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Sull'ordine dei lavori (ore 13,45).
CARLO GIOVANARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, credo ormai di essere uno dei veterani di quest'Assemblea (sono qui dal 1992) e approfitto della presenza del sottosegretario Bubbico per sollevare una questione delicata, che riguarda non soltanto il Parlamento, ma anche il sottosegretario, perché ritengo che, rispetto a fatti che riguardano la magistratura e che coinvolgono membri del Governo, vi debba essere un comportamento non «schizofrenico» riguardo ai tempi, alle circostanze e all'area di appartenenza. Tutti sappiamo che nella scorsa settimana sono stati perquisiti l'abitazione e l'ufficio presso il Ministero del sottosegretario Bubbico; che le accuse mosse - associazione per delinquere, frode in finanziamenti europei - sono particolarmente gravi e che la procedura giudiziaria in corso avrà il suo sviluppo, che auspichiamo sia favorevole. Sappiamo anche che, nella scorsa legislatura, il Ministro Storace si è dimesso e vi sono state anche sollecitazioni forti in tal senso, quando è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria, forse con profili molto meno gravi rispetto alle accuse formulate in questo caso.
Mi rivolgo, dunque, al Presidente della Camera, affinché vi sia un minimo di sensibilità rispetto a tali fatti e chiedo, quindi, che su un provvedimento economico così importante il Governo non sia, proprio in questa occasione e in questo momento, rappresentato dal sottosegretario Bubbico. Ritengo che ciò sia il minimo che possa accadere, anche alla luce delle decine di colleghi democristiani e socialisti, i quali - lo ricordo bene - per un avviso di garanzia venivano linciati da altre parti politiche di questo emiciclo, con posizioni apodittiche, e che nonostante poi negli anni siano stati assolti, non sono mai stati né rivalutati né ricordati: anzi, ancora oggi sono circondati da un alone di damnatio memoriae nei loro confronti.
Chiedo allora che, almeno per un po' di fair play istituzionale, vicende così gravi facciano ritenere al Governo di farsi rappresentare da un esponente diverso nel confronto con il Parlamento.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, ritengo che questo modo di far vivere la politica e le questioni importanti del Governo, ossia quello per cui dobbiamo censurare la presenza in aula di un sottosegretario, che fino a prova contraria non è stato raggiunto da avvisi di garanzia, né è stato condannato, e la presenza in aula del Governo decidere e l'attività di governo stessa, sulla base di una perquisizione che sarebbe avvenuta, sia assolutamente inaccettabile.
Il Governo è qui rappresentato, come è avvenuto altre volte, anche dai suoi sottosegretari; peraltro, devo dare atto che la presenza in questa occasione, come nelle precedenti, del sottosegretario Bubbico è stata caratterizzata da una partecipazione competente e attiva ai lavori parlamentari. Ora dovremmo decidere che, sulla base di una perquisizione, il sottosegretario non è più degno di rappresentare il Governo in Assemblea. Ritengo che ciò non solo non abbia alcun fondamento, ma evidenzi anche il mancato rispetto delle garanzie costituzionali e faccia parte di una linea forcaiola, che di tanto in tanto viene ad affacciarsi in quest'aula.
Ritengo, dunque, che l'intervento del collega che mi ha preceduto sia da respingere e vada invece manifestata, fino a prova contraria, la fiducia nei confronti del sottosegretario Bubbico (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che sia assolutamente fuori luogo porre questioni di carattere regolamentare a fine seduta, nel momento in cui, a mio avviso, gli argomenti posti dal collega Giovanardi assumono un rilievo tale per cui, anzitutto, andrebbero rinviati ad una discussione nella Giunta per il regolamento.
Poiché il collega Giovanardi ha svolto anche la funzione di Ministro per i rapporti con il Parlamento, sa che non compete a questo Parlamento decidere in ordine a chi debba rappresentare il Governo e sa che qui, con piena dignità, un rappresentante del Governo sta seguendo i lavori del Parlamento sulle liberalizzazioni, che abbiamo appena concluso e rinviato alla parte pomeridiana della seduta. Quindi non credo che si possano porre problemi di tale tenore, che evidenziano una strana concezione del rapporto tra Parlamento e Governo.
