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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Provvedimenti per salvaguardare l'agricoltura e le città dagli storni escludendoli dall'elenco delle specie protette - n. 2-00489)
PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di illustrare l'interpellanza Leone n. 2-00489 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6), di cui è cofirmataria.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, l'interrogazione in esame si occupa di una specie di uccelli, lo storno volgare, che è un volatile che rientra tra le specie protette dalla legge n. 157 del 1992, e che tuttavia si è sviluppata notevolmente in questi anni, non solo nelle campagne ma anche nelle nostre città. Infatti, tale specie si è adattata anche all' habitat cittadino, per cui riesce tranquillamente a vivere anche all'interno delle città - Roma è fra queste - che vengono devastate soprattutto nei periodi di transito di questi animali. Lo storno si è abituato a mangiare tutto quello che trova e, in particolare - questo è il problema che riguarda l'agricoltura - si nutre delle olive nel momento della loro maturazione. La questione riguarda soprattutto la raccolta delle olive e la deroga, quindi, dovrebbe attenere ai periodi in cui essa viene effettuata.
Gli stormi di storni, che invadono le città e le campagne, non sono cacciabili, e tali volatili si sono sviluppati a milioni. Un censimento nella città di Roma ne ha registrati 4 milioni, nonostante un'intensa operazione da parte del comune per spaventarli e mandarli via, che però non ha dato risultati.
In campagna, invece, questi uccelli si abbattono sulle coltivazioni di drupe (vale a dire, di olive) mature. La regione Liguria, ad esempio, in deroga alla legge sulla caccia, aveva permesso il prelievo venatorio durante il periodo della maturazione e della raccolta delle olive. Purtroppo, però, sia il Governo centrale italiano, sia le istituzioni europee, hanno dimostrato una grande insensibilità nei confronti degli agricoltori che vivono di questo (non ci riferiamo solo al settore delle trasformazioni, ma anche alle molte famiglie che vivono proprio della stagione della raccolta delle olive). Dunque, la regione Liguria, in deroga alla legge sulla caccia, aveva permesso il prelievo venatorio, ma la Commissione europea ha aperto una procedura contro lo Stato italiano, il quale non si è difeso, e la disposizione legislativa regionale è stata abrogata.
Gli stessi danni sono, oggi, fortemente subìti dall'agricoltura in Puglia, in particolare nelle aree delle province di Bari e Brindisi. Addirittura, nella provincia di Brindisi, in un'area vicina al parco naturalistico di Torre Guaceto (dove vi è un habitat particolarmente favorevole agli storni), si registrano danni alla raccolta delle olive pari al 50 per cento. Pertanto, ripeto, dobbiamo metterci nei panni di chi vive di tale raccolto, e cioè degli agricoltori che - alla fine della lunga stagione che haPag. 51permesso alle olive di maturare - si trovano con il 50 per cento del loro raccolto completamente distrutto.
Anche la regione Puglia, durante la giunta Fitto, aveva consentito prelievi venatori in deroga alla legge sulla caccia. Non è stato possibile fare lo stesso con l'attuale giunta regionale e, di conseguenza, gli agricoltori pugliesi sono qui a domandare a chi potersi rivolgere, anche per un eventuale rimborso, per i danni causati al 50 per cento del loro raccolto. Abbiamo riferito agli operatori pugliesi quale sia, da parte del Governo attuale, la visione del problema: abituarsi a convivere con gli stormi di storni. Ma, ripeto, ciò è possibile nelle città, ove peraltro il guano e i rifiuti lasciati da tali storni sono sotto gli occhi di tutti noi, sopra le nostre macchine, le nostre abitazioni e i nostri terrazzi, ma in campagna il danno è aggravato dal fatto che vengono distrutte intere coltivazioni. Pertanto, siamo qui a domandare quali provvedimenti urgenti intenda, nell'immediato, adottare il Governo per salvaguardare l'agricoltura.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Boco, ha facoltà di rispondere.
