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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A.
(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti Pag. 8Burgio 19.1 e Ferdinando Benito Pignataro 19.2 e sull'emendamento Gianfranco Conte 19.201.
La Commissione formula altresì un invito al ritiro dell'emendamento Bandoli 19.200, il cui contenuto è stato riformulato nell'emendamento 19.301 della Commissione, poiché su di esso la V Commissione (Bilancio) aveva espresso parere contrario.
La Commissione formula inoltre un invito al ritiro del subemendamento Burgio 0.19.301.1, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 19.301.
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'emendamento 19.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), raccomanda l'approvazione del suo emendamento 19.300 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 19.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
La Commissione formula infine un invito al ritiro degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Burgio 19.1 e Ferdinando Benito Pignataro 19.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, accettiamo l'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno che va nel senso dell'emendamento.
PRESIDENTE. Onorevole Ferdinando Benito Pignataro?
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, anche noi accettiamo l'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Gianfranco Conte 19.201.
Chiedo all'onorevole Gianfranco Conte se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, credo che l'Assemblea - ed in questo mi rivolgo al relatore - dovrebbe avere cognizione della situazione reale del Paese. Tutta la vicenda relativa alla certificazione a fini di prevenzione incendi è piuttosto complicata e data ormai dal lontano 1994, quando venne adottata una regolamentazione che innovava tutta la materia delle norme antincendio.
Ma rimane un problema. Poiché nel tempo si è praticamente portata avanti una regola non scritta, in base alla quale tutti gli impianti produttivi ricevevano un nulla osta preventivo che doveva poi essere confermato con il rilascio del certificato antincendio in un momento successivo, tutte le proroghe concesse nel corso degli anni hanno condotto ad una situazione nella quale impianti produttivi esistenti, che pure avevano il nulla osta preventivo, si sono trovati, ad un certo punto, nella necessità di acquisire il nulla osta definitivo e si sono visti richiedere la documentazione attestante la corrispondenza dei materiali alle norme antincendio.
È chiaro che, a distanza di dieci o quindici anni, è molto difficile rintracciare la documentazione originale, sia perché nel frattempo le imprese che hanno fornito i materiali si sono trasformate o, per varie vicissitudini, hanno chiuso, sia perché a distanza di quindici anni molto spesso le aziende stesse non dispongono della documentazione necessaria ad attestare il certificato di rischio.
A questo punto, ci sembra necessario che le imprese, al fine di essere poste nella condizione di poter ottenere il certificato antincendio, possano autocertificare, attraverso Pag. 9l'uso di tecnici abilitati, l'esistenza delle caratteristiche che garantiscono la corrispondenza alla normativa vigente.
Si tratta di una necessità assoluta, poiché altrimenti metteremmo le aziende nelle condizioni di non poter ottenere il certificato antincendio. La proposta emendativa al nostro esame mi sembra assolutamente ragionevole, e non capisco perché il Governo - mi rivolgo al sottosegretario Bubbico - non abbia preso in considerazione la soluzione da essa indicata, che aiuterebbe le imprese ad ottenere quel certificato che per tanti anni non hanno potuto avere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 19.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 237).
Prendo atto che i deputati Picano e Cioffi hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Assiste ai nostri lavori una classe dell'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato Anna Maria Barlacchi di Crotone, cui la Presidenza e l'Assemblea rivolgono il proprio saluto (Applausi).
Passiamo all'emendamento Bandoli 19.200.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, apprezzo parzialmente la riformulazione del mio emendamento 19.200, contenuta nell'emendamento 19.301 della Commissione, poiché è stata in gran parte raccolta anche l'esigenza che aveva ispirato l'emendamento in esame. Mi sorprende un po' che non si faccia riferimento al rafforzamento dei poteri ispettivi dell'Ispesl, che non viene citato (molti incendi, soprattutto nei luoghi di lavoro, sono dovuti agli impianti di pressione). Pertanto ritiro l'emendamento, ma chiedo al Governo, nella riformulazione, di tener conto anche dell'ultima parte della proposta in esso formulata.
