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Seguito della discussione delle mozioni Bondi ed altri n. 1-00170, Maroni ed altri n. 1-00185, Misiti ed altri n. 1-00192 e La Russa ed altri n. 1-00193, sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania (ore 9,06).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Bondi ed altri n. 1-00170, Maroni ed altri n. 1-00185, Misiti ed altri n. 1-00192
(Nuova formulazione) e La Russa ed altri n. 1-00193, sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania (Vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Ricordo che nella seduta di lunedì 25 giugno 2007 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni presentate.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Giampaolo Vittorio D'Andrea, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni presentate.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sulle mozioni Bondi ed altri n. 1-00170 e La Russa ed altri n. 1-00193, il parere del Governo è contrario, perché si ritiene di dover dare priorità assoluta alla vicenda della gestione dell'emergenza rifiuti in Campania con lo strumento che è all'esame della Camera, il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, di cui è stata chiesta la conversione, che individua ulteriori obiettivi e compiti per il commissario delegato dal Governo dopo quelli definiti con il precedente decreto.
Le questioni sollevate dalle mozioni sono naturalmente anch'esse meritevoli di considerazione e di riflessione: alcune attengono alla più larga strategia di uscita dalle emergenze in altri settori che pure hanno un collegamento con la gestione dei rifiuti ma sono distinti dallo stesso; per altre evidentemente le risposte praticabili,Pag. 2secondo la valutazione del Governo, sono già contenute nel decreto-legge, nell'insieme delle ordinanze che il Presidente del Consiglio ha promosso e nelle altre iniziative che, sulla scorta della legislazione generale per l'emergenza e del decreto-legge, il commissario straordinario potrà adottare, con l'auspicio di riuscire ad ottenere il risultato di far cessare entro la fine dell'anno la fase di emergenza rifiuti in Campania.
Per quel che riguarda la mozione Maroni ed altri n. 1-00185, considerata anche la difficoltà di poterla trattare in Assemblea per l'assenza dei presentatori, e quindi senza gli elementi di dialettica e di approfondimento che ne potevano scaturire, esprimiamo un parere contrario nella speranza che alcuni di quei contenuti possano essere recuperati in sede di esame degli ordini del giorno connessi al decreto-legge in materia, eventualmente valutandoli in quella sede.
Invece, rivolgiamo un invito al ritiro all'onorevole Misiti, presentatore della mozione n. 1-00192
(Nuova formulazione), anche qui con l'idea, ove possibile da parte sua, di trasfondere il contenuto della mozione in un ordine del giorno che il Governo preferisce collegare all'approvazione del decreto, anche in maniera tale da rendere il mandato che si conferisce al commissario più forte, attraverso l'invito al sostegno contenuto nella mozione presentata dell'onorevole Misiti.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedulli. Ne ha facoltà.
GIULIANO PEDULLI. Signor Presidente, quando la vita politica e l'attività parlamentare sono caratterizzate più dallo scontro frontale - come accade continuamente nei dibattiti in Assemblea - che dal confronto competitivo, tutto è possibile.
È possibile anche trovarsi a discutere lo stesso argomento, con atti distinti, in successione l'uno con l'altro. Ciò è esattamente quello che sta accadendo, in questa fase, sulla grave emergenza rifiuti in Campania.
Lunedì scorso, si è svolta la discussione generale della mozione Bondi ed altri n. 1-00170; in seguito, è stata presentata anche la mozione La Russa ed altri n. 1-00193. Ieri, a tarda ora (abbiamo terminato alle 23,25), si è svolta la discussione generale sul decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, che il rappresentante del Governo ha richiamato come provvedimento che fornisce una serie di risposte concrete alle valutazioni proposte nelle varie mozioni. Tale decreto, infatti, affronta e indica gli interventi straordinari per contribuire a superare l'emergenza rifiuti in Campania.
Questa mattina, ad inizio di seduta, ci troviamo a svolgere le dichiarazioni di voto sulle quattro mozioni all'ordine del giorno. A seguire, inizieranno la fase di esame degli articoli e delle proposte emendative ad essi riferiti del decreto, la cui durata è al momento indefinita; tutti noi rischiamo di ripetere le stesse cose. La discussione di ieri sera è durata dalle 20 fino alle 23,25; tutti i gruppi hanno avuto modo di entrare, in maniera approfondita, sui temi emergenti nella realtà campana, proprio in rapporto al decreto.
Ritengo, quindi, che occorra chiedersi il motivo per cui accade ciò. Lo dicevo prima - e lo confermo - che, a mio avviso, ciò si verifica per una ragione prettamente politica. La situazione in Campania è sotto gli occhi di tutti ed è di una gravità estrema.
L'immagine di quei luoghi rischia seriamente di deturpare non solo la realtà campana, ma anche l'immagine nazionale. Le popolazioni sono esasperate, sia quelle che, ogni giorno, sono costrette a vivere in mezzo alle cataste di rifiuti abbandonati per le strade, sia quelle che vivono nei luoghi in cui sono individuati i siti per le discariche, in molti casi - occorre dirlo - in buona fede, in altri, in modo indotto anche sul piano politico.
Chi è oggi all'opposizione in quei territori, nella regione della Campania, in altre province, comuni e nel Paese, tentaPag. 3di trarre qualche vantaggio politico attraverso la strumentalizzazione della situazione. Ritengo che, obiettivamente, si tratti di un calcolo sbagliato e miope proprio nei confronti dell'opinione pubblica, che non credo sia interessata molto alla polemica politica, quanto invece alla ricerca delle soluzioni concrete per superare quella situazione. Tale polemica politica, quindi, è tutta rivolta al passato. Come emerge anche nella mozione, essa è rivolta a cercare di individuare contraddizioni interne alla maggioranza, a evidenziare le difficoltà obiettive che ha incontrato il commissario, nella prima fase della sua attività. Le citate mozioni e tale taglio politico non forniscono, quindi, un reale contributo per uscire dall'emergenza.
Intervengo in merito alla nostra posizione sull'insieme dei problemi che riguardano la complessa e grave situazione esistente in Campania, la quale tende - sono notizie di questi giorni - a fare un ulteriore salto di qualità in negativo, con conseguenze dirette sulla salute dei cittadini; tale situazione, come sapete, è stata anche oggetto di interessamento da parte dell'Unione europea.
La nostra posizione, espressa in maniera molto precisa nella parte serale della seduta pomeridiana di ieri, è contenuta nel resoconto oggi distribuzione e potrei, quindi, limitarmi a rimandarvi ad esso; tuttavia, per rispetto dell'Assemblea e della serietà del tema e della discussione che deve svilupparsi, ribadirò in grande sintesi alcuni punti che richiamano le nostre valutazioni su tale situazione e sulle sue prospettive, a partire da un fatto: a differenza di quanto ho ascoltato nel dibattito di ieri sera (e che probabilmente sarà reiterato nella discussione di oggi) mi sembra che, dal suo insediamento, questo Governo e la sua maggioranza - nonostante la nota articolazione di posizioni su questo tema all'interno della stessa maggioranza - abbiano preso sul serio l'emergenza campana.
Si tratta di un'emergenza complessa e difficile in un contesto complesso e difficile. Ci preoccupano molto - dico ciò con grande nettezza - i riflessi igienico-sanitari di tale situazione sulle popolazioni di quei territori, sullo sviluppo di quella regione, in particolare per quanto riguarda le conseguenze sul turismo. Si pensi alla notizia di ieri relativa al fatto che la situazione sta precipitando anche nell'isola di Ischia.
Al di là di quanto contenuto nella premessa della mozione, la fiducia nei confronti del Commissario Bertolaso non è mai venuta meno da parte del Governo, dell'Ulivo e della maggioranza. Oggi confermiamo pienamente tale fiducia ed incoraggiamo il Commissario a completare il lavoro che ha avviato fino allo scadere del suo mandato e a contribuire a costruire le condizioni per la gestione ordinaria post-commissariale, ritenendo che egli, per l'esperienza generale che possiede e per quella che ha maturato sul campo, possa concretamente fornire un contributo in tale direzione.
