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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A.
PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta del 5 giugno è stato da ultimo votato l'articolo 31 e che sono stati accantonati con riferimento all'articolo 10, gli emendamenti ad esso presentati nonché la votazione dell'articolo stesso; con riferimento agli articoli 15, 16, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 27 e 30, gli emendamenti ad essi presentati e la votazione dei rispettivi articoli, nonché gli articoli aggiuntivi presentati; con riferimento all'articolo 25, l'emendamento Folena 25.3, la votazione dell'articolo 25, nonché gli articoli aggiuntivi Trepiccione 25.021 e Ferdinando Benito Pignataro 25.0200.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezioni 1 e 2).
Avverto altresì che la Commissione ha presentato ulteriori proposte emendative il cui testo è in distribuzione. Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 12,30.
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo riprendere dall'articolo 15.
(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione degli emendamenti 15.300 e 15.301 della Commissione; formula un invito al ritiro dell'emendamento Franzoso 15.200 ed esprime parere favorevole sugli emendamenti 15.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento) e 15.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Lazzari 15.050 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: eliminare il comma 1 in quanto contiene riferimenti legislativi errati e al comma 2, dopo le parole «ufficiali di polizia», aggiungere la seguente parola: «giudiziaria».
La Commissione, infine, esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Luciano Rossi 15.051 e Giudice 15.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.Pag. 3
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 341
Hanno votato no 43).
Prendo atto che i deputati Buontempo, Misiti e Vacca avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che le deputate Samperi e Mura non sono riuscite ad esprimere il proprio voto.
La Presidenza e l'Assemblea salutano gli studenti del liceo Rosmini di Rovereto (Trento), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).
Va bene, colleghi, per motivi tecnici dispongo l'annullamento della votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 387
Hanno votato no 22).
Ricordo che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 15.301 della Commissione, l'articolo 22 è soppresso.
Prendo atto che i deputati Guadagno, Samperi, Brandolini e Grossi avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franzoso 15.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, mi rivolgo al relatore e al Governo con la richiesta di rivedere il parere sull'emendamento in esame.
Infatti, sia ben chiaro che abbiamo già votato in Assemblea le norme della proposta di legge Capezzone per velocizzare i tempi per l'apertura di un'impresa. Quando si parla di impresa, non bisogna pensare solo ed esclusivamente alle autorizzazioni amministrative. Occorre anche mettere in conto il fatto che, per aprire un'impresa, è necessario procedere agli allacci di tutti i servizi pubblici, acqua, energia, gas, fognature ed altro. Se si dà l'autorizzazione all'apertura di un'impresa è necessario, altresì, metterla in condizione di poter iniziare la propria attività dotandosi di tutti i servizi a disposizione.
L'istituto della conferenza di servizi può essere utile. Tuttavia, occorre che i fornitori di servizi pubblici indichino tempi certi. Altrimenti, può sembrare un assurdo che si concedano le autorizzazioni all'esercizio dell'impresa, senza mettere le aziende in condizione di poter usufruire di tutti i servizi necessari per avviare l'attività.
Il senso dell'emendamento in esame è esattamente questo: impone l'obbligo alle aziende, che forniscono servizi pubblici, di partecipare alle conferenze di servizi e garantire tempi certi per l'apertura di uno stabilimento industriale o di qualsiasi altro tipo di attività. Invito, pertanto, il Governo e il relatore Lulli - sarebbe cosa gradita - a fornire una spiegazione dell'invito al ritiro formulato.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Franzoso 15.200.
Pag. 4
Avverto che il parere della Commissione e del Governo deve intendersi contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franzoso 15.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 240).
Prendo atto che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere voto contrario.
NICOLA BONO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, vorrei far notare che sono stati votati tre emendamenti. Tuttavia, l'ultima votazione reca la numerazione quattro. Poiché, durante la seconda votazione, ritengo si sia verificato un qui pro quo, sarebbe il caso di chiarire la situazione dato che si sono verificate due votazioni per un unico emendamento.
PRESIDENTE. La votazione numero due è stata annullata. Pertanto, anche se tecnicamente svolta, agli effetti dei nostri lavori è stata annullata.
NICOLA BONO. Signor Presidente, ritengo che dovrebbe essere modificata la numerazione, in quanto non si dovrebbe contare la votazione annullata.
PRESIDENTE. Ne parleremo con gli uffici tecnici.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato sì 436
Hanno votato no 2).
Passiamo alla votazione dell'articolo 15. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, non potremo esprimere voto favorevole su questo articolo, perché riteniamo che le ragioni esposte nel corso del mio primo intervento siano assolutamente fondate. Sono a conoscenza di molte imprese, pronte per l'apertura, che non sono ancora dotate della cabina elettrica e sono costrette ad avviare l'attività con i gruppi elettrogeni. A mio avviso, è assolutamente Pag. 5incredibile che il Governo non abbia voluto prendere in considerazione questa proposta.
Approfitto, inoltre, per dire che, a nome dei presentatori, accettiamo la riformulazione dell'articolo aggiuntivo Lazzari 15.050 proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Dispiace anche a noi, signor Presidente, annunciare il voto contrario sull'articolo in esame, perché la X Commissione, in modo particolare il suo presidente, hanno fatto del leitmotiv dell'impresa più facile un cavallo di battaglia. Ci pare che l'articolo 15 di fatto deleghi ancora al Governo una serie di adempimenti che in qualche modo, invece di facilitare l'impresa, l'inizio delle attività dell'impresa, creano ad essa ancora più fonti di burocrazia.
Pertanto il fatto stesso che non sia stato accolto l'emendamento Franzoso 15.200 dimostra la volontà del Governo di tenere per sé quello che pensavamo fosse invece un espletamento facile da raggiungere, l'obiettivo di fare l'impresa in pochi giorni, cosa che non avviene con questo articolo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 203).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 15.050.
Ricordo che il parere favorevole del relatore e del Governo è subordinato a due riformulazioni: sopprimere il comma 1 e aggiungere nel comma 2 dopo le parole «ufficiali di polizia» la parola: «giudiziaria».
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, prendo la parola solo per una brevissima dichiarazione di voto. Credo che l'articolo aggiuntivo in esame, che riguarda la contraffazione di prodotti e quindi il contrasto a tali forme illecite, sia molto importante. Il gruppo di Alleanza Nazionale, quindi, certamente voterà a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 15.050 nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 448
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Lovelli avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Luciano Rossi 15.051.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame, lo segnalo ulteriormente al relatore, interviene su una vicenda che credo interessi la Pag. 6gran parte delle imprese italiane. Ci troviamo in una situazione, diciamo così, kafkiana, in cui il Governo ritarda moltissimo i pagamenti alle imprese adducendo varie motivazioni; nel frattempo le imprese stesse, che sono creditrici nei confronti dello Stato, si trovano nella condizione di avere difficoltà ad incassare i crediti relativi a forniture che siano certe ed esigibili. Ci pareva quindi, con questa proposta emendativa, di intervenire positivamente su tale argomento, rendendo possibile la compensazione fra debiti fiscali e crediti nei confronti dello Stato. Il senso dell'articolo aggiuntivo è esattamente in questa linea e insistiamo per la sua approvazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Rossi 15.051, non accettato dalla Commissione, né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 452
Astenuti 4
Maggioranza 227
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 237).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Giudice 15.0200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, in sostanza chiediamo di applicare, con l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Giudice, un criterio molto semplice, molto democratico: quello della compensazione fiscale. Non si comprende perché un imprenditore, un'impresa non possa facilmente compensare i debiti e i crediti nei confronti del fisco.
È vero che esiste un costo - assai relativo - per l'erario, ma è vero anche che, applicando la compensazione, si raggiungerebbe un equilibrio che in democrazia, nel rapporto con il fisco, dovrebbe essere scontato. Non riusciamo quindi a comprendere la ratio del parere contrario espresso dal Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giudice 15.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 247).
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ferdinando Benito Pignataro 16.2, Di Salvo 16.201 e Fava 16.202, dalla cui approvazione discenderebbe la preclusione dei successivi emendamenti Mazzocchi 16.1 e Affronti 16.203.Pag. 7
La Commissione formula inoltre un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Turco 16.050 e un invito al ritiro, e subordinatamente parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 16.054. La Commissione formula infine un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Turco 16.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferdinando Benito Pignataro 16.2, Di Salvo 16.201 e Fava 16.202, interamente soppressivi dell'articolo 16, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 463
Hanno votato no 2).
Risultano pertanto preclusi i successivi emendamenti Mazzocchi 16.1 e Affronti 16.203.
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Turco 16.050, sul quale il relatore ha formulato un invito al ritiro.
Constato l'assenza del presentatore. S'intende pertanto che egli non insista per la votazione.
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 16.054.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 16.054, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 252).
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Turco 16.0200, sul quale il relatore ha formulato un invito al ritiro e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Constato l'assenza del presentatore. S'intende pertanto che egli non insista per la votazione.
Chiedo dunque al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 19.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti Pag. 8Burgio 19.1 e Ferdinando Benito Pignataro 19.2 e sull'emendamento Gianfranco Conte 19.201.
La Commissione formula altresì un invito al ritiro dell'emendamento Bandoli 19.200, il cui contenuto è stato riformulato nell'emendamento 19.301 della Commissione, poiché su di esso la V Commissione (Bilancio) aveva espresso parere contrario.
La Commissione formula inoltre un invito al ritiro del subemendamento Burgio 0.19.301.1, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 19.301.
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'emendamento 19.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), raccomanda l'approvazione del suo emendamento 19.300 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 19.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
La Commissione formula infine un invito al ritiro degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Burgio 19.1 e Ferdinando Benito Pignataro 19.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, accettiamo l'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno che va nel senso dell'emendamento.
PRESIDENTE. Onorevole Ferdinando Benito Pignataro?
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, anche noi accettiamo l'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Gianfranco Conte 19.201.
Chiedo all'onorevole Gianfranco Conte se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, credo che l'Assemblea - ed in questo mi rivolgo al relatore - dovrebbe avere cognizione della situazione reale del Paese. Tutta la vicenda relativa alla certificazione a fini di prevenzione incendi è piuttosto complicata e data ormai dal lontano 1994, quando venne adottata una regolamentazione che innovava tutta la materia delle norme antincendio.
