamento. Non vi è motivo, a mio avviso, per sospendere i lavori della Camera.
Questione diversa è quella sottoposta dal presidente La Russa, in base alla quale vi è una richiesta di sospensione di circa trenta minuti relativamente all'esame del provvedimento riguardante l'IRAP. Se posso considerare l'intervento del presidente Franceschini come un intervento contrario alla richiesta, chiedo se vi siaPag. 80qualche collega che intenda svolgere un intervento favorevole rispetto alla stessa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Elio Vito, che ne ha facoltà. Successivamente non potrò fare altro che mettere ai voti la richiesta di sospensione.
ELIO VITO. Signor Presidente, intendo motivare meglio ai colleghi il senso della nostra richiesta. Conosco perfettamente il regolamento, i precedenti e l'autonomia delle due Camere, per cui è evidente che non vi sono automatismi tra quanto avviene al Senato e quanto dovrebbe avvenire alla Camera. Ma, in questo caso, voglio sottoporre due considerazioni all'Assemblea e soprattutto al buon senso - che è una qualità dell'intelligenza - della maggioranza; si tratta di non procedere in maniera arrogante in una fase così delicata di avvio della legislatura, come potrebbe sembrarci il negare una breve sospensione dei lavori per permetterci di valutare quanto sta accadendo.
Vengo alle due considerazioni. Una di esse è conseguente a quanto ha detto il collega D'Alia: il Senato ha appena approvato la fiducia su un maxiemendamento che modifica profondamente il decreto originario in merito a proroghe di natura regolamentare, e già da domani questo decreto, così profondamente modificato, dovrebbe essere all'attenzione della I Commissione della Camera e successivamente dell'Assemblea. C'è quindi un'attinenza tra quanto il Senato, in maniera così contestata, ci ha appena trasmesso, e l'andamento dei nostri lavori.
Vi è poi, Presidente, come lei correttamente richiamava, una considerazione di natura politica più generale. È esattamente quella sulla quale noi vorremmo soffermare la nostra riflessione, e vorremmo che su di essa si soffermasse tutto il Parlamento. È sicuramente diritto del Governo ricorrere al voto di fiducia, è sicuramente legittimo, anche se anomalo, ricorrere in maniera preventiva e ripetuta al voto di fiducia (soprattutto al Senato ma, come pare, anche alla Camera) ma il punto è un altro: questo ricorso al voto di fiducia - in qualche misura tecnica del Governo per evitare il confronto parlamentare al Senato - può accompagnarsi ad un voto di fiducia su un maxiemendamento ad un decreto ordinario, rispetto al quale non c'erano emendamenti?
Il voto di fiducia può accompagnarsi ad un maxiemendamento che contiene delle proroghe di numerosi termini (per evitare così di elaborare un altro decreto-legge di proroga di termini), un maxiemendamento che tra le proroghe di termini contiene anche le proroghe di decreti legislativi, così che il Governo può evitare di ricorrere ad emanare nuovi provvedimenti legislativi, ma può ricorrere invece a provvedimenti di natura amministrativa?
MARCO BOATO. Di cosa stiamo parlando?
ROBERTO MENIA. Taci!
ELIO VITO. In buona sostanza, Presidente e colleghi, noi abbiamo la sensazione che sia in atto da parte del Governo e della maggioranza un tentativo di evitare il confronto parlamentare anche in questo ramo del Parlamento. Un tentativo di governare fuori dalle aule parlamentari, un tentativo di governare non solo attraverso il ricorso ai voti di fiducia, ma anche attraverso atti amministrativi. Tale questione, ripeto, non riguarda solo i diritti dell'opposizione, ma riguarda davvero e soprattutto anche i diritti della maggioranza: ma ci state voi, colleghi e gruppi di maggioranza, a non deliberare più su nulla, sulla base della semplice scusa che i provvedimenti non possono tornare al Senato?
Noi la settimana prossima non potremmo modificare due importanti decreti-legge del Governo? Ci state voi a perdere i vostri diritti di maggioranza? Noi, nella scorsa legislatura, non ci saremmo stati, e non ci siamo stati! Quindi svegliatevi! Quello che è in discussione non sono solo i diritti dell'opposizione, ma sono i diritti, ad esempio, del collega Violante, in I Commissione, il diritto di esaminare i contenuti del decreto appena trasmesso. Sono i diritti dei presidenti delle Commissioni difesa e delle Commissioni esteri, che stanno per esserePag. 81esautorati dei loro poteri per far fare a qualcun altro il controllo parlamentare sulle missioni all'estero. Quello che in buona sostanza è in discussione, è il diritto e la funzione del Parlamento, Presidente, ed è per questo che chiediamo questa breve pausa di riflessione.
Se la maggioranza sarà saggia, la concederà e favorirà il controllo parlamentare, e forse anche un risparmio di tempo e di energie. Se la maggioranza deciderà di procedere da subito con la strada dell'arroganza, a nostro giudizio dimostrerà non la sua forza, ma la sua debolezza. In questa misura la sua debolezza rischierà anche di segnare l'andamento del confronto parlamentare in questa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Padania, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e dei Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ci sono altre richieste di interventi, ma avevo già dichiarato (Dai banchi dei deputati del gruppo de L'Ulivo si grida: No!)... Scusate, avevo già precisato che avrebbero parlato un deputato a favore ed uno contro; quindi, mi scusino coloro ai quali non do la parola.
Passiamo ora ai voti.
Pongo in votazione, con procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta dell'onorevole La Russa di sospendere per trenta minuti la seduta.
(Segue la votazione).
La Camera respinge per 23 voti di differenza.
Prendo atto che l'onorevole Consolo non è riuscito a votare.