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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (A.C. 2480-A/R) (ore 15,15).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli articoli aggiuntivi Gianfranco Conte 01.02 e 01.0100, sul quale c'è anche il parere contrario della V Commissione, Tassone 01.04 e Stradella 01.030.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Attili 1.102, poiché esprime parere favorevole sul successivo, sostanzialmente identico, Lovelli 1.100, e invita al ritiro degli emendamenti Fabris 1.5, Beltrandi 1.104 e Gibelli 1.101, sul quale c'è anche il parere contrario della V Commissione. Esprime poi parere favorevole sull'emendamento Mario Ricci 1.103.
PRESIDENTE. Può esprimere anche il parere sull'articolo aggiuntivo Fabris 1.06?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Fabris 1.06, sul quale c'è anche il parere contrario della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Onorevole Meta, cortesemente, può esprimere anche il parere sul subemendamento Leone 0.01.0200.1 all'articolo premissivo 01.0200 della Commissione?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo premissivo 01.0200; per quanto riguarda il subemendamento, poiché è pervenuto al Comitato dei nove solo alcuni secondi fa prospetterei l'opportunità di sospendere brevemente i nostri lavori o meglio ancora di accantonare la proposta emendativa della Commissione e del relativo subemendamento.
PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo aggiuntivo 01.0200 della Commissione e del relativo subemendamento.
Qual è il parere del Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.02.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SIMONE BALDELLI. No, signor Presidente, a nome del presentatore non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Crediamo che la nostra proposta sia di buon senso e fondata. Mi sembra che questo articolo premissivo abbia una ratio molto chiara, chePag. 23si impronta al rapporto virtuoso di collaborazione fra le forze dell'ordine, i cittadini e gli automobilisti.
La proposta emendativa va nel senso della prevenzione, anziché di un approccio puramente e squisitamente sanzionatorio. Quindi, credo, signor Presidente, che possa essere un articolo premissivo di cui il Governo e la Commissione possano e debbano fare tesoro. Cito soltanto qualche riga: «L'opera degli organi di polizia stradale è improntata a criteri che favoriscono la collaborazione con l'utenza stradale. In tale ambito, salvo che nei casi di necessità ed urgenza, l'applicazione delle disposizioni sanzionatorie deve essere successiva all'intimazione o agli altri strumenti di regolazione a disposizione degli organi medesimi».
Crediamo si tratti di una norma che va a vantaggio e a favore dei cittadini, perché come approccio generale troppo spesso si utilizzano le modifiche al codice della strada quasi sempre per aumentare le sanzioni nei confronti degli utenti della strada e degli automobilisti, anche per ragioni lavorative, producendo «una tassazione indiretta», che pesa sulle tasche dei contribuenti.
Questo articolo premissivo è volto, come in parte anche il successivo, a recuperare il principio della prevenzione e del funzionamento che è alla base del codice stradale, ossia a far sì che sulle strade si possa viaggiare senza incidenti, senza rischi e senza pericoli e facendo in modo che la sanzione serva non come meccanismo per riempire le casse di questa o di quella amministrazione, ma come deterrente per evitare la violazione delle norme scritte nel codice della strada.
Quindi, non accediamo all'invito al ritiro ma, anzi, difendiamo questo articolo aggiuntivo e chiediamo che venga posto in votazione, ove la Commissione non intenda riformulare il parere espresso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 375
Astenuti 4
Maggioranza 188
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 224).
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, colleghi, mi pare noto a tutti che ormai in questo nostro Paese c'è un problema serio che riguarda l'utilizzo indebito da parte dei comuni dell'uso degli autovelox posti sulle strade extraurbane.
Vi è un fenomeno abbastanza curioso: sono moltissimi i piccoli comuni che hanno la fortuna, per così dire, di avere una strada extraurbana di interesse provinciale, regionale, statale che lambisce il proprio territorio. Ciò, infatti, diventa l'occasione per installare autovelox che non servono a prevenire incidenti o ad avere un'azione positiva di disincentivo all'alta velocità, ma a coprire le spese correnti delle amministrazioni comunali. Credo che questo fatto sia inaccettabile!
In sostanza, attraverso questa proposta emendativa, prevediamo che si possa ricorrere all'accertamento delle violazioni attraverso gli impianti autovelox, ma riteniamo che questo possa essere fatto soloPag. 24dai diretti proprietari delle infrastrutture; riteniamo, cioè, che sulle strade provinciali gli autovelox possano essere installati dalla provincia, mentre sulle strade di carattere nazionale dallo Stato. Lo considero un buon principio che garantirebbe la corretta installazione degli impianti che verrebbero usati veramente a fini preventivi e non per garantire nuovi introiti nelle casse comunali.
Se qualcuno ritiene che tale fenomeno sia in regressione, basta considerare le molte sentenze che sono state pronunciate - anche nell'ultimo periodo - e gli interventi dei prefetti nei comitati di sicurezza che sconsigliano i comuni dall'utilizzare queste apparecchiature al solo fine di rimpinguare le proprie casse comunali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, se l'onorevole Conte lo permette, intendo sottoscrivere l'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100, il cui contenuto è di certo sostenuto e condiviso dalla grande opinione pubblica.
