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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Modalità di destinazione del 5 per mille relativo alla denuncia dei redditi dell'anno 2005 - n. 2-00545)
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00545 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, sarò sintetico anche perché siamo desiderosi di conoscere la risposta del Governo.
Si tratta di un'interpellanza sottoscritta da molti colleghi parlamentari, non solo di Forza Italia, ma appartenenti sia al centrodestra sia al centrosinistra. Si è reso promotore l'intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, cui hanno aderito duecentottanta tra deputati e senatori, e nel quale si è svolto il lavoro affinché la sussidiarietà potesse diventare un aspetto concreto del nostro Paese.
Proprio grazie al lavoro dell'intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, nel confronto con il Governo nella passata legislatura, in particolare con il ministro Tremonti, venne introdotta nella legge finanziaria - la legge n. 266 del 2005 - il nuovo strumento attraverso il quale si diede ai cittadini la possibilità di scegliere la destinazione di una quota delle proprie tasse: tale operazione è stata denominata «5 per mille».
Il successo dell'operazione è sotto gli occhi di tutti, nel senso che è uno dei primi esempi concreti di sussidiarietà fiscale attuata nel Paese, che offre la possibilità ai cittadini di destinare una quota del 5 per mille delle proprie tasse a tutte le organizzazioni non lucrative.
Sono state definite le modalità, e nei tempi previsti si sono iscritti all'albo i possibili beneficiari che, ricordo, sono stati oltre 30 mila soggetti abilitati. Oggi, dopo un anno, ancora non si conoscono né l'ammontare complessivo della detta destinazione, né l'elenco dei beneficiari, né tanto meno i tempi della destinazione stessa.
Ricordo che, dopo un confronto importante con il Governo - maggioranza e opposizione ancora una volta, in tal caso, sono stati uniti -, anche nella legge finanziaria per quest'anno (ma nella stesura originaria tale strumento non era stato incluso) - si è previsto di destinare fondi attraverso le stesse modalità per l'erogazione del 5 per mille.
Allora chiediamo al Governo - e concludo - quali iniziative abbia adottato perché rapidamente si possa conoscere non solo l'ammontare complessivo e le destinazioni, ma anche - cosa più importante - l'erogazione operativa di questa parte dei soldi dei cittadini che è stata destinata direttamente a quelle associazioni e a quei soggetti che il cittadino ritiene possano agire concretamente per rispondere ai bisogni collettivi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Alfiero Grandi, ha facoltà di rispondere.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'onorevole Lupi ha opportunamente ricordato che di questa norma, di questo obiettivo si è parlato durante la discussione della legge finanziaria per il 2007 svoltasi nell'autunno scorso. Voglio dire che se ne è discusso perché ciò non era previsto. Se fosse stato previsto, il Governo non avrebbe dovuto porsi il problema di trovare risorse per circa 270 milioni di euro per rifinanziare una norma che era stata evidentemente dimenticata nel cassetto dal Governo precedente, tant'è che non era più in vigore.
Credo che possiamo rivendicare a buon titolo che, sulla base di una richiesta parlamentare e di una scelta del Governo, sia pure nell'ambito di una legge finanziaria che non aveva in quel momento di che largheggiare, si è arrivati alla riproposizione della facoltà di scegliere di destinare il 5 per mille per finanziare associazioni e organizzazioni che lavorano nel settore del volontariato, nel settore associazionistico e così via.
Senza richiamare ulteriormente quello che è già noto perché fa parte della legge finanziaria, per quanto riguarda in particolarePag. 33i problemi posti dall'interpellanza urgente, l'attuazione di questa normativa è avvenuta con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, già in data 20 gennaio 2006, decreto nel quale sono state disciplinate le modalità di destinazione della quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, determinate appunto in base alla scelta del contribuente per il periodo di imposta 2005. Questo evidentemente è un provvedimento che deve essere imputato alla precedente legislatura e al precedente Governo. In particolare, in tale provvedimento è prevista la formazione degli elenchi riguardanti i beneficiari, ossia gli enti e le associazioni che operano nel mondo del volontariato, elenco gestito dalla Agenzia delle entrate; gli enti di ricerca scientifica delle università, elenco gestito dal Ministero dell'università e della ricerca; gli enti della ricerca sanitaria, elenco gestito dal Ministero della salute.
