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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2534-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti. Pag. 76Ne ha facoltà (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
MATTEO BRIGANDÌ. Era ora (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Non mi pare che l'opposizione sia molto dispiaciuta!
Signor Presidente, il Governo ha predisposto un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 2534, di conversione del decreto-legge n. 23 del 2007, sul quale preannuncio, dopo il vaglio di ammissibilità da parte della Presidenza, l'intenzione di porre la questione di fiducia (Vivi commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Le consegno ora il testo dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
ANDREA GIBELLI. Vergogna!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. La vergogna è l'ostruzionismo che fate (Commenti - Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, per la verità non avevo intenzione di prendere la parola, anche perché quello del ministro Chiti è solo un preannunzio. Ma devo dire che mi sembra vergognoso che il Ministro concluda la propria richiesta di fiducia basandola sul nostro ostruzionismo, viste le modalità con cui si è giunti in quest'aula a porre la questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)! Il Ministro Chiti deve infatti ricordare che il tempo che si è perso specialmente nell'ultima fase - è sotto gli occhi di tutti - era dovuto soltanto alla necessità di consentire al Governo di mettere insieme i «cocci» all'interno della maggioranza su alcuni problemi che il provvedimento in esame ha sollevato (Vivi commenti dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani). È inutile che facciate questi commenti: avete avuto bisogno di tempo per convincere Rifondazione Comunista su alcuni punti, per ritirare gli emendamenti presentati e per arrivare ad ottenere il consenso sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Il nostro ostruzionismo è servito almeno ad una cosa: abbiamo visto finalmente accolti alcuni dei nostri emendamenti da parte delle Commissioni e del sottosegretario che seguiva il provvedimento. Se questo è ostruzionismo, se le riflessioni che abbiamo portato all'attenzione dell'Assemblea sono il presunto ostruzionismo, ben venga l'ostruzionismo! La verità è che finalmente siete riusciti a far quadrare i conti e siete venuti con il Ministro Chiti, il vostro «portatore di fiducia» - ormai lo possiamo tranquillamente chiamare così - a manifestare nuovamente in quest'aula un'altra sconfitta di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, ritengo che sia un fatto grave - mi associo alle parole del collega Leone - quanto un Ministro della Repubblica ha affermato su uno strumento legittimo che la Lega Nord Padania non ha nascosto, nelle sue dichiarazioni, di utilizzare di fronte a qualcosa che essa riteneva inaccettabile per il Paese. Riteniamo infatti giusto adottare tutti gli strumenti che il Regolamento ci mette a disposizione per fare opposizione.
Lo abbiamo fatto. Volevamo entrare nel merito del provvedimento, ma ciò ci è stato impedito, e di vergognoso, mi spiace Ministro, c'è il suo atteggiamento, che oggi Pag. 77fa pagare ai toscani - le persone che abitano nella sua regione - i debiti sanitari per un cinico calcolo politico.
È di questo che il Governo deve vergognarsi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, oltre ad associarmi alle parole del collega Leone, in particolare per quanto riguarda la critica infondata che il Ministro ha espresso sul nostro ostruzionismo, vorrei ricordare ai relatori delle Commissioni Bilancio e Affari sociali - con i quali abbiamo discusso il provvedimento - che, fin da ieri mattina, avevamo detto che se non fossero stati modificati alcuni aspetti - in particolare, i periodi terzo, quarto e quinto del comma 3, dell'articolo 1 - noi avremmo insistito sul dibattito e sull'approfondimento dei temi.
Ci voleva poco a capire che, modificando quegli aspetti, introducendo gli elementi che poi il sottosegretario Lettieri ha riconosciuto necessari, si poteva avviare ad una soluzione molto più rapida la discussione in atto.
PRESIDENTE. Seguendo la prassi, concederò la parola ad un deputato per gruppo. Vi sono richieste, evidentemente, da parte di gruppi per i quali c'è già stato un intervento. Avverto i colleghi appartenenti a tali gruppi che, pertanto, non posso concedere loro la parola.
DARIO RIVOLTA. Chiedo di parlare per fatto personale.
PRESIDENTE. Onorevole Rivolta, alla fine le darò la parola.
