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Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al regolamento.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e per un richiamo al regolamento.
Desidero sottoporre alla sua attenzione alcune questioni, immagino non a lei ignote. Lei sa, Presidente, perché ha deciso di non sapere o di non volere, che abbiamo chiesto che il Governo venisse a riferire alla Camera in merito alla gravissima vicenda delle dimissioni di un giudice costituzionale e sulle interferenze del Governo sull'attività della Corte costituzionale.
Lei ha deciso di non sapere, perché ha deciso, a seguito di questa nostra richiesta, di non convocare tempestivamente la Conferenza dei presidenti di gruppo. È evidente quello che da ciò discende. D'altra parte, capisco anche il suo atteggiamento: deve convocare la riunione dei presidenti di gruppo per poi, come sempre fa, attenersi alle volontà delle forze politiche della maggioranza che magari avrebbero detto, senza averne titolo, di essere contrarie alla volontà dell'opposizione di chiedere al Governo di riferire in Parlamento; tutto ciò sarebbe stato perfettamente inutile. Tra una finzione e l'altra, è evidente che non tocca a noi la scelta.
A fronte di una richiesta proveniente dall'opposizione, a noi appare tutto ciò molto grave, molto irrispettoso, dal punto di vista istituzionale, del prestigio, che gode e dovrebbe sempre godere, la Corte costituzionale, la cui autonomia dovrebbe essere un presidio che anche i Presidenti delle Camere dovrebbero contribuire a salvaguardare.
Presidente, non so se lei vorrà rimettere anche alla volontà dei colleghi della maggioranza o alla disponibilità del Governo, la nostra richiesta che l'Esecutivo venga immediatamente a riferire in Parlamento quantomeno sulla gravissima aggressione subita ieri a piazza San Giovanni dall'onorevole Segni, il quale è promotore di un'iniziativa che personalmente non condivido. Tuttavia, credo che anche in questo caso, proprio per il rispetto che va portato a tutte le iniziative democratiche, come sono anche quelle dei referendum, sarebbe giusto che il Governo venisse a riferire in Parlamento e illustrasse quali iniziative intenda assumere anche a tutela di chi promuove la raccolta delle firme per questo importante istituto.
Presidente, siamo molto turbati, immagino lo sia anche lei, per il fatto che in una situazione così grave, anche in questo caso senza precedenti, che vede coinvolto il presidente della CEI, monsignor Bagnasco, a cui tutti noi esprimiamo a parole la nostra solidarietà, si utilizzi la manifestazione del primo maggio - la festa dei lavoratori - per promuovere, in quella che dovrebbe essere una giornata di festa, gravissimi attacchi alla Chiesa cattolica.Pag. 51
Credo che il Governo possa riferire anche su questo particolare 1o maggio, diciamo così, di festa del lavoro e di attacchi nei confronti della Chiesa.
Per quanto concerne un richiamo al regolamento, la pregherei Presidente, di dare una occhiata «distratta», fra una attività e l'altra, fra una dichiarazione politica e l'altra, alle quali peraltro è legittimato, su un istituto del regolamento parlamentare posto a presidio dell'attività conoscitiva delle Commissioni, quello delle audizioni.
Noi avevamo chiesto che stamattina presso la Commissione affari costituzionali (proprio la Commissione che sta elaborando il progetto di legge sul conflitto di interessi) venisse audito il professor Lamberto Cardia, presidente della Consob,
Ora, Presidente, affinché la Commissione possa trarre profitto dal giudizio, dalla consulenza e dalle opinioni espresse dalle persone audite, le audizioni devono svolgersi a norma di regolamento, essendo naturalmente la Commissione e il Parlamento liberi di tenerne più o meno conto. Tuttavia dovrebbe esserci tra maggioranza e opposizione una «clausola di stile» - che il presidente della Commissione e il Presidente della Camera dovrebbero salvaguardare per il rispetto dell'attività conoscitiva e delle persone che noi ascoltiamo - secondo la quale, da un lato, l'opposizione non strumentalizzi le parole della personalità che viene audita, e, dall'altro, la maggioranza si impegni a tenerne conto. Accade invece, Presidente, esattamente il contrario e questo ci rammarica: poco fa, a fronte dei numerosi dubbi che sono stati espressi dal professor Cardia sull'istituto del blind trust, previsto nel testo formulato dalla maggioranza in I Commissione, è uscita, attraverso le agenzie di stampa (non in Commissione), una rassicurante dichiarazione del presidente della I Commissione, secondo cui il professor Cardia avrebbe - «nientepopodimeno» - legittimato il blind trust, esattamente il contrario di quanto è stato dichiarato in Commissione.