Per quanto attiene all'elenco gestito dall'Agenzia delle entrate, il citato decreto ha previsto tra l'altro che gli enti e le associazioni che operano nel mondo del volontariato dovevano provvedere alla produzione per via telematica della domanda di iscrizione all'elenco e successivamente inviare alle direzioni regionali dell'Agenzia delle entrate, entro il 30 giugno 2006, una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in sostanza un'autocertificazione, attestante la persistenza dei requisiti richiesti dalla legge. Ciò ha comportato la necessità di operare una vasta attività di controllo, non di natura fiscale, sulle autocertificazioni prodotte dai circa 29 mila soggetti. Tale attività, che si è aggiunta agli altri compiti istituzionali propri delle strutture della Agenzia delle entrate, è tuttora in atto ed è in fase di completamento.
Come già rappresentato anche durante precedenti occasioni di sindacato ispettivo, cioè interrogazioni e interpellanze di vario tipo che sono state presentate da colleghi e dall'onorevole Lupi, l'Agenzia delle entrate ha evidenziato come questa attività richieda tempi tecnici, stante la platea molto vasta degli interessati e la necessità di operare i doverosi riscontri presso le diverse pubbliche amministrazioni, regioni, province, camere di commercio e dicasteri dello Stato, detentrici di albi e registri nei quali le associazioni e gli enti dovrebbero risultare iscritti, non potendo altrimenti chiaramente partecipare a questo beneficio.
Da ultimo la stessa Agenzia, con circolare del 22 maggio 2007, ha rappresentato le criticità che sono emerse durante l'attività di controllo sulle autocertificazioni prodotte dai soggetti richiedenti, nonché la calendarizzazione degli adempimenti che gli uffici delle entrate dovranno portare a termine al fine di procedere entro il mese di luglio 2007 al completamento delle operazioni di riscontro dei soggetti e quindi degli aventi diritto. Una volta ultimata questa fase, l'Agenzia delle entrate procederà alla successiva elaborazione dei dati contabili per la quantificazione delle somme spettanti ai singoli beneficiari e per la conseguente trasmissione degli elenchi relativi al dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, competente per l'assegnazione successiva, secondo le modalità che sono contenute nell'articolo 6, commi 2 e 3, del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2006 e, di conseguenza, la Ragioneria dello Stato provvederà alla attuazione ulteriore di questa normativa.
Va messo in evidenza che, a tale proposito, il riparto delle quote ai singoli beneficiari - che è il meccanismo di calcolo del 5 per mille - farà riferimento alla singola imposta netta dovuta dal soggetto che esprime la preferenza. Al fine di evitare attribuzioni non corrette nel riparto, anche a causa di errori, sempre possibili, commessi dai contribuenti in sede di compilazione, occorre effettuare le elaborazioni circa la congruità dei dati esposti.
Va inoltre fatto presente, a completamento di quanto sopra, che l'Agenzia delle entrate ha rilevato che i dati di cui si parla non rappresentano ancora le somme effettive da devolvere ai singoli beneficiari, in quanto il completamento delle operazioniPag. 34di riparto è legato all'esatta determinazione delle entrate afferenti l'imposta sulle persone fisiche realizzate nell'esercizio finanziario 2006. Infatti, il comma 339 del citato articolo 1 della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria 2006) prevede che le somme da assegnare ai singoli beneficiari debbano essere determinate sulla base degli incassi in conto competenza relativi all'IRPEF risultanti dal rendiconto generale dello Stato, la cui approvazione e pubblicazione viene annualmente disposta alla fine del mese di settembre. Questo è il «reticolo» nel quale siamo inseriti dal punto di vista procedurale e dei ruoli istituzionali.
A tali considerazioni di natura più attuativa, aggiungo che è del tutto evidente che si tratta di una procedura che presenta alcuni problemi, e in particolare elementi non piccoli di complicazione, anche dal punto di vista del calcolo. La prudenza nasce tra l'altro dall'esigenza di non promettere l'erogazione di fondi che poi, in realtà, potrebbero rivelarsi inferiori a quelli effettivamente erogabili. Per tale ragione, partendo da una valutazione positiva della scelta del 5 per mille, che consente ai cittadini di contribuire al finanziamento dell'attività di volontariato, dell'associazionismo, e via dicendo, dobbiamo valutare meglio, dal punto di vista procedurale, come semplificare un meccanismo che si è rivelato indubbiamente lungo e farraginoso. L'obiettivo è quello di pervenire a tale semplificazione non oltre i tempi che qui sono stati indicati, ma non va nascosto - sarebbe assurdo farlo - che, evidentemente, vi sono alcuni problemi.