Come ha già affermato il collega, non si può utilizzare tale strumento per rimpinguare le casse comunali o sopperire alle carenze delle medesime. Ogni istituto deve far capo alle proprie incombenze. Lamentiamo spesso che la polizia urbana abbia in molti comuni organici insufficienti, anche rispetto alle esigenze delle proprie località. In particolare, sono i comuni minori che lamentano un organico a volte ridicolo, esiguo ed insignificante.
Che vengano distaccate unità per presidiare, in questo modo, realtà stradali, linee di grande comunicazione, strade di interesse nazionale o provinciale è assolutamente un nonsenso, un controsenso. Tale norma, pertanto, che non è certamente superflua, ma è giusto che sia considerata in questo contesto, verrebbe incontro ad un'esigenza di razionalizzazione e moralizzazione del settore.
Pertanto, auspicherei che l'intera Assemblea - non certo soltanto i gruppi proponenti - votassero a favore di questo articolo premissivo che è una norma assolutamente popolare, condivisa e razionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sottoscrivo anch'io l'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100, perché va nella stessa direzione di una mia proposta emendativa presentata a questo testo, nonché di un'altro progetto di legge - chiedo al riguardo l'attenzione del Ministro dei trasporti e del relatore, onorevole Meta - di cui sono primo firmatario, il cui testo è sostanzialmente riportato in un emendamento presentato a tale normativa. Esso è stato sottoscritto da oltre settanta colleghi, sia di maggioranza che di opposizione, ed è volto a destinare i proventi delle multe per autovelox al Fondo di garanzia per le vittime della strada. Una destinazione nobile di un fondo che va incentivato e, soprattutto, signor Ministro, ritengo che si debba porre fine a questo brutto criterio per cui gli autovelox, i meccanismi per la rilevazione della velocità vengono utilizzati per finanziare le casse dei comuni.
Si tratta di un atteggiamento meschino nei confronti degli automobilisti, di chi lavora nell'autotrasporto, di chi attraversa i tratti stradali. Crediamo che non si possano finanziare la vita, le attività e le spese dei piccoli comuni con i soldi di coloro che transitano per le strade - sia pure superando i limiti di velocità -, posizionando autovelox a tradimento.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
SIMONE BALDELLI. Concludo, Presidente. Siamo dalla parte dei cittadini! Credo che il criterio indicato dall'articolo premissivo del collega Conte sia di buon senso...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Baldelli.
Pag. 25SIMONE BALDELLI. Ci stupisce, ancora una volta, il parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100 in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, anch'io intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo premissivo in esame e per chiedere se possiamo conoscere dal Ministro - dato che abbiamo il piacere di averlo qui presente - la motivazione della contrarietà del Governo a tale proposta emendativa, la quale raccoglie un vasto consenso non soltanto in quest'Assemblea, ma anche nell'intero Paese. Pertanto, chiedo al Ministro se può essere così cortese da fornirci la motivazione.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, volevo dire che (Commenti)...
PRESIDENTE. Dovrebbe alzarsi, signor Ministro, cortesemente.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo scusa all'Assemblea. Volevo dire che le motivazioni e le considerazioni svolte a proposito dell'uso distorto dell'autovelox, trovano me e il Governo perfettamente d'accordo. Abbiamo anche avviato una serie di azioni, di concerto con il Ministero dell'interno e attraverso le prefetture, per trovare il modo di «far rientrare» tali comportamenti distorsivi, frutto dell'interpretazione distorta di una norma che prevede l'uso di tale strumentazione per finalità diverse da quelle per cui viene, in realtà, utilizzata.
Detto ciò, tuttavia, non possiamo condividere la misura prevista dall'articolo premissivo, poiché essa prevede un'inibizione nei confronti dei corpi di polizia. Non riteniamo che questa sia la strada per evitare quell'interpretazione distorta sulla quale, ripeto, siamo d'accordo. È stata, inoltre, presentata anche una proposta emendativa, con la quale si chiede che l'utenza venga preavvertita della presenza di autovelox, perché non è possibile tenerli nascosti dietro un albero.
Riteniamo, tuttavia, che vi sia bisogno di un'azione forte nei confronti delle amministrazioni, senza inibire le Forze di polizia dall'utilizzo di tale strumento, poiché riteniamo che ciò otterrebbe, invece, un effetto contrario.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente ringrazio il Ministro per aver citato una previsione, contenuta in una mia proposta emendativa, sulla necessità di rendere visibili tutti i segnali, volti ad avvisare il conducente che sono in uso dei sistemi di rilevazione del controllo di velocità.
Tuttavia, Ministro, non è sufficiente la moral suasion nei confronti dei comuni, i quali hanno trovato un ottimo modo per rimpinguare le proprie casse comunali. Io stesso, infatti, avevo presentato un'altra proposta emendativa che imponeva il divieto assoluto di usare le disponibilità provenienti dall'utilizzo dell'autovelox per le spese correnti nei comuni, e che le stesse disponibilità dovessero, invece, essere utilizzate per il miglioramento della segnaletica e per l'adeguamento delle strade.
Con tale articolo premissivo, viene proposto un ragionamento molto serio: in altre parole, chiediamo che ognuno sia ilPag. 26responsabile gestore della propria strada; se, come capita, vi è un piccolissimo comune, in Toscana, che ricava dalle multe dell'autovelox milleduecento volte quello che è il proprio bilancio, ciò è assolutamente inconcepibile, perché, in tal modo, non si fa prevenzione, ma si trova il sistema per fare cassa e utilizzare quella cassa per altre cose!
