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Informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi dell'emergenza rifiuti in Campania.
(Intervento del Viceministro dell'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro dell'interno, Marco Minniti.
MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei all'inizio di questo mio intervento precisare che questa comunicazione viene svolta su incarico della Presidenza del Consiglio. Non sfugge infatti a nessuno che siamo di fronte ad un problema molto complesso che, come è noto, coinvolge le competenze di più ministeri e più dipartimenti.
Ricordo anche che il Governo ha già ripetutamente affrontato questo tema, che da tempo è all'attenzione del Parlamento e dell'opinione pubblica. Ciò è anche peraltro dimostrato dal fatto che di questa vicenda maturata in Campania si sia direttamente interessato il Consiglio dei ministri, che è intervenuto anche recentemente con il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, con gli obiettivi di tutelare la salute pubblica, evitare l'insorgere di tensioni e problemi di ordine pubblico, alleggerire l'emergenza creatasi a partire dai primi di maggio e affrontare insieme le questioni di prospettiva.
Il provvedimento si è imposto per la difficoltà di individuare siti di smaltimento dei rifiuti in ambito regionale e per la mancanza di alternative per lo smaltimento fuori dalla regione. Con il decreto-legge, attualmente all'esame del Senato per la conversione, vengono individuati in via normativa i siti da destinare a discarica per le province interessate dall'emergenza, indicati in Serre per la provincia di Salerno, Savignano Irpino per quella di Avellino, Terzigno per la provincia di Napoli e Sant'Arcangelo Trimonte per la provincia di Benevento. Caserta, come è noto, non è contemplata dal decreto perché già dotata di una discarica attiva in località Lo Uttaro. Vengono poi attraverso il decreto previste misure compensative di natura ambientale, nonché il divieto di utilizzare nella scelta dei siti le zone già in passato interessate dallo stesso smaltimento di rifiuti.
Sono individuate misure nei confronti dei consorzi di bacino e dei comuni per implementare la raccolta differenziata. I consorzi per la raccolta dei rifiuti sono obbligati ad adottare le misure necessarie per un incremento significativo della raccolta differenziata, pena - come previsto dall'articolo 4 - qualora non ottemperino, l'accorpamento degli stessi consorzi o il loro scioglimento da parte del Commissario delegato. I comuni della regione Campania, per cinque anni a decorrere dal 1o gennaio 2008, devono deliberare, come previsto dall'articolo 7, le misure tariffarie in modo tale da garantire la copertura integrale dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti. Ai comuni che non provvedano nei termini previsti, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 141, comma 1, lettera a) del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267: in sostanza, lo scioglimento dei consigli comunali. Infine, sono individuate misure volte a favorire un maggiore coinvolgimento nel ciclo di gestione e smaltimento nella regione da parte dei presidenti delle province e dei prefetti. Il provvedimento è stato adottato in un momento particolarmente delicato: la fase coincidente con l'aggravamento della difficoltà nel prelevamento del percolato, che ha comportato il fermo sostanziale della discarica di Villaricca, l'unica in quel momento funzionante in Campania. Non si tratta qui di fare la disamina di merito del decreto. Questa Camera avrà modo di affrontarla nel corso dell'iter di conversione. Ne ho richiamato i punti principali e le decisioni immediatamente conseguenti perché sono strettamente connessi alla fase che stiamo esaminando.
Le gravissime difficoltà nel servizio di smaltimento dei rifiuti si sono trasformate in una vera e propria paralisi dell'intero ciclo - raccolta e smaltimento - per la protesta della popolazione del comprensorio Giugliano, Quagliano, Villaricca, che ha immediatamente reagito, con continue manifestazioni, alle voci di un possibile utilizzo di siti in quella zona per ulteriore deposito di rifiuti, sia sotto forma di Pag. 112pretrattato, le cosiddette «ecoballe», sia in forma originaria, il cosiddetto «tal quale».
La stessa provincializzazione dello smaltimento della spazzatura (ogni provincia ha un sito per smaltire i propri rifiuti), che pure si presenta come scelta strategica per avviare a soluzione la questione, ha inizialmente provocato un inasprimento delle tensioni, specialmente nelle province di Napoli e Salerno e in primo luogo nel comune di Serre, la cui cittadinanza ha fortemente avversato l'ipotesi dell'utilizzo, quale discarica, di un'ex cava di argilla in località nota come Valle della Masseria, originariamente individuata dal Commissario anche come un sito che, in tempi rapidi, poteva contribuire ad alleggerire la situazione.
Proprio a Serre, già precedentemente all'emanazione del decreto-legge, sin dal momento della requisizione dei terreni dell'ex cava vi erano state manifestazioni di protesta per impedire l'ingresso in quell'area dei tecnici incaricati delle operazioni preliminari alla messa in opera della discarica. La forte opposizione al progetto aveva determinato, per ben due volte, il rinvio delle operazioni tecniche, poi riavviate dopo un accordo intervenuto tra il Commissario delegato e il comune per affidare ad una commissione tecnica congiunta la valutazione dei risultati degli esami effettuati.
