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Si riprende le discussione.
(Ripresa esame di questioni pregiudiziali e di una questione sospensiva - A.C. 1318-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Belisario. Ne ha facoltà.
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FELICE BELISARIO. Signor Presidente, colleghi, ormai non mi meraviglio più di nulla, né degli appelli accorati, né delle difese ad oltranza. Devo però cercare di riflettere io stesso - e, se possibile, sottoporre tali riflessioni alla vostra attenzione - sull'assoluta artificiosità delle pregiudiziali in esame. Stiamo cercando di introdurre una legge che metta tutti i cittadini nelle condizioni paritarie di poter concorrere, e quindi la nostra attenzione tende a far sì che il rispetto delle regole valga per tutti.
Voler disciplinare l'accesso alle cariche di Governo per il gruppo dell'Italia dei Valori, sebbene sia ancora un passo insufficiente, è comunque necessario per evitare quei conflitti a cui abbiamo assistito nella scorsa legislatura e che potrebbero verificarsi non sul nome cui fa riferimento il collega, che stimo, onorevole Boscetto, ma in generale. Stiamo disciplinando una materia per oggi, ma soprattutto per il domani, e di ciò il paese dovrà esserci grato. In questo senso riteniamo che una legge debba essere chiara, perché non è vero che non si possano determinare scelte che influenzino negativamente la vita politica, economica, istituzionale del Paese, se chi esercita determinate funzioni è in posizione dominante in alcuni settori importanti dell'economia, della finanza, dell'editoria e comunque in settori rilevanti della vita e della società civile.
Questa non è una legge ad personam o contra personam; se così fosse, sarebbe contraddittorio quanto afferma qualcuno, cioè che si tenta di impedire a migliaia di persone l'accesso alle cariche di Governo. Delle due l'una: o lo impediamo a moltissime, e quindi mettiamo tutti sullo stesso livello, ovvero andiamo contro una sola persona. Cerchiamo di introdurre un sistema di livellamento che dia accesso a tutti, affinché nessuno possa agire governando facendo i propri interessi, quelli della sua parte politica o quelli di un suo gruppo o clan. Per tali motivi il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori voterà in maniera convinta contro le pregiudiziali di costituzionalità che sono state presentate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Licandro. Ne ha facoltà.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, sono francamente incredibili i toni e i contenuti di questo dibattito, spesso fuori luogo, offensivi, oserei dire illiberali, densi di un'autoritaria cultura aziendalista.
Con pacatezza vogliamo affermare che la Costituzione garantisce a tutti il diritto di concorrere alla vita politica del Paese, ma non il perseguimento di interessi privati a danno di quello generale, attraverso l'assunzione di cariche pubbliche. La Costituzione garantisce l'accesso alle cariche pubbliche, ma non la torsione delle cariche di Governo per avvantaggiare se stessi o i propri congiunti. La Costituzione garantisce la proprietà privata - certamente - ma anche la sua funzione sociale. La Costituzione garantisce a tutti l'accesso alle cariche pubbliche, ma non sancisce una democrazia censitaria e ciò, onorevoli colleghi della Casa delle libertà, non lo troverete mai nell'articolo 51, per quanto possiate forzare le vostre dubbie doti esegetiche. La Costituzione sancisce l'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge e la rimozione degli ostacoli che di fatto la impediscono. Ma tutto questo nulla c'entra con l'accesso alle cariche di Governo e anche volendo accettare il vostro piano di argomentazione, dinanzi, per esempio, ad un magnate con pervasivi ed enormi interessi economici e ad un qualunque altro cittadino, circa l'accesso alle cariche pubbliche non direi proprio che vi sia parità ed uguaglianza. L'ineleggibilità non rientra ancora nell'ambito di questa proposta di legge. Vorremmo che vi fosse e lavoreremo per questo.
L'ineleggibilità, nell'ordinamento giuridico italiano, è già prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 per chi svolge attività d'impresa in regime di concessione pubblica, ma nessuno - nessuno! - ha mai sollevato la Pag. 71questione di legittimità costituzionale di tale previsione. Essa è stata, piuttosto, disapplicata, grazie ad un'interpretazione capziosa della Giunta per le elezioni del 1994 (è però altra materia).
Dite che si tratta di una legge contra personam, che vuole colpire il leader dell'opposizione. Può anche darsi che sia così; non lo escludiamo perché, in effetti, non tante, su scala mondiale, possono essere le persone che posseggono tali e tanti rilevanti interessi economici e il controllo massiccio dei mezzi di comunicazione e, al tempo stesso, nutrono l'incoercibile desiderio di comandare, oltre che le proprie aziende, anche lo Stato.
Usate parole pesanti, toni grevi, fate ricorso ad una propaganda violenta, ci chiamate «eversori». Noi, con altrettanta «pacatezza», vi invitiamo a guardarvi intorno. Forse troverete pulsioni eversive, ma non dalla nostra parte. Dite che, se la proposta di legge in esame fosse approvata, ci sarebbe un Parlamento di nullatenenti e di «sfigati». Che belle espressioni! Una cultura oxfordiana. Che visione miserabile avete della democrazia e in quale conto tenete i vostri elettori, soprattutto quelli appartenenti agli strati popolari e a quelli più deboli!
Allora, a voi che, negli anni precedenti, avete fatto scempio della Carta costituzionale, dei suoi valori sottesi, persino dei principi fondamentali, a voi che avete tentato di stracciarne fino in fondo i dettati, con una mostruosa riforma respinta con un netto esito referendario dal corpo democratico di questo Paese, a voi non presteremo orecchio.
Da voi, insuperabili legislatori ad e contra personam, non accetteremo ipocrite prediche e, dunque, voteremo contro simili pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, il gruppo dei Verdi voterà contro le cinque questioni pregiudiziali di costituzionalità e la questione pregiudiziale di merito e non ricambierà i gruppi del centrodestra rispetto al linguaggio usato in una discussione di carattere costituzionale, che mi pare non abbia fatto fare una buona figura dal punto di vista dei loro argomenti.
Ho sentito parlare di furore ideologico, di rottura democratica, di atto eversivo ed incostituzionale, di nefandezza e di regime totalitario. Questo è il linguaggio costituzionale che è stato utilizzato dai colleghi esponenti del centrodestra nell'illustrare le pregiudiziali di costituzionalità da loro presentate.
