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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per evitare una procedura di infrazione da parte della Commissione europea in relazione alle norme che prevedono a favore degli enti religiosi e delle Onlus l'esenzione dal pagamento dell'ICI sugli immobili utilizzati anche a fini commerciali - n. 3-00860)
PRESIDENTE. L'onorevole Turco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00860 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, la questione oggetto della mia interrogazione è di una semplicità eloquente. Gli enti religiosi e le Onlus sono attualmente esenti dal pagamento dell'ICI anche per gli immobili utilizzati a fini commerciali, che cioè nulla hanno a che fare con le finalità istituzionali di quegli enti ed organizzazioni. La Commissione europea è intervenuta sull'argomento scrivendo varie volte al Ministro dell'economia e delle finanze.
Domando quali iniziative intenda assumere il Governo nel suo complesso - non già quindi il solo Ministro - per evitare l'avvio da parte della Commissione Pag. 38europea di un'ennesima procedura di infrazione nei confronti della Repubblica italiana.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, in merito all'interrogazione in esame occorre innanzitutto precisare che l'avvio di un'istruttoria da parte della Commissione europea ha riguardato l'originaria formulazione della norma che fa riferimento ad una legge avente lo stesso numero - il 248 - ma che risale al 2005.
Successivamente, nel corso della nuova legislatura, come sa l'onorevole interrogante, con la legge n. 248 del 2006 si è proceduto ad una modifica in forza della quale l'esenzione si intende applicabile alle attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale. La precedente formulazione era la seguente: l'esenzione disposta dal decreto legislativo del 1992 si intende applicabile alle attività indicate a prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse. La differenza, evidentemente, è non solo lessicale, ma di impostazione politico-programmatica.
Tale modifica era anche finalizzata a tenere conto di una denuncia che era stata presentata alla Commissione europea, con la quale si evidenziava come la norma originaria si configurasse come un aiuto di Stato ai sensi degli articoli 87 ed 88 del Trattato CE, in quanto sembrava favorire talune attività commerciali, con l'effetto di falsare la concorrenza e gli scambi comunitari. Gli uffici dell'amministrazione finanziaria hanno già avuto modo di fornire gli opportuni elementi di risposta, sulla situazione esistente, direttamente alla Commissione europea.
In ogni caso, poiché non penso affatto che lei, onorevole Turco, abbia sbagliato nel presentare la sua interrogazione, al fine di valutare la compatibilità della normativa vigente - quella che ho richiamato - con le regole europee, è stata già istituita, il 2 ottobre scorso, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze una commissione di studio con il compito di approfondire le problematiche che riguardano l'applicazione dell'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili ove si svolgono attività di religione o di culto e quant'altro.
Onorevole Turco, poiché lei giustamente domanda cosa intenda fare il Governo nella sua completezza, il Consiglio dei ministri, sulla base del lavoro svolto da tale organismo, valuterà se vi sono gli elementi per fornire alla Commissione europea ulteriori chiarimenti ed informazioni necessarie ad evitare l'apertura di una procedura di infrazione, o se invece sarà necessario provvedere ad apportare eventuali modifiche. Naturalmente, il Parlamento sarà informato delle determinazioni che saranno prese sulla base sia del lavoro della commissione sia della valutazione del Consiglio dei ministri.
PRESIDENTE. L'onorevole Turco, ha facoltà di replicare.
MAURIZIO TURCO. Signor ministro, sono sconcertato. Quel che lei ci ha detto è tutto vero, tranne per un particolare: nel mese di settembre, il Ministero dell'economia e delle finanze ha risposto alla Commissione europea spiegando che il «decreto Bersani» - leggo testualmente - è valido a risolvere tutti i dubbi interpretativi sul problema in oggetto.
Ciò non è vero, perché, come lei, signor Ministro, ci ha ricordato, il 2 ottobre - esattamente 15 giorni dopo - veniva istituita la suddetta commissione, dal momento che il cosiddetto decreto Bersani aveva dato luogo a difficoltà interpretative ed applicative.
Conosciamo la Commissione europea e il suo modo di procedere. Noi abbiamo la certezza che sia stata violata la legge comunitaria; una valutazione simile ce l'ha anche la Commissione europea, tant'è che, con riferimento tanto al primo quanto al secondo caso, continua a chiedere informazioni.Pag. 39
Crediamo che, francamente, occorrerebbe un po' più di coraggio laico, vale a dire un maggiore coraggio nel rispettare le leggi e la legalità di questo Paese, così come gli accordi internazionali da noi sottoscritti. Siamo contrari ai privilegi, siano o meno previsti da leggi, siano essi accordati alle oligarchie politiche - non abbiamo problemi a riconoscerlo - o alle gerarchie vaticane.
Riteniamo che vi sia un modo di procedere in quanto lei ci ha raccontato che non appare poi così evidente. Siamo certi che la Commissione europea terrà atto anche di quanto detto in questa sede per meglio formulare le sue valutazioni. Spero, quindi, che il 12 maggio, proprio in nome del coraggio laico, saranno in tanti ad essere con noi a Piazza Navona per dire «no» a questo modo di fare (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).