Dopo l'adozione del decreto-legge n. 61 del 2007, l'opposizione alla realizzazione della discarica di Valle della Masseria è proseguita anche attraverso alcune azioni legali avviate dall'amministrazione comunale di Serre, che adottava un'ordinanza di sospensione dei lavori perché ritenuti abusivi, nonché un provvedimento di sequestro del cantiere e dei mezzi ivi presenti che, peraltro, non è stato convalidato dall'autorità giudiziaria. Per sbloccare la situazione, dopo aver recintato l'area indicata nel decreto, è stata avviata una complessa fase di confronto delle amministrazioni interessate con i prefetti di Napoli e Salerno, il Commissario delegato e le amministrazioni provinciali. In questo ambito, il 13 maggio, è stata emessa la proposta dell'amministrazione provinciale di Salerno - il cui presidente con il decreto viene individuato come subcommissario, così come gli altri presidenti delle province campane - di non dare corso alla localizzazione della discarica in Valle della Masseria e di valutare, in alternativa, altri siti ove localizzare o riattivare una discarica, tra i quali quello di Parapoti nel comune di Montecorvino Pugliano.
Dopo un ulteriore incontro tenutosi presso la prefettura di Napoli nel pomeriggio del 14 maggio, seguito da un sopralluogo congiunto in località Macchia Soprana, il 17 maggio la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha sciolto la riserva, confermando di avere localizzato, nel sito di Macchia Soprana, l'unica discarica da realizzare nel comune di Serre, rinviando all'adozione di un'apposita ordinanza la precisazione circa le relative modalità di esecuzione.
L'ordinanza, con l'articolo 1, comma 8, dispone che, nel caso in cui, a seguito della chiusura della discarica del comune di Villaricca e ove non siano fruibili altri siti per le occorrenti discariche, lo imponga l'aggravarsi della situazione di emergenza dello smaltimento di rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato è autorizzato all'uso, con decorrenza dal 1o luglio 2007, del sito di località Valle di Masseria del comune di Serre, da adibire a stoccaggio temporaneo dei rifiuti. Tale decisione, in parte, ha rasserenato gli animi nel comune di Serre.
Manifestazioni di protesta si sono analogamente svolte nella città di Napoli fin dal 12 maggio e sono stati inscenati sit in sotto il palazzo del governo per contestare le modalità con cui sono state individuate le discariche. Anche a Tersigno le iniziative di dissenso sono divenute, nel tempo, sempre più numerose, coinvolgendo persino i candidati alle scorse consultazioni amministrative di quel comune con blocchi della circolazione ferroviaria e stradale.
Altre proteste si sono registrate in diversi altri centri della Campania, tra cui Nocera Superiore, per impedire lo sversamento del percolato proveniente da VillaPag. 113ricca. Il momento più delicato, tuttavia, si è raggiunto quando sono state appiccate le fiamme a numerosi cassonetti ed ai cumuli di rifiuti non raccolti nelle strade di Napoli e di comuni della provincia, talvolta incendi veri e propri, provocati dalla popolazione esasperata per il mancato prelievo dei rifiuti, con conseguenze ancor più dannose per la salute pubblica.
Si pensi che il numero medio degli interventi dei vigili del fuoco è passato dai 35 nei primi quattro mesi dell'anno ai 70 verificatisi nella prima decade di maggio, arrivando a 150 interventi tra l'11 e il 25 maggio. Gli incendi hanno riguardato grandi quantitativi di materiale che, in alcuni casi, hanno coinvolto automezzi, minacciato fabbricati e interessato materiali di vario genere, anche bombole di gas e rifiuti ospedalieri, la cui combustione produce sostanze evidentemente tossiche.
Al fine di scongiurare le gravi conseguenze della situazione divenuta più critica con il passare dei giorni, al punto da indurre alcune amministrazioni locali a sospendere le attività scolastiche, il prefetto di Napoli, d'intesa con il commissario, ha avviato una fitta serie di incontri per stemperare la tensione e, parallelamente, individuare soluzioni concrete per attivare lo smaltimento dei rifiuti nel più breve tempo possibile.
Nella giornata del 24 maggio sono stati concordati interventi per la rimozione dei rifiuti accumulati soprattutto nella provincia di Napoli, circa 15 mila tonnellate, e per realizzare le discariche previste dal decreto-legge n. 61 del 2007. Ciò è stato possibile, in primo luogo, per la disponibilità di un sito ad Acerra, nelle piazzole adiacenti il costruendo impianto di termovalorizzazione e, in secondo luogo, di un altro sito ricavato da un complesso di capannoni industriali in territorio del comune di Nusco, in provincia di Avellino, da adibire a deposito temporaneo di ecoballe. Nell'ultimo vertice, svoltosi sempre a Napoli nella giornata del 24 maggio, è stato delineato un programma parallelo per le operazioni immediate di rimozione straordinaria dei rifiuti accumulatisi lungo le strade e per la predisposizione delle discariche temporanee, in attesa dell'attivazione di quelle provinciali previste dal decreto-legge n. 61 del 2007.