Ha chiesto ora di parlare l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Ministro Chiti, se lei osserva bene qual è stato l'atteggiamento del nostro gruppo, con due interventi soltanto nell'ordine della discussione, capirà perfettamente che non vi è stato alcun atteggiamento ostruzionistico. Peraltro, negli interventi che sono avvenuti, avevamo chiesto anche noi che venisse modificato il decreto-legge al nostro esame.
Occorre sempre operare una distinzione, non tanto perché vogliamo distinguerci, ma in quanto su ogni provvedimento che viene portato in quest'aula e sulle accuse rivolte ai singoli gruppi bisogna sempre fare un ragionamento serio e sereno.
Abbiamo condiviso, in parte, l'azione ostruzionistica che i gruppi dell'opposizione hanno svolto, sapendo perfettamente che si poteva modificare il decreto-legge al nostro esame. Ma sappiamo perfettamente che la disponibilità a modificarlo deve essere espressa a chiare lettere dal Governo e non certamente dall'opposizione.
Quindi, l'azione che è stata portata avanti fino adesso ha condotto ad un risultato: il Governo ha ammesso che molte delle azioni portate avanti dall'opposizione, che chiedeva modifiche, in qualche modo avevano un assunto di verità. In sostanza, se è necessario fare questa «trafila» per arrivare a tali ammissioni, ben venga anche questo tipo di atteggiamento ostruzionistico (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, le sue parole non fanno giustizia, perché del nostro gruppo è intervenuto solo il sottoscritto, nemmeno in discussione generale, ma sul complesso degli emendamenti.
È stato un intervento solo ma, ovviamente, di critica importante, con il quale abbiamo voluto sottolineare che la nostra regione - la Toscana, che l'ha visto presidente della giunta regionale - ed altre, come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia, erano regioni virtuose, i cui cittadini non meritavano di pagare 6 mila miliardi del vecchio conio (3 miliardi di euro) per i danni provocati da amministratori delle ASL e da direttori generali che non meritano di essere riconfermati, poiché crediamo Pag. 78che continuerebbero a sperperare il denaro pubblico, pensando che il Governo coprirà i loro conti.
Nelle ASL di cui parlo - soprattutto in Campania, ma anche nel Lazio - il debito è strutturale ed è destinato ad aumentare sempre di più per i costi imputabili ai dipendenti, ai noleggi di macchinari sanitari e alle convenzioni.
Il prossimo anno dovremo prevedere forse 4, 5, 6 o 10 miliardi di euro.
Tuttavia, noi abbiamo fatto ciò con un unico intervento; pertanto, se questo Esecutivo non è in grado né di governare, né di portare i suoi parlamentari a confrontarsi con le minoranze e deve procedere a colpi di fiducia, non è responsabilità né del nostro gruppo, né dell'opposizione: si tratta dell'incapacità di governare di questa maggioranza.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sappiamo che, nel gioco delle parti ciascuno fa la sua. Parimenti, sappiamo perfettamente - è sempre accaduto - che al momento dell'apposizione della questione di fiducia le opposizioni contestano questa decisione.
Non capisco, tuttavia, cosa si possa imputare al ministro Chiti. Potete consultare il «libro dei precedenti» (quello che quando ero all'opposizione, nella scorsa legislatura, onorevole Leone e amici dell'attuale opposizione, ci avete aperto molte volte per raccontarci quante cose erano accadute), e riscontrerete che in molte occasioni il Governo precedente ha posto la fiducia addirittura all'inizio di una discussione generale, e non dopo due giorni nei quali siamo stati in quest'aula ad ascoltare. Vorrei aggiungere che, nella differenza di atteggiamenti che può essere marginale e valutata politicamente, è accaduto assai di rado che un Governo, pur arrivando a porre la questione di fiducia poiché un decreto-legge va convertito, abbia comunque recepito le indicazioni che arrivavano non solo dalla maggioranza, ma anche dall'opposizione, proponendo modifiche e votandole in Commissione, prima di porre la questione di fiducia.
