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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per contrastare il dilagare di fenomeni di violenza e di eversione - n. 3-00974)
PRESIDENTE. L'onorevole Menia ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00974 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
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ROBERTO MENIA. Signor Ministro, una volta di più siamo costretti ad occuparci di questioni che attengono a violenza, eversione, intimidazioni ed altro. Anche lo scorso fine settimana Roma è stata teatro di manifestazioni violente, che sono seguite alla visita del Presidente Bush. In particolare, al termine del corteo, e poi della manifestazione, in nottata, ci sono state le vicende della stazione Tiburtina. Sono avvenuti scontri gravi, che hanno causato danni materiali ed economici e una trentina di feriti - e di ciò ci importa ancora di più - tra le Forze dell'ordine. Ma quello che ci ha sconcertato è l'ordine impartito alle Forze dell'ordine, in particolare ai poliziotti e ai carabinieri, come testimoniato da diversi loro componenti e riportato dai giornali, che sono stati costretti a subire, per oltre un'ora, la sassaiola e il lancio di oggetti contundenti di tutti i tipi. Ci sono stati oltre una trentina di feriti e l'ordine impartito - ripeto - è stato di lasciarsi colpire impunemente.
Vorremmo capire da questo Governo se si tutela la legge, se si tutelano le Forze dell'ordine, se si tutela la gente e l'ordinato vivere o se si dà, piuttosto, copertura a delinquenti in libera uscita. Chiediamo a questo Governo cosa intenda fare, da ora in poi, per garantire per davvero il rispetto della legge.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, la risposta che oggi mi viene sollecitata dagli onorevoli interroganti mi induce ad esprimere, ancora una volta, la forte indignazione che provo per tutte le forme di intolleranza politica e di violenza. L'ho fatto pochi giorni fa, manifestando sdegno per chi, lo scorso 3 giugno, a L'Aquila ha inneggiato alla morte dei carabinieri in Nassiriya, dei professori Biagi e D'Antona, dell'ispettore Raciti, e lo faccio oggi, considerando infame l'oltraggio alla lapide di via Fani e condannando tutti coloro i quali hanno trasceso i limiti di un libero manifestare, trasformando il dissenso in attacco all'ordine pubblico, a settori, a cose e a persone.
Tuttavia, per quanto le premesse del discorso possano apparire in linea con quelle degli interroganti, devo dire che sono diverse le conclusioni. A mio avviso, infatti, non si tratta di assumere iniziative o di programmare interventi normativi. Si tratta, invece, di applicare soltanto con rigore e giustizia gli strumenti di cui già disponiamo, per garantire la sicurezza della comunità. Il nostro sistema è già tarato da tempo per la tutela dell'ordine pubblico, nel rispetto della libera manifestazione del pensiero, di ogni pensiero. Purtroppo, però, non si può escludere che talvolta i facinorosi travalichino i limiti di una pacifica manifestazione, sconfinando nel sopruso e nella violenza. In casi come quello della visita a Roma del Presidente Bush, in cui l'attenzione delle istituzioni è stata necessariamente alta, non si può semplicisticamente trasformare ogni evento negativo in una critica generica o in un giudizio sfavorevole sulla bontà dei controlli e degli strumenti predisposti dal Governo e da forze di polizia assai esperte. Gli onorevoli ricordano, del resto, che disordini di piazza e comportamenti eversivi, come affermato anche dall'onorevole La Russa nella sua interrogazione, non sono mancati neanche nella scorsa legislatura. Sul versante della prevenzione, le Forze dell'ordine continuano a fornire un servizio organizzato ed efficiente e sono intervenute con attenzione e fermezza. Manifesto nei loro confronti la solidarietà mia personale e del Governo.
Sul versante giudiziario, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma ha riferito che gli arrestati sono stati portati dinanzi al tribunale per la convalida dell'arresto e saranno giudicati nei prossimi giorni, con rito direttissimo, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, con l'aggravante della lesione personale aggravata. Il tribunale ha convalidato l'arresto e, a seguito della richiesta di misura cautelare avanzata dal pubblico ministero, ha applicato la misura dell'obbligo di firma ad uno degli imputati. GliPag. 45altri sono stati liberati, tenuto conto del fatto che non presentavano precedenti penali.
Oltre le mie competenze, però, non mi permetto di andare. Ben comprendono gli onorevoli interroganti che il potere politico non può sconfinare in valutazioni di merito, rimesse esclusivamente all'autorità giudiziaria e da operarsi soltanto all'interno del processo penale.
PRESIDENTE. L'onorevole Menia ha facoltà di replicare.
ROBERTO MENIA. La ringrazio, signor Ministro, e sarei tentato di dichiararmi quasi totalmente soddisfatto a proposito della sua risposta, per i termini, vorrei dire morali, che lei ha usato, perché ha fatto bene a definire «infame» colui il quale o coloro i quali hanno usato certe parole nei confronti dei nostri eroi di Nassiriya, e a pronunciare parole come «sdegno» e «indignazione».
Ad una questione non mi ha, però, risposto: lo sdegno e l'indignazione non bastano, quando constatiamo che, purtroppo, da quando il Governo di cui lei è membro è in carica, vi è una tolleranza oggettiva nei confronti di una certa fascia che si colloca politicamente all'estrema sinistra. Con la strana «vicenda» di una sinistra «di lotta e di governo» notiamo che ci sono ministri che stringono le mani e segretari di partito che prendono parte a manifestazione assieme a teppisti di vario tipo. In particolare, ci preoccupa il fatto - ed è che questo il punto sul quale lei non mi ha risposto - che alle Forze dell'ordine sia stato dato l'ordine di non reagire, di non rispondere: centinaia e centinaia di esponenti delle Forze dell'ordine, alle quali va la nostra solidarietà. Ma la solidarietà non dev'essere soltanto un fatto di parole, dev'essere anche un fatto di atti concreti. Gli esponenti delle Forze dell'ordine hanno subito, per oltre un'ora, una sassaiola con cubetti di porfido, con bottiglie, con oggetti contundenti di tutti i tipi, che avrebbe potuto portare facilmente a conseguenze ben più pesanti di quelle che si sono prodotte. Ciò che ci preoccupa è che c'è tuttora una parte di questa maggioranza, di questo Governo che si «coccola» certi personaggi, che si «coccola» quelle aree estreme nelle quali, poi, c'è il «brodo di coltura», per il quale qualcuno pensa poi legittimamente di andare a L'Aquila ad inneggiare alla Lioce o alle Brigate Rosse. Ci sono altri elementi che spiegano come la lotta politica possa facilmente degenerare nell'intolleranza e nella violenza: è il caso di coloro che, purtroppo, mettono in pratica tali comportamenti.
Signor Ministro, apprezzo quanto lei ha detto, apprezzo i termini che ha usato.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO MENIA. Però, le ripeto, la nostra solidarietà alla polizia, alle Forze dell'ordine, a coloro che ogni giorno fanno sì che possiamo vivere civilmente ed ordinatamente in Italia e tutelano la nostra libertà è anche un fatto che va oltre le parole. Chiedo un esame di coscienza a tutti i rappresentanti di questo Governo. Se si avesse il coraggio di andare, in coscienza, oltre le parole, ed arrivare per davvero ai fatti, con certi modi di fare sarebbe ora di chiudere per davvero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Congratulazioni).