I due decreti-legge emanati - quello con cui il dottor Bertolaso venne nominato Commissario e quello di oggi - si collocano nella stessa logica: tentare di rispondere all'acutezza dell'emergenza, la cui portata si è dimostrata difficile da superare e sicuramente più ostica anche rispetto alle previsioni fatte al momento dell'insediamento del Commissario.
Tali decreti-legge si sono resi necessari in quanto non vi sono ancora le condizioni territoriali, in Campania, per un'autonoma assunzione dei loro contenuti; penso, in particolare, alla puntuale individuazione dei quattro siti per le discariche, sottolineando - come previsto nel decreto-legge - che essi sono stati giustamente individuati in quattro province distinte, con limiti temporali per alcuni e misure adeguate per quanto riguarda la loro sicurezza e la loro bonifica.
Ritengo quindi che vi debba essere un impegno di tutti a ragionare in prospettiva, ma oggi la priorità assoluta è togliere i rifiuti in via definitiva dalle strade, per evitare che continuino ad accumularsi, e smaltirli in siti che offrono tutte le garanzie di sicurezza per i cittadini e l'ambiente.Pag. 4
Nel dibattito di ieri ho sentito che sarebbe stata evidenziata una contraddizione tra quanto contenuto nel documento approvato dalla Commissione bicamerale e il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61.
PRESIDENTE. Onorevole Pedulli, concluda.
GIULIANO PEDULLI. Concludo, Presidente. Nella Commissione bicamerale era chiaramente indicato come, nella fase attuale, fosse necessario individuare le discariche.
Aggiungo che la scadenza del 31 dicembre costituisce un punto fermo per la cessazione definitiva del commissariamento e per la restituzione dei poteri agli enti ordinariamente competenti nell'ottica di piani integrati che puntino sull'autosufficienza degli ambiti provinciali.
Credo che per favorire il ritorno alla normalità sia utile fare riferimento al documento approvato a larga maggioranza dalla Commissione bicamerale il 13 giugno, al quale hanno dato un apporto concreto anche le opposizioni. In particolare ne abbiamo dato atto all'onorevole Paolo Russo. Ritengo che lavorando su quel documento si possa contribuire a costruire, dopo il 31 dicembre, una fase nuova post-commissariale.
Il nostro voto sulle mozioni Bondi ed altri n. 1-00170 e La Russa ed altri n. 1-00193 sarà contrario, ma confermo la disponibilità ad un dialogo e ad un confronto costruttivo per creare una nuova fase e un nuovo modo di affrontare le questioni in Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, siamo ormai al paradosso. La frequenza spasmodica con cui ci stiamo occupando del tema dei rifiuti in Campania (ieri notte stavamo dibattendo sulla conversione in legge del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, e poche ore dopo, stamattina, ci ritroviamo a discutere sulle mozioni del centrodestra sempre sui rifiuti in Campania) è direttamente proporzionale al vortice di guai, alla spirale di cattive notizie che ci danno ormai della Campania un'immagine inguardabile e devastante.
Apro una parentesi per dire che mi dispiace che sugli aspetti luminosi, sui molti lati positivi che esistono in questa regione che amiamo molto non ci si soffermi mai: si citano solo i lati negativi, quelli positivi vengono tralasciati.
Non so quanto tale alluvione di parole aiuti, anzi, ormai sento un rigetto, un «rifiuto» a parlare della questione dei rifiuti o meglio a parlarne in un certo modo.
Diceva Einstein: «I problemi non possono essere risolti dallo stesso atteggiamento mentale che li ha creati». Non andremo da nessuna parte se ognuno di noi continuerà a recitare secondo un copione.
Il centrodestra punta il dito sulle colpe del «cattivo» Bassolino e dimentica regolarmente che il piano regionale all'origine di tale disastro annunciato portava la firma di Rastrelli di Alleanza Nazionale e che il peccato mortale di Bassolino e della sua amministrazione è stato quello di prendere il piano e di portarlo a casa tale e quale, con una adozione acritica che poi ha generato i problemi che conosciamo.
Il centrosinistra difende la scelta del supercommissariamento e cerca, come stiamo facendo con questo ulteriore decreto-legge, di dargli man forte su una strada molto più in salita di quello che lo stesso Bertolaso si attendeva.
Noi del gruppo dei Verdi continuiamo a dire che ve l'avevamo detto e a suggerire ancora una volta, l'ennesima, una terapia che da decenni suggeriamo inascoltati, quella di ripartire dalle famose tre «r»: riduzione dei rifiuti all'origine, raccolta differenziata, riciclaggio e ovviamente recupero. Adesso basta, fermiamoci qui!
Uno dei motivi di fondo per cui voteremo contro le mozioni del centrodestra - oltre che per i contenuti su cui mi soffermerò in seguito - è che ci costringonoPag. 5a tornare indietro, ci obbligano ad un ritorno al passato, a rientrare nella spirale della ricerca delle colpe.
Noi del gruppo dei Verdi non vogliamo guardare indietro e ci rifiutiamo di ripercorrere il sentiero a ritroso della ricerca delle responsabilità, del «dito puntato», della polemica ossessiva spesso pretestuosa. È tempo di cambiare registro, di fare un salto di qualità, uno scatto in avanti fuori da questo pantano.
Queste mozioni ci costringono a impantanarci ancor di più in una discussione inutile, quando invece, proprio perché la situazione è disperata, tutte - e dico tutte - le nostre energie devono essere concentrate sulla via d'uscita, sull'exit strategy, che poi è la filosofia che ha ispirato la nostra scelta dell'affidamento a Bertolaso, che doveva e dovrebbe essere ancora, nelle nostre ormai consunte speranze, un passaggio chiave verso l'agognato ritorno alla normalità ed è la filosofia che ci ha portato alla conversione in legge del decreto-legge n. 61 del 2007.
Dobbiamo smetterla di rivangare il passato! Lo abbiamo già fatto mille volte e sappiamo ormai tutti di chi sono le responsabilità. Adesso è tempo di fare , di capire che fare e chi fa cosa, come stiamo tentando di fare con il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, il quale, con tutti i suoi limiti e le sue lacune - chi le nega! - almeno ha il merito di rivedere e di correggere le regole del gioco. Non è detto che funzioni, certo, ma almeno ci proviamo.
La mozione Bondi n. 1-00170, invece, lungi dall'impegnarsi per cercare queste nuove strade, ci fa ripiombare nella logica del commissariamento, chiedendo, tra l'altro, di affidare ad un unico commissario la gestione dell'emergenza rifiuti, acque e bonifiche. Non si era detto fino alla nausea in quest'Assemblea - sembrava che su questo punto fossimo tutti d'accordo - che bisognava escludere ogni ipotesi di prolungamento del commissariamento? Che questa era l'ultima volta e che la volontà condivisa, l'obiettivo prioritario era un rientro graduale nella tanto sospirata normalità?
Troviamo invece in questa mozione, con un certo sbalordimento, la tendenza a sommare emergenza ad emergenza, creando così un mostro, una super super emergenza da affidare a un super super commissario: «superman» presumo, perché solo lui potrebbe far fronte ad un compito del genere, che sarebbe - diciamocelo - una mission impossible!
Si tratta di una richiesta, tra l'altro, intempestiva, perché, come sapete, siamo alle prese con i decreti correttivi del decreto legislativo n. 152 del 2006, il codice ambientale, che sta riscrivendo le regole relative a rifiuti, acque e bonifiche, senza contare che è in dirittura d'arrivo la normativa europea sui rifiuti, che ha ispirato il lavoro della Commissione ambiente nella formulazione del parere sullo schema di decreto correttivo del decreto n. 152 del 2006.
Insomma, si tratta una proposta che non sta né in cielo né in terra, fatta nei modi e nei tempi sbagliati.
Troviamo, inoltre, nella mozione Bondi n. 1-00170 la richiesta di escludere dall'individuazione dei siti i parchi e le aree protette. Poi, però, il centrodestra si è accanito nelle accuse agli ambientalisti, in particolare al Ministro dell'ambiente, proprio perché hanno difeso a spada tratta l'oasi WWF di Serre Persano, che è un ecosistema preziosissimo, una zona umida di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar, definita di notevole interesse pubblico con decreto del 29 novembre 1993 dal Ministro Ronchey, oasi di protezione faunistica ai sensi della direttiva europea 92/43/CEE, a due passi da un SIC.