Ma rimane un problema. Poiché nel tempo si è praticamente portata avanti una regola non scritta, in base alla quale tutti gli impianti produttivi ricevevano un nulla osta preventivo che doveva poi essere confermato con il rilascio del certificato antincendio in un momento successivo, tutte le proroghe concesse nel corso degli anni hanno condotto ad una situazione nella quale impianti produttivi esistenti, che pure avevano il nulla osta preventivo, si sono trovati, ad un certo punto, nella necessità di acquisire il nulla osta definitivo e si sono visti richiedere la documentazione attestante la corrispondenza dei materiali alle norme antincendio.
È chiaro che, a distanza di dieci o quindici anni, è molto difficile rintracciare la documentazione originale, sia perché nel frattempo le imprese che hanno fornito i materiali si sono trasformate o, per varie vicissitudini, hanno chiuso, sia perché a distanza di quindici anni molto spesso le aziende stesse non dispongono della documentazione necessaria ad attestare il certificato di rischio.
A questo punto, ci sembra necessario che le imprese, al fine di essere poste nella condizione di poter ottenere il certificato antincendio, possano autocertificare, attraverso Pag. 9l'uso di tecnici abilitati, l'esistenza delle caratteristiche che garantiscono la corrispondenza alla normativa vigente.
Si tratta di una necessità assoluta, poiché altrimenti metteremmo le aziende nelle condizioni di non poter ottenere il certificato antincendio. La proposta emendativa al nostro esame mi sembra assolutamente ragionevole, e non capisco perché il Governo - mi rivolgo al sottosegretario Bubbico - non abbia preso in considerazione la soluzione da essa indicata, che aiuterebbe le imprese ad ottenere quel certificato che per tanti anni non hanno potuto avere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 19.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 237).
Prendo atto che i deputati Picano e Cioffi hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Assiste ai nostri lavori una classe dell'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato Anna Maria Barlacchi di Crotone, cui la Presidenza e l'Assemblea rivolgono il proprio saluto (Applausi).
Passiamo all'emendamento Bandoli 19.200.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, apprezzo parzialmente la riformulazione del mio emendamento 19.200, contenuta nell'emendamento 19.301 della Commissione, poiché è stata in gran parte raccolta anche l'esigenza che aveva ispirato l'emendamento in esame. Mi sorprende un po' che non si faccia riferimento al rafforzamento dei poteri ispettivi dell'Ispesl, che non viene citato (molti incendi, soprattutto nei luoghi di lavoro, sono dovuti agli impianti di pressione). Pertanto ritiro l'emendamento, ma chiedo al Governo, nella riformulazione, di tener conto anche dell'ultima parte della proposta in esso formulata.
STEFANO SAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare all'Assemblea che credo sarebbe molto più serio se i gruppi della maggioranza ritenessero la competente Commissione bicamerale di inchiesta e il progetto di legge relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro la sede adatta per presentare proposte in merito a questo argomento. Infatti, il provvedimento in esame è già «un mostro a nove teste». Se volessimo anche dare ascolto alle giuste richieste del mondo del lavoro e alle esigenze relative al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro con emendamenti a questo provvedimento, ritengo ci comporteremmo in modo non serio, anche nei confronti del Presidente della Repubblica, che ha sollecitato una normativa in materia attraverso quello strumento e quella Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento Burgio 0.19.301.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.
ALBERTO BURGIO. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Questa proposta emendativa si spinge nella stessa direzione dell'emendamento della Commissione, e Pag. 10semplicemente precisa la necessità che quel rafforzamento delle competenze delle attività di vigilanza e controllo riguardi in primo luogo i vigili del fuoco, che sono l'autorità pubblica intorno alla quale ruota il sistema della prevenzione antincendio.
Riteniamo che la menzione esplicita del Corpo dei vigili del fuoco, che è l'unica all'interno della disposizione che stiamo approvando, sia non solo indispensabile, ma anche coerente rispetto al decreto legislativo n. 139 del 2006, che riordina e precisa le funzioni dei vigili del fuoco e che costituisce, per dir così, un testo unico della prevenzione incendi, a sua volta riferimento indispensabile di quella delega per il testo unico sulla sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori testé approvato dalla Commissione lavoro del Senato e adesso in imminente discussione nell'altro ramo del Parlamento. Per tali motivi riteniamo opportuna questa menzione e raccomandiamo l'approvazione del subemendamento in esame.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, l'unico aspetto che desidero sottolineare, anche in relazione a quanto chiesto dalla collega Bandoli, è che la riformulazione dell'emendamento Bandoli 19.200 è dovuta al fatto che vi era un parere contrario della Commissione bilancio.
È chiaro che nella disposizione relativa agli accertamenti e alle ispezioni dell'autorità pubblica all'interno dei luoghi di lavoro, per «autorità pubblica» si intendono tutte le strutture pubbliche, vigili del fuoco e Ispesl compresi, che svolgano questa funzione. Si tratta di una dizione di mediazione rispetto al parere contrario della Commissione bilancio. Ritengo che sia errato specificare un ente piuttosto che un altro, perché è del tutto evidente che i vigili del fuoco svolgono una funzione e sono pertanto ricompresi nell'espressione generale che abbiamo utilizzato; devo altresì precisare che si tratta di un principio della delega, ed è evidente che quando si fa riferimento ad interventi di prevenzione o di controllo nei luoghi di lavoro, in relazione al certificato prevenzione incendi, dobbiamo avere presente tutto lo spettro degli organismi che sono ad essi dedicati.
Con la riformulazione riteniamo di aver assolto a tale compito. In ogni caso, se questa dichiarazione può essere utile ai fini dell'interpretazione di ciò che intendiamo con l'emendamento 19.300 della Commissione, ribadisco l'invito al ritiro della proposta emendativa in esame, perché si rischia di procedere ad una votazione che, sinceramente, mette anche un po' in imbarazzo.
FULVIA BANDOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, nell'emendamento proposto abbiamo specificato il nome dell'istituto perché, mentre risultano ispezioni compiute da aziende sanitarie locali e da centri preposti dall'INAIL, l'unico istituto italiano che non ha mai effettuato nessuna ispezione, in nessun luogo di lavoro, è proprio quello che abbiamo segnalato: l'Ispesl, creato dal Ministro Tina Anselmi dopo l'incidente di Severo, e che non è mai riuscito ad entrare in un luogo di lavoro e in un cantiere per eseguire il controllo di un impianto.
Pertanto stiamo sollevando un problema non soltanto di sicurezza, ma anche di ruolo degli istituti. Va bene anche ciò che avete scritto nell'emendamento proposto, oppure si potrebbero inserire le parole «tutti gli istituti preposti ai controlli». La questione che intendo sottoporre a lei e alla Commissione è che, a mio avviso, è scandaloso che esista in Italia un istituto di 1600 dipendenti, l'Ispesl, che non ha mai potuto effettuare un controllo in un luogo di lavoro! Questo è il motivo per il quale lo avevo citato nell'emendamento, non era un caso. È un problema, per voi, che tale istituto non abbia mai potuto effettuare un controllo? Tale circostanza per me è un problema, e credo che dovrebbe esserlo anche per voi.
ALBERTO BURGIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Ritirerei il subemendamento a mia firma 0.19.301.1, proponendo una riformulazione dell'emendamento 19.301 della Commissione, nel senso di aggiungere il riferimento ai vigili del fuoco. Dopo le parole «autorità pubblica» si potrebbero inserire le parole: «e in particolare dei vigili del fuoco».
PRESIDENTE. Il relatore o il rappresentante del Governo intendono intervenire?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, insisto perché venga mantenuta la formulazione della Commissione. Su questo tema si è dibattuto a lungo in Commissione e sono stati effettuati gli approfondimenti necessari. Le autorità pubbliche e le strutture pubbliche esercitano attività di verifica e di controllo in ragione dei poteri e delle funzioni attribuite a ciascuno di questi organismi.
Esistono, certamente, problemi di scarso funzionamento, talvolta attribuibili a carenze di risorse finanziarie, strumentali o di personale, o anche ad una confusione nell'attribuzione delle responsabilità, che inducono diversi organismi ad agire in un quadro non coordinato, tale da rendere meno efficace o del tutto assente l'attività di verifica e di controllo che le norme generali affidano agli enti, agli organismi e alle strutture pubbliche.
La questione, tuttavia, non si risolve con la citazione di questo o di quell'organismo. La formulazione proposta dal relatore introduce un indirizzo che richiede una politica per la prevenzione e per la verifica nei luoghi di lavoro in ordine all'esatta applicazione di tutti i dispositivi tesi a garantire la prevenzione degli incendi, ma anche a garantire il rispetto delle norme a tutela dei lavoratori e dei contesti territoriali che ospitano tali luoghi di lavoro.
Per questo motivo, qualunque formulazione esplicativa, nel senso dell'individuazione di uno specifico organismo, potrebbe risultare limitativa dell'attività più generale che la formulazione della Commissione esplicita e che conferisce alle istituzioni e agli organismi che hanno, per legge, determinate funzioni e determinate missioni, la possibilità di agire in maniera organica e coordinata a tutela degli interessi pubblici rilevanti.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori del subemendamento Burgio 0.19.301.1 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Burgio 0.19.301.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 430
Astenuti 34
Maggioranza 216
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 376).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 435
Astenuti 32
Maggioranza 218
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 188).Pag. 12
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Commenti del deputato Airaghi).
(Presenti 459
Votanti 448
Astenuti 11
Maggioranza 225
Hanno votato sì 363
Hanno votato no 85).
Prendo atto che i deputati Airaghi e Castellani non sono riusciti a votare.
Prendo altresì atto che il deputato Farinoni avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 461
Astenuti 8
Maggioranza 231
Hanno votato sì 374
Hanno votato no 87).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 458
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 309
Hanno votato no 158).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il mio articolo aggiuntivo intende superare una duplicazione di adempimenti che sappiamo essere estremamente onerosi in capo alle imprese. Infatti, vi è una carenza di coordinamento normativo che crea, soprattutto nel settore di installazione e manutenzione idraulica, notevoli disagi non soltanto per le imprese, ma anche per gli organi di controllo.
Sarebbe quindi opportuno che il Governo ed il relatore analizzassero con più attenzione il problema, anche per quanto riguarda gli aspetti di coordinamento normativo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) ed Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. La combinazione del suo intervento e degli applausi mi fa capire che lei non ritira l'articolo aggiuntivo...
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione propone di accantonare l'esame di tali proposte emendative e di passare all'esame dell'articolo 23.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame degli articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200 è pertanto accantonato.
