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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,08).
(Azioni di vigilanza e verifica presso l'azienda ospedaliera S. Elia di Caltanissetta - n. 2-00475)
PRESIDENTE. L'onorevole Misuraca ha facoltà di illustrare l'interpellanza Leone n. 2-00475 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2), di cui è cofirmatario.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, non intendo illustrare il testo presentato, quanto fare entrare in argomento il sottosegretario che purtroppo - e me ne dispiace - non è titolare della delega sull'argomento che stiamo per trattare.
Avrei rinunciato anch'io oggi alla risposta dell'interpellanza a causa dello sciopero degli aerei che forse non ci consente di tornare a casa.
Ora più che mai, tuttavia, questa interpellanza è urgente. Sto parlando in quest'aula ma è come se fossero simbolicamente qui presenti il sindaco della città, i cittadini e tutte le forze politiche.
In questo momento l'azienda ospedaliera e, quindi, anche l'ospedale di Sant'Elia, stanno attraversando un momento davvero di crisi profonda.
Si tratta di una struttura realizzata già da molti anni, grazie anche alla lungimiranza dei politici del passato - questo devo riconoscerlo - che costituisce punto di riferimento per un bacino di utenza molto grande rappresentato non solo dalla città e dalla provincia di Caltanissetta, bensì anche dalle province di Enna, di Agrigento e, in parte, dai comuni delle Madonie.
Signor Presidente, la salute, attualmente, è qualcosa di sensibile che interessa tutti. L'ospedale di Sant'Elia, che è andato avanti anche grazie all'abnegazione di tantissimi sanitari, medici e paramedici, in questo momento sta attraversando un momento di crisi. È destinatario di un finanziamento di circa 26 milioni di euro e, grazie all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, sono già stati appaltati i lavori relativi alla ristrutturazione di un'ala e alla realizzazione di una piattaforma nella quale trasferire le sale operatorie.
Pertanto, chiediamo al Governo se ha seguito l'esecuzione dei lavori, in quanto riteniamo che sia avvenuta in ritardo. Ci risulta, altresì, che, poiché i lavori sono stati consegnati in ritardo, la ditta aggiudicataria abbia chiesto un risarcimento per la tardiva consegna. Successivamente, entrerò nel merito dell'argomento.
Nella città di Caltanissetta, ormai da mesi, i medici, i capireparto, la cittadinanza, gli utenti, le associazioni di volontariato, noi tutti, abbiamo assistito - mi consenta il termine - ad un bailamme dell'organizzazione temporanea dei servizi, in quanto l'ospedale doveva essere soggetto a ristrutturazione.
Il fatto che interi reparti fossero trasferiti e portati da un posto all'altro, anche con grande nocumento di parte dei degenti e degli ammalati, e senza il coinvolgimento dei responsabili di reparto, ha creato un grande disagio.
Tuttavia, sia le forze politiche di centrodestra sia quelle di centrosinistra, tutti quanti noi, siamo stati così sensibili da essere vicini e dare noi stessi i consigli necessari al management al fine di trovare delle soluzioni ideali per i degenti.
Nella nostra interpellanza urgente si fa anche riferimento alla mancata attivazione del dipartimento oncologico di terzo livello, la cui individuazione è stata prevista dal piano sanitario della regione Sicilia del 2000. Pertanto, in mancanza della sua attuazione, chiediamo se il Governo nazionale condivida le nostre preoccupazioni.
Nella nostra interpellanza urgente ci si riferisce, inoltre, ad un avvenimento che si è verificato il 1o aprile, data in cui, il direttore generale e il direttore sanitario hanno bloccato le sale operatorie in conseguenza della ristrutturazione. Signor sottosegretario, non sto qui a dirle «la levata di scudi», peraltro legittima, che vi è stata da parte della cittadinanza e dei medici. Qualora lo facessi, dal momento Pag. 82che le notizie sono state fornite anche dalla dirigenza dell'azienda ospedaliera, lei sicuramente mi risponderebbe che dal 1o maggio tutto è stato risolto. In tal caso, potrei replicare che la situazione avrebbe potuto essere risolta diversamente.
Inoltre, la nostra interpellanza risale al 19 aprile, data dalla quale, inopinatamente ed inaspettatamente, «a ciel sereno», il direttore generale (precisamente il 27 aprile), con una lettera indirizzata al primario di chirurgia lo ha, per così dire, liquidato, licenziato, sebbene in presenza di un contratto a termine della durata di sette anni, grazie a quanto previsto dall'articolo 15-septies del decreto legislativo n. 502 del 1992. Si tratta di un primario molto stimato ed affermato sul piano sia professionale sia umano che ha portato avanti con tanti sacrifici il reparto di chirurgia.
