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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A (ore 17,10)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2272-bis-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo votato l'emendamento Franzoso 41.4 e sono stati accantonati ovvero sono rimasti accantonati gli articoli 17, 18, 21, 27, 30, 34 e 40, nonché tutte le proposte emendative ad essi riferite.
Sono state, altresì, accantonate le seguenti proposte emendative: con riferimento all'articolo 19, gli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200; con riferimento all'articolo 33, l'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03; con riferimento all'articolo 41, l'emendamento Fedele 41.50, la votazione dell'articolo, l'articolo aggiuntivo 41.0208, nonché l'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione e i relativi subemendamenti e l'articolo aggiuntivo Saglia 41.052.
Rimangono, altresì, accantonati: con riferimento all'articolo 10, gli emendamenti presentati con riferimento all'articolo, nonché la votazione dell'articolo medesimo (essendo stati votati gli articoli aggiuntivi); con riferimento all'articolo 25, l'emendamento Folena 25.3, nonché l'emendamento 25.300 della Commissione, Pag. 67presentato questa mattina, e la votazione dell'articolo 25.
Avverto che la Commissione ha presentato ulteriori proposte emendative il cui testo è in distribuzione.
Chiedo, dunque, al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea per la ripresa dei lavori.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, proporrei di passare all'esame dell'articolo 18.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C.2272-bis sezione 16).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 18.200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 18, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per spiegare, assai brevemente, le motivazioni del mio emendamento, che serve a sopprimere una modifica all'articolo 3 del testo unico n. 380 del 2001 e che, al di là della volontà di chi aveva pensato di introdurre detta modifica, potrebbe di fatto comportare alcune gravi conseguenze sulle strutture ricettive all'aria aperta, che potrebbero essere trasformate, in via surrettizia, in residence fissi.
Per tale motivo, propongo la soppressione dell'articolo 18 che credo rivesta, dal punto di vista ambientale, interesse soprattutto in rapporto alle nostre coste, ai nostri mari ed ai nostri fiumi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, credo a lei non sfugga l'importanza della soppressione dell'articolo 18, perché siamo di fronte ad un tentativo di sanatoria di «immobili» e, in ogni caso, di costruzioni realizzate all'interno dei campeggi e che potrebbero essere trasformate in abitazioni.
Siamo di fronte ad uno scempio urbanistico e, quindi, credo sia giusto che l'Assemblea rifletta sull'argomento e lo stesso dovrebbe fare anche la maggioranza, considerato che spesso siamo stati accusati, come Casa delle libertà, di assumere iniziative del genere, mentre oggi è proprio la sinistra che propone questa misura per sanare una situazione veramente vergognosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, anche io desidero richiamare l'attenzione del relatore, dei colleghi e del Governo sulla singolarità della norma al nostro esame. In effetti, se noi - e lo dico anche per esperienza personale - dovessimo procedere nel senso previsto da questa formulazione con riferimento a tutti i luoghi, soprattutto quelli di villeggiatura, dove più intenso è il fenomeno delle strutture mobili che tendono a diventare poi permanenti, davvero rischieremmo di creare baraccopoli ovunque, in spregio anche dei richiami che giustamente ci vengono rivolti al rispetto dell'ambiente.Pag. 68
È vero che si parla di collegamenti con le fognature, ma quando si collegano con le fognature queste abitazioni mobili, di fatto esse diventano stabili ancorché appoggiate su ruote o non stabilmente infisse nel suolo.
Come è stato giustamente osservato, ci troviamo di fronte ad una specie di sanatoria che rende ingovernabile il territorio e l'ambiente. Vorrei ascoltare, sotto questo aspetto, anche il parere di qualche ambientalista, poiché le zone di maggior pregio dell'Italia sono proprio quelle soggette a tale fenomeno, con le difficoltà che gli amministratori pubblici incontrano per rimuovere situazioni di tal genere.
Si creano delle specie di diritti acquisiti che, poi, costituiscono un precedente e un fatto di degrado ambientale che, con questa norma, verrebbe «battezzato».
Quindi, esprimo un caldo invito alla riconsiderazione più totale di questa norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Inviterei ad un momento di riflessione un po' più pacata perché, in realtà, questo articolo definisce come abitazione l'installazione dei manufatti anche prefabbricati e la esclude nella parte finale, cioè per quei manufatti che non possiedono collegamento permanente al territorio, con reti tecnologiche che siano connesse agli impianti di rete e di fognatura o depuratore, e non alterino lo stato dei luoghi e l'indice di edificabilità, ed altro. Quindi, siamo semplicemente di fronte all'esclusione di roulotte o similari che nei campeggi, invece di essere in movimento, hanno una stabilità leggermente maggiore, ma non sono stabili in modo permanente.
A mio avviso, questo articolo deve essere approvato, perché specifica tutti quei mezzi che invece devono essere considerati come stabili; inoltre, non stabilisce una «moratoria» rispetto a questi ultimi, che continuano a rimanere rotabili a tutti gli effetti, ma include invece tutti gli altri che per qualsiasi motivo erano collegati e hanno quindi funzione di abitazione a tutti gli effetti.
Si tratta dell'esatto opposto di quanto finora abbiamo ascoltato.
PRESIDENTE. Ricordo che sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo e che il parere della Commissione e del Governo è favorevole alla sua soppressione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 419
Astenuti 5
Maggioranza 210
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 379).
Prendo atto che la deputata Suppa non è riuscita a votare e che il deputato Cassola avrebbe voluto esprimere voto contrario.
(Ripresa esame dell'articolo 19 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 5).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
Pag. 69PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02, Milanato 19.0200, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 449
Hanno votato no 6).
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente propongo di passare all'esame dell'articolo 27.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 17).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Burgio 27.1 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Ruggeri 27.200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Burgio 27.1 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Sì signor Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruggeri 27.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 406
Astenuti 57
Maggioranza 204
Hanno votato sì 403
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 354
Astenuti 104
Maggioranza 178
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 100).Pag. 70
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di riprendere l'esame dell'articolo 30.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Ripresa esame dell'articolo 30 - A.C.2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 30
(Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 18).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Acerbo 30.200, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione. Sostituire le parole: «L'uso della posta elettronica certificata è comunque facoltativo» con le parole «L'uso della posta elettronica certificata di cui al comma 2 è comunque facoltativo».
La Commissione raccomanda inoltre l'approvazione del suo emendamento 30.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Deputato Acerbo, le faccio notare che si voterà prima l'emendamento 30.300 della Commissione. Immagino che lei intenda intervenire sul suo emendamento 30.200, vero?
MAURIZIO ACERBO. Si, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 455
Astenuti 10
Maggioranza 228
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Acerbo 30.200. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore e dal Governo.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, apprezzo la proposta di riformulazione, che sostanzialmente esenta i liberi professionisti dall'obbligo di dotarsi della posta elettronica certificata. Tuttavia, voglio far notare che il senso del mio emendamento è rivolto a porre in discussione, in ogni caso, l'obbligatorietà per le imprese e per i liberi professionisti di doversi servire di uno strumento che può essere soltanto facoltativo.
Inoltre, sono convinto che - lo ripeto ai molti liberali che siedono nei due poli - tale obbligatorietà assume i contorni di aiuto indiretto ad alcune particolari imprese, per le caratteristiche che ha avuto l'autorizzazione in Italia, per cui per rendere tale servizio sono stati «tagliati fuori» tutti gli internet provider. Ciò significa che, ad alcuni di costoro consegniamo milioni di utenti. Un cittadino della Repubblica italiana, sia esso un singolo o un impresa, se vuole inviare una raccomandata lo fa per sua decisione e non perché qualche lobby si serve delle norme del Parlamento per costruirsi un mercato protetto. Mantengo, pertanto, l'emendamento Pag. 71nel suo testo originale. Infatti, se i cittadini devono pagare dei pedaggi, li paghino alla Repubblica italiana e non a soggetti privati!
Un'ultima notazione: la posta elettronica certificata è materia che compete al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Dovrebbe essere discussa con un confronto con il Ministro Nicolais e non essere inserita surrettiziamente nel provvedimento del Ministro Bersani.
Per questo motivo ritengo (non sono contro le imprese, come qualcuno vorrebbe dire) che vadano affermati i principi di diritto nel nostro Paese e, da questo punto di vista, l'obbligatorietà della posta elettronica certificata non ha alcuna giustificazione ed, infatti, non esiste in alcun Paese europeo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Acerbo mantiene il suo emendamento 30.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, volevo anch'io sostenere il deputato Acerbo nella sua intenzione di mantenere il suo emendamento 30.200. Credo che tale emendamento resti valido. Bisogna risolvere la questione della facoltà di utilizzo.
Non sono d'accordo con alcune delle motivazioni avanzate dal collega Acerbo riguardo al fatto che i certificatori possano essere soggetti privati; una molteplicità di soggetti certificatori, anche privati, è positiva. Però, è importante chiarire che l'uso della posta elettronica certificata deve restare facoltativo, augurandoci che tutti la utilizzino per ragioni di comodità e di economicità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, personalmente condivido lo spirito dell'intervento del collega Acerbo, ma, se ben capisco, si va verso la votazione del testo originario.
PRESIDENTE. Esattamente.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Tuttavia, non abbiamo potuto percepire il testo proposto come emendamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
PRESIDENTE. Il relatore aggiungeva: per i soggetti di cui al comma 2.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Bene, sono propenso a sostenere il testo integrale proposto dall'onorevole Acerbo, tuttavia osservo che si rischia che non passi nemmeno l'esenzione per i soggetti di cui al comma 2. Pertanto, mi rimetto al saggio discernimento del proponente e comunque, se mantiene l'emendamento, per quanto mi riguarda, voterò a favore, essendo sacrosanto il principio che esso sottende.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo per dare semplicemente la mia personale approvazione allo spirito dell'emendamento presentato dal collega Acerbo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, intervengo perché ritengo la questione di notevole rilevanza. Mi sembra che sia sorto un equivoco. Ci si domanda: si può obbligare ad utilizzare la posta elettronica? Ciò evidentemente diminuirebbe la facoltà di utilizzare vari strumenti e, quindi, tale scelta viene presentata come illiberale.
A mio giudizio, in merito sorge un vero e proprio equivoco. Mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione, perché non credo Pag. 72che si tratti di una materia da grandi divisioni politiche. Ragionate soltanto su un punto: la posta, nella conformazione moderna che noi conosciamo, è stata realizzata con un certo tipo di sviluppo delle strutture dello Stato e, naturalmente, si è obbligato per un certo tipo di operazioni ad utilizzare la posta, addirittura, in certi casi, attraverso la raccomandata con ricevuta di ritorno. Oggi è ben noto che vi è un risparmio enorme in termini di costi, sia per le aziende ed i professionisti, sia per lo Stato, se va avanti il processo di informatizzazione. Su quale punto possiamo avere una riserva? Soltanto nel momento in cui consideriamo che alcuni utenti e alcuni consumatori possano avere difficoltà nell'accesso alle nuove tecnologie.
Per tale motivo, non mi sentirei di sostenere l'obbligo per il pensionato di utilizzare necessariamente la posta elettronica. Però, sono disposto ad affermare che un'impresa e un professionista siano obbligati ad utilizzare la posta elettronica, perché dispongono di tutte le capacità tecniche e intellettuali per utilizzarla.
Quindi, non possiamo sostenere che per svolgere le pratiche burocratiche deve essere consentito qualsiasi mezzo: la posta, oppure direttamente l'ufficio, o, ancora, la posta elettronica. In questo modo noi aggraveremmo fortemente la struttura e la funzionalità della pubblica amministrazione.
Dobbiamo quindi essere molto preoccupati per quanto riguarda l'accesso di settori sociali e di individui che non hanno le capacità di utilizzare le nuove tecnologie, ma - come, del resto, era scritto nell'Agenda di Lisbona - dobbiamo dare una spinta fortissima, di innovazione, all'informatizzazione non solo della pubblica amministrazione, ma anche delle imprese e degli studi professionali. Bill Gates ha affermato che l'efficienza si misura in proporzione inversa alla carta in circolazione; ebbene, meno carta è in circolazione, più vi è efficienza.
Parliamo dei costi della politica e della pubblica amministrazione? Se non la informatizziamo, siate sicuri che tali costi non diminuiranno, non si riuscirà ad abbatterli e non vi saranno né velocità, né efficienza.
