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Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nucara, al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, il partito repubblicano apprezza l'estremo tentativo del Governo di dare almeno una soluzione provvisoria al problema dei rifiuti in Campania, situazione disperata, destinata ad aggravarsi con i caldi estivi e l'uso invalso di bruciarli liberando diossina. Il rischio è, quindi, quello di trasformare un'emergenza ambientale in una di carattere sanitario. Sarebbe tuttavia sbagliato non vedere il limite di questo provvedimento, che si muove sulla scia dei precedenti traducendosi in un ennesimo e inconcludente rinvio.
Stiamo ai fatti: il decreto-legge impone alle autorità campane di realizzare quattro nuove discariche. Già la scelta di questo strumento, il decreto-legge, è sorprendente: il ricorso a tale mezzo mira soltanto a drammatizzare la situazione. Agli stessi risultati si poteva giungere con un semplice atto amministrativo, se le forze politiche locali, dove prevale lo schieramento di centrosinistra, avessero dato prova di responsabilità.
Siamo sulle pagine dei principali mezzi di informazione internazionale, non per celebrare il paesaggio italiano ma come esempio di irresponsabilità e inciviltà. L'individuazione di quattro siti, tra l'altro, non risolve il problema. Non lo risolve perché le contraddizioni all'interno della maggioranza hanno prodotto un «effetto domino». Le dichiarazioni del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare contro la scelta di Serre, al di là delle motivazioni addotte, hanno dato origine ad un fenomeno di emulazione da parte degli altri comuni interessati amplificando la protesta. Si è pertanto sviluppata una spirale che ha riportato la situazione al punto di partenza. Basterebbero queste semplici considerazioni per motivare il voto contrario del partito repubblicano.Pag. 3
Questo provvedimento tampone è tutt'altro che risolutivo. Aprire quattro ulteriori discariche avrebbe senso se nel frattempo si fosse provveduto a realizzare termovalorizzatori in grado di aggredire il fenomeno alla radice. Sappiamo, invece, che quello di Acerra non è in grado di svolgere questo compito. I rifiuti campani, a causa dell'eccesso di umido che li caratterizza, non possono essere trasformati in combustibile: quelle discariche invece di costituire una delle tappe del procedimento di rimozione rischiano di divenire permanenti, determinando ulteriore allarme sociale.
Dispiace che in questa vicenda siano state trascinate persone di valore, come il responsabile della protezione civile, e che sul problema sia dovuto intervenire lo stesso Presidente della Repubblica, la cui credibilità rischia di essere offuscata dal comportamento contraddittorio di un Governo incapace di tratteggiare una strategia effettiva.
Ciò che ancora oggi non comprendiamo è l'ostilità preconcetta di alcune componenti della maggioranza contro la realizzazione dei termovalorizzatori. Essa si nutre di un'ideologia senza fondamento. Soprattutto fa da copertura agli interessi precostituiti che «ingrassano» nella gestione delle discariche. La differenza tra le tariffe praticate e i costi di gestione è tale da garantire extraprofitti così elevati da non avere uguali nei restanti settori dell'economia.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCESCO NUCARA. Sorprende, che su un tema così delicato il DPEF spenda solo qualche generica considerazione. «In relazione ai rifiuti», è scritto nel Documento, «va invertita la tendenza all'aumento della produzione dei rifiuti, garantita la gestione integrata del ciclo dei rifiuti e una corretta raccolta differenziata»: misure di là da venire. Sono pertanto questi i motivi che spingono il partito repubblicano a votare contro il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lo Monte. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, colleghi, Governo della Repubblica, che perfino sui rifiuti riesce a porre la questione di fiducia! Per l'ennesima volta, essa approda in Parlamento per essere discussa da parlamentari, a cui, però, in modo molto accurato, è stato messo preventivamente il bavaglio.
È stata chiesta, infatti, la fiducia su questioni che hanno ben poco di programmi di governo da salvare o portare avanti, mentre molto dovrebbero avere di metodi di sana ed efficiente gestione da attivare. In tale modo, si riesce a far dimenticare il punto all'ordine del giorno, su cui il Parlamento è chiamato ad intervenire, e si alimenta ancora di più il caos, affinché non si possano accertare, ad ogni livello, responsabili e responsabilità di alcun tipo.
Alla fine, tutto diventa un fatto politico, dove politica significa niente e tutto; dove politica significa impunità, inefficienza, spreco di denaro pubblico, tutela di ogni forma di malavita, cancellazione totale di ogni regola di civile convivenza, distruzione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. La storia ha dell'incredibile.
Non pensate che lo smaltimento dei rifiuti sia un fatto meramente gestionale? Quale modello speciale di scienza politica occorre elaborare per adempiere a questo compito ordinario di tutte le amministrazioni moderne? Occorre un modello così speciale da investire il Parlamento e, addirittura, il Governo della Repubblica e uno strumento straordinario quale la fiducia?
A me sembra che nessuno voglia affrontare veramente i fatti per come realmente dovrebbero essere affrontati. Da circa vent'anni, abbiamo elaborato ed attuato anche in questo Stato la separazione del potere politico dal potere gestionale. Si contano tre riforme cosiddette «Bassanini». Nella fattispecie, sono state create agenzie per l'emergenza rifiuti, commissariPag. 4straordinari, subcommissari ed ogni sorta di funzionari, che potevano fare tutto e il contrario di tutto, pur di affrontare e gestire lo smaltimento dei rifiuti. Sono stati autorizzati fondi speciali per coprire la maggiore spesa che inevitabilmente queste sovrastrutture nel tempo hanno prodotto. Con quale risultato? Il fallimento più totale!
Poiché nessuno deve assumersi la responsabilità del fallimento, con atto di Governo tutto deve diventare e deve essere ricondotto a fatto politico. Purtroppo, in Campania non hanno alternativa. Non è possibile nemmeno scaricare la colpa sull'amministrazione precedente!
Al contrario di quello che è stato fatto, il Governo aveva il dovere di mantenere separata la responsabilità politica dalla responsabilità gestionale. Bisognava accertare, con puntuale perizia, cosa non avesse funzionato nel modello gestionale; bisognava addebitare le responsabilità a coloro che dovevano agire per il bene della collettività e invece non lo hanno fatto. Bisognava evitare che qualcuno approfittasse di questa inefficienza generale e costruisse le fortune economiche e politiche di imprenditori delinquenti e politici senza scrupoli. Bisognava verificare il modello gestionale più efficiente possibile da consegnare a funzionari statali o regionali, degni di questo nome, che dovevano amministrare sapendo di avere a disposizione l'autorità e le risorse dello Stato. Cosa è stato fatto di tutto ciò? Niente! Si è prodotto l'ennesimo «minestrone», affinché nessuno abbia colpa - adesso, anche con la benedizione del Governo - e tutto continui ad essere fatto come fino ad ora.
Il Governo, invece di fare chiarezza, crea una grande confusione; tenta di trasformare il Parlamento in un consiglio di amministrazione di società di smaltimento dei rifiuti, con l'accortezza, però, di evitare che qualcuno parli, che qualcuno sbadatamente faccia il nome di quelli che hanno la responsabilità reale dello sfascio prodotto in Campania.
Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni è sconcertante. Assistiamo all'ennesima mortificazione delle istituzioni democratiche...
PRESIDENTE. Deve concludere.
CARMELO LO MONTE. ...senza che, però - concludo - si abbia il coraggio di cambiare rotta.
Questo Governo abbia il coraggio di porre rimedio alle mostruosità create in Campania, il coraggio di affrontare il problema senza garantire impunità e immunità a nessuno, il coraggio di chiedere il conto a funzionari e politici...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
CARMELO LO MONTE. ...i quali hanno avuto poteri pressoché illimitati ma non hanno mai reso conto a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento presentato dall'Esecutivo come la nuova e miracolistica ricetta per affrontare in maniera definitiva l'emergenza rifiuti in Campania è invece solo l'ennesima decisione tampone, dove è possibile individuare un'unica determinazione: continuare nell'allegra gestione del business rifiuti.
Cosa prevede, infatti, il decreto-legge? L'annullamento di una gara regolarmente vinta da un'impresa, impossibilitata allo smaltimento dei rifiuti a causa della totale inattività dei consorzi comunali - carrozzoni politici ai quali spetta la raccolta degli stessi - con la conseguente autorizzazione del Commissario di Governo a riaffidare direttamente il servizio smaltimento rifiuti ad un'impresa di sua fiducia, in palese contrasto con le disposizioni comunitarie.Pag. 5
Annullare gare legittimamente vinte dà luogo, sempre, a ricorsi e strascichi giudiziari che determinano pagamenti di penali multimilionarie. Inoltre, la gara annullata risale allo scorso agosto - gestita, quindi, dall'attuale amministrazione di centrosinistra - per cui ci si chiede: essa era concepita male ab initio oppure non è andata secondo le previsioni?
Il decreto-legge prevede, inoltre, la nomina di tre subcommissari, con l'immancabile costituzione di una commissione di cinque soggetti di comprovata esperienza nella soluzione di emergenze ambientali - quindi otto nuove nomine di esperti - atti a «commissariare» il Commissario. Pertanto, dobbiamo dedurre che, fino ad ora, la regione Campania abbia messo in campo persone non esperte nella situazione di tematiche ambientali. Eppure, il Ministro plenipotenziario per l'ambiente è campano! Ci chiediamo, quindi, perché non sia divenuto, lui, commissario delegato. Forse perché è solo uomo di marketing, che vende proclami senza volersene assumere la diretta responsabilità!
