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Seguito del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, fatta a Roma il 12 marzo 2001 (A.C. 1874-A) (ore 12,10).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1874-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, sarò brevissimo. Con l'accoglimento da parte del Governo dell'ordine del giorno da noi presentato, credo che, per quanto riguarda il gruppo de La Rosa nel Pugno, possa essere annunciato un voto favorevole sul provvedimento al nostro esame.
Ribadisco che i rapporti con i Paesi nei quali vengono violati i diritti umani fondamentali e non vi sono libertà e democrazia debbono assolutamente essere monitorati, e che deve essere rafforzato l'impegno della comunità internazionale - e, per quel che riguarda i rapporti bilaterali, anche del nostro Paese - teso alla promozione dello Stato di diritto, delle libertà fondamentali e della democrazia. Non si tratta di esportare alcunché, e men che mai di esportare con metodi violenti la democrazia. Finalmente, anche con questo Trattato, si riaprono i rapporti bilaterali per quanto riguarda le relazioni consolari: tutto ciò, in qualche modo compensato e temperato dall'ordine del giorno da noi presentato, ci convince ancor di più ad esprimere il voto favorevole de La Rosa nel Pugno sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
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MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo rapidamente, perché anche su questo punto si rinvengono aspetti politici. Il Governo ha chiesto la riformulazione dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/1874-A/1 - e mi stupisco che il collega d'Elia abbia accettato - perché non vuole che si permetta ai dissenzienti cubani di poter accedere ad Internet nella nostra ambasciata. In quel regno del socialismo che è rimasto Cuba, infatti, non si può accedere ad Internet: molti dissenzienti, di conseguenza, possono entrare nelle ambasciate occidentali per poter comunicare con il mondo. Il Governo non lo vuole, ed è per questo che ha proposto la riformulazione.
A me pare che questo atteggiamento sia estremamente grave: si mantiene lo spirito in favore della libertà - ma qui non c'è mai nessuno che sia contro la libertà - però, nel momento in cui si richiede al Governo un impegno a permettere una determinata possibilità, l'ipocrisia tutta interna a questa maggioranza spinge a non accettarlo. Non si può dunque votare contro questo ordine del giorno, ma si deve dire che la riformulazione è ipocrita.
Quanto all'ordine del giorno Venier n. 9/1874-A/2
(Ulteriore nuova formulazione), anch'esso presentato da colleghi di sinistra, anche in questo caso non si può essere contrari: noto però che ci si preoccupa assai di più di un caso singolo che non delle centinaia, se non decine di migliaia, di dissenzienti che sono stati uccisi del regime cubano o si trovano tuttora in carcere a Cuba. Di costoro, da questo punto di vista, non ci si preoccupa, e si va solo, peraltro giustamente, a tutelare il caso della vita umana di un singolo terrorista. Per quanto riguarda infine l'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1874-A/3, siamo assolutamente favorevoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Venier. Ne ha facoltà.
IACOPO VENIER. Signor Presidente, intervengo brevemente. Stiamo ratificando una convenzione consolare; l'ordine del giorno, presentato da noi e da colleghi del gruppo della Sinistra democratica e di Rifondazione Comunista, che è stato accolto dal Governo, riguarda il caso non di un cubano, ma di un italiano, Fabio Di Celmo, che fu ucciso a L'Avana dall'attentato terroristico organizzato da un signore che si chiama Posada Carriles, che oggi si trova libero e tranquillo negli Stati Uniti d'America. Costui ha rivendicato tale attentato affermando che questo giovane imprenditore di Genova, che non aveva nulla a che fare con la politica e che è morto a L'Avana nell'attentato, si trovava semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato, rivendicando il disegno che portava ad una campagna terroristica di attentati e di distruzioni contro Cuba organizzata da questo personaggio.
Il fatto che il nostro Paese, con questo ordine del giorno, si assuma l'impegno di far ottenere giustizia per questo suo concittadino è molto - sottolineo molto - significativo ed importante, anche nel quadro della lotta contro il terrorismo, la quale deve colpire tutti gli attori e gli autori di questi attentati.
Riteniamo positivo che in questo momento segniamo un passo in avanti nella posizione italiana e nella sua azione contro chiunque operi con azioni terroristiche e criminali. Siamo contenti e, pertanto, esprimiamo un voto favorevole sul provvedimento all'esame che, per troppi anni, è stato bloccato nella precedente legislatura.
PRESIDENTE. Ricordo che siamo, comunque, nella fase delle dichiarazioni di voto finale e non dell'illustrazione degli ordini del giorno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcenaro. Ne ha facoltà.
PIETRO MARCENARO. Signor Presidente, esprimo un voto a favore del provvedimento perché - questa è la ragione di fondo - noi siamo convinti che la lotta per la democrazia e per la difesa dei diritti - e a Cuba c'è molto bisogno di democrazia e difesa dei diritti - si realizza incrementandoPag. 33le relazioni ed i rapporti, dando il proprio contributo in questa direzione.