Ripeto che non li seguiremo su questo terreno. Rimaniamo aperti ad un confronto politico, istituzionale e costituzionale che, dopo la bocciatura di tali pregiudiziali e della successiva sospensiva, continuerà in quest'aula con tempi ampi, come lei, signor Presidente, ha giustamente disposto.
Poiché, leggendo accuratamente queste pregiudiziali, ho visto citare una serie di articoli della Costituzione, in alcuni casi totalmente a sproposito (ve ne sono due, addirittura, che citano l'articolo 43, che ovviamente non è assolutamente pertinente), vorrei, molto brevemente, rovesciare il ragionamento e spiegare perché la proposta di legge in esame (come tutte emendabile e perfettibile nel lavoro parlamentare) nel suo impianto non è solo pienamente condivisibile, equilibrata e rigorosa, ma è anche pienamente coerente con una serie di principi costituzionali, che voglio sinteticamente ricordare.
L'articolo 3 della Costituzione non ha soltanto un primo comma (sacrosanto), ma ha anche un secondo comma, che riguarda la necessità, per la Repubblica, di rimuovere le disparità. Quale disparità più grave e più grande vi è se non quella rappresentata nelle cariche di Governo dal conflitto di interessi?
L'articolo 51 della Costituzione, che è ripetutamente evocato nelle pregiudiziali e che io invoco positivamente, certamente parla di uguaglianza nell'accesso alle cariche, Pag. 72ma quale più grave violazione alle condizioni di uguaglianza esiste, se non il conflitto di interessi?
L'articolo 54 della Costituzione, collocato nel titolo IV della prima parte, intitolato «Rapporti politici», è un articolo di pari importanza, rispetto al quale la proposta di legge in esame a me pare pienamente coerente: non intendo che essa sia perfetta, poiché siamo alla vigilia di un esame parlamentare che potrà anche migliorarla e correggerla.
L'articolo 97 della Costituzione, che il collega Bressa ha giustamente ricordato, afferma i principi del buon andamento e dell'imparzialità dell'azione amministrativa, che rappresentano i principi fondamentali rispetto ai quali è necessario rimuovere i conflitti di interesse. Lo stesso discorso vale per l'articolo 98 della Costituzione.
Rilevo che tutte le cinque questioni pregiudiziali fanno riferimento anche agli articoli 41 e 42 della Costituzione, che rappresentano la cosiddetta Costituzione economica, mentre ribadisco la estraneità dell'articolo 43 in materia. Vorrei, inoltre, ricordare, a chi evidentemente non li ha letti bene e con attenzione, che gli articoli 41 e 42 al primo comma si riferiscono rispettivamente alla libertà di iniziativa economica e alla proprietà privata - sono sacrosanti! - mentre al secondo comma si pongono limiti e condizioni proprio all'esercizio di questi due principi fondamentali, che vanno riconosciuti, ma anche regolati.
Da ultimo, signor Presidente, vorrei segnalare a lei e ai colleghi che i presentatori di queste cinque questioni pregiudiziali di costituzionalità forse avrebbero dovuto scriverle un po' meglio [Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
MAURIZIO RONCONI. Arrogante!
MARCO BOATO. La questione pregiudiziale di costituzionalità Vito ed altri n. 4, di Forza Italia, termina addirittura ...
PRESIDENTE. Deputato Boato, concluda.
MARCO BOATO. ... parlando della violazione di una lunga serie di fondamentali articoli della Costituzione e recita: «... il titolo I e il titolo II della parte prima della Costituzione, che disciplinano rispettivamente Parlamento e Governo». Invece, il titolo I e il titolo II della parte prima riguardano rispettivamente i rapporti civili ed etico-sociali. Ci troviamo, pertanto, dinnanzi ad un errore clamoroso. Nella parte seconda della Costituzione, il titolo I riguarda il Parlamento, ma il titolo II riguarda il Presidente della Repubblica, mentre il titolo III riguarda il Governo. Siamo in pieno analfabetismo costituzionale! Anche questa è una ragione per cui, pacatamente, ma fermamente, voteremo contro queste pregiudiziali [Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capotosti. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Onorevoli colleghe e colleghi, è indubbio che, se in passato il problema della democrazia e dello Stato è stato rappresentato dalla separazione dei poteri, oggi il problema è la regolamentazione del conflitto di interessi. Tale regolamentazione consiste nel prendere atto che esistono poteri diversi rispetto a quelli istituzionalizzati, i quali, interagendo tra loro in modo non corretto, possono influenzare il buon andamento delle istituzioni e, quindi, condizionare l'intera vita democratica della nazione.
In questo senso, ritengo che ci sia una valutazione unanime e comune, tanto che è stata già emanata una legge che in parte disciplina i casi di conflitto di interessi, la cosiddetta legge Frattini. Giudichiamo tale intervento normativo non esaustivo o per lo meno recante già oggi elementi di criticità in negativo, che necessitano un superamento. Prendiamo atto, quindi, del testo all'esame questa Assemblea, cui noi abbiamo voluto contribuire, nella discussione Pag. 73in Commissione, con una serie proposte emendative, che però non abbiamo visto recepite.
Si tratta di un testo che noi oggi vediamo lesionato: è presente, infatti, una serie di vulnus, anche se per la verità non così gravi come denunciato dall'opposizione, da coloro che hanno presentato le questioni pregiudiziali. Non credo sia così alto il livello di deficienza, cioè di mancanza, di questa proposta di legge. Tuttavia, riteniamo che essa possa e debba essere assolutamente migliorata. In questo senso, quindi, abbiamo presentato una serie di emendamenti che mi auguro saranno posti all'attenzione dell'Assemblea e dalla quale mi auguro possano essere recepiti.
Non si capisce, ad esempio, perché non possa essere l'Autorità antitrust ad adempiere alla funzione di vigilanza. È piuttosto difficile comprendere la necessità, la natura o, quanto meno, l'entità del tetto patrimoniale. Notevoli possono essere le riserve intorno all'istituzione di un blind trust a un soggetto non scelto dal conferente e a lui addirittura ignoto. Rimando al momento dell'esame degli emendamenti la discussione sul merito.