Se lei, onorevole Giovanardi, intende agire, lo può fare con altri strumenti, che non siano semplicemente il richiamo al regolamento o l'intervento a fine seduta. Se lei intende aprire una questione nei confronti del sottosegretario, può anche utilizzare gli strumenti della politica e del giustizialismo (le sono consentiti) ma troverà sicuramente la nostra parte non solo contraria, ma anche critica nei suoi confronti, sia per il metodo ...
CARLO GIOVANARDI. Tu vuoi censurare il diritto del parlamentare? Presidente, vuole censurare il diritto del parlamentare!
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, per cortesia, lasci concludere...
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Le chiedo di poter esprimere - almeno con lo stesso spirito con il quale lei, spero, abbia svolto le sue osservazioni nei confronti del sottosegretario e del Governo che il sottosegretario rappresenta - l'opinione di un gruppo parlamentare, il quale, con piena conoscenza, considera non solo...
CARLO GIOVANARDI. Storace si è dimesso? Risponda! Perché Storace si è dimesso da Ministro?
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. ... pienamente condivisibile la presenza del sottosegretario per quanto attiene a ciò che l'Assemblea deve realizzare in ordine all'attuazione del Regolamento e alle modalità di funzionamento del Parlamento, ma ritiene, inoltre, che non si debbanoPag. 27usare, in condizioni diverse, due pesi e due misure. Lei in questo momento assume il ruolo dell'accusatore e del giustizialista, quindi rimando a lei le accuse, che in aula ha rivolto al nostro collega (Commenti del deputato Giovanardi).
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, lasci sviluppare gli interventi degli altri colleghi come gli altri hanno fatto nei suoi confronti.
PAOLA BALDUCCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, mi dispiace che il dibattito si svolge in un momento nel quale sono presenti pochi colleghi.
Vorrei porre una domanda all'onorevole Giovanardi. Lei ha scritto, anni fa, un libro (in cui ha narrato di tante vittime parlamentari e non) che hanno subìto ingiustizie in procedimenti penali all'esito dei quali sono state assolte, o per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste.
Onorevole Giovanardi, lei fu l'autore di un libro che ammirai. Oggi mi sembra molto strano che in quest'aula, a discussione conclusa, lei faccia certi discorsi...
CARLO GIOVANARDI. ...di sensibilità.
PAOLA BALDUCCI. ...poco garantisti. Mi riferisco alla vicenda in esame, nel merito della quale non dobbiamo entrare, perché la magistratura indaga, e in cui una persona ha subìto una perquisizione.
Lei sa molto bene che esiste l'articolo 27 della Costituzione, che pone una presunzione di non colpevolezza e sa molto bene, quindi, che bisogna attendere il processo. Ma fino a quando non vi sarà un giudice, e non un pubblico ministero, a stabilire l'innocenza o la colpevolezza, il cittadino ha il diritto-dovere di esercitare la propria attività, sia come organo di Governo, sia come parlamentare e...
CARLO GIOVANARDI. E Storace, lo scorso anno? E Storace?
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, è la terza volta che mi costringe a richiamarla. Ascolti gli interventi dei suoi colleghi, come loro hanno ascoltato il suo.
PAOLA BALDUCCI. Poiché il suo intervento ha colto di sorpresa me ed il mio gruppo - anche perché la riconoscevo e ricordavo come persona altamente garantista - ritengo inutile affrontare tematiche che avvelenano ancor più le Assemblee parlamentari, le quali hanno bisogno di serenità, di andare avanti e di formulare progetti seri per il Paese, al quale occorrono certezze e non liti totalmente inutili!
