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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Misure a favore dei lavoratori degli stabilimenti siti a Limatola (Benevento) delle società Elettrocablaggi e Elettrosistemi - n. 2-00532)
PRESIDENTE. La deputata Mazzoni ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00532 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei brevemente illustrare la mia interpellanza perché sottopone al Governo una questione abbastanza complessa e vorrei ringraziare prima di tutto il sottosegretario di Stato per la giustizia che risponde per il Ministero del lavoro alla mia interpellanza. Certo l'assenza del Ministero del lavoro mi rammarica non poco, perché la questione posta è delicata e complessa e sicuramente avrebbe meritato un'attenzione diversa e soprattutto una collaborazione sin da questo primo momento di confronto.
La vicenda si radica, come ha detto lei Presidente, in provincia di Benevento, nel comune di Limatola, ma la questione coinvolge anche interessi economici di altre zone limitrofe in Campania, di tutta la valle caudina, della provincia di Caserta, della provincia di Benevento. La società Cablelettra, un gruppo societario che si occupa prevalentemente di componentistica automobilistica per il gruppo Fiat e che sviluppa il proprio impegno anche in altri settori significativi come il settore del turismo (è proprietaria della Valtur e di altre società significative) ha radicato anni fa alcuni stabilimenti nella realtà della provincia di Benevento, per ragioni comprensibili di investimento in un'area del territorio nazionale dove molti incentivi venivano concessi alle società che insediavano i propri stabilimenti. Ha incominciato con i primi stabilimenti ed oggi è arrivata addirittura a contare ben quattro società che sono, come lei ha detto: La Elettrocablaggi, L'Elettrokit, L'Elettrosistemi e la Fem Smc.
Nel corso degli ultimi anni si sono però avviate all'interno di queste società, in una maniera che non è del tutto chiara, procedure di ristrutturazione e di esubero e cioè di liquidazione anche di alcune di queste società, riducendo considerevolmente il personale occupato e mandando in cassa integrazione un numero considerevole di lavoratori. In particolare la mia attenzione si è incentrata sul fatto che, dall'inizio alla fine del 2005, la prima società che ha cominciato a praticare queste procedure, la Elettrocablaggi srl, ha messo in cassa integrazione, avviando una procedura di ristrutturazione, ventotto prestatori di lavoro su sessantuno unità lavorative. Successivamente la Elettrosistemi, all'inizio del 2006, ha avviato una procedura di esubero per diciassette unità su trentatrè unità complessive e, con procedure di cui non si ha contezza, il gruppo complessivamente ha collocato fuori dal mercato del lavoro ben ottanta unità sulle complessive centosettanta impegnate dal gruppo Cablelettra. A questo situazione di difficoltà che riguarda non solo le famiglie dei lavoratori interessati direttamente, ma che riguarda anche tutto l'indotto economico che intuibilmente era collegato all'insediamento produttivo di queste società si collega anche un'altra vicenda che interessa in maniera particolare il Ministero del lavoro. I lavoratori in cassa integrazione non percepiscono il relativo trattamento; in particolare, i primi ventotto citati non percepiscono il trattamento di cassa integrazione dal luglio del 2006, i successivi dal gennaio scorso. Si tratta di una situazione di comprensibile difficoltà perché vuol dire mandare al massacro intere unità familiari che da un giornoPag. 32all'altro si ritrovano senza quel reddito con il quale sostengono la quotidiana vita della propria famiglia.
Le richieste di chiarimento, avanzate dai lavoratori, da alcuni rappresentanti sindacali e dalla sottoscritta, in merito a tali complesse situazioni, non hanno ottenuto risposte soddisfacenti, ed ho quindi ritenuto doveroso interpellare con urgenza il Ministro competente, perché la situazione è realmente drammatica. Attendo dunque la risposta del Governo per poi eventualmente replicare.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Daniela Melchiorre, ha facoltà di rispondere.