Prendo per buone le affermazioni del Ministro Chiti e le molte agenzie di stampa circolate in queste ore. Viene detto che il testo è migliorabile e che c'è la volontà di definire un testo di legge che sia, in buona sostanza, ciò che deve essere: una normativa al servizio del Paese, non rivolta contro un soggetto, né contro un altro in particolare, ma che sia funzionale allo svolgimento della vita democratica.
Certo, si può essere maliziosi, perché è facile registrare atteggiamenti politici di convergenza assoluta, quantomeno tra i maggiorenti, della maggioranza e dell'opposizione, in ordine a temi precisi - penso, ad esempio, alla legge elettorale - e non sappiamo se questa convergenza sia portata avanti nell'interesse generale, perché non abbiamo cognizione del testo che si sta formulando, né possiamo averla, visto che l'incrocio è trasversale.
Registriamo che lo stesso tipo di convergenza e di confronto e lo stesso proposito di dialettica nella crescita dell'interesse generale non sembrano sussistere per quanto attiene alla proposta di legge sul conflitto di interessi, ossia un provvedimento fondamentale - torno nuovamente alla mia premessa - per l'esercizio e la disciplina della democrazia occidentale compiuta e, quindi, per la difesa delle istituzioni e dei cittadini, a prescindere dal loro reddito, dal loro lavoro, dal luogo di nascita o dalla regione di residenza - lo ripeto - al fine di perseguire un principio di uguaglianza sostanziale, compiuto e definito.
Mi rivolgo al Presidente Violante, il quale in una dichiarazione rilasciata a un'agenzia di stampa ha riferito che Mastella si astiene e che ha una perplessità sulla legge elettorale: no, Mastella ha espresso un pensiero politico che condivido.
PRESIDENTE. Deputato Capotosti, concluda.
GINO CAPOTOSTI. Concludo, Presidente. Per quale motivo si trova la concordia omnium su un tema che, tutto sommato, non è di così rilevante stringenza e si verifica questo scontro totale in tema di conflitto di interessi?
PRESIDENTE. Deve concludere.
GINO CAPOTOSTI. Annuncio, per vincolo di maggioranza, il voto non negativo, ma di astensione, del gruppo dei Popolari-Udeur, sia alla Camera sia al Senato, su questo provvedimento. Aspettiamo, nel corso della discussione e dell'esame degli emendamenti, uno sviluppo che speriamo possa essere utile a tutto il Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, credo che, dopo la dichiarazione di chi mi ha preceduto, la legge sul conflitto di interessi non passerà al Senato. L'UDEUR ha dichiarato la propria astensione, quindi è inutile che stiamo qui a discutere: la Pag. 74maggioranza farebbe bene a ritirarlo e a votare, come facciamo noi, a favore delle questioni pregiudiziali di costituzionalità.
Prima che la proposta di legge venga ritirata, ovviamente anche noi, come gli altri gruppi, vogliamo esprimere la nostra opinione: dopo tanto parlare, a proposito ed anche a sproposito, delle leggi ad personam delle quali si sarebbe macchiato il precedente Governo, con i cosiddetti nuovi padroni del vapore dell'Unione siamo di fronte alle leggi contra personam, provvedimenti cioè studiati per colpire l'avversario o gli avversari politici, per renderli meno influenti ed anche ricattabili nelle loro libertà parlamentari.
La domanda che ci poniamo è la seguente: è costituzionale una legge in base alla quale un avvocato non può fare il Ministro della giustizia, un medico non può fare il Ministro della sanità, un militare non può fare il Ministro della difesa? È mai possibile che quando scegliamo la nostra compagna o il nostro compagno dobbiamo vedere il suo stato patrimoniale, perché se dovesse essere una donna facoltosa non possiamo più fare politica? Vi sono numerosi esempi in questo campo. Può essere costituzionale una legge di questo tipo? No, per principio non può essere costituzionale!
A questo gioco, solo apparentemente moralizzatore, noi socialisti del Nuovo PSI, che siamo nati quando era in vigore lo Statuto albertino - per rispondere al collega de L'Ulivo: certo e ne andiamo fieri, abbiamo visto il nascere di tutte le dittature e sappiamo a cosa portano - siamo contrari per principio ad un provvedimento di questo tipo sul conflitto di interessi.
La strada di colpire l'avversario per legge al fine di renderlo più debole o di costringerlo a vita privata non ci piace e ci ricorda un periodo triste e drammatico della nostra storia nazionale, precisamente dal 1925 al 1926 quando, per ridurre al silenzio o all'asservimento gli avversari, Mussolini emanò leggi speciali con le quali preparò l'avvento dello Stato totalitario. Con la creazione di tribunali speciali per la difesa dello Stato e il ripristino della pena di morte, con una mozione che dichiarava decaduti per legge i deputati aventiniani e socialisti calava così definitivamente il sipario su ogni parvenza di lotta legale.
Il richiamo storico può sembrare ardito e forte ma serve ad una riflessione sul mantenimento della legalità nella lotta politica e nell'assunzione della responsabilità parlamentare. È nostra convinzione, se non si vuole intraprendere strade pericolose, quella di restare con fermezza e dignità coerenti con il dettato democratico della Costituzione e non calpestarlo, perché anche in questo caso è la guida più sicura e illuminante per le decisioni che stiamo per assumere in nome del popolo italiano.
Nelle culture comuniste si è iniziato a discriminare gli omosessuali, la proprietà privata è diventata un furto, si è intervenuti contro le libertà, si sono adottate leggi speciali contro ogni criterio democratico di giustizia e, infine, sono sorte le orrende dittature che hanno segnato per sempre col sangue lo scorso secolo, compresa l'Italia (le Foibe, il «triangolo della morte»).
Il vero conflitto di interessi per noi socialisti è rappresentato dai giudici che si mettono in politica e da quei tribunali che condannano amministratori che sono esponenti di una sola parte e favoriscono i partiti amici e la loro conseguente occupazione del potere: in questo modo si sono consumati i golpe mediatico-giudiziari, si sono cancellati i grandi statisti e i partiti storici della prima Repubblica e si è portata in Parlamento e al Governo una pletora di nani e ballerini che hanno fatto scivolare l'Italia dalla serie A alla categorie dilettanti.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCIO BARANI. Concludo, signor Presidente. Il vero conflitto di interessi sono le cooperative rosse, che vedono qui presenti a difendere i loro interessi coloro che sono stati loro dipendenti e adesso i loro figli, i loro fratelli e le loro mogli continuano a lavorare in queste cooperative e il Ministro Bersani fa le leggi ad personam Pag. 75(Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista-Nuovo PSI)...