In conclusione, bisogna invece avere grande attenzione per coloro i quali non hanno le capacità di accesso alla tecnologia avanzata; quelle persone vanno assolutamente tutelate, non devono essere assoggettate ad obblighi e debbono essere poste in condizione di utilizzare tutti gli strumenti che possono anche i più arretrati.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO VILLETTI. Questo è il senso delle mie osservazioni, per cui sostanzialmente si tiene conto delle particolarità individuali, ma si dà anche una spinta allo sviluppo, che per l'Italia è una delle esigenze più importanti (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per esprimere che l'Italia dei Valori condivide esattamente quanto appena esposto dal collega. È evidente che l'efficienza della pubblica amministrazione passa attraverso la possibilità di superare l'utilizzo di supporti di tipo cartaceo e non potremo superare l'uso di tali strumenti finché non vi sarà l'obbligo, per una serie di soggetti, di dotarsi di posta elettronica. Per tale motivo, anche l'Italia dei Valori voterà contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Poiché il presentatore dell'emendamento non ha accettato la riformulazione dell'emendamento Acerbo 30.200, sarà posto in votazione il testo originario. Invito il relatore a confermare il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, confermo il parere contrario della Commissione. Osservo solo che il sistema di posta elettronica certificata determina risparmi ingenti per le imprese e per gli utilizzatori. Sono state svolte delle considerazioni sull'emendamento in esame e l'Assemblea deciderà; per quanto mi riPag. 73guarda, in tutta coscienza, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Acerbo 30.200, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 463
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato sì 304
Hanno votato no 159).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17,30)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 267
Astenuti 197
Maggioranza 134
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 13).
Chiedo al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, passiamo all'esame dell'articolo 34.
(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 19).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 34.300.; formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti D'Agrò 34.1, Lazzari 34.2 e Armani 34.200.; esprime parere favorevole sull'emendamento Ruggeri 34.202, mentre il parere è contrario sugli identici emendamenti Lazzari 34.3 e Armani 34.201; esprime infine parere contrario sull'articolo aggiuntivo Saglia 34.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 470
Astenuti 8
Maggioranza 236
Hanno votato sì 470).Pag. 74
Sono così assorbiti gli identici emendamenti D'Agrò 34.1, Lazzari 34.2 e Armani 34.200.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruggeri 34.202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 353
Astenuti 121
Maggioranza 177
Hanno votato sì 351
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lazzari 34.3 e Armani 34.201, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 468
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 235).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 460
Astenuti 16
Maggioranza 231
Hanno votato sì 418
Hanno votato no 42).
Rendo nota che i deputati del gruppo dell'UDC avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 34.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 472
Astenuti 4
Maggioranza 237
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 250).
Chiedo al relatore come intenda proseguire nei lavori dell'Assemblea.
ANDREA LULLI, Relatore. Riprendiamo l'esame dell'articolo 41.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Ripresa esame dell'articolo 41 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative precedentemente accantonate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 15).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Fedele 41.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 75FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedele 41.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, questa mattina, prima che il suo collega, il Vicepresidente Castagnetti, mi togliesse impropriamente la parola, suggerivo - nell'interesse dei cittadini, naturalmente, non di altri - che si sarebbe ben potuto congiungere la lettera c) con la d). Nella lettera d), infatti, sono previste misure per agevolare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni con strumenti diversi dal denaro contante e dagli assegni.
Suggerivo, dunque, di congiungere la lettera c) con la d), in modo da scongiurare la possibilità di rendere obbligatoria la forma di pagamento alternativa, mettendo al bando sia gli assegni, sia i contanti, operazione che personalmente ritenevo incostituzionale e dannosa per i percettori di reddito.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, il suo gruppo ha terminato anche i tempi aggiuntivi. Lei aveva a disposizione un minuto.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Devo prendere atto, sulla base della proposta avanzata, che il Comitato dei nove e il relatore ci propongono di passare al voto senza avere in alcun modo apportato interventi sul testo. Il voto, pertanto, riguarda esclusivamente l'emendamento di partenza? Nulla sarebbe stato fatto riguardo a un possibile aggiustamento del testo?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, su questo argomento si è dibattuto molto questa mattina (Commenti). Capisco che siamo all'asilo, qualche volta...
La lettera c) è stata un punto particolarmente dibattuto e controverso, perché anche il Governo e il relatore avevano dubbi sul suo mantenimento. Sappiamo perfettamente che, per alcune categorie, può anche essere stabilito un limite, ma per altre, ad esempio per i pensionati, effettivamente è un problema.
Vorremmo capire, inoltre, quale sia la cifra determinata dal Governo: delegare quest'ultimo ad emanare un provvedimento del genere per definire la somma a cui fa riferimento la norma mi sembra assurdo, visto che stiamo parlando proprio di questo. Rimaniamo sbalorditi e annunciamo il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, spero in una ravvedimento su questa materia: invito tutti i colleghi a leggere il testo della norma che stiamo per votare, perché in sostanza attribuiamo una delega al Governo per stabilire - leggo la formulazione - che per stipendi, pensioni e compensi comunque corrisposti in via continuativa (non si tratta, pertanto, di cifre enormi, ma normalissime, a disposizione di un normalissimo dipendente) sarebbe stabilita una soglia, indicata da un decreto legislativo, al di sopra della quale non sarebbe possibile utilizzare i contanti.
A cosa serve questa norma? Posto che bisogna stabilire una soglia, a quanto ammonterà? A 500 euro mensili? Stiamo ragionando di cifre così esigue che non riesco a capire dove sia l'utilità e se stiamo lavorando in direzione di una facilitazione dei rapporti fra cittadino e pubblica amministrazione o se, invece, stiamo complicando la vita alle persone di umili e bassissime condizioni economiche che vivono di pensione, stipendio o remunerazione in via continuativa.
Vi è un'ostinazione a voler mantenere questa lettera! Noi avevamo chiesto di Pag. 76modificarla, di attenuarne la portata: abbiamo cercato di richiamare l'attenzione dell'Assemblea e dei gruppi su questo passaggio, ma ci sembra veramente anacronistico che nessuno voglia prendere in considerazione una proposta di buon senso, ossia di togliere almeno le parole «in contanti», perché credo che, se al povero pensionato farà piacere prendere lo stipendio in contanti, nessuno di noi possa permettersi il lusso di proibirlo, mentre, di fatto, la delega che stiamo attribuendo lo consentirà!
Mi rivolgo a tutti i parlamentari, non solo a quelli dell'opposizione, ma anche della maggioranza: se vi piace una formulazione di questo tipo e conferiamo la delega, immagino come verrà esercitata e quale soglia sarà stabilita, posto che stiamo parlando - lo ripeto per l'ennesima volta - di stipendi, di pensioni o di remunerazione in via continuativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, mi associo a quanto affermato dal collega D'Agrò: questo è uno dei punti più delicati della norma. L'emendamento - al quale chiedo cortesemente alla Presidenza di aggiungere la mia firma - pone sostanzialmente il limite, modesto, di un milione di euro, al di sotto sotto il quale si può procedere anche al pagamento in contanti.
Vero è che la disposizione su cui stiamo discutendo conferisce una delega al Governo, ma vogliamo dare in quest'aula una indicazione - mi rivolgo, in particolare, al relatore e allo stesso rappresentante del Governo - relativamente alla soglia massima in esame? Dobbiamo sapere se l'occhio del «grande fratello» vuole obbligare in maniera dirigistica e illiberale anche il povero pensionato, che è stato citato, e il piccolo artigiano.
L'assenza di ogni indicazione di limite, anche negli atti parlamentari, se non vogliamo turbare la delega al Governo, è davvero grave ed intollerabile. Quindi, signor Presidente, anche a nome della Camera, lei che sta presiedendo dovrebbe dire che la delega deve essere accompagnata da una indicazione quantitativa...
PRESIDENTE. Onorevole Bosi, la prego di concludere.
FRANCESCO BOSI. ...altrimenti non sappiamo di cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto già espresso questa mattina e per smascherare il fatto che si usano delle argomentazioni improprie. Ripeto che questo strumento può servire a tutelare e ad impedire quei soprusi, che spesso avvengono relativamente alle retribuzioni nominali di molti lavoratori e lavoratrici, che non corrispondono alle retribuzioni reali.
D'altra parte con la delega al Governo si potrà benissimo prevedere che per tetti minimi, se pensiamo al pensionato al minimo, si possa avere una forma di pagamento in contanti, come è sempre avvenuto, e non ricorrere alle altre forme.
Le critiche avanzate sono quindi solo pretestuose, in quanto la disposizione in questione va vista, anzi, come una norma di garanzia e di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, trovo che la delega su questa materia, con una formulazione così generica, sia del tutto incongrua e inaccettabile. Dico al collega che mi ha preceduto che l'effetto reale di questa norma, qualora la soglia fosse tenuta bassa dal Governo, quindi tale da far scattare il meccanismo di cui si parlava, sarà esattamente il contrario di quello auspicato, laddove si Pag. 77verifichino i fenomeni denunciati. L'effetto reale, infatti, sarà il passaggio diretto al pagamento in nero tout court, senza contributi e senza altri riconoscimenti.
Quindi, se approvassimo questa norma, invece delle frodi di cui parla il collega avremmo la frode totale, senza alcun beneficio nemmeno per i lavoratori. Chiedo, pertanto, ai colleghi di sostenere questo elemento di ragionevolezza, sia in termini di metodo, perché una delega di questo tipo è inaccettabile, sia in termini di merito, perché le argomentazioni sono del tutto inconsistenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per affermare che il collega Bosi ha posto un'osservazione molto corretta, perché nel momento in cui si conferisce una delega al Governo in materia così delicata, sulla quale, come questo dibattito sta dimostrando, ci sono opinioni contrastanti, come è legittimo che sia, occorre che la Camera dia un indirizzo. In questi casi, infatti, il Governo deve recepire l'indirizzo della Camera. Il Governo e il relatore potrebbero, senza decidere nel merito, dare un'indicazione dell'indirizzo della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Fedele 41.50, ma vorrei rivolgere una domanda al relatore e al Governo, se sono così gentili da rispondermi in quale maniera un pensionato, un anziano, che si trovi al di sotto della soglia che ancora non abbiano individuato, al quale quindi la pensione non verrà più pagata in contanti, potrà ricevere il pagamento della sua pensione? Non mi vorrete dire che lo obblighiamo ad aprire un conto corrente bancario o postale? In tal modo, infatti, cominceremmo a condizionare la libertà dei cittadini italiani, ai quali dovremmo dire fare una cosa per averne un'altra.
Non credo che ciò sia possibile in un Paese democratico e normale. Chiedo, signor Presidente - mi rivolgo al Governo e al relatore - se mi possono solo accennare i metodi e i modi in cui quel piccolo pensionato potrà incassare la sua pensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcenaro. Ne ha facoltà.
PIETRO MARCENARO. Signor Presidente, forse sono troppo vecchio, ma ricordo quando - tanti anni fa ma non troppi da averli dimenticati - in tutti i posti di lavoro e in tutte le fabbriche, due volte al mese, il pagamento dei lavoratori avveniva in contanti. Poi naturalmente si passò al pagamento attraverso bonifico e tutti gli operai, cosa che sembrava inaudita allora, aprirono un conto in banca e oggi non esiste alcun posto di lavoro, in Italia, nel quale il pagamento avvenga attraverso contanti ed è normale che qualsiasi lavoratore, qualsiasi operaio, sia pagato attraverso un bonifico bancario. Questo è un piccolo modo attraverso il quale le cose sono progredite, nonostante coloro i quali pensano che il mondo debba sempre rimanere com'è o ritengono che in futuro forse si potrà cambiare tutto, ma per oggi è bene non cambiare niente.
ROBERTO SALERNO. Illiberale! Comunista!
PIETRO MARCENARO. Nel voto di poco fa abbiamo visto una bella convergenza sotto il motto «conservatori di tutto il mondo unitevi». Spero che non si ripeta tutte le volte. (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
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LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente intervengo per apporre anche la mia firma sul presente emendamento. Non condivido qualche intervento di alcuni miei colleghi, secondo i quali in Italia tutti dobbiamo avere il conto corrente bancario o postale. Non è così. Voi vivete in un'altra Italia. Pensate all'Italia dei paesi, delle colline e delle montagne, anche delle città, dove vi sono lavoratori disagiati: costoro non hanno il conto corrente, lavorano con il contante.
Leggendo il comma in esame dell'articolo 41 mi viene spontaneo chiedere anche il baratto se anche sia ammesso per il compenso ai lavoratori sopra soglia perché vogliamo e continuiamo a volere che i nostri concittadini paghino un tributo alle banche, ai bancari e ai capitalisti. Non riesco proprio a capire perché bisogna continuare ad infierire sui nostri amministrati, sui lavoratori e sui pensionati. Ha ragione chi mi ha preceduto - il collega Della Vedova in particolare - quando affermava che forse aumenterà il pagamento «in nero»: quasi sicuramente otterremo l'effetto opposto.
Pertanto invito i colleghi che si sentono veramente di sinistra e riformisti a pensarci bene prima di fare gli interessi del capitalismo bancario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Intervengo per ribadire l'appoggio del gruppo Lega Nord al presente emendamento e la contrarietà all'intero articolo. Trattandosi fortunatamente, di una delega, sicuramente non vi sarà attuazione, essendo l'attuale Governo «latitante» con riferimento a quelle che quest'Assemblea gli ha conferito in questo ultimo anno (anche se sono poche, fortunatamente per il Paese).