(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Di Centa 23.200, mentre le restanti proposte emendative decadono dalla sua eventuale approvazione
La Commissione esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 23.01, Fava 23.02, Mazzocchi 23.051 e Milanato 23.0200, nonché sull'articolo aggiuntivo Tomaselli 23.050.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Centa 23.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, il gruppo dell'Italia dei Valori apprezza in modo particolare l'atteggiamento del relatore e della Commissione che hanno ritenuto di esprimere parere favorevole sull'emendamento in esame, perché, sia nella stesura del disegno di legge, sia nel successivo emendamento presentato dalla Commissione Bilancio, vi è un doppio vulnus. Su questo vorrei chiedere un comportamento coerente perché, se si accoglie l'emendamento che stiamo discutendo, al contempo non si può esprimere parere favorevole sulla proposta della Commissione Bilancio, ovvero sull'emendamento 23.400.
Relativamente al testo proposto dalla Commissione, sarebbe accaduto che, nell'ipotesi in cui, come prevede la norma civilistica, non fosse più stato fatto il bilancio straordinario mutualistico, si sarebbe permesso di accedere al patrimonio mutualistico delle imprese cooperative anche in presenza di perdite di esercizio o, comunque, di risultati negativi.
In riferimento alla seconda situazione, ossia al testo del disegno di legge ora riproposto dalla Commissione Bilancio, vorrei chiarire che non siamo d'accordo nemmeno sull'emendamento presentato dalla V Commissione, che contiene numerosi vulnus. È evidente che i due emendamenti presentano una correlazione purtroppo negativa, e quindi, non saremo d'accordo quando arriveremo a votarlo, anche se non credo ciò avverrà perché il buonsenso imporrebbe alla Commissione, in coerenza con l'assenso sull'emendamento in esame, di esprimere parere contrario sull'altro emendamento richiamato. Se così non fosse non vi sarebbe coerenza e linearità nell'atteggiamento della Commissione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,30)
LUCIANO D'ULIZIA. Il primo vulnus è dato dal fatto che vi è la possibilità di modificare gli scopi della cooperativa, Pag. 14perché si prevedono due anni di tempo prima di realizzare il cosiddetto bilancio straordinario mutualistico e, quindi, la cooperativa può trasformarsi in una società che ha finalità non mutualistiche, di lucro, e quindi utilizzare il patrimonio mutualistico per realizzare una finalità contrastante con i canoni civilistici della mutualità prevalente, cioè quindi delle finalità mutualistiche e sociali.
Il secondo vulnus si individua nella possibilità di accedere al patrimonio mutualistico e storico, realizzando attività diverse da quelle che, invece, vengono reputate sociali e mutualistiche.
Un vulnus ulteriore si riscontra nella proposta della Commissione bilancio, rappresentato dal fatto che, mentre nell'emendamento della Commissione attività produttive viene evitata l'emissione di strumenti finanziari, ciò non avviene nella proposta emendativa in esame.
Pertanto, si può dar atto all'emissione di strumenti finanziari, ovvero ad un ulteriore vulnus rispetto alle finalità mutualistiche.
Per tutte queste ragioni, il gruppo dell'Italia dei Valori apprezza il parere favorevole espresso sull'emendamento Di Centa 23.200 teso a sopprimere l'articolo 23. Preannunzio, pertanto, il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Centa 23.200, interamente soppressivo dell'articolo 23, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 468
Hanno votato no 2).
I successivi emendamenti all'articolo 23 sono preclusi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 23.01, Fava 23.02, Mazzocchi 23.051 e Milanato 23.0200, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 252).
Avverto che l'articolo aggiuntivo Tomaselli 23.050 è stato ritirato.
(Ripresa esame dell'articolo 25 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 7).
Ricordo che all'articolo 25 è stato presentato l'emendamento 25.300 della Commissione che, tuttavia, recando oneri, può essere esaminato solo il giorno successivo a quello nel quale è stato presentato.
Chiedo, pertanto, al relatore di esprimere il parere sulle restanti proposte emendative.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, poiché siamo in attesa di una riformulazione dell'emendamento Folena 25.3, nonché del parere della Commissione bilancio, la Commissione può esprimere il parere solo sugli articoli aggiuntivi Fava 25.021 e Ferdinando Benito Pignataro 25.0200, formulando un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 15FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Fava 25.021 e Ferdinando Benito Pignataro 25.0200 formulato dal relatore.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore ed anticipo che abbiamo discusso in mattinata circa l'ipotesi di presentare un ordine del giorno che ricalchi i contenuti del testo e, per il quale, è stata espressa disponibilità, da parte del relatore stesso.
Credo di poter parlare anche a nome dell'onorevole Folena, che ho contattato personalmente.
PRESIDENTE. Onorevole Pignataro?
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo 25.0200 è già stato ritirato nella seduta di ieri.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 32, poiché sull'articolo 30 sono state presentate proposte emendative per le quali si attende la valutazione della Commissione bilancio, mentre per l'articolo 27 abbiamo bisogno di un supplemento di riflessione.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vico 32.200 ed invita al ritiro dell'emendamento Tomaselli 32.201, nonché dell'articolo aggiuntivo Tomaselli 32.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 32.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 457
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato sì 398
Hanno votato no 59).
Passiamo all'emendamento Tomaselli 32.201.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SALVATORE TOMASELLI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore. Vorrei solo rimarcare che questo emendamento, come il successivo - che hanno in questi giorni generato numerose polemiche anche da parte del Consiglio notariale e di altri soggetti - non Pag. 16
potevano mettere in discussione il ruolo dei notai nel nostro Paese.Si intendeva fornire un contributo alla semplificazione, soprattutto sul versante delle piccole imprese, per quanto riguarda gli adempimenti relativi alla costituzione di società di persone e per quanto riguarda il trasferimento di quote, estendendo l'opportunità di provvedere a tali adempimenti non a soggetti privati, ma ad un soggetto pubblico, il Conservatore del pubblico registro che, come si sa, è tenuto dalle camere di commercio.
Si tratta, quindi, di un ampliamento di opportunità, volto, da un lato, a semplificare la vita delle piccole imprese e, dall'altro, ad avviare un processo di abbattimento di costi.
Posso intuire le ragioni che hanno fatto cambiare opinione alla Commissione, e quindi al relatore, rispetto all'opportunità di ritirare l'emendamento. Ritengo che rimangano inalterate le ragioni della validità di tali emendamenti, ma per ovvie ragioni politiche mi attengo all'invito al ritiro.
Ritiro gli emendamenti, ma non posso non rimarcare, da un lato, la loro validità nel merito e, dall'altro, la sostanziale inaccettabilità di alcune polemiche, anche un po' volgari, che ho letto in questi giorni su vari siti, con riferimento all'idea - che non mi è propria e mi riferisco anche ad altri colleghi - di mettere in discussione il ruolo importante che rivestono i notai nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Onorevole Tomaselli, ritira anche l'articolo aggiuntivo 32.0200?
SALVATORE TOMASELLI. Si, signor Presidente, ritiro anche l'articolo aggiuntivo 32.0200.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 460
Astenuti 5
Maggioranza 231
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 202).
Prendo atto che il deputato Affronti non è riuscito a votare.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo procedere all'esame dell'articolo 33.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 9).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 33.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). La Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 33.0300 e formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Pag. 17
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), interamente soppressivo dell'articolo 33, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 2).
È conseguentemente precluso l'emendamento Realacci 33.200.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33.0300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 211).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, in questo breve intervento desidero interloquire in modo particolare con il rappresentante del Governo, perché l'articolo aggiuntivo in esame rappresenta il tentativo di introdurre una maggiore trasparenza ecologica nei mercati. Con esso non si introduce alcun tipo di obbligatorietà, ma favorisce, con il recepimento della direttiva da parte dell'Italia, peraltro già avvenuto, la diffusione della «dichiarazione ambientale di prodotto» istituita dalle norme ISO serie 14020.
A nessuno, quindi, sfuggirà l'importanza di questa norma che aiuta, nell'ambito del rapporto tra politiche ambientali e consumeristiche, i consumatori ad avere una maggiore consapevolezza sulle prestazioni ambientali dei prodotti.
Su tale norma sarebbe opportuno che il Governo svolgesse un approfondimento e una valutazione più attenta per quanto attiene agli effetti positivi che essa potrà dispiegare sul mercato e anche nel rapporto con i cittadini che acquistano i prodotti. Conseguentemente, signor sottosegretario, tale norma avrebbe un impatto positivo anche dal punto di vista delle politiche ambientali, sempre più all'altezza delle sfide che dobbiamo affrontare.
Come sapete, abbiamo ritirato altre proposte emendative, ma su questo articolo aggiuntivo abbiamo una certa difficoltà ad accogliere l'invito al ritiro. Esso non comporta alcun onere per le imprese, ma anzi introduce, dal punto di vista della competitività, un elemento di sfida forte per le nostre aziende in tema di qualità ambientale. Se vogliamo essere un Paese all'avanguardia, dobbiamo entrare nel merito della questione ed affrontarla.
Per tale motivo, il gruppo dei Verdi non accoglie, dispiacendosene, ma motivandolo, l'invito al ritiro formulato dal relatore.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, la questione, come ha detto l'onorevole Bonelli, è di straordinaria rilevanza e merita sicuramente un approfondimento. Per tale motivo, propongo l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
Pag. 18PRESIDENTE. Qual è l'opinione del relatore?
ANDREA LULLI, Relatore. Sono d'accordo.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
Chiedo al relatore come intenda proseguire. Mi sembra che non possiamo procedere all'esame dell'articolo 34.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 35, in quanto con riferimento all'articolo 34 è in corso l'espressione del parere da parte della V Commissione (Bilancio).
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'articolo 34 e delle relative proposte emendative deve quindi intendersi accantonato.
(Esame dell'articolo 35 - A.C.2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gianfranco Conte 35.201, mentre sull'emendamento Lazzari 35.203 il parere è favorevole a condizione che venga riformulato nel senso di sopprimere le parole: «o, in relazione ad attività economiche, tra i soci o tra i membri dell'azienda familiare o tra i professionisti.». Sull'emendamento Lazzari 35.202 il parere è contrario, mentre sull'emendamento Nannicini 35.204 vi è un invito al ritiro.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Franzoso 35.0100, 35.0102, 35.0101, 35.0103, Sgobio 35.0201, 35.0202, 35.0203, Valducci 35.0204 e Urso 35.03. Formula un invito al ritiro perché si tratta di materie, in buona parte, già oggetto di discussione nell'altro ramo del Parlamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 35.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 457
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 237).
Prendo atto che i deputati D'Ippolito Vitale, Minardo, Affronti e Farinone non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lazzari 35.203.
