Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per modificare la normativa che prevede il fermo amministrativo dell'autoveicolo e l'accensione di ipoteca in caso di mancato pagamento delle multe relative a violazioni del codice della strada - n. 2-00508)
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00508 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 11).
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, i casi sono diventati ormai noti. A pagare, tuttavia, sono ancora una volta i cittadini, in queste ore e in questi giorni. Vi è stato un accordo tra il comune di Roma e la Gerit (la società di riscossione) per cui l'efficacia dei provvedimenti è stata rinviata a settembre.
È noto che i comuni in genere, ma in particolare quello di Roma, a fronte della richiesta di pagamento di contravvenzioni di anni addietro, hanno proceduto con il fermo dell'automobile o con interventi sui conti correnti bancari o addirittura con l'iscrizione di ipoteche sugli immobili.
I cittadini hanno avuto conoscenza di avere l'immobile ipotecato, spesso a causa di una telefonata di un notaio o di una banca. Le notifiche, infatti, non sono arrivate e sappiamo che con il sistema italiano la notifica, tramite postino, non sempre giunge a destinazione e non sempre il destinatario dell'avviso ne prende conoscenza. Il cittadino, quindi, ha ricevuto una telefonata - perché aveva chiesto un mutuo o stava effettuando un'operazione bancaria - in cui gli viene comunicata l'ipoteca sulla casa. A questo punto, il cittadino impazzisce, non riuscendo a concepire come una pubblica amministrazione possa mettere le sue mani sulla proprietà privata, che dovrebbe essere sacra. Le ipoteche, infatti, dovrebbero essere iscritte con atto volontario posto in essere dal cittadino, non da un ente amministrativo. Ora, l'efficacia dei provvedimenti è stata rinviata a settembre. Intanto i comuni, in particolare quello di Roma, sono letteralmente intasati dalle pratiche. Ci sono file infinite agli sportelli, con persone disperate che chiedono di sapere per quale motivo sia accaduto tutto ciò. Inoltre, in gran parte si tratta di contravvenzioni già pagate dai cittadini. La società di riscossione chiede al cittadino l'onere della prova. Quindi, se il cittadino non ha conservato nel corso degli anni le prove di questi pagamenti, non essendone in possesso, deve pagare.Pag. 85
Ho seguito alcuni casi in cui è stato richiesto il quadruplo o il quintuplo della cifra che il cittadino dovrebbe pagare. Pertanto, un cittadino che deve pagare 3 mila euro di vecchie contravvenzioni, si vede iscritta l'ipoteca per 12 o 15 mila euro. C'è un caso in cui l'amministrazione chiede circa 30 mila euro, di cui una parte relativa ad una sentenza del giudice di pace che aveva stabilito cosa dovesse essere pagato. Il cittadino, dopo aver liquidato quanto dovuto, si trova l'ipoteca sulla casa in cui è ricompresa anche la cifra che, diversamente da quanto avvenuto, doveva essere cancellata a seguito della sentenza del giudice di pace. Se quel cittadino non avesse conservato gli atti della sentenza, avrebbe dovuto pagare nuovamente il triplo, il quadruplo o addirittura il quintuplo di quanto inizialmente dovuto! Ci troviamo, quindi, innanzi ad una grave colpa dei comuni, che non hanno aggiornato la situazione.
In un'altra occasione, per un ritardo di dieci giorni nel pagamento di quanto dovuto in seguito alla presentazione del modello 730, a causa della non corrispondenza tra la cifra dovuta e l'interesse di mora, la società riscossione ha chiesto di pagare nuovamente l'intera cifra, ritenendola non liquidata. Anche in questo caso, il cittadino, solo dopo essere andato dal commercialista, aver ritrovato la documentazione e aver fatto la fila, può dimostrare che quanto richiesto non era dovuto. Ciò che ho appena illustrato era il secondo esempio.
Terzo argomento: le contravvenzioni. Anche in questo caso, se non vi è la contestazione, perché non è stata fatta o magari perché non è stato ricevuto l'avviso, le somme vengono iscritte nella cartella e il cittadino deve andare all'ufficio contravvenzioni, trovare una persona disponibile, rifare una verifica perché se si rivolge all'esattoria quest'ultima risponde che agisce sulla base della richiesta ricevuta da un determinato comune di riscuotere una certa cifra. Al cittadino, dopo che è andato all'esattoria, ha controllato le somme da pagare, ha trovato le quietanze di pagamento, e ha fatto la fila agli sportelli, è arrivato alla fine di questa trafila, per la contravvenzione che può dimostrare di aver pagato - e perfino se può dimostrare di averla pagata interamente - resta l'onere della cancellazione dell'ipoteca. Quindi, non solo subisce il primo danno, ma deve spendere soldi, mentre l'ente o il comune che ha sbagliato, ha mandato una cartella errata, ha richiesto somme non dovute, non paga assolutamente nulla, né risarcisce il cittadino del danno che ha subito!
