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Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1496-B) (ore 19).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Prendo atto che l'onorevole Turco, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, ho già consegnato il mio intervento per due volte; in questa occasione non ho scritto niente e pertanto non posso consegnare un testo.
Voglio sottolineare che il disegno di legge in esame è stato modificato sostanzialmente in tre punti; in due occasioni, a mio giudizio, positivamente. La prima modificazione giusta riguarda la possibilità, per le emittenti locali, di acquistare gli eventi sportivi che non sono stati rivenduti in termini collettivi; la seconda modifica corretta è quella di evitare situazioni di monopolio nelle singole piattaforme - si veda Sky - sul digitale.
La terza modifica, introdotta invece nel punto richiamato in precedenza insieme all'onorevole Pescante, relativamente a questi due «fantomatici» progetti che dovrebbero essere finanziati dalla disciplina calcistica, è a mio giudizio sbagliata.
Quindi è finita «2 a 1» per dirla calcisticamente. La modifica del Senato è pertanto una modifica positiva per due aspetti a uno.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Angelo Piazza, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.Pag. 79
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Li Causi. Ne ha facoltà.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Li Causi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che l'onorevole Beltrandi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 19,30)
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, sarò breve. È stato per Alleanza Nazionale un momento di difficoltà l'esame di un disegno di legge che abbiamo fortemente voluto sin dalla passata legislatura e che ritenevamo e riteniamo essere uno degli elementi fondamentali per restituire trasparenza, correttezza e legalità al mondo del calcio nazionale.
Abbiamo vissuto la fase della prima lettura ed anche quella della seconda lettura al Senato con l'intendimento di arrivare ad un obiettivo condiviso. Dobbiamo prendere atto che si è trattato di un'importante occasione persa, un'occasione storica per realizzare e sanare due profonde ferite che erano state arrecate alla normativa che disciplina il calcio nazionale, ambedue introdotte da Governi della sinistra.
Infatti, sia il principio della vendita soggettiva dei diritti delle società sportive, sia l'introduzione del fine di lucro all'interno della gestione delle società sportive, sono stati «inventati» dal Governo della sinistra e sono alla base della permeabilità del mondo del calcio all'illegalità diffusa.
Occorreva, pertanto, prevedere una norma che affrontasse queste due fondamentali questioni e, da un lato, eliminasse il fine di lucro arrivando al più presto all'eliminazione della quotazione in borsa delle società sportive e, dall'altro, alla vendita centralizzata dei diritti.
Oggi stiamo concludendo l'esame soltanto di quest'ultima. Si tratta di una vendita centralizzata che avremmo voluto più aperta, più disponibile alla partecipazione di una pluralità di operatori, più garantista in termini di concorrenza e di risultato per gli interessi delle varie società.
Tutto ciò non è stato possibile, ma rimane il fatto che stiamo prevedendo una disciplina fondamentale nell'interesse delle società calcistiche e nell'interesse del ritorno di elementi di impermeabilità almeno per la parte della cessione dei diritti all'interno della gestione delle società di calcio.
Per questo il gruppo di Alleanza Nazionale, pur con le riserve e con le critiche avanzate, con il rammarico di aver visto respinte quasi tutte le sue proposte emendative, esprime, in conclusione, un voto di astensione perché, in ogni caso, la legge sulla centralizzazione dei diritti è ormai un fatto compiuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pescante. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE. Sarebbe facile raccogliere un applauso unanime con la consegna del mio intervento, ma anch'io non ho la memoria e comunico anche che saròPag. 80meno breve dell'onorevole Bono. Non è una questione di esibizione oratoria, perché l'argomento è molto delicato, per chi è attento all'autonomia dello sport. Signor Presidente, non mi preoccupo del provvedimento in esame, quanto dei provvedimenti che arriveranno.
Siamo alla vigilia di un'approvazione piuttosto scontata; sottolineo il nostro atteggiamento passato e che oggi riproponiamo. Siamo d'accordo nel principio e nel contenuto, ma siamo in totale disaccordo con la procedura seguita e su taluni aspetti non indifferenti del provvedimento, come, per esempio, le argomentazioni per sostenere la procedura dell'urgenza e della delega.
Per quanto riguarda l'urgenza, parlano i fatti. Segnalo che in prima lettura il provvedimento è stato approvato il 23 gennaio, mentre per la seconda lettura siamo arrivati a metà giugno. Ci sono sei mesi per i decreti legislativi; ci saranno dodici mesi per i decreti correttivi. Se il Governo utilizzerà tutti questi tempi, per rendere esecutivo il provvedimento in esame occorrerà un anno e mezzo. Questa è la prima argomentazione offertaci per giustificare l'urgenza.