STEFANO SAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare all'Assemblea che credo sarebbe molto più serio se i gruppi della maggioranza ritenessero la competente Commissione bicamerale di inchiesta e il progetto di legge relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro la sede adatta per presentare proposte in merito a questo argomento. Infatti, il provvedimento in esame è già «un mostro a nove teste». Se volessimo anche dare ascolto alle giuste richieste del mondo del lavoro e alle esigenze relative al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro con emendamenti a questo provvedimento, ritengo ci comporteremmo in modo non serio, anche nei confronti del Presidente della Repubblica, che ha sollecitato una normativa in materia attraverso quello strumento e quella Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento Burgio 0.19.301.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.
ALBERTO BURGIO. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Questa proposta emendativa si spinge nella stessa direzione dell'emendamento della Commissione, e Pag. 10semplicemente precisa la necessità che quel rafforzamento delle competenze delle attività di vigilanza e controllo riguardi in primo luogo i vigili del fuoco, che sono l'autorità pubblica intorno alla quale ruota il sistema della prevenzione antincendio.
Riteniamo che la menzione esplicita del Corpo dei vigili del fuoco, che è l'unica all'interno della disposizione che stiamo approvando, sia non solo indispensabile, ma anche coerente rispetto al decreto legislativo n. 139 del 2006, che riordina e precisa le funzioni dei vigili del fuoco e che costituisce, per dir così, un testo unico della prevenzione incendi, a sua volta riferimento indispensabile di quella delega per il testo unico sulla sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori testé approvato dalla Commissione lavoro del Senato e adesso in imminente discussione nell'altro ramo del Parlamento. Per tali motivi riteniamo opportuna questa menzione e raccomandiamo l'approvazione del subemendamento in esame.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, l'unico aspetto che desidero sottolineare, anche in relazione a quanto chiesto dalla collega Bandoli, è che la riformulazione dell'emendamento Bandoli 19.200 è dovuta al fatto che vi era un parere contrario della Commissione bilancio.
È chiaro che nella disposizione relativa agli accertamenti e alle ispezioni dell'autorità pubblica all'interno dei luoghi di lavoro, per «autorità pubblica» si intendono tutte le strutture pubbliche, vigili del fuoco e Ispesl compresi, che svolgano questa funzione. Si tratta di una dizione di mediazione rispetto al parere contrario della Commissione bilancio. Ritengo che sia errato specificare un ente piuttosto che un altro, perché è del tutto evidente che i vigili del fuoco svolgono una funzione e sono pertanto ricompresi nell'espressione generale che abbiamo utilizzato; devo altresì precisare che si tratta di un principio della delega, ed è evidente che quando si fa riferimento ad interventi di prevenzione o di controllo nei luoghi di lavoro, in relazione al certificato prevenzione incendi, dobbiamo avere presente tutto lo spettro degli organismi che sono ad essi dedicati.
Con la riformulazione riteniamo di aver assolto a tale compito. In ogni caso, se questa dichiarazione può essere utile ai fini dell'interpretazione di ciò che intendiamo con l'emendamento 19.300 della Commissione, ribadisco l'invito al ritiro della proposta emendativa in esame, perché si rischia di procedere ad una votazione che, sinceramente, mette anche un po' in imbarazzo.
FULVIA BANDOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, nell'emendamento proposto abbiamo specificato il nome dell'istituto perché, mentre risultano ispezioni compiute da aziende sanitarie locali e da centri preposti dall'INAIL, l'unico istituto italiano che non ha mai effettuato nessuna ispezione, in nessun luogo di lavoro, è proprio quello che abbiamo segnalato: l'Ispesl, creato dal Ministro Tina Anselmi dopo l'incidente di Severo, e che non è mai riuscito ad entrare in un luogo di lavoro e in un cantiere per eseguire il controllo di un impianto.
