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Discussione del disegno di legge: S. 1411 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 20 marzo 2007, n. 23, recante disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario (Approvato dal Senato) (A.C. 2534) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 19,29).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, approvato Pag. 96dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 20 marzo 2007, n. 23, recante disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario.
(Esame di questioni pregiudiziali - A.C 2534)
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le questioni pregiudiziali Garavaglia ed altri n. 1, Filippi ed altri n. 2 e Leone n. 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2534 sezione 1).
A norma dei commi 3 e 4 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
Il deputato Garavaglia ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1 nonché la questione pregiudiziale Filippi n. 2, di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente la mia questione pregiudiziale riguarda i palesi motivi di incostituzionalità di questo provvedimento che illustrerò molto brevemente per poi svolgere alcune considerazioni finali.
Innanzitutto il provvedimento è assolutamente contrario all'articolo 3 della Costituzione che prevede che tutti i cittadini siano uguali. Su ciò siamo tutti d'accordo, ma allora ci chiediamo come mai ci si muova in maniera davvero assurda contro questo principio, dal momento che si favorisce, e non se ne capisce bene il motivo, alcune regioni rispetto ad altre. Ciò sia dal punto di vista formale, dato che si privilegiano le regioni con amministratori incapaci, sia dal punto di vista sostanziale, poiché si danneggiano i cittadini.
Perché dobbiamo danneggiare i cittadini delle regioni governate bene rispetto ai cittadini delle regioni governate da incapaci? Se i governatori di queste regioni hanno creato questi buchi e non sono in grado di fare il loro lavoro, sono loro a dover essere « puniti » e non i cittadini delle regioni ben governate, che invece si trovano a ripianare il buco.
Anche il principio di ragionevolezza, sempre in relazione all'articolo 3 della Costituzione, non è assolutamente rispettato, perché tra i criteri di riparto c'è quello che stabilisce di dare di più a chi ha fatto il debito più grande. Ciò va assolutamente contro la logica di un'eguaglianza sostanziale tra i cittadini e le varie regioni.
Questo provvedimento è, inoltre, in contrasto con l'articolo 77 della Costituzione, attinente all'annosa questione dei decreti-legge. In questo caso, è un' evidente forzatura affermare che ci siano i requisiti della straordinarietà e dell'urgenza. Parliamo, infatti, di debiti pregressi, che nascono nel 2002 e quindi il Governo si trova nell'urgenza di sanare un buco generato dal 2002 al 2005. Questa è davvero una forzatura e il Presidente Napolitano non potrà firmare un simile aborto giuridico, anche perché non più tardi di qualche mese fa, si è già provveduto con la legge finanziaria a sostenere, con un fondo straordinario, le regioni in deficit e il fatto che dopo tre mesi si scopra che c'è ancora il buco è chiaramente fuori da ogni logica e nessuno ci può credere. Quindi non mettete in difficoltà il Presidente della Repubblica e lasciate perdere.
Inoltre, l'articolo 117 della Costituzione, che riguarda la ripartizione delle competenze tra Stato e regioni, modificato tra l'altro dal centrosinistra, stabilisce che compete allo Stato, in via esclusiva, unicamente la determinazione dei livelli essenziali di assistenza.
Viceversa, la tutela della salute è una materia di legislazione concorrente. Riporto testualmente un'emblematica sentenza della Corte costituzionale del dicembre Pag. 972004 che recita: non sono consentiti finanziamenti a destinazione vincolata in materie e funzioni la cui disciplina spetta alla legge regionale, siano essi rientranti nella competenza esclusiva delle regioni ovvero in quella concorrente. Più chiaro di così! Quindi, si va palesemente contro la Costituzione e contro una sentenza della Corte costituzionale.
Vorrei riferirmi infine agli ultimi due articoli della Costituzione che vengono spianati dal provvedimento in esame; in primo luogo, l'articolo 119, che riguarda il principio di autonomia e responsabilità delle regioni. Anche in questo caso, la gestione della sanità è una funzione assolutamente ordinaria delle regioni, tant'è che occupa dal 70 all'80 per cento del bilancio di tutte le regioni italiane. Se lo Stato deve intervenire in una funzione che occupa l'80 per cento del bilancio di una regione, siamo veramente alla follia! Andiamo contro il principio di autonomia regionale, si tratta di una fortissima ingerenza! A questo punto, o lo Stato decide e applica, come dovrebbe fare, i poteri sostitutivi e nomina dei commissari ad acta, oppure impone veramente ai presidenti delle regioni di «tappare» il buco creato da loro stessi, altrimenti non se ne deve occupare perché non è sua competenza!