PRESIDENTE. Deputato Barani, deve concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, le dà fastidio?
PRESIDENTE. No, semplicemente ha finito il suo tempo.
Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Piazza. Ne ha facoltà.
ANGELO PIAZZA. Signor Presidente, parlo a nome di un gruppo parlamentare che, pur avendo già espresso sul testo talune perplessità, che non mancheremo di formalizzare in emendamenti, ha anche espresso un giudizio complessivamente favorevole sull'impianto del provvedimento. Le nostre perplessità non significano, ovviamente, incostituzionalità: noi voteremo contro le pregiudiziali, ritenendo, anzi, che il testo sia perfettibile e vada discusso, che occorra sedersi attorno ad un tavolo e valutare insieme eventuali miglioramenti. Il Paese, però, ha bisogno di una disciplina, che già esiste in tanti altri Paesi. Vogliamo che questa disciplina sia la più efficace, la più utile, la meno punitiva e dannosa possibile per chicchessia. È quest'ultimo il nostro obiettivo.
A nostro avviso, l'intero testo non è incostituzionale, perché è vero che esistono principi costituzionali come la libertà di impresa e il diritto di proprietà, ma esistono anche principi costituzionali che attengono alla legittimità, alla correttezza e alla trasparenza dell'azione amministrativa e dell'azione di Governo.
Chiediamo a tutte le forze politiche di valutare serenamente quali miglioramenti possiamo apportare insieme ad un testo che, comunque, non è incostituzionale. Voteremo, quindi, contro le pregiudiziali presentate (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Ronconi ed altri n. 1, Maroni ed altri n. 2, Elio Vito ed altri n. 3 e n. 4 e Bocchino ed altri n. 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 534
Votanti 522
Astenuti 12
Maggioranza 262
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 286).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di merito Elio Vito ed altri n. 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 525
Astenuti 12
Maggioranza 263
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo ora all'esame della questione sospensiva Elio Vito ed altri n. 1.
A norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento, nella discussione potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti Pag. 76per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Il deputato Bruno ha facoltà di illustrare la questione sospensiva Elio Vito ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.
DONATO BRUNO. Signor Presidente, sapevamo che l'Assemblea avrebbe sicuramente rigettato le questioni di pregiudizialità che avevamo presentato in tema di incostituzionalità del testo perché - e qui mi rivolgo soprattutto al presidente Violante e al collega Boato - quando si invita al dialogo e alla collaborazione, come ripetutamente avviene in questa sede e anche fuori, non si può dichiarare alla stampa che, se il testo venisse modificato e non approvato, il presidente Violante si dimetterebbe. Non è corretto! Lo ha affermato un parlamentare, l'onorevole Licandro: si può leggere il suo intervento di ieri esattamente a pagina 58 del resoconto stenografico. Il collega Boato non può ricordare, poi, per raggiungere la maggioranza in Assemblea, che, a una certa pagina del programma elettorale del Governo Prodi, era previsto esattamente il conflitto di interessi che avrebbe comportato la decadenza, il blind trust e quanto segue.
Non è che non vogliamo partecipare alla dialettica, al gioco che voi vi proponete di fare, ma c'è un limite oltre il quale non è possibile andare, caro presidente Violante e caro Presidente della Camera, perché, se è vero tutto quello che è stato dichiarato ieri, che vi è una grande incomprensione da parte dell'Assemblea per quanto attiene al problema della decadenza, come da lei sottolineato, in ordine alla questione del blind trust e, quindi, dell'accesso a una legislazione straniera, dovremmo avere l'obbligo morale, etico e - direi - costituzionale di fermarci per comprendere esattamente dove stiamo andando, perché conosciamo bene i lavori dell'Assemblea e come essi si svolgono.
Se questi sono gli input che vengono dati dal collega Boato e dal Presidente Violante, o ci dichiarate veramente in questa sede che siete disposti a dialogare e apprendere quello che noi riteniamo di buono vi sia ancora da fare su questa proposta di legge, oppure la possiamo votare anche oggi stesso. Se, infatti, vi siete chiusi a riccio, ritenendo di superare i problemi di costituzionalità nel modo - mi sia consentito - vergognoso in cui si è svolto il dibattito di oggi, vuol dire che non conoscete la Carta costituzionale. Le questioni pregiudiziali di costituzionalità di cui si discute sono di grandissima serietà, mentre qualcuno ha osato dire che esse rappresentavano delle artificiosità. In merito, si può anche dissentire, ma sottacere che un'Autorità terza possa stabilire la decadenza di un membro del Parlamento dovrebbe veramente far tremare i polsi a tutti, mentre invece lo si affronta con molta serenità.
L'introduzione di un sistema che tocca una delle più alte cariche dello Stato e che le più alte cariche dello Stato debbano sottostare ad un diritto straniero, quando abbiamo strumenti giuridici italiani, sono questioni che ritengo meritino un approfondimento. Presidente Violante, l'approfondimento ed il rinvio non lo chiediamo solo noi. La Casa delle libertà ritiene che il testo non sia maturo per l'Assemblea, ma la stessa posizione è sostenuta anche da tanti colleghi della maggioranza. Ad esempio, nella seduta di ieri l'onorevole Palomba del gruppo dell'Italia dei Valori ha affermato che sarebbe importante, per motivi chiaramente opposti ai nostri, rinviare il testo in Commissione, dove si potrebbero riprendere le fila del provvedimento in un senso condiviso da tutta l'Unione. Se preferisce, presidente Violante, le posso leggere tutte le dichiarazioni che a tale riguardo sono state fatte dai rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione. Lo stesso vale anche per il collega dell'UDEUR, il quale nel suo intervento svolto ieri l'ha sollecitata a chiedere il rinvio della proposta di legge in Commissione, e per il rappresentante dei Comunisti Italiani, onorevole Licandro, il quale ritiene che il testo della proposta di legge in esame non sia maturo per l'Assemblea.Pag. 77
Il problema, quindi, non è strumentale. Il problema è se si vuole veramente collaborare al fine di trovare una legge sostenibile in base al rispetto del nostro dettato costituzionale e della vostra maggioranza. Crediamo sia giusto affrontare il tema in esame anche su un binario diverso da quello da noi proposto e prospettato. Occorre, quindi, una riflessione da parte di tutta la Commissione e dell'Assemblea, alla quale va sottoposto un testo non dico condiviso, ma sul quale possano essere chiariti tutti gli aspetti di grandissima rilevanza che riguardano una materia così delicata per la democrazia del nostro Paese. Un tema così delicato non può essere affrontato nel modo in cui si è svolto oggi il dibattito sui rilievi di incostituzionalità.
