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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A (ore 17,10)
(Ripresa esame dell'articolo 30 - A.C.2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 30
(Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 18).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Acerbo 30.200, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione. Sostituire le parole: «L'uso della posta elettronica certificata è comunque facoltativo» con le parole «L'uso della posta elettronica certificata di cui al comma 2 è comunque facoltativo».
La Commissione raccomanda inoltre l'approvazione del suo emendamento 30.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Deputato Acerbo, le faccio notare che si voterà prima l'emendamento 30.300 della Commissione. Immagino che lei intenda intervenire sul suo emendamento 30.200, vero?
MAURIZIO ACERBO. Si, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 455
Astenuti 10
Maggioranza 228
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Acerbo 30.200. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore e dal Governo.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, apprezzo la proposta di riformulazione, che sostanzialmente esenta i liberi professionisti dall'obbligo di dotarsi della posta elettronica certificata. Tuttavia, voglio far notare che il senso del mio emendamento è rivolto a porre in discussione, in ogni caso, l'obbligatorietà per le imprese e per i liberi professionisti di doversi servire di uno strumento che può essere soltanto facoltativo.
Inoltre, sono convinto che - lo ripeto ai molti liberali che siedono nei due poli - tale obbligatorietà assume i contorni di aiuto indiretto ad alcune particolari imprese, per le caratteristiche che ha avuto l'autorizzazione in Italia, per cui per rendere tale servizio sono stati «tagliati fuori» tutti gli internet provider. Ciò significa che, ad alcuni di costoro consegniamo milioni di utenti. Un cittadino della Repubblica italiana, sia esso un singolo o un impresa, se vuole inviare una raccomandata lo fa per sua decisione e non perché qualche lobby si serve delle norme del Parlamento per costruirsi un mercato protetto. Mantengo, pertanto, l'emendamento Pag. 71nel suo testo originale. Infatti, se i cittadini devono pagare dei pedaggi, li paghino alla Repubblica italiana e non a soggetti privati!
Un'ultima notazione: la posta elettronica certificata è materia che compete al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Dovrebbe essere discussa con un confronto con il Ministro Nicolais e non essere inserita surrettiziamente nel provvedimento del Ministro Bersani.
Per questo motivo ritengo (non sono contro le imprese, come qualcuno vorrebbe dire) che vadano affermati i principi di diritto nel nostro Paese e, da questo punto di vista, l'obbligatorietà della posta elettronica certificata non ha alcuna giustificazione ed, infatti, non esiste in alcun Paese europeo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Acerbo mantiene il suo emendamento 30.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, volevo anch'io sostenere il deputato Acerbo nella sua intenzione di mantenere il suo emendamento 30.200. Credo che tale emendamento resti valido. Bisogna risolvere la questione della facoltà di utilizzo.
Non sono d'accordo con alcune delle motivazioni avanzate dal collega Acerbo riguardo al fatto che i certificatori possano essere soggetti privati; una molteplicità di soggetti certificatori, anche privati, è positiva. Però, è importante chiarire che l'uso della posta elettronica certificata deve restare facoltativo, augurandoci che tutti la utilizzino per ragioni di comodità e di economicità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, personalmente condivido lo spirito dell'intervento del collega Acerbo, ma, se ben capisco, si va verso la votazione del testo originario.
PRESIDENTE. Esattamente.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Tuttavia, non abbiamo potuto percepire il testo proposto come emendamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
PRESIDENTE. Il relatore aggiungeva: per i soggetti di cui al comma 2.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Bene, sono propenso a sostenere il testo integrale proposto dall'onorevole Acerbo, tuttavia osservo che si rischia che non passi nemmeno l'esenzione per i soggetti di cui al comma 2. Pertanto, mi rimetto al saggio discernimento del proponente e comunque, se mantiene l'emendamento, per quanto mi riguarda, voterò a favore, essendo sacrosanto il principio che esso sottende.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo per dare semplicemente la mia personale approvazione allo spirito dell'emendamento presentato dal collega Acerbo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, intervengo perché ritengo la questione di notevole rilevanza. Mi sembra che sia sorto un equivoco. Ci si domanda: si può obbligare ad utilizzare la posta elettronica? Ciò evidentemente diminuirebbe la facoltà di utilizzare vari strumenti e, quindi, tale scelta viene presentata come illiberale.