Chiedo ai presentatori se accolgano la riformulazione proposta dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Sì, Presidente, accogliamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 35.203, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 465
Hanno votato no 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 35.202, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Minardo avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Nannicini 35.204.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, posso fare un «bel gesto», però credo che siamo molto in ritardo rispetto alla tariffa normalizzata nel settore idrico.
Con il mio emendamento si impegnava il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a formulare, entro sei mesi, i nuovi metodi della tariffa normalizzata, perché molti investimenti sono incorporati nelle tariffe ma non vengono effettuati. Inoltre, è assurdo parlare di consumi penalizzati, per una famiglia di quattro o cinque persone, perché si sa che ogni persona consuma 48 metri cubi l'anno. Pertanto, prevedere la penalizzazione per cento metri cubi significa proporre tariffe alte. In questo caso, le famiglie numerose saranno sempre penalizzate in ordine alle tariffe.
Accedo all'invito al ritiro perché vi è molta incertezza nella discussione di queste materie; tuttavia, sollecito il Governo a prestare molta attenzione a tali tematiche perché esse riguardano tanti cittadini.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, faccio mio, a nome del gruppo di Forza Italia, l'emendamento Nannicini 35.204.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre anche la mia firma sull'emendamento Nannicini 35.204.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini 35.204, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Forza Italia, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 245).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 455
Astenuti 16
Maggioranza 228
Hanno votato sì 286
Hanno votato no 169).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0100.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Onorevole Franzoso, anche su altri articoli aggiuntivi da lei presentati vi è l'invito al ritiro; quindi se vuole può esprimersi anche su quelli.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, per quanto riguarda i miei articoli aggiuntivi 35.0100 e 35.0102, si tratta di costi di allaccio alle reti.
Sappiamo tutti che in questo Paese le reti principali sono state realizzate addossando i relativi costi sulla collettività e date in gestione agli enti erogatori di servizi, come le reti idriche, ad esempio, dove le condotte principali sono state tutte realizzate con costi che ricadono sugli enti locali di riferimento e poi date in gestione.
Ritengo che per realizzare una vera liberalizzazione e per contenere i costi che gravano sugli utenti vi sia la necessità di eliminare i costi di allaccio alle reti, altrimenti si rischia di pagare due volte: una volta per l'allaccio, un'altra volta sui consumi. Ciò costituisce per certi versi una situazione anacronistica. È come se un cittadino qualunque, andando in un supermercato per fare la spesa, si trovasse a dovere pagare il biglietto di ingresso.
Quelle di cui si discute sono società commerciali che vendono un prodotto e, come tali, devono realizzare il loro profitto sul prodotto. Mi sembra strano che in questo Paese si debba ancora pagare l'allaccio alla rete per un prodotto che poi si dovrà acquistare.
Per tali motivi, mi auguro che il relatore, la Commissione, il Governo rivedano la loro posizione, atteso che ciò potrà rappresentare, nel complesso del disegno di legge, un principio di liberalizzazione reale con un abbattimento dei costi. Mi auguro, quindi, che ci sia un ravvedimento, perché quello in esame è un provvedimento, sicuramente sentito da tutti gli italiani rispetto al quale si pone il problema di un eccessivo costo dei servizi.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Franzoso non accede all'invito al ritiro dei suoi articoli aggiuntivi 35.0100, 35.0102, 35.0101 e 35.0103.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0100, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0102, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 249).Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0101, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 250).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franzoso. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, qualche settimana fa la Camera ha licenziato la proposta di legge A.C. 1428 recante modifiche alla disciplina dello sportello unico; un provvedimento normativo bipartisan il cui primo firmatario era il collega Capezzone, presidente della X Commissione. Abbiamo approvato quel provvedimento che prevedeva - con velleità - che entro sette giorni si fosse in grado di approvare e dare la concessione per la realizzazione di un complesso industriale, una manifattura e quant'altro. Ora un conto è la costruzione, altro conto è l'attività che si intende svolgere in quella manifattura. Con quella proposta di legge abbiamo accelerato l'autorizzazione per la realizzazione degli stabilimenti, tuttavia non ci sono ancora i tempi adeguati per l'avvio dell'attività di quei complessi industriali. Ritengo, conseguentemente, che a ben poco serva quel provvedimento, perché spesso e volentieri, anzi quasi sempre, rileviamo che si realizza il complesso industriale ma poi le società erogatrici di servizi, le società idriche, le telematiche, le elettriche impiegano qualche anno per allacciare l'utente che ha fatto la richiesta. E allora che cosa si vuole fare con questo articolo aggiuntivo? Si vuole far sì che, a fronte della richiesta dell'interessato (laddove ci sono le condotte principali, per cui non stiamo parlando di zone che non sono urbanizzate, ma di zone che ricadono in piani di insediamenti produttivi in cui si presuppone che siano state realizzate tutte le reti necessarie), queste aziende eroghino il servizio quanto meno entro trenta giorni a seguito del pagamento dell'allaccio che - come detto prima - non sarebbe dovuto.
Poiché il Parlamento ha deciso diversamente, ritengo sia necessario, quantomeno, che, a seguito del pagamento dell'allaccio, sia fissato un termine preciso entro il quale queste aziende debbano fornire il servizio richiesto.
Credo che sia un atto di buonsenso, non fosse altro che per essere coerenti e conseguenziali alla proposta di legge che questa Camera ha approvato. Diversamente, offriremmo un luogo dove andare «a ricoverarsi e a coprirsi dalle piogge», ma non consentiremmo alle aziende l'avviamento nei propri insediamenti della produzione.
PRESIDENTE. Saluto la delegazione dell'Associazione FIDAPA di Padova, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0103, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 254).Pag. 22
Passiamo all'articolo aggiuntivo Sgobio 35.0201.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, avevamo ritenuto con gli articoli aggiuntivi Sgobio 35.0201, 35.0202 e 35.0203 di affrontare una questione importante nell'ambito del disegno di legge che riguarda misure a favore dei cittadini consumatori, considerato che questi ultimi sono fortemente penalizzati dal fatto che nel nostro Paese non sono state adottate adeguate misure - controlli e monitoraggio - relativi ai prezzi e alle tariffe; da ciò è derivata la perdita progressiva del potere d'acquisto di salari, stipendi e pensioni.
Intendevamo pertanto affrontare tale problema proponendo misure per contribuire a difendere il valore reale delle retribuzioni da lavoro dipendente dall'aumento dell'inflazione, almeno per quanto riguarda l'aumento dei prezzi delle tariffe essenziali.
Da un lato, pensavamo di limitare gli aumenti degli importi delle tariffe dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua, delle telecomunicazioni e dell'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante da circolazione dei veicoli a motore, legandoli al valore dell'inflazione programmata, impedendo quindi la possibilità di eccedere tale valore; dall'altro, proponevamo un'altra tutela, prevedendo, nell'eventualità di un aumento brusco e repentino delle tariffe essenziali, verificatesi più volte in particolari circostanze anche di carattere economico, di far confluire in un apposito fondo i maggiori ricavi dell'IVA gravante sulle tariffe medesime dovuti all'aumento della base imponibile.
Il valore delle nostre proposte rimane inalterato, quindi ritiriamo tutti e tre gli articoli aggiuntivi, rendendoci conto che nell'altro ramo del Parlamento sta iniziando nel merito una discussione; tuttavia, verificheremo il «prodotto» che uscirà dal Senato, in particolare se ci sarà la previsione delle misure da noi proposte, altrimenti saremo costretti a riproporre alla Camera le stesse misure, perché le riteniamo valide e perché devono prevedere una copertura finanziaria, considerato l'interesse dei cittadini consumatori, soprattutto quelli delle classi meno abbienti.
PRESIDENTE. Sta bene. Gli articoli aggiuntivi Sgobio 35.0201, 35.0202 e 35.0203 sono stati quindi ritirati.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Valducci 35.0204.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Valducci 35.0204, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 249).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Urso 35.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ADOLFO URSO. Anche noi preferiamo che sia votato l'articolo aggiuntivo e vorremmo sottolinearne l'importanza per fare chiarezza sul dibattito che si sta svolgendo nel Paese, al Senato e qui alla Camera per quanto riguarda le liberalizzazioni e, in particolare, i servizi pubblici locali.
È vero che vi è un provvedimento Lanzillotta al Senato ma è altrettanto vero che questo provvedimento ha già fatto la «marcia del gambero», con tre diversi compromessi sempre al ribasso, riguardanti Pag. 23il recupero della gestione diretta in economia dei comuni, la moratoria per i servizi idrici e il ripristino dei servizi delle società speciali.
Devo aggiungere che proprio oggi Il Corriere della Sera denuncia quello che è avvenuto alla Camera l'altro giorno, un blitz per cui l'acqua viene nazionalizzata, facendo notare la distorsione provocata dal subemendamento approvato che non solo realizza una moratoria senza tempo, perché lega la sospensione all'approvazione di un provvedimento che verosimilmente non sarà mai approvato - parlo della gestione dei servizi idrici - ma provoca anche il ritorno delle concessioni ai comuni, alle province, alle regioni, provocando un meccanismo di cosiddetta nazionalizzazione delle gestioni delle risorse idriche.
Ovviamente anche sulla base di questo, invito la maggioranza, l'ala riformista, se ancora esiste, se riesce a battere un colpo, a cogliere questa occasione e a dare un segnale (visto che è possibile con questo articolo aggiuntivo) realizzando davvero una liberalizzazione dei servizi pubblici locali con la cancellazione delle concessioni NAOS e, appunto, la concessione in gara di tutti i servizi pubblici locali. Vi invito ad un atto di riflessione, comunque ad un altro atto di chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Urso 35.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 449
Astenuti 19
(Maggioranza 225
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 247).
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo passare all'esame dall'articolo 36.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 36 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 11).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 36.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) interamente soppressivo dell'articolo.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 36.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
(Maggioranza 237
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 193).
Prendo atto che la deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
È conseguentemente precluso il successivo emendamento Gianfranco Conte 36.200.
(Esame dell'articolo 37 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 12).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 37.400 e 37.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86,comma 4-bis del Regolamento), e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 37.300.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Galante 37.0202 per le motivazioni che ho già detto in altra istanza e dell'articolo aggiuntivo Cancrini 37.0205, in quanto credo che vi sia un impegno del Governo a valutare la questione in sede di discussione della legge finanziaria.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore e confermo in ordine all'articolo aggiuntivo Cancrini 37.0205, riguardante l'agevolazione IVA, un impegno ad inserire la norma meritevole di attenzione e di soluzione in un provvedimento che tratti in maniera più organica la materia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
(Maggioranza 237
Hanno votato sì 469
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 475
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato sì 286
Hanno votato no 188).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 451
Astenuti 27
Maggioranza 226
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 195).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Galante 37.0202.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Cancrini 37.0205.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 13).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Antonio Pepe 38.200, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Lazzari 38.050, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Giudice 38.0200.