Voglio solo ricordare - lo dico, amichevolmente, all'onorevole Zacchera - che oggi siede nel Governo con la delega verso la regione dell'America latina una persona, come il sottosegretario Donato Di Santo, che non solo si è battuto a sostegno della lotta per la libertà nell'America latina, ma è stato uno dei primissimi ad organizzare e costruire un sistema di relazioni con coloro che dentro Cuba si battevano per la libertà, portandoli in Europa e facendoli conoscere nel mondo. Ciò è, per me, una garanzia molto importante di quello che il Governo italiano su questa materia farà nel prossimo futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, sarò breve, perché l'intervento del collega Zacchera, che stimo ed apprezzo, e con cui condividiamo anche una comune militanza nel Partito radicale transnazionale, merita una semplice riflessione. L'ordine del giorno che, riformulato, è stato accolto dal Governo ha certo termini più vaghi della precisa indicazione che l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1874-A/1 proponeva, ma conserva tutto il valore e la sostanza dell'impegno, rispetto alla necessità di incentivare i rapporti con Cuba, partendo dalla liberazione dei dissidenti attualmente ancora in carcere per la manifestazione di opinione e di libertà politica, e prevede il contatto diretto con la dissidenza dentro l'ambasciata, rafforzato dal fatto che si favorisce la libertà di informazione e di conoscenza (certo, dei testi fondamentali, ma dai testi fondamentali deriva tutto ciò che si può ottenere in un'ambasciata). Per quanto ci riguarda, è semplicemente una riformulazione diplomatico-politica che contiene la sostanza dell'impegno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.
RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, per tradizione, da svariate legislature, quando affrontiamo i trattati internazionali e la loro ratifica, cerchiamo di porre le questioni inerenti - parlo dal punto di vista degli ordini del giorno - alla materia dei trattati.
In gran parte, mi sembra di aver ascoltato una discussione un po' datata e, comunque, anch'io esprimerò la mia opinione sulla questione, anche se non è esattamente pertinente rispetto alla materia del Trattato, il quale consiste in un banale e semplice accordo consolare.
Siamo contro la repressione del dissenso e contro la pena di morte, in qualsiasi Paese e in qualsiasi parte del mondo, e siamo perché i Governi, o, per meglio dire, il Governo del nostro Paese, sia impegnato dal Parlamento ad agire affinché qualsiasi violazione dei diritti umani venga scongiurata e possibilmente superata.
Ciò vale per tutti i Paesi. Per noi però, mi dispiace colleghe e colleghi, vi sono altri gruppi nel Parlamento che, per esempio, esprimono il proprio voto «alla leggera» per quanto concerne i trattati internazionali, come quelli relativi alla protezione reciproca degli investimenti, che producono enormi e gravi violazioni dei diritti umani, ammesso che il diritto a mangiare, ad avere acqua potabile ed a poter sopravvivere, sia un diritto umano.
Presto in quest'aula discuteremo di un trattato con il Guatemala e dimostreremo che esso produce pessimi effetti, da tale punto di vista, per le popolazioni. Vi sono altri gruppi parlamentari che usano sempre due pesi e due misure e che naturalmente considerano dissidenti, combattenti per la liberazione di un popolo oppresso da un altro, terroristi. Naturalmente, a questi ultimi si nega ogni diritto!
Spero sempre che tutti si adattino all'idea che non si possono applicare due pesi e due misure; tuttavia, sono veramente dispiaciuto del fatto che questa pratica, da parte di diversi gruppi, non venga abbandonata. Comunque, mi associo alle parole del collega Venier relativamentePag. 34all'assassino di un cittadino italiano, perché se tale assassino avesse agito in un altro Paese, ad esempio in uno Stato cristiano contro i musulmani o viceversa, forse in quest'aula si sarebbe prestata un'altra attenzione. Il fatto che sia stato considerato un obiettivo militare il turista frequentatore di un albergo e che la potenza degli Stati Uniti e di alcuni suoi alleati latino-americani abbiano garantito la latitanza e assicurato la protezione di questo assassino è una vicenda che dovrebbe indignare, senza discutere sul fatto di essere anti-americani o no. Poiché noi non lo siamo, affermiamo che questo assassino dovrebbe essere assicurato alla giustizia, così come i suoi complici del Governo degli Stati Uniti dovrebbero pagare un prezzo - se non altro politico - per aver protetto e perché proteggono questo assassino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema al nostro esame sarebbe, in teoria, una ratifica ed esecuzione di una convenzione consolare. Tuttavia, trovo qualificante che in occasione di questo adempimento, il Parlamento, in sintonia con il Governo di centrosinistra, abbia saputo allargare il discorso alla difesa e alla promozione dei diritti umani e civili anche a Cuba, così come l'ordine del giorno, che reca la nostra firma e quella dell'onorevole Pettinari e del gruppo parlamentare della Sinistra Democratica Per il Socialismo Europeo, intenda far luce su tale situazione, ossia l'uccisione di un cittadino italiano, perché certamente al Parlamento e al Governo devono sempre stare a cuore la vita e la sicurezza dei nostri concittadini. Pertanto, credo che la discussione che stiamo svolgendo faccia onore al Parlamento e al Governo italiano perché, come veniva detto anche precedentemente, la filosofia alla base è volta ad incrementare i contatti, al fine della crescita della democrazia e dei diritti umani e civili.
Come veniva affermato anche dall'onorevole Mantovani, vi sarà occasione per altre ratifiche con altri Paesi, di porre problemi in tema di diritti umani e civili. Però, credo che la modalità con cui il Governo si è presentato in questa sede possa effettivamente tranquillizzarci sul fatto che il mandato dato all'Esecutivo, relativo al tema dei diritti umani e civili, potrà essere onorato. Del resto, la presenza del sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Crucianelli, sottolinea tale aspetto in questo campo.
Questa ratifica giace in questa sede dal 12 marzo 2001. Addirittura, l'accordo è stato convenuto sei anni fa. Credo che poterla approvare oggi sia anche frutto di un certo clima, di una presa di posizione politica, di un atteggiamento concorde. È con questo spirito che, a nome del gruppo Sinistra Democratica Per il Socialismo Europeo, dichiaro la nostra adesione agli sugli ordini del giorno presentati e preannuncio il nostro voto favorevole sulla ratifica della Convenzione in esame.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.