A mio giudizio, in merito sorge un vero e proprio equivoco. Mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione, perché non credo Pag. 72che si tratti di una materia da grandi divisioni politiche. Ragionate soltanto su un punto: la posta, nella conformazione moderna che noi conosciamo, è stata realizzata con un certo tipo di sviluppo delle strutture dello Stato e, naturalmente, si è obbligato per un certo tipo di operazioni ad utilizzare la posta, addirittura, in certi casi, attraverso la raccomandata con ricevuta di ritorno. Oggi è ben noto che vi è un risparmio enorme in termini di costi, sia per le aziende ed i professionisti, sia per lo Stato, se va avanti il processo di informatizzazione. Su quale punto possiamo avere una riserva? Soltanto nel momento in cui consideriamo che alcuni utenti e alcuni consumatori possano avere difficoltà nell'accesso alle nuove tecnologie.
Per tale motivo, non mi sentirei di sostenere l'obbligo per il pensionato di utilizzare necessariamente la posta elettronica. Però, sono disposto ad affermare che un'impresa e un professionista siano obbligati ad utilizzare la posta elettronica, perché dispongono di tutte le capacità tecniche e intellettuali per utilizzarla.
Quindi, non possiamo sostenere che per svolgere le pratiche burocratiche deve essere consentito qualsiasi mezzo: la posta, oppure direttamente l'ufficio, o, ancora, la posta elettronica. In questo modo noi aggraveremmo fortemente la struttura e la funzionalità della pubblica amministrazione.
Dobbiamo quindi essere molto preoccupati per quanto riguarda l'accesso di settori sociali e di individui che non hanno le capacità di utilizzare le nuove tecnologie, ma - come, del resto, era scritto nell'Agenda di Lisbona - dobbiamo dare una spinta fortissima, di innovazione, all'informatizzazione non solo della pubblica amministrazione, ma anche delle imprese e degli studi professionali. Bill Gates ha affermato che l'efficienza si misura in proporzione inversa alla carta in circolazione; ebbene, meno carta è in circolazione, più vi è efficienza.
Parliamo dei costi della politica e della pubblica amministrazione? Se non la informatizziamo, siate sicuri che tali costi non diminuiranno, non si riuscirà ad abbatterli e non vi saranno né velocità, né efficienza.
In conclusione, bisogna invece avere grande attenzione per coloro i quali non hanno le capacità di accesso alla tecnologia avanzata; quelle persone vanno assolutamente tutelate, non devono essere assoggettate ad obblighi e debbono essere poste in condizione di utilizzare tutti gli strumenti che possono anche i più arretrati.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO VILLETTI. Questo è il senso delle mie osservazioni, per cui sostanzialmente si tiene conto delle particolarità individuali, ma si dà anche una spinta allo sviluppo, che per l'Italia è una delle esigenze più importanti (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per esprimere che l'Italia dei Valori condivide esattamente quanto appena esposto dal collega. È evidente che l'efficienza della pubblica amministrazione passa attraverso la possibilità di superare l'utilizzo di supporti di tipo cartaceo e non potremo superare l'uso di tali strumenti finché non vi sarà l'obbligo, per una serie di soggetti, di dotarsi di posta elettronica. Per tale motivo, anche l'Italia dei Valori voterà contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Poiché il presentatore dell'emendamento non ha accettato la riformulazione dell'emendamento Acerbo 30.200, sarà posto in votazione il testo originario. Invito il relatore a confermare il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, confermo il parere contrario della Commissione. Osservo solo che il sistema di posta elettronica certificata determina risparmi ingenti per le imprese e per gli utilizzatori. Sono state svolte delle considerazioni sull'emendamento in esame e l'Assemblea deciderà; per quanto mi riPag. 73guarda, in tutta coscienza, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Acerbo 30.200, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 463
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato sì 304
Hanno votato no 159).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17,30)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 267
Astenuti 197
Maggioranza 134
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 13).
Chiedo al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, passiamo all'esame dell'articolo 34.