Signor Presidente, chiedo, pertanto, che la questione sospensiva Elio Vito ed altri n. 1 venga messa ai voti, e sollecito soprattutto quei gruppi che ieri quasi all'unisono, escludendo la Margherita e i DS, hanno dichiarato che la proposta di legge debba ritornare in Commissione. Ciò consentirebbe anche di vedere se tali gruppi sono oggi coerenti con quanto hanno dichiarato ieri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Alleanza Nazionale aderisce alla questione sospensiva in esame e la sostiene con il suo voto. È abbastanza presente al buon senso e alla percezione politica e istituzionale di molti di noi, e permettetemi di dire anche di molti di voi, che il provvedimento in esame sarebbe sospinto in avanti a forza inopportunamente.
La vostra, colleghi della maggioranza, che volete ad ogni costo licenziare un testo, è la violenza dei deboli. È un classico! Quando ci si vede in qualche modo franare la terra sotto i piedi, quando ci si vede deboli e in minoranza nello scontro democratico e nel consenso dell'opinione pubblica - la storia si ripete spesso - si reagisce con atti di prevaricazione, sperando che vibrando colpi alla cieca si possa difendere la propria sopravvivenza.
Ciò è molto preoccupante. La questione sospensiva, che non pregiudica, in definitiva, la sorte del provvedimento, in qualche modo darebbe l'occasione di uscire da questo vicolo stretto che vi siete costruiti addosso all'intelligenza (alle spalle), al voto e alle vostre prerogative. La questione sospensiva in esame meriterebbe di essere accolta anche perché si incentra sulla istituzione di questa ennesima Authority sulla quale regnano le perplessità più gravi, non solo di noi dell'opposizione nazionale di centrodestra ma anche e soprattutto sul versante del centrosinistra.
Si tratta di discutere non solo il profilo gravissimo che vi è stato sottolineato, che ho chiamato di emergenza democratica, cioè di un'Authority che possa rovesciare un verdetto democratico popolare e defraudare il Parlamento della sua sovranità, ma anche dell'assurdità di una Autorità che, governando le sorti di questo strano percorso per sette anni, cioè al di là di una legislatura, venga eventualmente a confliggere - essendo politicamente targata ed avendo una determinata maggioranza - con quella che è la maggioranza democratica uscita dalle urne. Si tratta proprio di capire che tipo di Autorità si vuole istituire, tenuto presente che anche tra di voi non vi sono idee chiare, né tantomeno concordi. Qualcuno sostiene che si debba istituire un'Autorità a parte, deputata solo al governo dei casi di conflitto di interessi; altri (come il testo sembrerebbe aver sposato come tesi prediletta) di mettere insieme le funzioni di questa Autorità con quelle del già vigente e non so quanto funzionante e non so quanto utile e significativo Alto commissariato per la prevenzione e la repressione del malcostume e della corruttela (non mi ricordo neanche come si chiama perché il solo titolo è lungo più di due righe). Organismo quest'ultimo assurdo di per sé in uno Stato di diritto democratico, con una magistratura che deve vigilare. A mio avviso, è già Pag. 78un'assurdità, lo ripeto, avere un Alto commissariato per prevenire e reprimere il malcostume e la corruttela. Un'assurdità intollerabile per chi abbia senso dello Stato e senso del diritto e dell'etica pubblica. Che si debbano poi mettere insieme il conflitto di interessi con la corruttela, la prevenzione e la repressione del malcostume, è indicativo di una confusione di idee macroscopica ed assurda.
Non sono insensibile - voglio dire quest'ultima cosa - al fatto che l'Autorità regolatrice del mercato e della concorrenza verrebbe, ove fosse essa la depositaria di tutti i poteri anche relativi ai conflitti di interessi, ad accumulare un eccesso di poteri. Ciò potrebbe essere effettivamente un'anomalia tutta da studiare e da approfondire.
Per tali motivi sostengo che la richiesta di pregiudiziale sospensiva è assolutamente fondata. Tutti, su un versante o su un altro, siamo d'accordo che l'Autorità, strumento fondamentale chiamato a dirimere questo tipo di conflitti, nasce male, viziata da qualcosa di più di semplici dubbi, sicuramente inficiata al suo fondamento da un'assoluta incongruenza delle sue funzioni e dei suoi poteri. Mi sembra, quindi, giusto che noi e voi colleghi della maggioranza approfittiamo della questione sospensiva in esame, aderendovi, al fine di svolgere un approfondimento su questo tema fondamentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, prendo atto positivamente, lo dico con sincerità, che, una volta bocciate le pregiudiziali di costituzionalità e di merito, il confronto su questa questione sospensiva sta avvenendo - lo dico con riferimento agli interventi svolti dai colleghi che mi hanno preceduto - con un tono diverso. Ringrazio il collega Donato Bruno dell'interlocuzione polemica, come è ovvio che sia in Parlamento, svolta nei miei confronti, ma che è comunque entrata nel merito delle questioni.
Desidero spiegare perché noi voteremo contro questa questione sospensiva che richiede un ulteriore periodo di sei mesi prima di procedere nell'esame di questa proposta di legge.
Riprendo dettagliatamente le obiezioni alle motivazioni proposte. In primo luogo, si sostiene che vi è stato un evidente scarso approfondimento e una fretta nel lavoro. A tale riguardo, ricordo che la proposta di legge Franceschini ed altri è stata presentata nel luglio 2006, che l'esame è iniziato nei primi giorni del settembre 2006 e che abbiamo lavorato in Commissione in sede referente per otto mesi, svolgendo fra l'altro decine di audizioni...