Credo che sia interesse suo, ma anche dello Stato - considerato che la questione era stata già affrontata nella scorsa legislatura - adeguare tutta la segnaletica a livello nazionale (adeguamento che, da solo, comporterebbe una spesa di quasi due miliardi di euro) e destinare le risorse provenienti dalla rilevazione degli autovelox al miglioramento del livello della circolazione ed alla manutenzione delle strade.
Lei mi deve spiegare quale interesse avrà mai un comune, il quale non ha competenza su una strada extraurbana e che ne ricava solo i mezzi per sistemare le proprie casse comunali, ad intervenire su tale tratto di strada, laddove, invece, la legge gli consente, attraverso l'utilizzo dei vigili urbani, di sistemare gli autovelox ricavandone un introito.
Pertanto, vorrei chiedere, poiché lei stesso, signor Ministro, afferma che, attraverso l'operazione fatta mediante le prefetture si vuole giungere proprio a questo, di poter accantonare l'articolo premissivo in esame e trovare insieme, grazie alla sua disponibilità, una formulazione che metta nelle effettive condizioni di salvaguardare la sicurezza, garantire introiti per il miglioramento della segnaletica ed evitare simili operazioni di brigantaggio, compiute a danno dei comuni cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, in primo luogo vorrei sottoscrivere l'articolo premissivo in esame. Inoltre, vorrei chiedere, signor Ministro, per essere consequenziali, di accantonarlo qualora non sia possibile esprimere un voto favorevole immediatamente, perché proprio la dichiarazione di quest'ultimo si muove nella direzione richiesta dal collega Conte, con molta saggezza.
Vorrei ricordare, altresì, il dibattito che si è svolto la scorsa settimana, nella sala del Refettorio, da parte di una serie di associazioni che si occupano di sicurezza stradale, le quali hanno richiesto che si ponga fine allo scandalo di quel comune della Toscana il cui bilancio è formato esclusivamente...
PRESIDENTE. Onorevole, prego.
CESARE CAMPA. Mi sono fermato affinché il Ministro mi ascoltasse, e mi sembra di capire che egli sia d'accordo in merito all'accantonamento dell'articolo premissivo in esame. Ciò ci consentirà di fornire una risposta positiva anche alle aspettative di tutte le associazioni che hanno chiesto di porre fine allo scandalo di quei comuni i quali, anziché mettere in atto una forma di prevenzione, fanno solamente cassa per soddisfare le proprie esigenze. Ciò anche perché, a differenza di quanto prescritto dalla legge, le risorse acquisite non vengono poi impiegate per migliorare le condizioni delle strade.
Pertanto, se il signor Ministro, per essere consequenziali a quanto ha detto, accedesse all'accantonamento proposto dal relatore, si potrebbero trovare una soluzione ed una formulazione che si muovano nella direzione auspicata da tutti.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, non ho nulla in contrario in merito ad una ulteriore riflessione. Vorrei sottolineare, solamente, che vi è un profilo al momento non superabile, relativo al parere espresso dalla Commissione bilancio. Tuttavia, procedendo all'accantonamento, si troverà una soluzione insieme al Governo.
Pag. 27
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100. Ricordo inoltre, che è stato accantonato l'esame dell'articolo premissivo 01.0200 della Commissione e del relativo subemendamento.
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Tassone 01.04.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, non posso accogliere l'invito al ritiro formulato dal relatore; insisto affinché tale parere venga rivisto e mi auguro che l'Assemblea presti sufficiente attenzione all'articolo premissivo in discussione.
Mediante quest'ultimo si intende elevare il livello di sicurezza, assimilando i quadricicli ai motoveicoli, in quanto, come è noto, i quadricicli non sono sufficientemente regolamentati. Mentre i motoveicoli possono essere guidati dopo il compimento del sedicesimo anno di età, analoga prescrizione non è prevista in merito ai quadricicli.
L'articolo premissivo da me presentato, contiene una serie di specificazioni. Esso intende prevenire e tutelare la vita e, quindi, la sicurezza. Per tale ragione ho invitato il relatore a rivedere il parere precedentemente espresso, visto che la mia proposta emendativa si ispira alla stessa filosofia che sottende il provvedimento al nostro esame presentato dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'articolo premissivo dell'onorevole Tassone e sollecitare l'Assemblea a riflettere sulla qualità di tale proposta emendativa.
Stiamo parlando del problema della sicurezza e non c'è dubbio che nel nostro Paese è invalso, da qualche tempo, l'uso, anche forzato, dei quadricicli che, evidentemente, comporta problemi sia per la sicurezza personale del conducente sia per quanto riguarda il trasporto in generale.
Ci troviamo nella terra di nessuno dove non esiste alcun regolamento sostanziale, alcun limite, e poiché più avanti esamineremo anche alcuni emendamenti riguardanti la componentistica dei veicoli, mi sembra opportuno riflettere su tale argomento. Stiamo parlando, infatti, di un mezzo utilizzato soprattutto dai più giovani e, tra i dati allarmanti sul problema della sicurezza nel nostro Paese, c'è proprio il fatto che la fascia di età giovanile è quella più esposta agli incidenti.