Inoltre, con riferimento ad un'altra categoria di contravvenzioni, quando il cittadino riesce a dimostrare di non essere tenuto ad alcun pagamento, l'ente preposto alla riscossione gli risponde che non può fare niente perché, se non ha ricevuto la notifica, la somma relativa viene comunque iscritta dall'esattoria come somma da pagare; quindi, anche se questi dimostra che non doveva pagare la contravvenzione, se non ha ricevuto la notifica, non può intervenire nella cancellazione dell'ipoteca, con la conseguenza che dovrà aspettare chissà quando e cosa. Vi è una norma in base alla quale entro cinque anni la contravvenzione decade, ma non viene applicata dalle società di riscossione perché evidentemente i comuni non hanno dato disposizioni in tal senso.
Concludo osservando che l'efficacia dei provvedimenti è stata rinviata al 30 settembre, e chiedo al Governo che intervenga affinché la normativa non venga più interpretata in maniera così estensiva, e per far sì che la cancellazione dell'ipoteca non costi nulla al cittadino e non si chiedano interessi di mora da usura, perché esigere tre, quattro o cinque volte il valore del debito è da usurai.
Tutto questo è dimostrabile e documentabile, vi sono anche siti (ad esempio, quello del Telefono blu), ai quali si rivolgono migliaia di cittadini che, disperati, fanno presente tali disagi e, inoltre, arrivati al 30 settembre, gli immobili ipotecati vengono messi all'asta; ritengo che ciò non sia assolutamente possibile!
Quella da me sollevata non è una questione che interessa solo i comuni - perciò ringrazio la Presidenza per averPag. 86calendarizzato questa interpellanza -, ma riguarda l'applicazione e l'interpretazione di una legge dello Stato, la tutela della proprietà privata e anche il rispetto per il cittadino che non può ritrovarsi solo, disperato, incompreso e costretto sempre e comunque a pagare. Chiedo al Governo quando il cittadino che ha pagato ciò che non era dovuto riceverà indietro le somme? Perché quando una famiglia si trova la casa ipotecata, non può fare alcuna operazione bancaria, non può contrarre mutui né può vendere la sua abitazione; se può, paga per disperazione.
Chi non è in grado di pagare è una persona che si ritrova uno Stato nemico e un'amministrazione nemica, pur pagando le tasse così come la legge prescrive.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Antonangelo Casula, ha facoltà di rispondere.
ANTONANGELO CASULA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interpellanza in esame gli onorevoli interpellanti lamentano l'onerosità delle procedure poste in essere dall'amministrazione comunale per la riscossione coattiva delle contravvenzioni risultanti non pagate o per le quali non sarebbero stati registrati gli avvenuti pagamenti, e chiedono di conoscere quali provvedimenti si intendano assumere per eliminare i disagi subiti dai cittadini in tale situazione. A tal riguardo l'Agenzia delle entrate ha preliminarmente rilevato che quanto segnalato dagli interpellanti concerne unicamente i ruoli emessi dai comuni per infrazioni del codice della strada. Di conseguenza, l'eventuale sgravio totale o parziale delle somme iscritte al ruolo, nonché la concessione di eventuali dilazioni di pagamento su istanza del debitore, sono potestà di esclusiva competenza del relativo ente creditore.
Ciò premesso, si fa presente che l'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica del 29 settembre 1973 n. 602, contenente disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito, prevede che gli agenti della riscossione, decorsi inutilmente 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, possano iscrivere ipoteca sugli immobili del debitore moroso per un importo pari al doppio dell'importo complessivo del credito per cui si procede.
Pertanto, laddove sussistano i richiamati presupposti e siano rispettati i limiti previsti dalla legge, l'agente della riscossione è legittimato ad adottare tale misura cautelare nell'interesse dell'ente che ha formato il ruolo in mancanza di eventuali provvedimenti di sgravio o di dilazione di pagamento emessi dal competente ente creditore. A tal proposito il Ministero dell'interno ha precisato che, nel caso di un illecito amministrativo previsto dal codice della strada il verbale di contestazione, notificato ai soggetti coinvolti (il trasgressore e, se persona diversa, il proprietario del veicolo), e non pagato e impugnato nei termini, diviene il titolo esecutivo per l'iscrizione al ruolo.
