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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Presunta esistenza di un «conflitto di interessi» nell'ambito delle recenti elezioni amministrative svoltesi a Pontremoli (Massa Carrara) - n. 3-00912)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00912 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, nell'interrogazione mi riferisco ad una famiglia di politici e magistrati da lei conosciuta, che costituisce un esempio di lapalissiano conflitto di interessi e di intreccio tra i poteri politico, amministrativo e giudiziario nella provincia di Massa Carrara. Anche nelle ultime elezioni, il padre è stato candidato a sindaco, un figlio a consigliere, mentre l'altro figlio è autorevole membro del Consiglio superiore della magistratura e magistrato da anni nella stessa provincia.
Trovo singolare e preoccupante che da anni, nell'ambito della stessa provincia, ci siano permanentemente un giudice e due politici, tutti familiari, che svolgono attività istituzionali che dovrebbero essere ben separate, ma che, immancabilmente, finiscono per essere in perenne rapporto agli occhi dell'opinione pubblica.
Quali iniziative lei, signor Ministro, intende prendere per ristabilire le opportune distanze tra magistratura e politica, restituendo in questo modo serenità alla più alta espressione democratica, rappresentata dal diritto alla libertà di voto?
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Onorevole Barani, premetto che, dall'informazione pervenuta dal Ministero dell'interno, effettivamente risulta che, nelle recenti consultazioni amministrative, il dottore Enrico Ferri ed il figlio Jacopo Maria, sono stati candidati al comune di Pontremoli per la lista civica Cara Puntremal - nuova agorà, concorrendo il primo alla carica di sindaco, il secondo a quella di consigliere comunale. È stato comunicato, inoltre, che entrambi sono stati eletti consiglieri comunali.
Ciò premesso, vorrei osservare che la candidatura dei predetti soggetti alle elezioni comunali risulta del tutto legittima:Pag. 8appare ovvio rilevare, in questa sede, che entrambi hanno esercitato un diritto costituzionalmente garantito.
L'interrogante, poi, ventila indebite pressioni che il secondo figlio del dottore Enrico Ferri, il magistrato Cosimo Ferri, attualmente componente togato del Consiglio superiore della magistratura, avrebbe esercitato su alcuni cittadini di Pontremoli, al fine di orientare i loro voti in favore del padre e del fratello.
L'onorevole Barani, al riguardo, fa riferimento ad attività promozionali poste in essere nelle piazze della città ed alla presenza del dottor Cosimo Ferri, nei giorni delle votazioni, presso aree antistanti i seggi.
In primo luogo, devo precisare che il dottor Ferri non esercita funzioni giudiziarie nella provincia di Massa Carrara e non è, quindi, giudice dei processi che interessano i cittadini del posto. Come ho già detto, egli è un componente del Consiglio superiore della magistratura.
In secondo luogo, in verità, non ci risulta affatto che il dottor Ferri abbia svolto nei confronti di chicchessia attività indebita, addirittura definita dall'interrogante di pressione psicologica, né ci risulta che egli abbia compiuto atti strumentalizzando la sua qualità di magistrato o di componente di un organo costituzionale.
Non ritengo, pertanto, per tutte queste ragioni, che ricorrano i presupposti per iniziative di sorta.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, da socialista riformista e garantista, non posso ovviamente essere soddisfatto della sua risposta. Quello che lei dice essersi realizzato in questi pochi mesi dura da un decennio, come lei perfettamente sa. Fino a qualche mese fa, il figlio magistrato giudicava i cittadini di quel comune. Lei sa meglio di me che le pressioni psicologiche, secondo il comune sentire dei cittadini, si svolgono attraverso incontri con gli elettori, con telefonate, con attività promozionale nelle piazze della città, con la presenza costante nei due giorni delle votazioni. Soprattutto, poi, non dimentichiamo le agapi che si svolgono con tutti i magistrati durante gli eventi.
Trovo singolare e strano, inoltre, che nella provincia interessata molti sindaci ricevano avvisi di garanzia dalla magistratura per abusi edilizi e siano ritenuti responsabili di abuso in atti d'ufficio perché non «fanno i cani» nei confronti dei loro dirigenti.
C'è qualcosa che non funziona e la invito, pertanto, ad inviare gli ispettori per controllare se vi sia una indebita ingerenza da parte di famiglie, che vogliono fare politica servendosi del potere giudiziario. Incriminare i sindaci perché partecipano al voto nei consigli comunali è un attacco alla democrazia, alla giustizia e alla Costituzione. Ciò è grave e lei, signor Ministro, in cui noi socialisti abbiamo molta fiducia, deve rendersi responsabile e garante che la Giustizia con l'iniziale maiuscola sia tutelata e, soprattutto, che ai sindaci e ai consiglieri comunali si permetta di fare i sindaci e i consiglieri comunali.