Forse una replica ad un intervento precedente potrebbe essere la seguente: non vi è un antiliberismo da parte nostra, vi è una conoscenza di come va il mondo. Forse vi è qualcuno, all'interno di quest'Assemblea, che - da troppi anni seduto su questi scranni o su altri meno prestigiosi - ha perso la coscienza di cosa significhi percepire uno stipendio tutti i mesi; infatti, una volta forse lo si percepiva ogni quindici giorni, qualche anno fa una volta al mese ma adesso vi è anche gente che lo percepisce ogni sessanta o novanta giorni, per mancanza di liquidità.
Pertanto il gruppo Lega Nord appoggia il presente emendamento, come ha appoggiato tutta la delega relativa alla modernizzazione degli strumenti di pagamento, perché siamo contrari a questo eccessivo liberismo, che va a danno esclusivo dei cittadini. I cittadini hanno necessità di avere la massima liquidità e coscienza di quanto hanno in tasca, non di quanto virtualmente hanno in banca, che è assolutamente inesistente, prova ne sia il fatto l'esistenza di enormi problemi bancari con i pensionati e i lavoratori, che sono sempre più precari grazie anche a voi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, prendo la parola per affermare che, al di là del fatto che non ne condividiamo il merito, abbiamo molti dubbi sulla previsione dell'ennesima delega, che inevitabilmente - considerata la difesa ad oltranza che sta compiendo il Governo - sarà esercitata dal Viceministro Visco. Si tratta di una delega in base alla quale si adotterà un decreto legislativo, che sarà scritto dal Viceministro Visco; quindi, fino al momento in cui non sarà fatta giustizia su quanto accaduto con la vicenda che ha riguardato il Viceministro, è evidente che non possiamo condividere un articolo del genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei rendere nota un'esperienza che ho Pag. 79fatto nella mia attività passata, quando mi occupavo dei trasporti. Nel mondo dell'autotrasporto c'era una tariffazione obbligatoria. I padroncini - i cosiddetti sfruttati dalle grandi imprese - erano costretti a fatturare, a percepire l'assegno, a scendere nella banca per cambiare l'assegno e poi portare i soldi in nero allo spedizioniere o al committente, altrimenti o non avrebbero lavorato più. Tale è il rischio che si determinerà se questa norma dovesse «passare» e se non introducessimo - come più interventi hanno richiesto - garanzie per i soggetti socialmente più deboli.
Invito quindi il collega, dianzi intervenuto per addurre motivazioni a sostegno della necessità di utilizzo dell'assegno, a riflettere molto a tale riguardo. Quello che racconto è realmente accaduto ed è stato portato dinanzi alle procure della Repubblica come fatto significativo del mancato rispetto della legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, stiamo discutendo su un disegno di legge che dovrebbe agevolare il cittadino consumatore, soprattutto quello più debole. Invece, la previsione che stipendi e pensioni non possano essere erogati in contanti o con assegni interviene proprio sulla libertà del cittadino di scegliere la forma di pagamento più idonea, ma soprattutto va contro il cittadino consumatore perché sicuramente aumenterà i costi dei consumatori stessi.
Guardate che molte famiglie, specie quelle più bisognose, hanno un solo conto corrente a disposizione. Qui, invece, la previsione che i pagamenti non possano essere effettuati né in contanti né con assegno, ma solo con accredito sul conto corrente, comporterà che ogni pensionato, ogni cittadino, ogni lavoratore dovrà avere un proprio conto corrente. Conseguentemente avremo per ogni famiglia un aumento dei costi: tutti quanti, infatti, sapete quali siano i costi per il mantenimento di un conto corrente o per singola operazione bancaria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO PEPE. Dunque ogni lavoratore, dovrà avere un proprio conto corrente e sopportare il costo dell'accredito sul conto corrente e successivamente il costo di un addebito, quando andrà a prelevare il contante: maggiori costi per i consumatori, maggiori favori per le banche: il nostro voto contrario su tale norma di delega è convinto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo anche per dichiarare di voler aggiungere la mia firma a un emendamento soppressivo di un comma, che di per sé non garantisce alcuna delle finalità previste nel testo. Anzi, rispetto alla normativa che dovrebbe tutelare il consumatore, non fa altro che introdurre una soglia massima, quindi un ulteriore adempimento. Tutto ciò non solo obbliga all'apertura di un conto corrente bancario costringendo chi percepisce uno stipendio ad un adempimento burocratico, ma non persegue neanche le finalità di trasparenza fiscale che invece vorrebbe prefigurare.
In realtà sappiamo benissimo che gli impedimenti normativi, gli aumenti di burocrazia non sono a favore né dei cittadini, né dei consumatori, né dei lavoratori. Riteniamo assurdo gravare ulteriormente i cittadini, i dipendenti, i datori di lavoro a discapito dell'utilizzo comune, permesso e legale del denaro contante, fissando peraltro una soglia che ci sembra assurda e che non corrisponde ad alcuna previsione normativa di buonsenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, questa mattina sono già intervenuto sulla materia. Ovviamente, intervenendo a titolo personale, non coinvolgo il gruppo dell'Italia dei valori.
Quali sono le esigenze che qui vengono rappresentate? Da parte del Governo e della maggioranza, quella della tracciabilità dei pagamenti; da parte dell'opposizione, si ha una sorta di appello per i pensionati, i lavoratori a reddito basso, insomma per coloro che non si possono permettere un conto corrente. Allora, perché non troviamo una strada intermedia? L'ho detto stamattina: se eliminiamo i contanti, abbiamo la tracciabilità e la riconducibilità del pagamento e del percettore dello stesso, quindi arriveremmo ad una soluzione che offre garanzie a chi amministra e a chi deve operare in una situazione di precarietà. Pertanto rivolgo ancora un appello perché, attraverso una collaborazione tra maggioranza e minoranza, si realizzi l'interesse vero del Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedele 41.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 451
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 461
Astenuti 7
Maggioranza 231
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 210).
Passiamo all'articolo aggiuntivo - sul quale era stato formulato un invito al ritiro - Crisci 41.0208, ritirato dal presentatore e fatto proprio, a nome del gruppo di Forza Italia, dall'onorevole Baldelli.
Chiedo a questo punto al relatore di esprimere nuovamente il parere.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione, modificando il precedente avviso, esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, abbiamo fatto nostro l'articolo aggiuntivo in esame, anche se ci rendiamo conto che presenta al suo interno degli errori, tant'è che il collega Crisci in esso fa ancora riferimento al prime rate, che da qualche tempo è stato abbandonato, anche se l'ultima rilevazione del prime rate era intorno al 7 per cento, mentre ora il riferimento è all'Euribor e si attesta al 4 per cento.
Ciò che mi è parso che non fosse chiaro stamattina a molti colleghi è che stiamo discutendo di carte revolving, ovverosia di carte che attribuiscono il diritto a fare acquisti e a pagare a rate. Ho eseguito una breve indagine, ma già stamattina avevo Pag. 81avuto modo di dichiarare al relatore che il costo medio di una carta revolving, in termini di interesse - ci riferiamo al TAEG - è pari al 15,96 per cento, secondo le migliori condizioni offerte da Banca Intesa, che è la banca della Camera.
Ora, il collega Crisci ha posto una questione: è ammissibile che, in un momento in cui è ben noto a tutti come gran parte dei nostri concittadini stia facendo un uso molto largo dei pagamenti a rate, si voglia ancora insistere nell'offrire la possibilità di effettuare pagamenti che prevedono rate minime di rimborso fra i settantacinque e i centocinquanta euro, ed un tasso del 15, 96 per cento?
Stiamo ragionando sulla base del tasso Euribor al 4 per cento, mentre il collega Crisci ragionava in termini di passaggio, dal prime rate - che è stato abbandonato - al 7 per cento, ad un tasso cui si sarebbero aggiunti tre punti percentuali, garantendo quindi al sistema bancario comunque il 10 per cento.
Ora il sistema bancario chiede quasi il 16 per cento di interesse sulle rateizzazioni a fronte del rilascio delle carte revolving; fosse solo questo! Ci sono poi le penalità di vario tipo, gli insoluti ed i recuperi, c'è un'aggiunta di spese di costituzione in mora, comunicazione di recesso, comunicazioni per decadenza dal beneficio del termine e si potrebbe andare ancora avanti, tanto che il tasso medio effettivo globale è molto vicino ai limiti previsti per il reato di usura.
Credo, allora, che correttamente bisognerebbe forse riformulare questo articolo aggiuntivo facendo riferimento all'Euribor; in ipotesi, si potrebbe prevedere una forchetta ampia all'interno della quale le banche potrebbero operare in regime di concorrenza. Ma continuare ad accettare che ci sia libertà assoluta di «spennare» tutti i contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) bè, questo non si può veramente accettare, per cui sosterremo questo articolo aggiuntivo, pur con la convinzione che all'interno contenga qualche errore di tipo tecnico, ma ci pare assolutamente accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, devo dire che rimango perplesso rispetto alla posizione assunta dal relatore. È infatti vero che noi dobbiamo favorire al massimo l'evoluzione dei mezzi di pagamento e anche di comunicazione - quindi, condivido gli interventi che sia il mio capogruppo sia gli altri colleghi hanno fatto in precedenza -, però dobbiamo essere consapevoli del fatto che il consumatore italiano, l'utente italiano è estremamente debole rispetto a situazioni di sostanziale monopolio che si realizzano in settori strategici della nostra economia. Quindi, quanto meno in questa fase, introdurre degli elementi di mitigazione di questo rapporto così impari tra il cosiddetto «mercato» e coloro che subiscono le decisioni altrui, è un elemento che favorisce un processo di miglioramento.
La realtà è quella che diceva il collega dell'opposizione in questo momento: i tassi di interesse che vengono applicati in determinati tipi di transazione non sono quelli che vengono normalmente comunicati ma sono due o tre volte maggiori; quindi, inserire, come farebbe la proposta del collega Crisci, un elemento di mitigazione mi pare ragionevole. In questo senso mantengo il mio sostegno ed il mio voto favorevole sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi rendo conto che il collega Gianfranco Conte, nel passaggio da una fase, nella scorsa legislatura, nella quale era relatore sulla riforma sul risparmio e sul sistema bancario ad oggi, quando si trova invece a sedere nei banchi dell'opposizione, riesce anche a fare qualche gioco da prestigiatore. Infatti, problemi come quelli da lui qui rappresentati non hanno mai trovato riscontro in alcuna Pag. 82delle iniziative di carattere legislativo che il collega ha sostenuto nel corso di due anni, ben due anni, di discussione della riforma del sistema bancario e del sistema del risparmio italiano. Sappiamo poi quale esito abbia avuto tale processo: oggi siamo ancora nelle condizioni di dover avviare una riforma in termini di trasparenza, in termini di difesa del consumatore, degli utenti e di modernizzazione del sistema finanziario e bancario italiano, grazie alle inadempienze di cinque anni di Governo del centrodestra.
Quindi, i paladini delle battaglie contro il sistema bancario - i quali, oggi, si ergono dai banchi dell'opposizione (e guardo di nuovo al collega Gianfranco Conte) -, anziché «aizzare» non so chi contro un sistema bancario che oggi si comporta in questo modo grazie anche alle loro inadempienze, dovrebbero proporre qualcosa di più serio che non il sostegno ad una proposta emendativa che peraltro reca una dizione che renderebbe inutile, anche di fronte alla sua approvazione, lo stesso articolo aggiuntivo. Infatti, quando si usa il termine prime rate, non si capisce di cosa si stia parlando, e oggi, invece, voi avete fatto vostro un siffatto articolo aggiuntivo!
Quindi, da questo punto di vista, bisognerebbe temperare in quest'Assemblea atteggiamenti di battaglia generica e collaborare, invece, attorno a un'iniziativa che possa comportare, come noi stiamo cercando di fare, benefici seri nei confronti dell'utenza, dei risparmiatori, dei lavoratori. Questo perché qui si fanno battaglie anche contro il fatto che si paghi non più in contanti, ma in un determinato modo, che possa essere non solo controllato, ma anche inserito in un processo di modernizzazione del sistema e di socializzazione dei mezzi di pagamento che siano all'altezza dell'Europa e dell'evoluzione del mondo finanziario e del mondo economico moderno.
Quindi, a questo punto, formulo al relatore una richiesta nel senso di accantonare l'articolo aggiuntivo in esame, per verificare se sussistano le condizioni per una collaborazione da parte dell'opposizione al fine di trovare una soluzione per cui l'intero Parlamento, anziché fare battaglie generiche contro il sistema bancario, adotti modalità serie per superare condizioni ancora negative, che riguardano l'utenza italiana in questo ambito (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo per un minuto. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, come è noto, questa stagione è ricca di polline che provoca delle alterazioni psicofisiche. Ho ascoltato l'onorevole Quartiani. Intanto, vorrei ricordare che l'articolo aggiuntivo in esame è stato presentato da un esponente del centrosinistra. L'onorevole Conte è una persona perbene, molto seria e ha svolto molto bene il suo lavoro, così come l'ha fatto il centrodestra. Ammettiamo che il centrodestra avesse fatto poco per accorciare «le mani lunghe» delle banche sulle tasche dei cittadini. Lei sarebbe contento e soddisferebbe le esigenze dei suoi elettori facendo peggio, se noi avessimo fatto male?