Attraverso il decreto-legge, infatti, vengono attivate quattro megadiscariche - alla faccia della tanto invocata partecipazione degli enti locali nelle decisioni! - tra cui quella di Terzigno andrebbe addirittura situata in un'area di particolare valore ambientale: all'interno del Parco nazionale del Vesuvio, a monte di una zona di coltivazione di pregiati vini e prodotti agricoli.
Lascia davvero sconcertati che uno Stato europeo come l'Austria sia stato capace di collocare il più straordinario impianto di smaltimento dei rifiuti esistente in Occidente in pieno centro a Vienna. Gli abitanti del luogo, che pure avevano protestato contro un impianto che temevano inquinante, furono in un certo senso garantiti dalla prestigiosa «firma verde» del progettista. Perché Pecoraro Scanio - Ministro «verde» dell'ambiente - non garantisce con la sua firma gli impianti di smaltimento dei rifiuti? Ha paura, o cosa?
Inoltre, al Commissario viene dato il potere di requisire cave e discariche (anche quelle sequestrate dalla magistratura) e di utilizzarle anche in deroga alle disposizioni in materia ambientale ed igienico-sanitaria: una sorta di licenza ad inquinare, forse ad uccidere, nonché ad operare al di sopra della legge!
Cos'è questo decreto-legge? È una gabella medievale - alla faccia dello statuto del contribuente! - che impone tasse a tutte le famiglie campane per coprire le spese in deroga ai massimi previsti dai livelli nazionali. Il decreto-legge, infatti, prevede che per cinque anni i comuni campani debbano - ripeto - debbano aumentare la tassa sui rifiuti solidi urbani (la Tarsu), fino a totale copertura dei costi dello smaltimento dei rifiuti. Si tratta di costi attualmente non quantificabili e che, comunque, dati gli affidamenti diretti senza gara pubblica e, quindi, senza ribassi, certamente saranno superiori a quelli delle altre regioni italiane; si tratta di esborsi che non potranno essere quantificati dalle famiglie campane, le quali saranno soggette a gabelle degne dello sceriffo di Nottingham, arbitrarie e coercitive!
Nel decreto degli obbrobri, si dipinge uno scenario immaginario, per il quale entro i prossimi sei mesi, ovvero entro l'anno 2007, verrebbe a cessare l'emergenza, oramai decennale, dei rifiuti in Campania.
Infatti, dopo tale data, i vecchi, nonché attuali, amministratori torneranno a gestire i rifiuti urbani, magari continuando a promuovere l'immagine di Napoli «immondezzaio del mondo», attraverso prestigiose sedi di rappresentanza addirittura a New York.
Pertanto, ci chiediamo: perché nel decreto non si prevede di attribuire al commissario anche i poteri di individuare e denunciare i malfunzionamenti del sistema di gestione dei rifiuti? La risposta è ovvia: altrimenti, dopo il 31 dicembre 2007, le attività non potranno riprendere come prima e gli attuali amministratori locali non potranno tornare a gestire il grande business degli affari dei rifiuti. Pertanto, il Governo non vuole risolvere iPag. 6problemi, ma nasconderli. Diversamente, dovrebbe mettere sotto accusa Antonio Bassolino.
In questi anni, sono stati attaccati i diritti fondamentali delle popolazioni della Campania per responsabilità di un governatore dello stesso colore politico degli attuali inquilini di Palazzo Chigi. Gli abitanti della Campania sono stati trattati come sudditi e non come cittadini. Hanno pagato, e molto caro, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che avrebbe dovuto essere un servizio, ma si è rivelato solo uno dei pilastri del potere del centrosinistra.
Il mondo ci guarda; l'Europa ci guarda; l'opinione pubblica, non solo italiana, è al capezzale della Campania. I giornali e le televisioni straniere si interrogano sul caso Campania con toni da guerra, da catastrofe, da giorni del colera ed hanno ragione. È di questi giorni la notizia che la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro Paese per la cronica crisi dei rifiuti che colpisce Napoli e il resto della regione.
È mai possibile - chiediamolo, tutti, con senso di responsabilità e serenità, al di là delle appartenenze politiche e del giudizio su Bassolino - che debba intervenire la Commissione europea perché in Campania venga affrontata e risolta l'emergenza rifiuti? Per quale altro Paese del mondo, per un servizio che dovrebbe essere di normale amministrazione, è necessaria la presa di posizione di organismi sovranazionali? La Commissione europea ha dovuto ricordare, in una nota, agli immemori esponenti del centrosinistra campano e nazionale, i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, che hanno rilevato un aumento della mortalità tra i residenti che vivono in prossimità delle discariche, per non parlare dell'80 per cento in più delle malformazioni fetali, per effetto dello smaltimento dei rifiuti, anche tossici e nocivi, favorito da decisione politiche poco attente all'ambiente.
A tal proposito, ci chiediamo se l'iniziativa industriale della società Micron, da parte del governatore della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, tanto decantata, non rappresenti solo una copertura al fine di realizzare un megaimpianto per lo smaltimento dei rifiuti tossici e speciali.
Supponiamo ciò in quanto, nella Marsica, è prevista la realizzazione di un termovalorizzatore, indubbiamente sovradimensionato di circa 50 volte il fabbisogno energetico occorrente all'ampliamento. Pertanto, per farlo funzionare a pieno regime, occorrerebbe bruciare i rifiuti di gran parte delle regioni italiane, sicuramente tutti quelli prodotti nella regione Campania.
Tale sospetto nasce anche dalla circostanza che la bozza del nuovo piano regionale abruzzese di gestione dei rifiuti permetta, a differenza di quello attuale, la realizzazione di impianti aventi le caratteristiche di quello in questione. Quindi non vorremmo fosse in atto un patto tra governatori d'area, che dopo avere ridotto la Campania ad un immondezzaio, pensino di trasformare l'Abruzzo in pattumiera italiana di rifiuti industriali tossici e speciali.
Pertanto, la continua mancanza di volontà di confronto e di dibattito, mediante il continuo ricorso alla fiducia, determina in noi la convinzione che tutte le leggi speciali emanate dal Governo servano esclusivamente alla tutela di interessi politici di parte.
Per tali ragioni, il gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, voterà «no» al provvedimento in discussione, con convinzione e coerenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giuditta. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo dei Popolari-Udeur ribadisce il proprio voto favorevole al provvedimento di conversione del decreto-legge in esame.
Il provvedimento in esame rappresenta per noi un punto di partenza per far fronte alla drammatica realtà che investePag. 7il territorio della regione Campania per l'inefficiente gestione del ciclo integrato dei rifiuti che si è registrata in questi anni.
Il decreto-legge in esame non solo individua misure urgenti finalizzate al superamento di questa gravissima fase di emergenza con l'apertura delle discariche e la loro messa in sicurezza, ma individua anche un nuovo modello per la gestione dei rifiuti attraverso il fondamentale coinvolgimento degli enti locali e delle istituzioni preposte.
L'approvazione di tale provvedimento è attualmente l'unica strada percorribile e rappresenta un atto di grande responsabilità nei confronti delle popolazioni campane che non possono subire altri ritardi e che si attendono, dal Governo e dalle istituzioni locali, la immediata risoluzione della gravissima crisi in atto.
L'attribuzione di ulteriori poteri e l'affermazione di obiettivi certi previsti nel decreto-legge sono gli strumenti che consentiranno al Commissario Bertolaso di affrontare l'emergenza e di poterla definitivamente superare.
La previsione della concertazione con le istituzioni locali ed il coinvolgimento diretto di tutti gli enti che entro il 1o gennaio 2008 saranno chiamati a svolgere, in regime ordinario, compiti e funzioni in materia di rifiuti, sono le giuste premesse per uscire dalla fase di emergenza che in Campania dura da circa quattordici anni.
Il testo che stiamo per approvare non è, quindi, un documento tampone come quelli approvati nel passato, ma è invece, grazie al dibattito sviluppatosi in Parlamento, un atto legislativo che ha come obiettivo strategico l'accelerazione di tutte le iniziative tese al passaggio dalla fase eccezionale a quella ordinaria attraverso una governance integrata.
Allo stesso tempo è assolutamente necessario che vengano individuate e definite con chiarezza le funzioni e i ruoli nei diversi livelli decisionali al fine di evitare inutili duplicazioni e sovrapposizioni che continuerebbero a determinare grande inefficienza.
Dal decreto-legge emerge un importante dato politico ed istituzionale: quello dell'attribuzione delle funzioni in un quadro di autosufficienza, di politica dei rifiuti alle amministrazioni provinciali. In tal senso, come gruppo dei Popolari-Udeur, daremo un contributo significativo, anche in occasione della discussione sulle modifiche al codice dell'ambiente, proponendo in quella sede un nuovo modello organizzativo che ridefinisca in maniera organica ruoli e competenze.
Tale modello dovrà prevedere anche l'eliminazione degli ATO, gli organismi provinciali previsti dalla legge regionale, i quali rappresentano un inutile appesantimento e una sovrapposizione burocratica determinando ulteriori costi per la collettività.
Il decreto-legge in esame darà maggiore forza e sostegno al Commissario, fissando contestualmente l'inizio della gestione ordinaria di cui la classe politica e la dirigenza locale dovranno rispondere assumendosi appieno la responsabilità nei confronti dei cittadini.
Certamente le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni amministratori delle passate gestioni commissariali ed i ripetuti annunci di dimissioni da parte del Commissario Bertolaso non favoriscono quel processo di avanzamento che tutti auspichiamo, ma anzi hanno creato e creano ulteriori condizioni di sfiducia verso la politica e le istituzioni.
