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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,01).
(Progetto di realizzazione di un edificio in piazza Montanelli a Fucecchio (Firenze) - n. 2-00464)
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00464 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 8 ) concernente il progetto di realizzazione di un edificio in piazza Montanelli a Fucecchio (Firenze).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, come lei stesso ha detto nel concedermi la parola, si sta parlando di una piazza nel paese di Indro Montanelli. In tale paese, è in atto la costruzione di un mostro edilizio, nella seicentesca piazza intitolata proprio allo stesso Montanelli, posta nel centro di Fucecchio.
Il mostro attualmente in costruzione, grande 8 mila metri cubi, è stato realizzato in surroga del precedente teatro ottocentesco, demolito, che aveva una cubatura di 5 mila metri cubi. Il mostro, oltre ad essere decisamente più voluminoso del precedente edificio, invade anche una superficie di appoggio difforme dalla precedente, al punto che l'amministrazione comunale ha dovuto vendere, ai nuovi proprietari dell'immobile, 408 metri quadrati di piazza.
La destinazione d'uso di tale mostro è puramente pleonastica: vorrebbero collocarvi una banca, una sala auditorium/cinema/teatro con capienza di 240 posti e alcuni uffici comunali. Si precisa che la banca ha già una sede a pochi metri da piazza Montanelli, che Fucecchio dispone di sei auditorium, di un cinema/teatro della capienza di 950 posti a 70 metri di distanza da piazza Montanelli e di un'altra sala cinema/teatro con capienza di 150 posti distante 150 metri dalla piazza suddetta. Pertanto, vi è una densità di cinema molto sospetta.
A Fucecchio, ovviamente, si è costituito un comitato, con lo scopo di salvaguardare l'integrità della piazza. L'iniziativa ha il solo scopo di realizzare il sogno di tante generazioni di fucecchiesi, vale a dire allargare la piazza, che è sempre stata lì. Il mostro edilizio, secondo questo comitato, deve essere abbattuto.
La domanda è cosa intenda fare il Governo per bloccare tale scellerato progetto e restituire la piazza libera da aggressioni architettoniche ai veri fruitori della stessa, che ne sono ovviamente i proprietari, i cittadini di Fucecchio.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per i trasporti, Raffaele Gentile, ha facoltà di rispondere.
RAFFAELE GENTILE, Sottosegretario di Stato per i trasporti. Signor Presidente, la piazza è stata ed è tutelata con decreto emesso in data 4 marzo 2003 (provvedimento di tutela indiretta, ai sensi dell'articolo 49 del testo unico n. 490 del 1999), notificato al comune di Fucecchio in data 13 marzo 2003 ed alla proprietà in data 14 marzo 2003.
La competente soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Firenze, Pistoia e Prato ha rilasciato due nulla osta alla realizzazione di un edificio polivalente in piazza Giuseppe Montanelli, dettando una serie di prescrizioni, secondo quanto suggerito dalla direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici e dal comitato tecnico scientifico di settore, «con il finePag. 71di mantenere gli ingombri del nuovo fabbricato il più aderente possibile alla sagoma preesistente, di indicare il numero massimo dei piani, le distanze minime dagli edifici esistenti, garantire coni visivi importanti, la gamma dei materiali non consigliabili e particolari soluzioni di disegno».
Il primo nulla osta, in data 21 aprile 2004, è stato rilasciato nella considerazione della necessità di acquisire ulteriori indicazioni progettuali, anche in corso d'opera, con particolare riferimento ai seguenti elementi: «la soluzione della copertura sia riproposta attraverso una specifica variante - senza apportare incrementi al volume geometrico complessivo, ma solo eventuali diminuzioni, con l'impiego di un appropriato materiale di finitura e/o rivestimento - illustrata attraverso gli opportuni elaborati grafici, comprensivi anche di simulazioni prospettiche e fotopiani; i collegamenti verticali esterni siano eliminati, individuando una soluzione alternativa negli spazi interni, o in ogni modo definiti in maniera diversa, in termini formali, strutturali e materici, ed illustrati con apposita variante; il materiale lapideo previsto nelle finiture esterne sia adeguatamente specificato, prima della posa in opera, mediante opportuna documentazione; le superfici esterne intonacate siano preliminarmente illustrate nelle specificazioni qualitative, con particolare riferimento alla valenza estetica; gli infissi esterni nelle varie caratteristiche siano concordati preliminarmente con la soprintendenza; ogni altro elemento di rifinitura esterna, di decoro, degli apparati tecnologici o impiantistici, non espressamente indicato nel progetto, ma in rapporto con l'aspetto esteriore del manufatto, sia preliminarmente documentato e coordinato con la soprintendenza: le connotazioni cromatiche di materiali impiegati nelle tinteggiature siano, in ogni modo, concordati sul posto con la soprintendenza, previa esecuzione di campionature di colore; le sistemazioni dell'area esterna circostante la nuova costruzione siano specificate attraverso adeguata documentazione - elaborati grafici e relazione tecnica - negli aspetti generali e di dettaglio; ogni altra eventuale variazione o precisazione attinente all'impiego di materiali ed alle tecniche esecutive sia comunicata preventivamente alla soprintendenza ed eventualmente verificata attraverso un sopralluogo congiunto».