DANIELA MELCHIORRE, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, nell'interpellanza urgente cui intendo rispondere, si chiedono chiarimenti circa la mancata erogazione (relativa al secondo semestre, periodo dal 9 luglio 2006 al 6 gennaio 2007) dell'integrazione salariale straordinaria ai dipendenti del gruppo Cablelettra, in particolare delle aziende Elettrocablaggi ed Elettrosistemi, ubicate nel comune di Limatola.
Sulla base di notizie acquisite presso l'assessorato al lavoro della regione Campania, è emerso che il detto gruppo, al fine di mantenere la competitività sul mercato, ha realizzato stabilimenti di produzione all'estero, da ultimo in Tunisia e in Polonia, ed è classificato come fornitore partner della FIAT-Auto, poiché realizza cablaggi per autovetture del gruppo automobilistico torinese e per marchi Lancia, Alfa Romeo, ed Iveco.
In riferimento all'evoluzione del mercato, il gruppo ha verificato la necessità di mantenere sul territorio nazionale una struttura organizzativa, rivolta soprattutto ai servizi «logistica» ed «assistenza al cliente», riducendone nel contempo l'impegno produttivo.
Le citate società singolarmente hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria per organizzazione aziendale dal 9 gennaio 2006. Con decreti direttoriali datati 31 luglio 2006 è stata autorizzata la corresponsione del trattamento in questione per il periodo dal 9 gennaio 2006 all'8 luglio 2006.
Ciò premesso, vorrei far presente che, in merito alla mancata formalizzazione del decreto di concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria per il secondo semestre 2006, i ritardi non sono certamente dovuti a mancanze dell'amministrazione, ma alla necessità da parte dell'ufficio preposto all'erogazione del beneficio in parola di acquisire ulteriori elementi.
Detto ufficio, interpellato in merito, ha comunicato che il programma di riorganizzazione aziendale presentato prevedeva la fusione in un'unica unità produttiva delle cinque società del gruppo Cablelettra al fine di ridurre i costi di produzione ed il personale in forza e la trasformazione dell'attività lavorativa in una struttura logistica e di assistenza al cliente.
A tale scopo, sono state indirizzati i maggiori investimenti verso la formazione del personale. Il rimanente degli investimenti è stato indirizzato agli impianti e alle attrezzature, nonché all'informatizzazione delle attività di logistica e di magazzino.
Con nota n. 14/2903 del 13 marzo 2007, la Direzione generale degli ammortizzatori sociali del Ministero del lavoro e della previdenza sociale ha richiesto al Servizio ispezione del lavoro di Benevento un ulteriore accertamento ispettivo al fine di verificare se le società interessate alla cassa integrazione guadagni straordinaria avessero effettuato investimenti per impianti, attrezzature ed altro, previsti dal detto programma. Dalla nota ispettiva del 4 dicembre 2006 era emerso che le società in questione avevano effettuato esclusivamente gli investimenti rivolti ai corsi di formazione e riqualificazione, i quali, come previsto dalla normativa, non possono da soli giustificare un programma di riorganizzazione con le relative sospensioni.
Il locale Servizio ispettivo, in data 3 aprile 2007, ha comunicato che le societàPag. 33hanno effettuato spese a consuntivo per un ammontare di euro 72.329,32 per la formazione del personale.
Con precedente nota del 20 marzo 2007, lo stesso ufficio aveva comunicato che le spese inerenti agli impianti, ai macchinari ed altro, ammontavano a circa 19.113 euro, come da fatture esibite e attribuite pro quota in parti uguali per ogni società del gruppo Cablelettra. Successivamente, con nota del 7 maggio 2007, veniva ribadito quanto comunicato con la nota del 20 marzo 2007.
Gli uffici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale hanno inoltre fatto presente che, avendo ricevuto i suddetti elementi, allo stato attuale, il procedimento è in via di definizione e, non appena completato il quadro istruttorio, potrà essere emanato il decreto di concessione del beneficio della cassa integrazione guadagni straordinaria. L'INPS ha assicurato che, non appena avrà acquisito il decreto in parola, provvederà all'erogazione della prestazione economica.