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, concluda.
TEODORO BUONTEMPO. Concludo, Presidente.
Questa è una logica che va condannata e credo che, prima di tutto, la condanna sia dei vostri elettori, perché quell'articolo aggiuntivo almeno stabilisce un tetto, anche se - secondo me - basterebbe attenersi al prime rate senza aggiungere il 3 per cento, perché il tasso di interesse salirebbe - e non sarebbe poco - intorno al 6 per cento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, è da questa mattina che ascolto interventi di lezione di diritto bancario e di tutela nei confronti degli utenti del Pag. 83sistema creditizio. Vorrei ricordare che imputare al centrodestra di aver fatto poco in questo settore è davvero incredibile; ma sentire da parte del centrosinistra lezioni di questo tipo è addirittura tragico!
Per il momento, quello che si è visto in questo anno di Governo da parte del centrosinistra è il ricorrere ad una serie di aggregazioni del sistema bancario forzate, forzose e spesso non in linea con le esigenze del mercato, che non hanno portato nessun vantaggio agli utenti del sistema bancario.
Vi ricordo la recente relazione del governatore Draghi, che ha richiamato proprio voi a trovare soluzioni che non siano solo di convenienza politica o per trovare nomine o poltrone nuove, come avete fatto in tutti questi mesi, cercando aggregazioni solo per attribuire incarichi a persone molto vicine al Presidente del Consiglio. Il governatore Draghi vi ha proprio richiamato a trovare sistemi aggregativi e soluzioni tecniche che possano apportare vantaggi agli utenti; cosa che, secondo il governatore Draghi, non secondo noi, sino ad oggi non è avvenuta.
PRESIDENTE. Onorevole Jannone, concluda.
GIORGIO JANNONE. Concludo, Presidente. Quindi, signor Presidente - le chiedo solo un secondo per finire - lezioni di questo tipo da parte vostra, che avete usato il sistema creditizio solo per attribuire poltrone e per avere vantaggi di carattere economico per voi - spero non per i partiti (questo lo valuterà la magistratura con i recenti casi da Unipol in poi) ma, comunque sia, per i vostri amici -, lezioni da chi non ha portato nessun vantaggio per gli utenti, non possono essere accettate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, questa mattina un po' sotto silenzio, e, comunque, senza grande risalto, l'Assemblea ha approvato due significativi articoli aggiuntivi che tutelano il cittadino consumatore, e, soprattutto, il cittadino che presta fideiussioni bancarie.
L'ha fatto con il parere favorevole del Governo e del relatore, e sono contento che tutta l'Assemblea abbia assunto tale decisione. Tuttavia, i problemi trattati questa mattina - come quello di cui stiamo discutendo - sono stati posti, da me e da qualche altro collega, da tempo, per richiamare l'attenzione rispetto alla necessità di garantire il contraente più debole nel rapporto con il sistema bancario...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
NICOLA CRISCI. Mi consenta un minuto in più, Presidente.
PRESIDENTE. Un minuto è troppo, perché sarebbe il doppio del tempo a sua disposizione.
NICOLA CRISCI. Ho capito; però, in qualche misura, questa discussione...
PRESIDENTE. Purtroppo, devo applicare il Regolamento, onorevole Crisci.
NICOLA CRISCI. Però mi deve consentire di finire un ragionamento, molto brevemente!
Dicevo soltanto che questo tema è stato posto nella passata legislatura con esiti che - devo dire - non sono stati fruttuosi, collega Conte, non è forse vero? Tali problemi sono stati sottoposti da me, negli stessi termini! Adesso due su tre, sono stati risolti. Mi sembra che il problema in questione, invece, possa essere impostato - così com'è stato fatto dal relatore - con un invito al Governo a tener conto della peculiarità del rapporto in discussione e con interventi di persuasione morale, rispetto alle priorità...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
Pag. 84NICOLA CRISCI. Per fare in modo che non appaia un intervento dirigistico della libera determinazione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole, deve concludere.
NICOLA CRISCI. Ma un intervento capace di tenere conto della condizione di debolezza...
PRESIDENTE. Onorevole Crisci, deve concludere, non posso farla continuare ancora.
NICOLA CRISCI. Sono convinto che il Governo accoglierà lo spirito di tale articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è abbastanza strano! In un Paese normale non ci sarebbe bisogno di una tale proposta emendativa perché il mercato, automaticamente, sistemerebbe la faccenda! Purtroppo, in Italia, non abbiamo un sistema bancario concorrenziale per cui, di fatto, con due soli grandi gruppi bancari che «la fanno da padrone», il «cartello» impedisce al mercato di regolare e offrire tassi equi.
Oltretutto, nel sistema delle carte revolving, si vanno ad «affidare» persone che non sono più affidabili. Tali carte rappresentano l'estrema ratio con cui si indebitano le famiglie più in difficoltà, in quanto non riescono più ad avere credito da nessuna parte. In tal senso, l'unica soluzione può consistere nel mettere un tetto a quella che diventa, di fatto, un'usura. Non possiamo fare altro che approvare un articolo aggiuntivo che appare dirigistico: all'interno di un provvedimento che parla di liberalizzazione, ciò è alquanto paradossale, però diventa, di fatto, una via obbligata.
Per quanto attiene, invece, alla questione del termine prime rate - mi rivolgo al relatore - penso che sia possibile una correzione in sede di coordinamento formale del testo perché, di fatto, mi sembra evidente che, se il termine non è più in uso, è corretto fare riferimento a quello attualmente in uso: non penso sia un problema e chiedo al relatore conferma di questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo anch'io in sessanta secondi. Eravamo un po' dubbiosi, dal punto di vista tecnico, sulla natura di tale articolo aggiuntivo, presentato da un esponente dei Democratici di sinistra, l'onorevole Crisci, il quale lo ha ritirato. È stato, quindi, fatto proprio dall'onorevole Baldelli, insieme agli onorevoli Teodoro Buontempo e Castellani. Rimanevamo, quindi, favorevoli dal punto di vista concettuale, ma dubbiosi sotto il profilo tecnico e di costituzionalità.
Tuttavia, se l'elemento decisivo diventa un elemento politico (abbiamo sentito gli argomenti della sinistra che, addirittura, contestano al centrodestra di «avere fatto» e di «non avere fatto»), la conseguenza è una sola: Alleanza Nazionale, o meglio, il presidente del gruppo di Alleanza Nazionale, chiede che il proprio nome venga aggiunto ai firmatari di tale articolo aggiuntivo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, nel corso della mattinata abbiamo discusso a lungo su tale tema e l'onorevole Crisci, presentatore dell'articolo Pag. 85aggiuntivo in questione, ha compreso le ragioni che sono emerse nel corso del dibattito.
Ha compreso che quell'articolo aggiuntivo era sostenuto da una particolare generosità, che si esponeva anche al rischio della demagogia e per tale motivo ha ritenuto opportuno ritirarlo: nel nostro Paese l'ordinamento garantisce già i cittadini rispetto al rischio di tassi usurari e non c'è norma che possa intervenire per regolare relazioni ed equilibri, che appartengono esattamente alle dinamiche di mercato.
Il costo del denaro non si sottrae a quelle logiche. Le politiche pubbliche e le autorità di regolazione devono intervenire a tutela dei cittadini, affinché i costi che il mercato presenta non risultino mai viziati da una rendita di posizione o da fattori che attengono a posizioni dominanti. Questi ultimi non ripagano il costo del servizio erogato, ma percepiscono o intercettano una situazione, che risulta non giustificata dalle dinamiche dei costi e dalla comparazione che si realizza in condizioni di mercato.
Poiché siamo tutti convinti di ciò, credo che non c'è chi possa sostenere il contrario; ove mai questo principio fosse applicabile, mi chiederei perché lo stesso non venga applicato sul conto corrente, sui prestiti degli artigiani, delle famiglie e dei cittadini italiani, ma soltanto ai possessori di carta revolving. Credo che la risposta a tale interrogativo serva a dare conto di quanto si voglia strumentalizzare, se mi è consentito, una questione che, essendo stata proposta con una spinta piuttosto generosa, è stata poi ricondotta, attraverso il ritiro dell'articolo aggiuntivo, nel quadro di un ragionamento che si fonda sulle norme a tutela dei cittadini esistenti nel nostro Paese.
Per tale motivo il Governo si dichiara contrario all'articolo aggiuntivo in esame.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente vorrei dire che l'onorevole Quartiani, nel suo intervento, ha motivato una richiesta di accantonamento.
Credo che lei abbia fatto bene a consentire lo svolgimento di un dibattito a prescindere da tale richiesta, perché l'argomento è rilevante e, peraltro, mi pare si stia sviluppando in modo serio ancorché, ovviamente, con posizioni diverse all'interno dell'Assemblea.
Mi domando, anche alla luce delle considerazioni del Governo, se obiettivamente non sia opportuno l'accantonamento di tale proposta emendativa, atteso che un dibattito è già stato svolto e che, probabilmente, se mai riusciremo a trovare una soluzione sulla quale ci si trovi d'accordo, l'accantonamento dovrebbe tendenzialmente aiutarci in tal senso. Se così non sarà, ci ritroveremo di nuovo di fronte tale articolo aggiuntivo e sullo stesso dovremo comunque affrontare un nuovo dibattito.
Mi rimetto ovviamente alla sua decisione e a quella dei colleghi, ma visto anche il clima positivo nel quale stiamo lavorando, mi domando se non sia utile approfittare di tale richiesta di accantonamento proprio per vedere se si trovi una soluzione. In caso contrario, dovremo comunque riaffrontare il dibattito nel momento in cui ci ritroveremo a discutere tale proposta emendativa.
Quindi, la mia domanda è se effettivamente, anche alla luce di una sorta di chiusura del dibattito da parte del Governo, non convenga accantonare l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Onorevole Provera, so che lei ha chiesto di parlare, ma sulla base del richiamo al Regolamento che ha la precedenza, devo prima dirimere la questione procedurale, dando la parola al relatore per conoscere la sua opinione sulla proposta di accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, facciamo un altro atto di buona volontà: accantoniamo l'articolo aggiuntivo in esame. Non è di facile soluzione, però ci proveremo.
Pag. 86GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A quale titolo? A questo punto, devo decidere sulla proposta di accantonamento e non vorrei che si aprisse un dibattito su tale proposta.
GIANFRANCO CONTE. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, poiché la discussione che è stata svolta riguardava la possibilità di modificare la proposta emendativi in esame, è chiaro che noi siamo d'accordo sull'accantonamento, nella misura in cui la si corregga, per renderla in qualche modo utile, anche alla luce di tale dibattito.
PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia, è pertanto accantonato.
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.02.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio articolo aggiuntivo 41.02.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pignataro 41.05. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, però vorremmo sottolineare l'importanza di questo articolo aggiuntivo, che riguarda i contributi consortili. Volevamo sollevare un problema serio, che è quello che ai contributi da parte dei comuni e dei cittadini corrispondesse la bonifica del territorio, quindi dei servizi nei confronti dei cittadini, cosa che oggi non avviene e che determina un'imposizione impropria. Questo è il problema che abbiamo voluto sottolineare!
Ritiriamo l'articolo aggiuntivo, pensando, però, che si trattava di una disposizione a difesa dei cittadini e dei consumatori, che avrebbe potuto migliorare il provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il mio articolo aggiuntivo 41.03 tende a delle semplificazioni in materia di imposta di bollo. Capisco che ci possano essere dei problemi legati alla copertura finanziaria e quant'altro. Si tratta tuttavia di un tema delicato e, per quanto riguarda la copertura finanziaria, il contributo dovuto al servizio sanitario nazionale potrebbe in qualche modo aggiungere copertura a quanto previsto nella prima parte del mio articolo aggiuntivo, che prevede che l'imposta di bollo in misura fissa è elevata da euro 1,81 a euro 2,50 e l'importo per cui l'imposta non è dovuta è elevato da euro 77,47 ad euro 500,00. Il cittadino avrebbe sostanzialmente un vantaggio enorme per quanto riguarda la possibilità di semplificazione in materia di imposta di bollo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 400
Astenuti 51
Maggioranza 201
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 277).Pag. 87
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201, per la cui votazione i presentatori insistono.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, capisco che la Commissione Bilancio abbia espresso parere contrario su questi articoli aggiuntivi, che però presentano una propria ragionevolezza. Chiedo anche a tutti i colleghi: perché si dovrebbe pagare la tassa di concessione per l'espatrio per recarsi in Svizzera, in Norvegia o in Croazia, dove è ammesso andare con la carta di identità?
L'articolo aggiuntivo prevede esattamente questo: quando si va in Paesi per i quali è ammessa la carta d'identità, si può non pagare il bollo sul passaporto. Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole, che merita un voto favorevole.
