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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Progetto di chiusura della scuola allievi agenti di Foggia - n. 2-00326)
PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00326 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica, ovviamente anche in considerazione di quanto dirà il Viceministro.
PRESIDENTE. Il Viceministro dell'interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, come sanno perfettamente gli onorevoli Di Gioia e Turci, la decisione assunta sulla scuola allievi agenti di Foggia del 29 gennaio 2007 è frutto delle previsioni contenute nell'articolo 1, comma 431, della legge finanziaria del 2007, in ottemperanza alle quali il Ministero dell'interno sta riorganizzando l'intero sistema delle scuole della polizia di Stato, sulla base della rivalutazione complessiva delle esigenze di formazione degli allievi agenti di polizia, anche alla luce della riforma della leva obbligatoria e del poliziotto ausiliario ad essa collegata.
Ricordo che il sistema degli istituti di istruzione della polizia di Stato comprendeva 13 scuole per allievi, con una ricettività complessiva di oltre 4.700 posti. Nel prossimo quinquennio, invece, i nuovi agenti non dovrebbero superare la media annuale di mille unità.
Siamo di fronte ad un sovradimensionamento consistente, che deve essere eliminato sia per contenere le spese di gestione, sia per recuperare il personale di polizia che presta servizio nelle scuole, facendogli svolgere compiti di controllo del territorio, di prevenzione e di contrasto della criminalità.Pag. 45
L'obiettivo è quello di realizzare economie senza incidere sull'efficienza del servizio formativo. Quando il piano sarà realizzato, avremo un risparmio di 12 milioni di euro annui, vale a dire il 10 per cento della spesa sostenuta nel 2005: avremo così conseguito l'obiettivo imposto dalla legge finanziaria per il 2007 (articolo 1, comma 434).
È bene precisare, inoltre, che la ristrutturazione del piano delle scuole è anche il frutto degli incontri con le organizzazioni sindacali, che si sono svolti in un clima di proficuo confronto. Alle organizzazioni sindacali sono state fornite garanzie sulla ricollocazione del personale della polizia di Stato e dell'amministrazione civile dell'interno, sia dal punto di vista logistico, sia sotto il profilo della valorizzazione della professionalità. I criteri seguiti per l'individuazione delle scuole da chiudere hanno tenuto conto delle caratteristiche strutturali degli immobili, della possibilità di una loro diversa utilizzazione e di una equilibrata distribuzione territoriale.
Il progetto di riorganizzazione verrà realizzato in due fasi: la prima fase ha come obiettivo la dismissione e la contestuale riconversione di quattro scuole, per un totale di circa 900 posti letto (tra queste vi è la scuola di Foggia); la seconda fase prevede la dismissione di altre tre scuole da individuare fra le nove rimanenti, per complessivi 1.300 posti letto. La scuola di Foggia aveva una ricettività complessiva di 281 posti letto, 84 operatori della polizia di Stato e 12 dipendenti dell'amministrazione civile dell'interno: la decisione di dismetterla si è dunque imposta esclusivamente per i criteri che ho precedentemente indicato, e, come risulta evidente, anche per le sue ridotte dimensioni.
Per la riconversione della struttura si stanno valutando diverse soluzioni: fra di esse, anche una proposta dell'amministrazione comunale di Foggia che prevede di utilizzare una parte della scuola, quella che comprende l'aula magna, per attività di formazione in collaborazione fra gli enti di quel territorio e l'università.
Il Ministero, dopo un incontro che ho avuto personalmente con il sindaco di quella città, sta elaborando la bozza di accordo da sottoporre al comune, insieme alla provincia e all'università, per la firma di un protocollo di intesa. Nella restante parte della scuola, completati taluni lavori di ristrutturazione, si trasferiranno gli uffici prevenzione generale e soccorso pubblico, cioè quelli più propriamente deputati al controllo del territorio e al rapporto con i cittadini. Il personale precedentemente in servizio nella scuola è già in forza alla questura di Foggia, che ha così potuto rafforzare i propri servizi e, in particolare, quelli di controllo del territorio.
È evidente che questo percorso ha consentito da subito vantaggi nella politica di sicurezza, e desidero aggiungere che esso costituisce anche la premessa di un possibile progetto per la costituzione di eventuali ulteriori presidi anticrimine nella città.
PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di replicare.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, ho grande stima del Viceministro Minniti e con lui ho interloquito in passato per tentare di ragionare sulla possibilità del mantenimento della scuola di formazione della polizia di Stato a Foggia o, in alternativa, sulle sue possibili riconversioni.
Debbo dirle, signor Viceministro, che negli ultimi tempi probabilmente vi è stata qualche incomprensione fra di noi: infatti, successivamente agli incontri cui lei aveva acceduto con grande spontaneità e rapidità al fine di discutere di questi problemi, vi è stato un ripensamento di cui non ho compreso la ragione. Forse esso è dovuto ad ingerenze esterne: questo, però, resta ovviamente solo nella considerazione della sua coscienza e del suo rapporto politico con il Parlamento in generale e, nella fattispecie, del rapporto con noi che rappresentiamo anche le esigenze del territorio da cui proveniamo.
