Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Mancata attuazione del protocollo di intesa del 2004 per la dismissione dal demanio militare a quello statale di alcuni aeroporti italiani - n. 2-00423)
PRESIDENTE. Il deputato Carbonella ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00423 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 13).
Pag. 92
GIOVANNI CARBONELLA. Signor Presidente, nonostante le vicissitudini che hanno caratterizzato l'iter abbastanza tortuoso e tormentato della presente interpellanza, dovute a fattori temporali, essa a mio avviso conserva gran parte delle ragioni che mi hanno indotto a rivolgermi al Governo, e che mi accingo ad esplicitare.
Con protocollo di intesa sottoscritto dal Ministero della difesa, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero dell'economia e delle finanze, nel 2004 si era convenuto di trasferire al demanio dello Stato una serie di strutture aeroportuali, ad uso promiscuo, militare e civile, attualmente ricomprese nel demanio militare. La decisione rispondeva ad una pluralità di esigenze, e segnatamente a quelle evidenziate dall'amministrazione della difesa, essendo venuto meno l'interesse ad un utilizzo di tali aeroporti quali sedi permanenti di reparti di volo militari. Gli aeroporti interessati dalla dismissione sono quelli di Brindisi, Roma Ciampino, Ancona Falconara, Napoli Capodichino, Brescia, Verona, Cagliari, Catania, Rimini, Palermo, Udine, Capua, Treviso, Vicenza (non cito Comiso, perché di recente mi risulta essere stato smilitarizzato).
La trasformazione dello status degli aeroporti dovrebbe essere attuata, secondo il protocollo del 2004, con l'emanazione di un apposito decreto interministeriale. Nelle more delle procedure di attuazione del protocollo è peraltro intervenuta una modifica del codice della navigazione, introdotta con il decreto legislativo 15 marzo 2006, n. 151, che, in particolare, ha novellato gli articoli 692 e 693, introducendo il concetto della strumentalità dei beni ai fini della loro attribuzione al demanio statale. Quindi, secondo l'articolo 692, comma 1, fa parte del demanio aeronautico civile ogni costruzione o impianto appartenente allo Stato, strumentalmente destinato alla navigazione aerea. Per quanto riguarda i beni del demanio militare aeronautico, l'articolo 693, comma 3, del codice, come modificato dal decreto legislativo n. 151 del 2006, prevede che tali beni, quando non siano più funzionali ai fini militari e siano da destinare all'aviazione civile, in quanto strumentali all'attività di trasporto aereo, sono individuati con provvedimento del Ministero della difesa, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e trasferiti al demanio aeronautico civile per l'assegnazione in uso gratuito all'ENAC ed il successivo affidamento in concessione. Il Ministero della difesa può disporre, compatibilmente con le esigenze istituzionali, la concessione temporanea di parti di suolo o di infrastrutture di aeroporti militari per destinazioni comunque afferenti ad attività aeronautiche.
Nel corso del procedimento di dismissione degli aeroporti militari sopracitati è intervenuta l'Agenzia del demanio, che ha fornito un'interpretazione restrittiva del concetto di strumentalità introdotto dal nuovo articolo 692 del codice della navigazione. Secondo tale interpretazione, che fa rinvio ad un parere del Consiglio di Stato (n. 542 del 2002), sarebbero esclusi dal novero dei beni trasferibili all'ENAC, in quanto ritenuti non strumentali all'attività di traffico aereo, le aree di parcheggio, gli spazi per il noleggio delle auto, gli alberghi per l'alloggio dei passeggeri. Tali beni dovrebbero essere pertanto attribuiti all'Agenzia del demanio. La tesi dell'Agenzia, peraltro non in linea con precedenti pronunce del Consiglio di Stato, ha introdotto un aspetto problematico nel quadro della possibile conversione ad uso civile degli aeroporti militari, poiché l'esclusione delle aree predette da quelle direttamente attribuibili all'attività di navigazione pone a carico del gestore aeroportuale un'oggettiva difficoltà circa il pieno adempimento del servizio pubblico che esso deve prestare in favore dei passeggeri.
Tale interpretazione ha introdotto, quindi, un ulteriore elemento di difficoltà, che ritarda notevolmente l'attuazione del protocollo sopra richiamato e le cui conseguenze si ripercuotono sull'operatività di taluni aeroporti. In particolare, è il caso dell'aeroporto di Brindisi, che risulta fortemente penalizzato, rispetto ad altri aeroporti, anche in relazione ai lavori chePag. 93interesseranno per alcuni mesi la struttura, determinando la chiusura di una delle due piste.
Nei due mesi scorsi, infatti, la pista principale (1432) è stata chiusa per lavori che riguardavano l'impianto di illuminazione; si prevede, inoltre, che essa, a partire dall'inverno prossimo, a causa di interventi strutturali assolutamente necessari, dovrebbe risultare non operativa per l'intero 2008, rendendo così necessario l'utilizzo dell'altra pista (0523), che presenta pure limiti molto elevati. Tenuto conto del quadro suesposto, sarebbe necessario provvedere ad interventi urgenti anche sulla pista 0523 per superare i limiti operativi. In assenza di tali interventi si corre il rischio di dover dirottare i voli su altri aeroporti.