Non stiamo parlando - sebbene avessimo presentato nella scorsa legislatura una proposta in tal senso - dell'eliminazione tout court della tassa sul passaporto; in questo caso, stiamo ragionando solo dell'imposta da pagare quando si utilizzi il passaporto per andare in Paesi dove è previsto il solo uso della carta di identità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201, non accettati dalla Commissione, né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 250).
Prendo atto che l'onorevole Leddi Maiola non è riuscita a esprimere il proprio voto.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, non so se riuscirò a far capire all'Assemblea, al di là degli schieramenti, l'utilità dell'articolo aggiuntivo in esame.
Di fatto in Italia siamo in questa situazione: molti piccoli appezzamenti di suolo agrario non vengono venduti, non entrano nel mercato, perché i costi di trasferimento fiscali e notarili lo scoraggiano. Stiamo parlando di terreni agricoli aventi valore catastale inferiore a 5 mila euro. Per tali trasferimenti abbiamo ipotizzato che ci sia un abbattimento complessivo, tanto da farli costare cento euro onnicompensivi.
Mi rendo conto che anche in questo caso c'è un problema per la Commissione bilancio. A parte il fatto che in grande maggioranza tali situazioni non vanno sul mercato, quindi non producono un gettito, mi rivolgo al Governo, al relatore e ai componenti della maggioranza, sperando di fare emergere il problema. Abbiamo già tentato, in altre circostanze, di farlo diventare un tema meritorio di attenzione da parte del legislatore. Fino a questo momento non ci siamo riusciti, per cui di fatto in Italia vi è una situazione di immobilismo nel trasferimento delle piccole proprietà agricole. Una norma che faciliti il passaggio di tali piccole proprietà sarebbe auspicabile, perché aiuterebbe la ricomposizione fondiaria e soprattutto porrebbe termine allo stato di abbandono in cui si trovano una serie di apprezzamenti di suolo agrario, che si espongono anche al problema della manutenzione, quindi della salvaguardia ambientale. Mi Pag. 88rivolgo a molti altri colleghi sensibili a questi temi: senza un incentivo dal punto di vista della facilitazione, perché il trasferimento di tali proprietà avvenga con semplicità, tutto rimarrà fermo, così com'è oggi.
La domanda è: c'è qualcuno che sposa questa causa, che la ritiene meritoria? È possibile affrontarla in questa o in altra sede? È possibile superare una forma di insensibilità, che spesso registriamo su questo tema, al di là delle posizioni di schieramento? Tutto ciò andrebbe a favore di una proposta di assoluto buonsenso, che risolverebbe tanti problemi, semplicemente se ci fosse un concorso di volontà teso a raggiungere l'obiettivo di venire incontro al mondo agricolo, soprattutto alle aree più abbandonate, che rischiano di rimanere marginali, creando problemi non soltanto di natura ambientale, ma anche economica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevoli colleghi, la proposta contenuta nell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 è giustissima. Non solo si andrebbe incontro ad innumerevoli fattispecie nelle quali le spese di trasferimento dei menzionati microappezzamenti di terreno agricolo sono superiori al valore stesso del bene compravenduto - il che già è assurdo e frena le operazioni - ma si favorirebbe, accettando l'articolo aggiuntivo in esame, la ricomposizione fondiaria, che è un obiettivo importantissimo per la nostra agricoltura, i cui appezzamenti sono sottodimensionati. Gli esperti di settore sanno che, scoraggiati dall'eccessiva incidenza delle spese, molti proprietari di microappezzamenti non fanno l'atto notarile di trasferimento, quindi se lo passano, come si suol dire in agricoltura, «in parola», o stilano un «pezzetto di carta» che però non viene registrato. Si tramandano dunque, di generazione in generazione, situazioni non sistemate dal punto di vista ipotecario e catastale, creando un marasma non indifferente. L'articolo aggiuntivo in questione va dunque nella direzione dell'efficace risoluzione di problemi assolutamente oggettivi.
Voterò pertanto senz'altro a favore dell'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, vorrei ribadire alcuni concetti espressi da chi mi ha preceduto. Credo che la valenza dell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 sia tale, per cui valga la pena sottoscriverlo anche da parte mia, ma soprattutto sarebbe importante capire se il relatore intenda manifestare la volontà, in questa sede, di accantonare anche l'esame di questo articolo aggiuntivo, in attesa che si possa trovare idonea copertura, come si è fatto per altre proposte emendative.
Ritengo, infatti, che alla fine si ricorre sempre alla «foglia di fico» per la quale, quando manca la copertura, anche le proposte di buonsenso non possono essere approvate. Dobbiamo recarci in Commissione bilancio per chiedere diversi pareri e credo che uno in più o in meno non rappresentanti una grande differenza. Mi auguro che il relatore voglia, con un gesto di buonsenso, accantonare l'esame dell'articolo aggiuntivo 41.0202 avente quale prima firmataria l'onorevole Milanato.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore, prima di proseguire con gli altri interventi, se sia disponibile ad accogliere la proposta di accantonamento dal collega Fava formalizzata. Chiedo al relatore anche semplicemente un «sì» o un «no» per decidere se proseguire o no la discussione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, dichiaro la mia disponibilità in merito, fermo restando che c'è un parere contrario della Commissione bilancio e che la questione è stata in qualche modo già affrontata in altra sede legislativa.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 89FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non abbiamo, al riguardo, difficoltà.
PRESIDENTE. Dispongo pertanto l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. L'articolo aggiuntivo Giudice 41.0203, reca un contenuto simile all'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 e pertanto, se il relatore non avesse obiezioni, ne disporrei ugualmente l'accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Non vi sono problemi in merito, signor Presidente.
PRESIDENTE. Avviso quindi che anche l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 41.0203 è accantonato.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo aggiuntivo Saglia 41.052. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, sta accadendo una cosa grave e segnaleremo sicuramente il problema anche nei prossimi giorni presentando apposite interrogazioni in merito. Il 1o luglio di quest'anno si apre il mercato elettrico: una rivoluzione che avrebbe dovuto essere copernicana, una liberalizzazione vera. Non esistono però le regole, il Governo non le ha adottate e non c'è una legge che disciplini il mercato dell'energia elettrica. Cosa succederà? Nessuno cambierà il fornitore e tutti continueranno ad acquistare l'energia elettrica dal medesimo fornitore. Allora, dite pure che la liberalizzazione nel settore energetico non fa parte del programma di Governo! Questo mio articolo aggiuntivo non si limita ad affrontare una questione presente in un altro disegno di legge; mancano ormai venti giorni e non vi sono ancora le regole, né è stato predisposto un provvedimento in merito. Anzi, è in elaborazione, presso il Ministero dello sviluppo economico, un provvedimento che prevede il rinvio senza data della liberalizzazione dell'energia elettrica. Finitela di prenderci in giro! Avete avuto la possibilità di stabilire le regole del mercato da un anno a questa parte: non lo avete fatto ed è evidente che difendete i monopoli. Questo articolo aggiuntivo servirebbe, almeno, ad affrontare la questione delle fasce sociali disagiate. Evidentemente il Governo di sinistra è totalmente disinteressato dal fatto che le bollette elettriche vengono pagate in maniera eccessiva anche dalle fasce sociali disagiate. Non vi siete preoccupati neppure di questo aspetto! Cosa fanno il Ministro degli affari sociali ed il Ministro per le politiche per la famiglia sulle tariffe che i cittadini e le famiglie devono pagare per l'energia elettrica? Assolutamente nulla!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Saglia 41.052.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Intervengo semplicemente per ricordare che giace al Senato, dal mese (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...
STEFANO SAGLIA. Giace da due anni!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore! Può proseguire, sottosegretario Bubbico.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Basta controllare i resoconti delle attività della X Commissione al Senato per rendersi conto dei tempi necessari all'esame di un disegno di legge che il Governo ha presentato molti mesi fa. Tuttavia, il Governo ha già annunciato, in tale sede, che ove mai il provvedimento, che è calendarizzato per la Pag. 90discussione in aula, non dovesse arrivare in porto, verranno adottate tutte le misure necessarie a garantire le utenze che non trarrebbero vantaggio dalla liberalizzazione che dal 1o luglio diventerà operativa nel nostro Paese.
Desidero quindi tranquillizzare l'onorevole Saglia sul fatto che il problema è all'attenzione del Governo e che esso non è risolvibile con l'articolo aggiuntivo proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il provvedimento in esame ormai viene gestito dalla Commissione bilancio e - per alcuni aspetti - da provvedimenti in itinere. Di fatto, in qualche modo, esso è stato completamente svuotato. Ha ragione il collega Saglia quando afferma che su questo tema, ossia la liberalizzazione delle utenze domestiche a partire dal 1o luglio 2007, il Governo è inadempiente.
Ho ascoltato in sede di Comitato dei nove - ma anche in Commissione - il sottosegretario Bubbico affermare che se per caso non si arrivasse all'approvazione del provvedimento in tempo utile, il Governo potrebbe quando e come vuole, stabilire il rispetto di quella data. Siamo già, ormai, a metà giugno ed effettivamente la necessità di trovare una soluzione, attraverso un decreto, dovrebbe emergere in queste ore e non si dovrebbe aspettare che il provvedimento, che giace al Senato, sia approvato in tale sede per poi essere trasmesso alla Camera.
Quindi, l'onorevole Saglia ha ragione quando sostiene che per alcune parti - si veda la materia dell'acqua - è stato possibile, in questo disegno di legge, riportare nel suo alveo provvedimenti che sono in itinere e che, per il momento, giacciono al Senato; per questo aspetto, invece, frutto di un emendamento proposto dall'opposizione, non è possibile usare lo stesso metro.
Pertanto, voteremo a favore di questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, aggiungo la mia firma all'articolo aggiuntivo del collega Saglia e sottolineo, perché forse sono passati inosservati ai più, il tono e l'espressione usata dal sottosegretario Bubbico per ricordare il provvedimento che si trova all'esame del Senato. Egli lo ha paragonato, non dico a cosa, per decenza e perché siamo in un'aula parlamentare, ma adoperando le stesse parole del sottosegretario, si può dire che il provvedimento «giace» al Senato. Il che significa che quando questa opposizione ha sottolineato che il nostro bicameralismo si è trasformato, per colpa dell'attuale maggioranza, in un bicameralismo imperfetto, in una situazione per cui il Senato non può legiferare, ebbene, in questo caso l'espressione «giace» risulterebbe propria!
Signor Presidente, prima di concludere il mio intervento vorrei porre un'ultima domanda: ma il Governo sarà ancora in carica il 1o luglio di quest'anno?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 41.052, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 41.0206.Pag. 91
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente non mi aspetto che sia approvato questo mio articolo aggiuntivo, analogo a quello dell'onorevole Saglia, ma intervengo soltanto per ricordare che vi era un impegno preciso da parte del Governo a procedere al passaggio alle tariffe elettriche con una liberalizzazione e, quindi, con l'utilizzo, dopo molti studi, della condizione tariffaria D1. rispetto alle D2 e D3.
Non ci pare che vi sia alcun passo in avanti. A noi sembra che si voglia «ingessare» un mercato per consentire ai player, che sono attualmente sul mercato stesso, di continuare ad utilizzare tariffe a loro convenienti, senza tener conto delle effettive necessità ed urgenze, soprattutto rispetto alle famiglie numerose, che vedrebbero in un passaggio di tariffa, così com'era stato anche ipotizzato dai vari esperti del settore, un vantaggio indubbio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 41.0206, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 430
Astenuti 22
Maggioranza 216
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 252).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205.
Prendo atto che i presentatori di tali articoli aggiuntivi non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, abbiamo appena abbandonato - mi rivolgo al relatore ed al Governo - il tema delle banche. Vi siete tanto eccitati all'idea di aver realizzato una riforma relativa alla commissione del massimo scoperto e, poi, abbiamo constatato che l'emendamento presentato dalla Commissione, in realtà, interviene ben poco in materia e permangono, in ogni caso, gli oneri a carico dei cittadini clienti.
Ci troviamo ora in una situazione veramente paradossale. Quando, sulla stampa internazionale si fa riferimento alle tariffe applicate nel nostro Paese per l'energia elettrica, evidentemente si avverte che si viene incontro, in qualche modo, alle richieste delle imprese, le quali pagano, sempre nel nostro Paese, una sorta di «commissione di massimo scoperto» per l'utilizzo dell'energia. Nel Paese «normale» succede che se durante l'arco dell'anno un'impresa, per necessità correlate ad un picco di lavoro, consuma una quantità di energia molto più alta rispetto a quanto consuma nei periodi normali dell'anno, la stessa impresa pagherà, per tutto l'anno, l'impegno massimo di potenza, che verrà «spalmato» in maniera uniforme su tutti i mesi ed i giorni dell'anno.