Inoltre, avendo avuto occasione di assistere, per il Ministero, alla firma del protocollo di accordo tra l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle ONLUS, siglato per stabilire modalità di reciproco aiuto, anche per semplificare le attuazioni di natura fiscale per le ONLUS, aggiungo che è stata esaminata in particolare - sia pure, per ora, soltanto in chiave di prima indicazione - la possibilità di attuare tale compito attraverso degli step, cioè per stati di avanzamento. Non posso dire di più, perché si tratta ancora di prime indicazioni, che però, a mio avviso, saranno molto utili, in quanto la collaborazione tra l'Amministrazione dello Stato (in ciò sempre più aperta) e i soggetti beneficiari degli interventi e dell'attuazione potrà realizzare una fruibilità più immediata e più accettabile rispetto all'attuale effettiva capacità di risposta.
Pertanto, si va avanti per l'attuazione della norma. Credo si debba riconoscere che essa presenta problemi di complessità, che devono essere affrontati. Questa attenzione c'è, ed è consegnata ad una collaborazione che è inserita anche nell'ambito del protocollo di accordo tra l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle ONLUS.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onestamente, e cercando di evitare inutili polemiche, mi sarei aspettato almeno maggiore precisione rispetto ai dati dell'andamento del 2005. La risposta ci è stata data, ma è interesse di tutti capire. Tale iniziativa è stata con forza, in un dialogo tra maggioranza, opposizione e Governo, reinserita nella legge finanziaria di quest'anno. Ricordo, solo per precisione, al sottosegretario - il quale, credo, conosca l'andamento dei lavori parlamentari che, nel 2005, portarono all'approvazione della legge finanziaria - che introducemmo la norma del 5 per mille proprio in via sperimentale.
Si trattava di un'innovazione fortemente clamorosa consistente nella possibilità, per la prima volta nella nostra concezione del sistema fiscale, che una quota delle tasse che i cittadini pagano, da destinare al bisogno collettivo, possa essere destinata direttamente dal cittadino stesso ai soggetti che rispondono meglio e più da vicino, conoscendoli di più, ai bisogni non propri, ma collettivi, della comunità. Se a questa sperimentazione rispondiamo puramente e solamente con problemi burocratici, non crediamo all'innovazione o stiamo ponendo paletti su paletti, per non attuarla.Pag. 35
Signor sottosegretario, in primo luogo le chiedo come hanno risposto i cittadini alla possibilità data loro circa la destinazione del 5 per mille. Certamente conosciamo come hanno risposto le associazioni. Come lei stesso ha detto, quasi 30 mila soggetti aventi diritto si sono iscritti all'albo. Dalla sua risposta ho dedotto che oggi, dopo più di un anno, si stanno ancora verificando congruità, compatibilità e correttezza delle iscrizioni all'albo, vale a dire se i soggetti che hanno prodotto un'autocertificazione abbiano il diritto di usufruire dei soldi ricevuti dai cittadini.
Tuttavia, ciò che interessa ancor più è sapere - non riesco a capire quale sia il segreto e perché non si debba dire o si possa sapere solo nei meandri e non in Parlamento - quanti cittadini, sul monte totale delle dichiarazioni personali, abbiano scelto di usufruire della possibilità di destinare il 5 per mille. È così difficile saperlo? C'è qualche segreto? A quanto ammonta la quota complessiva? È stato un fallimento, non interessa ad alcun cittadino usufruire di tale forma concreta di sussidiarietà, oppure c'è stata una risposta positiva? Ciò vorrebbe dire che il cittadino, sollecitato dalla possibilità data - qui il problema non è né di destra né di sinistra, ma relativo alla costruzione che vogliamo fare della società - ha risposto positivamente. È calato il silenzio! Non si sa nulla!
Signor sottosegretario, non è un problema di burocrazia, perché ritengo che il dato complessivo, ai fini della certezza di iscrizione a bilancio e di costi, relativo alla scelta dei cittadini, debba essere conosciuto dal Parlamento, dalla società, dal mondo del non profit, dalle associazioni Siamo nel giugno 2007, la norma è stata riproposta nella legge finanziaria per l'anno 2007 (forse obtorto collo: mi auguro che non sia così), e non conosciamo ancora i dati relativi all'anno 2005.