La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0201, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: aggiungere il comma «ai sensi dei commi 1 e 2, al decorso del periodo di tempo di cui al comma 1, la banca comunica all'intestatario del deposito la disponibilità delle somme e dei titoli e, decorso un anno senza risposta o nuove operazioni, procede alle ulteriori comunicazioni ai sensi dei medesimi commi».
La Commissione esprime, infine, parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0202, mentre invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Sanga 38.0203.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonio Pepe 38.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 466
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 239).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 454
Astenuti 19
Maggioranza 228
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 186).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 38.050.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, questa volta, invece di rivolgermi al relatore e al Governo, per i quali vale il principio secondo cui quando chiediamo di applicare un minimo di buonsenso troviamo una muraglia davanti (e spesso non ne comprendiamo il motivo), mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra, sperando che - almeno da parte loro - vi sia un po' di sensibilità nei confronti delle nostre proposte. Stiamo introducendo il completamento di alcuni elementi, che erano stati inseriti nel cosiddetto decreto-legge Bersani, relativi all'estinzione anticipata dei mutui in forma gratuita.
Così come l'abbiamo chiesto allora - e in maniera inascoltata! - chiediamo che l'estinzione dei mutui non gravata da costi sia possibile anche per le persone giuridiche. La volta scorsa l'abbiamo introdotta per le persone fisiche e ci sembra opportuno che anche le piccole imprese e il mondo del sistema produttivo possano accedere alla possibilità di estinguere anticipatamente il mutuo senza costi.
Mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra: se qualcuno condivide questa proposta, a prescindere dal fatto che essa provenga dai banchi dell'opposizione, ci dia un segnale, sostenga tale articolo aggiuntivo, lo faccia con le parole o con il voto!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lazzari 38.050 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 239).
Prendo atto che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Giudice 38.0200.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
GASPARE GIUDICE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor presidente, l'obiettivo dell'articolo aggiuntivo è di fare maggiore chiarezza. Qualora non si estenda la norma anche alle aziende e non lo si specifichi nel testo, queste ultime rischiano certamente di risultare discriminate dalla norma. Pertanto, si tratta unicamente di un articolo aggiuntivo di buon senso che chiarisce meglio la portata della norma.
PRESIDENTE Avverto che il parere della Commissione e del Governo deve intendersi contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giudice 38.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 463
Astenuti 3
Maggioranza 232Pag. 27
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 247).
Prendo atto che la deputata Velo non è riuscita a votare.
Avverto che la proposta di riformulazione da parte della Commissione relativa all'articolo aggiuntivo Crisci 38.0201 è da intendersi come un vero e proprio subemendamento della Commissione all'articolo aggiuntivo, con la numerazione 0.38.0201.1, del quale do lettura: Aggiungere il seguente comma: «Ai sensi dei commi 1 e 2, al decorso del periodo di tempo di cui al comma 1, la banca comunica all'intestatario del deposito la disponibilità delle somme e dei titoli e, decorso un anno senza risposta o nuove operazioni, procede alle ulteriori comunicazioni ai sensi dei medesimi commi.»
Qual è il parere del Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.38.0201.1 della Commissione accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 471
Astenuti 9
Maggioranza 236
Hanno votato sì 469
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0201 come subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 1).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Sanga 38.0203.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, approfitto dell'esame di questo articolo aggiuntivo per richiamare...
PRESIDENTE. Chiedo scusa ma ho sbagliato. Prima chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Sanga 38.0203 formulato dal relatore.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Quindi, onorevole Saglia, non le posso concedere la parola in quanto l'articolo aggiuntivo è stato ritirato.
(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 14).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 39.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Trattandosi di un unico emendamento interamente soppressivo, sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, in realtà il mio potrebbe essere un intervento sull'ordine dei lavori. È stato approvato l'articolo aggiuntivo 38.0202 Crisci che riguarda l'obbligo di comunicazione sui depositi giacenti.
È una materia sulla quale oggi leggiamo sui giornali che il Governo ha deciso di legiferare. Spero che la mano sinistra sappia cosa fa la destra, che non ci sia una contraddizione fra i due provvedimenti, perché altrimenti veramente ci sarebbe un'ulteriore confusione normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, prendo la parola soltanto per rispondere al collega.
L'articolo aggiuntivo precedente sostanzialmente migliora la normativa che oggi è stata comunicata relativa alla disciplina dei depositi dormienti, in quanto prende in considerazione una fattispecie particolare: il caso in cui un soggetto, per ragioni magari riconducibili alla perdita della vita, detiene somme che non possono essere utilizzate dagli eredi. Con la disciplina in esame si mette l'erede nella condizione di essere informato delle somme giacenti presso un qualsiasi istituto di credito, e quindi non soltanto abbiamo fatto bene allora a disciplinare i conti dormienti, ma ritengo che con la norma approvata sia migliorato anche un aspetto particolare di quella disciplina. Così anche se un soggetto perde la vita, per esempio, e ha somme depositate, gli eredi possono venire a conoscenza della situazione.
Mi pare quindi che l'osservazione non sia riconducibile alla natura dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 39.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 458
Astenuti 16
Maggioranza 230
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 312).
PRESIDENTE. Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Propongo di accantonare l'articolo 40 e di passare all'articolo 41.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'articolo 40 e delle proposte emendative ad esso presentate è pertanto accantonato.
Pag. 29(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 15).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Contento 41.1, Contento 41.2, Fedele 41.50, Lazzari 41.51 e Contento 41.3, e favorevole sugli emendamenti 41.400 e 41.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Franzoso 41.4.
A proposito degli articoli aggiuntivi, la Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.02.
La Commissione, inoltre, formula un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Ferdinando Benito Pignataro 41.05, D'Agrò 41.03, sugli identici D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201 e sull'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. Esprime, ancora, parere contrario sugli articoli aggiuntivi Giudice 41. 0203, Saglia 41.052, Gianfranco Conte 41.0206.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205 e sull'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204, altrimenti su quest'ultimo il parere è contrario. Esprime, inoltre, parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Luciano Rossi 41.055 e D'Agrò 41.0100, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 41.0200. Formula, infine, un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Lazzari 41.06.
Per quanto riguarda le restanti proposte emendative, si chiede che vengano accantonate.
PRESIDENTE. Quindi lei chiede che venga accantonato l'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione e i subemendamenti ad esso riferiti.
Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 41.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo, in relazione a questo articolo e agli emendamenti presentati, per sottolineare un'ulteriore questione che, a nostro giudizio, merita attenzione da parte dell'Assemblea. Se è vero, infatti, che l'articolo al nostro esame si riferisce ad una precisa direttiva comunitaria, relativa all'istituzione di un sistema di pagamenti a livello europeo, e che esso introduce quindi una nuova figura di imprenditori economico-finanziari, vale a dire le imprese che gestiranno, per conto dei loro clienti, le modalità di pagamento nello spazio europeo, esso presenta però al proprio interno talune insidie che il Governo, il relatore e la maggioranza dovrebbero spiegare e chiarire.
Nell'attribuire la delega, il comma 1, alla lettera a), fa riferimento alla «progressiva introduzione, a carico delle pubbliche amministrazioni (...) dell'obbligo di accettare pagamenti tramite moneta elettronica, nonché attraverso servizi telematici e telefonici, previa stipulazione di convenzioni, tramite procedura competitiva, con banche e loro associazioni, volte ad escludere che dall'applicazione delle disposizioni dei medesimi decreti legislativi derivino oneri o aggravi finanziari per i cittadini e per l'amministrazione». Quello che ci preoccupa è contenuto invece, in particolare, nell'ultima parte della lettera b). Mi riferisco alla «graduale estensione dell'obbligo di cui alla lettera a)», cioè dell'obbligo di accettazione dei pagamenti in forma elettronica, «ai soggetti Pag. 30incaricati di servizi pubblici»: fin qui, potremmo anche essere d'accordo, poiché se dobbiamo favorire uno spazio europeo, è evidente che anche gli incaricati di servizio pubblico possono essere attratti in questo sistema. Ma a tali soggetti, alle banche e alle assicurazioni (che vi hanno un interesse diretto, come vedremo fra breve) si aggiunge un'ulteriore categoria: «altri soggetti appartenenti a specifiche categorie economiche». Riteniamo che questa dizione sia quantomeno troppo generica, poiché rientra in un aspetto un po' preoccupante, che non riguarda soltanto la pubblica amministrazione, i gestori dei servizi pubblici, le banche e le assicurazioni, ma anche, le piccole imprese e i contribuenti che potremmo definire «di piccola taglia»,, che verrebbero attratti in quest'obbligo.
Perché si fa questo? Per il semplice fatto che dietro a questa operazione - lo ripeto: oggetto di una direttiva comunitaria - si nasconde un mondo di affari non indifferente, quello dei servizi di pagamento che le società costituite dai sistemi bancari e finanziari porranno in essere per utilizzare la direttiva e trarne beneficio.
La Camera, almeno a nostro giudizio, ha il compito di delimitare quali sono i soggetti cui deve applicarsi la normativa in esame; e deve essere chiaro che essa può applicarsi alle banche, alle assicurazioni e alla pubblica amministrazione, ma non può essere estesa ad ogni categoria di contribuenti o ad ogni categoria economica. Immaginate che cosa accadrebbe se tale obbligo, in sede di esercizio della delega, fosse esteso alle piccole imprese e ai professionisti: a queste attività, esercitate magari in zone disagiate, verrebbe imposto l'obbligo di effettuare e ricevere i pagamenti con modalità necessariamente telematica.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 12,30)
MANLIO CONTENTO. Torneremo su questi temi, poiché l'articolo al nostro esame presenta tali insidie: non si riferisce esclusivamente al sistema dei pagamenti nella pubblica amministrazione e nel sistema bancario, ma introduce - e mi riferisco ad esempio alla lettera g), su cui torneremo - anche taluni obblighi di carattere tributario e fiscale che sono a nostro giudizio strumentali ad implementare il tipo di affari e di iniziative di quelle imprese che svolgeranno i servizi di pagamento nello spazio europeo.