Insomma, si tratta di un'area protetta che più protetta non si può. Ebbene, noi non ci siamo limitati al «no», non siamo, come qualcuno ci definisce con stanca litania, il partito del «no». Abbiamo dato una mano a Bertolaso, abbiamo cercato un'alternativa. Il Ministero dell'ambiente l'ha trovata - badate bene - sempre nel territorio di Serre, con l'assenso di quella stessa popolazione «riottosa» contro cui si è puntato il dito, come se fosse stata affetta da «sindrome di Nimby».Pag. 6
Invece, dato che questa popolazione e questo territorio avevano già ospitato due discariche, tutte e due che percolavano nel Sele, si capisce che non potevano certo fidarsi per la terza volta. Comunque, hanno accettato di aprire Macchia Soprana e dal 1o luglio si aprirà questo sito: una collina ricoperta di macchia mediterranea, alta sul Sele, bonificata e resa idonea a tempo di record. Questo è un dato positivo su cui non ci si sofferma abbastanza.
È un sito dove - guarda un po' - è stato trovato a sorpresa un fondo argilloso, argilla che, secondo Bertolaso, stava solo a Valle della Masseria. Questa era una delle motivazioni che avevano spinto alla scelta di quel sito. Sembra quindi che Macchia Soprana potrà ospitare fino a 700 mila tonnellate di rifiuti, la stessa quantità che avrebbe dovuto essere sversata nella tanto controversa Valle della Masseria.
Ripeto, quindi, che l'alternativa è stata trovata fuori dall'area protetta e così si è data risposta sia alle esigenze giuste della popolazione e del territorio, sia alle urgenze, ormai indifferibili, create dalla sempre più tragica emergenza regionale. Altro che mancato supporto all'azione di Bertolaso! Gli è stato dato, invece, un grande sostegno.
Ma non basta: a proposito del ritrovato protagonismo delle province, di cui si fa cenno anche nella mozione in esame, la provincia di Napoli sta portando avanti con tenacia, seppur tra incredibili difficoltà, il lavoro per la localizzazione degli impianti di compostaggio, e fa bene! Questo è un punto cruciale, perché, senza la separazione, lapalissiana, del secco dall'umido - primo passo di qualunque raccolta differenziata degna di questo nome -, non si va da nessuna parte. Ma si sta anche lavorando, in maniera capillare, ad un inventario delle cave del casertano, dove dovrebbe trovare sistemazione almeno una parte delle famigerate ecoballe, pare almeno 500.000 tonnellate.
Last but not least, presto entrerà in funzione la prima linea dell'impianto di Acerra. A proposito di tale impianto, vorrei nuovamente cogliere l'occasione per sfatare la diceria secondo la quale noi siamo contrari a tutti gli impianti. Certo, abbiamo detto mille volte perché siamo contrari agli inceneritori, i cosiddetti termovalorizzatori, che è un modo più «sexy» per dire la stessa cosa; ma non siamo sicuramente quelli che chiudono la porta a impianti davvero avanzati dal punto di vista tecnologico, di cui ormai abbiamo esempi anche in Italia oltre che in Europa. Non a caso, l'articolo 9 del decreto-legge n. 61 del 2007, della cui conversione in legge stavamo discutendo ieri sera, parla proprio di trattamento meccanico-biologico, che è uno dei suggerimenti che abbiamo sempre dato.
Tuttavia, ripeto ancora una volta che non vi è impianto che tenga se non si mette in moto dall'inizio un corretto ciclo, a partire dalle famose tre «r»: riduzione dei rifiuti all'origine, raccolta differenziata, riciclaggio.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GRAZIA FRANCESCATO. Questa formula funziona ovunque, basta volerlo, anche nella vituperata Campania.
Concludo, svolgendo un'ultima considerazione. Per quanto riguarda il ritorno alla normalità, vorrei fare riferimento alle pagine conclusive della relazione sulla Campania approvata il 13 giugno scorso dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti; anch'io, come l'oratore precedente, mi riporto ad essa. Questo è il percorso che dobbiamo seguire, e proprio perché vogliamo guardare avanti e non indietro voteremo contro le mozioni del centrodestra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, confesso un certo imbarazzo per non aver compreso le ragioni della posizione del Governo rispetto alla mozione Bondi ed altri n. 1-00170, ed al riguardo vorrei chiarirne la parte dispositiva (immaginoPag. 7che, se il parere è negativo, il Governo non si vuole sentire impegnato su tali punti).
Tale mozione impegna il Governo a riaprire le discariche necessarie (immagino che, nella trattativa notturna che, in genere, si svolge a Palazzo Chigi - una volta si svolgeva a Santa Lucia, ma ora tale sede è, come dire, più pericolosa - qualche ministro abbia posto il veto sull'apertura delle discariche per togliere i rifiuti dalle strade); ad escludere dall'individuazione dei siti i parchi e le aree protette (immagino che il Governo non voglia escludere questi siti); a predisporre - così recita la mozione - un piano idoneo ad attivare il ciclo integrato dei rifiuti in ogni ambito territoriale, a cominciare dalla localizzazione di un impianto di trattamento finale dei rifiuti nella città di Napoli.
Questo è uno degli elementi centrali che abbiamo sempre posto all'attenzione: una grande città ha il dovere di contribuire allo smaltimento dei propri rifiuti, giacché ne produce circa un terzo di tutta la regione Campania. Non farlo sarebbe non solo una follia dal punto di vista di una organizzazione saggia in termini di politica industriale dei rifiuti, ma anche un'azione poco etica dal punto di vista ambientale: evidentemente il Governo non vuole ciò.
La mozione, inoltre, impegna il Governo ad alimentare una raccolta differenziata tarata sulle effettive esigenze del mercato del riuso: evidentemente, il Governo vuole alimentare, quando lo ritiene utile, una raccolta differenziata ideologica, inutile, quella che fanno i comuni «raccoglioni», non quella che consente ai comuni di raccogliere per poi riusare.
Ma la mozione impegna il Governo anche ad evitare che in Campania, attraverso l'aumento della Tarsu, si assista al paradosso del servizio peggiore del mondo, fornito al prezzo più alto in assoluto. Evidentemente, il Governo pretende che la Campania ottenga esattamente il risultato opposto, cioè il peggiore servizio al mondo, pagando la tassa più alta al mondo.
Inoltre, recependo una sollecitazione che proviene da più parti, anche dal direttore Bertolaso, occorre affidare ad un unico commissario la gestione delle varie emergenze. Nel dire ciò, mi rivolgo anche al collega Misiti, che, nel corso di trattative notturne, ha modificato la propria mozione, con riferimento alla necessità di unificare le gestioni dell'emergenza rifiuti, dell'emergenza bonifiche e dell'emergenza acqua. Il collega Misiti sa che oggi esse sono già collegate, ma inutilmente: il problema è che deve essere unificata la gestione. Capisco dunque l'imbarazzo che la sua mozione ha provocato nel centrosinistra, rendendo così necessario apportare una modifica che, però, rende inutile l'approvazione della sua mozione.
La mozione Bondi n. 1-00170, al contrario, afferma la necessità di affidare ad un unico commissario ciò che dovrebbe essere la condizione normale, cioè la gestione dell'emergenza rifiuti, acqua e bonifiche. Anche alla luce non dico delle prime pagine dei giornali campani, ma delle notizie che giungono dalla Campania, credo che sarebbe utile garantire con certezza elementi, percorsi e suggerimenti di assoluta chiarezza.
Mi pare che, in questo senso, la mozione Bondi sopra richiamata possa dare un contributo significativo, forte ed alto alla soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania, occupandosi non più di individuare le responsabilità del passato - le responsabilità mi pare stiano emergendo in maniera fin troppo lampante - ma di delineare le vostre responsabilità, quelle relative cioè alla gestione degli ultimi anni, nonché le soluzioni necessarie al fine di modificare l'azione oggi in corso, precisando con chiarezza i passi che sarebbe necessario compiere da parte del Governo per affrontare compiutamente questo problema.