Tutti i passaggi della procedura che riguardano i rapporti con il cittadino sono svolti facendo, in genere, ricorso al servizio di notificazione degli atti amministrativi, mediante il sistema postale, secondo le regole fissate dalla legge n. 890 del 20 novembre 1982, concernente le notificazioni e le comunicazioni di atti a mezzo posta e connesse con la notificazione di atti giudiziari. L'atto si dà per notificato anche per compiuta giacenza del plico presso l'ufficio postale e, nei casi di assenza del destinatario, al domicilio indicato nei pubblici registri. È possibile, quindi, che solo in tempi successivi il cittadino venga a conoscenza, effettivamente, di un procedimento esecutivo a suo carico, generalmente in occasione della notifica o dell'avviso di fermo amministrativo del veicolo. Dalla notifica dell'avviso, il cittadino può far comunque valere le proprie ragioni innanzi all'esattore in caso di errore materiale nell'individuazione del debitore o per errori materiali nella cartella esattoriale, e innanzi al giudice di pace per vizi del procedimento amministrativo di notifica dell'atto amministrativo che ha dato origine all'iscrizione al ruolo.Pag. 87
Riguardo la possibilità che gli organi di polizia stradale diano corso alle procedure per l'iscrizione al ruolo del verbale di accertamento di violazione del codice della strada, non tenendo conto delle sentenze di accoglimento del ricorso del cittadino, il Ministero dell'interno sottolinea come non esista alcun obbligo giuridico, né in capo al ricorrente, né in capo alla cancelleria del giudice di pace, di comunicare l'avvio e l'esito del procedimento giurisdizionale avverso un verbale di contestazione. L'ufficio di polizia, non avendo notizie del ricorso, procede alla trasmissione del verbale al prefetto per l'iscrizione al ruolo da parte di quest'ultimo, trascorso il termine utile per presentare ricorso e per effettuare il pagamento in misura ridotta.
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di replicare.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, sono stupefatto, non soddisfatto. Sono stupefatto e la pazienza ha dei limiti anche per la ricostruzione fredda delle procedure.
Non ho chiesto al Governo quali siano le procedure previste dalla legge (e ho con me tutte le norme che disciplinano la materia). Ho posto un'altra domanda al Governo, che non ha risposto: come tutelare, cioè, il cittadino che, pur ricevendo richieste di pagamenti non dovuti, si deve solo fare carico di ottenere un diritto che gli costa altri soldi, mentre l'ente non rimborsa.
A me sembra che la risposta fornita dal sottosegretario - se lei, Presidente, ne prende copia - sembra sia stata scritta non da funzionari dello Stato, ma da gestori delle società di riscossione! Anche lei, sottosegretario, se la legge più attentamente, si rende conto che è stata scritta dagli enti preposti alle riscossioni. Ho chiesto anche se il Governo, considerato che si tratta di contravvenzioni risalenti ad oltre cinque anni, e la cui documentazione di avvenuto pagamento pertanto non dovrebbe essere richiesta, non intenda intervenire presso i comuni affinché questi ultimi concedano la rateizzazione. Non si possono chiedere al cittadino 10, 20, 30 mila euro, da pagare tutti insieme. Ho chiesto come si possa effettuare una più attenta notifica, perché, almeno, quando si ha il pignoramento, vi sia la certezza della notifica.
Il fatto che un esponente del Governo mi venga a dire come si consegna una raccomandata, - Santo Iddio! -, mi sembra un'esagerazione: lei ha detto questo, signor sottosegretario! Contestavo, tra l'altro, anche che questo sia un sistema efficiente a tutela dei diritti del consumatore e del cittadino, perché, quando la raccomandata arriva, la persona può non essere a casa, la casa può non essere quella abitata costantemente, ed altro, ma poiché si tratta del pignoramento della casa...
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. È una legge vostra!
TEODORO BUONTEMPO. Lei afferma che è una nostra legge! Nostra o vostra, sarà di chi sarà: modificatela, fatela finita con questo ping pong! Se siete bravi o più bravi, modificate le leggi che sono sbagliate, ma oltre alla legge vi è un problema di estensione della legge stessa, che non è di oggi e per anni non è stata applicata. Ora la si applica improvvisamente, lasciando il cittadino in balìa degli enti di riscossione.
In precedenza citavo alcune lettere di cittadini: «Ho ricevuto una cartella di pagamento»; «Io ritengo di aver pagato tutto. Cosa devo fare?»; «Non ho ben capito di cosa si tratta. A chi devo chiedere informazioni?»; «Ho ricevuto una cartella di pagamento per imposte che, a mio avviso, non devo pagare. A chi mi devo rivolgere?»; «Ho telefonato all'esattoria per conoscere quali tariffe mi sono state applicate per la tassa sui rifiuti, ma mi hanno risposto di rivolgermi all'ente impositore. Che significa?» Ed altro. Questi sono i problemi dei cittadini!
