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Seguito della discussione del disegno di legge S. 1332 - Delega legislativa per il recepimento delle direttive 2002/15/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, 2004/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004 e 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, nonché per l'adozione delle disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 191, di attuazione della direttiva 2002/98/CE (Approvato dal Senato) (A.C. 2600).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Delega legislativa per il recepimento delle direttive 2002/15/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, 2004/25/CEPag. 34del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004 e 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, nonché per l'adozione delle disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 191, di attuazione della direttiva 2002/98/CE.
Ricordo che nella seduta del 4 giugno 2007 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
(Esame degli articoli - A.C. 2600)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 2600 sezioni 1 e 2).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il gruppo della Lega Nord Padania è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2600)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2600 sezione 3).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente se non fosse stato per la Lega Nord Padania, il recepimento della direttiva comunitaria sulle OPA passava in completo ed assoluto silenzio. Sarebbe stato un fatto molto grave: è paradossale che la Lega Nord Padania da sola si ponga il problema di garantire e tutelare l'interesse nazionale e la difesa delle aziende italiane. È paradossale, ma non è la prima volta che ciò accade ed oggi è ancor più significativo, alla luce dei grandi stravolgimenti che stanno avvenendo in alcuni settori e, soprattutto, in quello della finanza e dell'energia.
Ebbene, noi cosa chiediamo e cosa vogliamo? Sarò sintetico, vogliamo una cosa semplice: la reciprocità. Vogliamo che sia garantita un'assoluta parità di trattamento alle imprese italiane rispetto agli altri Paesi europei e che in Italia venga subordinata l'applicazione di alcune norme al fatto che analoghe norme siano previste dagli ordinamenti della società estera che promuove l'OPA. È quindi una questione molto semplice.
In realtà, il modo migliore per essere europei è avere la ferma consapevolezza del proprio interesse nazionale e, per quanto ci riguarda, della Padania. È inevitabile che in questa fase di grande e confusa trasformazione ci sia un mix di logiche integrative e difensive per quanto riguarda le integrazioni aziendali. Finora, però, il Governo Prodi è stato solo un ingenuo strumento dell'interesse nazionale altrui, non del nostro. Purtroppo in Italia - lo sappiamo - tutte le aziende sono in svendita. L'Italia è un Paese in svendita, ormai rimane ancora poco da tutelare e dobbiamo tutelare quel poco nel modo migliore possibile.
In caso di OPA ostili, senza il rispetto del principio di reciprocità, rischiamo di non avere più alcun gioiello di famiglia. Facciamo qualche esempio. La grande distribuzione è ormai quasi tutta in mano a gruppi francesi. Forse vendiamo anche Alitalia a stranieri: dico «forse» perché è di queste ore la notizia che anche Aeroflot ha dubbi e, quindi, probabilmente, dopo aver fatto scappare gli americani, facciamo scappare anche i russi e rimarrà solo un acquirente, così invece di un carrozzone, ne avremo due: ma questa è un'altra storia.
Per quanto riguarda le banche, sappiamo che la situazione è disastrosa, dopo il fallimento della scalata Unipol su BNLPag. 35(oggi di attualità per tutt'altri motivi, che qui tralascio per ragioni di tempo e di opportunità); però sappiamo come è andata a finire: la BNL è finita ai francesi di Paribas, Antonveneta agli olandesi di ABN AMRO. Quindi l'italianità è andata a farsi benedire.
Un altro esempio riguarda le autostrade, che finiranno agli spagnoli di Abertis. Sempre agli spagnoli finirà la Telecom con Telefónica. In cambio, secondo il famoso «patto di Ibiza» fatto da Nomisma e Prodi, l'ENEL potrà prendersi la spagnola Endesa.
In buona sostanza, noi lasciamo le praterie aperte agli stranieri che possono venire a fare man bassa delle poche grandi aziende valide che abbiamo in Italia. Fortunatamente, a tenere in piedi la baracca c'è una miriade di piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Allora noi della Lega Nord Padania ci chiediamo che cosa accadrebbe se dovesse arrivare un'OPA ostile sull'Acea di Roma. Caliamo le brache anche qui? Oppure un'OPA ostile sulla Hera di Bologna, e, perché no, sull'ENI?
Dobbiamo tutelare, in qualche modo, i nostri servizi fondamentali! Perché quando ENEL tenta di andare in Francia e comprare Suez, cosa fanno i francesi? Mettono insieme Suez e EDF, e ci tagliano la strada! E fanno bene, non sono mica fessi come noi!
L'importante, quindi, è fare chiarezza. Va bene, assolutamente bene, il mercato, ma a due condizioni: reciprocità delle regole e trasparenza. Ripeto: reciprocità e trasparenza!
Soprattutto, non ci convince l'operazione realizzata, più che dal Governo Prodi, da Prodi in persona, tramite Nomisma, mi riferisco al già citato «patto di Ibiza». Non è mercato il fatto che il consigliere economico di Zapatero faccia parte, da quattro anni, del consiglio di amministrazione di Nomisma e, casualmente, si trovi l'intesa! L'ENEL è gestita da una amico d'infanzia di Prodi, dal suo consigliere fiscale (come dicono i giornali il Corriere della sera e La Stampa): non è un caso che l'amico d'infanzia di Prodi trovi un'intesa con il consigliere di Zapatero, presente nel consiglio di amministrazione di Nomisma e le due cose vadano in porto! ENEL compra Intesa, e Telefonica entra e compra Telecom!
Non sarà un caso, poi, che anche l'operazione Abertis e Autostrade finirà bene! Per quanto riguarda la spagnola Abertis, è sempre il consigliere di Zapatero a gestire le danze! Gian Maria Gros Pietro - casualmente anche lui! - è nel consiglio di amministrazione di Nomisma, va bene! Ma questo non è mercato e non è trasparenza!
Sappiamo anche che Nomisma è legata a doppio filo con Goldman Sachs - lo sa bene anche il sottosegretario - ci ricordiamo la famosa parcella di Prodi di 1,4 milioni di euro, di qualche anno fa!
Questo non è mercato, non è trasparenza, non è difesa dell'interesse nazionale. Per tale motivo, la Lega Nord Padania richiama fortemente l'attenzione sul fatto che per le OPA vi sia, chiara, la regola della reciprocità, per non doverci trovare, tra qualche anno, a rimpiangere la svendita degli ultimi gioielli di famiglia rimasti, magari conclusa sempre negli uffici della Nomisma di Prodi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!