Vorrei peraltro ricordare alla collega Francescato che il piano di Rastrelli era un piano buono ed apprezzato: esso prevedeva cinque impianti di trattamento finale. Fu un ministro dei Verdi, l'allora Ministro Ronchi, che, per logiche di bottega puramente ambientaliste, ridusse da cinque a due gli impianti di trattamento finale: così facendo, si avviò la distruzione del piano, determinandosi la prima condizionePag. 8emergenziale. Da quella prima iniziativa si passò a ben altre, tutte peggiori, che produssero il disastro di una regione che ormai è amministrata, come si può vedere, fra cumuli di rifiuti.
È per queste ragioni che preannunziamo il nostro voto favorevole sulle mozioni presentate dai colleghi del centrodestra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giuditta. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, noi del gruppo Popolari-Udeur condividiamo solo in parte lo spirito delle mozioni presentate dall'onorevole Bondi e da altri colleghi deputati; peraltro, tali mozioni intervengono in una fase già avanzata del dibattito politico in materia di rifiuti.
Certamente, è condivisibile l'ulteriore sforzo di mettere in luce ancora una volta la disperata condizione in cui versa la regione Campania a seguito della perdurante inerzia e del fallimento della gestione commissariale di questi anni. A tale proposito, devo dire però che mi ha lasciato perplesso e ci appare quasi anacronistica la proposta di coloro che puntano al conferimento esclusivo di tutti i poteri al Commissario nella gestione dell'emergenza, in totale autonomia rispetto al Ministro dell'ambiente, al presidente della giunta regionale della Campania e alle altre istituzioni locali.
Ed è proprio per queste ragioni che daremo il nostro convinto contributo alla conversione in legge del decreto-legge in materia che proprio in questi giorni è all'esame di questa Assemblea. Tale provvedimento rappresenta, infatti, per noi l'impegno concreto del Governo e del Parlamento, mentre le mozioni rimangono una sia pur lodevole dichiarazione di intenti. Superare l'emergenza rifiuti in Campania significa mettere in campo strumenti operativi lungimiranti, frutto di una programmazione seria, chiara e definita.
Con la discussione di tale decreto-legge, a mio avviso, si creano le condizioni per il superamento della fase emergenziale e per la fine dell'esperienza commissariale: un'esperienza che, ormai, non può più considerarsi attuale, considerati i risultati di 14 anni durante i quali non si è riusciti a realizzare alcun avanzamento rispetto allo stato di crisi (anzi, si registra addirittura un peggioramento della situazione).
Si deve puntare, dunque, ad una nuova fase in cui gli attori principali dovranno necessariamente essere le istituzioni locali, iniziando da subito anche una fase di concertazione tra regione, provincia e comuni, tenendo conto soprattutto delle istanze delle popolazioni campane, alle cui esigenze noi Popolari e UDEUR siamo da sempre particolarmente attenti.
La nuova fase deve anche avviarsi su un terreno di solidarietà nell'ambito del territorio regionale, tenendo presente la città di Napoli e la sua provincia, per la sua enorme densità demografica.
Riteniamo anche opportuno il superamento degli ATO provinciali, previsti dalla legge regionale, perché il codice dell'ambiente, nella sua versione definitiva, potrebbe attribuire le competenze in capo alle province, evitando così una inutile e dannosa sovrapposizione di attribuzioni e prevedendo un modello di gestione chiaro e definito. Il passaggio del superamento della gestione commissariale deve essere graduale ed è quindi necessario, da subito, accompagnare le istituzioni locali verso una gestione ordinaria, prevista dal 1o gennaio 2008. Tuttavia, per garantire l'effettivo superamento dell'emergenza, è necessario monitorare e contrastare anche le interferenze delle organizzazioni criminali in questo settore, che trovano vantaggiosa una condizione di perenne difficoltà nella gestione del sistema integrato dei rifiuti. Pertanto, non appaiono opportune le proposte presentate nella varie mozioni.
Il nostro sforzo è finalizzato esclusivamente alla conversione del decreto-legge n. 61 del 2007, per consentire la sua definitiva attuazione. Tale attuazione darà il pieno supporto al Commissario straordinario e responsabilizzerà appieno le istituzioni locali competenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stradella. Ne ha facoltà.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, è veramente incomprensibile come il Governo, di fronte ad una situazione ormai incancrenita da anni di inefficienza, di errori e di incapacità a risolvere il problema, non abbia tenuto in considerazione le giuste ed equilibrate richieste contenute nella mozione Bondi e altri n. 1-00170.
Credo che, per fornire un contributo di chiarezza e di obiettività, si possano leggere alcuni passi della relazione della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che non è un'organizzazione dell'opposizione con una preconcetta ostilità nei confronti del Governo, ma una Commissione bicamerale, presieduta da un rappresentante della maggioranza. Nella suddetta relazione si afferma che l'ingorgo di competenze istituzionali e di inadempienze di alcune istituzioni locali hanno ormai determinato in alcune realtà territoriali una sostanziale paralisi istituzionale e gestionale. La conseguenza è che sul piano delle strategie gestionali si assiste alla realizzazione di interventi del commissariato della presidenza della regione, tuttora responsabile per l'attività di bonifica, spesso rispondenti ad obiettivi non sinergici e talvolta sottoposti a censura da parte della giurisdizione ordinaria e amministrativa. Si afferma, inoltre, che discorrere di un'emergenza che si protrae ormai da 14 anni costituisce un evidente ossimoro.
Prendere atto di questa contraddizione di fondo significa, in primo luogo, affrontare la situazione dei rifiuti in Campania nella consapevolezza del carattere strutturale della crisi. Parlare di emergenza rifiuti è evidentemente una forzatura, poiché sono 14 anni che questa situazione si ripete ed è da 14 anni che si commettono gli stessi errori.
Poste tali premesse, ogni ragionamento sull'uscita dalla crisi postula, da un lato, la necessità di una verifica di sistema - e ciò è quanto è contenuto nella mozione dei colleghi del centrodestra - che non si limiti alla istituzione commissariale, ma comprenda tutte le altre istituzioni, locali e centrali, e ciò nella prospettiva della ricerca non delle responsabilità, bensì dei possibili percorsi che coniughino la necessità di interventi immediati con l'inevitabile avvio di un processo di rientro dell'ordinario.
In questi anni si è assistito ad un singolare caso di simulazione istituzionale. Apparentemente, l'istituzione commissariale si è presentata come il soggetto titolare di competenze decisionali e gestionali, tali da governare tutte le fasi del ciclo dei rifiuti. Nella realtà, invece, si è trattato di un potere condiviso. Se i rappresentanti del Governo leggessero con attenzione quanto contenuto nella relazione che ho riassunto e letto soltanto per gli aspetti che maggiormente interessano il problema all'esame questa mattina, non potrebbero che accettare i consigli e le indicazioni che, con grandissimo senso di responsabilità, vengono suggerite nella mozione Bondi n. 1-00170.
Pensare che la soluzione al grave problema dell'emergenza rifiuti passi attraverso la mediazione e il concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è dimostrato, anche recentemente, uno dei nodi che maggiormente ha impedito che gli interventi sortissero gli effetti desiderati.
La politica delle discariche, della chiusura e dell'impedimento ad arrivare all'incenerimento dei rifiuti determina una sorta di «incenerimento fai-da-te» per le strade di Napoli che, certamente, non avrà l'impatto di un fabbricato destinato a tale scopo, ma avrà effetti sulla salute molto più gravi dell'incenerimento regolato e controllato in modo scientifico.
È evidente che verrebbe il desiderio, come conseguenza del comportamento del Governo, di lasciare tutto come è per evitare contrasti con le amministrazioni locali, per evitare discussioni e di essere considerati dalle popolazioni interessate a tali impianti come coloro che vogliono avvelenare l'aria. Un'informazione continuamente sbagliata e rivolta a scatenare laPag. 10paura e il timore su impianti che sono funzionanti in tutto il mondo e che hanno dimostrato di assolvere egregiamente il loro compito determina la conseguenza dell'abbandono per le strade e per le campagne di una quantità ormai insopportabile di rifiuti.