Concludo esprimendo al sottosegretario un apprezzamento, non solo personale, per l'equilibrio, la partecipazione e l'attenzione che egli sta dedicando - in una vicenda molto delicata, che sicuramente può turbare la sua persona - a temi molto importanti, che riguardano riforme che il cittadino aspetta da molto tempo. Concludo, quindi, in totale dissenso rispetto a quanto ha espresso poc'anzi l'onorevole Giovanardi.
ANTONIO SATTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, francamente l'intervento dell'onorevole Giovanardi - che stimo e apprezzo, anche per il suo modo di fare politica - mi ha un po' sconcertato. Da sempre, sia quando insegnavo al liceo, sia quando ho svolto altre attività professionali, ho imparato prima ed insegnato poi che ciascuno di noi, ciascun cittadino è sempre innocente fino a prova contraria. La perquisizione è un atto che la magistratura dispone per cercare di accertare qualcosa, ma non per comunicare sentenze. Mi sembra una cosa ben diversa.
Esprimo apprezzamento per il sottosegretario, che è venuto qui con grande serenità per svolgere il suo ruolo in maniera molto equilibrata, attenta, garantendoPag. 28la presenza del Governo e confrontandosi con il Parlamento, che è la sede più alta per assicurare a tutti, e a nome di tutti, la giustizia nel nostro Paese. Ogni forma di giustizialismo va, dunque, bandita: dobbiamo essere noi a garantire che la Costituzione valga per tutti, a cominciare dai più piccoli cittadini fino ai parlamentari o ai membri del Governo.
Credo che la vicenda vada semplicemente accantonata. Lasciamo che le indagini seguano il loro percorso: rispettiamo le persone, i cittadini, quindi in questo caso anche il sottosegretario, che ha perso, tutt'al più, la scorta degli agenti delle Fiamme gialle, ma avrà quella della Polizia di Stato o dei Carabinieri, per essere più tranquillo.
Questo è un sistema di linciaggio che non ci appartiene e che, come gruppo dei Popolari-UDEUR, vogliamo bandire, rinnovando la stima per il sottosegretario.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, a mio avviso è un errore impostare il problema come contrapposizione tra garantisti e non garantisti. Non c'è dubbio che la giustizia debba fare il suo corso e che la persona coinvolta debba essere comunque rispettata. Poi si apprenderà quali siano le inchieste.
Il problema - forse sollevato in modo non molto felice - è di opportunità politica: impedire la normalizzazione delle cose che non vanno. Non si tratta, quindi, di una questione relativa al sottosegretario come persona, ma di un problema del Governo: indipendentemente dai frutti ai quali l'inchiesta perverrà, non era opportuno che esso fosse rappresentato in tal modo per «normalizzare» le inchieste che interessano una certa parte politica. Le intercettazioni telefoniche, indipendentemente dai reati commessi, per la prima volta nella storia del Paese non possono essere pubblicate.
Questo è un errore anche per la sinistra, perché alimenta, ove non vi fossero, congetture ed un clima torbido, quando invece la pubblicazione delle intercettazioni è un atto di democrazia utile a chiarire le questioni ed opportuno se vogliamo uscire da questa brutta situazione, nella quale il volto della politica viene offeso ogni giorno.
È sempre antipatico parlare di persone, perché un conto è parlare di vicende lontane, altro è parlare di persone che hanno un volto e una dignità. Il Governo, però, deve stare attento, così come deve esserlo la Camera, nella quale vi sono decine di colleghi inquisiti, anche per gravi ipotesi di reato, non di poco conto, che spesso non hanno nulla a che fare con la politica. Rispetto alle ipotesi di reato relative alla politica dobbiamo, invece, essere fortemente garantisti, a tutela della libertà del parlamentare. La maggior parte delle inchieste che coinvolgono la classe politica non attengono a reati connessi all'attività politica delle persone. Dobbiamo, quindi, trovare un percorso, perché, collega D'Alia, nessuno vuol mettere alla forca nessuno, ed è bene che la dignità della persona venga salvaguardata e che si attenda l'esito delle inchieste; vi è, però, un problema di tutela dell'immagine della politica, così come accade anche in relazione ai costi della politica, contro cui lei si batte.
