Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per l'istituzione di una zona franca urbana nel centro storico di Napoli - n. 2-00533)
PRESIDENTE. Il deputato Ossorio ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00533 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, desidero illustrare la mia interpellanza urgente in modo molto essenziale e chiaro.
Il mio atto di sindacato ispettivo, che credo sia stato vagliato dal rappresentante del Governo, è molto chiaro. Con esso non si vuole soltanto affrontare un problema relativo ad uno strumento che, oggi, sembra andare di moda - quello della zona franca - ma si intende anche richiamare l'attenzione sulla questione relativa al centro storico di Napoli. Sottopongo tale questione al Governo perché reputo che essa sia molto sentita nel capoluogo campano e non da pochi mesi! A Napoli, infatti, non stiamo affrontando il problema del centro storico da alcuni mesi, ma lo affrontiamo da anni!
Se è vero che la legge finanziaria ha rappresentato un momento importante perché ha consentito di svolgere su tale problematica alcune riflessioni, è altrettanto vero che questa Assemblea, in ben altri tempi e occasioni, ha già avuto modo di ascoltare uomini di grande impegno etico e politico - come Francesco Compagna - affrontare il problema del centro storico di Napoli. Non si tratta soltanto di un problema di degrado urbano e di miseria, ma esso riguarda anche la cultura mondiale. In tale senso, mi sono permesso di presentare questa interpellanza urgente al Governo.
Nella legge finanziaria per il 2007, il comma 340 dell'articolo 1 ha stabilito, infatti, che: «per favorire lo sviluppo economico e sociale, anche tramite interventi di recupero urbano, di aree e quartieri degradati nelle città del Mezzogiorno, identificati quali zone franche urbane, con particolare riguardo al centro storico di Napoli, è istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un apposito fondo», e così di seguito.
Ricordo, inoltre, che nel 1995 l'Unesco ha dichiarato il centro storico di Napoli patrimonio dell'umanità. Parliamo di ben 720 ettari, dove le civiltà si sono susseguite e dove esiste un'intensa attività di micro-unità lavorative. Nel febbraio dello scorso anno, il consiglio comunale del capoluogo campano approvò all'unanimità un ordine del giorno, nel quale si ribadiva l'importanza del centro storico e si sollecitava il Governo ad affrontare, nel miglior modo possibile, l'argomento. Vi è poi stata la legge finanziaria, parliamo, quindi, della fine dello scorso anno.
Nel marzo di quest'anno, le quattro municipalità del centro storico, che rappresentano ben 400 mila abitanti - quasi la metà della popolazione napoletana, pari circa ad un milione di abitanti - hanno individuato il perimetro della zona franca, come indicato dall'Unesco e, successivamente, hanno chiesto alla regione Campania di inserire il centro storico nel programmaPag. 35regionale di sviluppo. L'11 aprile scorso, la giunta comunale ha indicato l'area orientale della città come zona franca urbana. Signor Presidente, come lei ricorderà senz'altro, tale zona concerne l'area della vecchia industrializzazione di Nitti, oramai totalmente sguarnita, a causa della massiccia deindustrializzazione che ha colpito tutto il Mezzogiorno, ed è totalmente in disuso.
Ritengo che, mettere in concorrenza tra loro l'area orientale - dove sarebbe necessario un piano di sviluppo industriale e dove sarebbero necessari ben altri interventi per ripristinare quell'antica forza operaia e industriale - con il centro storico di Napoli, sia una cosa a dir poco «puerile». Lo strumento della zona franca urbana - già attuato in Francia dove è stato in grado di migliorare il degrado esistente in piccole zone urbane - potrebbe rappresentare un'opportunità per il centro storico di Napoli.
Riteniamo, quindi, che questo strumento sia opportuno e necessario per il centro storico di Napoli.
Con questa interpellanza urgente chiediamo al Governo, proprio in considerazione di questa dicotomia tra la legge finanziaria e l'indicazione del comune di Napoli, quali interventi intenda mettere in campo per dotare la città di una zona franca urbana nel centro storico, come espressamente previsto dall'articolo 1, comma 340, nella legge finanziaria per il 2007.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Alfonso Gianni, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, mi permetta, anche se ciò è irrituale, di precisare, unicamente perché rimanga agli atti, che poc'anzi ho interrotto il deputato Emerenzio Barbieri, non in quanto mi sono permesso di occuparmi di materie che non sono di mia pertinenza, bensì in quanto ho considerato del tutto impropria la contrapposizione, fatta dal collega, tra cristiani e protestanti, poiché questi ultimi non sono nient'altro che una categoria dei primi.