PRESIDENTE. Mi scusi deputato Boato. Insisto a chiedere ai deputati di liberare l'emiciclo, di prendere posto e di non parlare ad alta voce. Prego, deputato Boato, prosegua pure.
MARCO BOATO. In questi otto mesi abbiamo svolto, oltre che lunghissimi e pacati dibattiti, anche decine di audizioni con esponenti della dottrina di tutti gli orientamenti scientifici e culturali.
La seconda obiezione riguarda la istituenda Autorità di cui si propone, in alternativa, di attribuire i compiti all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la cosiddetta Antitrust. Condivido l'apprezzamento per l'Autorità antitrust, ma ritengo che sommare la competenza sulla regolazione del mercato con quella sulla regolazione, per così dire, della politica, porterebbe ad una mostruosa concentrazione di potere, rispetto alla quale poco fa - do atto anche di questo - il collega Benedetti Valentini ha espresso alcune perplessità.
In terzo luogo, si afferma che la vigente legge Frattini ha dato buona prova di funzionamento, ma nel corso delle audizioni con i rappresentanti delle due Autorità, antitrust e di garanzia nelle comunicazioni, e nelle relazioni semestrali che abbiamo acquisito, abbiamo riscontrato decine e decine di rilievi critici rispetto all'attuazione e alla normazione contenuta in quella norma.
Da ultimo, si sostiene che dovremmo approfondire meglio la legislazione degli Pag. 79altri Paesi. A tale riguardo, ricordo che abbiamo svolto un esame accurato di tale legislazione in chiave comparativa, anche attraverso i dossier del Servizio studi e del Servizio biblioteca, e di ciò troviamo un'amplissima traccia nella relazione scritta presentata per l'Assemblea.
Credo di aver risposto in modo pacato e motivato rispetto alle ragioni prospettate per richiedere una questione sospensiva di sei mesi. Mi auguro che il confronto in questa sede possa svolgersi in maniera aperta e serena.
Dopo otto mesi di lavoro istruttorio svolto dalla Commissione affari costituzionali in sede referente, non c'è alcun motivo per rinviare l'esame del provvedimento di sei mesi.
L'Assemblea boccerà, credo, la questione sospensiva, e continueremo a svolgere un serio ed aperto confronto parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capotosti. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarazione di voto.
Spero che vengano esaudite le richieste di ulteriore approfondimento e dibattito emerse da più parti e che, a seguito della tornata elettorale che ci aspetta, si possa procedere ad una riflessione più ponderata.
Mi ricollego alle argomentazioni già svolte e dichiaro, rispetto alla questione sospensiva, il voto favorevole del mio gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, invito i colleghi parlamentari a riflettere su tre questioni che mi paiono fondamentali nella direzione dell'accettazione della sospensiva.
La prima riguarda il carattere stesso della proposta di legge, che il relatore, onorevole Violante, ha esplicitamente affermato essere non definitiva. Una proposta di legge rispetto alla quale, egli stesso, nella sua relazione, ha annunciato la possibilità di presentare successivi emendamenti.
Penso dunque che se si propone un provvedimento in Parlamento, con l'annuncio, da parte del suo primo proponente e del suo relatore, del suo carattere non definitivo, allora si può consentire un'ulteriore riflessione, affinché tale proposta acquisisca un carattere più definitivo e più organico.
La seconda ragione riguarda, diciamo, un fatto politico che si è verificato sia nel corso della discussione sulle linee generali di ieri sia nel corso degli interventi e delle dichiarazioni sulle questioni esaminate quest'oggi.
Ieri abbiamo assistito ad una distinzione politica all'interno della maggioranza, in particolare attraverso l'intervento del rappresentante dell'Italia dei Valori, che con uno slogan finale ha riassunto la posizione del suo gruppo: «Meglio nessuna legge che questa legge», ha detto testualmente. Questo pezzo della maggioranza si è sgretolato, per così dire, da sinistra, rispetto alla necessità di intervenire non già sulla incompatibilità ma sulla ineleggibilità. Più o meno la stessa posizione è stata assunta ieri dal rappresentante del partito dei Comunisti Italiani che ha riproposto il tema della ineleggibilità, ritendo l'incompatibilità un elemento, un istituto, uno strumento troppo debole, troppo morbido, troppo moderato.
Quest'oggi assistiamo alla separazione dell'Udeur, attraverso i due interventi, uno dei quali ha di poco preceduto il mio, che hanno annunciato il voto di astensione alla Camera per ragioni di merito della legge e non tanto sulla questione della sua costituzionalità.
Se leggiamo i giornali, apprendiamo che il segretario dello SDI, Boselli - e se guardiamo la televisione ne abbiamo la conferma - ha esplicitamente affermato che non si può arrivare all'approvazione a maggioranza di una legge su una materia che riguarda da vicino il leader del principale partito di opposizione, ma si deve cercare di trovare un'intesa, coinvolgendo l'altro blocco, la minoranza parlamentare. Pag. 80Tutto ciò (ed è la seconda ragione) non dovrebbe indurre i rappresentanti della maggioranza, in particolare i proponenti - visto che si tratta di una proposta di legge e non di un disegno di legge governativo -, ad un'ulteriore riflessione?
