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Si riprende la discussione.
(Esame - Doc. IV-quater, n. 16)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Ronconi (Doc. IV-quater, n. 16).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Ronconi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Daniele Farina.
DANIELE FARINA, Relatore. Signor Presidente, la vicenda sulla quale siamo chiamati a deliberare riguarda un collega, il deputato Maurizio Ronconi, ed ha come parte querelante un pubblico ministero piuttosto noto, il pubblico ministero della procura di Potenza, Woodcock.
Se non fosse questo il quadro, il nostro compito sarebbe assai lieve. La vicenda è di piccolissima entità, in quanto il capo di imputazione è rubricato come diffamazione a mezzo stampa e riporta una frase del collega Ronconi apparsa sul Corriere della Sera del 19 giugno 2006, riferita ad un commento relativo ad un procedimento penale pendente presso la procura di Potenza.
L'espressione incriminata, per la quale il pubblico ministero Woodcock ha sporto querela, è: «giustizia all'amatriciana», un'espressione assolutamente tenue. Definisco tale espressione come tenue perché la Giunta è oggi impegnata - deve essere detto per chiarezza dei lavori - con altre querele che il pubblico ministero Woodcock ha sporto nei confronti di colleghi, sulle quali, ovviamente, la discussione è più serrata perché i termini sono diversi da quelli che oggi siamo chiamati ad esaminare. Vedremo tali aspetti in seguito.
La Giunta ha esaminato la questione all'ordine del giorno nelle sedute del 10 e 16 maggio 2007. Va precisato che il procedimento è ancora nella fase iniziale e che, pertanto, la vicenda potrebbe concludersi con un' archiviazione in sede di udienza di conclusione delle indagini preliminari. Inoltre, deve essere rilevato che un analogo procedimento, avviato, per un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, presso il tribunale di Torino, ha visto una richiesta di archiviazione da parte della stessa pubblica accusa.
La ragione della tenuità della vicenda si basa sull'esistenza di una precedente richiesta di archiviazione riferita alle stesse espressioni pubblicate da altro quotidiano, per cui la Giunta propone la deliberazione, da parte dell'Assemblea, nel senso dell'insindacabilità delle affermazioni attribuite al collega Ronconi.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intervengo brevemente per sottolineare che questo è un caso in cui viene richiesta l'insindacabilità nonostante non ci siano delle precedenti attività di carattere istituzionale da parte del deputato. Quindi, è accoglibilissima la posizione espressa dall'onorevole Vacca, il quale ritiene che non è necessario che vi siano delle attività proprie, ma è sufficiente che vi siano attività svolte anche da uno solo dei membri del proprio gruppo - perché non è pensabile che quando un gruppo che ha cento membri si deve pronunciare su un certo argomento, si alzino tutti e cento a dire la stessa cosa - oppure un meccanismo, come in questo caso, di dibattito pubblico. Ciò anche perché l'opinione del deputato è stata chiesta in quanto deputato: infatti, se non fosse stato deputato, nessuno gli avrebbe chiesto niente.
Per tali motivi voteremo a favore della proposta della Giunta, sottolineando che l'unico dato positivo è che il pubblico ministero Woodcock ha presentato una querela, distraendo così la propria attività da quella di magistrato, il che è un bene per il Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, intervengo per confermare il voto favorevole dell'UDC sulla proposta di dichiarare l'insindacabilità delle dichiarazioni in esame. Ci troviamo di fronte ad un caso, abbastanza scontato, di dichiarazione che costituisce espressione di quella attività di critica che è tipica della funzione politica. Essa non ha riguardato attività tipiche del parlamentare coinvolto, ma ritengo che sia difficile - su questo molto spesso e a lungo si è interrogata laPag. 16Giunta per le autorizzazioni, anche nella precedente legislatura - riuscire a individuare un perimetro oggettivamente definibile dell'attività di un parlamentare, e quindi della funzione parlamentare in sé. Credo che nel momento in cui un deputato o un senatore viene interpellato, in particolare dagli organi di stampa, su argomenti che riguardano fatti attuali della politica italiana, non possa essere immaginabile che si disgiunga la funzione e il ruolo del parlamentare dalle altre funzioni che il soggetto svolge nella società civile.
Così come ho già detto per i precedenti documenti, non possiamo che votare a favore dell'insindacabilità, per consentire che la politica continui a comunicare. Anche in questo caso, rivolgiamo un invito ai parlamentari a contenere le espressioni verbali in limiti più accettabili, e magari a rivedere le formulazione e le espressioni verbali stesse, ma il contenuto e il merito delle dichiarazioni credo attengano indiscutibilmente all'esercizio della funzione parlamentare. Ritengo che il pubblico ministero Woodcock, anche in questa circostanza, abbia un po' «esuberato», come è solito fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
ELIAS VACCA. Signor Presidente, molto sinteticamente riprendo le ultime considerazioni svolte nell'intervento della collega Mazzoni, che richiamano l'attenzione su due problemi che ci siamo trovati ad affrontare nella Giunta. Il primo attiene ai criteri di massima cui ispirare la protezione dell'articolo 68 della Costituzione, sui quali vi è stato un lavoro di definizione, e quello in esame è un caso quasi scolastico di una questione che abbiamo posto.
È evidente che, all'esterno dell'aula, non debbono essere riportate necessariamente le stesse espressioni rigorose alle quali sono improntati gli atti di sindacato ispettivo. È evidente che quando usciamo fuori dalla sede del Parlamento riflettiamo le opinioni contenute negli atti tipici in termini che possono essere talvolta ironici: tale è il caso del collega Ronconi, che non ha offeso nessuno e ha utilizzato soltanto l'arma dell'ironia, rispetto a un atto tipico.
L'altro dato, particolarmente importante, almeno a mio giudizio, è quello che ci dobbiamo rendere conto che la giurisprudenza della Corte costituzionale, lo sappiamo e lo riconosciamo, fa riferimento all'atto tipico del singolo parlamentare. Credo però che sia necessario, pur nell'ambito di un rigore al quale ci dobbiamo ispirare, ricondurre la possibilità di espletare attività cosiddette extra moenia all'atto collettivo, perché altrimenti ci troviamo di fronte ad un problema molto serio.
Se, infatti, il presidente del mio gruppo parlamentare presenta una proposta di risoluzione, un' interrogazione o un'interpellanza che è sottoscritta dal presidente del gruppo e dal segretario del mio partito, mi trovo nell'alternativa diabolica di dover presentare un altro documento alternativo sottoscritto da me, come se quello del presidente del gruppo o del segretario non andasse bene, oppure di dover tacere per sempre, fuori da quest'aula, sugli argomenti che sono sollevati in quell'atto.
Mi chiedo, dunque, quale tipo di funzione parlamentare esercitiamo se non possiamo, nei nostri territori, nei nostri comuni e sui mezzi di informazione, riflettere, con le modalità espressive dei singoli, le battaglie che i nostri presidenti di gruppo e segretari svolgono nelle aule parlamentari.