Quindi, mi scandalizzo quando vedo un avvocato, che indossa la toga al mattino, far parte al pomeriggio della Commissione giustizia. Per me è vergognoso che ciò possa accadere, perché vi è un conflitto di interessi. Il cittadino vede un avvocato che di mattina difende una persona da qualunque tipo di reato e nel pomeriggio diventa legislatore, non sappiamo se nell'interesse collettivo o dei clienti. Si tratta di una questione di opportunità politica: occorre un minimo di cautela, con quello che sta accadendo.
Dunque, indipendentemente dall'onestà della persona - mi dispiace anche doverne parlare - è inopportuno che il Governo venga rappresentato dal sottosegretario Bubbico, che mi auguro possa risultare delPag. 29tutto innocente, perché chi ha appreso le notizie che lo riguardano dai giornali e dalla televisione non riceve di certo un'immagine positiva della politica.
Non dobbiamo alimentare la caccia alle streghe, però, probabilmente il Governo questa mattina, fermo restando il rispetto che si deve al sottosegretario, avrebbe dovuto più opportunamente evitare, finché non si concluda questa vicenda nel migliore dei modi, che il sottosegretario Bubbico fosse l'unico rappresentante del Governo stesso in aula, perché questo non fa bene alla politica.
PRESIDENTE. Sul punto la Presidenza intende precisare due aspetti: il primo è che si è avvalsa della facoltà, conferitale dall'articolo 45 del Regolamento, su una materia particolarmente complessa, di dare la parola ad un rappresentante per ognuno dei gruppi che ne facesse richiesta; il secondo è che la presenza del sottosegretario Bubbico garantisce in modo del tutto legittimo la rappresentanza del Governo in aula, affinché un provvedimento così complesso sia seguito dall'Esecutivo con l'attenzione necessaria e dovuta.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su un altro tema, perché sul tema di cui abbiamo discusso il dibattito è concluso.
Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, dopo la serie di interventi sul tema precedente, intervengo per formulare al ministro Amato o a chi per lui la richiesta (che posso avanzare anche a nome di Forza Italia, considerato che ne abbiamo parlato con il presidente di tale gruppo, Elio Vito) di venire in quest'aula, se fosse possibile nelle prossime ore, comunque al più presto, per svolgere un'informativa sia sugli avvenimenti paralleli alla visita del Presidente degli Stati Uniti, verificatisi nella serata del giorno della sua visita a Roma, sia - e soprattutto - in relazione a ciò che è accaduto oggi a Roma, al momento di tensione denunciato dai sindacati - soprattutto da quelli dei pensionati - con un comportamento francamente del tutto diverso delle Forze di polizia nei confronti dei primi, definiti dai giornali «anarchici» e «black block», e dei secondi, appunto pensionati che stavano manifestando.
Riterrei utile che, se non il Ministro dell'interno, almeno il Viceministro Minniti venisse in quest'aula a riferire su entrambi gli avvenimenti e sui trattamenti diversi riservati ai manifestanti.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, la Presidenza, come ho già detto qualche tempo fa ad un altro deputato che aveva sollevato lo stesso tema, assumerà le informazioni necessarie e svolgerà una richiesta al Governo in tal senso.
AURELIO SALVATORE MISITI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su quale argomento? Sullo stesso punto sollevato dall'onorevole Volontè?
AURELIO SALVATORE MISITI. No, su quello sollevato dall'onorevole Giovanardi.
PRESIDENTE. No, onorevole Misiti, abbiamo concluso la discussione di tale argomento.
AURELIO SALVATORE MISITI. Scusi, ma non aveva detto che avrebbe dato la parola ad un deputato per gruppo?
PRESIDENTE. Sì, nel momento in cui ho considerato chiusa la questione non ho avuto altre richieste di parola.
Grazie, onorevole Misiti. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.
La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 16.