Come cittadino campano sento il dovere politico e morale di fare appello al senso di responsabilità ad ogni livello istituzionale, invitando tutti ad una seria e fattiva collaborazione, superando diffidenze e contrapposizioni che sono dannose per il territorio della nostra regione che merita di essere esaltata e tutelata per le sue ricchezze culturali, storiche e naturalistiche.
Non è più tollerabile avere per le strade tonnellate di spazzatura che non permettono una vita dignitosa e sana ai nostri cittadini. Un'indagine effettuata dall'Organizzazione mondiale della sanità ha evidenziato, in alcune zone, un aumento vertiginoso di patologie di cancro e di malformazioni fetali rispetto alla media nazionale.Pag. 8
Queste sono le ragioni per le quali si deve assolutamente avviare una nuova fase e si devono attuare con urgenza tutte le iniziative per il definitivo superamento dell'emergenza, che per troppo tempo ha sofferto la mancanza di un'organica programmazione e di interventi mirati ad una gestione efficiente.
L'esigenza del territorio ci impone la messa in campo di una nuova politica ambientale, in totale discontinuità con il passato, che parta con l'effettiva realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, fissando come obiettivi la prevenzione nella produzione, il riutilizzo, il riciclaggio del materiale, il recupero di energia e lo smaltimento.
Onorevoli colleghi, anche la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che ha recentemente presentato in Parlamento una relazione, ha rappresentato la reale situazione dell'emergenza rifiuti in Campania nelle varie sfaccettature, individuando la necessità di superare ogni forma di commissariamento e di contrastare con forza gli interessi dei poteri criminali, che trovano nel vuoto legislativo e nell'incertezza gestionale una condizione favorevole per le loro attività illecite.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, il gruppo dei Popolari-Udeur esprimerà voto favorevole alla definitiva conversione in legge di questo decreto-legge, nella convinzione che, per i motivi espressi, esso rappresenti l'inizio di una nuova stagione, che chiuda con la logica tampone dell'emergenza ed affronti il problema dei rifiuti con misure concrete, per restituire ai cittadini campani la necessaria condizione di vivibilità che da troppo tempo è messa in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, la conversione di questo decreto-legge - nonostante dobbiamo rilevare, in modo responsabile, la presenza di limiti ed imperfezioni - è indispensabile per dare a noi cittadini campani la possibilità di seguire un percorso, che ci porti fuori da questa maledetta emergenza rifiuti.
Le contrapposizioni alle quali abbiamo assistito e continuiamo ad assistere in questi giorni non attengono certamente al senso di responsabilità della politica. Mi sarei aspettato da parte dell'opposizione una maggiore responsabilità, proprio perché siamo di fronte ad una grave situazione emergenziale, che ha messo letteralmente in ginocchio i cittadini campani. Il clima politico che si è creato e che vediamo ancora oggi sui diversi quotidiani non contribuisce certamente a trasmettere un po' di serenità e certezze alle comunità campane. Di fronte a questa grave situazione, la demagogia, le strumentalizzazioni e la retorica non servono assolutamente a risolvere i problemi dei cittadini; anzi, contribuiscono ad aumentare la sfiducia e lo scetticismo nei confronti delle istituzioni e della politica.
È arrivato il tempo di agire in modo concreto, di dimostrare che siamo ancora capaci di affrontare e risolvere i problemi della gente. Ormai i cittadini campani conoscono bene le responsabilità e si aspettano da noi risposte concrete, capaci di restituire dignità a popolazioni che non meritano certamente queste umiliazioni.
Proprio noi Verdi, in diverse circostanze, abbiamo assunto una posizione critica per ciò che riguardava la gestione dei rifiuti in Campania. In particolare, è da anni che denunciamo la truffa subita dai cittadini campani da parte della Fibe e non ci meraviglia affatto il giudizio espresso dalla magistratura proprio in questi giorni. Ci avevano addirittura fatto credere che quelle ecoballe potessero rappresentare una fonte di ricchezza: in realtà, hanno lasciato sui nostri territori cumuli di balle, cioè rifiuti impacchettati, che oggi, oltre a contribuire ad alimentare la crisi, creano gravi danni alla salute dei cittadini. È questa, purtroppo, l'unica vergognosa ricchezza che ci hanno lasciato.
Noi Verdi parliamo da anni di riduzione della produzione dei rifiuti, di incentiviPag. 9al riuso, di inertizzazione e stabilizzazione dei rifiuti, di nuove e più avanzate tecnologie per lo smaltimento dei rifiuti, della realizzazione di impianti di compostaggio, dell'utilizzazione degli inerti per bonificare e chiudere le tante cave sequestrate alla camorra presenti nel territorio campano (molte delle quali, ancora oggi, sono gestite dalla camorra stessa), di raccolta differenziata.
A proposito di quest'ultima, va sempre ricordato che l'emergenza rifiuti non si è assolutamente avvertita nei comuni campani nei quali si raggiungono percentuali significative di raccolta differenziata.
Tutto ciò oggi non è più una fantasia dei Verdi, ma è diventata una necessità.
Qualcuno in quest'Assemblea ha avuto anche il coraggio di criticare il Ministro dell'ambiente e i Verdi per la posizione assunta sulla discarica di Serre. Vorrei ricordare che proprio Serre ha rappresentato uno degli esempi più belli e significativi di come una comunità ha collaborato con le istituzioni, per individuare sul proprio territorio una valida e altrettanto efficiente alternativa alla discarica indicata dal commissariato, naturalmente opponendosi al tentativo di imporre una discarica in un'oasi protetta. Contro mille ostacoli ci siamo adoperati per andare incontro alle esigenze dei cittadini, preoccupandoci di tutelare un'area protetta. Il 29 giugno la discarica di Macchia Soprana è stata collaudata, quindi oggi è pronta per essere utilizzata, nonostante i tanti proclami di impossibilità di aprire tale discarica sulla base di pure e semplici intenzioni. E trovo grave che qualche esponente del centrodestra, proprio nel dibattito di questi giorni, ha parlato di terreno non adatto per la realizzazione di una discarica. Ricordo che le perizie tecniche hanno evidenziato un terreno argilloso, cioè esattamente identico a quello di Valle della Masseria. In proposito, mi fa piacere sottolineare come si sia anche raggiunto l'obiettivo, così come concordato dalla conferenza di servizi, di togliere il presidio militare presente sull'area protetta del WWF a Serre.
Di fronte a tale ostruzionismo gratuito, questi colleghi parlamentari farebbero bene a chiedersi che cosa abbia fatto nei cinque anni di governo il centrodestra per aiutare la Campania ad uscire dal commissariamento e cosa abbia fatto il Ministro dell'ambiente del centrodestra per riqualificare i territori campani devastati e degradati.
Proprio sulla vicenda di Serre noi Verdi abbiamo dato un contributo estremamente concreto, aiutando il Commissario Bertolaso a recuperare uno spirito di collaborazione e di concertazione con la comunità di Serre, per arrivare alla definizione di un sito alternativo; siamo certamente orgogliosi di esserci riusciti. Ciò dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che le imposizioni nei diversi territori alimentano solo disordini e sfiducia da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica. Se oggi in Campania c'è un clima di grande scetticismo da parte della gente, è perché tante, troppe sono state le promesse, ma non sono state mai mantenute. Dopo tredici anni di commissariamento, vedere ancora una situazione di piena emergenza sui territori campani è l'evidente dimostrazione del fallimento delle strutture commissariali.
Queste sono le ragioni per le quali noi Verdi siamo convinti che bisogna arrivare al più presto ad una gestione dei rifiuti ordinaria, affidando la responsabilità ad organi democraticamente eletti e non a strutture commissariali composte da nomine varie, che non fanno altro che alimentare l'emergenza, creare situazioni clientelari e aumentare a dismisura lo sperpero di denaro pubblico. Se a tutto ciò aggiungiamo il forte condizionamento della criminalità organizzata o, meglio, il notevole interesse da parte della camorra, che ha visto nell'emergenza rifiuti una fonte di guadagno, allora possiamo capire ancora di più il motivo per cui ancora oggi abbiamo cumuli di spazzatura per le nostre strade.
Ha inoltre contribuito notevolmente al disastro ambientale sui territori campani anche lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali. A proposito di tale argomento, miPag. 10fa piacere complimentarmi con la procura di Santa Maria Capua Vetere e con le forze dell'ordine, che proprio questa mattina hanno realizzato una maxioperazione in Campania contro il traffico illecito di rifiuti. In questo momento di estrema difficoltà, simili segnali di legalità ci aiutano ad essere più ottimisti e ancora più determinati nella difesa del nostro territorio e nella lotta alla criminalità organizzata.
È evidente che ci sono state anche delle responsabilità della politica: scelte sbagliate; assenza di un'adeguata programmazione per lo smaltimento dei rifiuti; mancati investimenti per utilizzare tecnologie più avanzate e con basso impatto ambientale; assenza di programmazione e di investimenti per realizzare una vera raccolta differenziata; assenza di una politica per il riuso e di incentivi per l'industria del riciclo; assenza di controlli e di verifica sulle attività delle diverse strutture commissariali che si sono alternate negli anni; convinzione errata che i rifiuti potessero addirittura rappresentare una fonte di ricchezza, tanto da investire e credere negli impegni assunti dalla Fibe.
Sicuramente tali elementi rappresentano una parte significativa di errori commessi dalla politica (e non da quella del centrosinistra o del centrodestra, ma dalla politica nel suo complesso).
Il nostro augurio e, nello stesso tempo, il nostro impegno è che si arrivi al più presto a chiudere tutte le forme di commissariamento, rivelatesi incapaci di affrontare e risolvere i problemi per i quali sono state istituite.