Credo che il Governo non cambierà opinione sulla mozione presentata dai colleghi del centrodestra; ritengo però che lo stesso debba tenere presente la responsabilità che si assume nel non volere analizzare in modo equilibrato il problema, nel non volere stimare quali possano essere i danni di un comportamento così poco responsabile, che rende il commissario Bertolaso un ostaggio nelle mani, a volte, del presidente della regione, altre volte del sindaco di Napoli e altre volte ancora delle popolazioni o delle associazioni dei sindaci, e che gli impedisce di svolgere la sua funzione e di prestare, come funzionario dello Stato responsabile e intelligente quale egli è, quel servizio che lo stesso vorrebbe fornire alle popolazioni della Campania.
Non considerare tali aspetti, non valutare quali siano le drammatiche conseguenze, a volte addirittura irreversibili, per il territorio significa non avere a cuore il problema dell'emergenza rifiuti in Campania, mostrare superficialità di giudizio e, nella sostanza, mantenere lo status quo per compiacere qualche potere forte della regione e, soprattutto, per non mettere sotto accusa il comportamento irresponsabile e, forse, penalmente perseguibile, del presidente della regione e dei sindaci che si oppongono alla soluzione del problema.
Mi appello ancora al Governo perché cambi parere sulla nostra mozione, pur sapendo che tale appello cade nel vuoto e che è del tutto inutile farlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, noi crediamo che, in questo particolare momento, le mozioni di cui stiamo discutendo - mi riferisco sia a quelle del centrodestra, sia a quella del centrosinistra - avrebbero dovuto essere ritirate.
Nelle Commissioni di merito, infatti, stiamo discutendo, con serenità e grande responsabilità da parte della maggioranza e dell'opposizione, una serie di proposte, tra cui una di modifica del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia ambientale, al fine di verificare come poter intervenire sui rifiuti, sul sistema delle acque e delle bonifiche.
Ieri sera, in quest'aula, è iniziata la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge riguardante l'emergenza campana. Utilizzo un pò eufemisticamente la parola «emergenza», per il semplice motivo che, come hanno già sottolineato diversi colleghi in questa discussione, non si può parlare di emergenza quando questa si protrae oramai da 14 anni. Tanto meno, possiamo addebitarci reciprocamente le responsabilità, per il semplice motivo che sappiamo benissimo che tale emergenza è nata nel 1994, cioè quando la regione era guidata da una giunta di centrodestra.
Abbiamo, quindi, delle responsabilità generali, che riguardano sia il centrodestra sia il centrosinistra. Abbiamo però il dovere politico nei riguardi dei cittadini della Campania di intervenire con determinazione, affinché questo problema possa essere portato a soluzione, al fine di ridare dignità ad una regione ed ai suoi cittadini. Dobbiamo, infatti, fare in modo che nel mondo si possa ridare visibilità a quel territorio e ricostruire un tessuto economico, collegato soprattutto alle bellezze ambientali, paesaggistiche e alle coste presenti in quella realtà. Tali bellezze sono direttamente collegate allo sviluppo turistico e oggi, come sottolineano con grande puntualità le categorie interessate, sono fortemente messe a rischio.
Dobbiamo operare insieme perché quello dell'emergenza rifiuti in Campania non è un problema di centrosinistra, né di centrodestra, ma riguarda tutti. Tanto meno dobbiamo e possiamo addebitarePag. 11molto semplicisticamente responsabilità ad una parte politica che guida oggi le istituzioni.
Colleghi, fare in modo che si insinuino delle responsabilità e, quindi, che si accaniscano interventi nei riguardi delle istituzioni determina semplicemente una condizione di difficoltà. Si possono, infatti, determinare situazioni, che oggettivamente si stanno creando, riguardanti questioni e persone che hanno interessi all'interno di quella realtà campana, affinché tale problema non venga risolto.
Tutti sappiamo quanto l'ecomafia incida su tale sistema, quali siano i forti affari che la stessa ha all'interno del sistema dei rifiuti. Sappiamo bene quali sono gli interventi che vengono realizzati e che sono stati attuati anche prima, quando all'interno di quel territorio venivano scaricati rifiuti nocivi da parte di quegli imprenditori sicuramente scellerati che dal nord trasferivano i rifiuti in Campania.
Credo che il problema sia di tutti e lo dobbiamo affrontare con determinazione. Per questo motivo il Governo ha preparato un decreto-legge, contestabile sotto certi aspetti, ma che comunque dà delle risposte immediate per fare in modo che si possa iniziare un percorso per eliminare questa emergenza ormai decennale presente in quel territorio. Con esso si definisce l'apertura di discariche, si individuano nuovi siti per l'apertura di nuove discariche, si costruisce un sistema per determinare le condizioni attraverso le quali si possa arrivare ad un ciclo completo dei rifiuti.
Noi dobbiamo incoraggiare e assecondare un percorso che consenta di risolvere i problemi che esistono in quella realtà. Tutti sappiamo che vi sono delle responsabilità che sicuramente fanno capo agli enti locali, ai sindaci, agli amministratori locali. Però è anche vero che, in questa fase, ci sono stati anche degli amministratori oculati; mi riferisco, ad esempio, al sindaco di Salerno e al presidente della provincia di Caserta, che hanno avuto la capacità di affrontare i problemi e di porre all'attenzione delle comunità la questione di come risolvere il problema dell'emergenza rifiuti in quelle realtà.
Abbiamo dato il nostro sostegno al Commissario dottor Bertolaso, e lo abbiamo dato convintamente sapendo che egli sta operando per il bene della regione Campania. Ritengo, inoltre, che in alcune circostanze si debbano anche stemperare i toni e soprattutto si devono evitare dichiarazioni fatte con troppa facilità, che mettono in difficoltà il rapporto con gli enti locali, in generale con la gestione pubblica, e quindi creano difficoltà nel rapporto con lo stesso Commissario. Bisogna essere molto più cauti ed avere la capacità di comprendere e di portare avanti il progetto che ci si è determinati ad intraprendere, vale a dire la soluzione del problema dei rifiuti in quella realtà.
Come hanno ripetuto vari colleghi, voglio riprendere questo concetto; abbiamo iniziato, e la continueremo, una discussione seria in seno alla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Siamo arrivati, qualche giorno fa, a votare un documento a larghissima maggioranza, con l'apporto anche dell'opposizione, che detta le linee guida e che crea il presupposto necessario per uscire dall'emergenza del commissariato, costruendo un sistema di alleanze - l'abbiamo definita un'intesa di programma - con tutte le istituzioni (Governo, regioni e province) affinché si possa arrivare rapidamente ad alleviare le questioni che oggi investono quella regione e a fare in modo di poter governare la fase successiva dell'emergenza.
Abbiamo discusso, nella giornata di ieri, di come continuare il processo per la risoluzione dei problemi dei rifiuti in Campania. Credo che questo debba essere lo spirito con cui ci dobbiamo approcciare ai problemi importanti che sono bipartisan, non sono di una sola parte politica, perché investono i cittadini di quella realtà che oggi sono fortemente esasperati da una situazione che non è più gestibile. Questo è il motivo per cui dobbiamo andare avanti con determinazione.Pag. 12
Ritengo che questo decreto-legge, come dicevo in precedenza, non fornisca tutte le risposte, però costituisce un primo passo al fine di sbloccare la condizione emergenziale di quel territorio.
Bisogna costruire il futuro! E lo dobbiamo costruire insieme, dando supporto alle amministrazioni locali perché possano, successivamente, governare il processo a valle.
Credo sia questo ciò che noi dobbiamo fare, ed è per tale ragione che noi, come gruppo della Rosa nel Pugno, riteniamo di non votare le mozioni del centrodestra e, come giustamente ha fatto il rappresentante del Governo, invitiamo i presentatori a ritirare la mozione Misiti ed altri n. 1-00192
(Nuova formulazione) (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, l'impennata subita dalle indagini della magistratura penale sulla vicenda dei rifiuti a Napoli merita una doverosa attenzione da parte dell'Assemblea di Montecitorio, perché sembra che finalmente sia caduto il muro delle omertà e delle connivenze che, fino ad oggi, hanno reso possibile lo sperpero del pubblico danaro a Napoli e nella regione Campania.