Per tale motivo ritengo importante che sia la Commissione sia il Governo tornino sulla posizione fin qui assunta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Tassone 01.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 407
Astenuti 7
Maggioranza 204
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 236).
Passiamo all'articolo premissivo Stradella 01.030.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FRANCO STRADELLA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, con l'articolo premissivo in esame si tende a dare una disciplina certa ad una situazione molto diffusa nel Paese.Pag. 28
Le piccole amministrazioni stipulano convenzioni con imprese agricole per lavori di manutenzione del territorio quali falciare l'erba, spalare la neve ed altre attività del genere.
Evidentemente tali amministrazioni non sono dotate di mezzi di loro proprietà e, quindi, si affidano alle imprese agricole del posto. L'articolo premissivo in esame vuole far sì che tali mezzi possano intervenire in quanto mezzi agricoli e non come macchine operatrici, poiché operano normalmente in presenza dei vigili, in regime di convenzione con le piccole amministrazioni e svolgono un servizio essenziale per la manutenzione del territorio.
Francamente, non capisco le ragioni del parere contrario del Governo e della Commissione. Mi sembra un elemento di assoluto buonsenso che regolarizzerebbe una prassi molto diffusa in tutte le piccole amministrazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Stradella 01.030, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 410
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 240).
Passiamo all'emendamento Attili 1.102.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ANTONIO ATTILI. Si, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.102.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lovelli 1.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, desidero intervenire su questo emendamento, invitando tutti i colleghi a riflettere sulla portata delle norme che vengono con esso ad essere introdotte.
Ricordo che, non più tardi di una settimana fa, quest'Assemblea ha respinto l'articolo 5 contenuto nel cosiddetto provvedimento Bersani, con il quale, di fatto, si consentiva di modificare parti degli autoveicoli senza prevedere l'intervento degli uffici preposti della motorizzazione civile al fine di effettuare i previsti controlli che garantissero a tutti gli utenti della strada sicurezza sui mezzi in circolazione. Non voglio dire che l'emendamento in esame sia l'esatta riproposizione di quello; certamente è più restrittivo, perché prevede che il Ministro dei trasporti emani un proprio decreto. Tuttavia, la domanda che mi pongo è la seguente: se alla base di tutto c'è l'elemento sicurezza, se noi dobbiamo operare per garantire che gli autoveicoli che vanno sulle strade siano sicuri per tutti i cittadini e per tutti gli utenti della strada, com'è possibile prevedere che le relative modifiche possano essere effettuate in deroga alle disposizioni in materia, senza nulla osta della casa costruttrice e - circostanza che mi sembra giusto evidenziare - senza visita e prova?
C'è il rischio di trovare sulle strade autoveicoli che non abbiano passato una verifica seria da parte dei competenti uffici della motorizzazione. Addirittura, si prevede la possibilità di evitare la sanzione qualora, per esigenze del competente ufficio del dipartimento per i trasporti terrestri, ci sia la dimostrazione di avere prenotato una seduta. È evidente che la responsabilità della mancata verifica non può ricadere sul cittadino incolpevole; con questo emendamento, però, consentiamo a degli automezzi che non sono stati verificati, e per i quali non è stato dimostrato il possesso dei requisiti previsti dalle norme di omologazione diPag. 29quel tipo di autoveicolo, di circolare sulle strade.
Invito, quindi, tutti i singoli componenti del Parlamento a valutare attentamente come sia possibile, dopo che l'abrogazione dell'articolo 5 del provvedimento Bersani ha dato sicurezza e certezza, introdurre un elemento di insicurezza sulle strade, anche se - me ne rendo conto - in modo limitato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, vorrei ricordare che all'articolo 5, poi soppresso, del provvedimento Bersani, era stato presentato dal nostro gruppo un emendamento che era stato accolto sia in Commissione sia in Assemblea - peraltro, poi non votato per la soppressione di quell'articolo - che prevedeva, effettivamente, la liberalizzazione di un settore così importante per la vita del made in Italy quale la subfornitura della componentistica per automobili. L'articolato aveva trovato da parte del Governo - ripeto - e del relatore piena aderenza e disponibilità ad essere accolto.
Con questo tipo di emendamento, mi pare invece che il Governo faccia retromarcia o peggio ancora: quello che era uscito dalla finestra lo fa rientrare da una porta molto stretta, andando di fatto a vanificare il concetto introdotto nel provvedimento Bersani, cioè il tentativo di fare in Italia quanto è permesso in Paesi stranieri, che, in qualche modo, sottrae risorse alla nostra economia.
A questo punto mi domando se questo Governo abbia effettivamente le idee chiare. Non è infatti possibile che, a distanza di pochi giorni, si cambino completamente le norme che regolano un settore così delicato, che è stato oggetto sia di trattazione da parte del Parlamento, da ormai tre o quattro anni, sia di un colloquio diretto tra singoli deputati, aziende e dipartimento del Ministero.