Lo stesso articolo prevede che le regioni e gli enti locali possano ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento. Al contrario, il provvedimento in esame, con il cosiddetto mutuo mascherato per la regione Lazio di quasi 6 miliardi di euro (per la precisione 5,8 miliardi di euro) va a sanare debiti pregressi per la parte corrente, tant'è che la Cassa depositi e prestiti, giustamente e logicamente, non ha provveduto a compiere un tale scempio amministrativo. Il problema è che lo fa il Governo! A questo punto, tutte le regioni sono autorizzate a battere cassa. Ad esempio, la regione Lombardia vuole fare subito la Pedemontana? Viene e chiede un mutuo trentennale di 6 miliardi di euro e chi s'è visto, s'è visto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Tanto poi lo può pagare in trent'anni, figuriamoci in trent'anni cosa succede di queste pseudo rate! Sicuramente vanno a finire in niente o troveranno il modo di non pagarle come al solito!
Ciò che è più grave è la violazione dell'articolo 120 della Costituzione che prevede il principio di leale collaborazione tra Stato, regioni, province e comuni. Leale collaborazione! È leale un intervento unilaterale dello Stato che entra a gamba tesa nelle competenze concorrenti delle regioni? Assolutamente no! È leale che le regioni più furbe abbiano imputato per intero i debiti perché tanto sapevano già che sarebbero stati sanati in questo modo? Si tratta di un reato che esiste in borsa e si chiama insider trading. Il vostro amico Marrazzo sapeva benissimo di recuperare questi 2,3 miliardi di euro con un provvedimento, tant'è che l'ha messo nel piano di rientro prima ancora che noi approvassimo il provvedimento stesso. Ciò, a casa nostra, non è lealtà, ma è una grandissima scorrettezza che non può passare impunita.
Infine, è leale, secondo voi, che la regione Lombardia da sola - e faccio questo esempio da lombardo - partecipi ad oltre il 50 per cento (quasi il 57 per cento) dell'intero fondo di solidarietà per la perequazione? Una regione sola che partecipa quasi al 60 per cento! Chiaramente ciò non è leale nei confronti dei cittadini lombardi che pagano il ticket per l'amico Marrazzo, il quale si fa bello mentre invece, in soli cinque anni, ha creato ben 7 miliardi di buco nella sanità! Oddio, i sette miliardi li ha creati prima Storace, poi Marrazzo ci ha aggiunto gli ultimi tre, però la sostanza non cambia: i pessimi amministratori sono pessimi di qualunque colore essi siano!
Il Governo non può, invece - ed è questa la cosa più importante -, ripianare il buco. Così facendo, difatti, genera una discriminazione fortissima nei confronti dei cittadini che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo e delle regioni che fanno il loro dovere, anche imponendo il ticket, quando necessario, per tenere i conti in ordine.Pag. 98
Per tale motivo il gruppo della Lega Nord chiede di non procedere all'esame di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Leone ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei elencare brevemente le ragioni del pregiudizio di costituzionalità che grava su questo provvedimento, che indicherei come un po' anomalo e addirittura un po' demodè, sia per il contenuto, sia per il modo di legiferare.
Il provvedimento già nel titolo presenta una sorta di contraddizione. L'articolo 1, comma 1, prevede l'autorizzazione per una regolazione debitoria della spesa di 3 milioni di euro per il 2007 quale concorso al ripiano dei disavanzi del Servizio sanitario nazionale per il periodo 2001-2005, ovvero un arco di tempo ormai datato, essendo trascorso già un anno e mezzo. Mi chiedo, ma principalmente lo chiedo allo scienziato che ha predisposto questo decreto-legge, come si giustifichino in questo contesto lo stesso titolo e l'intervento proposto con l'articolo 77 della Costituzione, che individua come presupposti di un decreto-legge l'urgenza di provvedere.
Secondo la relazione governativa che accompagna il decreto-legge, inoltre, l'intervento normativo proposto viene configurato come strutturale: azione di risanamento strutturale dei servizi sanitari regionali sistematicamente in disavanzo.
Di fatto assistiamo, basta leggere il provvedimento, all'erogazione straordinaria - mi chiedo cos'abbia di strutturale - di ingenti risorse che vanno a ripianare in maniera selettiva, ovvero in base ad una scelta compiuta selettivamente dal Governo, così come è peraltro annunziato chiaramente addirittura nel titolo di questo provvedimento, il disavanzo sanitario pregresso delle regioni meno virtuose.