Vi è uno stile in ogni cosa. Si può sostenere quel si vuole; in modo molto leale, la Lega ha dichiarato formalmente dinanzi a quest'Assemblea che avrebbe praticato l'ostruzionismo. Onorevole D'Agrò, mi rendo conto che ci può essere una distinzione, ma il Governo può fare anche specifiche particolari. Tuttavia, nell'economia del dibattito, è emerso un ostruzionismo in atto e, al contempo, è chiaro che il Governo, avendo un obbligo nei confronti del Paese e impegni con la maggioranza, dopo due giorni nei quali non si è svolta una sola votazione e si è disputato solo un dibattito - questa mattina vi erano ancora ventitré iscritti a parlare - non ha potuto fare altro. Poiché il provvedimento deve tornare all'esame del Senato e le opposizioni giustamente rivendicano che anche a Palazzo Madama vogliono disporre del tempo necessario ad esaminare il decreto-legge, è del tutto evidente che non vi era altra strada da percorrere.
È giusto criticare, è sicuramente lecito mettere in discussione nel merito il provvedimento, come le opposizioni hanno fatto, ma addirittura contestare perché si sono persi 10 minuti tecnici per porre la questione di fiducia mi sembra obiettivamente eccessivo.
Quindi, ritengo che, nel gioco delle parti, possiate criticare la questione di fiducia, ma essa è il risultato di un atteggiamento che è impossibile nascondere o, addirittura, non rivendicare (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Prendo atto della presentazione da parte del Governo dell'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 2534-A, di conversione del decreto-legge n. 23 del 2007, in materia di ripiano di disavanzi sanitari, sul quale il Ministro per i rapporti con il Parlamento Pag. 79e le riforme istituzionali ha preannunziato l'intenzione di porre la questione di fiducia.
Dovremmo ora sospendere i nostri lavori per effettuare il vaglio di ammissibilità. All'esito di tale vaglio il testo sarà, come di consueto, posto a disposizione del Comitato dei diciotto.
DARIO RIVOLTA. Chiedo di parlare per fatto personale.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, voglio sottolineare che intervengo per fatto personale perché mi sono sentito, come componente di questa Assemblea, offeso dalle parole del ministro Chiti (Commenti dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
Mi dispiace che il ministro Chiti dimentichi, in questo momento, che la nostra è una Repubblica parlamentare, che il Parlamento è il rappresentante diretto del popolo.
Il ministro Chiti non ha solo espresso un giudizio di valore, quello di «ostruzionismo», (che è legittimo da parte del collega Giachetti, come da parte di qualunque altro parlamentare, ma non lo è, a mio avviso, da parte di un rappresentante del Governo quando si trova in quest'aula), ma ha anche giudicato «vergognoso» il dibattito (fosse esso ostruzionistico o no) che si è svolto in Assemblea.
Le chiedo, signor Presidente, di tutelare la dignità del Parlamento, chiedendo al ministro Chiti, il quale - lo capisco - può essere nervoso e può capitare a tutti, di ritirare il termine «vergognoso» da lui usato, oppure ripristinando lei stesso, Presidente, l'ordine nel Parlamento, qualora il ministro Chiti non chiedesse scusa, riprendendo le dichiarazioni del ministro e condannandole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Onorevole Rivolta, mi pare che il dibattito si sia già svolto e che i rappresentanti del suo gruppo e di tutti gli altri gruppi abbiano avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni, anche polemiche. Il ministro Chiti ha reagito...
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Deve chiedere scusa!
PRESIDENTE. ...a un intervento di analogo tenore: pertanto, mi pare che l'episodio sia stato già chiarito.
Come già annunciato, sospendo la seduta per effettuare il vaglio di ammissibilità, sull'emendamento Dis. 1.1 del Governo, all'esito del quale il testo verrà, come di consueto, posto a disposizione del Comitato dei diciotto.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 19,30.
La seduta, sospesa alle 19,10, è ripresa alle 19,30.
PRESIDENTE. Avverto che la Presidenza ha effettuato il vaglio di ammissibilità sull'emendamento Dis.1.1. (Vedi l'allegato A - A.C. 2534 sezione 6) interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 2534-A di conversione del decreto-legge n. 23 del 2007, in materia di ripiano di disavanzi sanitari, sul quale il rappresentante del Governo ha preannunciato l'intenzione di porre la questione di fiducia.
Sulla base di tale esame, la Presidenza ritiene ammissibile l'emendamento presentato, che è stato trasmesso al Comitato dei diciotto.