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Si riprende la discussione.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, presidente della VII Commissione, onorevole Folena.
PIETRO FOLENA. Relatore. Vorrei constatare il clima molto costruttivo con il quale si è svolta la discussione sulle linee generali e far presente al collega Pescante che condivido la sua analisi - sulla quale avrò modo di tornare in occasione dell'esame, mi auguro comune e unitario, del documento conclusivo sull'indagine da lui citata - secondo la quale sarebbe improprio far discendere gli scandali dalla distribuzione dei diritti televisivi.
Lei sostiene che affermare che la «madre» del finanziamento delle società di calcio è rappresentata dalla distribuzione dei diritti televisivi - cosa che costituisce un dato di fatto, perché la maggior parte dei finanziamenti proviene da lì - non autorizza ad approdare ad un'analisi che si rivela non fondata. Onorevole Pescante, lei ha fornito un'interpretazione, sulla quale avremo modo di tornare. In altre occasioni, non solo da parte sua, è stato sottolineato come la norma, che ha trasformato le società di calcio in società per azioni, successivamente anche quotate in borsa, sebbene non possa esserne considerata la causa diretta, sicuramente rappresenta la rottura degli argini che, fino ad allora, avevano consentito di temperare alcuni effetti negativi, i quali, da quel momento in poi, sono diventati maggiormente evidenti.
Inoltre, prendo atto, positivamente, del contributo che, nel corso della discussione, si è cercato di fornire con riferimento al calcio dilettantistico, il calcio minore. Alcuni colleghi, fra i quali l'onorevole Pescante, nei giorni passati, hanno sollevato, giustamente, il tema della necessità dei finanziamenti al calcio femminile. Approfitto per dire che sono d'accordo con chi ha sollevato tale tematica e che occorre sollecitare il Governo a prestare attenzione alla questione.
I contributi, forniti nelle diverse letture del provvedimento in esame, alla Camera e al Senato, hanno permesso di correggere sostanzialmente il disegno di legge originario del Governo. Il tema dell'autonomia dello sport, sollevato dai colleghi Pescante e Ciocchetti, è stato riconosciuto in sede di prima lettura. Il cambiamento è stato sostanziale ed il testo è stato successivamente migliorato.
In questa sede vorrei far presente che condivido la necessità di tempi più brevi per l'esercizio della delega nelle forme dovute.
Pertanto vorrei sollecitare il Governo a esercitare questa delega non intendendo i sei mesi come il tempo necessario per portare i decreti all'esame del Parlamento ma come un tempo limite, visto che c'èPag. 99stato modo di lavorare sul contenuto dei decreti in questione nel corso delle ultime settimane, anche attraverso l'audizione e l'ascolto che vi sono stati. Sarebbe molto importante che tali decreti potessero essere portati al nostro esame a tamburo battente, poiché credo che bisogna intervenire molto rapidamente in tale direzione. Né ritengo che le osservazioni fatte dal collega Bono, che ho ascoltato con attenzione, siano tali da doverci costringere ad un intervento legislativo; in realtà la questione di fondo che ha sollevato ha natura interpretativa e può quindi essere risolta con un ordine del giorno che ho intenzione di presentare.
Siamo in condizione di poter dire con orgoglio che il movimento del calcio italiano è sano, è sano nei punti alti, dalla vittoria dei mondiali di calcio alla recente affermazione del Milan come campione d'Europa, già ricordata, fino all'andamento molto positivo delle competizioni calcistiche nazionali. Mi riferisco non solo a quelle professionistiche, che si sono concluse e hanno avuto andamenti molto importanti, molto soddisfacenti, ma anche a tutto quel calcio minore che vede impegnate piccole società, associazioni, fino alle famiglie e che ha una vitalità smisurata.
È stata la migliore risposta a «calciopoli» e credo che se approveremo, nelle prossime ore, nei prossimi giorni, il provvedimento in esame, facendolo diventare definitivamente legge dello Stato, avremo messo una piccola base per una diversa forma di finanziamento, una diversa equità nella distribuzione dei finanziamenti nel settore del calcio, nell'assoluto rispetto dell'autonomia dello sport, che è sancita dalla nostra Costituzione e che, per quanto mi riguarda, è un valore assolutamente intangibile e che il potere politico deve rispettare con grande determinazione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
LUIGI VIMERCATI, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, vorrei replicare molto rapidamente anche perché ci siamo confrontati a lungo sul provvedimento in esame con l'onorevole Pescante e con tutti gli altri deputati che sono voluti intervenire. Voglio ringraziare per il lavoro proficuo svolto e che esalta il ruolo del Parlamento, di confronto e di vera elaborazione delle leggi.
Sulle questioni di merito mi pare che avevamo sostanzialmente due problemi. Il primo riguardava la considerazione che, pur non esistendo un rapporto meccanico tra i fatti di corruzione e le questioni della vendita dei diritti, vi era, però, un nesso o quanto meno da lì era partita la scintilla per ridiscutere sulla necessità di una maggiore equità, di maggiori criteri di mutualità all'interno del mondo del calcio.
L'altra questione riguardava fenomeni di accaparramento dei diritti televisivi, che mettevano in discussione il mercato specifico dei diritti televisivi.
Mi pare che abbiamo discusso, in modo molto aperto, su come rispondere alle due esigenze citate. Il punto finale del nostro lavoro mi sembra condiviso assolutamente da tutti: si vuole cioè un maggiore equilibrio dal punto di vista della mutualità, con un'attenzione ai temi dell'autonomia dello sport. Se non ricordo male, proprio alla lettera i) del provvedimento in esame si afferma che le regole vengono date prioritariamente dal soggetto proponente. Quindi abbiamo condiviso la sollecitazione dell'onorevole Pescante a favore di una spiccata autonomia dello sport; analogamente, per ciò che riguarda le questioni relative al mercato televisivo, abbiamo superato alcune misure che a nostro giudizio erano necessarie a causa dell'asimmetria del sistema radio televisivo italiano ma insieme abbiamo convenuto, durante la discussione qui alla Camera, e nella formulazione degli emendamenti al Senato, che fosse opportuno superare la dizione di «singola piattaforma», per condividere fino in fondo la necessità di allargare il più possibile il mercato televisivo verso una vera e più ampia competizione tra tutte le piattaforme.
Da questo punto di vista, mi pare che il testo esca rafforzato; abbiamo, infatti,Pag. 100un testo che è davvero in grado di essere più concorrenziale e più aperto al mercato, come è stato riconosciuto anche prima dall'onorevole Ciocchetti per ciò che riguarda l'equilibrio tra la lettera c), modificata con una proposta di emendamento dell'UDC, e la lettera d), che tiene fermi alcuni paletti che a nostro giudizio vanno mantenuti, dando invece all'Antitrust e all'Autorità per le comunicazioni il compito di individuare eventuali deroghe, ma sempre nel senso di rafforzare la possibilità di competere sul mercato.
Credo che alla fine la norma, frutto di questa elaborazione comune, sia equilibrata e ci aiuterà a seguire anche l'evoluzione tecnologica. Ricordo che vi è un punto specifico che consentirà di legare la trasmissione, e quindi il tema dei diritti, anche alle nuove piattaforme emergenti (quelle su Internet, sui telefonini e così via).
Mi pare, pertanto, che, complessivamente, abbiamo elaborato un provvedimento che accompagnerà il mondo del calcio, insieme con lo sviluppo tecnologico, nel futuro. Ritengo, quindi, che sia un lavoro positivo e mi auguro che si concluda con l'approvazione definitiva della Camera.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.