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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A.
(Esame dell'articolo 30 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 13).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Acerbo 30.200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
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PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Acerbo 30.200.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURIZIO ACERBO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione di tutti i liberali presenti in questa Assemblea sull'articolo 30 che prevede l'obbligatorietà per tutte le imprese, per tutti i professionisti (entro un anno) e per tutti i lavoratori autonomi, compresi quelli di seconda generazione, di utilizzare la posta elettronica certificata, favorendo così una situazione di monopolio. È come se la Repubblica italiana imponesse ai nostri concittadini di inviare la posta solo mediante raccomandate e soprattutto di pagare il servizio a pochissimi operatori privati che sono in grado di farlo, perché è stato previsto con una norma precedente che è necessario avere un capitale sociale di un milione di euro per svolgere questo servizio.
Tutti gli internet provider (quelli che fanno vivere l'economia informatica in questo Paese) che avevano partecipato alla sperimentazione del Ministero sono state tagliati fuori. Con il nostro emendamento si prevede che - come avviene in tutte Europa - l'utilizzo di questa modalità di comunicazione sia facoltativo, perché non si può utilizzare un provvedimento sulle liberalizzazioni per andare contro le libertà dei cittadini e, soprattutto, di tanti lavoratori che hanno la disgrazia di avere la partita IVA.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, ho chiesto di parlare solo per aggiungere la mia firma all'emendamento Acerbo 30.200.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, chiedo anch'io di aggiungere la mia firma all'emendamento in esame. Inviterei, inoltre, il collega a ripetere le sue considerazioni nel momento in cui si discuterà della questione relativa all'uso degli strumenti elettronici di pagamento, perché tra gli aspetti, più o meno obbligatori, vi sarà anche quello di usare tali strumenti ai fini della tracciabilità. L'idea della facoltà, e non dell'obbligo, mi trova pertanto concorde.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, a titolo personale annuncio il mio voto favorevole sull'emendamento in esame. Aggiungo anche - il collega Della Vedova, anticipandomi, mi ha tolto le parole di bocca - che vi diamo appuntamento a quando lo «sceriffo contro la moneta» - sapete bene di chi parlo - insisterà per cancellare la possibilità che la moneta abbia praticamente corso legale, per imporre ai cittadini determinate forme onerose di pagamento alternative. In quel caso, voi sarete altrettanto liberali e voterete nel senso che anche il collega Della Vedova ha auspicato.
Detto questo, ed essendo sicuro della vostra risposta affermativa, ripeto, annuncio che voterò a favore del presente emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
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PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, intervengo anch'io per apporre la mia firma all'emendamento in esame, che trovo estremamente razionale. Si tenta qui di imporre, soprattutto a piccole società, compiti che certamente non favoriranno né l'incremento del numero di esse né la loro attività.
Condivido l'emendamento in esame, ed annuncio il mio voto a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attili. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre la mia firma all'emendamento in esame e per annunciare il voto favorevole del gruppo della Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferdinando Benito Pignataro. Ne ha facoltà.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole del gruppo dei Comunisti Italiani.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, poiché mi pare che la questione meriti un ulteriore approfondimento, propongo l'accantonamento dell'emendamento Acerbo 30.200.
PRESIDENTE. Il relatore è d'accordo?
ANDREA LULLI, Relatore. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. L'esame dell'emendamento Acerbo 30.200 deve intendersi pertanto accantonato.
Conseguentemente, non si può procedere alla votazione dell'articolo 30.