Potrei dire, e concludo, che abbiamo già dato abbondantemente nei confronti di banche, assicurazioni e sistemi finanziari: salvaguardiamo, almeno, le piccole imprese e i piccoli contribuenti dagli obblighi che la normativa al nostro esame vuole imporre (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, ricordo ai colleghi - a supporto di quanto detto dall'onorevole Contento, che condivido pienamente - che ad essere risollevata è l'antica e non sopita questione dell'incostituzionalità delle norme al nostro esame. Se, infatti, non viene accettato almeno l'emendamento presentato ed illustrato dal collega Contento, rischiamo di imporre l'obbligo di ricevere forme alternative di pagamento, estromettendo, di fatto, i titoli e la moneta che, fino a prova contraria, vi è obbligo di ricevere, al punto che chi la rifiuti commette un reato.
Quindi, tale antica e rinnovata questione non può essere elusa dall'attenzione del Parlamento. È impossibile estromettere e mettere al bando la moneta. Tutto questo non è possibile, se non vi è, a monte, un deliberato legislativo ben più radicale ed importante. Non è possibile introdurre un obbligo assoluto - specialmente a carico di ditte private e piccole imprese - di ricevere forme alternative di pagamento. Stiamo sicuramente violando il dettato costituzionale, oltre che gettare in gravissima difficoltà le piccole realtà economiche e professionali del Paese.Pag. 31
Invito gli onorevoli colleghi alla massima attenzione da questo punto di vista, poiché non si tratta di una questione ideologica ma, semplicemente, di rispetto costituzionale e di senso pratico della vita dei nostri concittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 41.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 472
Astenuti 5
Maggioranza 237
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 41.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedele 41.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente raccomandiamo l'approvazione dell'emendamento in esame, che si oppone all'introduzione di una soglia massima entro la quale si possono pagare gli stipendi, le pensioni e i compensi comunque corrisposti in via continuativa ai prestatori d'opera in contanti o in assegni.
È chiaro che agli imprenditori non fa piacere mettere insieme il denaro necessario a pagare gli stipendi, ma molto spesso proviene proprio dagli operai o dai pensionati la richiesta di poter avere a disposizione somme in contanti per evitare di fare le solite trafile presso le banche, la posta e tutti i luoghi nei quali vengono accreditati i loro stipendi. Porre una soglia massima significa, in primo luogo, costringere gli operai, gli impiegati e i pensionati ad aprire un conto corrente per la destinazione del proprio stipendio e, in secondo luogo, affrontare ulteriori costi. Insistiamo, quindi, per l'eliminazione della lettera c) dell'articolo 41 e chiediamo al relatore ed al Governo di riconsiderare il loro parere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, a sostegno dell'emendamento in esame, intervengo per ribadire il concetto prima illustrato di incostituzionalità sicura delle norme che si stanno introducendo e per far osservare agli onorevoli colleghi che non stiamo soltanto penalizzando le imprese o le aziende, anche di piccola dimensione, mettendole in serie difficoltà, ma stiamo penalizzando anche i percettori delle retribuzioni e dei redditi da lavoro.
Chi non è particolarmente attrezzato, non è nella condizione e non vuole sostenere gli oneri aggiuntivi per il fatto di essere recettore di queste retribuzioni, il cui limite rischierà di diventare poi generalizzato e quindi anche minimo, è assoggettato a questi oneri ed è penalizzato. Stiamo dunque penalizzando i percettori di reddito, anche modesto, e intanto stiamo estromettendo e mettendo al bando la moneta avente corso legale in questo Paese.
Raccomando dunque l'approvazione dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei soltanto far rilevare che l'oggetto dell'emendamento in esame ha un limite, perché è vero che il comma 1, lettera c), rappresenta un eccesso, ma è anche vero che avremmo dovuto eliminare solo il pagamento in contanti.
L'emendamento che viene proposto non propone di eliminare il pagamento in contanti e permettere solo il pagamento con assegno. Esso sancisce la soppressione totale del comma 1, lettera c). Perciò vorrei far riflettere il presentatore dell'emendamento, in quanto a mio avviso la Commissione e il relatore avrebbero potuto accettare la proposta emendativa se in essa non vi fosse sancita la soppressione totale del comma 1, lettera c), ma si fosse conservato il pagamento con assegni, eliminando il pagamento in contanti, che è, come è noto, fonte di possibili distorsioni fiscali.
Invito il presentatore dell'emendamento a proporre una riformulazione, nel senso di eliminare la possibilità di procedere al pagamento in contanti e di mantenere quella del pagamento con assegni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per esprimere un'opinione fortemente contraria all' emendamento in esame. Spesso i lavoratori e le lavoratrici, soprattutto nelle aziende più piccole o in settori economicamente deboli, denunciano che in molte occasioni si trovano dinanzi ad un ricatto: a fronte di una presunta busta paga, tramite il pagamento delle retribuzioni in contanti viene loro elargita una retribuzione inferiore a quanto dichiarato nella busta paga stessa.
Da questo punto di vista, invece, il versamento in conto corrente, o comunque il pagamento con strumenti certificati, rappresenta uno strumento di tutela di un corretto rapporto di lavoro e della corretta retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo ci opponiamo all'emendamento in esame e chiediamo il mantenimento del testo (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Gianfranco Conte, lei non può parlare sull'emendamento in esame, perché ha già svolto il suo intervento.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, chiedo di parlare perché vi è una proposta di riformulazione.
PRESIDENTE. Intende intervenire sulla riformulazione?
GIANFRANCO CONTE. Accetto la riformulazione. Essa mi sembra ragionevole e viene incontro effettivamente alle esigenze a cui volevamo dare corso.
PRESIDENTE. Ovviamente, onorevole Gianfranco Conte, lei aggiunge la sua firma all'emendamento in esame.
Qual è l'opinione dell'onorevole relatore al riguardo? Ricorda, infatti, che solo il relatore può presentare una proposta di riformulazione, e nella fattispecie ci troviamo di fronte ad un emendamento soppressivo.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, non ho compreso la proposta. Chiedo che i colleghi la illustrino.
PRESIDENTE. È chiaro a tutta l'Assemblea che l'emendamento Fedele 41.50 è soppressivo. È difficile riformulare un emendamento soppressivo, quindi neanche la Presidenza riesce a cogliere in cosa consista la proposta avanzata. Dovrebbe essere il relatore a presentare la proposta di Pag. 33riformulazione, ma di fronte ad un emendamento soppressivo mi pare che non vi siano le condizioni per farlo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, la lettera c) del comma 1 dell'articolo 41 prevede la «introduzione di una soglia massima oltre la quale lo stipendio, la pensione e i compensi comunque corrisposti in via continuativa a prestatori d'opera non possono essere erogati in contanti o con assegni».
Conferire una simile delega al Governo per stabilire una soglia a me pare un fatto che, dal punto di vista normativo, non sta né in cielo né in terra. Si pensi che stiamo introducendo, in effetti, ciò che è stata da sempre un'intuizione da parte del Viceministro, cioè quella di non usare più il denaro come merce di scambio.
Mi domando cosa questo voglia dire per il povero pensionato, se si stabilisce, per esempio, la pensione di 1.200 euro! Rimango fortemente allibito e mi pare che, a questo punto, il Governo dovrebbe prestare seria attenzione alla proposta emendativa formulata dall'onorevole Gianfranco Conte. Nel caso contrario si tratterebbe, di fatto, del perseguimento di un obiettivo che ci pare consista nell'eliminare la moneta come merce di scambio in questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, poiché sono tra i firmatari dell'emendamento Fedele 41.50, mi rivolgo al relatore e al Governo per dichiarare che le proposte emerse dal dibattito ci trovano disponibili. Siamo pronti a riformulare l'emendamento, nel senso di mantenere la lettera c) del comma 1 dell'articolo in esame, a condizione che vengano eliminate le parole «in contanti». A queste condizioni siamo pronti a modificare l'emendamento, purché si manifesti la disponibilità del relatore e del Governo, secondo ciò che è emerso nell'ambito del dibattito.
PRESIDENTE. A questo punto, soltanto il relatore e la Commissione possono presentare emendamenti o riformulazioni dell'emendamento. Chiedo all'onorevole Lulli di pronunciarsi rispetto alle richieste che sono state avanzate e, successivamente, assumeremo le relative decisioni.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, non so se sia possibile riformulare l'emendamento soppressivo...
PRESIDENTE. La Commissione dovrebbe presentare un nuovo emendamento di modifica della lettera c) del comma 1 dell'articolo 41. È evidente che, a quel punto, i presentatori ritirerebbero l'emendamento soppressivo. Si tratta di accertare se il relatore e la Commissione siano disponibili. Chiedo al relatore, onorevole Lulli, di pronunciarsi in merito.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, se il discorso riguarda gli assegni vi può essere la disponibilità della Commissione, tuttavia ho sentito parlare di contanti. Se il problema riguarda i contanti la Commissione non è disponibile.
Peraltro, si tratta di una delega che, in ogni caso, sarà sottoposta anche al parere delle Commissioni parlamentari, quindi non si sta conferendo al Governo una delega in bianco.
Se il problema riguarda gli assegni possiamo discuterne nel Comitato dei nove, se riguarda i contanti sinceramente non capisco come potremmo riformulare la norma, proprio da un punto di vista tecnico: o si è d'accordo o non lo si è.
PRESIDENTE. Onorevole Lulli, vi è, da parte sua, una proposta di accantonamento dell'esame dell'emendamento Fedele 41.50, per valutare all'interno del Comitato dei nove la modifica che è stata proposta? Se non esiste tale disponibilità è inutile continuare a discutere e si passa ai voti.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, è possibile accantonare la proposta emendativa in esame, fermo restando Pag. 34che permane il parere contrario della Commissione sull'emendamento soppressivo Fedele 41.50.
PRESIDENTE. Sta bene. Se non vi sono obiezioni, l'emendamento Fedele 41.50 deve intendersi accantonato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lazzari 41.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, prendo la parola su questo emendamento, anche se confesso che si tratta di una coda in merito alle considerazioni svolte in occasione dell'emendamento ora accantonato.
Mi compiaccio che sia stato accantonato e suggerisco che si elabori, eventualmente, un emendamento che inglobi queste materie, unendo la lettera c) alla lettera d). Se cortesemente il relatore...
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, l'ho fatta parlare, ma le ricordo che stiamo procedendo all'esame dell'emendamento Lazzari 41.51.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. È la stessa materia, Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, lei non può riportare la discussione su un emendamento che è stato accantonato. In sede di Comitato dei nove i rappresentanti del suo gruppo potranno sicuramente far presente le sue osservazioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, anche questo emendamento interviene su una questione nota. La gran parte degli introiti delle banche è basata sui servizi, ma naturalmente il costo dei conti correnti bancari è gravato anche da un imposta di bollo che viene versata allo Stato.