Faccio presente infine che, con atto notarile del 20 dicembre 2006, le predette cinque società sono state fuse nella Cablelettra Sud Srl con sede in Limatola, con il passaggio dei lavoratori senza soluzione di continuità, e che pertanto tutte seguono il medesimo iter procedurale.
PRESIDENTE. La deputata Mazzoni ha facoltà di replicare.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, il sottosegretario con la sua risposta mi ha praticamente confermato la nebulosità nello sviluppo delle procedure che hanno interessato il gruppo Cablelettra. Mi conferma, in particolare, che ci sono circa ottanta famiglie che sono senza reddito incolpevolmente da oltre sette mesi e che questa operazione in danno dei lavoratori e di un territorio già disagiato viene portata avanti senza nessun tipo di ostacolo, dato che la burocrazia non funziona. Infatti, tutta la ricostruzione sull'iter in corso di lettere, di scambi di sollecitazioni, di comunicazioni da parte degli uffici dell'INPS, degli uffici regionali, dell'INAIL, testimonia che la burocrazia, che l'apparato non funziona.
Ma l'aspetto del quale più mi dolgo in questa occasione - ma ripeto, come ho detto prima, non è al sottosegretario Melchiorre che rivolgo le mie doglianze, ma al Ministero - è che la nota che ha letto il sottosegretario, trasmessa chiaramente - comprendo - dal Ministero del lavoro, sembra una nota difensiva del Ministero stesso e non quella nota di partecipazione, di collaborazione, che mi sarei attesa.
L'interpellanza presentata da un deputato - non so se adesso gli usi hanno deviato questo strumento - è, forse, lo strumento che serve ad attivare un percorso di proficua collaborazione tra potere esecutivo e potere legislativo. È il momento nel quale chi, tra noi, rappresentanti della comunità, evidenzia un problema lo sottopone a chi ha gli strumenti per risolverlo cercando, quindi, nell'Esecutivo una risposta che possa eventualmente allontanare le preoccupazioni e possa sollevare dall'ansia quelle persone che si rivolgono ai loro rappresentanti al fine di sollecitare la soluzione di determinate problematiche.
In questo caso, non ho avuto né l'una né l'altra risposta. Lo scrupolo del Ministero è stato solo quello di descrivere dettagliatamente perché l'azienda delocalizza. La delocalizzazione è un fenomeno - lo ricordo - di cui questo Governo - così aveva dichiarato - si sarebbe fatto carico. La delocalizzazione delle aziende italiane in territori dove si produce a minor costo è, infatti, un problema che riguarda il nostro sistema-Paese, ed era una delle questioni, lo ripeto, che l'attuale Esecutivo si proponeva di affrontare.
Il Mezzogiorno, che soffre più di altre zone del Paese, doveva essere un altro obiettivo principale, prioritario del Governo. Ricordo la passerella alla Reggia di Caserta dove hanno sfilato tutti i Ministri e i sottosegretari i quali hanno dichiarato cosa avrebbero fatto per il Paese, a partire dal sud, dal Mezzogiorno. Inoltre, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale aveva dichiarato, almeno a parole, di nutrire un interesse fondamentale e forte neiPag. 34confronti dei temi riguardanti la tutela delle garanzie dei lavoratori, vale a dire la stabilità e la conservazione del posto di lavoro, anche con riferimento alla gestione di talune crisi aziendali. Ciò al fine, lo ripeto, di tutelare i livelli occupazionali e non per consentire facili buonuscite a chi aveva male amministrato e mal gestito.
In questo caso, invece, abbiamo la fotografia esatta di tutto il «marcio» da eliminare e, per tale fotografia, il Governo non fa altro che acquistare una cornice, offrirla in mano a me (in questo caso, in veste di interpellante), per poterla consegnare con lode ai cittadini, i quali, da più mesi, non sanno cosa dire alle proprie famiglie, né sanno come sfamarle.
Signor Presidente, sono profondamente insoddisfatta e so che è irrituale, ma mi permetto di sottoporre a lei - sapendo quanto abbia lavorato su tali temi - la questione che oggi ho posto all'attenzione di questa Assemblea. Non si tratta di una questione che riguarda Limatola, riguarda il lavoro!