Credo, Presidente, che ciò sia poco corretto e poco rispettoso del lavoro del Parlamento e anche delle opinioni espresse dal professor Cardia.
Allora, Presidente, forse, tanto varrebbe che lei convocasse una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per anticipare alla settimana prossima l'esame in aula del testo sul conflitto di interessi. Se è inutile fare anche attività conoscitiva, se si è già deciso di andare avanti su quel testo senza voler ascoltare un'opinione che pure si è deciso di ascoltare, è evidente, Presidente, che il confronto in Commissione diventa assolutamente e pacificamente inutile, o tale noi dovremmo ritenerlo.
Su tali aspetti, Presidente, mi permetto, tra una parentesi e l'altra delle sue numerose attività, di richiamare la sua attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per precisare, per correttezza nei suoi confronti e dei colleghi, e di me stesso, di essermi astenuto in occasione della votazione sul documento in materia di insindacabilità relativo all'onorevole Borghezio. È stata invece registrata sulla votazione una unanimità che non esiste: io mi sono astenuto e potrei spiegare le motivazioni per le quali l'ho fatto. Siamo però sull'ordine dei lavori e credo quindi che non sia il caso di approfondire tale tematica.
Presidente, le chiedo scusa, ma ritengo che, quando il Parlamento delibera su temi di questa natura, concernenti la storia di colleghi che hanno «calcato queste scene» e che in qualche caso sono presenti ancora in Parlamento, dovremmo prestarvi una maggiore e più profonda attenzione. Evidentemente, ho assistito ad un voto del Parlamento di routine, così che, ogni volta che si tratti di applicare la norma relativa all'articolo 68, ho la sensazione che si dia per scontato il voto favorevole sulla proposta formulata dalla Giunta.Pag. 52
Quindi, signor Presidente, devo rilevare - ed avverto in tal senso difficoltà - una superficialità quando decidiamo su questioni che hanno anche un risvolto di carattere patriottico, se me lo consentite, oltre che culturale ed etico.
Si tratta di una questione che dovremmo approfondire meglio, cari colleghi, ed io mi sono astenuto, perché c'è stato vilipendio alla bandiera italiana (Commenti)! All'unità nazionale! Sono cose che il Parlamento non può dimenticare (Commenti del deputato Bricolo), sono cose che il Parlamento deve sottolineare e che, in qualche modo, deve superare!
In conclusione, signor Presidente, ribadisco che il mio voto sul documento di insindacabilità relativo all'onorevole Borghezio è stato di assoluta astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche per il gruppo Alleanza nazionale mi associo alle parole espresse dal capogruppo di Forza Italia, Elio Vito, e alle richieste da lui avanzate. In particolare, Presidente, credo di dover portare alla sua attenzione e sottoporre alla sua intelligenza l'opportunità di un passo verso il Governo in merito alla questione che genericamente attiene al diritto dei cittadini di poter aspirare ad avere un referendum, così come previsto dalla Costituzione.
Le vicende che si sono susseguite in questi giorni - le dimissioni del giudice Vaccarella dalla Consulta e le dichiarazioni di oggi, che hanno un po' sminuito il significato che importanti giornali gli avevano dato, unite all'atto di intolleranza e di intimidazione fisica nei confronti di uno dei principali promotori del referendum, l'onorevole Antonio Segni, al quale è stato ieri impedito di proseguire nella sua azione di raccolta delle firme a piazza San Giovanni, dove tra l'altro erano presenti alcuni ministri che avevano già sottoscritto il referendum da lui promosso - lasciano immaginare che il Governo debba dare delle risposte o mettere in atto le misure necessarie affinché sia realmente possibile esercitare il diritto dei cittadini di raccogliere liberamente le firme per promuovere il referendum.