Credo che ciò sia un illegittimo arricchimento perché, sostanzialmente, per un picco, che può essere anche di pochi minuti si rischia molto. A tale proposito, faccio un esempio che potrebbe essere utile per inquadrare i termini della questione. Nel nostro Paese il settore alberghiero, soprattutto nelle località balneari, ha una concentrazione di attività nel periodo dell'alta stagione, Tuttavia, se qualcuno durante l'anno, per esempio a Capodanno, decidesse di ospitare, all'interno della propria struttura, un gruppo di turisti e di fare un veglione, in tale occasione utilizzerebbe il massimo dell'energia disponibile, Pag. 92sia per l'ospitalità sia per il veglione. Ebbene, in tal caso, per tutto l'anno e per tutto il periodo invernale, in cui normalmente tutti gli esercizi rimangono chiusi, pagherebbe la «commissione di massimo scoperto» per l'energia.
Questo è, in parole povere, il contenuto della proposta emendativa che sottoponiamo alla vostra attenzione, perché chiediamo che venga applicato alle imprese un costo considerato sulla media dei consumi che si fanno durante tutto l'anno e non sui picchi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 444
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 243).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo ho tentato di porre all'attenzione del Governo una problematica estremamente complessa. Mi rendo assolutamente conto della difficoltà, anche da parte della Commissione bilancio, di valutare con precisione le ricadute finanziarie. Tuttavia, desidererei che il Governo, quanto meno, prendesse atto che la problematica, così come evidenziata nell'articolo aggiuntivo, è importante. Vorrei sapere, inoltre, se il Governo è disponibile ad accogliere un ordine del giorno che lo impegni ad affrontare questa problematica, magari in altra sede, perché ritengo che essa vada assolutamente risolta, in quanto spesso gli oneri del recupero superano addirittura la somma del debito per cui si tenta il recupero stesso.
La problematica esiste e non ritengo che questa sia la soluzione migliore ma, in ogni caso, vorrei chiedere al Governo se è disponibile ad affrontare il problema accogliendo un ordine del giorno. In tal caso, ritirerei certamente l'emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non abbiamo nessuna difficoltà ad accogliere un ordine del giorno che riepiloghi tali aspetti e che, sulla base di un percorso scandito, ci consenta di affrontare le questioni qui rappresentate.
PRESIDENTE. Dunque, l'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204 si intende ritirato, sulla base dell'impegno assunto dal Governo. Pertanto, onorevole Bosi, non le posso dare la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Luciano Rossi 41.055 e D'Agrò 41.0100, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 257).Pag. 93
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Testa 41.0200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 8).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 41.06.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, ritiro il mio articolo aggiuntivo perché è già assorbito dall'articolo 15.
PRESIDENTE. Sono accantonati i successivi subemendamenti riferiti all'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione, esso stesso accantonato. È accantonato anche l'articolo aggiuntivo Turco 41.0252.
Chiedo al relatore di darci indicazioni sul prosieguo dell'esame.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, potremmo passare all'esame dell'articolo 42.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 20).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Giuseppe Fini 42.200 e Gianfranco Conte 42.201.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuseppe Fini 42.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 42.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 247).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 331
Astenuti 124
Maggioranza 166
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 73).
(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 21).
Non essendo stati presentati emendamenti riferiti all'articolo 43, porrò in votazione direttamente tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 346
Astenuti 111
Maggioranza 174
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 38).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi riferiti dall'articolo 43.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Saglia 43.01, mentre esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi D'Agrò 43.02, 43.03, 43.04, 43.05 e 43.07. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Ferdinando Benito Pignataro 43.010, D'Agrò 43.09 e Della Vedova 43.011, 43.012, 43.014, 43.015, 43.016, 43.017 e 43.018, nonché degli identici articoli aggiuntivi Saglia 43.030 e Fratta Pasini 43.0207, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 43.0211. La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Galante 43.0208, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Lazzari 43.0209. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Gianfranco Conte 43.0210, Folena 43.021 e Della Vedova 43.019, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Sgobio 43.023.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo aggiuntivo Saglia 43.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intervengo per avere un chiarimento dal relatore che ha espresso un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 43.0211 e, invece, ha formulato un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 43.0207, ma sono assolutamente identici; allora o la Commissione formula un invito al ritiro di entrambi, o non può esprimere un parere favorevole sul primo e un parere contrario - salvo il ritiro - sul secondo, che, tra l'altro, corrisponde anche all'articolo aggiuntivo Saglia 43.030.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
Pag. 95PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, faccio osservare all'onorevole Gianfranco Conte che gli articoli aggiuntivi non sono identici: infatti, il comma 1 degli articoli aggiuntivi Saglia 43.030 e Fratta Pasini 43.0207 recita: «Al fine di garantire [...] è vietata, da parte degli operatori di telefonia»; mentre il comma 1 dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211 prevede il potere di intervento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non è la stessa cosa, se mi permette.
Se i presentatori accettano la formulazione dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211, la Commissione può esprimere parere favorevole su tali altri articoli aggiuntivi. Ciò significa - è bene precisarlo - che il comma 1, ovviamente, è da intendersi quello dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211.
PRESIDENTE. È chiaro e si verificherà quando esamineremo tale articolo aggiuntivo.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Saglia 43.01.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 43.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 233).
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.02.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ritiro l'articolo aggiuntivo 43.02 e i successivi articoli aggiuntivi 43.03, 43.04 e 43.05, mentre insisto per la votazione dell'articolo aggiuntivo 43.07.
L'articolo aggiuntivo 43.07, infatti, prefigura una modifica all'articolo 2120 del codice civile relativo alla disciplina del trattamento di fine rapporto di lavoro: in particolare, la lettera b), viene sostituita dalla seguente: «b) acquisto o costruzione, risanamento e ristrutturazione in proprio o tramite società cooperativa edilizia, della prima casa di abitazione per sé o per i figli, o per i propri genitori».
Questa è la motivazione che mi induce a ritirare gli altri articoli aggiuntivi e, invece, a mantenere l'articolo aggiuntivo 43.07.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 244).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Ferdinando Benito Pignataro 43.010.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, ritiriamo il mio articolo Pag. 96aggiuntivo 43.010 e l'articolo aggiuntivo Sgobio 43.023. L'articolo aggiuntivo Galante 43.0208 è l'unico che non riteniamo opportuno ritirare, in quanto siamo convinti che il cittadino abbia il diritto e il dovere di difendersi.
Quando il cittadino non riesce a difendersi da solo, deve intervenire il legislatore - come nel caso in esame - soprattutto in ordine al problema delle segreterie telefoniche e, in particolare, dei relativi costi aggiuntivi. Questo, infatti, è uno dei tanti nodi presenti nel vasto mercato elettronico che richiede una disciplina normativa in grado di regolamentare un aspetto nevralgico del sistema della telefonia...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, ma lei sta intervenendo nel merito di un altro articolo aggiuntivo...
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Dal momento che ne ritiro due, parlo una volta sola.
PRESIDENTE. Sta bene.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. È prassi, infatti, che i gestori delle compagnie telefoniche attivino i servizi di selezione automatica dell'operatore o altri servizi non richiesti, come la segreteria telefonica. In questi anni è stato solo grazie all'Associazione dei consumatori se migliaia di utenti hanno potuto vedersi rettificare le bollette, ottenendo prima il congelamento e poi lo storno di servizi non richiesti, in quanto non si possono attivare servizi senza espressa volontà degli utenti.
Oltre a tale rilevante aspetto, si sottolinea come le segreterie telefoniche prevedano costi aggiuntivi per gli utenti anche nella fase antecedente alla registrazione del messaggio di segreteria. Ovviamente i costi del servizio variano a seconda del gestore ma, in ogni caso, tale sistema rappresenta una forma indebita per lucrare soldi ai cittadini.
Non si comprende, quindi, quale sia il motivo per cui l'utente, per ricevere informazioni del tutto inutili dall'operatore, debba sostenere costi aggiuntivi prima del segnale acustico che dà il via alla registrazione del messaggio.
Per tali motivi manteniamo l'articolo aggiuntivo Galante 43.0208.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.09.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, posso capire che, in relazione alla filosofia del Governo e del relatore, il mio articolo aggiuntivo 43.09 e il collegamento al cosiddetto pagamento dell'ultimo miglio possa sembrare assolutamente non coerente con l'impianto dell'articolato. Credo che, invece, si «allacci» - termine brutto, forse - al provvedimento precedentemente votato, ossia il primo decreto Bersani, che aveva cercato di liberalizzare la telefonia, eliminando i costi di ricarica.
L'acquisto del cosiddetto ultimo miglio, invece, porterebbe alla liberalizzazione dell'utenza privata, cioè metterebbe effettivamente in concorrenza le varie società che erogano il servizio telefonico.
Ho capito e ho sentito, sia dal relatore sia dal Governo, che c'è stato complessivamente silenzio sull'articolo aggiuntivo in esame. Io, però, insisto per la sua votazione, perché reputo che sia la chiave di volta per liberalizzare fino in fondo la telefonia nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.09, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 243).Pag. 97
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, mi rivolgo al relatore e ai colleghi della maggioranza: non vedo ragione per ritirare il mio articolo aggiuntivo. Anche nel precedente provvedimento Bersani si è scelto di disciplinare i mutui per l'acquisto della prima casa attraverso un intervento diretto sul mercato, cercando di intervenire sulle clausole contrattuali (rimuovendo, ad esempio, la possibilità di prevedere una penalizzazione, da parte degli istituti di credito, per chi estingua il mutuo anticipatamente).
Ritengo, peraltro, che quella misura avrà effetti controversi e, in molti casi, controproducenti per la generalità dei contrattori di mutuo, che vedranno aumentare il tasso di interesse. Ma abbiamo scelto di intervenire sulla questione.
Trovo francamente incomprensibile, colleghi, che, mentre per favorire coloro che acquistano la prima abitazione con il mutuo, si interviene direttamente nei meccanismi contrattuali, ci si rifiuti, con una posizione non favorevole alla proposta emendativa in esame, di abolire l'imposta dello 0,25 per cento che grava sui contrattori di mutuo.
Se davvero vogliamo intervenire per favorire chi acquista la prima abitazione attraverso un mutuo, non ritenete che lo Stato debba fare il primo passo, cancellando l'imposta che grava soltanto su chi acquista la casa con un mutuo, anziché pagandola cash?
Non è incongruente, se quello è il nostro obiettivo, favorire coloro che acquistano la prima casa con un mutuo: dobbiamo fare il primo passo abolendo i balzelli di Stato. Chiedo al Governo e al relatore quale sia la ragione per la quale la nostra capacità di intervento si ferma sulla porta di casa, della nostra casa, cioè dello Stato e delle imposte.
Ritengo incongruente tale posizione: mi rivolgo, in particolare, ai colleghi della sinistra, di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, che in Commissione hanno sostenuto l'articolo aggiuntivo in esame. Non ci sono problemi di copertura e spero che nessuno, in questa sede, voglia avanzare la questione della copertura finanziaria.
Ho presentato diversi emendamenti perché si possa scegliere la copertura, ma sappiamo benissimo che non è questa la sede per affrontare il tema della copertura finanziaria: non stiamo stravolgendo il bilancio dello Stato. Possiamo solo decidere, se davvero vogliamo favorire coloro che acquistano la prima casa con il mutuo, che lo Stato faccia il primo passo, rinunciando al balzello, del tutto ingiustificato, dello 0,25 per cento sull'imposta del mutuo, un'imposta sostitutiva della vecchia imposta di registro, che non ha ragione di esistere e non ha ragione di gettito, ma che rappresenta una penalizzazione gravante su chi non ha i soldi per comprare brevi manu l'abitazione.
Io davvero non capisco perché il relatore inviti al ritiro dell'articolo aggiuntivo in esame, considerato che non ci sono altre misure, la sede è quella appropriata e dei mutui sull'acquisto della prima casa ci siamo occupati nei provvedimenti di liberalizzazione.
Davvero invito a compiere questo passo, visto che ci sono altri emendamenti di questo tipo. Lo Stato interviene a difesa dei consumatori, salvo che per quanto riguarda le tasse improprie che sui consumatori gravano! Pertanto, colleghi, davvero vi chiedo un breve momento di riflessione.
Non si tratta di un danno per il bilancio dello Stato, ma, se davvero vogliamo fare qualcosa, facciamo qualcosa di certo: togliamo l'imposta dello 0,25 per cento che grava sulla sottoscrizione dei mutui per l'acquisto della prima casa e l'effetto sarà certo, immediato e superiore a quello che abbiamo pensato. Poi vedremo i dati.