Rimango stupito, perché è su questo che si deve riflettere. Alcune osservazioni da lei svolte sono corrette. Poiché si tratta di una norma innovativa, introdotta nel 2005 in via sperimentale, nella legge finanziaria per il 2007 è stato stabilito un tetto per verificare, nel corso dell'anno, in collaborazione con l'authority del volontariato e il Forum del terzo settore e mediante il dialogo con il Parlamento, come migliorare ulteriormente, attuare e semplificare la norma stessa, non dimenticando, tuttavia, il principio fondamentale del 5 per mille, costituito dalla scelta diretta che il cittadino esercita. La semplificazione può arrivare a tutto, ma non può eliminare tale principio, in quanto fino ad oggi anche i contributi di carattere generale non sono mai stati scelti direttamente dal cittadino, bensì erogati da un soggetto (lo Stato, le regioni, l'ente pubblico) in base alle domande presentate dalle associazioni e dagli aventi diritto.
Tutti insieme abbiamo ritenuto si potesse ribaltare la logica esistente, vale a dire che non fosse lo Stato o l'ente pubblico a destinare determinati importi ad un soggetto, bensì il cittadino. Se la norma si inceppa, se non le diamo rapida attuazione, se rimaniamo nelle mani della burocrazia, tra sessant'anni non conosceremo ancora gli aventi diritto.
Sappiamo come funziona. Si tratta della politica con la «p» maiuscola: è la politica, è il Parlamento che dà gli indirizzi e le priorità e, dando gli obiettivi prioritari (ognuno di noi ha fatto l'amministratore e sa cosa intendo) cerca di mettere la burocrazia ed i funzionari dello Stato nelle condizioni di attuarli rapidamente. Insisteremo sul punto, e mi auguro che voi non sappiate ancora cosa è accaduto nelle dichiarazioni dei redditi del 2006 relative all'anno 2005, a meno che non ci sia un segreto di Stato, però in tal caso ditecelo. Mi sembra, però, che i dati sulle entrate delle tasse li abbiate forniti; anzi, su di essi, sulle maggiori entrate e sulle anticipazioni vi è stato molto battage.
I cittadini che hanno compilato il modello unico ed il modello 730 ci sono: hanno inserito o no il codice fiscale delle associazioni e, in caso affermativo, quanti sono? Mille, 5 mila, 100 mila o un milione? Quanti sono? Possiamo saperlo, signor sottosegretario? Potete dircelo, potete comunicarlo anche per iscritto? Ditecelo: quanti sono? Credo sia giusto svolgerePag. 36accertamenti, perché bisogna verificare che i soggetti che si sono iscritti negli albi ne abbiano diritto. Ma occorre partire almeno da un dato: quanti sono i soggetti che hanno scelto? A quanto ammonta tale scelta? Anche perché nella legge finanziaria per il 2007 abbiamo stabilito, o meglio avete stabilito, un tetto massimo di 270 milioni di euro, come il sottosegretario ha ricordato, a quanto ammonta complessivamente la scelta senza il tetto?
Vi è inoltre la questione di coloro che hanno scelto di destinare il 5 per mille senza indicare il codice fiscale dei soggetti beneficiari. La scelta si sarebbe dovuta ripartire complessivamente tra i soggetti iscritti aventi diritto. Capisco che si tratti di un'operazione complessa, ma non credo che lo sia più di qualsiasi altra. Le rivolgo un appello, a nome di tutti i colleghi parlamentari - non solo di centrodestra o di centrosinistra, lo ribadisco - affinché ci diciate una volta per tutte se ritenete tale norma importante e fondamentale e comunichiate rapidamente i dati del 2005, almeno quelli quantitativi complessivi, e fissiate scadenze chiare, fra cui quella del settembre 2007, per l'effettuazione dell'accertamento sulla coerenza fra le richieste di iscrizione all'albo e i requisiti degli aventi diritto. Se ho ben capito, è questo che ci ha comunicato: dopo un anno e tre mesi abbiamo ottenuto qualcosa. Ma quando avverrà concretamente il secondo passaggio? Quando saranno erogati i contributi in questione? Anche perché adesso la fase del 2005 è terminata e stiamo entrando in quella del 2006, vale a dire la legge finanziaria 2007 e la dichiarazione dei redditi 2006, rischiamo continuamente di sovrapporci rispetto ad ulteriori aspettative e ad ulteriori esigenze. Credo invece sia doveroso che da parte di tutti noi, dello Stato, dell'amministrazione pubblica, del Parlamento, vengano date certezze su tale tema. Queste certezze non devono arrivare immediatamente, purché arrivino e ci si confronti sulla questione. Chiedo al Governo di aiutarci nell'attuazione della norma sul 5 per mille, affinché vi sia maggiore fiducia nel rapporto tra Stato e cittadini e tra società civile e amministrazione pubblica (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).