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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Ipotesi di ridimensionamento occupazionale e produttivo del gruppo Michelin Italia - n. 2-00553)
PRESIDENTE. L'onorevole Rotondo ha facoltà di illustrare l'interpellanza Di Salvo n. 2-00553 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7), di cui è cofirmatario.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, il gruppo Michelin Sami occupa in Italia circa 5.600 dipendenti, concentrati soprattutto negli stabilimenti piemontesi. I fatturati realizzati dai vari produttori mondiali di pneumatici, per il 2005, posizionano ormai la giapponese Bridgestone al primo posto dinanzi al gruppo Michelin, che arretra al secondo posto, poi si colloca l'americana Goodyear, al terzo posto.
L'arretramento della Michelin Mondo, passata al secondo posto nonostante le vendite in rialzo, può essere spiegato solo con una velocità di crescita maggiore dei vari concorrenti. Per queste ragioni, e non solo, il gruppo ha definito un piano mondiale di strategia industriale denominato «Orizzonte 2020», diffuso dal nuovo presidente del gruppo Michelin, Rollier. Nel nuovo piano strategico, il nuovo presidente dichiara esplicitamente che il gruppo ha un esubero di 20 mila addetti, di cui ben 10 mila collocati nell'Europa occidentale. Gli stabilimenti italiani, più degli altri, sono fortemente a rischio, considerando la loro marginalità prevista in detto piano, che colloca gli investimenti futuri strategici su altri stabilimenti europei: Spagna, Francia e Germania.
Il gruppo Michelin Sami Italia occupa, come ho già detto, circa 5.600 dipendenti, concentrati maggiormente nei quattro stabilimenti piemontesi. Indicativamente, i dati occupazionali sono i seguenti: Torino- Stura 1.100 dipendenti oltre quelli della sede centrale; Alessandria 1.100; Cuneo 2.100 e Fossano 650.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 16,55)
ANTONIO ROTONDO. Il 3 maggio scorso si è tenuto un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico tra il dottor Borghini e le organizzazioni sindacali. In tale sede il dottor Borghini ha relazionato in merito ad un incontro avuto con i vertici di Sami Italia, in cui i responsabili dell'azienda, riconfermando la volontà di rimanere in Italia, hanno evidenziato chiaramente che il piano industriale, così com'è stato prospettato, non è modificabile.
Signor sottosegretario, vorremmo sapere quali siano le scelte che il Ministero dello sviluppo economico intende attuare sul futuro della Michelin in Italia, in ordine al rischio di un ridimensionamento occupazionale e produttivo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Marco Stradiotto, ha facoltà di rispondere.
MARCO STRADIOTTO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il gruppo Michelin, multinazionale francese, ha una presenza commerciale in più di 170 paesi del mondo e circa 69 siti di produzione. In particolare, in Italia i dati poc'anzi citati dall'onorevole Rotondo coincidono, nel senso che tale azienda occupa circa 5 mila dipendenti, la maggior parte dei quali si trova nei quattro stabilimenti piemontesi.
A seguito della presentazione del piano industriale del gruppo denominato «Orizzonte 2020», le organizzazioni sindacali hanno manifestato al Ministero dello sviluppo economico e ai rappresentanti degli enti locali interessati alla vicenda le loro preoccupazioni in merito al futuro degli stabilimenti italiani della multinazionale francese.
Il Ministero dello sviluppo economico si è attivato svolgendo, nei giorni scorsi, incontri tesi ad analizzare gli investimenti del gruppo, nell'ambito dei quali i rappresentanti dello stesso Ministero hanno incontrato separatamente i vertici delle imprese e le organizzazioni sindacali. In tali sedi la società Michelin ha ribadito la volontà di mantenere e rafforzare la propria presenza in Italia, nonostante la crisi che ha investito il settore dei pneumatici -Pag. 69in particolare, quelli di fascia bassa - intervenuta a seguito dell'agguerrita concorrenza dei Paesi terzi. A tal fine, la società Michelin investirà in Italia, nel 2007, 33 milioni di euro, principalmente finalizzati alla razionalizzazione ed alla maggiore efficienza dei siti produttivi. In particolare, la società punta ad un incremento della sinergia fra il sito di Torino e quello di Cuneo (che è il polo dei pneumatici leggeri) e fra il sito di Alessandria e quello di Cuneo (poli di semi-finiti e mescole), mirando, altresì, ad una riduzione dei costi di produzione attraverso un innalzamento della produttività ed una maggiore efficienza energetica dei singoli stabilimenti.