Credo che il Governo farebbe bene a rivedere la sua posizione, in virtù del parere che aveva espresso sull'emendamento presentato dal nostro gruppo al provvedimento in tema di liberalizzazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, io intervengo invece a sostegno dell'emendamento in esame, anzi vi aggiungerei la mia firma, per la semplice ragione che esso offre la possibilità di colmare quella che è stata una grande lacuna dell'ordinamento italiano, cioè il fatto che nel nostro Paese, per una serie di procedure burocratiche, è stato impedito per anni ciò che in Francia, in Germania, ovunque, è stato possibile e che alimenta tra l'altro un'industria di grande livello.
Non concordo con le considerazioni sulla sicurezza espresse dal collega Uggè, perché ricordo che, come avviene in altri Paesi, è il Ministro dei Trasporti che stabilisce le modifiche consentite. C'è, quindi, un controllo ex ante e si saltano una serie di passaggi burocratici che hanno sin qui reso praticamente impossibile la personalizzazione dei veicoli destinati alla circolazione stradale, come avviene ovunque, anche a danno dell'industria italiana (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, poco fa l'Assemblea ha respinto un articolo premissivo che riguardava la possibilità di estendere la normativa sui quadricicli ai motoveicoli. Praticamente, abbiamo affrontato il tema della sicurezza su un segmento particolare del settore trasporto, che è enormemente a rischio e che riguarda le fasce più giovani della popolazione. Adesso, in assoluta incoerenza con tale articolo, non solo recuperiamo quanto è stato già a suo tempo espulso dal cosiddetto disegno di legge Bersani, ma affermiamo esattamente il contrario: cioèPag. 30sosteniamo che si possono introdurre, per alcune categorie di veicoli, modifiche della componentistica senza alcuna garanzia di ordine tecnico rilasciata da organi deputati e competenti, allargando così lo spettro della presunta liberalizzazione; e francamente non riesco a capire come ciò si possa conciliare con il tema della sicurezza.
Stiamo parlando di sicurezza. È vero che si affida a un decreto del Ministro dei trasporti l'individuazione delle modifiche dei veicoli con queste caratteristiche. Ma è proprio questo il punto: non capisco cosa c'entrino il tema della liberalizzazione e quello della sicurezza con un argomento di questo genere. Conseguentemente, concordo con coloro che nell'emendamento in esame scorgono il tentativo capzioso di far rientrare un articolo che è stato a suo tempo respinto e che riguardava semmai il disegno di legge Bersani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi esprimerò solo con una battuta, senza aggiungere altro alle motivazioni che hanno esposto i colleghi.
C'è qui una questione sulla quale dobbiamo metterci d'accordo: se deve prevalere la sicurezza oppure gli interessi delle case produttrici. Questo è il dato. Il precedente articolo premissivo, ovviamente, rispecchiava tutto l'interesse, per evidenti motivi, delle case produttrici di non omologare i quadricicli ai motoveicoli. Qui ci sono anche gli interessi delle case produttrici a non aggravare le procedure. Da questo punto di vista si tratta certamente di una liberalizzazione, ma si pone in contrasto con i limiti e le esigenze della sicurezza. Dobbiamo capire se parliamo di sicurezza sulla strada o di sicurezza per alcune strutture o per alcuni potentati economici. Basta poi decidere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, penso che molto opportunamente la norma in esame, che peraltro aveva un contenuto diverso da quello che stiamo esaminando oggi, è stata stralciata dal provvedimento sulle liberalizzazioni, perché in quel contesto rischiava di assumere un contenuto non chiaro o non corrispondente ai suoi obiettivi.
Credo che, in quella circostanza, sia stato giusto stralciare tale norma, per inserirla invece nel provvedimento al nostro esame oggi, che è finalizzato alla tutela della sicurezza nella circolazione stradale. Mi pare, infatti, che il metodo più corretto per ottenere un simile risultato sia quello di prevedere una norma che dà mandato al Ministro dei trasporti di emanare il decreto necessario per far sì che, per i veicoli con massa complessiva fino a 3.500 chilogrammi, sia possibile effettuare controlli in deroga, affidandosi anche alla certificazione di enti o professionisti accreditati. Credo che, attraverso questa impostazione ed attraverso la responsabilità che naturalmente compete al Ministero dei trasporti e ai suoi organi tecnici, si possa affrontare una simile regolamentazione favorevolmente e con la tranquillità di corrispondere anche e prioritariamente alle esigenze di sicurezza nella circolazione stradale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo per dire che condivido le osservazioni svolte dal collega Tassone e da altri, nel senso che ci dobbiamo mettere d'accordo - e mi rivolgo al Ministro, oltre che alla Commissione - sulla questione della sicurezza stradale. Infatti, o si tiene una linea rigorosa - e con il Ministro abbiamo discusso varie volte di questo argomento - oppure si introducono elementi difformi, come si fa in questo caso. Con l'emendamento in esame si propone infatti di autorizzare soggetti terzi ad intervenire sulla sicurezza garantita dalle case costruttrici delle automobili (o comunquePag. 31dei veicoli con massa fino a 3.500 chilogrammi).
Ritengo che le osservazioni svolte dai colleghi siano assolutamente pertinenti: non si può procedere con un atteggiamento ondivago, zigzagando fra la questione della sicurezza e la volontà di dar spazio a richieste di cui sappiamo donde e perché giungano. Invito dunque l'Assemblea a riflettere su questo discorso, che ci deve anche guidare nell'approvazione degli emendamenti successivi e del testo nel suo complesso; peraltro, so che il Ministro è molto attento alle questioni della sicurezza e che anzi ne ha fatto un punto preciso di impegno, anche della maggioranza e del Governo.