La seconda argomentazione consiste nel fatto che i diritti televisivi rappresentano l'architrave dello sport italiano, così come ha dichiarato il Ministro competente. Signor Presidente, avrei potuto distinguere tra lo sport italiano e il calcio italiano. I diritti televisivi avrebbero anche potuto costituire l'architrave finanziario del calcio italiano, ma non dello sport italiano con le sue quaranta federazioni, quindici milioni di praticanti e oltre ottocentomila dirigenti dilettanti. Questa è l'architrave dello sport italiano e non quella del calcio professionistico!
Per quanto concerne la terza ed ultima argomentazione, è stato sostenuto che la crisi del calcio e il suo scandalo dipendono - cito testualmente - dalla sperequazione dei contributi derivanti dai diritti televisivi. Ma per favore! Ogni addetto ai lavori sa benissimo che non c'è interrelazione tra le tessere telefoniche del signor Moggi e i diritti televisivi. Quindi, anche questo argomento, in aggiunta all'ultimo che fa riferimento a quanto avviene in altri Paesi, non è appropriato. Sono stati citati gli esempi della Germania e della Francia. Non è giusto! Ci sono due leggi che hanno solo stabilito la centralizzazione della commercializzazione! Nessuna legge nazionale è scesa nei dettagli delle modalità con cui tali fondi dovessero essere attribuiti. Questi non sono fondi pubblici diretti a soggetti pubblici, ma fondi privati di società private, la cui amministrazione va alla Federcalcio ed alla Lega. Se le procedure e i meccanismi - non c'è mutualità - non sono accettate dal Governo, questo può intervenire esercitando la sua funzione di vigilanza, ma non attraverso una legge dello Stato.
Signor Presidente, confermiamo le nostre perplessità. Lo ripeto, è una situazione delicata non nella fattispecie, ma per un discorso di autonomia dello sport. Non dimentichiamo che tale autonomia è sancita da una legge dello Stato, ratificata dalla legge istitutiva del CONI. Non può essere modificata da un'altra legge, a meno che non si metta in discussione il principio generale. È un'autonomia che è stata sempre rispettata. Nei cinque anni della precedente legislatura, durante il Governo Berlusconi, non è stata approvata una sola legge senza il consenso e la consultazione della base: la legge sulle società sportive dilettantistiche, voluta dalla base, la controriforma della legge Melandri - in questo settore si è anche recidivi! - che riformava il CONI e così via (Una voce: Basta!).
Infine, vorrei rispondere al collega che mi ha invitato a concludere, dicendogli che la parola «basta» l'ho sentita pronunciare dal mondo dello sport che invita la politica a non intaccare la sua autonomia che ha consentito allo sport italiano di raggiungere risultati dignitosi e decorosi.
In conclusione, per tali ragioni, soprattutto come monito per il futuro, il gruppo di Forza Italia vigilerà affinché il confine tra sport e politica non sia superato e non ci sia un'invasione di campo.
Pertanto, pur condividendo la sostanza del provvedimento, anche il gruppo diPag. 81Forza Italia si asterrà in sede di votazione finale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rusconi (Commenti). Ne ha facoltà.
Per favore, evitiamo i commenti.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, a nome del gruppo L'Ulivo - che voglio ringraziare per il lavoro svolto in Commissione - preannunzio l'espressione del voto favorevole sul provvedimento in esame che auspico venga approvato con grande condivisione, perché è urgente, necessario e ristabilisce un criterio di maggiore equità.
La presenza in aula del Ministro Gentiloni e dei due sottosegretari Lolli e Vimercati, che hanno seguito il provvedimento, segnala che il passaggio al Senato...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANTONIO RUSCONI... è stato utile, perché ha raccolto riflessioni e obiettivi proposti dalla stessa maggioranza nel primo dibattito alla Camera, affinché la commercializzazione centralizzata non pregiudichi la libera concorrenza e favorisca situazioni di monopolio e per valorizzare e favorire il ruolo delle emittenze private sui prodotti invenduti o non trasmessi. Tali emittenti locali fanno soprattutto informazione, e non business, e non è casuale che, parallelamente, in queste ore, la Commissione cultura, su una proposta del presidente Folena, che ringrazio, sta valutando il testo finale della Commissione di indagine sul calcio professionistico che ci ha permesso di conoscere approfonditamente su tali temi il parere degli attori protagonisti del nostro sport più popolare.