Non voglio ricordare in questa sede tutto quanto è accaduto per quanto riguarda gli accordi tra Stato e regioni intervenuti il 3 agosto 2000, l'8 agosto 2001, l'intesa tra lo Stato e le regioni del 23 marzo 2005, e da ultimo il Patto per la salute del 28 settembre 2006, a proposito di un livello di finanziamento del servizio sanitario regionale utile per l'erogazione dei livelli essenziali. Esiste una storia sulle erogazioni per il servizio sanitario che con questo decreto-legge viene tranquillamente calpestata con tutta una serie di inappropriatezze e di inefficienze che vanno a ledere non solo l'excursus e l'iter che c'è stato tra Stato e regioni in materia di sanità, ma anche la normale capacità legislativa.
L'intervento normativo prevede poi un'azione discriminatoria doppiamente lesiva dell'articolo 3 della Costituzione, sia nei confronti delle regioni virtuose, sia nei confronti dei cittadini residenti in quelle regioni che si sono trovati a dover pagare più tasse e allo stesso tempo a poter usufruire di minori risorse statali per il Servizio sanitario nazionale. Andiamo per saltum ai punti del provvedimento che sono contraddittori e che «cozzano» con la nostra Costituzione.
Va rilevato come la disposizione di cui ci occupiamo oggi configuri una violazione sostanziale dell'articolo 97 della nostra Carta fondamentale che impone il principio del buon andamento delle amministrazioni pubbliche. Dopo tanto parlare di efficienza e di riduzione del debito, il Governo vara un provvedimento che va nella direzione opposta, ovvero quella di incentivare i comportamenti meno virtuosi, e di conseguenza di scoraggiare quelli virtuosi. Anche questo fa parte della politica del centrosinistra e delle continue contraddizioni dell'attuale Governo rispetto a quanto dichiarato in campagna elettorale e nelle 1831 pagine di programma. In sostanza, il decreto-legge è la prova provata del drammatico errore di metodo che il Governo sta compiendo nel tentativo di porre un freno alla crescita della spesa sanitaria regionale.
Gli obiettivi posti nel patto per la salute, sottoscritto dal Governo e dalle regioni, per il periodo 2007-2009, relativo all'eliminazione dei disavanzi ed alla correzione delle disfunzioni, dovrebbero concretizzarsi Pag. 99nel contenimento della spesa sanitaria intorno al 6-7 per cento. Anche ciò viene stravolto completamente da questo provvedimento.
A tale proposito, rileviamo che la soluzione configurata per coprire l'abbattimento del ticket - è la cosa più grave che è alla base del provvedimento in esame -, suscita non poche perplessità, anche in sede di Commissione bilancio, ponendo le basi per la violazione sostanziale di un'altra disposizione della Costituzione, vale a dire l'articolo 81.
La copertura dell'onere, derivante dalla riduzione del ticket, risulta, infatti, formale e, per di più, utilizzando per il ripiano di debiti di parte corrente accantonamenti inseriti nell'unità previsionale di base del conto capitale del Fondo speciale del Ministero dell'economia e delle finanze, si determina un'obiettiva dequalificazione della spesa pubblica.
Le riduzioni, con finalità di copertura, di alcune autorizzazioni di spesa, potrebbero pregiudicare la realizzazione di interventi già previsti a legislazione vigente. Si vanno a toccare cose già fatte per coprire, attraverso questo meccanismo, cose da farsi in maniera indegna così come accade con questo Governo.
Inoltre, si deve ricordare che il comma 4 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre del 2006, la legge finanziaria per il 2007, prevede la prioritaria destinazione delle eventuali maggiori entrate tributarie nel 2007 al conseguimento degli obiettivi di riduzione dell'indebitamento. Si tratta del 'tesoretto', o parte di questo che, ancora una volta, viene attribuito non tanto ai lavoratori, bensì a quelle regioni che hanno speso male nel settore sanitario.
Questa è la verità e questo è l'atteggiamento del Governo con il provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Tutto ciò, in aggiunta alle considerazioni espresse dal collega che mi ha preceduto, crea veramente non pochi allarmi, o quanto meno, seri dubbi sulla realizzabilità degli obiettivi di stabilizzazione della spesa sanitaria indicati dal Governo nella stessa legge finanziaria.
Inoltre, una serie di provvedimenti che avrebbero dovuto essere messi in atto dal Governo sulla base di quanto previsto dalla legge finanziaria non sono stati assolutamente presi in considerazione. Vi è un vuoto legislativo successivo alla legge finanziaria per il 2007, di cui fa parte anche questo provvedimento. Come torno a ripetere - e non ce ne scandalizziamo - il Governo continua con le sue contraddizioni e continuerà a cadere lentamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, il nostro gruppo voterà contro le questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate al provvedimento recante disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario. Prendo atto che, nella sanità, vi è un problema che genera un maggior debito pubblico nel nostro paese e che vi è la necessità di rideterminare i disavanzi che si sono originati all'interno delle regioni relativamente alla spesa sanitaria.