Noi plaudiamo alle decisioni della magistratura e ci attendiamo che la pentola venga completamente scoperchiata in maniera da definire le responsabilità specifiche degli individui e dei gruppi politici che sono stati alla base di tale disastro. Un plauso quindi alla magistratura e un incoraggiamento ad andare avanti, perché è chiaro che il malaffare, se non vi è l'intervento degli organi dello Stato preposti ai controlli, rischia di diventare cronico e integrato nelle trame più profonde del tessuto connettivo di un Paese.
Ci aspettiamo già da oggi che il centrosinistra, a Napoli e nella regione Campania, inizi a trarne le conclusioni. Quali conclusioni? Quelle che il centrosinistra ha richiesto sempre agli uomini politici e agli amministratori di centrodestra, anche soltanto all'inizio delle indagini che li riguardavano! Noi chiediamo, quindi, le dimissioni immediate della giunta Bassolino, perché è questo il primo vero segnale per invertire la rotta nella regione Campania!
Passo ora ad esaminare nel merito la nostra mozione. Desidero fare una prima chiosa sulla vicenda di Serre: in tale località vi è stata una danza macabra, che è stata ritmata sulle spalle e sugli interessi della popolazione locale. Sia Valle della Masseria sia Macchia Soprana, così come tutto il territorio di Serre, ricadono in una delle aree ecologicamente più significative dell'Italia meridionale. Siamo vicini all'oasi di Persano e siamo appena a qualche centinaio di metri sopra il corso del Sele. Studi svolti in questa area hanno certificato come sia incombente il rischio di inquinamento della falda freatica e, quindi, di tutti i canali che portano acqua a tale fiume.
Inquinare il corso del Sele significa portare l'inquinamento in tutta la sua valle, una delle aree ad agricoltura più avanzata non solo dell'Italia, ma dell'Europa e del mondo. Quindi, non poteva essere effettuata scelta peggiore. Inoltre si corre il rischio che i conferimenti promessi possano essere ulteriormente aumentati. Non è possibile scherzare con la dignità e con la buona fede dei cittadini, per cui già da oggi rappresento a quest'Assemblea e alle forze di Governo e della maggioranza che saremo attentissimi su tale situazione perché nulla, oltre quanto è stato già stabilito, venga ad aggiungersi contro l'ambiente di quella cittadina e di quel territorio eccezionale e perché da subito venga varata una proposta alternativa.
C'è un altro aspetto sul quale desidero ancora trarre delle conclusioni e, soprattutto, accentuare l'attenzione di quest'Assemblea. Ieri sera abbiamo svolto anche la discussione generale sul provvedimento, ma eravamo pochissimi; oggi, invece, siamo qualcuno in più. Dunque, mi rivolgo ai presenti. Ci aspettiamo che la maggioranza intervenga e, inoltre, prima che caliPag. 13il maxiemendamento e la questione di fiducia, che anche voi, dai banchi della maggioranza, possiate dare un contributo, non dico all'eliminazione completa di tale decreto-legge - non mi aspetto tanto - ma perlomeno al suo miglioramento.
La partita che più mi interessa riguarda l'articolo 2, che sostituisce il comma 2 dell'articolo 3 della legge istitutiva del commissariamento nella regione Campania. In occasione del dibattito tenutosi nell'autunno scorso, rappresentammo come tale articolo ledeva i diritti delle imprese, configurando un interesse privato e il superamento delle leggi che regolano gli appalti.
Personalmente chiamai in causa il Ministro Di Pietro, così attento ai problemi della morale e della legalità. Penso che forse qualcosa sia arrivata all'orecchio del Governo, in quanto almeno il comma 2 dell'articolo 3 è stato sostituito dall'articolo 2 ma - guarda caso - si continua a parlare di affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio. Lo ripeto: affidamenti diretti, ossia la peggiore rappresentazione della prima Repubblica, del clientelismo e delle tangenti. Perché affidamenti diretti e perché con la somma urgenza? Perché non si possono effettuare affidamenti attraverso le gare internazionali ed europee nei tempi normali degli appalti?
Ho ricoperto la carica di assessore alle opere marittime della regione Campania e, quando il mare provocava qualche disastro, organizzavamo una gara di urgenza limitata ad otto giorni di intervento e, successivamente, si indiceva una gara definitiva per l'opera.
Anche quegli otto giorni di urgenza erano regolati non da affidamenti diretti, ma da gare urgenti, nelle quali si poteva creare il confronto tra le imprese ed eliminare il male oscuro che ha portato alla «pseudo-fine» della prima Repubblica, ossia le tangenti. Sembra, però, che queste ultime, uscite dalla finestra, comincino a rientrare dalla porta, o meglio non siano mai uscite dalle stanze della politica.
Amici del centrosinistra, voi che fate della battaglia morale una bandiera sulla quale spendere la vostra esistenza politica, leggete bene l'articolo 2 e prestate attenzione alla proposta del Governo!
PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, concluda.
GAETANO FASOLINO. Il fatto che il disegno di legge sia firmato solo dal Presidente Prodi e dal Ministro Padoa Schioppa - che sono gli «strumenti inermi» di turno - e non dai Ministri Antonio Di Pietro e Pecoraro Scanio, deve attivare un minimo di sospetto. Termino il mio intervento con un'altra considerazione, che riguarda l'articolo 4. Da più parti si dice - e i Verdi lo dicono sempre...
PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, deve concludere.
GAETANO FASOLINO. Concludo, Presidente. Non si può affidare ai consorzi di bacino la gestione della raccolta differenziata. Se il modo per superare l'emergenza rifiuti in Campania è attivare anche la raccolta differenziata, questa dovrebbe essere effettuata da società tecnologicamente adeguate che abbiano vinto la commessa attraverso una regolare gara di appalto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, interverrò sulla mozione da me presentata e anche sulle altre.
Con riferimento agli avvenimenti di questi giorni in Campania, vi è un fatto nuovo, ossia l'intervento della magistratura, che riteniamo debba agire, nelle indagini in corso, nella massima serenità (e ne vedremo i risultati).
L'altro elemento nuovo è l'intervento della Commissione europea, che ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per la situazione di crisi in Campania.Pag. 14
Questi due avvenimenti cadono nel momento in cui il Governo ha già provveduto ad emanare un decreto-legge e il Parlamento tende a modificarlo e comunque a convertirlo in legge: si tratta di un momento particolarmente critico, nel quale gli occhi di tutti sono puntati verso la Campania e, soprattutto, verso la crisi che la classe dirigente campana sta affrontando.
Devo dare atto ai rappresentanti dell'VIII Commissione e ai rappresentanti dell'opposizione di aver cercato di collaborare in relazione sia alle proposte contenute nelle mozioni, sia alla discussione generale che si sta svolgendo sul decreto-legge del Governo. È chiaro che la collaborazione e l'atteggiamento costruttivo dell'opposizione, al di là della polemica - che può essere pure normale in un Parlamento democratico - ci facciano ben sperare.
Tanto è vero che le mozioni dell'opposizione, al di là delle premesse, che sono sempre di carattere generale, spesso hanno anche un senso critico nella parte che impegna il Governo, ma in gran parte esse possono essere considerate positive, sebbene vi siano sempre un paio di punti in contraddizione con la necessità di agire celermente. Affermo ciò con rispetto, dopo aver dato atto di questa collaborazione.
Per esempio, ho posto in un altro tipo di contesto la questione dell'unificazione della gestione dell'emergenza rifiuti con l'emergenza delle bonifiche dei siti inquinati e delle risorse idriche. Già nelle precedenti dichiarazioni, ho parlato proprio della necessità di uno stretto collegamento tra gli organismi tecnici e le amministrazioni che gestiscono tali questioni.
Diversa è la proposta di istituire un supercommissario, visto che già l'attuale Commissario per l'emergenza rifiuti è tale. Credo, quindi, che la previsione di un commissario con poteri speciali per le bonifiche e per le risorse idriche complicherebbe la situazione e allungherebbe i tempi. Non credo che in questo momento vi sia questa necessità.