Nonostante la drammatica situazione attuale, la Campania e i cittadini campani vogliono reagire e noi, in quanto istituzioni, abbiamo il dovere di stare dalla loro parte, ponendo fine a quelle contrapposizioni sterili che ormai disgustano tutti i cittadini italiani.
Per tali motivi, noi del gruppo dei Verdi, con la nostra cultura di un ambientalismo tante volte del «sì» - e voglio sottolineare il «sì» - e qualche volta del «no», ma sempre ed esclusivamente a tutela del bene e dell'interesse dei cittadini, esprimiamo oggi un voto favorevole sulla conversione del decreto-legge al nostro esame, con l'augurio che mai più, in nessuna regione del nostro Paese, si debba parlare ancora di emergenza rifiuti (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Angelis. Ne ha facoltà.
GIACOMO DE ANGELIS. Signor Presidente, alla fine delle dichiarazioni di voto che stiamo svolgendo, voteremo a favore del decreto-legge in esame, il secondo in un anno, ovviamente con l'auspicio che esso possa servire a risolvere o, comunque, ad avviare a soluzione l'emergenza in Campania.
Nel dibattito sono emerse tante questioni di merito, che avrebbero richiesto una riflessione più attenta, ma la scarsità dei tempi disponibili e la conseguente scelta del Governo di porre la questione di fiducia hanno di fatto impedito un confronto vero e propositivo.
Tutto ciò ha prefigurato, come tutti abbiamo visto, un immenso teatrino: da una parte, l'opposizione che, anche se con toni diversi, si è lasciata andare ad attacchi violenti, spesso rozzi ed offensivi; dall'altra, una maggioranza, la nostra, nella condizione di subire in silenzio.
Voglio dire con molta chiarezza al Governo che tutto ciò non è più tollerabile e che, da campano e da deputato comunista, tutto ciò mi indigna: l'immagine di una regione incapace di risolvere i propri problemi e connivente con la camorra è lesiva della dignità di milioni di cittadini campani.
Perché ci troviamo in tale situazione? Il gruppo dei Comunisti Italiani ritiene che le motivazioni provengano da molto lontano: si è voluto ad ogni costo approvare un piano regionale, che tutti consideravamo sbagliato e che non prevedeva la raccolta differenziata, mentre l'unica certezza all'interno di quel progetto era l'incenerimento (non a caso, all'inizio si parlò di cinque termovalorizzatori).Pag. 11
La responsabilità più grave è di chi ad ogni costo ha voluto affidare alla Fibe la costruzione degli impianti e la gestione dell'intero sistema, fatto ancor più grave perché è stato realizzato in presenza di forti dubbi sulla regolarità della gara e della qualità del sistema industriale proposto.
Abbiamo denunciato tutto ciò per anni, anche in consiglio regionale - lo voglio dire soprattutto ai colleghi parlamentari dell'opposizione e in particolare a chi è molto lontano da questa regione - poiché ci rendevamo conto che quella strada ci avrebbe portato al disastro (e siamo stati profeti su questo argomento).
L'accusa che ci veniva mossa in quelle occasioni era che il nostro atteggiamento, indirettamente e oggettivamente, avrebbe favorito la camorra. A costoro abbiamo detto - e continuiamo a dichiararlo in quest'aula - che non si erano accorti che, nel frattempo, i delinquenti avevano spostato la loro attività nella raccolta e nel trasporto dei rifiuti solidi urbani. Inoltre, la stessa camorra si era interessata - e continua a farlo - alla compravendita dei terreni dove venivano ubicati gli impianti di CDR, dello stesso termovalorizzatore di Acerra e ancora, in questi ultimi mesi, dello stesso deposito di milioni di ecoballe.
Tale sistema non poteva funzionare perché prevedeva, così come è avvenuto, la costruzione di 7 impianti di CDR, che la stessa magistratura in epoche diverse ha sequestrato, ritenendoli inidonei a produrre CDR di qualità. Inoltre, la magistratura ha bloccato l'impianto di Acerra, poiché, a suo avviso, esso contravveniva alle norme europee. Non a caso si è stati costretti a modificare sostanzialmente l'intera struttura industriale, adeguandosi alle famose 28 condizioni per continuare a costruire l'impianto, ma anche in tale occasione sono stati sprecati milioni di euro per poterlo edificare. Tuttavia, il fatto che indigna di più è che anche quel famoso CDR che proviene da tali impianti non potrà mai essere bruciato da quello di Acerra. Questa è la circostanza drammatica! Questi sono i problemi che dobbiamo affrontare! A ciò aggiungerei un altro dato che spesso viene citato e che abbiamo criticato, non tanto per il fatto che si è compiuta un'operazione occupazionale nella regione Campania - e mi riferisco ai 2.500 lavoratori chiamati alla raccolta differenziata - ma perché in tale circostanza è emersa una grave responsabilità, in quanto tali lavoratori non sono stati messi in condizione di svolgere quella funzione.
Ebbene, anche insieme ad altre forze politiche abbiamo denunciato tali problematiche, agendo di conseguenza. Abbiamo affermato che in questo modo non si va da nessuna parte! Abbiamo chiesto da sempre la rescissione del contratto con la Fibe. Fortunatamente, dopo tanti anni, proprio perché non era più possibile derogare a tale richiesta, il contratto con la Fibe è stato rescisso, ma da questo sono derivati altri problemi in merito alla capacità o alla titolarità della gestione di tali impianti.
Inoltre, avevamo chiesto - anche in tale circostanza si è dimostrata una denuncia vera e sostanziale - lo scioglimento del commissariato. Tutti ne parlate, tutti dite e tutti siamo concordi nell'affermare che il commissariato dei rifiuti in Campania si è rivelato un fallimento totale!
Abbiamo chiesto - e continuiamo a farlo - che si torni alle gestione ordinaria dei rifiuti. Lo abbiamo espresso con coscienza, sollevando una critica di merito e sostenendo che la responsabilità proveniva da lontano, vale a dire dai commissari che si sono succeduti in quel ruolo. Lo abbiamo detto senza remore, riferendoci in particolare alla responsabilità fortissima dell'allora Commissario dei rifiuti e dell'attuale presidente della regione Campania. Abbiamo denunciato tutto ciò, cercando di interloquire, perché siamo ancora in tempo per fermarci e per individuare una soluzione migliore per uscire dall'emergenza.
Abbiamo pagato questo comportamento - ne sono consapevoli soprattutto i partiti presenti in Campania - e mi riferisco al partito, nel senso che siamo stati criminalizzati e isolati anche dentro il centrosinistra. Voglio dire ai colleghi qui presenti che, come tutti sanno, noi siamoPag. 12fuori dalle amministrazioni regionali e provinciali in Campania per avere osato criticare tale comportamento, per aver obiettato al presidente Bassolino che si trattava di una strada sbagliata che ci avrebbe portato soltanto al disastro. Lo dimostra il fatto che è stato emanato un secondo decreto-legge, che stiamo convertendo in legge.
Si è trattato per me e per noi - lo voglio dire - di una stupida vendetta contro un partito, che fieramente portava avanti le sue posizioni e dichiarava che quella era una strada sbagliata. Oggi siamo alla catastrofe! Non voglio sottrarmi al tema della discussione, ma credo che avremmo potuto fare un buon lavoro in Parlamento. Avremmo potuto discutere con maggiore pacatezza e trovare soluzioni migliori. Ciò non è stato possibile, lo ripeto, per i tempi a disposizione, ma credo che su questo...
PRESIDENTE. Deputato De Angelis, concluda.
GIACOMO DE ANGELIS. Credo che occorra ritornare sul problema. Chiedo al Governo di ritornare sull'intera materia per aiutare la Campania ad uscire da tale situazione, perché da sola non può farcela. Questo è il punto. Nella dichiarazione finale.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore. Lei sa che siamo in ripresa diretta.
GIACOMO DE ANGELIS. Ho concluso, Presidente. A nome del mio gruppo, dichiaro che il nostro voto sarà favorevole al provvedimento in esame più per un principio politico...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
GIACOMO DE ANGELIS. ...di rispetto del Governo che per il merito del decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, il Parlamento oggi è chiamato a convertire in legge il secondo decreto-legge sull'emergenza rifiuti della legislatura. Tale dato può già testimoniare la delicatezza e l'importanza dell'argomento e la solennità del momento.
La situazione emergenziale campana è sotto gli occhi di tutti. È finalmente, all'onore delle cronache nazionali ed europee come un dato eclatante di come possano funzionare le cose in Italia, uno dei Paesi più avanzati, evoluti e moderni di tutto il mondo.
Il «caso Napoli» e il «caso rifiuti in Campania» a mio giudizio sono il paradigma di cosa sia il «caso Italia». Rispetto alla situazione campana non si può negare la responsabilità della politica. Invece, noi della Rosa nel Pugno, diciamo con chiarezza che occorre indagare, ricostruire gli eventi e verificare le singole responsabilità dei vari schieramenti e personaggi che si sono succeduti in responsabilità apicali nella gestione amministrativa campana. Occorre avere la lucidità di guardare il fenomeno e riconoscere che il «caso Napoli», il «caso rifiuti», il «caso emergenza campana» sono l'emblematico «caso Italia», dove la magistratura e le inchieste giornalistiche non hanno visto e la politica ha sempre tentato di trovare strade di condivisione e di compartecipazione del problema.