Si tratta di un provvedimento coerente con il quadro europeo - basterebbe ricordare l'audizione del commissario Arnaut e le decisioni della Commissione europea del luglio 2003 sulla Champions, sulla Bundesliga, sulla Premier League - coerente con le conclusioni della Commissione di indagine di questo Parlamento nel 2004 e con il disegno di legge proposto dall'onorevole Ronchi, di Alleanza Nazionale.
Dobbiamo riconoscere alla Lega professionisti un rapporto costruttivo durante l'iter del provvedimento, in quanto è stata disponibile a rivedere opinioni consolidate, nella convinzione che in gioco vi fosse il futuro di tutto il sistema calcio, delle serie minori e, in particolare, dei dilettanti e dei vivai.
Quando è iniziato l'iter del provvedimento, il mondo del calcio era sconvolto dal più grande scandalo: tutte le cariche erano dimissionarie. Con l'elezione del dottor Abete il calcio professionistico italiano ha ritrovato, con la pienezza dei suoi organi, più credibilità e forza.
Il nostro calcio professionistico, infatti, si trova tuttora ad un bivio. Recentemente, il quotidiano sportivo più diffuso ha evidenziato che il campionato di serie A di quest'anno ha segnato il minimo storico di spettatori: la metà dei tifosi negli stadi rispetto a vent'anni fa. Vi è la consapevolezza congiunta che le tribune senza pubblico fanno male anche alle televisioni. Ci deve consolare che la Premier League, che da anni persegue la vendita centralizzata dei diritti, rimane nettamente la prima in Europa per i diritti.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANTONIO RUSCONI. Dobbiamo votare, dunque, questo provvedimento, anzitutto perché reca con sé più giustizia ed equilibrio, permettendo alle diverse società professionistiche di competere con più possibilità. Associo a questo concetto di equità l'ordine del giorno Giulietti, che ho firmato, perché chiede di rivedere le trasmissioni in chiaro che devono essere un diritto di tutti i cittadini del nostro Paese e che sono rimaste congelate dal 1999.
Termino con le parole di congedo del commissario Luca Pancalli, che vogliono essere anche un ringraziamento per la sua opera. Egli aveva detto di perseguire un unico obiettivo: riportare serenità per ridare al mondo del calcio dignità e democrazia.Pag. 82
La serenità passa attraverso la capacità di dialogare con tutte le componenti. Il calcio non è tutto malato; vi sono centinaia di migliaia di persone che fanno parte di un mondo pulito.
Dobbiamo dare ottimismo a tutti i tifosi e gli appassionati italiani. Sono convinto che questa legge porterà ottimismo al calcio italiano, perché complessivamente darà più risorse...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, non capisco per quale ragione bisogna determinare dei comportamenti così sgradevoli, mentre un deputato parla.
ANTONIO RUSCONI. Ho terminato Presidente, ma la ringrazio. La legge complessivamente attribuisce più risorse non solo alle squadre più importanti, ma a tutto il sistema del calcio e ciò dovrebbe dare ottimismo e soddisfazione a tutto il Parlamento e a tutti i parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PIETRO FOLENA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA, Relatore. Signor Presidente, capisco che può apparire irrituale ma, visto che siamo nell'ultima fase di esame di un provvedimento che, dopo il voto, diventerà legge, vorrei esprimere un ringraziamento, innanzitutto, agli uffici e al servizio studi della Camera, nonché al personale della Commissione, che ci ha aiutato in un percorso complicato, ma molto utile.
In secondo luogo, vorrei esprimere un apprezzamento molto forte per tutti i soggetti di questo processo riformatore e per il Governo. Ricordo che, nell'esame di questo provvedimento, si era partiti con una delega che aveva incontrato ostilità, anche comprensibili, da parte delle opposizioni; tuttavia, vi è stata una capacità di ascolto, resa possibile anche dal lavoro della maggioranza, che ringrazio, ma soprattutto delle opposizioni.
Credo che, con il contributo decisivo delle opposizioni - nella prima lettura alla Camera, al Senato e anche in quest'ultimo passaggio - siamo giunti ad approvare una legge che non è perfetta, ma è una piccola rivoluzione di giustizia democratica nel campo del calcio. Essa, infatti, permette una migliore distribuzione delle risorse e rappresenta anche un primo atto di riforma dei mercati televisivi, su cui il Parlamento, nell'attuale legislatura, sarà ancora molto impegnato.
Pertanto, voglio dare atto che su questo tema vi è stata davvero una capacità di ascolto tra le diverse parti del Parlamento, che ritengo abbia consentito di fare qualcosa di buono e, peraltro, è un fatto che non accade spesso in questa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).