Pertanto stiamo sollevando un problema non soltanto di sicurezza, ma anche di ruolo degli istituti. Va bene anche ciò che avete scritto nell'emendamento proposto, oppure si potrebbero inserire le parole «tutti gli istituti preposti ai controlli». La questione che intendo sottoporre a lei e alla Commissione è che, a mio avviso, è scandaloso che esista in Italia un istituto di 1600 dipendenti, l'Ispesl, che non ha mai potuto effettuare un controllo in un luogo di lavoro! Questo è il motivo per il quale lo avevo citato nell'emendamento, non era un caso. È un problema, per voi, che tale istituto non abbia mai potuto effettuare un controllo? Tale circostanza per me è un problema, e credo che dovrebbe esserlo anche per voi.
ALBERTO BURGIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Ritirerei il subemendamento a mia firma 0.19.301.1, proponendo una riformulazione dell'emendamento 19.301 della Commissione, nel senso di aggiungere il riferimento ai vigili del fuoco. Dopo le parole «autorità pubblica» si potrebbero inserire le parole: «e in particolare dei vigili del fuoco».
PRESIDENTE. Il relatore o il rappresentante del Governo intendono intervenire?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, insisto perché venga mantenuta la formulazione della Commissione. Su questo tema si è dibattuto a lungo in Commissione e sono stati effettuati gli approfondimenti necessari. Le autorità pubbliche e le strutture pubbliche esercitano attività di verifica e di controllo in ragione dei poteri e delle funzioni attribuite a ciascuno di questi organismi.
Esistono, certamente, problemi di scarso funzionamento, talvolta attribuibili a carenze di risorse finanziarie, strumentali o di personale, o anche ad una confusione nell'attribuzione delle responsabilità, che inducono diversi organismi ad agire in un quadro non coordinato, tale da rendere meno efficace o del tutto assente l'attività di verifica e di controllo che le norme generali affidano agli enti, agli organismi e alle strutture pubbliche.
La questione, tuttavia, non si risolve con la citazione di questo o di quell'organismo. La formulazione proposta dal relatore introduce un indirizzo che richiede una politica per la prevenzione e per la verifica nei luoghi di lavoro in ordine all'esatta applicazione di tutti i dispositivi tesi a garantire la prevenzione degli incendi, ma anche a garantire il rispetto delle norme a tutela dei lavoratori e dei contesti territoriali che ospitano tali luoghi di lavoro.
Per questo motivo, qualunque formulazione esplicativa, nel senso dell'individuazione di uno specifico organismo, potrebbe risultare limitativa dell'attività più generale che la formulazione della Commissione esplicita e che conferisce alle istituzioni e agli organismi che hanno, per legge, determinate funzioni e determinate missioni, la possibilità di agire in maniera organica e coordinata a tutela degli interessi pubblici rilevanti.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori del subemendamento Burgio 0.19.301.1 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Burgio 0.19.301.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 430
Astenuti 34
Maggioranza 216
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 376).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 435
Astenuti 32
Maggioranza 218
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 188).Pag. 12
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Commenti del deputato Airaghi).
(Presenti 459
Votanti 448
Astenuti 11
Maggioranza 225
Hanno votato sì 363
Hanno votato no 85).
Prendo atto che i deputati Airaghi e Castellani non sono riusciti a votare.
Prendo altresì atto che il deputato Farinoni avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 461
Astenuti 8
Maggioranza 231
Hanno votato sì 374
Hanno votato no 87).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 458
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 309
Hanno votato no 158).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il mio articolo aggiuntivo intende superare una duplicazione di adempimenti che sappiamo essere estremamente onerosi in capo alle imprese. Infatti, vi è una carenza di coordinamento normativo che crea, soprattutto nel settore di installazione e manutenzione idraulica, notevoli disagi non soltanto per le imprese, ma anche per gli organi di controllo.
Sarebbe quindi opportuno che il Governo ed il relatore analizzassero con più attenzione il problema, anche per quanto riguarda gli aspetti di coordinamento normativo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) ed Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. La combinazione del suo intervento e degli applausi mi fa capire che lei non ritira l'articolo aggiuntivo...
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione propone di accantonare l'esame di tali proposte emendative e di passare all'esame dell'articolo 23.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame degli articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200 è pertanto accantonato.