Ciò premesso, ritengo che le responsabilità del passato siano nette e chiare. Esse sono di tutti, del centrodestra e del centrosinistra. Tutti hanno gestito la regione Campania e, quindi, non vi possono essere distinzioni all'interno della classe politica. Vi è una responsabilità collettiva, che evidentemente deve essere assunta.
La dilazione dei tempi per il superamento dell'emergenza non rientra nelle responsabilità del Parlamento. Il Parlamento e il Governo, anzi, hanno tentato di tutto e stanno cercando in tutti i modi di fare fronte a questa situazione.
Credo che lo stesso prolungamento dell'emergenza per oltre tredici anni dimostri che ci troviamo di fronte a un caso straordinario di grave crisi, in una regione che dobbiamo aiutare con il necessario sentimento di solidarietà. Sono stati commessi degli errori in questo campo e, purtroppo, in Italia vi sono altre regioni dove si sta cadendo negli stessi errori, nelle quali ci auguriamo che non si verifichi la stessa situazione della Campania.
È stato sottovalutato, quindi, il degrado al quale si andava incontro nella regione, a causa della mancata attuazione del principio in base al quale ogni provincia, ogni ATO, deve smaltire i propri rifiuti.
Vi è stata anche una sottovalutazione, a mio avviso, della possibilità di infiltrazione della camorra nella gestione caotica dello smaltimento dei rifiuti. Se, infatti, la gestione è caotica, è più facile l'infiltrazione dei poteri criminali.
Oggi, invece, sappiamo che per sconfiggere questi poteri è necessario, in primo luogo, avere la capacità di effettuare una razionale organizzazione, basata sulla professionalità del settore, per gestire i rifiuti in una regione come la Campania.
Questo è il motivo per il quale ho presentato la mia mozione, perché mi sembra che il decreto-legge in esame, che è in vigore da quarantasei giorni, non sia sufficiente, ma che vada accompagnato anche da altri provvedimenti.
In particolare, nel provvedimento, nel testo approvato dal Senato non in quello varato dal Governo, vi è una parte che ci deve far riflettere, ossia quella che lega laPag. 15possibilità di elaborare il piano stralcio del piano regionale dei rifiuti da parte del Commissario, di concerto con il Ministero dell'ambiente: non «sentito» il Ministero, ma «di concerto».
Comprendete che non si tratta del concerto di un Ministro, ma di un Ministero, cioè di una struttura burocratica, che evidentemente farà perdere tempo. Questo mi ha preoccupato.
Credo che su questo aspetto sia necessario raccomandare al Governo la previsione che il Commissario, in pochissimo tempo, nel giro di una settimana o dieci giorni, possa approvare questo progetto stralcio per procedere alla realizzazione degli impianti, altrimenti non può proseguire.
Ecco perché affermo che bisogna assolutamente sostenere il difficile lavoro del Commissario straordinario, fornendogli tutti gli strumenti indispensabili per completare, senza intralci, la sua opera.
Occorre, quindi, sostenere il Commissario in quel lavoro, ma bisogna attuare, a mio avviso - sono pronto a scriverlo - quanto stabilito nelle conclusioni della relazione della Commissione bicamerale sui rifiuti: si tratterebbe di un modo per accompagnare l'uscita dall'emergenza verso la normalità.
Il Governo mi ha invitato al ritiro della presente mozione. Ha assicurato - lo hanno assicurato anche i colleghi della maggioranza - che i contenuti di tale mozione possono far parte di un ordine del giorno che li comprenda tutti e venga sostenuto da tutto il centrosinistra. A queste condizioni, posso accettare la proposta del Governo e agire di conseguenza, in modo tale da collegare il contenuto della mia mozione alla conversione del decreto-legge, comunque avvenga, sia con la modifica - che io auspicherei - di togliere l'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sia senza tale modifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lomaglio. Ne ha facoltà.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor Presidente, annuncio il voto contrario alle mozioni presentate dai gruppi del centrodestra sulla cosiddetta emergenza rifiuti in Campania.
Non possiamo che chiamarla «cosiddetta emergenza» perché è chiaro che - come ha affermato giustamente la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse quando, con la relazione territoriale stralcio sulla Campania, ha realizzato uno sforzo di analisi e di approfondimento e anche di proposta su ciò che accade in Campania - è un ossimoro un'emergenza che dura dal 1994 e che è nata con un'amministrazione regionale che aveva un segno politico diverso da quello attuale.
Pertanto è chiaro che responsabilità politiche gravi vi sono state da diverse parti. Vi sono responsabilità che peraltro sono adesso al vaglio delle iniziative della magistratura e che hanno comportato l'avvio della procedura di infrazione da parte dell'Unione europea.
A fronte di tale situazione vi è l'esigenza - che tutti ribadiamo - che la magistratura possa compiere fino in fondo la sua parte e possa verificare responsabilità individuali e collettive legate alla situazione di sfascio e al mancato raggiungimento degli obiettivi in tanti anni di gestione commissariale.
La relazione della Corte dei conti sulle gestioni commissariali in Italia (non solo in Campania, ma anche in Sicilia, Puglia e Calabria) dimostra che si tratta di uno strumento da superare: è uno strumento che rischia di produrre più guasti di quanti ne riesca a riparare.
Questa situazione ci induce a pensare che dobbiamo rapidamente votare a favore del decreto-legge proposto dal Governo.
Infatti, è veramente paradossale che adesso molti colleghi del centrodestra propongano sostanzialmente - questo è anche il senso delle mozioni presentate - il conferimento esclusivo di tutti i poteri al Commissario, escludendo il ruolo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Infatti, nella relazionePag. 16della Commissione bicamerale (che le forze di centrodestra hanno votato, mentre noi ci siamo astenuti), al contrario si legge che ogni ragionamento sull'uscita dalla crisi postula la necessità di una verifica di sistema, che non si limiti all'istituzione commissariale, ma che comprenda tutte le altre istituzioni locali e centrali dello Stato.
In tale contesto, è necessario definire gli elementi di certezza in riferimento alle attribuzioni delle diverse autorità di governo, ed individuare e garantire meccanismi che assicurino il raccordo reciproco e la cooperazione istituzionale per raggiungere gli obiettivi necessari ed ottenere davvero la fuoruscita dalla cosiddetta emergenza.
Alla luce di queste valutazioni, credo che, se si vuole davvero ricostruire, ridefinire e realizzare un ciclo non più centrato sulle discariche e contrario alle direttive comunitarie, ma invece avviare un percorso di natura industriale, che ridefinisca un ciclo integrato di rifiuti, che abbia una qualità al suo interno e che eviti e contrasti le forme di inquinamento di natura camorristica e criminale, dobbiamo perderci un po' meno in diatribe che hanno una caratteristica evidentemente politica e di contrapposizione e lavorare affinché ognuno faccia fino in fondo la propria parte.
Credo che vada in tale direzione la proposta, contenuta nei decreti e anche nella relazione stralcio sulla Campania, del coinvolgimento delle province e della linea di continuità nell'ottica del decreto-legge n. 61 del 2007, ovverosia dell'attribuzione alle province di un ruolo di decisione più accentuato, anche per sfavorire un giudizio che spesso e volentieri accomuna comuni virtuosi e province, che hanno lavorato nel loro ruolo di coordinamento ad altri che hanno lavorato male.
Ritengo infatti che bisogna lavorare per decentrare a favore delle province competenze e capacità decisionali e per favorire il fatto - a tale risultato sono diretti i detti decreti - che il meccanismo di fuoriuscita dall'emergenza avvenga per aree territoriali.
Deve essere questo il senso del nostro lavoro. Le mozioni in esame non vanno nella direzione di un impegno delle istituzioni per risolvere il problema, così come ci è richiesto dalle famiglie e dalle imprese della Campania (come di altre regioni del sud del Paese), ma invece con esse ci si attarda in contrapposizioni politiche che vanno superate.
Pertanto, il nostro voto è contrario alle mozioni presentate dal centrodestra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, la discussione sulle mozioni in esame, presentate da diversi gruppi parlamentari, che si inserisce anche nell'ambito della discussione sul decreto-legge, l'ennesimo, sull'emergenza rifiuti in Campania e dei provvedimenti assunti ieri sul piano giudiziario dalla magistratura napoletana, nonché dell'avvio - sul piano comunitario - della procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per disastro ambientale relativa alla situazione della Campania, avrebbe perlomeno dovuto sollecitare il Ministro competente ad essere in quest'aula, considerato che è campano e napoletano e che conosce questa problematica. Infatti, non è necessario tanto discutere ancora una volta dell'emergenza campana, ma quanto invece discutere con il Governo, nella sua massima espressione, con chi in questi mesi, nella soluzione di tali problemi, ha condotto una personale battaglia personale contro il Commissario delegato.
Dobbiamo chiamare i fatti con il loro nome perché, anche all'interno del detto decreto, con le modifiche apportate, si pongono ulteriori paletti alla gestione del Commissario. Su tale aspetto, dobbiamo chiarirci: mi chiedo se vogliamo che il Commissario disponga di poteri adeguati per superare l'emergenza, oppure che lo stesso rappresenti una «foglia di fico», come si è osservato dal modo in cui ha svolto i suoi compiti in questi mesi, tant'è che in due occasioni Bertolaso si è dimesso,Pag. 17sempre per contrasti con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Quando ascoltavo, poco fa, i colleghi del centrosinistra che si arrampicavano sugli specchi per giustificare la loro posizione, al fine di considerare le proposte avanzate da parte del centrodestra, nelle mozioni ma anche negli emendamenti presentati al decreto-legge, come proposte di natura ostruzionistica, tendenti a dilatare la questione, mi sono meravigliato della pochezza delle argomentazioni che il centrosinistra avanza, perché chiaramente diventa difficile giustificare l'ingiustificabile, anche quando si continua a ricercare un terreno di responsabilità comune ai due schieramenti, che non esiste.
Dovete smettere di continuare a sostenere che ci sono responsabilità comuni al centrodestra e al centrosinistra. Come è stato detto poco fa, qualcuno del centrosinistra ha la faccia tosta di sostenere che il centrodestra e il centrosinistra, avendo governato la regione Campania, hanno identiche responsabilità sulla gestione dell'emergenza. Non è vero! Non è così! Per l'ennesima volta lo precisiamo, indicando le date, i fatti, le responsabilità.
Il governo regionale di centrodestra, a guida Rastrelli, ha avuto l'unico merito di approvare il piano dei rifiuti, poi messo a gara dal presidente della regione Losco, esempio del trasformismo italico, sostenuto dal centrosinistra che aveva perso le elezioni, oggi parlamentare europeo dell'Ulivo. Colui che ha sottoscritto il contratto per la filiera dei rifiuti era il presidente Bassolino. Questi atti indicano come è nata l'emergenza, chi l'ha gestita e di chi sono le responsabilità.
Abbiate la compiacenza, abbiate la decenza di dire la verità e smettetela di accomunare tutti quanti sul terreno delle responsabilità, che sono solo del centrosinistra, che amministra la regione Campania da quando è stata avviata la filiera del ciclo dei rifiuti, da quando è stato individuato il gestore unico, da quando i contratti sono stati sottoscritti da Bassolino nella sua doppia veste di presidente e di Commissario delegato. Così anche la magistratura sta accertando e ha messo in evidenza in questi giorni come miliardi e miliardi, migliaia di miliardi delle vecchie lire sono stati regalati o sono stati distratti dai fondi pubblici per finalità che non erano quelle di combattere l'emergenza rifiuti in Campania.
Se le responsabilità vanno in questa direzione, mi meraviglia ancora di più il collega dell'Ulivo che dice che vogliamo far diventare Bertolaso supercommissario, che gli vogliamo affidare anche le bonifiche e le acque. Ma il collega dell'Ulivo, evidentemente, non essendo campano, non sa che, per anni, tutte queste funzioni insieme (commissario ai rifiuti, commissario alle bonifiche, commissario sulle acque, commissario sul sottosuolo) sono state in capo al presidente della regione Bassolino, e abbiamo visto i risultati.
Chi è stato delegato nell'emergenza ad avere poteri commissariali straordinari non ha saputo dare le risposte che ci attendevamo e che sono sotto gli occhi di tutti, fallendo in questo obiettivo. Ora si punta tutto sul riordino del commissariato ai rifiuti, intervenendo a più riprese in Parlamento e, se abbiamo detto mesi fa che il decreto-legge da voi presentato non risolveva il problema perché legava il commissario straordinario, oggi è ancora peggio. Quando richiediamo la presenza del Ministro Pecoraro Scanio, lo facciamo solo per impegnarlo su certe cose e saremmo tentati di dire che, se fosse presente il Ministro, potremmo ritirare la mozione in cambio di impegni da parte sua.
Vorremmo avere dal Ministro Pecoraro Scanio e dal Governo - anticipo uno degli argomenti che affronteremo, ahimé, nella fase degli interventi sul complesso degli emendamenti, unico momento che ci rimane per discutere sul decreto, visto che il Governo si appresta a chiedere la fiducia, evidentemente per coprire ancora una volta le responsabilità del centrosinistra e di Bassolino in Campania - un'assicurazione chiara, netta, ad esempio, sull'utilizzo della discarica di Terzigno, perché nel decreto-legge è scritto a chiare lettere che quella discarica deve essere utilizzata unicamente al fine della ricomposizionePag. 18morfologica all'interno di un piano di recupero della stessa, posizionando il sovvalle, il prodotto di scarto del CDR, che non è il rifiuto tal quale.
Se questa è la destinazione della discarica di Terzigno, qualcuno dovrebbe spiegare, in quest'aula, quale possibilità ha Bertolaso di risolvere l'emergenza, non avendo a disposizione nessuna discarica.
Qualcuno prima citava uno stralcio della relazione della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, all'interno della quale sono indicati, in maniera chiarissima, i percorsi per uscire dall'emergenza; in essa, è scritto altresì in maniera chiara che, per affrontare tale emergenza, servono le discariche.
Nel decreto che avete approvato e che non ci farete discutere, perché chiederete la fiducia, sono indicate le discariche che possono essere utilizzate e per quanto tempo. Lo abbiamo letto sui giornali: ad Ariano Irpino per 20 giorni, a Serre per alcuni giorni in più, qualche altra discarica già è stata chiusa.
Quindi, tutti i rifiuti dovrebbero essere sversati a Terzigno, dove però si dice che non può andare il tal quale, ma solo il sovvalle. Dove mettiamo tutta questa immondizia? La risposta nel decreto non c'è! State ancora una volta prendendo in giro la popolazione campana, perché non indicate il modo per uscire dalla crisi. L'unico modo, infatti, è avere a disposizione delle discariche, che non ci sono!
Ieri, si è aperta anche la questione giudiziaria, con il provvedimento contro la Fibe, che è l'impresa - lo voglio ricordare - che sta portando a compimento la costruzione dell'unico impianto di cui potremmo disporre - se è vero - tra qualche mese, il termovalorizzatore di Acerra.
Vorrei porre, inoltre, un altro interrogativo al Governo, al Ministro, che non è presente...
PRESIDENTE. Onorevole Nespoli, concluda.
VINCENZO NESPOLI. Se la Fibe è stata interdetta nel rapporto con la pubblica amministrazione, come potrà portare a compimento la costruzione del termovalorizzatore? Esiste, quindi, anche il pericolo che esso non possa essere «messo a regime» nei tempi previsti, ossia all'inizio dell'anno prossimo. Senza il termovalorizzatore, altro che emergenza, saremmo proprio alla crisi più drammatica!
Per tale motivo, le ragioni del sostegno alle mozioni sono dirette a «svegliare» questo Governo, che si limita a produrre decreti-legge, che non danno soluzione al problema. Quindi, impegnare l'Assemblea sull'emergenza rifiuti in Campania, che è diventata una questione internazionale europea, rappresenta un atto di responsabilità da parte di chi, in questo momento, dall'opposizione vuole sollecitare soluzioni, che sono indicate nelle nostre mozioni.
Rispetto a questo dato, il Governo non solo è silente, ma, ancora una volta, sta venendo meno alle aspettative di soluzione che il popolo campano aspetta e sollecita (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.