Si tratta, dunque, di un caso che può portare a ragionamenti più profondi e più significativi. Tutti ricorderanno le «paginate» sui giornali nazionali sul Rinascimento napoletano. Quanti fiumi di inchiostro sprecati sulla rinascita (auspicabile ed importante) della città di Napoli, mentre, nello stesso momento, si accumulavano cinque milioni di ecoballe, che non erano neanche ecologiche e rappresentavano la degenerazione di un sistema inefficace, inefficiente ed illegale della gestione dei rifiuti napoletani!Pag. 13
Chi ha indagato in quel momento, chi ha avuto la forza di comprendere e di portare all'attenzione dell'opinione pubblica e dei cittadini elettori la reale problematicità del «caso Napoli»?
In questo momento è in atto una rivalsa nei confronti della politica. È importante, ripeto, indagare per ricostruire le responsabilità; tuttavia queste sono riconducibili ad un sistema complessivo, che vede assieme politica, magistratura e giornali. Questo è un dato che tengo a sottolineare, perché si tratta del tipico «caso Italia», dove i problemi non si risolvono ma si amplificano nella disattenzione. L'emergenza ha le sue ricadute positive per il sistema partitocratico. Infatti, la situazione emergenziale ha le sue ricadute di interessi non solo per le ecomafie e per l'illegalità vera e propria, ma anche per un mondo che, attorno a questa gestione illegale, trova il modo di costruire interessi, poteri, lotta politica e carriere. Si tratta di un'analisi pesante e tragica di un sistema Italia, che così vive i suoi fenomeni più gravi e che attorno ai rifiuti di Napoli ha visto costruire un paradigma tutto italiano.
Alcuni colleghi hanno già riferito che si è aperta una nuova procedura di infrazione da parte della Unione europea nei confronti dell'Italia proprio per la gestione dei rifiuti. Il Ministro Emma Bonino in questi mesi ha provveduto a chiudere tante procedure europee di infrazione - abbiamo ben 43 procedure in meno - ma permane l'ultima, la più attuale: quella sui rifiuti napoletani, che hanno messo in grave allarme l'Unione europea.
Il 19 luglio la Commissione europea sarà a Napoli per verificare direttamente cosa sta accadendo. L'allarme non riguarda solo il territorio e l'ambiente, ma anche la stessa salute della cittadinanza, con un rischio di epidemie e di contaminazioni nel sangue dei cittadini che vivono in quelle terre. Non si tratta di un allarmismo fine a se stesso.
Noi esprimeremo voto favorevole sul provvedimento in esame, come ha affermato il collega Lello Di Gioia nei giorni scorsi, intervenendo nel corso del dibattito sul voto di fiducia. Lo voteremo, perché siamo convinti che costituisce un passaggio, certamente non perfetto, non quello che avremmo voluto, dal momento che potevamo intervenire in questa materia negli ultimi 14 anni. Tuttavia, è un tassello che contiene alcuni elementi di chiarezza: entro il 31 dicembre 2007 dobbiamo chiudere lo stato emergenziale ed il commissariamento; dobbiamo superare questa fase per restituire piena responsabilità alle istituzioni locali, con il coinvolgimento diretto delle province e della regione.
Abbiamo dato fiducia alla decisione del Governo, nelle sue scelte tecniche specifiche, nell'individuazione degli strumenti e delle risposte puntuali, come l'apertura di discariche e di siti per sistemare le 950 mila tonnellate di rifiuti non smaltiti tuttora accumulati e che ogni giorno aumentano nel napoletano. È un dato importante, un tassello per costruire una via d'uscita da una emergenza che, permanendo tale condizione da 14 anni, costituisce l'esempio di come funzionano le cose in Italia.
Nella consapevolezza che siamo oggetto di un'attenzione internazionale, il Parlamento, anche nel confronto naturale tra gli schieramenti di centrosinistra e di centrodestra, tra maggioranza e opposizione (con quel tanto di demagogia e di «teatrino della politica» che si innesca in questi casi), sta procedendo con attenzione e con cura, anche mediante la Commissione speciale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, per produrre un cambiamento di politica.
Ripeto, abbiamo votato la fiducia e confidiamo che questo decreto-legge possa costituire un ulteriore passaggio di avvicinamento alla soluzione del problema, ma dobbiamo dire chiaro e forte alla società civile e all'opinione pubblica che ci osserva, ai giornalisti, ai magistrati che non si può più non vedere quello che succede.
Non si potevano non vedere i camion che dal Nord portavano al Sud i rifiuti; non si possono più vedere gli accumuli di ecoballe non ecologiche che aumentano (si vedono persino dai satelliti!): vi sono 5 milioni di ecoballe ingestibili che rappresentanoPag. 14la testimonianza concreta e forte di come non si debbano gestire i rifiuti in Italia.
Esistono ricette per risolvere tale situazione; altri Paesi hanno saputo intervenire sul delicato fenomeno della gestione del rifiuto meglio dell'Italia, tenendo conto che esso è una ricchezza e che ciò che noi buttiamo è in gran parte materiale che possiamo riciclare e da cui possiamo recuperare energia e sostanze. Certamente, si tratta di un materiale che dobbiamo gestire con la consapevolezza di essere un Paese moderno ed all'avanguardia; quindi, dobbiamo ridurre la produzione di rifiuti, cercando di recuperarli in modo differenziato.
Questa è una sfida epocale e, al contempo, culturale nella quale devono intervenire tutte le forze sociali del Paese, con campagne di informazione e di sensibilizzazione, ma anche prevedendo sanzioni e interventi, con la capacità di incidere davvero sulla realtà per costruire un futuro diverso e tentare di superare questa emergenza che è il prodotto di anni di malgoverno. Di un malgoverno che non è solo napoletano e campano, ma è generalizzato, ed è quello di un'Italia che non ha voluto vedere ciò che accadeva e di una magistratura che non ha saputo intervenire su quanto avveniva sotto gli occhi del magistrato di turno.
Ricordiamo che nel nostro Paese esiste l'obbligatorietà dell'azione penale; vi è ancora questo feticcio, questa ipocrisia, perché è inapplicabile...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
BRUNO MELLANO. ...e occorre salutare con favore le inchieste come quella condotta da Saviano, nel libro Gomorra, che ha contribuito a portare all'attenzione dell'opinione pubblica e, quindi, anche del Parlamento, il caso dell'emergenza dei rifiuti.
Noi voteremo a favore del provvedimento, perché lo riteniamo un passaggio per superare definitivamente l'emergenza che dura da 14 anni e per dare un contributo responsabile e consapevole alla gestione delicata di tutto il territorio (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, colleghi deputati, signor Ministro e signori sottosegretari, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori preannunzio il voto a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 61 dell'11 maggio 2007. Nello stesso tempo, però, non posso non proporre alcune riflessioni sullo stato di crisi della gestione dei rifiuti nella regione Campania, perché di crisi si tratta!
Non si può lasciare, infatti, una regione per tanto tempo - 14 anni - nell'emergenza dei servizi essenziali per il vivere civile, quali la gestione dei rifiuti, le mancate bonifiche e il sistema delle risorse idriche. Tra questi, lo stato dell'emergenza dei rifiuti è diventato cronico.
È ovvio che chi non sa affrontare tali problematiche e non sa risolvere i problemi essenziali della popolazione, dovrebbe farsi un esame di coscienza e - aggiungo io - qualche volta dovrebbe anche cambiare mestiere. Mi riferisco a quanti si sono alternati al governo della regione, delle province e dei comuni, a partire dal grande comune di Napoli. È inutile nasconderlo: siamo di fronte al fallimento di un'intera classe dirigente di ogni colore politico!
Premesso ciò, voglio invitare non solo la maggioranza, ma anche l'opposizione a collaborare per superare i problemi gravissimi che si presentano oggi nella bellissima regione della Campania.
Ho espresso a suo tempo, durante la conversione del primo decreto-legge, numerose perplessità sia sul prolungamento dell'emergenza fino al 31 dicembre 2007, sia sui poteri conferiti al commissario, sia ancora sulla scelta del commissario nella persona del Capo della protezione civile perché quest'ultima è impegnata in moltissime emergenze del nostro Paese. ÈPag. 15evidente, infatti, che per ricoprire tale carica è necessario un impegno giorno per giorno, notte per notte e mattina per mattina. Avrei preferito, invece, un ritorno immediato alla normale gestione prevista dalle leggi e ho invitato, pertanto, gli organi democratici eletti dal popolo ad accettare la sfida per risolvere tali problemi. Ciò non è stato possibile. Si è nominato, dunque, il commissario, sostenendo che avrebbe risolto i problemi in pochi giorni. Ciò non si è verificato, in quanto il problema è stato sottovalutato e oggi, a distanza di molti mesi, è necessario intervenire di nuovo.
Il decreto-legge in esame presenta certamente molte luci: dalla scelta dei siti delle discariche, al fatto che i presidenti delle province saranno collaboratori del commissario (ovvero vice-commissari), alla scelta di ridurre le spese, di riorganizzare i consorzi, di ricominciare ad avviare il processo per uscire dall'emergenza entro la fine dell'anno.
Siamo amareggiati, tuttavia, in quanto non possiamo emendare il decreto-legge in esame in ordine alle ombre che presenta. Al Senato, infatti, sono state inserite alcune luci, ma anche delle ombre. Ad esempio, è stata prevista la carica di commissario delegato, che dovrebbe essere lasciato libero di operare, ma, sempre al Senato, è stato stabilito che il commissario, una volta proposto il piano stralcio dei rifiuti della Campania - indispensabile per costruire gli impianti - debba trovare l'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Tale punto non era presente nel decreto-legge originario. L'intesa - sappiamo bene - può essere deleteria, in quanto può far perdere tempo e causare delle difficoltà. Avremmo voluto proporre, quindi, un emendamento per evitare ciò, ma non è stato possibile. Ci appelliamo, dunque, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare affinché tale intesa non costituisca una perdita di tempo e si approvi rapidamente il piano stralcio, che il commissario delegato dovrà necessariamente preparare e realizzare.
La situazione politica generale non ci ha permesso di votare un emendamento in tal senso, in quanto è stata chiesta la fiducia. Di conseguenza non è stato possibile mettere ai voti proposte emendative, anche se avremmo voluto modificare il punto ricordato, al pari di altri punti che ci sembrava possibile emendare.
Il piano stralcio deve permettere l'immediato avvio di una ripresa, ovvero deve avviare il ciclo integrato dei rifiuti e deve essere tale da poter decongestionare e razionalizzare le competenze, in quanto temiamo sempre che nella gestione caotica di questo settore si infiltri la malavita organizzata, che non costituisce una novità nella regione Campania.
Ciò è stato sottovalutato. La razionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti comporta anche la lotta contro la criminalità organizzata ed il suo superamento. Solo così, quindi, si possono realizzare impianti di trattamento. A me non interessa se si tratti di impianti di un tipo o dell'altro: oggi la tecnologia e la gestione avanzata ci possono permettere di gestire qualunque tipo di impianto, anche nelle città, come ad esempio avviene a Brescia, a Milano e a Vienna. Non mi meraviglia, pertanto, il fatto che - purtroppo - una sottocultura abbia impedito, finora, di realizzare alcune opere fondamentali per smaltire i rifiuti in Campania.
Le quattro discariche di cui si tratta devono essere realizzate. Prendo atto - e di ciò mi sono informato personalmente - che la discarica di Macchia Soprana può essere addirittura ampliata e che essa, oggi, può contenere fino ad un milione 200 mila tonnellate di rifiuti. Dal 9 luglio, cioè dal giorno successivo alla chiusura della discarica di Ariano Irpino, si potrà utilizzare, per un lungo periodo di tempo, quella di Macchia Soprana, che può essere anche ampliata. Ciò mi fa molto piacere, perché rappresenta un esempio di collaborazione tra gli enti locali, la popolazione, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Commissariato. È necessario completare l'inceneritore di Acerra e bisogna realizzare anche quello nella provincia di Salerno,Pag. 16utilizzando la disponibilità del sindaco di quest'ultima città: tali impianti devono essere tutti urgentemente realizzati!
Contro la camorra vi sono gli impegni del Governo e quelli del Parlamento: non bisogna dimenticare che, lo scorso 13 giugno, la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse ha approvato un documento che fornisce una via d'uscita «morbida». A nessuno, però, venga in mente di continuare, dopo il 31 dicembre 2007, con il commissariamento in Campania, perché non siamo disponibili ad approvare altri provvedimenti che vadano in tale direzione. Preannunzio, pertanto, che il gruppo Italia dei Valori voterà, in maniera convinta, a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 61 del 2007, al nostro esame: riteniamo che esso sia l'unico modo per affrontare l'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, l'emergenza rifiuti in Campania ha occupato le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, sia in Italia sia all'estero: essa è stata spesso rappresentata invertendo cause ed effetti, fino a far apparire come fonte principale della drammatica situazione la sindrome Nimby (not in my backyard), ispirata alla logica del «non nel mio giardino» e, dunque, al rifiuto, da parte della popolazione, a discariche e impianti di smaltimento vicino alle proprie case.
Il gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo europeo, al contrario, ritiene che la causa principale dell'emergenza risieda nell'incapacità evidente delle istituzioni di predisporre un efficace piano di gestione dei rifiuti. Nonostante il commissariamento straordinario di tredici anni, non sono stati riorganizzati né la raccolta dei rifiuti, né il risanamento delle aree da essi inquinati, né il ripristino degli standard ambientali di quei luoghi. Confidiamo nel fatto che l'indagine della magistratura potrà chiarire responsabilità, interessi, connivenze e ruolo delle imprese. L'assurdo è un tratto distintivo della vicenda: mentre non si sono costruite sedi legali dello smaltimento, la Campania ha continuato illegalmente a ricevere, da altre parti d'Italia, scorie nocive che hanno inquinato falde acquifere e creato una situazione rischiosa per la salute delle persone, esacerbando ulteriormente, così, un risentimento di tutti i cittadini. Superare l'emergenza è dunque la priorità: il nodo vero è, però, come tornare alla normalità.
Vi si torna responsabilizzando gli attori sul territorio, i cittadini e le istituzioni ai diversi livelli, ossia è indispensabile che si affermi il principio che ciascuna area deve essere autosufficiente, in grado di smaltire tutti i rifiuti che produce.
Si devono costruire definitivamente un metodo e una tavola di comportamenti per l'oggi, per l'emergenza, ma anche per la normalità, e dunque per il lungo periodo. Il metodo di base deve essere la differenziazione dei rifiuti e non l'affidamento agli inceneritori, in modo che alla fine del ciclo di consumo e della catena di smaltimento vi sia un limitato prodotto da trattare, così da avere pochi impianti e di dimensioni contenute. Superare l'emergenza significa anche nominare subcommissari i presidenti di provincia, perché il commissariamento per tanti anni ha, con tutta evidenza, deresponsabilizzato gli enti locali, portando, da una parte, a una loro assenza e, dall'altra, a una vera e propria rottura nel rapporto con i cittadini.
Riteniamo che non si possa prescindere, nella soluzione del problema rifiuti della regione Campania, dalla condivisione delle scelte da parte di tutte le comunità. Da questo punto di vista, il caso Campania è doppiamente grave, per la concretezza del problema in sé e le sue conseguenze e per l'ingestibilità che si è creata, ma anche per il valore paradigmatico che ha assunto come esempio nel Paese di errato rapporto tra le persone e l'ambiente, tra i cittadini e le istituzioni, e di errata affermazione e svolgimento della democrazia. Si tratta di quella democrazia del coinvolgimento chePag. 17non può esistere senza organizzazione, programmazione ed efficienza. Sinistra Democratica per il Socialismo europeo voterà a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge, perché riteniamo che sia utile e che possa aiutare a superare lo stato dell'arte e la drammaticità della situazione. Lo facciamo nonostante alcune perplessità che vogliamo manifestare: innanzitutto, chi farà il piano generale? Il Commissario, ascoltati alcuni pareri, quali quelli della consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione e del commissario di bonifica? A nostro avviso, province ed altri enti locali dovrebbero essere coinvolti in modo fattivo.
Vi è un secondo punto, che riguarda l'attribuzione al Commissario della facoltà di destinare a utilizzo anche siti sottoposti a provvedimenti cautelari, perché bisogna operare per non creare in alcun modo intralcio all'attività della magistratura, che, come è noto, sta svolgendo indagini delicate sulle attività malavitose in Campania connesse al ciclo dei rifiuti.
In terzo luogo, ci preoccupa che il costo monetario dell'emergenza di tanti anni, attraverso Tarsu e TIA, possa essere pagato da quegli stessi cittadini che hanno subito l'inquinamento e differenti costi in disservizi, ma anche in danni alla salute e in dequalificazione del loro habitat e del loro paesaggio. Da questo punto di vista, esprimiamo grande soddisfazione per l'ordine del giorno Scotto n. 9/2826/95 approvato ieri da quest'Assemblea, che - cito testualmente - impegna il Governo ad adottare, nell'ambito delle proprie competenze, le opportune iniziative volte ad escludere che tali costi siano a carico dei comuni e dei cittadini danneggiati dall'emergenza rifiuti. È un impegno che - ne siamo certi - il Governo onorerà.
Sinistra Democratica per il Socialismo europeo, dunque, vota a favore della conversione di questo decreto-legge e, nel contempo, auspica che si tratti dell'ultima proroga del commissariamento, perché quest'ultimo ha rappresentato una limitazione delle normali funzioni delle istituzioni territoriali e ha anche contribuito alla creazione di un ingolfamento burocratico, che non va nella direzione da noi auspicata, quella di un Paese civile, di una moderna amministrazione di un bene comune degli italiani e delle italiane (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, se si potesse riassumere con un titolo o con uno slogan, la giornata di oggi, potremmo dire «cronaca di un fallimento», che viene da lontano, che è iniziato molto tempo fa.
Soprattutto, è la cronaca di un fallimento che fa parte dell'errata concezione che in particolare questo Governo, ma, per certi versi, anche alcuni Governi che l'hanno preceduto - o alcuni componenti di qualche Governo che l'ha preceduto - hanno del rapporto con il Paese e con i cittadini. Si tratta di un rapporto assolutamente iniquo, che ha spinto, negli anni, le maggioranze che si sono succedute ad assumere atteggiamenti a volte grotteschi, nel tentativo disperato di ridare un respiro di decoro ad una situazione che ormai di decoroso non ha più nulla.
Siamo sicuramente di fronte a ciò che, anche stavolta, possiamo definire un'occasione persa da parte della politica, un'occasione persa da parte del Governo, perché è chiaro che, come in tutti i provvedimenti che sono licenziati da quest'aula, alcuni contenuti presentano anche elementi innovativi e positivi.
Abbiamo giudicato positivamente, nel corso dei lavori in Commissione - soprattutto da parte del collega Dussin - il fatto che si sia fissata una temporaneità al provvedimento: finalmente si stabilisce una data, una data certa. Peccato che la data stabilita - lo sappiamo tutti - è l'ennesimo tentativo velleitario, che verrà superato dai fatti: infatti pensare che il 31 dicembre 2007 un provvedimento approvato a luglio dello stesso anno sia riuscito a realizzare tanti effetti benefici da poter far cadere i presupposti di una situazionePag. 18così incancrenita, è sicuramente una delle tante bugie che questo Governo continua a raccontarci, sapendo di mentire.