La proposta emendativa, proprio perché si vuole agevolare l'utilizzo della via telematica nei trasferimenti e negli utilizzi dei conti correnti, si prefigge di delegare il Governo a verificare se vi siano le condizioni per la soppressione dell'imposta di bollo sulle operazioni per via telematica ed elettronica, venendo così incontro all'esigenza di far transitare, attraverso tali sistemi, tutte le operazioni. Naturalmente un passo avanti in questo senso da parte del Governo - mi rendo conto che costerebbe, ma si potrebbe anche pensare, invece che alla soppressione, ad una riduzione dell'imposta di bollo - sarebbe gradito ai cittadini consumatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, mi scusi se forse le mie considerazioni potranno sembrare non attinenti al merito della discussione, ma vorrei riferirmi alla lettera c) del comma 1 di questo articolo, laddove si stabilisce che, oltre una certa soglia, il pagamento di una pensione non potrà più essere erogato in contanti. Mi domando in quale maniera pensate di pagare il pensionato che prende tre, quattro o cinquecento euro di pensione? Intendete forse obbligare il pensionato ad aprire un conto corrente bancario o postale? Mi sembra, ad una prima lettura, che tutto ciò sia totalmente illiberale. Il Governo deve spiegare come farà un pensionato a percepire fisicamente la propria pensione!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, le ho già dato la parola prima.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, me l'ha tolta prima, non me l'ha data!
PRESIDENTE. Le ho concesso la parola, ma lei è intervenuto su un altro argomento (Commenti del deputato Benedetti Valentini)!Pag. 35
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 41.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 249).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei valori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la ringrazio per la sua cortesia, ma non sono d'accordo nel merito del suo atteggiamento precedente.
L'onorevole Benedetti Valentini lamenta di avere subito una censura da parte sua, poiché gli ha tolto la parola.
Ritengo che in questi casi, signor Presidente, consentire di parlare un minuto di più sia assai più proficuo che discutere sull'opportunità e sul diritto di intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Presidente La Russa, non vi è alcun atteggiamento fazioso da parte mia (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia). È accaduto che, mentre stavamo discutendo di un emendamento, due colleghi del suo gruppo siano intervenuti su un'altra proposta emendativa e lei sa molto bene, avendo esercitato la funzione che sto esercitando io, che bisogna intervenire sull'argomento in discussione.
Ho consentito a due deputati del suo gruppo di prendere la parola, intervenendo su un altro argomento, dunque mi sembrava non fosse il caso di insistere ancora.
Questa è la ragione per cui ho ritenuto di dire all'onorevole Benedetti Valentini che non era possibile intervenire su un emendamento che, nel frattempo, era già stato accantonato. Quando si riprenderà l'esame dello stesso per l'onorevole Benedetti Valentini sarà possibile esprimersi ancora (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Onorevole La Russa, sia certo che da parte mia vi è la massima considerazione delle prerogative dei parlamentari, in particolare dell'opposizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 41.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 467
Hanno votato no 1).Pag. 36
Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, è abbastanza divertente il contenuto dell'emendamento in esame che, tra l'altro, riprende le indicazioni della Commissione Bilancio. Si sostiene, in parole povere, che dall'attuazione dell'articolo 41, relativo all'introduzione dei sistemi di pagamento, non dovrebbero derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Posso anche immaginare che, attraverso le convenzioni di cui tratta la lettera a) del primo comma, vi siano alcune banche che mettono a disposizione il sistema di pagamento gratuitamente a favore delle pubbliche amministrazioni (non ne sono del tutto convinto, ma posso anche sperarlo e auspicarlo); ciò che sicuramente non riesco a comprendere, signor Presidente, è come si possa immaginare che queste imprese, che faranno parte dello spazio europeo dei pagamenti, operino gratuitamente. Infatti, come risulta dalla direttiva in questione, in particolare dalle sue premesse, risulta chiaro che, per quanto riguarda ad esempio le commissioni - non mi riferisco alle commissioni tecniche, ma a quelle come corrispettivo dei servizi - l'esperienza ha dimostrato che la ripartizione delle stesse tra il pagatore ed il beneficiario è il sistema più efficiente. Vi risparmio il resto!
Ciò sostanzialmente dovrebbe significare che le imprese potranno essere disponibili a mettere a disposizione i sistemi di pagamento, ma deve essere chiaro a tutti in quest'Assemblea, soprattutto quando si prevede l'estensione ad alcune categorie economiche, che quei servizi saranno pagati dall'utente e anche dal beneficiario. Pertanto, con quell'estensione caricheremmo di ulteriori oneri piccole imprese, contribuenti e pubbliche amministrazioni.
Questo è il motivo per cui queste clausole sono doppiamente ipocrite, come ipocrita è il Ministro Bersani sulla questione delle liberalizzazioni e sui provvedimenti che l'attuale Governo persegue (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia e del deputato Barani)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 461
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franzoso 41.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, quando la Commissione ha espresso parere favorevole su tale emendamento, ho pensato che in quella sede si fosse svolto sul medesimo un esame attento e serio; poi, però, mi sono dovuto ravvedere, perché evidentemente vi è stata una distrazione da parte del relatore.
L'emendamento in esame favorisce i consumatori per migliorarne le condizioni, riducendo o eliminando del tutto i costi annuali fissi per l'attivazione delle carte di credito ed altro, atteso che i consumatori, nel momento in cui le utilizzano, già pagano la commissione sulle varie operazioni da loro svolte.
Tutti sappiamo che la Camera ha licenziato la prima parte del decreto legge Bersani-Visco, in cui è prevista la tracciabilità di tutte le operazioni e si arriverà, se non ricordo male entro l'anno prossimo, Pag. 37intorno ai 500 euro e sarà generalizzato l'utilizzo di strumenti per la tracciabilità degli importi.
Credo che la Commissione, con gli emendamenti precedenti, non abbia voluto rispondere alla domanda del mondo delle imprese - anche se poi tutti si affannano a dare il proprio assenso di fronte a certe tematiche - ma ritengo sia arrivato il momento che il Governo metta da parte gli interessi o le attenzioni eccessive nei confronti del mondo della finanza e delle banche.
É necessario considerare, peraltro, che non si pagano più alle banche alcuni servizi, ad esempio l'apertura del conto o le carte di credito, che quasi sempre sono il riferimento degli istituti bancari.
Ricordo che il 31 di maggio, nell'annuale relazione del Governatore della Banca d'Italia, il dottor Draghi, erano presenti due passaggi fondamentali: il primo relativo alla nuova commistione tra le banche e la politica - ed evidentemente si riferiva a questo Governo, chiedendo di porre fine alle attenzioni nei confronti delle finanza - il secondo alla necessità che il credito tagli i costi e sia più attento ai clienti.
Con l'emendamento in esame - mi rivolgo con particolare attenzione a voi della sinistra - si tratta di porre un'attenzione particolare ai tanti clienti che, oggi come oggi e per i provvedimenti che si stanno introducendo in ordine alle false liberalizzazioni, vengono colpiti, in quanto non si sta facendo altro che trasferire i costi sui ceti più deboli e non su quelli medio-alti.
Ritengo, quindi, che intorno a tali aspetti, sia necessaria una certa attenzione anche da parte di una certa sinistra. Di conseguenza, mi auguro che vi sia un ravvedimento della Commissione e del Governo, nel senso che siano favorevoli all'approvazione dell'emendamento in esame, tagliando non quanto dovuto per le operazioni, ma il costo per ottenere una carta di credito, ovvero il costo fisso, che non ha più nulla a che vedere con quanto è stato già approvato alla Camera.
Mi auguro che con tale proposta emendativa non si salvaguardi più, come con l'articolo 35, il mondo delle imprese o - oso affermare ciò poiché per una certa sinistra impresa significa ricchezza - il mondo dei più agiati, ma si tratta di rispondere alle esigenze di chi ha una condizione socio-economica disagiata.
Mi auguro che si presti attenzione a tali tematiche, approvando l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franzoso 41.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 461
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere voto contrario.
La votazione dell'articolo 41 viene accantonata, in quanto è stato accantonato l'emendamento Fedele 41.50.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, accolgo l'invito del relatore al ritiro del mio articolo aggiuntivo 41.0208. Mi preme, tuttavia, rappresentare al Governo un'esigenza: l'utilizzo delle carte di credito per effettuare acquisti di beni e servizi, con pagamento differito, è effettuato prevalentemente dai ceti più deboli, cioè quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese. A me - e non solo a me - risulta che il regolamento di questo credito, che è una Pag. 38forma impropria di credito al consumo, è effettuato a tassi eccessivi, che talvolta superano il 16 per cento. In una forma di credito che si chiama revolving card, invece, il tasso è di circa l'1,20 per cento mensile.
È del tutto evidente che un intervento normativo in materia di mercato creditizio può essere considerato un elemento distorsivo della concorrenza e, come tale, improprio. Tuttavia a me sembra che il mercato del credito sia caratterizzato da un'evidente disparità di forza dei contraenti: il contraente debole, il piccolo operatore non è nella condizione di negoziare i tassi.
Pertanto, pur accogliendo l'invito, suggerisco al Governo - anche perché in passato avevo presentato un ordine del giorno in tal senso, risultato però infruttuoso - di intervenire anche con pratiche operazioni di moral suasion presso le autorità competenti, per evitare che vi siano storture di questo tipo e che vengano scaricati su persone deboli costi eccessivi, sotto forma non soltanto di tassi di interesse, ma anche di spesa di tenuta dei conti.
Qualche intervento è stato operato. Sarebbe opportuno che «illuminassimo» un po' di più il sistema: se, quindi, il Governo accogliesse l'invito ad intervenire, non soltanto raccoglieremmo l'esigenza di tanti piccoli operatori che ricorrono a questa forma di credito, ma introdurremmo anche elementi di maggiore giustizia in un mercato che presenta sicuramente disparità inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, Forza Italia fa proprio l'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, in parte per le ragioni - o per quel poco delle ragioni - che il presentatore ha esposto.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'articolo aggiuntivo 41.0208 è stato fatto proprio dal gruppo di Forza Italia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il collega Baldelli ha fatto benissimo a far proprio l'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208. Sarebbe stato veramente non elegante e non di buon gusto se l'ottimo emendamento presentato dall'onorevole Crisci - che pone un problema vero e reale - fosse poi scomparso nella nebbia del bon ton con il Governo, il quale - mi dispiace, onorevole Crisci - avrebbe dovuto dire e potrebbe dire qualcosa in più a tutela del consumatore.