È inspiegabile come il direttore generale abbia potuto licenziare, senza una stretta di mano, un ringraziamento, ma semplicemente con una lettera di quattro righe, quindi con un atto cartaceo, un valido professionista. Anche in quella occasione tutti noi abbiamo protestato insieme alla chiesa locale e al nostro vescovo. Il problema nasce dal fatto che il primario - signor Presidente, mi appello anche alla sua sensibilità e alla sua capacità di capire i problemi - viene liquidato perché la finanziaria regionale non consente più altre spese.
Quindi, ci ritroveremo con un sostituto facente funzione, e ovviamente immagino che ciò comporterà un costo economico. Ma la cosa paradossale, signor Presidente, è che questo primario ritorna al suo ospedale di appartenenza, dove nel frattempo si era insediato un altro primario con altro contratto, e quindi a quattro chilometri di distanza vi è un ospedale che ha due primari. Ciò non era stato fatto presente nell'interrogazione, ma le sorprese, signor sottosegretario, quando le aspettiamo, arrivano. Avevo datato l'interpellanza il 19 di aprile, questa invece è datata il 27 di aprile.
Devo aggiungere inoltre, signor sottosegretario, che si è registrato un comportamento antisindacale (qualcuno l'ha definito anche incostituzionale) da parte del manager. Ci sono, e me ne assumo la responsabilità, delle testimonianze: in una riunione il direttore generale dell'ospedale Sant'Elia ha detto a chi era presente, in questo caso a medici ed a paramedici, che non doveva uscire alcuna dichiarazione su ciò che avveniva in ospedale, pena il licenziamento.
Queste cose sono state pubblicate, e, indubbiamente, tutto ciò ci mette in difficoltà. Questo direttore generale manca di rispetto istituzionale in quanto non ha dato seguito a ciò che la politica, siano essi deputati regionali, nazionali, sindaco, forze politiche, aveva indicato. Come Penelope, di giorno lui accettava le nostre indicazioni, di notte purtroppo si ritrovava a fare ben altri lavori!
Ma non è solo mancanza di rispetto nei nostri confronti. Il rappresentante dello Stato, ovvero il prefetto di Caltanissetta, ha indetto una riunione insieme al sindaco, per capire i motivi per cui si stanno verificando tutti questi eventi, ma il direttore generale non si è presentato, motivando che mancava il direttore sanitario. Aggiungo, con un po' di ironia, che quando partecipa il direttore sanitario quest'ultimo non può assumere impegni perché manca il direttore generale.
Per questi motivi, signor sottosegretario, chiedo al Governo se può intervenire in sostegno dell'ospedale Sant'Elia, che in questo momento è in difficoltà, con una visita ispettiva da parte del Ministero della salute, che ha competenza per le verifiche di cui le ho accennato, per i nuovi elementi che le ho fornito, anche a difesa dei cittadini che in questo momento necessitano di una struttura della quale abbiamo senz'altro tutti bisogno. Sono in attesa quindi di capire le decisioni che ha assunto il Governo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale, Rosa Rinaldi, ha facoltà di rispondere.
ROSA RINALDI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. Signor Presidente, naturalmente rispetto Pag. 83alle novità che ora sono state rappresentate si tratterà di verificare la possibilità di intervenire oppure di presentare un'ulteriore istanza. In merito alla situazione dell'azienda ospedaliera Sant'Elia di Caltanissetta riporto preliminarmente le notizie che il Ministero ha provveduto ad acquisire presso la stessa azienda. Il direttore generale ha precisato che tutti gli atti di riorganizzazione temporale dei servizi sono stati sottoposti, discussi ed approvati nell'ambito del competente assessorato regionale e che il programma temporale dei lavori è stato formalmente approvato dall'assessore pro tempore.
L'organo di vertice aziendale ha sottolineato inoltre l'inevitabile necessità della contrazione dei posti-letto, in quanto i lavori appaltati concernono non solo la costruzione di un nuovo monoblocco - quindi esterno all'edificio ospedaliero esistente -, ma anche la completa ristrutturazione di una intera ala dell'ospedale, sette piani su otto. Si sono potute iniziare le opere di ristrutturazione, che riguardano circa il 25 per cento della superficie di degenza, solo a condizione dell'accorpamento dei reparti, che ha determinato conseguentemente la riduzione della capacità ricettiva in termini di posti-letto. La direzione aziendale ha evidenziato come la presenza di degenti all'interno del nosocomio abbia reso necessario garantire ai pazienti una destinazione temporanea, che è stata debitamente riadeguata dal punto vista strutturale e impiantistico.
Relativamente alla riduzione delle sedute di attività operatoria, lamentata nell'atto parlamentare, è stato precisato che in conseguenza dei tagli alla spesa sanitaria - introdotti con la legge finanziaria regionale, alla quale hanno fatto seguito specifiche direttive assessoriali -, non è possibile procedere al momento a nuove assunzioni, se non dietro specifica autorizzazione.
L'unità operativa di anestesia e di rianimazione del Sant'Elia ha subito, nell'immediato trascorso e per diversi motivi, una diminuzione del numero di dirigenti medici in servizio. Inoltre, secondo quanto affermato dall'azienda, appare sempre più difficile il reperimento di medici anestesisti, come è possibile rilevare anche dal fatto che l'ultimo avviso pubblico di incarico è andato deserto. Per quanto sopra esposto, l'azienda è stata costretta a ridurre le sedute operatorie a dieci alla settimana.
La direzione aziendale, a seguito di una serie di riunioni tecniche che hanno coinvolto anche il personale medico delle unità operative del dipartimento di chirurgia, ha preso in esame una serie di soluzioni definendo alcuni strumenti di natura contrattuale che, previo raccordo con le organizzazioni sindacali di categoria, potranno portare alla soluzione del problema.
Nelle more della definizione dei meccanismi economici incentivanti, il direttore dell'unità operativa complessa di anestesia e rianimazione ha assicurato l'aumento delle suddette sedute dal 1o maggio ultimo scorso, per garantire almeno i livelli pregressi di attività. Inoltre, è stata chiesta all'assessorato regionale alla sanità la necessaria autorizzazione a conferire incarichi al personale medico e paramedico in deroga al vigente blocco delle assunzioni.
Relativamente alla istituzione del dipartimento oncologico di terzo livello, con atto deliberativo n. 126 del 2 marzo 2007, la direzione aziendale ha preso atto anche della richiesta avanzata dal comitato «Pro malato oncologico», ha provveduto a rivedere il proprio atto aziendale ed ha richiesto all'assessorato l'istituzione del suddetto dipartimento, unitamente ai necessari finanziamenti per la logistica, le attrezzature e il personale sanitario. Al riguardo, è stato precisato che tale dipartimento, previsto come interaziendale con l'AUSL n. 2 di Caltanissetta, è stato tuttavia cassato in sede di approvazione preliminare dell'atto aziendale.
Nel merito di quanto richiesto dagli onorevoli deputati, si segnala che nell'accordo di programma sottoscritto dal Ministero con la regione Sicilia in data 30 aprile 2002, era previsto - tra gli altri - anche l'intervento denominato «ristrutturazione ed adeguamento a norma dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta». Tale Pag. 84intervento è stato ammesso a finanziamento in data 13 settembre 2004, per un importo complessivo di 25.048.159 euro, di cui 23.795.751 euro a carico dello Stato.
Dai dati risultanti dal monitoraggio effettuato dalla competente direzione generale di questo Ministero il 31 dicembre 2006, l'intervento risulta in esecuzione, con un forte ritardo peraltro sull'inizio dei lavori che sono cominciati il 1o luglio 2006. Al momento attuale risultano spesi solamente 1.160.000 euro. Pertanto, il Ministero della salute ha proposto di inserire l'intervento suddetto nell'elenco degli appalti oggetto di possibile ispezione da parte della competente Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro, servizi e forniture, ai sensi del protocollo di intesa tra il Ministero e la stessa Autorità sottoscritto in data 13 febbraio 2007. Si precisa che la compilazione definitiva dell'elenco è in corso di predisposizione.
In merito inoltre agli altri profili concernenti l'assistenza sanitaria e le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, questo Ministero ha già provveduto a richiedere gli opportuni approfondimenti all'assessorato regionale alla sanità. Si rileva inoltre che gli onorevoli deputati fanno riferimento correttamente al Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (Siveas), istituito dal ministro Livia Turco con decreto ministeriale del 17 giugno 2006.
Si ricorda infatti che negli ambiti di intervento del sistema, che rappresenta uno strumento di raccolta e coordinamento dei dati provenienti anche dai sistemi sanitari regionali, sono ricompresi tra gli altri la verifica degli indicatori previsti dal «patto per la salute», sottoscritto con le regioni, il rispetto dei livelli di qualità delle prestazioni sanitarie ed i tempi di esecuzione dei lavori di costruzione o ammodernamento di ospedali e strutture sanitarie.
PRESIDENTE. L'onorevole Misuraca ha facoltà di replicare.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, ho molti anni di esperienza in quest'aula, e mai ho provato un imbarazzo simile a quello che provo questa sera. Signor sottosegretario, non vi è niente di personale nei suoi confronti, ma mi trovo in una situazione paradossale: la risposta che le è stata preparata dagli uffici, cui debbo ora replicare, è fondata su dati che - e non me lo sarei assolutamente aspettato - voi avete acquisito dalla stessa direzione dell'azienda ospedaliera cui noi rivolgiamo le nostre critiche, delle quali ci assumiamo la responsabilità. Con la vostra risposta, avete solo dato una copertura all'azienda ospedaliera.
Dunque, non vi è alcuna soddisfazione da parte mia: anzi, sono costretto a replicare. Ciò mi dispiace, perché la cittadinanza di Caltanissetta - che credo ci stia seguendo numerosa attraverso il circuito televisivo della Camera - in questo momento si sentirà delusa da un Governo nazionale da cui ci aspettavamo tanto per capire come sia possibile intervenire per salvare l'ospedale. Pertanto, è necessario entrare nel merito di ciò che vi ha detto la direzione sanitaria: ma ciò va fatto, se lei mi permette, perché è giusto che anche i funzionari e i dirigenti del Ministero che preparano la risposta alla politica sappiano che scrivere senza rendersi conto di ciò che si scrive è non dico un malcostume, ma certo un'abitudine che deve essere superata. Altrimenti siamo tutti delegittimati, noi rappresentanti del territorio e voi, senza colpa, rappresentanti del Governo. Non lo dico per fare polemica.
Penso in particolare, signor sottosegretario, alla maniera superficiale, approssimativa ed improvvisata con cui sono state effettuate le procedure di accorpamento e di spostamento di alcune unità di degenza. Basti pensare al fatto che l'unità operativa di ostetricia e ginecologia, ubicata al sesto piano dell'ospedale - dove si trovano le sale parto ed il complesso operatorio - è stata trasferita al secondo piano, con grave rischio sotto il profilo della sicurezza, poiché si è dovuto trasportare le partorienti in barella attraverso gli ascensori, che spesso sono fuori uso.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 18,40)
FILIPPO MISURACA. Quanto mi è stato letto, dunque, mi lascia l'amaro in bocca. Stiamo veramente occupandoci della salute dei cittadini, o le interpellanze e le interrogazioni diventano semplicemente un fatto burocratico? Mi fa piacere che stia presiedendo il presidente Bertinotti, che stimo per la sua sensibilità anche nei confronti delle classi deboli.
Signor Presidente, si stava parlando di un ospedale abbandonato a se stesso, e il rappresentante del territorio - ma credo di parlare a nome di tutta la cittadinanza - si sta rivolgendo al Governo perché si intervenga per definire come si possa evitare la caduta di un ospedale che è punto di riferimento di molte province: Caltanissetta, Agrigento e in parte di quella di Palermo. La risposta del sottosegretario - l'ho già precisato: non vi è nulla di personale - si è invece collocata su un piano meramente burocratico.
Signor sottosegretario, lei deve sapere una cosa, che io denuncio in questa sede: quando il management - il direttore generale, il direttore sanitario e il direttore amministrativo - riduce i posti letto, è chiaro che esso non è più soggetto a verifiche. Accade quindi che in questo momento - se voi non lo avete capito lo denuncio io - questi tre burocrati non saranno più soggetti a verifiche, perché è evidente che la riduzione dei posti letto è avvenuta. Sa come sarebbe potuta avvenire la ristrutturazione, signor sottosegretario? La pregherei di guardare (Il deputato Misuraca mostra una pagina di un quotidiano) quello che le sto mostrando. Questo è il plastico dell'ospedale. Si provvede alla ristrutturazione di un'ala dell'ospedale, anziché realizzare la piattaforma dove potevano essere ubicati i locali da ristrutturare.
Indubbiamente tutto questo fa sorridere, fa capire che c'è qualcosa che non va. Sul dipartimento oncologico, la delibera del 23 gennaio 2007 a cui lei faceva riferimento, di cui io sono in possesso, è stata ottenuta solo a seguito di tante battaglie combattute da tutta la deputazione regionale e nazionale, assieme alle associazioni di volontariato. Ma sa questa delibera cosa contiene? Questa delibera è una dichiarazione di impegno fatta nei confronti dell'assessorato regionale alla sanità con la quale si esprime la volontà di ripristinare il dipartimento oncologico di terzo livello. Ma sa come siamo arrivati a questo? Perché l'assessorato non ha fatto altro che approvare una precedente delibera con la quale lo stesso direttore generale dell'ospedale aveva declassato il dipartimento oncologico di terzo livello.