Terzo ed ultimo argomento. Il ministro Chiti ha più volte auspicato un'intesa sulle riforme istituzionali e giustamente ha incontrato i rappresentanti dei vari gruppi, cosa che ha fatto anche il Presidente del Consiglio, onorevole Prodi. È giusto, si è detto, non varare le regole a maggioranza, il che è avvenuto sia nel corso dell'ultima legislatura sia nella legislatura precedente. Si è detto che insieme dobbiamo costruire le regole fondamentali di questa democrazia. Ebbene, su una questione così rilevante, che riguarda da vicino la vita politica parlamentare perché inerisce direttamente - come ha esplicitamente sottolineato l'onorevole Violante nella sua relazione - alla vita del principale leader politico dell'opposizione italiana, si ritiene invece di procedere a colpi di maggioranza? Questo lo ritengo inaccettabile, al di là del merito della legge rispetto alla quale non grido allo scandalo. Infatti, non ritengo che non si debba affrontare serenamente, nel corso di un dibattito serio ed approfondito, che investa le due Camere, la questione del conflitto di interessi. Ritengo, però, che sia forzoso e inaccettabile, da un lato affermare che non si debbano porre le regole a colpi di maggioranza e poi, dall'altro, porre una questione così dirimente come il blind trust. In sostanza, l'azienda del Presidente del Consiglio, Mediaset, o dovrebbe essere affidata ad un estraneo, il quale dovrebbe svilupparla in modo cieco, cioè senza riferire alcunché al proprietario, oppure dovrebbe essere alienata. Si può intervenire...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURO DEL BUE. ...su una questione così fondamentale a colpi di maggioranza? Me lo chiedo sinceramente e serenamente. (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, ho raccolto con grande preoccupazione il grido d'allarme che il principale giornale italiano Il Corriere della Sera lanciava circa venti giorni fa, parlando del «micidiale intreccio politico-amministrativo-affaristico». E continuava, Il Corriere della Sera, riferendo una dichiarazione del professor Pardi, il famoso girotondino; al riguardo, cito il testo completo della dichiarazione: «basta guardare al micidiale intreccio politico-amministrativo-affaristico con cui i Democratici della Sinistra governano decine di comuni e di regioni nel nostro Paese».
Stiamo parlando di un Paese diverso dagli altri paesi europei, un Paese nel quale, in intere regioni, ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. I primi accedono agli incarichi professionali, alle consulenze e agli appalti; c'è una burocrazia parlamentare e politica largamente rappresentata da professionisti della politica: D'Alema, Fassino, Veltroni sono tutti professionisti della politica... (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
CARLO GIOVANARDI. Costoro vengono garantiti da un partito che, attraverso il potere economico della Lega delle cooperative, garantisce uno scambio di ruoli: chi fa il sindaco, poi fa il presidente della Lega delle cooperative, poi fa il parlamentare; così, quando ha finito di fare il sindaco, viene assunto come consulente dal comune amico! Ti consentono di fare la politica da professionista a vita, con l'appoggio di un monopolio, per esempio nella grande distribuzione, dovuto ai piani commerciali (pilotati dal potere economico e amministrativo) e ai piani regolatori che favoriscono gli amici! Ambiti dove vi sono anche quelli che come Consorte ricevono 100 miliardi alla volta per consulenze! Non stiamo parlando di proletari, stiamo parlando di un terzo dell'Italia in cui...
Pag. 81TITTI DE SIMONE. Pensa a tuo fratello!
CARLO GIOVANARDI. ...la democrazia è bloccata da 60 anni perché non c'è ricambio e si impone una burocrazia professionale, politica e partitica! È un grande problema, che questo provvedimento non affronta. Ed è lì che risiede la vera disparità (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Nel 1992, i vecchi partiti sono stati cancellati: sono scomparsi coloro che, per decenni, avevano costruito sul territorio, anche se in maniera artigianale, una contrapposizione a questo sistema che, ripeto, è un micidiale intreccio politico amministrativo affaristico! Lo dice Pardi, non Giovanardi (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
CARLO GIOVANARDI. I vecchi partiti sono stati cancellati e questa proposta di legge consentirà ai professionisti e alla nomenclatura di continuare a fare politica con le spalle coperte dal partito e dal potere economico del partito! Mentre Bersani, in ogni provvedimento di questo Governo, regala miliardi alle cooperative e rafforza quel sistema di potere che finanzia le vostre campagne elettorali (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), il cittadino imprenditore, il cittadino professionista non può fare politica...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
CARLO GIOVANARDI. ...Il cittadino imprenditore viene eliminato dalla politica...
PIETRO ARMANI. Bravo!
CARLO GIOVANARDI. È l'unico Paese del mondo in cui ciò accade: quindi, altro che «sospensiva»! Bisogna tornare in Commissione e affrontare questo nodo, che è vitale per la nostra democrazia! Il ricambio c'è stato in Sicilia, in Lombardia, in Veneto! In Campania comanda Bassolino da 15 anni! Fate i ricambi in Emilia-Romagna, in Toscana, in Umbria e nelle Marche, con la vischiosità di questo sistema affaristico! Questo è il vero conflitto di interessi che va risolto e che questa legge aggrava, nel vostro interesse, non nell'interesse del popolo italiano (Vivi applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Licandro. Ne ha facoltà.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, per rispetto di questa Assemblea, evito di commentare e replicare all'onorevole Giovanardi, che dovrebbe soltanto provare vergogna [Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Non sapresti che dire!
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. L'onorevole Bruno... state calmi, non c'è il capo...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, consentite a chi ha chiesto di parlare, di svolgere il suo intervento.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. L'onorevole Bruno, dicevo, ci ha addebitato confusione, scarsa conoscenza, elaborazione incerta e contraddittoria di una disciplina. Mi spiace polemizzare con l'onorevole Bruno, a cui riconosco la capacità di tenere un profilo politico e istituzionale garbato e corretto, ma l'onorevole Bruno fa finta di non capire e attribuisce a noi profili e questioni giuridiche che ben conosce, in realtà, ma che capziosamente (Commenti del deputato Airaghi)...
Pag. 82PRESIDENTE. Per favore, sta parlando un deputato, gradirei che lo sia ascoltasse o, almeno, che lo si lasciasse parlare! La prego di non urlare, grazie (Commenti del deputato Airaghi). No, lei sa bene che non è così. Dovrebbe avere ascoltato e visto.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Purtroppo questi sono i segni della cultura di cui ho parlato poc'anzi (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Per favore, evitate i commenti personali!
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Mostrate soltanto scarso rispetto istituzionale!
L'onorevole Bruno sa benissimo che questa proposta di legge, per quanto riguarda il ruolo e le funzioni delle Autorità, non attribuisce alcun potere di comminare la decadenza, bensì unicamente il compito di verificare l'oggettiva sussistenza della situazione di conflitto di interessi contemplata dalla legge. Solo al verificarsi di tale ultima evenienza scatta automaticamente, ex lege, la decadenza sancita, come è comune e diffuso dal punto di vista giuridico. Onorevole Bruno, è la legge a prevedere la decadenza, non un'Autorità.
