Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO LUCA VOLONTÈ SULL'INFORMATIVA URGENTE DEL GOVERNO SULL'OMOFOBIA
LUCA VOLONTÈ. Cos'è l'omofobia?
Cos'è una fobia? Fobia è un termine che indica una paura intensa, esagerata per situazioni, oggetti ed azioni che un soggetto prova, nonostante spesso non ne conosca le ragioni.
Non c'è manuale diagnostico che contenga l'omofobia.
Ciò che viene chiamata frequentemente omofobia non è una malattia ma un atteggiamento di non condivisione nei confronti dell'ideologia gay e di non approvazione nei confronti dell'omosessualità (non approvare non significa odiare o disprezzare le persone con tendenze omosessuali).
In questa accezione, omofobia viene usato, come termine «intimidatorio» del tipo: «Se vuoi essere considerata come una persona ragionevole - non un fobico - devi condividere gli obiettivi del movimento gay» (episodio capitato all'onorevole Buttiglione nel 2004).
Nostri question time hanno avuto ad oggetto procedimenti della magistratura italiana su condanne per violazioni di norme a partire dalla discriminazione sessuale. I dati esposti nel Dossier Arcigay e nell'informativa Pollastrini, dimostrano cosa? Non «omofobia» ma atti violenti e delinquenza che colpisce persone.
Decontestualizzare i dati è strumentale. Pensiamo anche alla «eterofobia», fobia verso donne: consideriamo intollerabile ogni violenza fondata sulle pulsioni o propensioni o desideri sessuali.
L'omosessualità è scomparsa storicamente dai manuali di psichiatria per molte ragioni e poche ricerche psicologiche. Certamente, sia la «rivoluzione sessuale», sia i movimenti per i diritti delle minoranze hanno inciso in questo senso.
Il possibile disagio omosessuale può essere affrontato in due diversi modi il GAT (Gay Alternative Therapy) e la terapia di riorientamento, a seconda della assoluta libertà di scelta della singola persona - dottor Perloft, membro della divisione gay-lesbiche dell'APA (America Psicology Association); Presidente APA Gerald P. Kookev (2006).
Questi cenni non ci devono distrarre dalla informativa che a torto è stata chiesta al Ministro Pollastrini e non invece più opportunamente ai Ministri della giustizia o dell'interno.
Ad ogni giorno e ad ogni parlamentare è chiesto il dovere di difendere concretamente gli articoli 2, 3 e 4, così come tutta la Costituzione.
Noi dell'UDC siamo contro ogni discriminazione. Tutte le persone dovrebbero vivere con gli stessi diritti, siano essiPag. 101omosessuali, eterosessuali o altro. Dobbiamo difendere il diritto di non discriminazione, in questo dobbiamo essere pro-attivi. Se ci fossero specifiche discriminazioni, etero o omo o altro, si dovrebbe intervenire con determinazione.
Se si dimostrasse oggi (fortunatamente non esiste questo pericolo nella società italiana) che c'è una particolare violenza contro gli omosessuali, si potrebbero valutare particolari forme di protezione per proteggerli e dare loro migliori garanzie di rispetto per i loro diritti.
Ma è inaccettabile l'idea che gli omosessuali siano una categoria a parte e che la difesa dei loro diritti debba essere presa su basi diverse rispetto alla generalità degli altri cittadini italiani.
Dobbiamo difendere il principio di non discriminazione: cioè, nessuna discriminazione o privilegio sulla base di orientamenti sessuali privati o convinzioni morali o giudizi personali.
Oggi, fortunatamente, prendiamo atto non solo della inesistenza dell'omofobia ma anche della mancanza di una emergenza significativa di pericolo verso gli omosessuali, del sostanziale rispetto nel nostro Paese del principio di non discriminazione; principio sul quale c'è un generale consenso e una totale unità nella società come nel Parlamento.
Ciò non toglie che la vigilanza su tale principio deve essere costante su ogni aspetto dei diritti di libertà e per ogni cittadino.