Il provvedimento presentato dal Governo procede in questa direzione: è, infatti, finalizzato a rideterminare il disavanzo della spesa sanitaria ed a fare in modo che le realtà regionali, che hanno registrato degli avanzi estremamente ingenti in termini di spesa, possano rientrare in un circuito virtuoso per creare più equità all'interno del sistema sanitario e, soprattutto, per dare maggiori risposte in termini di salute ai cittadini italiani.
Ci rendiamo perfettamente conto di quello che l'opposizione oggi sta dicendo in quest'aula. Tuttavia, vorrei esprimere, molto sommessamente, una considerazione, soprattutto in relazione ai profili di illegittimità costituzionale relativi all'articolo 3 della Costituzione ed alla violazione del principio di uguaglianza.
Io pongo un problema a tutti i parlamentari di quest'Assemblea, chiedendo se c'è equità nella ripartizione delle risorse del sistema sanitario nazionale. Vorrei Pag. 100ricordare che tale ripartizione deve essere effettuata su due parametri che credo non possano essere più presi in considerazione.
Il primo parametro è infatti la popolazione, il secondo è l'invecchiamento. Si capisce bene, facendo un semplice calcolo numerico, che in questo modo vi è una sperequazione tra le diverse aree della nostra realtà nazionale e, quindi, di fatto non vi è un sistema di uguaglianza nella redistribuzione delle risorse del sistema sanitario nazionale. Questo non riguarda semplicemente le risorse ordinarie di tale servizio, ma anche gli interventi sulle tecnologie, in quando si ridetermina anche in questo caso un ulteriore squilibrio fra le aree del nostro Paese, andando ad incidere negativamente sulle aree del Mezzogiorno d'Italia.
Noi riteniamo che il provvedimento in esame debba essere approvato con grande rapidità, perché mette nelle condizioni il sistema regionale di poter riprendere un percorso virtuoso e quindi fare in modo che non vi possano essere quei disavanzi di cui parlavo in precedenza. Oltretutto, come si può evincere dal testo in esame, vi sono, se così possiamo definirle, delle anticipazioni dei prestiti. Infatti, nel momento in cui le regioni hanno sottoscritto il patto di stabilità interno - e quindi hanno definito la questione del disavanzo con questo sistema - sono obbligate al suo rispetto e quindi siamo in grado di definire chiaramente i deficit sanitari di ogni regione. Negli anni scorsi non era possibile conoscere questi dati, soprattutto in alcune particolari regioni del nostro Paese. In questa sede, non vorrei ovviamente fare alcuna polemica, perché sicuramente i nostri colleghi parlamentari dell'opposizione hanno capito a che cosa mi riferisco.
Vi è quindi anche la certezza di capire a quanto ammonta il deficit sanitario delle regioni. Si capisce inoltre quale è il sistema che consente di riprendere una strada virtuosa e quindi di eliminare entro il 2010 i disavanzi sanitari. Dobbiamo costruire questo percorso in modo serio e la cosa più importante che ritengo debba essere posta all'attenzione del Parlamento è che, nel momento in cui viene sottoscritto questo accordo, vi è di fatto la possibilità che le regioni cedano una parte della loro sovranità.
In buona sostanza, le delibere che dovrebbero essere approvate dalle regioni verrebbero poste sotto il controllo del Parlamento. Questo significa inserirsi in questo percorso virtuoso e ciò è stato già fatto anche dal precedente Governo. Concludo, avendo signor Presidente forse anche abusato del suo tempo, dicendo che il gruppo La Rosa nel Pugno voterà convintamente contro queste pregiudiziali di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piro. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, apprezzate le circostanze, il mio intervento si limiterà a due brevi annunci. Il primo riguarda il voto del gruppo dell'Ulivo, che sarà contrario a queste questioni pregiudiziali che riteniamo infondate. Ci troviamo infatti innanzi ad un provvedimento che riteniamo necessario e utile per chiudere la vicenda dei disavanzi finanziari nel settore della sanità, al fine di porre anche nelle regioni inadempienti il massimo di responsabilità e per fornire più adeguati servizi sanitari ai cittadini.
In secondo luogo, signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Piro, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Garavaglia ed altri n. 1, Filippi ed altri n. 2 e Leone n. 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 101
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 447
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non e riuscito a votare.