Riteniamo non sussistano ragioni per rinviare l'esame di questa proposta di legge. Al contrario avanziamo la richiesta di una maggiore lena per lavorare al fine di emendare e migliorare il testo. L'anno scorso è stato svolto un lavoro, anche troppo lungo, di studio e audizioni, per risolvere un problema già molto chiaro a tutta l'opinione pubblica democratica di questo Paese.
Nell'ambito della questione sospensiva in discussione vi sono due avverbi di modo che colpiscono: «egregiamente» e «obiettivamente». Gli estensori e il primo firmatario, Elio Vito, ritengono, paradossalmente, e in maniera stravagante, che la cosiddetta legge Frattini abbia disciplinato egregiamente la delicata materia del conflitto di interessi e che abbia dato buona prova di funzionamento. Manca l'inciso per il loro leader, il loro capo, proprietario di un grosso colosso delle telecomunicazioni! Questi due avverbi di modo rivolti alla legge Frattini ci convincono, se ce ne fosse stato ancora bisogno, a votare contro questa richiesta di sospensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, preannuncio che il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà contro la questione sospensiva, per le seguenti ragioni. In primo luogo, in quanto stiamo discutendo questo provvedimento gia da otto mesi in Commissione e dalla XIII legislatura stiamo affrontando il problema del conflitto di interessi. Successivamente, è stata varata la legge Frattini, la quale, onorevole Bruno, come lei sa meglio di me, in quanto all'epoca dell'approvazione del provvedimento era presidente della I Commissione, interviene ex post. Una sentenza della Corte costituzionale del 1975, quando ancora il problema di conflitto di interessi non era stato affrontato, esplicita chiaramente la necessità di evitare, anche solo potenzialmente, e prevenire il conflitto di interessi. Ciò è quanto fa la proposta di legge in discussione.
Il secondo motivo, Presidente, è che l'onorevole Bruno, molto spesso, ha accusato la maggioranza di «manipolare» le disposizioni previste dalla normativa statunitense. Ritengo giusto che si discuta in quest'aula sull'esserci stata manipolazione o semplice ispirazione al blind trust statunitense. In tale modo potremo chiarire se effettivamente, anche negli Stati Uniti, attraverso il blind trust venga realizzata o meno la separazione degli interessi.
Vengo al terzo motivo, Presidente. Ho ascoltato l'onorevole Benedetti Valentini ad una radio privata e poi, qui, l'onorevole Giovanardi, intervenuto con molta irruenza e passione, le uniche caratteristiche positive che riconosco nella sua «furia iconoclasta». Vorrei chiedere all'onorevole Giovanardi...
LUCA VOLONTÈ. Ma quale protervia!
FRANCO RUSSO. Ascoltate! Ammettiamo che i casi da lei enunciati siano tutti veri Pag. 83e cioè che dobbiamo impedire che ci sia un professionismo della politica al fine di nobilitarla - come diceva Weber - che bisogna impedire che si viva «di» politica e non «per» la politica; ammettiamo anche che tutti i casi che ha elencato siano assolutamente giusti. Le chiedo, allora, onorevole Giovanardi, è giusto o no intervenire rapidamente con una legge sul conflitto di interessi che dipani tutta la matassa ed eviti a tutti i livelli conflitti di interessi, così come intende fare la proposta di legge in esame?
Il suo ragionamento non la porta a sostenere la questione sospensiva, ma dovrebbe convincerla ad esprimersi contro e quindi a votare rapidamente una legge sul conflitto di interessi che non riguarda l'onorevole Berlusconi, ma migliaia di situazioni.
Ieri ho affermato, a nome del gruppo di Rifondazione Comunista, che riconosciamo che Forza Italia, nel momento in cui ha organizzato la sua forza politica ha portato alle cariche di Governo ed anche in Parlamento l'espressione di nuove forze economiche, di nuove forze sociali. Ma poiché queste nuove forze rappresentano degli interessi forti, è bene che il Parlamento intervenga a distinguere gli interessi privati patrimoniali dagli interessi politici generali. È nell'interesse dell'Italia, delle istituzioni! È nel vostro interesse, se volete far sì che le nuove professionalità, gli imprenditori possano prendere parte alla competizione elettorale ed entrare a far parte del Governo.
LUCA VOLONTÈ. Ma fate parte del Governo!
FRANCO RUSSO. Per questo ritengo che sia urgente votare e, spero, approvare la proposta di legge sul conflitto di interessi.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti...
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A quale titolo?
ROBERTO COTA. Sulla questione sospensiva.
PRESIDENTE. Ma ero già passato alla votazione!
ROBERTO COTA. No, non ancora!
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
ROBERTO COTA. Signor Presidente intervengo solo per dire che voteremo a favore della questione sospensiva in esame e non solo per le motivazioni elencate nel testo. È evidente che la costituzione di un'altra Authority sarebbe un ennesimo «carrozzone», posto che ve n'è già una che si potrebbe fare concretamente lavorare: la Authority antitrust. A sostegno di tale opinione abbiamo anche presentato una proposta emendativa alternativa e quindi, per coerenza, non potremo che votare a favore della questione sospensiva presentata. La voteremo anche per un'altra ragione. Dal dibattito di oggi è emerso che la maggioranza (la quale, peraltro, si sta sfaldando perché oggi in aula c'è stata un'astensione significativa dell'Udeur che molto probabilmente bloccherà la proposta di legge al Senato) anziché esaminare un provvedimento sul conflitto di interessi, è alle prese con una battaglia politica, un braccio di ferro al proprio interno. Quindi, paradossalmente, la sospensione del provvedimento la aiuterebbe a trovare un accordo che non ha, ma, dal nostro punto di vista, potrebbe essere lo strumento per portare avanti, come vorremmo fare, un lavoro costruttivo, perché abbiamo interesse ad approvare una legge giusta sul conflitto di interessi.
Non siamo, invece, disponibili a una legge contro la proprietà privata, perché, per quanto ci riguarda, non è sacra tanto la proprietà di Berlusconi, quanto la proprietà privata dei cittadini, di tanti cittadini padani che, con il lavoro, hanno costruito imprese, ed aziende ed hanno costruito il loro patrimonio per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva Elio Vito ed altri n. 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 526
Votanti 524
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 279).
Prendo atto che il deputato Tranfaglia non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che il deputato Affronti ha espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.