Come vede, signor sottosegretario - mi assumo la responsabilità -, c'è malafede da parte di chi dirige l'ospedale in questo momento.
Per quanto riguarda la riduzione delle sale operatorie, non prendiamoci in giro. L'accordo sindacale c'è, è stato sottoscritto con le organizzazioni sindacali mediche e dal 1o maggio 2007 le sedute operatorie avvengono attraverso il ricorso - sa a che cosa? - al pagamento di ore suppletive agli anestesisti.
Lo sappiamo che in Sicilia - questa è un'altra vicenda - gli anestesisti sono numericamente pochi e per tale motivo verranno sottoposti a stress psicofisico, con possibili gravi conseguenze per la sicurezza dei malati. Allora, c'è qualcosa che non va - e io mi sforzo di farlo capire - in questo momento nella sanità. Non è un problema di centrodestra o di centrosinistra, il problema è quello di capire i bisogni reali della gente.
La risposta che vi hanno dato dalla direzione aziendale sul dipartimento oncologico di terzo livello, se mi permette, ribalta le responsabilità - sa su chi? - sul dirigente dell'ispettorato sanitario della regione siciliana, che avrebbe opposto il proprio diniego a quanto proposto dall'azienda ospedaliera. Ma il diniego trova il suo fondamento nella incompiutezza degli atti dell'azienda e nella mancata proposta di servizi, quali la radioterapia, all'interno della struttura. Ma anche questo è un problema che abbiamo superato, Pag. 86perché la radioterapia si realizzerà in un comune a quattro chilometri di distanza.
C'è la responsabilità da parte del direttore generale di non volere attivare un accordo interaziendale, tra l'azienda ospedaliera e quella territoriale. L'assessore regionale è venuto a Caltanissetta a discutere di tutto questo, ma purtroppo il direttore generale è ancora inadempiente.
Chiudo facendo un appello al Presidente Bertinotti: Presidente, denunciavo poco fa che questo direttore generale, in una riunione con i medici e i paramedici dell'ospedale, ha minacciato i presenti - me ne assumo la responsabilità - che se fosse trapelato quanto avveniva dentro la struttura sarebbe venuto meno il posto di lavoro. Qualcuno - c'è rassegna stampa ampia ed abbondante al riguardo - ha definito quel comportamento antisindacale. Qualcun'altro lo definisce incostituzionale. Però, mi creda Presidente, forse la politica deve riflettere sul fatto che le aziende debbono essere assegnate a chi ha competenza, a chi ha davvero il desiderio di lavorare. Io credo che il direttore, il soggetto di cui stiamo parlando, dedichi poco tempo a questa struttura.
Da parte mia non c'è nulla di personale nei confronti del direttore generale, non gli ho mai chiesto né un trasferimento di infermieri né di far vincere un concorso a qualcuno. C'è semplicemente il desiderio, mio e di altri colleghi a cui sta a cuore la salute del cittadino, di capire come possiamo fare ricrescere questo ospedale, perché tre anni di lavori indubbiamente determineranno l'abbandono dell'ospedale di Caltanissetta da parte dei cittadini e c'è anche la demotivazione dei professionisti, i quali, indubbiamente, non sono motivati.
Apprendo semplicemente una cosa ed è l'unica notizia confortante: a seguito del ritardo nella consegna dei lavori - io aggiungo a seguito del risarcimento che ha chiesto la ditta per la consegna dei lavori - il Ministero della salute ha deciso di sottoporre ad ispezione l'ospedale Sant'Elia.
Signor sottosegretario, non è solo questa l'ispezione che noi chiedevamo, quella cioè sul piano economico-finanziario e sulla durata dei lavori. Pertanto di ciò mi rammarico, e le debbo notificare non solo il mio dispiacere ma anche - le devo confessare - la scarsa sensibilità che il Governo nazionale ha dimostrato questa sera nel dare risposte ai cittadini di Caltanissetta, più che all'onorevole Misuraca, che ha semplicemente riportato in aula i bisogni di questa gente.
Pertanto, poiché la politica regionale (che io volevo bypassare appellandomi al Governo nazionale) è rimasta ancora una volta inerte e questo Esecutivo non mi ha dato risposte esaustive, ritengo - mi creda veramente - che nei prossimi giorni ci rivedremo di nuovo a parlare di tali argomenti in quest'Assemblea.