Le organizzazioni sindacali, nel corso degli incontri svoltisi presso il Ministero dello sviluppo economico e con le istituzioni locali, hanno manifestato forti riserve sul piano industriale, esprimendo un giudizio di inadeguatezza dello stesso in quanto, pur mantenendo tutti i siti, esso prevede, oltre alla già preannunciata chiusura della «linea Avio» (ossia la produzione di gomme per aerei) nello stabilimento di Cuneo, anche la chiusura di un gruppo del reparto mescole nello stabilimento di Alessandria e, a seguito di una prevista riduzione dei volumi (da 6 a 5,5 milioni di pneumatici), una riduzione dei turni nello stabilimento di Torino da diciotto a quindici. Per tali ragioni, le organizzazioni sindacali hanno richiesto una modifica del predetto piano - in particolare la conferma dei diciotto turni attuali nello stabilimento di Torino - sollecitando altresì il Ministero dello sviluppo economico a riprendere i contatti con i vertici europei della società Michelin, al fine di convocare quanto prima una riunione, anche d'intesa con le istituzioni locali, finalizzata ad un confronto di merito sulle prospettive del gruppo e al raggiungimento di un'intesa.
È comunque emersa una posizione di stallo, dovuta alla mancata disponibilità dell'azienda a modificare il piano di riorganizzazione industriale nel senso richiesto dalle organizzazioni sindacali.
Il Ministero dello sviluppo economico ha già espresso, nel tavolo di incontro, la propria preoccupazione per la posizione di stallo che si è venuta così a determinare, anche in considerazione del ruolo svolto dalla società Michelin nella produzione nazionale dei pneumatici e nell'economia dei territori ove sono insediati i suoi stabilimenti. Il Ministero si è comunque reso disponibile a convocare nuovamente le parti per favorire il raggiungimento di un'intesa e dare maggiore continuità occupazionale ed operativa alla società in questione.
PRESIDENTE. Il deputato Rotondo, ha facoltà di replicare.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta, che mi sembra abbastanza completa. Mi ritengo, però, solo parzialmente soddisfatto, perché credo che si possa, e si debba, fare di più. Stiamo vivendo un momento particolarmente difficile, a livello sia economico, sia sociale e politico, anche alla luce dei fatti più recenti.
Signor sottosegretario, la situazione economica è particolarmente grave per il mondo del lavoro dipendente. È noto a tutti ciò che l'ISTAT, solo pochi giorni fa, ha certificato sul grave arretramento dei livelli salariali e della capacità di acquisto dei lavoratori dipendenti. In Italia, negli ultimi anni, da questo punto di vista si è andati indietro. È necessario un forte impegno da parte del Governo per modificare tale situazione: signor sottosegretario, bisogna fare di più. Se a questa situazione economica così difficile si aggiunge anche la serie di dismissioni e di cosiddette razionalizzazioni intraprese da numerose imprese, tra le quali, appunto, la Michelin Sami Italia - ciò avviene sia al Nord sia al Sud - tutto ciò ci fa capire che occorre un impegno maggiore.
Pensiamo che sia indispensabile, signor sottosegretario, che il Ministro per sviluppo economico, in prima persona, convochi una riunione a livello europeo con il gruppo Michelin per affrontare la questione, che sta diventando veramente difficilePag. 70e che potrebbe sfociare anche in una rottura sociale, con gravi ripercussioni. Signor sottosegretario, per questo motivo la ringrazio nuovamente per la risposta e la invito a far presente al signor Ministro di dover compiere atti più precisi e completi.