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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Correttezza delle procedure e rispetto dei principi di proporzionalità e di ragionevolezza nell'ambito della riscossione dei tributi - n. 2-00574)
PRESIDENTE. La deputata Rossi Gasparrini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00574 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 12).
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, intervengo anche per ricordare che il dramma delle «ganasce fiscali» - di cui abbiamo sentito parlare il collega anche poco fa - risale purtroppo a un decreto-legge introdotto il 30 settembre 2005, convertito nella legge n. 248 del 2005 dal precedente Governo a guida Silvio Berlusconi.
Ho presentato a nome mio e del gruppo Popolari-Udeur la presente interpellanza urgente perché il tema che intendo affrontare risulta essere non solo di grande attualità, ma di estrema importanza. Infatti, prima della presente interpellanza, avevo già presentato, sulle cosiddette «ganasce fiscali», sia una mozione sia un'interrogazione a risposta scritta. Purtroppo non ho avuto ancora risposta. Tuttavia torno sull'argomento perché lo reputo drammatico.
Sebbene le misure, note con il termine di «ganasce fiscali», siano nate con lo scopo di combattere il fenomeno dell'evasione fiscale - che nel nostro Paese ha raggiunto, negli anni, livelli insopportabili, con conseguenze gravissime - è purtroppo anche vero che tali provvedimenti siano stati, nella forma e nella sostanza, spropositati e irragionevoli.
Le cosiddette ganasce fiscali, voglio ricordare, consistono in procedure che possono andare dal fermo amministrativo delle auto alle ipoteche sugli immobili - compresa la prima ed unica casa di abitazione - al pignoramento dello stipendio, fino a quello del conto corrente bancario, nei casi in cui si vogliano recuperare imposte.
Infatti, a seguito del decreto-legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito nella legge n. 248 del 2005, è stata data la possibilità alle aziende concessionarie della riscossione dei tributi di utilizzare questi pesanti strumenti, al fine di perseguire l'intento di combattere l'evasione fiscale, ma utilizzando purtroppo strumenti su cui si possono avanzare dubbi di legittimità costituzionale, in quanto sono espropriativi.
Il meccanismo delle «ganasce fiscali» ha in realtà, fino ad ora, colpito situazioni dove il mancato pagamento del contribuente riguarda cifre di scarsa entità, in alcuni casi poche centinaia di euro e - ancor peggio - in molti casi non si è neppure trattato di irregolarità del contribuente, ma di errori commessi dagli stessi concessionari della riscossione.
Non stiamo parlando di un fenomeno marginale ma, volendo dare delle cifre, nel primo trimestre del 2007 il numero dei fermi amministrativi è aumentato, le ganasce sono scattate 543 mila volte, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel Lazio sono scattate 100 mila ganasce nei primi tre mesi del 2007, in Lombardia 82 mila, in Campania 76 mila; in Sardegna, da 137 fermi nel periodo gennaio-marzo 2006, quest'anno si arriva a 26.252.
Inoltre, nello stesso periodo del 2007 sono scattate 80 mila iscrizioni ipotecarie,Pag. 9018 mila pignoramenti di beni mobili, 2 mila pignoramenti immobiliari. Lo stesso Ministro per la solidarietà sociale, in un'intervista del 28 aprile del 2007, alla testata Epolis di Milano ha dichiarato: «questa legge va di sicuro rivista». Le parole del Ministro Ferrero ci fanno ben sperare anche perché dobbiamo ricordarci che si tratta spesso di somme irrisorie con gravissime conseguenze per le famiglie soprattutto quelle più deboli. La palese sproporzione tra le misure adottate e le presunte violazioni di alcuni cittadini deve indurci a riflettere sul fatto che un Governo e una maggioranza - la nostra - non possono lavorare contro il popolo.
La situazione sta diventando sempre più drammatica anche per il costante aumento del costo dell'euro. Proprio ieri la BCE ha aumentato di 0,25 per cento i tassi ed è l'ottava volta che avviene. Questo aumento si rifletterà indubbiamente sui mutui a tasso variabile e sulle situazioni debitorie che molti cittadini si sono trovati costretti a sottoscrive con banche e finanziarie.
Noi Popolari-Udeur reputiamo che serva un urgente intervento. Chiediamo quali iniziative urgenti il Ministro interpellato intenda assumere, alla luce di quanto brevemente descritto nella presente interpellanza, al fine di impedire il perpetuarsi di una tale insostenibile situazione. Noi auspicheremmo che le «ganasce fiscali» introdotte dal Governo a guida Silvio Berlusconi siano cancellate.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Antonangelo Casula, ha facoltà di rispondere.
ANTONANGELO CASULA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, gli onorevoli interpellanti chiedono che venga accertata la correttezza delle procedure utilizzate per la riscossione dei tributi ed il rispetto, da parte del concessionario della riscossione, «dei principi di proporzionalità e ragionevolezza» nell'utilizzo degli strumenti per il recupero dei crediti nei confronti di contribuenti.