Come gruppo di Alleanza Nazionale, abbiamo detto che siamo fermamente e fortemente interessati a fare in modo che sia il Parlamento a modificare la legge elettorale. Il nostro obiettivo è che non sia il referendum a decidere come voteremo, ma il Parlamento. Ma da questo ad eliminare, con metodi che non sarebbero corretti, la possibilità finale che sia il referendum a svolgere il delicato ruolo che la Costituzione gli assegna, in mancanza di azione parlamentare, ce ne passa e, signor Presidente, mi affido alla sua intelligenza e alla sua azione affinché il Governo possa venire a riferire in proposito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Incostante. Ne ha facoltà.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e, poiché il deputato Elio Vito ha chiamato in causa il lavoro della I Commissione, vorrei leggere segnatamente, a pagina 22, le parole pronunciate dal Presidente della Consob nel corso della sua audizione: «Si può segnalare che l'istituto del blind trust risulta strutturalmente adeguato alla gestione dei patrimoni mobiliari. Pur tuttavia» - prosegue nella pagina successiva - «per quanto riguarda quelli non mobiliari, non può essere invece giustificata da motivi di interesse o di utilità la disposizione dell'obbligo alla vendita». Quindi la dichiarazione che il Presidente Violante ha rilasciato è perfettamente conforme alle dichiarazioni che ha reso il Presidente della Consob, che riferisce solo le sue perplessità costituzionali in base all'obbligo alla vendita.
Volevo sottolineare questo punto, tenuto conto dell'assenza del Presidente, per la correttezza del lavoro svolto da tutta la Commissione.
PRESIDENTE. Come il presidente Elio Vito sa, la Presidenza si è più volte adoperata affinché le richieste al Governo di Pag. 53riferire in Assemblea venissero accolte senza particolari disposizioni volte a misurare il grado unanime o meno di consenso e, come lei sa, il Governo si è presentato a riferire nelle diverse occasioni in cui le opposizioni hanno avanzato tali richieste.
Lei ha avuto la cortesia di riconoscere che le mie attività, anche quelle che non avvengono presiedendo fisicamente, sono legittime. Vorrei rassicurarla sul fatto che esse non mi distraggono dalle funzioni di Presidente della Camera e che, nel caso da lei indicato, tempestivamente, insieme e d'intesa con il Presidente del Senato, abbiamo espresso una pubblica posizione sul valore dell'autonomia della Corte costituzionale, autonomia che riteniamo indispensabile al funzionamento democratico delle istituzioni del Paese. Sulla base di tale valutazione, abbiamo anche richiesto a un membro della Corte di recedere dalla sua proposta di dimissioni.
Come lei sa, la Corte costituzionale si riunisce oggi alle ore 16,30. I presidenti di gruppo del Senato sono convocati per domani alle ore 8,30 e la Conferenza dei presidenti di gruppo della Camera è convocata per domani alle ore 9,15. In tale sede mi sembra che si possa coordinare, su questa materia, un lavoro che credo debba essere improntato in primo luogo al rispetto della Corte costituzionale e della possibilità di lavorare affinché tutti favoriscano la capacità della Corte stessa di difendere la sua autonomia.
Convengo che ogni attività debba essere dispiegata - mi rivolgo a lei e al presidente La Russa - affinché le azioni intraprese per l'organizzazione del referendum vengano preservate da ogni incursione. A questo proposito, proprio ieri sera ho fatto pervenire a Mario Segni la mia solidarietà ed ho espresso la condanna per qualunque iniziativa che possa mettere in qualche modo in difficoltà la raccolta delle firme. Convengo con lei che, qualunque sia la valutazione sul referendum e sul suo esito, vada fatto tutto il possibile affinché questo venga tutelato con le massime garanzie possibili, compresa una sollecitazione al Governo a riferire al riguardo.
Sul problema sollevato dal presidente Vito, relativamente all'audizione nella I Commissione, come è evidente, il rilievo avanzato attiene piuttosto al merito delle questioni oggetto dell'audizione del presidente Cardia. A tale proposito, è intervenuta la deputata Incostante. Le audizioni sono finalizzate ad acquisire conoscenze utili all'iter di formazione del provvedimento e non possono tuttavia vincolare la Camera a determinate scelte. Comprendo la sostanza del rilievo politico che lei svolge, ma, sul piano regolamentare, mi sembra di poter assicurare che non esistano problemi affinché la Commissione prima e l'Aula poi procedano nella loro totale e autonoma sovranità.
Con questi rilievi, confermo la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo per domani mattina alle ore 9,15.