Detto questo, onorevole Ossorio, vorrei premettere che l'identificazione e la perimetrazione delle zone franche urbane avverrà attraverso scelte strategiche e processi decisionali realizzati dalle regioni e dai comuni interessati, naturalmente in conformità ai principi di sussidiarietà e decentramento consolidati nella programmazione di risorse aggiuntive, comunitarie e nazionali per lo sviluppo e riaffermati nel quadro strategico nazionale per il periodo 2007-2013.
I criteri generali e gli indicatori per l'identificazione e la perimetrazione delle aree che, su proposta del Ministero dello sviluppo economico, saranno oggetto di una delibera del CIPE, la quale precederà l'individuazione territoriale delle singole zone franche urbane, sono attualmente in via di definizione.
Le prime ipotesi, relative all'individuazione di tali criteri ed indicatori, sono già state oggetto di discussione - in buona parte con esito positivo - in tavoli tecnici di dialogo interistituzionale tra il Governo, le regioni e l'ANCI, con la partecipazione delle parti economiche e sociali.
Con riferimento alla possibile individuazione del centro storico di Napoli, secondo il perimetro riconosciuto dall'UNESCO - cioè relativo ad un'area da 720 ettari di estensione, con una popolazione di 400 mila abitanti - devo ribadire che quanto ho fin qui esposto evidenzia che tale deliberazione potrà spettare solamente alla regione Campania e al comune di Napoli, naturalmente però nel rispetto dei criteri e dei parametri comuni a tutte le regioni e città del Mezzogiorno, criteri e parametri che sono attualmente in elaborazione.
A tale proposito, è opportuno segnalare che, nell'esperienza francese - richiamata nel testo dell'interpellanza - la dimensione media delle cento zone franche urbane è di circa 18.000 abitanti e le più grandi superano appena i 30.000 abitanti. Tale dimensione è stata ritenuta congrua dalla Comunità europea, che nelle proprie decisioni - da ultimo la n. 2329 del 2006Pag. 36- valutando positivamente la limitata copertura geografica e demografica, ha posto tale limite a fondamento del proprio parere favorevole alla richiesta francese.
Conclusivamente, si evidenzia invece che, utilizzando i parametri demografici e finanziari delle zone franche urbane francesi (dimensione media delle zone franche urbane, popolazione totale coperta nel Paese, costo complessivo delle agevolazioni) è possibile stimare che il costo complessivo del regime agevolato, per una zona franca che fosse - come il centro di Napoli - di 400 mila abitanti, supererebbe i 140 milioni di euro annuali. Una cifra, onorevole Ossorio, molto superiore a quanto stanziato dalla legge finanziaria per il 2007 per la sperimentazione delle zone franche urbane nell'intero territorio del Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Il deputato Ossorio ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, intanto ringrazio il sottosegretario, perché dalla sua risposta emerge che nel Governo vi è una riflessione sull'argomento.
Devo dire che, ancorché deputato della maggioranza, non sono soddisfatto, perché lei ha eluso il problema. Signor Presidente, mi rivolgo alla Presidenza ovviamente, ma ho dovuto rivolgermi direttamente anche al sottosegretario, perché il suo mi sembra un modo molto strano di ragionare.
Nella legge finanziaria è scritto «centro storico di Napoli», non: interveniamo con la zona franca per 400 mila abitanti con un territorio di determinate dimensioni e via dicendo». Si indica il centro storico di Napoli. Ovviamente, se il Governo volesse disattendere una legge dello Stato - questo è il problema - innanzitutto farebbe una cosa molto grave; ma in questo caso elude il problema. Qui non si dice: vogliamo la zona franca per tutto il centro storico di Napoli. No, signor sottosegretario. Nel centro storico si può individuare anche un'insula, una zona limitata o molto limitata; ma nella legge finanziaria per il 2007 si individua un'area. Se vi fosse la volontà del Governo di affrontare, in modo probabilmente anche «latente», diciamo così, il problema della città di Napoli (ma noto che non vi è questa volontà), allora non si dovrebbe dichiarare che si tratta di un'area di 400 mila abitanti ed è troppo estesa.
Sappiamo bene, per nostra cultura, che quello di Napoli è, forse, il centro storico più grande d'Europa. Lo sappiamo, non c'era bisogno che lo dichiarasse il Governo. Ma il problema è un altro. Nella legge finanziaria per il 2007 abbiamo individuato un'area: si può individuare, nell'ambito di tale area, un'insula o, invece, si vuole cancellare l'indicazione che, di massima, si trova nella legge finanziaria? Questo è il problema!
Il motivo per cui sono insoddisfatto è la disattenzione nei confronti della città di Napoli, e ciò mi suscita disappunto perché sono un deputato della maggioranza, ho sostenuto nella campagna elettorale questa maggioranza e questo Governo che ho votato. Ritengo, tuttavia, che la risposta sia elusiva.