La soprintendenza si è riservata di fornire in corso d'opera tutte quelle prescrizioni (oltre quelle già fornite) ritenute opportune per una corretta conduzione delle opere progettate, con particolare riferimento all'aspetto esteriore del nuovo manufatto. Il secondo nulla osta, in data 22 luglio 2005, riguardante il progetto di variante, ha confermato e ribadito le condizioni contenute nel primo nulla osta e ha dettato le seguenti ulteriori prescrizioni: «non sia realizzata la pensilina indicata negli elaborati grafici tra il piano terreno ed il primo sul prospetto est; siano specificati i materiali previsti nel rivestimento di quelle porzioni di copertura piana non ricoperte dagli elementi in rame; sia valutata la possibilità di definire la zona della copertura interessata dalla centrale termica con un manufatto di forma quadrilatera; ogni eventuale variazione e/o precisazione attinente all'impiego di materiali o alle tecniche esecutive, per quanto già definito, sia comunicata preventivamente alla soprintendenza e eventualmente verificata attraverso un sopralluogo congiunto». La soprintendenza si è, anche in questi, casi riservata di fornire in corso d'opera tutte quelle prescrizioni ritenute opportune per una corretta conduzione dei lavori di restauro.
Si sottolinea che la materia urbanistica ed edilizia è comunque di pertinenza delle amministrazioni locali.
Nel caso specifico, le eventuali difformità riguardanti le concessioni edilizie non risultano interagire, allo stato attuale dei lavori, con quanto previsto dall'articolo 45 del decreto legislativo n. 42 del 2004. La Sovrintendenza ha assicurato inoltre che continuerà ad adoperarsi per il controllo e la sorveglianza dei lavori in corso di esecuzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, invito il sottosegretario e il Ministro Rutelli a fare un sopralluogo e ad andare in questa piazza che fa sicuramente rivoltare nella tomba il grande giornalista Indro Montanelli. È la sua piazza, il suo centro.
Mentre leggeva la risposta, che sono convinto non condivida nemmeno lei, mi veniva in mente un film comico del grande Totò, quando ha venduto la Fontana di Trevi. Nel paese di Fucecchio è successa la stessa cosa: c'è stato un Totò, ma non in un film comico bensì in un dramma per la comunità e per la collettività di quel comune, un'amministrazione che si è venduta la Piazza Montanelli, realizzata fin dalla seconda metà del XVI secolo, e in cui esisteva dal 1800 un fabbricato, il Teatro Pacini, di proprietà privata, in stato di completo degrado. La piazza, di impianto seicentesco, fatta realizzare dai granduchi medicei, è caratterizzata da presenze monumentali notevoli: i palazzi Aleotti e Baschieri, il ciclo liberty, il monumento a Giuseppe Montanelli, e, soprattutto la chiesa della Madonna delle Vedute, recentemente restaurata, e risalente nell'attuale consistenza ai primi anni del Settecento. Tali beni sono tutti soggetti a vincolo ex articolo 49 del decreto-legislativo n. 490 del 1999.
Allo scopo di evidenziare la singolare commistione di interessi pubblici e privati che caratterizza la vicenda e di agevolare il giudizio sulla presenza degli uni ovvero degli altri, occorre brevemente ricostruire gli abusi e i soprusi effettuati.
Innanzitutto vi è l'anomalia della vendita ai privati di una porzione di piazza Montanelli, e quindi di un bene demaniale avente attuale destinazione ad uso pubblico, per di più ad un prezzo della cui congruità non vi è prova.
Secondo: la mancata retrocessione, in favore del comune e del demanio comunale, della porzione della piazza venduta alla società acquirente dell'ex teatro Pacini, pur essendo scaduto il termine per la realizzazione dell'edificio secondo quanto pattuito dal contratto di vendita.
Terzo: l'anomalia del pagamento di un canone di leasing da parte del comune, effettuato senza garanzia e prima ancora dell'esistenza del fabbricato oggetto del leasing.
Quarto: l'illegittimità della variante al piano strutturale per contrasto con le norme limitative degli usi del centro storico.
Quinto: la difformità dell'edificio in corso di costruzione rispetto alla concessione edilizia (realizzazione della chiusura di una scala esterna e chiusura a mo' di chiostrina eseguita nell'ottobre 2005).
Sesto: il mancato rispetto della legge n. 122 del 1989, nota come «legge Tognoli», relativamente ai parcheggi.
Settimo: il mancato rispetto della legge n. 13 del 1989, relativamente alle uscite di sicurezza per le persone con ridotte ed impedite capacità motorie dai locali di pubblico spettacolo.
È questo, in sintesi, quello che si evince dall'esame della situazione relativa a tale «eco-mostro» voluto dall'amministrazione. In proposito, viene spontaneo pensare ad un altro film con Totò, quello che contiene il famoso «Vota Antonio! Vota Antonio!».
Avendo dedicato questa mia interpellanza urgente al grande giornalista Indro Montanelli, che lo merita, concludo con la citazione di una frase che egli era solito pronunciare: non ci rimane che redimere (come era solito dire, anziché redigere) querele. Citando dunque questa espressione che Montanelli era solito utilizzare, concludo la mia replica affermando, signor sottosegretario, che non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
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