Vogliamo ricordare che, fra gli elementi positivi, abbiamo ad esempio valutato favorevolmente l'ubicazione di impianti; non siamo entrati nel dettaglio, non abbiamo argomentato in modo particolare, dal punto di vista tecnico, le scelte del Governo stesso, perché ritenevamo assolutamente improprio tale ruolo in questa sede: noi non siamo come i colleghi del gruppo dei Verdi, non abbiamo ricette tecniche buone in assoluto. Sappiamo, però, che dalle nostre parti, dove i problemi di solito vengono risolti, le scelte sono state fatte e i problemi sono stati risolti. Ciò distingue nettamente la nostra posizione dalla posizione del resto del Paese.
Tengo anche a chiarire che - anche se fa male in quest'aula evocare, o rievocare, a seconda dei punti di vista, lo spettro della secessione - la secessione vi è, di fatto, fra una parte del Paese, che è civile ed occidentale, e una parte del Paese che di civile ed occidentale non ha più nulla, a prescindere dalla volontà politica di chi sta seduto in questa Assemblea, a prescindere dalla volontà politica di quegli amministratori incapaci, che in quei territori hanno dimostrato tutti i loro limiti e tutta la loro inadeguatezza dal punto di vista politico e amministrativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Parlo di inadeguatezza nell'amministrare e lo ripeto nel caso in cui qualcuno se lo fosse dimenticato in quest'aula, perché negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto - che non sono stati tutti di esponenti della maggioranza, ma anche di deputati dell'opposizione - si è registrato un leit-motiv ricorrente, un tentativo estremo di cercare di giustificare e di spiegare l'accaduto: non vi è nulla da giustificare. Se qualcuno se lo fosse dimenticato, ricordatevi che l'amministrazione, come la politica, è fatta di scelte, e solo chi non sa scegliere non merita di amministrare. Gli amministratori della Campania hanno dimostrato di non saper amministrare: ben vanga un meccanismo, all'interno del decreto-legge, con cui si stabilisce un principio secondo il quale, entro cinque anni, ad esempio, dall'entrata in vigore del decreto-legge, qualora si verificassero ancora gli scandali che sussistono oggi (e cioè che amministrazioni comunali non fanno fronte interamente al sostegno dei costi di smaltimento dei rifiuti, perché non incassano la tassa sui rifiuti, non incassano le tariffe), entro cinque anni si potrebbe arrivare anche allo scioglimento dei consigli comunali.
Quindi vi sono gli elementi positivi, che abbiamo valutato favorevolmente. Avremmo preferito un tempo più breve - cinque anni sono un'era geologica, di questi tempi - però prendiamo atto della buona volontà di chi ha voluto inserire, finalmente, anche qualche elemento punitivo nei confronti di chi ci allontana dal resto d'Europa (e coloro che ci allontanano dal resto d'Europa hanno nomi e cognomi, non è difficile risalire a loro: gli amministratori della Campania sono stati citati più volte in quest'aula). Certo, avremmo preferito affrontare un dibattito parlamentare vero. Certo, avremmo preferito evitare di dover utilizzare il tempo che ci è stato concesso in fase di dichiarazione di voto per esprimere le nostre posizioni, perché è l'Assemblea della Camera dei deputati il luogo dove si devono discutere i provvedimenti, non certo le segrete stanze di qualche ufficio che, approfittando del fatto di vivere in contiguità con strutture dello Stato, può decidere sulla testa di tutti.
Pertanto, mi dispiace, mi rammarico, signor Presidente - mi rivolgo soprattutto a lei, in questo momento - per il fatto che all'Assemblea non sia stata concessa la possibilità di discutere. Lo dico perché se qualcuno evocasse - finora non è successo, ma mi aspetto, nei prossimi interventi, che qualcuno possa evocare questo tipo di spettro - il tema dell'ostruzionismo, su questo provvedimento ostruzionismo non c'è stato, perché ci siamo comportati ragionevolmente e razionalmente.
Abbiamo cercato di portare un contributo all'esame del provvedimento presentando pochi emendamenti qualificati, ma non c'è stata data la possibilità di discuternePag. 19nemmeno uno; ciò rappresenta un attentato alla democrazia. Soprattutto, poi, non siete nemmeno riusciti a sfruttare la grandissima e «ghiottissima» occasione che avete avuto quando siete riusciti, in assoluto spregio delle più elementari norme democratiche, ad «inventarvi» una sospensione che ha coinvolto tutto il gruppo parlamentare della Lega Nord Padania. Perché, quando la Lega Nord Padania non è in aula, è più facile far passare delle «porcate» come quella che sta passando oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Allora, rivendichiamo con grande forza il merito di riaprire, finalmente, la discussione; finora c'è stato un grande disinteresse, ma apprezzo il fatto che la gente stia cominciando ad ascoltare il relatore e mi fa piacere che reclamiamo il nostro ruolo politico di rappresentanti di quella parte del Paese che ormai sta andando in altre direzioni, e che in questi anni sta sempre più allontanandosi, non per scelta propria, ma per demeriti degli altri.
Non abbiamo bisogno di andarcene, non occorre che il nord attui la secessione dal sud!
Il nord se ne va da solo perché il sud si sta «attaccando», chiaramente per la propria vocazione mediterranea, a quel sistema che non è il nostro, ed al quale non ci ispiriamo, e che invece ispira qualche Paese dell'area maghrebina (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo): noi puntiamo ad altro.
FRANCO RUSSO. Vergognati (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
GIOVANNI FAVA. Se posso, Presidente, proseguo...
Alcuni dei correttivi, che pure abbiamo valutato positivamente, sono tuttavia alquanto deboli rispetto a strumenti previsti, grazie anche all'intervento della Lega Nord Padania, da precedenti provvedimenti varati dal Governo Berlusconi: cito ad esempio il fatto che, grazie ad un nostro emendamento, nella passata legislatura, era stato previsto un meccanismo per il quale si sospendevano i trasferimenti erariali ai comuni insolventi.
Infatti, sulla questione in esame, stiamo discutendo di un grande fallimento e di qualcosa che solo le statistiche della Camera quantificano in 900 milioni-un miliardo di euro, ma che nella realtà, a conti fatti, sostanzialmente supera i 2 miliardi di euro. Non si tratta più di un piccolo problema da risolvere, ma di una questione che non troverà mai soluzione e per la quale o si trova la forza di richiamare alle loro responsabilità gli amministratori locali oppure - mi dispiace dirlo e non voglio essere considerato come un soggetto particolarmente avaro di comprensione nei confronti della parte del Paese che fatica ad integrarsi -, vadano dove devono andare, dalle parti loro, e soprattutto si tengano a casa loro i rifiuti che producono (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
In quei luoghi c'è (e c'è stata) la possibilità di costruire un ciclo di smaltimento vero, mentre vi state «accartocciando» intorno a questione tecniche: ho sentito il collega dei Comunisti Italiani affermare che il problema del forno di Acerra consisterebbe nel fatto che in realtà anche i materiali prodotti dalla Fise - o dai vari soggetti che si sono succeduti - non sarebbero idonei all'incenerimento; state affermando che al giorno d'oggi non esistono tecnologie per bruciare i rifiuti: ma chi state prendendo in giro! L'unica cosa che non manca è la tecnologia, mentre non ci sono la capacità e la volontà politica di chiudere, una volta per tutte, una ferita aperta che grida vendetta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). E quella parte del Paese che noi vogliamo rappresentare grida vendetta rispetto ad una posizione politica che è stata assunta e che continuiamo a reputare incomprensibile.
Vorrei anche fare un piccolo accenno...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIOVANNI FAVA. ...se me lo permette, Presidente, concludo. Mi riferisco al fatto che ci infastidisca quanto meno il metodo.Pag. 20
Non abbiamo apprezzato, al di là di quanto ho avuto modo di ribadire sulla vicenda che ha riguardato la discussione in Assemblea, soprattutto il fatto che il Governo si sia reso...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere!
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, mi scusi ma sono stato anche interrotto...
PRESIDENTE. È stato considerato.
GIOVANNI FAVA. Non abbiamo apprezzato - e concludo - che il Governo si sia reso colpevole di un grave reato, che è la bugia. Avete raccontato bugie! Stiamo convertendo in legge un decreto-legge, con la fiducia, in cui all'articolo 8 si afferma che non sono previsti ulteriori costi a carico dello Stato, mentre stamattina è stato consegnato un disegno di legge di conversione di un decreto-legge secondo cui ulteriori 80 milioni di euro vengono prelevati dal «tesoretto» e destinati a favore della Campania per l'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Siete dei bugiardi! Dovreste vergognarvi!
PRESIDENTE. Grazie...