Quindi, non mi sono spiegato le ragioni del suo immediato diniego, dopo che avevaPag. 46acconsentito ad un possibile incontro in cui vi era anche la necessità e la possibilità di interloquire con le organizzazioni sindacali territoriali, ossia con coloro che dovevano discutere con lei per vedere se era possibile riorganizzare la stessa scuola di polizia, ferme restando le condizioni a cui lei accennava.
Questo incontro non è avvenuto. Lei ha ritenuto semplicemente, con tutto il rispetto, di dover ricevere solo il primo cittadino di Foggia, con cui ha avuto uno scambio di opinioni che, a mio avviso, non sono da considerarsi né definitive né chiare a proposito della collocazione definitiva della scuola di polizia di Foggia.
Oltretutto, non mi convince il piano di ristrutturazione, perché le vorrei far notare che tra le scuole che rimarranno in funzione - non lo affermo per una questione di campanilismo - vi è quella di Campobasso, che possiede un numero di posti sicuramente inferiore, una struttura certamente non uguale e che oggettivamente ha più difficoltà di quella di Foggia.
Inoltre, signor Viceministro, lei comprende bene - poiché è originario di quei luoghi - le difficoltà che vi sono nella città e nella stessa provincia di Foggia, a causa della criminalità organizzata; perciò, la scuola di Polizia rappresentava l'occasione anche per una forte riqualificazione del sistema di prevenzione e del controllo del territorio, per quanto riguarda le attività criminose nella stessa provincia di Foggia. Quindi, mi sarei aspettato da lei una soluzione diversa, signor Viceministro, poiché conosce quella realtà e, in quanto meridionale, comprende bene quali siano i problemi presenti all'interno della realtà dell'Italia meridionale, vicende che condizionano anche la crescita complessiva del Sud e, quindi, le condizioni di sviluppo economico e sociale. Pertanto, ci saremmo aspettati da lei una più puntuale definizione del problema relativo all'organizzazione della scuola di polizia di Foggia.
Non posso essere soddisfatto della sua risposta - mi consenta, signor Viceministro - nonostante la stima e il rispetto che posso nutrire nei riguardi della sua persona, per il semplice motivo che le sue considerazioni finali mi sembrano estremamente labili. Infatti, non si può credere che vi sia semplicemente ed esclusivamente un presumibile protocollo di intesa con gli enti locali, cioè con la regione, la provincia, il comune, l'università di Foggia, per svolgere formazione, non comprendendosi - in conclusione - su cosa essa debba consistere, perché dalla sua risposta non si evince una chiara precisazione di quale possa essere la formazione da attuare nella parte restante della scuola di polizia.
Nemmeno sono definiti gli aspetti di ciò che poteva essere, a mio avviso, ma anche secondo il territorio, la sezione anticrimine. Lei sottolineava che «potrebbe essere possibile»: ciò significa che si tratta ancora di un dibattito in corso. Tuttavia, mi sembra che ciò fosse necessario in un tale contesto di difficoltà della stessa provincia di Foggia, come sottolineava in precedenza, soprattutto per le difficoltà delle zone limitrofe (perché non si deve dimenticare che si parla di una zona confinante con la Campania, un territorio con grandi difficoltà, tensioni e anche con problemi relativi alla criminalità organizzata). La stessa città e la stessa provincia di Foggia sono sicuramente soggette a questa influenza.
Oggi, avrei gradito che lei, signor Viceministro, riguardo a questa interpellanza urgente che stiamo discutendo e che ritengo non sia più tale, poiché sono trascorsi cinque mesi dal momento in cui avremmo dovuto discuterla, ebbene, dopo questo lasso di tempo, portasse alla nostra attenzione risposte molto più puntuali e precise, in virtù di un piano di riorganizzazione che i lavoratori, ossia coloro che fino ad ora hanno svolto le loro funzioni nella scuola, sicuramente si attendevano.
Per tale motivo devo ritenermi non soddisfatto della sua risposta. Mi auguro che, nei prossimi giorni, si possa svolgere un incontro sul tema. Questa volta, mi faccia la cortesia di non convocare semplicemente il sindaco della città di Foggia (con tutto il rispetto), ma, come ho detto in precedenza, tutti i rappresentanti delle istituzioni sia politiche, sia istituzionali, siaPag. 47sindacali, che in quella realtà agiscono per poter discutere serenamente con lei, anche in virtù dei dettami della finanziaria - che tutti abbiamo condiviso -, e giungere, in tempi abbastanza rapidi ad una definizione seria, puntuale, di grande dignità e di prospettiva della questione relativa alla scuola di Foggia.