Tale problematica ha già formato oggetto di approfondito esame nel corso dello svolgimento di diversi atti di sindacato ispettivo presso entrambe le Aule parlamentari (n. 3-00020 dei senatori Eufemi e Poli, e n. 5-00717 dell'onorevole Fugatti).
Al riguardo, il Dipartimento per le politiche fiscali, nel riferire sullo stato di attuazione del regolamento di cui all'articolo 86 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, ha rappresentato che si sta valutando la possibilità di introdurre, nello schema di regolamento, in difformità alla disciplina dettata dal regolamento di cui al decreto 7 settembre 1998, n. 503, una disposizione con la quale, per importi relativamente esigui, l'agente della riscossione, dopo la scadenza del termine di cui all'articolo 50, comma 1, del citato Decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 (sessanta giorni dalla notifica della cartella di pagamento), non proceda subito all'iscrizione del fermo nei confronti del debitore o dei coobbligati, ma lo informa che gli è concesso un ulteriore termine di venti giorni, alla scadenza del quale procederà all'iscrizione del fermo, indicandone anche i beni su cui intende agire. Si è, infatti, ritenuto che per importi non rilevanti, i contribuenti morosi, sollecitati con l'invito al pagamento, potrebbero adempiere spontaneamente evitando l'iscrizione del fermo.
Relativamente alle attività poste in essere dagli agenti della riscossione, la Equitalia Spa, società che gestisce il sistema di riscossione delle entrate pubbliche, ha fatto presente che, per l'iscrizione di ipoteche di fermo di beni mobili registrati, agenti della riscossione agiscono in conformità alle norme di leggi in materia, attenendosi alle disposizioni di cui agli articoli n. 77 e n. 86 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973.
A tal proposito, per l'applicazione dei citati istituti, non sono previsti per legge limiti minimi del credito per cui si procede. Peraltro sia il fermo sia l'ipoteca, pur nella loro incisività, sono strumenti cautelari che, in quanto tali, risultano perPag. 91il debitore meno invasivi rispetto alle procedure esecutive che, prima, privano lo stesso debitore della possibilità di disporre giuridicamente o materialmente dei beni pignorati e, successivamente, determinano la vendita all'asta di tali beni.
Gli agenti della riscossione, inoltre, sono tenuti a riscuotere i ruoli loro affidati dagli enti creditori senza poter in alcun modo valutare la legittimità della pretesa iscritta a ruolo e, anche in presenza di importi non rilevanti, non è loro consentito procedere autonomamente alla rinuncia all'azione di recupero del credito. Infatti, l'eventuale sospensione dell'attività di riscossione da parte degli agenti della riscossione può derivare unicamente da un esplicito provvedimento dell'ente creditore, provvedimento cui naturalmente gli stessi agenti indicati possono dare esecuzione soltanto a partire dal momento della ricezione.
Tutto ciò premesso, la Equitalia Spa avendo verificato l'esistenza di alcune disomogeneità nell'operato delle ex aziende concessionarie in merito ai limiti minimi d'importo per dare corso a fermi ed ipoteche e al fine di favorire un clima di maggiore serenità nel rapporto con i contribuenti, a breve provvederà, comunque, ad impartire direttive al riguardo affinché le società partecipate evitino di ricorrere immediatamente a procedure aggressive per il recupero di crediti estremamente ridotti.
PRESIDENTE. La deputata Rossi Gasparrini ha facoltà di replicare.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, dichiaro che globalmente non sono soddisfatta, nel senso che ci fa piacere sapere che ci saranno o ci sono direttive che tendono ad alleggerire la situazione, tuttavia inizierei chiedendo al Governo di cambiare il nome di Equitalia, poiché ritengo che questa società - forse non per colpa della stessa ma della legge che l'ha istituita - dovrebbe dotarsi di un nome decisamente peggiore.
Non intendo contestare l'azione degli agenti di riscossione ma il fatto che un Governo di centrosinistra, dinanzi ad una norma prodotta da un Governo di centrodestra così illiberale - come qualcuno usa spesso dire -, non sia velocemente intervenuto per modificare la stessa con un decreto. Quindi l'insoddisfazione nasce dal non aver colto, da parte dei rappresentanti del Governo, una valutazione politica su una condizione che mette i cittadini italiani in difficoltà.
Voglio ricordare che quando è stato introdotto l'euro vi è stato un incontrollato aumento dei prezzi e, nonostante tante persone avessero dichiarato chiaramente che si stava verificando un assalto alle tasche dei cittadini, nessuno fece niente, ma anzi la gente fu spinta ad indebitarsi con le finanziarie, e adesso mi domando come faranno a difendersi le famiglie il cui reddito non è aumentato, e sulle quali invece pesano i costi dei debiti, sempre più alti.
Per questo l'insoddisfazione è politica, e come rappresentante dei Popolari-Udeur chiedo che il Governo denunci la gravità di alcune norme precedentemente introdotte - in particolare nell'anno 2005 - e dichiari che, a breve, le stesse norme verranno modificate perché sono convinta che un Governo di centrosinistra, prima di tutto, debba amare il proprio Paese.