Abbiamo pensato di ottenere un beneficio vietando le penali per l'estinzione anticipata; perciò, non ritiro il mio articolo aggiuntivo ma anzi invito i colleghi ad esprimere un voto che vada nella stessa direzione nella quale si colloca la filosofia Pag. 98del provvedimento in esame e di quelli precedenti, a meno che non si voglia sostenere la giustezza della protezione del consumatore e dell'interesse di chi acquista la prima casa fatti salvi, però, gli incongrui e ingiustificati balzelli di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ringrazio il collega Della Vedova per la lezione seria che ci ha dato sulla prima casa. Ci ha detto, infatti, che chi ha i soldi non paga tasse, mentre a chi deve richiedere un mutuo lo Stato fa pagare dei balzelli per acquistare la prima casa; mi chiedo dove andrà ad abitare. Per favorire l'acquisto della casa da parte dei lavoratori e delle classi più deboli, lo Stato applica il balzello! Ci ha detto questo, e ha fatto anche di più. Per questo motivo, mi rivolgo al relatore per invitarlo a riflettere sul parere espresso e, magari, a proporre l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo, visto che il collega Della Vedova ha presentato più proposte emendative, per far sì che venga scelta la copertura minima e venga stabilito in che modo essa debba essere rinvenuta.
Mi sembra un ragionamento serio e lo voglio ancora ringraziare per aver richiamato in Parlamento la possibilità di permettere ai cittadini, che già fanno sacrifici, di acquistare un'abitazione senza doverne sopportare di ulteriori per pagare anche la fiscalità sui mutui sulla prima casa.
Quindi, invito il relatore ed il Governo a rivedere il loro parere e, magari, ad accantonare tutte le proposte emendative presentate dal collega Della Vedova per cercare di far approvare dall'Assemblea quella che ritengono più opportuna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo 43.011 del collega Della Vedova, perché le sue argomentazioni non solo sono di buonsenso, ma innescano un meccanismo virtuoso, essendo volte a favorire la crescita del risparmio e, conseguentemente, gli investimenti nell'acquisto della prima casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Prima abbiamo cercato di verificare se era possibile l'anticipo del TFR per l'acquisto della prima casa per posizioni attualmente non contemplate dalla normativa. Noi non possiamo, quindi, che accogliere favorevolmente questo articolo aggiuntivo, che attiene alle esenzioni fiscali sui mutui riferiti alla prima casa. Pertanto, annunciamo anche noi il nostro voto favorevole.
GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Intendo aggiungere anche la mia firma a sostegno dell'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 445
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 237).Pag. 99
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.012.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Confermo anche questo articolo aggiuntivo, che immagino verrà respinto come il precedente. Tengo però a sottolineare - a lasciare agli atti, come si dice - la responsabilità che i colleghi della maggioranza si sono assunti.
Abbiamo sentito in questi mesi e in questo anno polemiche feroci contro il centrodestra, che non fa nulla, che non ha fatto nulla, che si oppone alle liberalizzazioni di Bersani. Io registro il fatto che, per quanto riguarda i colleghi della maggioranza, le liberalizzazioni si fermano alle imposizioni al mercato, mentre si lascia mano libera allo Stato di continuare a vessare ...
STEFANO SAGLIA. Vessatori!
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ... in modo improprio e assolutamente più pesante e ineludibile di quanto avvenga da parte delle aziende, i consumatori, gli utenti e, in questo caso, i contraenti di mutuo.
Questa è la logica delle vostre liberalizzazioni, cioè lo Stato è libero di fare ciò che vuole, lo Stato non mette in discussione i balzelli e la possibilità di imporre tasse che non hanno alcun senso, se non quello di penalizzare alcuni comportamenti e alcune scelte economiche.
Questo, caro collega relatore, è il senso e la filosofia delle liberalizzazioni vostre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma a questo articolo aggiuntivo affinché ciò rimanga agli atti e affinché soprattutto rimanga agli atti il fatto che l'appello rivolto al relatore non è stato accolto. Se ne assumerà, molto presto, le responsabilità politiche!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.012, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 241).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.014.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, questo è un articolo aggiuntivo che chiede di introdurre - e lo specifica anche - una norma di assoluto buonsenso, a cui sono sempre stato favorevole fin da quando venne proposta dall'onorevole Rutelli in campagna elettorale: mi riferisco a una diminuzione di una tassa, diminuzione Pag. 100che, invece, è stata cancellata dal programma degli interventi di liberalizzazione.
La norma in esame dispone la previsione di un'aliquota «secca» del 20 per cento per i redditi da locazione: in altre parole, chi affitta una casa viene tassato non con l'aliquota marginale del proprio reddito, ma con un'aliquota secca del 20 per cento. Chiunque abbia una casa in affitto sa benissimo che chi la dà in locazione calcola il valore netto del canone e non il valore lordo. Pertanto il presente articolo aggiuntivo - che è, ripeto, la ripresa di una proposta che è venuta dalle fila in particolare della Margherita e comunque dalle fila della maggioranza - punta a calmierare il costo degli affitti e si pone come obiettivo anche quello di fare emergere le locazioni «in nero», attraverso la misura più razionale, quella cioè di diminuire gli oneri fiscali sui proprietari locatori.
Tengo a sottolineare che nel presente articolo aggiuntivo è anche previsto che coloro che oggi siano locatori e vogliano accedere ai benefici fiscali debbano, per così dire, retrocedere parte del vantaggio ai locatari ovvero ai conduttori dell'appartamento; quindi, se affitto una casa, per poter avere lo sconto fiscale, devo fare uno sconto all'inquilino: ciò per rendere razionale l'intervento e favorire un calmiere sul livello degli affitti.
Anche in questo caso non vi sono questioni di copertura, vi è solo una questione di volontà politica: si tratta di voler scegliere - oppure no - di favorire il mercato delle locazioni in Italia, in una situazione in cui gli affitti aumentano e le case in affitto sono poche, anche perché vi è un forte disincentivo fiscale ad affittare le proprie case.
Anche in questo caso, cari colleghi, si tratta di operare una scelta. Non mi spiego la logica del Governo e del relatore - che chiedono di rinunciare al presente articolo aggiuntivo - se non con la mancanza di una volontà politica di andare in fondo, nel processo di ammodernamento della normativa italiana, se si toccano le tasse, cioè se si toccano gli interessi dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, vorrei replicare all'intervento dell'onorevole Della Vedova, che io seguo sempre con molta attenzione. Lei sa, onorevole Della Vedova, che all'interno del centrosinistra - non parlo quindi soltanto del mio gruppo - si sta valutando attentamente la proposta in esame della tassazione fissa del 20 per cento. È una cosa nota, non è priva di significato e anzi aggiungo che servirebbe ad armonizzare il tasso di tutte le rendite, vale a dire ad arrivare ad un tasso che sia identico per tutte le rendite.
Come è noto, il provvedimento in esame avrebbe anche lo scopo di far emergere tutti quegli affitti che non vengono denunciati e potrebbe avere come effetto una diminuzione dell'evasione fiscale, che in questo settore è molto praticata dai proprietari di casa. Però mi permetta di formulare una osservazione rispetto a quanto lei ha detto. Lei ha affermato che non vi sarebbe un problema di copertura. Si pone invece un problema a tale riguardo in quanto la copertura non può essere probabilistica. Sappiamo che il Governo di centrodestra fece molte coperture di tipo probabilistico, ma esse non dovrebbero a mio avviso essere ammesse nel nostro ordinamento. Non possiamo basarci sulla possibilità che il provvedimento in esame faccia emergere l'evasione, quindi compensi il minore gettito ottenuto con l'aliquota del 20 per cento. Dobbiamo invece, nella fase iniziale, stabilire una copertura; poi, se emergerà l'evasione, allora la copertura non sarà più importante.
Allo stato attuale non siamo in grado, per ragioni di compatibilità di bilancio, di accogliere il suo articolo aggiuntivo. Voglio dire però che il non accoglimento del suo articolo aggiuntivo non significa in alcun modo - almeno per quanto riguarda il mio gruppo - che non siamo pienamente d'accordo su questa direzione. Si tratta di verificare, spero con la prossima finanziaria - quando avremo il quadro complessivo Pag. 101della situazione - l'applicazione di questa misura, che ritengo assolutamente efficace equa rispetto alla tassazione delle diverse rendite, quindi uno strumento valido per contrastare l'evasione che in questo settore - come sappiamo - è abbastanza elevata. Le volevo dire tutto ciò affinché non ci siano quei dissensi finti, per cui magari si vota differentemente per questioni che riguardano il reperimento delle risorse, la visione complessiva, ma il dissenso è formale perché nella sostanza la pensiamo allo stesso modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola per domandare all'onorevole relatore e al rappresentante del Governo perché avessero espresso parere non favorevole su questo articolo aggiuntivo, articolato e corposo, a firma Della Vedova. Debbo ritenere che la risposta dell'onorevole Villetti sia già stata esaustiva, data a nome della maggioranza e quindi in qualche modo anche del Governo? L'argomento infatti è di eccezionale portata. L'articolo aggiuntivo segna il punto d'incontro di esigenze di carattere sociale tra i ceti più in difficoltà che stanno in affitto, i proprietari (che vengono ingiustamente vessati a causa della tassazione marginale, dal momento che il reddito da locazione confluisce nella dichiarazione complessiva dei redditi) e la possibilità di una effettiva liberalizzazione, che dovrebbe compiersi con il presente provvedimento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Se la risposta è quella dell'onorevole Villetti, ne consegue che per la maggioranza ciò non rappresenta una priorità. Ci ha detto che non vi sarebbero le risorse per la copertura di una tale misura e che di conseguenza dobbiamo prendere atto che non può essere considerata una priorità. Per noi è una priorità di carattere sociale, di carattere liberalizzatorio ed economico. Riteniamo di dover appoggiare l'articolo aggiuntivo Della Vedova e ci sembra un deficit politico formidabile quello confessato a nome della maggioranza da parte dell'onorevole Villetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, credo che, un po' complice anche l'orario e la giornata pesante che tutti abbiamo vissuto, la stanchezza stia emergendo in tutti i suoi contorni più drammatici, e che l'onorevole Villetti abbia perso una straordinaria occasione per star zitto. È riuscito a dire tutto ed il contrario di tutto, in un intervento francamente senza capo né coda, nell'ambito del quale ci pare di aver colto un dato: l'articolo aggiuntivo presentato Della Vedova è giusto, legittimo e condivisibile, ma la maggioranza non lo vota perché le convenienze dello stare al Governo non sono uguali a quelle dello stare all'opposizione. È un ragionamento che francamente si poteva anche risparmiare.
Sappiamo bene come funzionano la politica e i meccanismi all'interno della Camera dei deputati e ci mancherebbe altro che ci facessimo trovare impreparati da questo tipo di atteggiamenti, ma che qualcuno in modo così candido possa fare di tali dichiarazioni... Si sta discutendo di una legge!
Allora delle due l'una, caro Villetti: o l'articolo aggiuntivo è valido e contiene una misura che si pone nella linea dell'interesse generale, è condiviso e lo si approva, oppure, semplicemente, non lo si approva e si sta zitti.
Dirò di più: considerato che - come mi è parso di capire - l'onorevole Villetti addirittura si è improvvisato portavoce del relatore, poiché le spiegazioni che ci ha fornito non ci erano state offerte dal relatore (ci rallegriamo del fatto di aver avuto da lui qualche elemento in più), ci chiediamo allora per quale motivo il collega non si sia reso portavoce, come ho Pag. 102fatto io in occasione di qualche votazione precedente, di una richiesta al relatore di accantonamento dell'articolo aggiuntivo in esame, in attesa che lo stesso possa essere nuovamente valutato dalla Commissione bilancio, se davvero il problema è solo nella copertura; in tal modo, si sarebbe reso un buon servizio al Paese, perché domani avremmo potuto tranquillamente approvare la proposta, a seguito del superamento del vaglio della Commissione bilancio, specie considerando che abbiamo preso atto del fatto che anche nella maggioranza esiste condivisione e una volontà politica favorevole su tale articolo aggiuntivo.
Mi auguro quindi che si tratti solo di un caso dovuto alla stanchezza, ma di fatto non posso esimermi dal valutare negativamente l'intervento dell'onorevole Villetti e chiedo - a questo punto al suo posto - che il relatore si faccia carico della necessità di accantonare l'articolo aggiuntivo a firma Della Vedova - articolo al quale chiedo, peraltro, di poter aggiungere la mia firma - così da poterlo discutere eventualmente domani, dopo aver acquisito il parere della Commissione bilancio per quanto attiene alle relative competenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piro. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, noi pensiamo che l'articolo aggiuntivo in esame ponga una questione di interesse, tuttavia - lo dico subito - riteniamo che non sia del tutto congruo il contesto in cui la proposta si inserisce e che esso ponga sicuramente problemi di copertura finanziaria. Vengono stimati dal presentatore oneri per 2 miliardi di euro, ma non sappiamo sulla base di quali stime questa quantificazione sia stata effettuata e quali ulteriori oneri l'articolo aggiuntivo, se approvato, potrebbe produrre.
Vi sono dunque motivi fortemente problematici, che rafforzano in noi la convinzione che questo interessante argomento - che è stato sicuramente posto all'attenzione dell'opinione pubblica da esponenti del centrosinistra - debba essere inserito in un contesto più adeguato e sicuramente più congruo. Tale contesto da una parte dovrebbe essere legato a misure di alleggerimento della pressione fiscale, dall'altro - non dimentichiamo che stiamo discutendo di case - dovrebbe affrontare in maniera più organica la problematica della casa nel nostro Paese.