Il piano approvato in quella sede ha delineato le seguenti soluzioni. In primo luogo, fermo restando l'imminente trasferimento di ecoballe nei capannoni a Nusco, si è deciso di avviare lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti solidi urbani giacenti, avvalendosi a tal fine del sito di Acerra. In tale sito si conta di depositare tra le 25 mila e le 30 mila tonnellate circa in tempi ragionevolmente brevi, al fine di poter superare la gravissima situazione, in particolare nella provincia di Napoli.
In secondo luogo, preso atto della necessità di dover procedere dal 26 maggio alla chiusura della discarica di Villaricca, finora unica regionale, si è deciso di realizzare, temporaneamente e per un periodo massimo di venti giorni, in sua sostituzione il sito di Parapoti per il conferimento di frazione organica stabilizzata (FOS), proveniente dagli impianti di combustibile derivato dai rifiuti.
Quanto alle altre discariche indicate dal decreto-legge n. 61 del 2007, si è stabilito di procedere all'attivazione, per la fine del prossimo mese di luglio, di quella di Terzigno, nonché all'immediata attivazione dei siti di Sant'Arcangelo Trimonte e Savignano Irpino, il cui allestimento richiederà nelle previsioni, rispettivamente, circa tre o quattro mesi.
Per quanto riguarda il sito di Macchia Soprana di Serre, si è stabilito di procedere all'attivazione della discarica entro i sessanta giorni previsti dall'ordinanza di attuazione del decreto-legge n. 61 del 2007. Si è convenuto, infine, di verificare la possibilità di trasferire altre quote di rifiuti fuori dalla regione. Nelle scorse settimane, come è noto, sono state inviate in altre regioni italiane (Calabria, Marche, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Liguria, Piemonte e Toscana), nel quadro di una solidale assunzione di responsabilità, circa 140 mila tonnellate di rifiuti. Inoltre, in Germania ne sono state inviate 10 mila.
Successivamente, il 26 maggio scorso presso la prefettura di Napoli si è tenuto un incontro tra il Commissario straordinario Pag. 114per l'emergenza dei rifiuti e i presidenti delle province subcommissari. Presenti i prefetti della regione, in tale riunione sono state delineate le procedure rapide per l'attuazione concertata degli interventi previsti e per avviare un percorso solidale fra tutte le province in questa delicata fase di attuazione dell'apertura delle discariche previste dal decreto-legge n. 61 del 2007. Le autorità partecipanti all'incontro hanno poi deciso di costituirsi in un tavolo di unità di crisi permanente, pronto a risolvere congiuntamente i problemi di volta in volta emergenti.
Nonostante l'impegno per la ricerca di soluzioni condivise, come vi è noto, sono continuate manifestazioni di diversa intensità a Terzigno, Acerra, Montecorvino Pugliano, Boscoreale, Boscotrecase. Nella giornata di domenica, in opposizione alla scelta di Parapoti, le proteste sono proseguite con un blocco stradale e ferroviario in località Pagliarone, sulla strada provinciale n. 173, in corrispondenza di un passaggio a livello ferroviario, con un blocco della linea ferroviaria che dal sud porta al nord del paese. Dopo circa tre ore, tuttavia, nel primo pomeriggio di domenica i manifestanti hanno rimosso i blocchi dopo che il sindaco di Montecorvino Pugliano ha comunicato di avere ricevuto telefonicamente dal Presidente della Repubblica diretta conferma sulla temporalità dell'apertura della discarica. Voglio approfittare di questa occasione per ringraziare il Presidente Napolitano per la costante e spesso risolutiva attenzione.
ITALO BOCCHINO. Confermi l'impegno per i venti giorni!
PRESIDENTE. Per favore, le chiedo di non interrompere.
MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. L'ho già confermato precedentemente. Nella mia informativa era chiaro: confermo l'impegno per i venti giorni.
Onorevoli colleghi, in conclusione vorrei rilevare che l'iniziativa del Governo ha un duplice obiettivo: il primo è affrontare la difficilissima situazione di emergenza e l'altro è cercare di prospettare una soluzione definitiva ad un problema talmente incancrenitosi nel tempo da apparire, a volte, irrisolvibile.
I due punti, l'emergenza e la soluzione di prospettiva, sono strettamente connessi ed è per questo che, mentre da un lato si va decisamente verso la provincializzazione dei siti - infatti ogni provincia avrà nel proprio territorio il proprio sito - dall'altro si mette in campo una strategia capace di promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti, ritenuta da tutti gli esperti condizione senza la quale diventa impossibile dare soluzione al problema. Tenendo insieme emergenza e progetto si può affrontare, e forse risolvere, la drammatica situazione che abbiamo oggi di fronte in Campania e nella città di Napoli.