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Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sulla elezione contestata del deputato Lorenzo Bodega per la IV Circoscrizione Lombardia 2 (Doc. III, n. 2).
(Dichiarazioni di voto - Doc. III, n. 2)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, contrariamente a quanto ho affermato prima, cioè che sarei intervenuto una sola volta, considerato l'esito, veramente incredibile, della precedente votazione - che vedeva anche un mio apprezzamento di diversità di situazioni fra il collega Neri e il collega Bodega - devo dire, perché resti agli atti della Camera, che in questi giorni si discute molto di privilegi dei parlamentari: questo è un vero privilegio! Noi possiamo decidere se applicare la legge elettorale nei confronti di un nostro collega!
Io non me la sento: voto a favore dell'interpretazione e dell'applicazione della legge, come ci chiede la Giunta delle elezioni, e ripeto l'invito, a partire dai colleghi radicali del gruppo della Rosa nel Pugno, ad applicare correttamente la legge fino in fondo.
La legge è legge, dura, magari ingiusta, magari da cambiare, ma è legge.
Il collega Bodega doveva dimettersi trenta giorni prima di quando lo ha fatto: non lo ha fatto e mi dispiace. C'è un signor Molteni - che non conosco - che ha un diritto soggettivo ad entrare in quest'aula. Votate pure come volete; io so come voterò.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, chiedo scusa, avrei dovuto intervenire nel caso precedente, perché mi rendo conto che diventa molto delicato per il Parlamento esprimere due valutazioni diverse su casi che hanno caratteristiche simili. Ma non posso esimermi dal parlarne data l'importanza del caso. Questo fatto non cambia naturalmente il mio atteggiamento e non cambierà - immagino - l'atteggiamento di altri colleghi.
Sono totalmente d'accordo con quanto è stato detto ora dal collega che mi ha preceduto: con questo voto ci assumiamo una gravissima responsabilità. È inutile che nascondiamo il fatto che vi è oggi un attacco, in larga misura ingiustificato, al Parlamento, con una serie di motivazioni che tutti conosciamo. Ma in questo momentoPag. 12e con questo voto il Parlamento dimostra di non essere in grado di esercitare una sua prerogativa fondamentale. Lascio naturalmente da parte le valutazioni personali e i rapporti che si possono stabilire tra i parlamentari in quest'aula durante il periodo inevitabilmente lungo dell'istruttoria. Tale periodo prolungato nasce dal rispetto di alcune garanzie. Abbiamo atteso per dare delle garanzie, per realizzare il contraddittorio su questa materia. Nel momento però in cui - dopo aver atteso, aver concesso garanzie e aver ascoltato la relazione della Giunta delle elezioni - votiamo contro chiare prescrizioni di legge tutelando obiettivamente la corporazione, la «casta» del Parlamento, rendiamo legittime tutte le critiche che arrivano dall'esterno.
Lo dico con grande franchezza: presenterò al più presto una proposta di legge che sottragga al Parlamento, dopo questa esperienza, il giudizio sui titoli di eleggibilità (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
Credo che, a questo punto, dobbiamo consegnare - non ero convinto in astratto di tale tesi, ma ritengo sia oggi una conseguenza necessaria di questo voto - ad un organo terzo, alla magistratura o alla Corte costituzionale il giudizio su questa materia (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Capisco le vostre reazioni, ma credo che questo voto certifichi che il Parlamento non è in grado di esercitare un controllo su se stesso.
Pertanto, questo è il motivo per il quale ribadisco il mio voto. Spero che il voto sia uguale a quello precedente, perché non sarebbe giustificato trattare in un modo diverso un caso rispetto all'altro: però la questione di principio è e resta di grandissima rilevanza.
Vi assicuro che sono dispiaciuto per i colleghi che si sono allontanati di soppiatto per non partecipare alla votazione (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carta. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Signor Presidente, voterò contro la deliberazione della Giunta delle elezioni per diversi motivi. Un motivo discende dal fatto che il Parlamento è sotto tiro e la classe politica non è in grado di rialzare la testa e rintuzzare i tanti attacchi veramente infamanti (Applausi).
Conosco la materia, essendo stato assessore e consigliere regionale e avendo dovuto dimettermi il 1o gennaio del 1992 - quando sono diventato deputato - perché la legge lo richiedeva o perlomeno alcune interpretazioni della legge sembravano affermare la necessità delle dimissioni. Non era vero, perché in altri casi ciò non avvenne, tanto che la Corte costituzionale ha stabilito che quella non era l'interpretazione corretta.
In secondo luogo, trovo molto più ingiusto, caro collega Zaccaria, che ci si possa sedere in questo Parlamento solo perché si è diventati sindaci successivamente all'elezione a deputato, restando sindaci e deputati (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania), mentre si viene dichiarati decaduti solo perché si applica questa norma, che c'è, esiste ed è una norma ingiusta.
Vorrei fare un'altra considerazione. Proprio perché sono stato amministratore comunale e regionale - sono stato undici anni assessore di una regione a statuto speciale - so che, se avevo influenza sull'elettorato, essa non sarebbe venuta meno i sei mesi precedenti le elezioni politiche, ma sarebbe rimasta; infatti, tale influenza è rimasta perché ho ottenuto 14 mila preferenze quando ancora si scriveva il nome sulla scheda elettorale.
Allora, voterò contro la proposta della Giunta, perché il Parlamento deve legiferare e deve normare l'incompatibilità assoluta tra le cariche, ma non l'ineleggibilità, che limita i diritti delle persone. Per tali motivi voterò contro (Applausi di deputatiPag. 13dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, invito il collega, che ho proprio davanti a me, ad attivarsi con un'iniziativa per cambiare la legge. Questo è il tema: siamo dei legislatori, non siamo degli «interpreti a caso».
È ingiusto che un sindaco si sia dimesso perché ha interpretato la legge - e nella sua città ci sia il commissario per lo svolgimento delle elezioni - mentre un altro non lo ha fatto. Non dobbiamo rappresentare una casta; siamo una casta che non capisce niente!
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Osvaldo Napoli, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi ha rinunziato.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.