Per non restare nel vago, riteniamo in altre parole che l'argomento possa essere sicuramente affrontato nella sua complessità all'interno di un provvedimento più generale, che affronti, ad esempio, il problema dell'abolizione o dell'alleggerimento dell'ICI sulla prima casa, ma anche la questione delle case in affitto.
Il presentatore dell'articolo aggiuntivo ha fatto riferimento, ad esempio, al fatto che con questa misura si potrebbe favorire l'emersione degli affitti in nero. Pensiamo che un incremento, un'implementazione della misura legata al bonus affitto, soprattutto per coloro che si trovano in locazione abitativa, potrebbe anch'essa favorire l'emersione degli affitti in nero come peraltro, in buona parte, è avvenuto nel passato.
Per questi motivi, pur sottolineando che siamo interessati al problema e che siamo certi che esso potrà trovare un suo più adeguato inserimento in un contesto più ampio, pensiamo che debba essere accolto l'invito al ritiro rivolto al presentatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, a me sembra che l'onorevole Villetti abbia chiarito in modo inequivocabile non soltanto la posizione del gruppo, ma anche quella complessiva del centrosinistra per ciò che riguarda l'aspetto del venti per cento.
Mi sembra quanto mai strano che alcuni parlamentari, tra cui il penultimo che ha parlato, svolgendo anche delle considerazioni Pag. 103secondo me non opportune, non comprendano che l'onorevole Villetti, come d'altronde anche il nostro gruppo, ritiene estremamente significativo questo tipo di articolo aggiuntivo, perché comunque andrebbe ad eliminare un problema di sommerso.
Tuttavia, con altrettanta chiarezza e, soprattutto, con grande rispetto per le norme che regolano e devono regolare i nostri lavori e che riguardano soprattutto gli emendamenti che presentiamo, vi deve essere comunque una copertura finanziaria.
L'onorevole Villetti, le cui considerazioni condividiamo in quanto tali, ha spiegato con chiarezza che questo articolo aggiuntivo obiettivamente manca di copertura finanziaria. Per questo motivo vi è stato un chiarimento della sua posizione, pur condividendo l'essenza della proposta emendativa in quanto tale.
Vorrei anche sottolineare, per fare chiarezza sulla questione, che la Commissione bilancio ha espresso un parere contrario su questo articolo aggiuntivo, perché vi è appunto un problema di copertura finanziaria. Ritengo quindi che le considerazioni svolte dai deputati che poco fa si sono espressi sono soprattutto inopportune e ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LELLO DI GIOIA. ... non condividiamo questo tipo di posizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, come sanno i colleghi della Commissione finanze, abbiamo al nostro esame la vicenda della revisione delle rendite e dei redditi. Dopo aver ascoltato i colleghi Villetti e Di Gioia, consiglierei all'amico Della Vedova, proprio in virtù del fatto che questo articolo aggiuntivo è palesemente privo di copertura finanziaria, di invitare il Governo e il relatore, nel caso di un ritiro dello stesso, ad affrontare la vicenda attraverso un ordine del giorno che potrebbe essere positivamente accolto.
Dico questo perché gli amici della Rosa nel Pugno hanno espresso questa posizione, ma mi pare che lo stesso gruppo della Margherita e molti colleghi della Commissione finanze siano assolutamente disposti ad affrontare positivamente questa proposta emendativa.
Quindi, se il Governo fosse disponibile e se il collega Della Vedova accedesse a questa richiesta, si potrebbe ritirare l'articolo aggiuntivo e trasfondere il suo contenuto in un ordine del giorno.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, come i componenti della X Commissione Attività produttive sanno, su tali proposte emendative abbiamo svolto un confronto piuttosto lungo in Commissione. Come ho spiegato più volte, il problema non è il dissenso su alcuni aspetti - compresa la problematica in questione - ma il fatto che essa venga affrontata in modo un po' «grossolano», anche con riferimento ad una copertura economica e finanziaria non esistente e al fatto che un tema, su cui si può costruire un'iniziativa (a patto che le condizioni del bilancio dello Stato lo consentano), rischia di diventare terreno di polemica politica.
Nel merito - come ho più volte ribadito in Commissione - il nostro obiettivo è quello di arrivare a un risultato di tale tipo. Naturalmente, si è pensato di insistere - legittimamente, per carità! - e ciò rientra nelle prerogative dei parlamentari; se, però, l'onorevole Della Vedova accedesse alla proposta avanzata dall'onorevole Gianfranco Conte, per quanto mi riguarda - anche se, ovviamente, non spetta a me accogliere un ordine del giorno in tale maniera - considererei ciò un punto di impegno, una proposta che (ferme restando le problematiche di costruzione della prossima legge finanziaria e le compatibilità economiche che devono essere trovate) potrebbe essere accolta e condivisa.
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Vorrei capire la posizione del Governo, se il Sottosegretario Bubbico ha cinque secondi di tempo...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armani. Ne ha facoltà. Poi daremo la parola al Governo.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo solo per aderire alla proposta del collega Gianfranco Conte, ricordando che, proprio in sede di Commissione finanze, sono state presentate una mia proposta emendativa ed una del collega Antonio Pepe su tale problema, che naturalmente rientra nel contesto della delega che la Commissione stessa sta discutendo, in materia di tassazione delle rendite finanziarie, quindi anche di modifica della struttura del catasto.
Penso che in tale sede sia opportuno discutere anche in preparazione della futura legge finanziaria. Reputo, pertanto, la proposta di Gianfranco Conte di comune e normale buonsenso.
PRESIDENTE. Sottosegretario Bubbico?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà ad accettare la trasformazione dell'articolo aggiuntivo in questione in ordine del giorno, considerato che, anche alla luce di quanto affermato dall'onorevole Villetti, la maggioranza e il Governo stanno lavorando per predisporre una misura che abbia esattamente queste caratteristiche.
PRESIDENTE. Deputato Della Vedova?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ricordando comunque che il Parlamento è sovrano, che la copertura - da un punto di vista formale - è ineccepibile e che, pertanto, il Parlamento potrebbe esprimere un voto favorevole, a questo punto accetto la proposta di ritiro dell'articolo aggiuntivo, riservandomi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Deve, pertanto, intendersi ritirato anche il successivo articolo aggiuntivo Della Vedova 43.015 poiché verte sulla stessa materia.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.016.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, purtroppo la sorte mi ha costretto a tediare l'Assemblea a questa tarda ora, tuttavia l'articolo aggiuntivo in questione stabilisce l'abolizione della tassa di concessione governativa sui contratti di telefonia mobile, che esiste solo in Italia e in nessun altro paese d'Europa e del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
Chi oggi stipula un contratto di telefonia mobile, di telefonia cellulare e paga la bolletta, deve pagare un balzello di Stato di sei, dieci, dodici euro al mese, che non ha alcuna giustificazione e che venne introdotto per ragioni di cassa quando qualcuno riteneva che i telefoni cellulari fossero un bene di lusso. Oggi, credo che almeno ciò sia pacifico, il telefonino non è un bene di lusso. Sull'argomento è stato già presentato un ordine del giorno al cosiddetto provvedimento Bersani, votato pressoché all'unanimità da tutta la Camera. Quindi, onorevole relatore, non posso ritirare il mio articolo aggiuntivo per ripresentarlo come ordine del giorno.
Invito i colleghi a considerare la logica di tale articolo aggiuntivo: siamo intervenuti per vietare i costi di ricarica. Come qualcuno tra cui il sottoscritto aveva facilmente previsto, quell'intervento sarebbe stato vanificato dal mantenimento della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti che sono l'unica alternativa al costo di ricarica, alternativa non praticabile in Italia, proprio a causa della tassa.Pag. 105
Senza l'eliminazione della tassa, le tariffe dei costi di ricarica dei telefoni sono fisiologicamente cresciute, penalizzando le aziende meno forti del mercato e con le spalle meno solide dal punto di vista finanziario.
Quindi, onorevole relatore, signor sottosegretario...
PRESIDENTE. Vorrei ricordarle che il tempo a disposizione del gruppo di Forza Italia è esaurito, pertanto sta consumando il tempo previsto per gli interventi a titolo personale.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Le chiedo di concedermi un minuto per concludere il ragionamento. Si tratta di capire, cari colleghi, se la liberalizzazione dei telefonini si ferma di fronte alle compagnie, mentre sui telefoni cellulari lo Stato italiano - solo lo Stato italiano - deve mantenere una tassa iniqua, ingiustificata.
Non ci sono problemi di copertura: la cifra è inferiore e la copertura esiste. Quindi, decidete, onorevole relatore e signor sottosegretario, se le liberalizzazioni dei telefonini debbano essere fittizie, se cioè non riguardino lo Stato che continua ad usare, come cespite improprio del proprio bilancio, i costi di abbonamento dei telefoni, penalizzando tutti i consumatori, sia quelli che hanno l'abbonamento che quelli che non ce l'hanno. Al riguardo, l'Antitrust ha pronunciato parole decisive, ma il Ministro Bersani, così attento ai pronunciamenti dell'Antitrust, ha finto di non leggere o di non ascoltare ciò che tale autorità ha affermato...
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, la prego di concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ...cioè che in Italia e solo in Italia esiste tale tassa e che, se si vuole creare effettiva concorrenza all'interno del mercato dei telefonini, non bisogna intervenire, come si è fatto, sulle ricariche - e vedremo come finirà - ma si deve abolire la tassa di concessione governativa. Qui non c'è da discutere: o si fa o non si fa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'onorevole Della Vedova ha fatto bene a ricordare che è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno, e non capisco la ragione per la quale si voglia replicare una discussione che ci ha visti impegnati solo qualche settimana fa.
Peraltro, nel corso dell'esame dell'ordine del giorno è stato detto che quella misura sarà prevista nella prossima legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'articolo aggiuntivo del bravo collega Della Vedova che non perde occasione per riportare l'argomento in esame ed altri temi importanti all'attenzione del Parlamento e per rispondere al Governo.
È vero che esiste l'impegno, nella legge finanziaria, di abolire la tassa di concessione governativa, ma non ci crediamo più. Innanzitutto, occorre arrivare alla legge finanziaria e poi occorre anche che le cose si facciano.
Le ricordo, giusto per fare un inciso sul tema, le affermazioni del Ministro Ferrero all'assemblea nazionale dei non-udenti che utilizzano il telefonino per comunicare tra di loro. Da parte del Ministro c'è stato l'impegno formale ad abolire la tassa di concessione almeno per tale categoria. Ebbene, nemmeno ciò è stato realizzato, né dalla legge finanziaria né successivamente in numerosi provvedimenti nei quali abbiamo proposto la medesima misura.Pag. 106
Allora, dato che non ci crediamo più, se volete abolirla, facciamolo e basta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, non ritiro l'articolo aggiuntivo. Ricordo al sottosegretario che quell'ordine del giorno fu previsto in tale forma perché mi si disse allora che c'era estraneità di materia, con un'interpretazione discutibile (ma non è il caso di discuterne ora). Questa è l'occasione! Si tratta di un provvedimento di liberalizzazione: ci siamo dimenticati di farlo con il cosiddetto decreto-legge Bersani, facciamolo oggi! L'ordine del giorno prevedeva un impegno del Governo; tale impegno del Governo è da mantenere qui ed ora. Si potrà votare, poi, la legge finanziaria: vedremo quando si farà e chi la farà, ma non capisco perché non approvare oggi tali disposizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo accoglie una sollecitazione che viene dall'Authority. So che il Governo ha detto che provvederà, effettivamente, a inserire comunque tali disposizioni nella legge finanziaria.
Io - per carità - so che l'articolo aggiuntivo verrà posto in votazione e non sarà approvato; però, è importante sapere che il Governo ha assunto, ancora una volta, formalmente, l'impegno in quest'aula ad inserire il suo contenuto nella legge finanziaria. Vedremo se sarà mantenuta la parola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, intervengo solo perché non passi, senza che resti agli atti, il tipo di argomentazione che, già per la seconda volta di seguito, usa il collega Della Vedova.
Non discuto che questa imposta possa essere non funzionale e che quindi, come suggerito dall'Antitrust, la si debba abolire, per consentire una vera articolazione di scelta da parte dei consumatori fra carta prepagata e abbonamento.
Ma siccome l'argomento dell'onorevole Della Vedova è un altro, cioè che la liberalizzazione più importante sarebbe l'abolizione della tassazione, allora si sta facendo - si potrebbe dire - una demagogia banale, perché, con questi concetti, una norma a tutela dei consumatori dovrebbe abolire tout court l'IVA; così avremmo risolto il problema.
Se accettiamo la equiparazione di concetti, che ci sta proponendo, con troppa semplicità, il collega Della Vedova, allora dobbiamo essere coerenti fino in fondo; altrimenti, si tratta di banale demagogia, che va denunciata in quanto tale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.016, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 238).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani.
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