Chiedo quindi se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative intenda assumere, al fine di sbloccare la situazione di stallo che si è determinata e al fine di dare effettiva attuazione alle dismissioni previste dal protocollo del 2004. Chiedo, inoltre, se ritenga opportuno intervenire per accelerare i lavori sulle due piste dell'aeroporto di Brindisi, al fine di evitare gravi disagi all'intero Salento nell'improponibile ipotesi di dover dirottare i voli su altri aeroporti.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i trasporti, Andrea Annunziata, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ANNUNZIATA, Sottosegretario di Stato per i trasporti. Signor Presidente, occorre innanzitutto precisare che a seguito delle modifiche introdotte con il decreto legislativo n. 151 del 2006 in ordine all'assegnazione dei beni del demanio aeronautico, l'articolo 693 del codice della navigazione, tra l'altro, prevede che i beni del demanio militare aeronautico da destinare all'aviazione civile sono individuati con un provvedimento del Ministero della difesa e trasferiti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la successiva assegnazione in uso gratuito all'ENAC. Ciò significa che il protocollo d'Intesa, sottoscritto in data 14 ottobre 2004 dai ministri pro tempore della difesa, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze, cui si fa riferimento nell'interpellanza, risulta superato.
Al fine di dare concreta attuazione all'articolo 693 del codice della navigazione, è stato costituito presso il Ministero della difesa apposito gruppo di lavoro di vertice, che sta lavorando sulla base delle priorità operative, ritenendo, altresì, necessario organizzare una serie di tavoli tecnici per l'esame e l'elaborazione della documentazione necessaria per la predisposizione del relativo decreto interministeriale di cambio di status giuridico.
L'aeroporto di Brindisi è stato inserito nel gruppo dei sei aeroporti cui è stata assegnata maggiore priorità. La positiva conclusione dell'iter di emanazione dei decreti sarà la base per le necessarie garanzie sul percorso seguito, fornendo la giusta traccia per i successivi trasferimenti e quindi sul cambio di status per l'aeroporto di Brindisi.
Per quanto riguarda gli aspetti infrastrutturali dello scalo brindisino, dal monitoraggio dei lavori, inclusi nel PON 2000-2006, che peraltro rientra nelle competenze dell'ENAC, risulta che sono in corso sulle infrastrutture di volo complessi interventi che riguardano sia le parti strutturali delle due piste sia gli impianti di volo su esse insistenti. Tali interventi si sono resi necessari per adeguare pienamente le infrastrutture di volo ai requisiti nazionali stabiliti nel regolamento ENAC, che ha recepito ai più alti livelli gli standard pubblicati dall'ICAO, al fine di garantire ai più elevati livelli di sicurezza gli aeroporti nazionali.
La complessità degli interventi che comporta il rifacimento degli impianti AVL e relativi cavidotti, il rifacimento delle banchine di pista, la sistemazione delle fasce di sicurezza e delle aree di sicurezza di fine pista, la rete di drenaggio delle acque, le soglie pista ed altri interventi a corredo, è stata oggetto di attenta pianificazione, allo scopo di ridurre al minimo i disagi per l'utenza dell'aeroporto e per il territorio. In tal senso, considerataPag. 94la chiusura della pista secondaria (denominata 0523), è stato privilegiato l'uso della pista principale (denominata 1432) dal 15 maggio al 15 settembre. Qualora i lavori dovessero essere completati in anticipo, la pista secondaria potrebbe essere riaperta anche prima di tale scadenza. A tale riguardo, infine, l'ENAC ha fornito ampie rassicurazioni sull'impegno di rispettare il periodo minimo di interruzione ed eventualmente ridurne la durata.
PRESIDENTE. Il deputato Carbonella ha facoltà di replicare.
GIOVANNI CARBONELLA. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto e sottolineo che il lavoro e l'attività posti in essere dai vari ministeri, su cui il sottosegretario ci ha informato, preludono ad un risultato non solo positivo, ma, spero, anche immediato. Abbiamo infatti lamentato i ritardi rinvenienti da un protocollo datato 2004, siamo nel 2007! Il nostro interesse è tutelare una popolazione, come quella del Salento, di due milioni di abitanti, per i quali una struttura aeroportuale come quella di Brindisi è fondamentale per attività economiche e di sviluppo.
Da ciò deriva la necessità di velocizzare decisioni e scelte che non vorrei accusassero i medesimi ritardi del Governo precedente. Dico questo non solo perché il passaggio dell'aeroporto di Brindisi da militare a civile ci consente di accelerare i lavori assolutamente necessari (poiché di natura strutturale) sulle due piste, ma soprattutto perché è in atto un'attività, abbastanza frenetica sul piano del lavorio, che le istituzioni locali e regionali stanno sviluppando, al fine di dare, a questo aeroporto e al grande Salento, una visibilità ed una funzionalità che possano attrarre nuovi vettori e nuove compagnie di carattere nazionale ed internazionale.
Per quanto ci riguarda, seguiremo con estrema attenzione le azioni che, come riferito dal sottosegretario, il Governo sta positivamente mettendo in atto. Mi risulta che l'ENAC abbia sbloccato, di recente, per quanto riguarda i lavori della pista principale, alcuni nodi che afferivano alle competenze del Ministero dell'ambiente e del Ministero dei beni e delle attività culturali. Ritengo assolutamente necessario che l'ENAC possa entrare in possesso totalmente della gestione dell'aeroporto, per quanto attiene alle sue competenze, poiché in questo modo si dà anche la possibilità alla SEAP, che gestisce la struttura, di offrire servizi adeguati.
Credo che il Governo di centrosinistra dovrebbe inserire un po' di calore, di passione, di pathos - aspetto che è mancato nel passato! - per dare alla popolazione interessata contezza e non solo testimonianza e speranza. Sono fattori importanti, che afferiscono allo sviluppo di un territorio abbastanza martoriato come quello di Brindisi, e necessari per vedere una struttura, come quella aeroportuale, aprirsi finalmente a livello nazionale ed internazionale, con ricadute benefiche che soddisfino i bisogni che esprime tutta la nostra comunità.