La legge, nella sua sostanza, stabilisce che chi deve pagare una contravvenzione la deve pagare! Il cittadino non si deve sottrarre al pagamento di cifre dovute allaPag. 88pubblica amministrazione e quindi la legge dice che il cittadino non si deve sottrarre, ma deve pagare! Adesso, colleghi, e mi rivolgo anche alla signora che parla a sproposito, sono arrivate cartelle non dovute a migliaia di persone! A Roma credo che circa 100 mila persone abbiano ricevuto tali cartelle e la notifica che se non pagano entro 20 giorni subiranno un pignoramento. Migliaia di altre famiglie, però, non hanno ricevuto la notifica.
Ho citato dei casi: su 30 mila euro richiesti non ne era dovuto neanche uno. E non è una cosa che dice il cittadino. Il cittadino, dopo essere andato all'esattoria, all'ufficio contravvenzioni, al comune di Roma, dal suo commercialista, ha riscontrato che non deve nulla ed infatti, non dovrà pagare nulla.
Questo signore, però, adesso si deve sobbarcare l'onere della spesa per cancellare l'ipoteca, a cui va aggiunto il danno personale ricevuto, perché una persona che si fa ipotecare la casa riceve un danno dal punto di vista dell'immagine sociale.
Il Governo non ha risposto a nessuno di tali quesiti. Si è limitato a ripetere in maniera impacciata quali sono le procedure applicate dall'amministrazione e dalle società di riscossione, che - caro sottosegretario, la invito a fare un'indagine - «ci provano» e giocano sulla ignoranza e sulla debolezza sociale dei cittadini.
Quando l'avviso di pagamento giunge all'uomo di settant'anni, persona integerrima per tutta la vita, che non ha avvocato, commercialista o l'amico che può andare negli uffici, questi sarà disperato, perché per la prima volta si sente quasi come un malfattore. E poi, se ha la pazienza di andare a fare la fila, scopre che quanto richiesto non era dovuto. Ma ci poteva rimettere la pelle! Una persona che sente che deve pagare 5, 10, 20 mila euro e che la casa gli è stata ipotecata, ci può rimettere la pelle nel momento in cui lo viene a sapere.
In questa fase, quindi, io chiedo che il Governo studi, incontri, istituisca un tavolo, una commissione, perché si tratta di migliaia e migliaia di cittadini e non di un caso isolato. Il Governo potrà così anche valutare se siano necessarie modifiche di legge, se la legge non chiara possa essere interpretata malamente ed occorra, quindi, una normativa più chiara.
Allora, mi dica lei se abbiamo fatto un passo in avanti. Io ho posto un problema che ha portato il Codacons a presentare un ricorso accolto dal TAR del Lazio.
Il comune di Roma, quando ha visto che ormai la situazione era insopportabile, ha verificato che le società di riscossione - si informi presso il sindaco di Roma - hanno preteso i pagamenti senza fare un riscontro con gli uffici di contravvenzione. Se, infatti, avessero fatto il confronto, avrebbero scoperto che quelle contravvenzioni erano state già pagate.
Ma le società di riscossione se ne fregano, perché «ci provano» per incassare più del dovuto. Questa è la verità! Io ho chiesto al Governo di fare una verifica presso l'ufficio contravvenzioni del comune, in particolare del comune di Roma, per conoscere l'ammontare delle cifre che il comune stesso ha riscontrato come non dovute. Non il cittadino, ma il comune!
Allora, una volta che l'ente locale ha riscontrato che le società di riscossione hanno chiesto ai cittadini milioni di euro non dovuti, cosa si intende fare per punire i responsabili o per evitare che ciò possa ripetersi ancora? Queste società la fanno da padrone e si ritengono al di sopra del cittadino!
Quindi, non solo non sono soddisfatto della risposta, ma presenterò un altro atto di sindacato ispettivo, con casi anche dettagliati, e cercherò di ottenere dati che il Governo avrebbe dovuto fornirmi: quante sono le cartelle che le amministrazioni hanno dovuto ritirare, qual è l'entità delle cifre richieste che non erano dovute...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Io mi auguro che il Governo, un qualunque Governo, non venga in aula a ripetere quanto scritto da altri, ma venga a dare le risposte.
Gli atti di sindacato ispettivo devono essere letti. Nella mia interpellanza, ciPag. 89sono dieci quesiti. Il Governo, quando viene in aula, dovrebbe appuntarli e dare una risposta esaustiva. Non è sufficiente che venga qui con un pezzo di carta, scritto magari dalle persone colpevoli e interessate, ripetendo qualcosa che non è una risposta, che offende la dignità della politica e del Parlamento.