Ritengo perciò che occorra respingere il presente emendamento poiché con esso - insisto - si introducono elementi non facilmente controllabili, d'ora in avanti, in ordine alla sicurezza dei mezzi. Sappiamo bene, infatti, che il mezzo, la persona e l'infrastruttura sono i tre elementi che rendono più o meno sicura la circolazione stradale nel nostro Paese: aprire dunque un varco in questa direzione mi sembra francamente inconcepibile, tanto più considerando che il Governo e la Commissione hanno espresso una serie di pareri negativi in ordine ad altre questioni, dimostrando un rigore in merito al tema della sicurezza che invece non ritrovo nel parere che è stato dato in questo caso.
Per tutte queste ragioni, preannunzio il nostro voto contrario all'emendamento al nostro esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 1.100, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 403
Astenuti 6
Maggioranza 202
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 161).
Passiamo all'emendamento Fabris 1.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, come ho già ricordato in merito all'articolo premissivo Tassone 01.04, per sostenere quella scelta, la sicurezza è una delle questioni che più ci sta a cuore. Non possiamo dunque aderire all'invito al ritiro poiché l'emendamento al nostro esame, come tanti altri che proponiamo, è finalizzato a migliorare le condizioni di sicurezza dei veicoli, estendendo le sanzioni previste dal comma 4 dell'articolo 79 del codice della strada per coloro che circolano con un veicolo che presenti alterazioni costruttive ovvero con i dispositivi che costituiscono oggetto di controlli tecnici periodici non funzionanti o non efficienti.
Allo stesso fine, inoltre, si prevede la modifica dell'appendice IX, prevista dall'articolo 238 del regolamento di attuazione, al fine di inserire tra i dispositivi di frenatura oggetto di revisione periodica anche lo spessore e lo stato del disco del freno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi sento di aderire e, quindi, di esprimere un voto favorevole sull'emendamento Fabris 1.5, perché esso va nella logica delle proposte emendative precedenti, sulle quali l'Assemblea si è purtroppo espressa in termini contrari.
Esso contiene una ulteriore formulazione e regolamentazione, un ulteriore reticolato di sicurezza. Ritengo, quindi, la proposta dei presentatori Fabris, D'Elpidio e Picano apprezzabile e pertanto, lo ripeto, preannunzio il mio voto favorevole (ApplausiPag. 32dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, credo anch'io che qualche riflessione rispetto all'emendamento Fabris 1.5 sia opportuna da parte di tutti coloro che prima hanno votato a favore dell'ipotesi di non accettare la modifica emendativa proposta e, quindi, hanno votato contro di essa. Essi avevano delle ragioni e cioè ponevano al centro della loro decisione la valutazione della sicurezza e dell'impatto che una norma simile, di fatto, avrebbe potuto introdurre.
Desidero apporre la mia firma all'emendamento Fabris 1.5 perché ritengo che, con quanto suggerito nella proposta emendativa del collega, si introduca, di fatto, un elemento volto a favorire la sicurezza sulle strade.
Non possiamo, colleghi, ogni volta che siamo chiamati a confrontarci e a dibattere questioni legate alla sicurezza, votare mozioni all'unanimità, mostrare di condividere il dolore di tante famiglie coinvolte in episodi nei quali i loro cari perdono la vita o rimangono perennemente lesi, e poi votare a favore e consentire che, di fatto, si creino momenti e percorsi attraverso i quali elementi di insicurezza abbiano ad introdursi nel nostro ordinamento giuridico.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 16)
PAOLO UGGÈ. Per tali motivi, ritengo che l'emendamento in esame debba essere valutato e quindi invito tutti a riflettere su tale aspetto, perché un controllo in più, se è sufficiente e produce una risposta positiva in termini di sicurezza, deve essere valutato attentamente ed accettato da ognuno che abbia a cuore la vita degli uomini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, ho presentato un emendamento, l'emendamento 1.104, che è del tutto simile a quello al nostro esame che pone il problema di adeguare la normativa ed i regolamenti sulle revisioni ad una direttiva europea che menziona espressamente lo stato e l'usura dei dischi freno in merito alle verifiche che si fanno in occasione della revisione.
In Italia, stranamente, ciò non si è mai verificato e non si verifica, e l'emendamento in esame introduce dunque tale importantissima verifica, perché non basta verificare solo se la macchina frena, ma anche vedere che il disco del freno non sia troppo sottile e che non abbia crepature o microfratture che possano determinarne la rottura improvvisa con la messa fuori servizio dell'impianto frenante.