Nel momento in cui si obbliga ad effettuare operazioni con la carta di credito, con la cosiddetta tracciabilità, è ovvio che ciò debba portare a un abbattimento dei costi, altrimenti il Governo sta operando come una lobby bancaria, perché alza la cortina fumogena di interventi a tutela del consumatore di scarsissima incidenza. Qualche giorno fa citavo un altro esempio: se qualcuno deve trasferire soldi, ad esempio, sulla carta «soldintasca», va in una banca e paga 2,5 euro! Per trasferire 50 euro si pagano 2,5 euro!
Allora, in questa molteplicità di interventi di pagamento tramite banca, il Governo non solo dovrebbe accogliere l'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, ma dovrebbe anche annunciare un provvedimento-quadro a tutela del consumatore, specialmente quando vi è un incentivo a usare carte di credito e altri documenti che lasciano traccia.
Quindi, a me dispiace che l'onorevole Crisci abbia ritirato il suo articolo aggiuntivo e spero che voglia reintervenire per sostenerlo con forza. Visto, infatti, che la proposta emendativa è stata fatta propria dal gruppo di Forza Italia, egli ha di nuovo la facoltà di parlare. In questa situazione, non si tratta di maggioranza o di opposizione, ma semplicemente di buonsenso. Il Governo non può celarsi dietro un comportamento rigido, perché la proposta emendativa in esame non ha alcun costo per il Governo. Perché, quindi, il Governo vuole fare da scudiero agli interessi delle Pag. 39banche nel nostro Paese anche quando si tratta di carte di credito?
Questo atteggiamento va smascherato, in quanto voi, con questa serie di operazioni, state facendo i finanziatori indiretti del sistema bancario, che finora si è retto su un meccanismo di strozzinaggio, perché per decenni gli interessi praticati dalle banche sono stati pari a quelli di un sistema di usura.
Oggi abbiamo una legge che manderebbe in galera il privato che prestasse soldi agli stessi interessi che chiedevano le banche. Quella situazione per fortuna è stata superata anche grazie all'incidenza delle risoluzioni e dei provvedimenti europei. Non dimentico mai, però, che quando il centrosinistra è tornato al Governo nel 1995, il vostro primo atto fu regalare, mi pare, 2 mila miliardi di lire al Banco di Napoli. Quindi, anziché mandare in galera gli amministratori, che con un sistema capillare di sportelli bancari, stavano mandando la banca al fallimento, voi andaste a fare il soccorso rosso ai banchieri incapaci!
Ora, con questa serie di provvedimenti, voi lasciate il cittadino in balia del sistema bancario: due euro lì, cinque euro lì, un euro là, lo obbligate a pagare con un sistema che lascia traccia. Ma quanto costano a fine anno al cittadino questi vostri equilibrismi e tripli salti mortali, sempre e comunque al servizio dell'alta finanza? (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Non è soltanto una questione di furbetti del quartierino. A monte dei furbetti del quartierino, ci sono i furboni della sinistra, che quando si tratta di banche, di finanza, di capitalismo senza regole sono sempre e comunque in ginocchio!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Anche oggi, e concludo, di fronte a questo articolo aggiuntivo, che non proviene dall'opposizione ma da un deputato che fa il suo dovere in questo Parlamento, a prescindere dalle idee diverse che si hanno, il Governo non può fare il «talebano», facendo finta di non capire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma alla proposta emendativa fatta propria dal collega Baldelli e per condividerne in pieno il contenuto. Ciò anche perché, e invito tutta l'Assemblea a riflettere, al di là delle collocazioni politiche, stiamo varando un disegno di legge che prevede misure a tutela del cittadino consumatore. Credo che nulla come la proposta emendativa in esame possa invitarci a riflettere sul fatto che detta misura, ove approvata, andrebbe non solo nella direzione di favorire il cittadino consumatore, ma soprattutto comporterebbe benefici per il consumatore con minor reddito. Invito, quindi, tutta l'Assemblea a riflettere ed a votare favorevolmente sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Alleanza Nazionale ha esaurito i tempi a sua disposizione e che, quindi, i prossimi interventi di deputati del gruppo potranno essere solo a titolo personale. Ciò a seguito dell'intervento dell'onorevole Castellani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo per aderire al presente articolo aggiuntivo, che inopinatamente è stato ritirato. Devo anche ringraziare proprio il Presidente, per avere in qualche modo favorito l'accantonamento di quell'articolo aggiuntivo su una tematica cruciale, alla quale teniamo molto.
Non sono rassicuranti le affermazioni del relatore quando afferma che il Governo dovrebbe valutare le misure per l'utilizzo del contante, e poi dice che il provvedimento dovrebbe tornare alla Camera. Ciò non è vero, perché quando il Governo viene espressamente delegato, con una norma di legge, da parte delle Pag. 40Camere, esso può poi procedere in via amministrativa o attraverso la decretazione.
Sul presente argomento non utilizzo il linguaggio così - come dire - aggressivo del mio collega Buontempo, però certamente, signor Presidente e colleghi, questa tematica non può essere liquidata nella routine dei lavori parlamentari, in provvedimenti affollati di votazioni, ma deve essere oggetto di una riflessione attenta.
Dov'è il diritto del consumatore? Dove abbiamo collocato questo rapporto delicato fra la banca e i diritti fondamentali del cittadino ad autoamministrarsi, senza essere costretto da norme di legge ad aprire un conto corrente, per poi trovarsi a pagare un'altra commissione per ritirare il contante, e così via? Noi siamo favorevoli a ciò quando le intermediazioni assumono un valore importante, ma quando, nella prassi delle piccole questioni quotidiane, si è obbligati, per legge, a procedimenti di tipo elettronico o informatico, mi chiedo che fine fa, ad esempio, il rispetto delle condizioni della privacy, che vengono tutelate da un sistema legislativo attento, come è il nostro. Ma perché si devono sopportare degli oneri aggiuntivi, dei costi maggiori, semplicemente perché vi è un orientamento a controllare tutti i movimenti dei cittadini? Si tratta di un problema di cultura!
Pertanto credo e spero che, nell'aderire all'articolo aggiuntivo - che guarda caso è stato ritirato - nella Commissione si affronti, a breve, la questione sollevata con l'accantonamento, perché qui si misurano concezioni diverse di cultura e di sensibilità civile e democratica.
Noi ci schieriamo dalla parte di coloro che difendono i consumatori, che difendono i diritti fondamentali delle persone ad avere non solo rispettata la privacy, ma anche a non dover pagare balzelli inutili ad un sistema che punta al controllo dell'individuo, al controllo delle persone, come elemento limitativo della libertà personale.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, sono state svolte alcune considerazioni, conseguentemente mi corre l'obbligo di rubarvi due minuti, poi dirò come procedere.
La Commissione ha formulato un invito al ritiro. Tale invito è fondato su diversi motivi. In primo luogo, in un Parlamento in cui molti fanno a gara ad essere liberali, noi finiremmo per imporre un balzello fisso sulle carte di credito. Sinceramente non comprendo una parte di questo Parlamento, perché va bene la battaglia politica, però forse bisognerebbe avere la coerenza di non eccedere troppo sulle proprie impostazioni.
In secondo luogo, la proposta emendativa di cui si discute non rappresenta un vantaggio per i consumatori perché il 3 per cento del costo del denaro, più il prime rate, porta al 6 per cento il tasso sugli interessi passivi da pagare sulle carta di credito. Pertanto, non capisco come si facciano a sostenere queste posizioni.
In terzo luogo, si parla di «privilegio delle banche». Vorrei ricordare all'onorevole Buontempo che in questa legislatura abbiamo già ridotto per ben due volte i costi bancari ai consumatori ed ora ci accingiamo a fare un'operazione importante, quella di cui all'articolo 34 di questo disegno di legge, con la soppressione della clausola di massimo scoperto, che comporterà tre miliardi di redistribuzione di reddito all'anno a favore dei consumatori. Non mi risulta che lei, caro onorevole Buontempo, abbia mai realizzato qualcosa del genere con la sua maggioranza nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Accantoniamo, comunque, l'articolo aggiuntivo in esame di cui discuteremo in sede di Comitato dei nove. Ribadisco, comunque, che il parere sarà su di esso contrario (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Italia dei Valori).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
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PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, lei è già intervenuto. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi che sono già intervenuti nel merito di questa proposta emendativa. Il relatore ha proposto l'accantonamento di essa e la Presidenza l'ha accolta. Vi sarà la possibilità di intervenire nuovamente quando la stessa sarà oggetto di esame da parte dell'Assemblea.
Onorevole Buontempo. In via del tutto eccezionale e a titolo personale mi dica per quali ragioni intende intervenire. Prego, parli pure. Dopo, basta!
TEODORO BUONTEMPO. Glielo dico subito. Signor Presidente, se anche lei fosse più sereno, ci aiuterebbe ad andare avanti e noi le saremmo molto grati (Commenti di deputati dei gruppi della maggioranza). Ritengo giusto ciò che ha detto il relatore quando afferma che è una cosa grave «mettere dei paletti». Sarei d'accordo - come diceva poc'anzi anche l'onorevole Tabacci ed altri colleghi - se si prevedesse espressamente solo il termine «prime rate», senza l'aggiunta ulteriore «entro il 3 per cento». Volevo dire solo che saremmo d'accordo, lo ripeto, sulla sola dicitura prime rate.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ritengo che lei non potrebbe dare la parola due volte ad un deputato sullo stesso argomento e non darla agli altri deputati che, come me, l'hanno chiesta per una sola volta. Quindi, la prego, Presidente Castagnetti, di applicare il Regolamento e di tener conto di tutte le istanze, compresa la mia.
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, lei mi aveva chiesto di parlare e io le avevo concesso la parola. Comunque, la ringrazio per questo richiamo e la prego di considerare che la Presidenza ha agito in maniera assolutamente corretta perché, essendo stata accantonata quella proposta emendativa, non aveva più senso continuare la discussione. Avevo eccezionalmente concesso la parola all'onorevole Buontempo perché non capivo a quale titolo volesse ancora intervenire. Ritengo comunque che l'incidente sia chiuso.
ENRICO BUEMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, intervengo per chiedere, al di là dell'accantonamento, di apporre la mia firma sull'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, alle 16,30, con il seguito dell'esame del provvedimento.
La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI