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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,01).
(Eventuali responsabilità di Trenitalia nella gestione di eventi che comportano il trasporto di persone in occasione di manifestazioni di massa - 2-00612).
PRESIDENTE. L'onorevole Cannavò ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00612 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4), concernente eventuali responsabilità di Trenitalia nella gestione di eventi che comportano il trasporto di persone in occasione di manifestazioni di massa.
SALVATORE CANNAVÒ. Signor Presidente, la ringrazio e ringrazio anche il sottosegretario Naccarato qui presente, anche se nel rispetto del suo ruolo e della sua funzione non posso non rilevare il fatto che, per il tipo di interpellanza presentata, sarebbe stata più appropriata la presenza di rappresentanti di ministeri più interessati al problema, in particolare il Ministero dei trasporti o quello dell'interno.
L'interpellanza infatti viene motivata in particolare dalle vicende occorse durante la manifestazione del 9 giugno, in occasione della presenza in Italia del Presidente degli Stati Uniti Bush.
Si tratta di una questione che è stata «toccata» dall'informativa urgente svolta in Assemblea dal Viceministro Minniti, ma solamente in parte, e soprattutto non ne è stato affrontato un aspetto che rischia di generare un problema strutturale nella gestione dell'ordine pubblico e, in particolar modo, con riferimento alla possibilità ed alla libertà di manifestare in questo Paese.
Prima di arrivare ai tre quesiti posti con l'interpellanza, vorrei focalizzare brevemente il problema: si è detto e scritto molto sulla manifestazione e molto di quello che si è scritto, tra l'altro, ha oscurato alcuni aspetti importanti e positivi della manifestazione stessa, al di là della sua partecipazione.
Intanto, quella manifestazione è stata organizzata e gestita da parte degli organizzatori con un rapporto costruttivo e positivo con le autorità preposte all'ordine pubblico, un rapporto che ha permesso uno svolgimento sostanzialmente positivo della manifestazione, che è stato del resto riconosciuto dalle stesse autorità di cui abbiamo parlato. Gli organizzatori si sono ben preoccupati di allertare le autorità e di costruire con loro un clima positivo nello svolgimento della manifestazione.
Non è stato invece possibile costruire alcun rapporto con un'azienda che è privata, ma che comunque è ancora a nomina pubblica - Trenitalia - per garantire un aspetto non indifferente nella gestione delle manifestazioni stesse, cioè il trasporto dei manifestanti per raggiungere la sede propria, in questo caso la capitale, al fine di poter svolgere la manifestazione.
Ciò ha prodotto ricadute pesantissime sull'ordine pubblico, e soprattutto sia sull'incolumità di alcuni manifestanti sia sullo stress che le stesse forze di polizia hanno dovuto subire in una giornata peraltro molto faticosa per la presenza di Bush in Italia. L'ampiezza e la dimensione della manifestazione erano ampiamente previste, le autorità erano perfettamente a conoscenza delle modalità di trasporto e delle possibilità di arrivo a Roma di manifestanti, soprattutto da città del Nord. Eppure nella gestione di tale trasporto ci si è trovati di fronte a una situazione di assoluta indisponibilità a consentirne la fruibilità da parte di gente che doveva partecipare semplicemente a una manifestazione, e non certamente fare una gita fuori porta.
La posizione di Trenitalia, che dice che c'è un tariffario e che quello deve essere utilizzabile per situazioni di questo tipo, è una posizione comprensibile dal punto di vista aziendale, ma non corrisponde invece a nessuna concretezza quando si tratta di gestire una situazione che ha a che fare non solo con l'ordine pubblico, ma anche con l'espletamento effettivo di diritti civili e con la possibilità di una dialettica democratica come quella della manifestazione, in quel caso una manifestazione contro la guerra.
In quella giornata ci si è trovati in una condizione di presidio militare di importanti stazioni del Nord, con ricadute pesantiPag. 53sul servizio stesso, e quindi, in qualche modo, le inflessibilità di Trenitalia hanno provocato un maggior danno e un maggiore disservizio al trasporto. Si è determinato un confronto tra manifestanti e forze di polizia che poteva essere tranquillamente evitato: mi riferisco agli incidenti avvenuti nella fase finale della manifestazione, quando essa si era sostanzialmente conclusa senza disordini significativi, e agli incidenti provocati in larga misura dall'eccessivo presidio della stazione di Roma Tiburtina, che hanno determinato un accumulo di tensione che si è scaricato anche sulle forze di polizia, ma soprattutto sui manifestanti stessi, che poi sono stati messi in condizione di raggiungere la loro destinazione grazie all'intervento del Dipartimento della pubblica sicurezza. Tale intervento è giunto tra le ore 24 e le ore 1, dopo che il problema era noto ed evidente nella sua ampiezza e nelle sue dimensioni già alle 18. L'intervento, alla fine, è stato necessario, ma se fosse stato governato e pianificato si sarebbe garantita a tutti, forze di polizia e manifestanti, una gestione più serena della giornata.
Concludo sottolineando che le questioni sono sostanzialmente tre. In primo luogo, come garantiamo il diritto a manifestare, che è anche un diritto alla mobilità e alla possibilità di raggiungere i luoghi delle manifestazioni? Si badi bene: non si sta sostenendo la tesi per cui bisogna garantire la gratuità del trasporto, ma semplicemente la possibilità di concordare una modalità fruibile per chi manifesta, per chiunque manifesta; stiamo infatti parlando di diritti da garantire non soltanto ad alcune forze sociali rispetto ad altre, ma a forze sociali che vogliono esprimere una normale dialettica. La domanda è molto semplice: è possibile che per partecipare a una manifestazione a Roma si debbano spendere 100 euro? Credo si tratti di un problema che attiene alla libertà di manifestare e alla tensione che si accumula sui binari delle stazioni.
Inoltre, il Governo pensa di demandare a Trenitalia la gestione dell'ordine pubblico di questo Paese? Ovviamente no, la domanda è retorica; tuttavia, Trenitalia viene caricata di una responsabilità molto forte, quella di garantire o meno la possibilità di manifestare. Stiamo parlando di spostamenti consistenti: non di decine di persone che fanno una gita fuori porta, ma di migliaia di persone che in modo prevedibile si spostano in giro per l'Italia, e che di fronte a un diniego e all'impossibilità da parte di Trenitalia di costruire una mediazione e di concordare il trasporto, provocano evidentemente un problema di ordine pubblico. L'ordine pubblico, da quel punto di vista, viene quindi demandato alle scelte che Trenitalia compie semplicemente rispondendo ai suoi meccanismi di bilancio. Ma Trenitalia deve anche fornire un servizio, in questo caso un servizio democratico.
Il terzo quesito invece sottintende una proposta, e spero che il sottosegretario possa impegnarsi o comunque possa offrire una possibilità di dialogo su questo punto.
Il Governo è in grado ed ha la volontà di affrontare la questione in termini politici, come si conviene in questa situazione, e quindi di costruire un orientamento - anche insieme alle organizzazioni sociali, le più disparate e le più ampie possibili - per trovare una modalità condivisa nella gestione di avvenimenti di tale portata, in modo da eliminare alla radice tutti i problemi e tutti i disservizi che possono essere provocati da giornate così tese?
Si tratta semplicemente di predisporre un meccanismo che peraltro aiuterebbe probabilmente la stessa azienda dei trasporti. Infatti, una volta concordate tariffe abbordabili e orari di spostamento per i manifestanti che siano compatibili con gli orari commerciali dell'azienda, si consentirebbe un sereno e naturale svolgimento delle manifestazioni, impedendo, ad esempio, che quel che non si verifica, in termini di ordine pubblico, nella città destinataria della manifestazione si verifichi invece nelle città di partenza, che rischiano di divenire il vero avvio della manifestazione, anche in termini di conflittualità, di problemi e di tensioni.Pag. 54
Credo si tratti di una questione che il Governo può porsi e su cui può ragionevolmente impegnarsi: è su questo che verte il quesito fondamentale dell'interpellanza in esame.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Cannavò per la cortesia ed il garbo con i quali ha testé illustrato la sua interpellanza. Desidero inoltre chiarire preliminarmente che risponde il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri - e non, come l'onorevole Cannavò avrebbe preferito, un collega del Ministero dei trasporti o del Ministero dell'interno - solo perché l'interpellanza è rivolta in primo luogo al Presidente del Consiglio dei ministri, e dunque, proprio per maggiore rispetto nei confronti dell'onorevole interpellante, abbiamo ritenuto che fosse la stessa Presidenza del Consiglio a dover rispondere.
Nel pomeriggio del 9 giugno, a Roma, in occasione della visita in Italia del Presidente degli Stati Uniti d'America, si sono svolte due manifestazioni pubbliche: una a Piazza del Popolo, promossa dalla FIOM-CGIL e da altre associazioni, con la partecipazione di circa 500 persone, ed un'altra promossa dal Comitato 9 giugno. Quest'ultima si è articolata in un corteo da Piazza della Repubblica a Piazza Navona con la partecipazione di circa 10 mila persone, molte delle quali gravitanti nell'area antagonista e no global, con una significativa partecipazione dei centri sociali del nord Italia.
Al termine della manifestazione, circa 300 persone sono giunte presso la stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, presidiata da contingenti delle forze dell'ordine, manifestando l'intenzione di ottenere una riduzione del biglietto per il rientro a Milano. Dopo lunghe trattative con Trenitalia e numerosi atti di protesta da parte dei manifestanti, in occasione dei quali sono intervenute le forze di polizia, si è organizzato il deflusso ed il rientro nei luoghi di origine dei partecipanti ai cortei. Infine, alle ore 1,30 circa, i manifestanti sono partiti a bordo dei due treni speciali messi a disposizione da Trenitalia su richiesta del Dipartimento della pubblica sicurezza per evidenti e gravi ragioni di ordine pubblico.
Quanto agli episodi avvenuti nelle stazioni di partenza, la mattina del 9 giugno si sono radunate circa 80 persone presso la stazione di Padova, per lo più appartenenti al centro sociale Pedro ed al collettivo di scienze politiche Laboratorio Fuo.Co., che hanno tentato di contrattare con il personale di Trenitalia condizioni di favore per il viaggio in treno fino a Roma. Successivamente, tramite le biglietterie automatiche, alcuni leader del gruppo hanno acquistato, per tutti i partecipanti al corteo, i titoli di viaggio per la tratta Padova-Monselice, avendo così accesso ai binari della stazione, dove si sono ricongiunti con circa 60 altri manifestanti provenienti da Vicenza e muniti di biglietto per la tratta Vicenza-Padova. Anche in questo caso, dopo ulteriori forme di protesta e l'occupazione dei binari, sono iniziate trattative fra i responsabili locali di Trenitalia ed i rappresentanti dei manifestanti; tali trattative si sono concluse intorno alle ore 12 con l'accordo sul pagamento del biglietto ridotto per comitive ordinarie per la tratta Padova-Roma.
Si precisa, comunque, che nessun manifestante è giunto a Roma gratuitamente, nella scrupolosa osservanza di una pratica consolidata e rispettosa della legge e dei regolamenti ferroviari che si ripete in occasione di eventi che si svolgono a Roma.
In proposito, va precisato che Trenitalia, in relazione alle strategie utilizzate per garantire gli spostamenti dei partecipanti alle manifestazioni, come nel caso specifico della manifestazione del 9 giugno, predispone, anticipatamente, un programma di gestione per questo tipo di eventi che comportano un forte afflusso di viaggiatori.Pag. 55
Al riguardo, vengono effettuate, con sufficiente anticipo, apposite riunioni - sia a livello centrale che territoriale - con il Ministero dell'interno per valutare il probabile flusso dei manifestanti e viene predisposto un piano organizzativo finalizzato a gestire sia il volume di traffico passeggeri aggiunto prevedibile, sia i possibili disservizi determinati da eventuali situazioni di emergenza, quali disordini, occupazioni di binari e via dicendo. Nell'ambito di tale piano, si provvede all'individuazione delle aree più critiche e dei referenti territoriali responsabili per ciascuna di esse, nonché dei treni potenzialmente a rischio di criticità. Nelle aree maggiormente interessate dai possibili flussi vengono predisposti anche servizi sostitutivi, come i bus, da utilizzare, se necessario, nel caso di saturazione dei treni o di interruzione della circolazione ferroviaria.
Le associazioni promotrici di questi eventi hanno come punto di riferimento la struttura di assistenza e vendita di Trenitalia, la cui organizzazione è strutturata attraverso articolazioni che coprono l'intero territorio nazionale. Attraverso tale struttura è possibile acquisire ogni utile informazione circa i servizi programmati e le tariffe previste e approfondire ogni altro aspetto commerciale, come, ad esempio, la possibilità di acquistare treni charter.
Per l'accertamento di eventuali responsabilità nella gestione di qualsiasi attività propria dell'azienda di trasporto è prevista nell'organizzazione di Trenitalia una specifica struttura di audit, avente il compito di verificare la corretta esecuzione delle azioni connesse all'espletamento dei compiti di ciascuna struttura aziendale.
Attualmente la politica commerciale adottata da Trenitalia non prevede la stipula di convenzioni che comportino riduzioni tariffarie particolari. La normativa tariffaria vigente, infatti, prevede già un'offerta commerciale per gruppi di viaggiatori di almeno dieci persone, cosiddetta «comitive ordinarie». Inoltre, c'è la possibilità di acquistare treni completi a tariffe prestabilite e valide per chiunque ne faccia richiesta, come, peraltro, è già avvenuto in diverse occasioni. D'altronde, la valutazione delle finalità del viaggio e dell'evento connesso non compete all'impresa di trasporto, il cui compito è quello di garantire la mobilità a prezzi di mercato, assicurando il medesimo trattamento e condizioni a tutta la clientela.
PRESIDENTE. L'onorevole Cannavò ha facoltà di replicare.
SALVATORE CANNAVÒ. Signor Presidente, ringrazio molto il sottosegretario Naccarato per l'impegno che ha assunto in questa sede a nome della Presidenza del Consiglio, come è giusto che sia. Desidero, quindi, valorizzare molto questa sua disponibilità, perché ovviamente quella di oggi sarà solo la prima di una lunga serie di atti di sindacato ispettivo, dal momento che la risposta mi trova del tutto insoddisfatto per una ragione di fondo. Mi si propone, infatti, una risposta sostanzialmente basata sui tabellari commerciali di Trenitalia e quindi si evade, in parte, il senso politico dell'interpellanza stessa.
I tabellari sono ben conosciuti, e rappresentano il primo contatto che chiunque voglia organizzare una qualsiasi iniziativa che preveda trasporti prende con l'azienda. Ovviamente, però, non sono qui in discussione i tabellari, né le regole per accedere ai treni, a tutti ben note. Stiamo parlando, invece, di qualcosa di più importante e serio, ed inviterei il Governo a considerare molto più seriamente la questione, perché ogni mese circa si produce un problema di ordine pubblico che, tra l'altro, non riguarda più solamente i manifestanti.
È accaduto infatti, qualche giorno fa, un fatto abbastanza inquietante, che dovrebbe far riflettere il Governo: alcuni pendolari non riescono più a sostenere il peso di un biglietto di 75 euro che devono sborsare ogni settimana per muoversi, per ragioni di lavoro, da Salerno a Milano - e già dovrebbe far riflettere la circostanza che in Italia vi siano pendolari tra Salerno e Milano - con ricadute pesantissime sullo stesso servizio.Pag. 56
Se consideriamo la ricostruzione che il Governo ha proposto in questa sede, notiamo in primo luogo un elemento che conferma quanto avevo già sottolineato in sede di illustrazione.
Da parte dei manifestanti vi è sempre stata la volontà di contrattare, con la società Trenitalia, lo spostamento, e quindi di non esigere un trasporto gratuito. Infatti, lei stesso, signor sottosegretario, ha affermato che più volte le situazioni si sono sbloccate proprio a causa di accordi intervenuti nel corso delle proteste. Che il problema non sia solo di natura commerciale e di tabellari, è dimostrato anche dal fatto che per quel tipo di occupazione, del tutto pacifica e senza nessuno scontro con le forze dell'ordine, quei manifestanti stanno però subendo alcune inchieste giudiziarie; pertanto, non si tratta di una questione di tabellari commerciali.
Ma, se vogliamo stare al tema della sua risposta, il «nocciolo» è abbastanza smontabile da questa semplice constatazione: al fine di consentire l'accordo conclusivo con i manifestanti, Trenitalia, quella mattina, ha compiuto un gesto molto semplice: ha declassato i treni, cioè ha deciso d'arbitrio, quindi con un atto unilaterale, che il treno intercity non fosse più tale, ma diventasse un interregionale. Declassando i treni, ha abbassato il costo complessivo del servizio, facendo in modo tale che la riduzione commerciale, così come da lei descritta, potesse essere alla portata anche dei manifestanti. Pertanto, ha compiuto una scelta politica. Perciò, è possibile compiere delle scelte politiche, e non solo di natura aziendale, ovviamente in relazione al problema da affrontare in quel giorno. L'idea che Trenitalia debba rispondere solo a logiche di bilancio e aziendali è smontata dagli stessi fatti.
Inoltre, la questione del rapporto tra Trenitalia e le forze di polizia, per garantire solo il deflusso, è controversa; se si tratta esclusivamente di garantire il deflusso, perché manifestanti muniti di biglietto si trovano di fronte a stazioni ferroviarie fortemente presidiate, creando situazioni che generano, all'inizio stesso della giornata, una tensione che potrebbe essere tranquillamente evitata?
Forse il Governo non sa che il 19 maggio, a Napoli, si è svolta una manifestazione e che in occasione del rientro a Roma di alcuni manifestanti muniti di regolare biglietto, che dunque hanno pagato, Trenitalia ha comunque deciso la soppressione del treno, lasciando nella stazione di Napoli cento persone, che avrebbero potuto incendiare cassonetti, bloccare i binari, fare di tutto e che invece non hanno fatto niente, perché sono persone responsabili. Trenitalia si è assunta così una responsabilità enorme dal punto di vista dell'ordine pubblico, e a fronte dell'intervento di un parlamentare la stessa società si è sentita in diritto di poter dire: dell'intervento di un parlamentare non mi importa nulla, io sopprimo il treno, chiudo la stazione e poi se la veda la questura di Napoli.
Siamo arrivati a un punto tale che l'azienda di trasporti, che comunque è di proprietà dello Stato, può permettersi di gestire in questo modo problemi così scottanti, come quello del trasporto dei manifestanti? Cito i fatti, perché sono i fatti che generano i disordini e i problemi che tutti noi vogliamo evitare. Il senso di questa interpellanza è quello di contribuire ad evitare problemi che invece, a quanto pare, dalle risposte che fornisce il Governo, sono del tutto trascurati e non considerati.
Per tali ragioni mi ritengo fortemente insoddisfatto e preannuncio al Governo, da parte mia e di altri deputati interessati al problema, la presentazione di ulteriori atti di sindacato ispettivo. Il Governo deve anche sapere che il problema dello spostamento di manifestanti, in occasione di importanti eventi, sarà una questione politica con cui si dovrà cimentare - nelle sedi e nelle forme dovute - e che genererà problemi al Governo stesso, ovviamente di natura politica, perché non è possibile che la risposta possa essere così amministrativa e distante dalla vera natura del problema stesso.