Ciò viene eseguito dappertutto e vi è una direttiva europea che lo richiede, ma non lo si fa in Italia. Peraltro, i costi di verifica, anche in termini di tempo, sono minimi, poiché si tratta solamente di smontare e rimontare una ruota. Rimango, quindi, un po' stupito del parere espresso dal Governo ed invito tutti a votare a favore dell'emendamento in esame.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, tenendo conto che ci sono emendamenti analoghi, che hanno più o meno la stessa matrice, proporrei al Governo di approfondire tale materia e pertanto chiederei l'accantonamento, sia per l'emendamento Fabris 1.5 sia per l'emendamento Beltrandi 1.104.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, propone di accantonare tutto ciò che si riferiscePag. 33all'articolo 1 e, dunque, gli emendamenti Fabris 1.5, Beltrandi 1.104, Gibelli 1.101 e Mario Ricci 1.103?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento Gibelli 1.101 vi è un parere contrario della V Commissione, mentre sull'emendamento Mario Ricci 1.103 è stato espresso parere favorevole, sia dal Governo sia dalla Commissione.
Chiedo pertanto di procedere con l'esame dell'emendamento Gibelli 1.101.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame degli emendamenti Fabris 1.5 e Beltrandi 1.10 deve intendersi accantonato. Passiamo pertanto all'emendamento Gibelli 1.101. Prendo atto che si insiste per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 1.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 387
Astenuti 5
Maggioranza 194
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 229).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Ricci 1.103, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 289
Astenuti 104
Maggioranza 145
Hanno votato sì 289).
Prendo atto che la deputata Incostante ha segnalato di non essere riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Ricordo che essendo stati accantonati alcuni emendamenti non è possibile votare ora l'articolo 1.
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Fabris 1.06.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, non posso accogliere l'invito al ritiro perché stiamo discutendo del parco degli autoveicoli agricoli circolanti. Si tratta di una situazione che non viene valutata da troppi anni e sulla cui pericolosità è inutile soffermarsi, perché troppo spesso veniamo a conoscenza degli incidenti in cui incorrono coloro che sono alla guida di queste macchine agricole. Stiamo parlando di milioni di mezzi, tra trattrici agricole, rimorchi e macchine operatrici semoventi. Sostanzialmente, si tratta di circa tre milioni di veicoli che circolano sulle nostre strade.
Sono anni, anzi decenni che tale revisione non viene espletata, con rischi non solo per chi conduce questi mezzi, ma anche per chi si trova ad incrociarli sulle strade. Sono veicoli, ovviamente, utili alle attività del settore primario, essenziali e necessari per questo tipo di operazioni, però sono sottratti sostanzialmente a ogni controllo effettivo e alla possibilità di verifica della loro efficienza. Faccio notare che, da questo punto di vista, vi è stato anche un contraccolpo notevole sulle aziende che producono i mezzi che operano nel settore agricolo, perché a causa delle mancate verifiche l'età media del parco macchine circolanti è di circa venti anni. Tale situazione mi sembra indicativa dello stato di insicurezza del complesso delle macchine nel settore agricolo.
Questo articolo aggiuntivo può sembrare a molti un po' strano, alla luce dellaPag. 34discussione che stiamo affrontando, ma in realtà non è così perché, in rapporto al numero di mezzi circolanti e a quanti li usano, l'indice di incidentalità è particolarmente elevato. Si tratta, per lo più, di macchine operatrici, che vengono impiegate nel settore primario e dunque vi è anche un rischio connesso all'attività lavorativa. In altri settori si è molto attenti, vi sono disposizioni molto rigorose, gli incidenti sul lavoro sono oggetto di iniziativa parlamentare, e dunque legislativa, però di questo tipo di condizione, molto precaria e a rischio, non ce ne occupiamo.
Invito caldamente la Commissione ed il Governo a valutare l'articolo aggiuntivo proposto. L'invito al ritiro non può essere accolto; chiedo ai colleghi di valutare se non sia necessario intervenire nel settore delle macchine agricole perché da più di venti anni non si realizza una efficace revisione di tutti i mezzi circolanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei rivolgere una domanda al relatore. Egli ha formulato un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo al nostro esame. Se il presentatore non accederà al ritiro il parere sarà negativo.
Mi voglio augurare che tutto ciò non sia condizionato dal parere della Commissione bilancio. Ci dobbiamo mettere d'accordo: nel momento in cui i provvedimenti giungono all'esame dell'Assemblea credo che dovrebbero essere affrontati e valutati in termini organici. Non è possibile che la Commissione bilancio, esprimendo un parere talvolta opinabile, come nel caso in esame, possa essere esaustiva e «tranciante» rispetto ad una proposta articolata e che, ovviamente, deve essere affrontata in termini complessivi.
Considerato che si è accantonata una serie di emendamenti, soprattutto quelli che vanno in una certa direzione, se posso, vorrei proporre di accantonare anche l'articolo aggiuntivo in esame, di valutarlo insieme alle altre proposte emendative accantonate, a meno che, lo ripeto, non abbia già deciso la Commissione bilancio per cui, senza approfondire nel merito della validità o meno di tale articolo aggiuntivo, potremmo proseguire ugualmente. Questa è l'osservazione, la riflessione che mi sento di fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, le valutazioni che il collega Tassone ha fatto, dopo aver ascoltato le ragioni con le quali il presentatore dell'articolo aggiuntivo al nostro esame ha illustrato ai colleghi i contenuti dello stesso, mi inducono a compiere una riflessione su un aspetto, e cioè sul fatto che noi, in questa sede, siamo chiamati ad assumere decisioni che incidono profondamente sul tema della sicurezza, che riguarda la vita di cittadini e rischia di essere un elemento che può creare determinate positività o negatività.