STEFANO BOCO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, cerco di rispondere puntualmente ai quesiti posti. L'interpellanza urgente in oggetto pone l'attenzione sui danni che la specie sturnus vulgaris procura alle produzioni agricole. Lo storno, passeriforme dal piumaggio nero con riflessi bronzei e verdi, su cui spiccano macchie bianche, con apertura alare di circa 37 centimetri, è presente in gran parte dell'Europa e dell'Asia. La maggior parte degli storni italiani sono migratori, cioè passano l'inverno nel nostro Paese, ma si riproducono nel Nord Europa.
Lo storno non mangia solo olive, onorevole interpellante: purtroppo è talmente onnivoro che si nutre di frutti, bacche e semi, ma anche di insetti, lombrichi, ragni, larve. Nella sua ricerca di cibo, a terra e sugli alberi, può creare notevoli danni all'agricoltura, sia nel periodo di maturazione della frutta (come le ciliegie, le olive e le mele, che maturano nei periodi per noi caldi, quando arrivano gli storni), sia nel periodo della semina.
Proprio al fine di contenere i gravissimi danni procurati alle produzioni agricole, il Ministero, nell'agosto 2001, ha inoltrato una richiesta alla Commissione europea, di modifica dell'allegato n. 2 della direttiva n. 79/409/CEE, diretta ad includere nell'allegato, anche per l'Italia, la specie in oggetto. In risposta all'istanza italiana - vi era, quindi, un procedimento italiano da parte dell'Amministrazione centrale e non solo della regione - la Commissione europea ha suggerito di avvalersi del regime di deroga previsto dall'articolo 9 della direttiva.
Il sistema di prelievo in deroga, previsto dalla legge 3 ottobre 2002, n. 221, non ha, però, risolto in maniera significativa il problema dei danni alle colture agricole prodotti dallo storno, in quanto la quantità dei prelievi è calmierata ai fini del requisito «della piccola quantità» (cioè, dall'1 al 5 per cento della popolazione in riproduzione) nonché delle figure addette al prelievo.
Considerato che le circostanze di fatto che hanno portato ad assumere tale iniziativa a livello comunitario non hanno subìto miglioramenti significativi, bensì un aggravamento, si è palesata la necessità di reiterare ancora una volta la richiesta alla Commissione europea, in questo caso con il supporto della scheda tecnica all'uopo predisposta dall'Istituto nazione per la fauna selvatica (INFS). L'argomento è pertanto da tempo all'attenzione del Ministero e dell'Amministrazione ed è stato ampiamente dibattuto nell'ambito delle riunioni del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale del 21 febbraio e del 18 aprile scorsi. Nell'ambito di questo ultimo incontro, il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, sulla base anchePag. 52del parere tecnico dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, ha espresso parere favorevole ad una reiterazione alla Commissione europea della richiesta di inclusione dello storno nell'elenco delle specie cacciabili di cui alla direttiva 79/409/CE, che regola le nostre possibilità in questo ambito. Pertanto, l'Amministrazione sta procedendo all'inoltro ufficiale dell'istanza, come ho appena ricordato, risalente a poche settimane fa.
PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di replicare.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatta dell'impegno del Governo italiano per ottenere una risposta. Reputo che questa iniziativa debba essere supportata da un ulteriore impegno da parte del Governo stesso, perché nelle more dell'attesa di tale risposta si pone il problema delle coltivazioni. È vero che gli storni lasciano l'Italia, tuttavia per periodi sempre più brevi, ed hanno adottato il nostro Paese come luogo privilegiato anche per la loro riproduzione, perché riescono a viverci molto bene durante tutto l'arco dell'anno. Dal momento che, come lei stesso ha ricordato, essi si nutrono non solo di olive, ma anche di altro, si pone il gravissimo problema degli agricoltori in Puglia, i quali non sanno a chi vada richiesto il rimborso per gli enormi danni causati alle olive e, fra breve, anche alle ciliege e ad altre colture.
Pertanto, chiedo che vengano assunte iniziative tempestive, perché la stessa normativa europea permette alle regioni, in deroga alla legge sulla caccia, di consentire il prelievo venatorio. Auspico che il Governo emani un provvedimento che, in attuazione della direttiva comunitaria in materia, permetta alle regioni il prelievo venatorio, ed indichi i soggetti ai quali gli agricoltori possano rivolgersi per ottenere il risarcimento del danno causato dagli storni.