Credo che l'invito del collega Tassone debba essere valutato; pertanto mi unisco alla sua richiesta, non tanto perché la questione debba consentirci di assumere rapidamente una posizione a favore o contro, ma perché ritengo che vi sia la necessità, di ognuno di noi, di cercare di approfondire e di capire se risponde meglio ad una logica di sicurezza tentare di introdurre alcune norme che vanno nella direzione indicata dal presentatore dell'articolo aggiuntivo. Mi unisco, quindi, alla richiesta del collega Tassone di accantonare tale proposta emendativa.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, una considerazione di ordine generale mi sento di doverla fare. Non voglio interpretare i sentimenti del Governo, però mi corre l'obbligo di ricordare che noi, in occasione della settimana mondiale sulla sicurezza, ad aprile, abbiamoPag. 35discusso un disegno di legge che era composto di dodici articoli. Siamo ora già a trenta articoli e ciò significa che la Commissione ed il Parlamento hanno svolto un ruolo importantissimo.
Ci troviamo, inoltre, in una situazione nella quale la Commissione competente dovrà affrontare la doppia lettura sulla delega al Governo per la riorganizzazione e la riforma del codice della strada.
Il lavoro politico svolto e le sollecitazioni ricevute dall'opinione pubblica e da molti altri soggetti ci consentono di affermare che vi è un'aggiornata strategia di attenzione sui temi della sicurezza. Poco fa è intervenuto anche il Santo Padre, con un decalogo di indicazioni molto nette e molto chiare, che credo pongano nuovamente al centro dell'attenzione il tema della sicurezza sulle strade. Stiamo esaminando una delle classiche proposte emendative che può essere recepita nel disegno di legge in esame, ma potrebbe essere opportunamente trasfusa in un altro provvedimento (nelle prossime settimane, ad esempio, avremo la possibilità di discutere e riorganizzare il codice della strada).
La materia in esame - ed altre materie che tratteremo - sono tipiche di quegli strumenti che hanno più spazio e più possibilità di affrontare nel dettaglio una serie di questioni. Voglio svolgere solo una considerazione sull'articolo aggiuntivo in esame. Attualmente, la norma prevede che sia facoltativo revisionare i mezzi agricoli. Con la giusta introduzione dell'obbligo di revisione, si «ingolferebbero» le motorizzazioni, in quanto tale obbligatorietà condurrebbe le stesse motorizzazioni al collasso. Credo che questa preoccupazione, trasmessaci dal Governo, debba essere confermata anche dal ministro Bianchi. Come relatore, personalmente, non ho alcun problema. Ci siamo, tuttavia, fatti carico di una situazione strutturale oggettiva riguardante l'impossibilità di mandare contestualmente a revisione milioni di mezzi agricoli, che l'articolo aggiuntivo Fabris 1.06 addirittura allarga al parco dei mezzi agricoli. Avremmo, in tal modo, una situazione non governabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Capisco che tutto sia reso un po' più complesso dal fatto che discutiamo questo disegno di legge mentre ci preoccupiamo di una riforma del codice della strada e di altri provvedimenti similari che interagiscono con la materia trattata. Vorrei sottolineare un aspetto. Credo che la richiesta di accantonamento presentata, relatore Meta, ha una sua ragion d'essere e torno a sollecitare una particolare attenzione su tale argomento. Ritengo, infatti, che anche gli occhi dell'opinione pubblica non sia sostenibile più di tanto la motivazione addotta. In questo caso, stiamo affrontando il tema della sicurezza.
Se il provvedimento in esame pone problematiche inerenti il bilancio e la particolare categoria degli agricoltori (rispetto alla quale è necessario avere una certa sensibilità), è un conto. Se si sostiene, invece, che la struttura non è in grado di sopperire ad un'esigenza concernente il controllo e la verifica di un mezzo (tra l'altro, stiamo parlando di mezzi molto vetusti, di oltre venti anni), poiché non è dotata di un organico sufficiente o non siamo in grado di far fronte a tale aspetto, credo che evidentemente non siamo più nello spirito del disegno di legge in esame. Mi permetto, quindi, di sottoporre ancora una volta all'attenzione del Governo e della Commissione l'opportunità di sospendere l'esame di questo articolo aggiuntivo e verificare se sia possibile trovare una soluzione che aiuti a rispondere all'esigenza, obiettiva e molto giusta, posta dai colleghi Fabris, D'Elpidio e Picano.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Nonostante gli aspetti che ho segnalato, credo sia opportuno mantenere questo clima di collaborazione. Pertanto, poichéPag. 36abbiamo accantonato la votazione sull'articolo 1 e questo è un suo articolo aggiuntivo, proprio per venire incontro alle esigenze manifestate, si può procedere al suo accantonamento. Non vorrei, però, che ciò diventasse un precedente: la mia preoccupazione, lo ripeto, è che l'esame dell'Assemblea conduca a quadruplicare le norme attualmente previste dal testo che la Commissione ha presentato per l'esame dell'Assemblea stessa.
PRESIDENTE. Onorevole Meta, nel ringraziarla per il contributo alla costruzione della prassi, le segnaliamo che la cura dei precedenti è una prerogativa della Presidenza.
L'articolo aggiuntivo Fabris 1.06 è pertanto accantonato.