GIOVANNI FAVA. Continueremo, anche se mi toglie la parola, a manifestare fuori dalle aule del Parlamento, qui davanti, pacificamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Onorevoli colleghi, onorevole Presidente, onorevole rappresentante del Governo, insieme al disegno di legge di conversione del decreto-legge che affronta, per motivi di necessità ed urgenza, il problema dei rifiuti in Campania, forse sarebbe stato opportuno abbinare l'esame di un altro provvedimento, che si occupasse dell'emergenza istituzionale che sta vivendo la regione Campania, e non da oggi. In tredici anni - la prima emergenza risale al 1994 - l'amministrazione regionale non ha saputo affrontare una questione che in altre regioni è stata affrontata e superata; con risultati diversi, ma comunque superata. Così è avvenuto in Toscana e anche in Emilia Romagna, dove esistono i termovalorizzatori: quegli stessi termovalorizzatori che chiede di poter realizzare il presidente Cuffaro in Sicilia e contro i quali si scaglia, stranamente, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Pecoraro Scanio, perché appunto appartengono alla Sicilia. In tredici anni, invece, in Campania la musica non è cambiata, e neanche i suonatori, incapaci di realizzare impianti per il trattamento dei rifiuti e di avviare una corretta gestione, confidando sempre in soluzioni tampone calate dall'alto, e pagate, naturalmente, da tutti gli italiani.
L'unico risultato che va ascritto alla giunta Bassolino, è di aver trasformato in strutturale quella che era un'emergenza, e non credo che questo sia un risultato di cui andare fieri. Le immagini trasmesse dai mass media hanno forse indotto qualcuno a ritenere che le colpe sarebbero in parte da ascrivere anche ad una popolazione autoreferenziale, un po' ribelle, che occupa strade e binari, che non tollera decisioni che, tuttavia, riguardano proprio la sua stessa salute. In verità, l'unica colpa - se si può così definire - che può essere fatta risalire alla popolazione campana, è quella di aver avuto prima, e di aver confermato dopo, la fiducia nell'uomo del rinascimento campano, il quale ha portato, però, ahimé, la Campania in sala rianimazione. Gli errori di Bassolino & company non siamo noi a doverli ricordare; esiste una relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che parla chiaro: è desolante constatare il fiume di soldi che è andato sprecato in mille rivoli e che in questo caso si chiamano commissioni, consulenze, prebende e poltroncine. Più che la gestione di un problema, vi è stato il problema di come gestire le risorse finanziarie a disposizionePag. 21per la gestione. Anche Bassolino, si sa, «tiene una famiglia», e parliamo di una famiglia molto allargata: si tratta di centinaia e centinaia di milioni di euro assorbiti da un sistema di relazioni che hanno facilitato politicamente «Sua Maestà» Bassolino e «Sua Altezza» Jervolino nel mantenere le poltrone su cui siedono ancora.
Allora è opportuno, forse, ricordare qualche numero: in Campania vi sono circa 7 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti non smaltiti, un territorio occupato quotidianamente per il deposito delle ecoballe, una produzione giornaliera di 7.500 tonnellate di rifiuti, di cui solo una minima parte rientra nel ciclo della raccolta differenziata. A fronte di questa bomba ecologica, abbiamo avuto una lievitazione dei costi delle spese generali, passate da 16 mila euro nel 1989 a circa un miliardo e mezzo di euro rilevati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie. Emblematica la vicenda della società PAN, costituita da Bassolino con il compito di installare un call center per informare i cittadini sul disagio ambientale e su quello dei rifiuti: ridicolo! Permettetemi di dirlo! Basta camminare per strada e vedere e sentire il puzzo che c'è nella città e in alcune vie. Certo, però, sotto casa di Bassolino, di Jervolino, del Ministro Pecoraro Scanio non si vede e non si sente nulla, forse il profumo di qualche fioriera. Per non parlare dei terreni da destinare a deposito delle ecoballe - acquistati da società dubbie, e poi rivenduti o affittati per collocarvi la spazzatura confezionata -, del sequestro di 750 milioni di euro dovuti alla società Impregilo, incaricata dello smaltimento di rifiuti mai avvenuto, dei migliaia di lavoratori assunti per non far niente, delle numerose società create per clientelismo. Insomma, un sistema al cui apice si staglia la figura del governatore, che non si preoccupa neanche della salute dei suoi cittadini, visto che, secondo una ricerca commissionata dal Dipartimento della protezione civile ad esperti internazionali, si è evidenziato un aumento della mortalità in Campania da mettere in relazione con lo smaltimento illegale dei rifiuti e con le discariche abusive; si registra un aumento dell'84 per cento di malformazioni infantili rispetto al resto d'Italia. Naturalmente, il Ministro della salute Turco tace. Di fronte a questi numeri, chiunque, con un minimo di buon senso e amor proprio, avrebbe tratto le conclusioni caricandosi sulle spalle il peso di una grave responsabilità.
Ma anche questa volta, le amministrazioni regionali e comunali hanno incassato, noncuranti dell'ennesimo fallimento. Anche il Governo, tuttavia, non sembra tener conto delle sollecitazioni che provengono dalla sua stessa maggioranza; è successo a Napoli, dove non è stato recepito un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale con il quale si chiedeva al Governo di abrogare gli articoli del decreto-legge in esame, che caricano sulle spalle dei cittadini campani il gigantesco costo aggiuntivo, per tentare di completare lo smaltimento dei rifiuti della regione.
Ora, i cittadini della Campania devono pagare la Tarsu in misura tale da garantire le spese aggiuntive, di cui non sappiamo, peraltro, neanche l'ammontare. Insomma, meno pulizia sulle strade, ma più soldi fuori dalle tasche: un bel successo!
Un altro elemento che rende il provvedimento debole e criticabile è costituito dal fatto che, per la prima volta, credo, con un decreto-legge si incide su atti dell'autorità giudiziaria passati in giudicato. Ma se un magistrato ha deciso che una discarica deve essere chiusa è perché, o sono state accertate infiltrazioni camorristiche o ne esiste il sospetto. Mi chiedo, quindi - e chiedo a voi -, se l'autorità amministrativa può decidere in senso contrario e utilizzare quella discarica. Emblematico, al riguardo, è il caso di Ariano Irpino, dove è stata riaperta la discarica di Difesa Grande, che oltre ad essere già satura era stata sequestrata dalla magistratura non per infiltrazioni mafiose, ma per disastro ambientale!
Sorge spontanea un'altra domanda: dal momento che i consorzi di bacino, costituiti ai sensi della legge regionale del 1993, non hanno mai funzionato, vorremmo sapere perché i comuni con questo decreto-leggePag. 22dovranno obbligatoriamente avvalersene per lo svolgimento della raccolta differenziata (salvo poi far capire che tali consorzi, proprio perché non hanno mai funzionato - e non si capisce perché dovrebbero funzionare - ora verranno sciolti).
Si vuole, cioè, obbligare i comuni campani a risolvere i problemi dei rifiuti con strumenti che hanno già dimostrato la loro inutilità e incapacità di assicurare lo svolgimento di quel tipo di servizio? Oltretutto, senza predeterminare il costo, con il rischio per i comuni di doversi sobbarcare i bilanci deficitari delle gestioni passate.
Infine c'è il problema dei costi. Nonostante una clausola di salvaguardia, la relazione tecnica del Servizio bilancio ha sollevato forti dubbi e richiesto chiarimenti rispetto alle modalità di finanziamento, poiché il Governo non ha fornito indicazioni circa il presumibile ammontare dei costi derivati dagli interventi previsti nell'articolo unico: necessita un chiarimento e una verifica l'utilizzo delle risorse di contabilità speciali, che potrebbe eventualmente pregiudicare la realizzazione di altri interventi già previsti con le stesse disponibilità finanziarie.
Onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, il Governo vuole affrontare un'emergenza con un provvedimento contraddittorio, forse incostituzionale, frammentario, con palesi violazioni dei rapporti fra le istituzioni, obbligando i comuni a utilizzare strumenti obsoleti, senza una esatta quantificazione dei costi e scaricandone l'onere sulle tasche dei cittadini. Insomma, un quadretto poco edificante, che non risolverà il problema, anzi acuirà il senso di spaccatura tra le istituzioni e la cittadinanza. Un triste scenario, di cui, francamente, non sentivano il bisogno né i cittadini campani né, immagino, il nostro Paese.
Cosa accadrà alla scadenza del 31 dicembre 2007, quando terminerà il mandato del Commissario straordinario, il dottor Bertolaso, che peraltro non lesina manifestazioni quotidiane di insofferenza, rispetto ad una situazione che vede compromessa? A meno che non sia anche questo un gioco delle parti incomprensibile per noi e per i cittadini!
Vedremo finalmente realizzare l'obiettivo di una buona e sana amministrazione o saremo ancora in quest'Assemblea a discutere di un'eventuale ennesima proroga disposta nei confronti di questo o di un altro commissario per la gestione dei rifiuti in Campania?
Onorevoli signori, ho forti dubbi, che tengo per me. E credo che un primo passo sarebbe quello di far pagare a chi ha mancato di esercitare le proprie funzioni in questi anni. Però anche questo è un compito forse troppo grande, per un Governo così piccino (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Cristofaro. Ne ha facoltà.
PEPPE DE CRISTOFARO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signori del Governo, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà a favore della conversione in legge del decreto-legge sui rifiuti presentato dal Governo perché ritiene che quello di oggi sia un passo in avanti importante per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania.
Vorrei iniziare il mio intervento con una domanda di fondo: si può definire emergenza uno stato di cose che dura da tredici anni, che ha attraversato quattro diversi commissariamenti e che la politica non è mai riuscita a fronteggiare efficacemente? Forse sarebbe più corretto chiamare tale emergenza «il sistema dei rifiuti»: un sistema che ha prodotto grandi profitti e che ha visto, per decenni, il coinvolgimento diretto di poteri criminali, multinazionali e imprenditori senza scrupolo.
Certamente, il decreto-legge in esame contiene zone d'ombra, a partire da alcuni elementi che sono stati richiamati: innanzitutto gli aumenti delle tasse sui rifiuti, che rischiano di essere, per i cittadini, unaPag. 23vera beffa e che pensiamo debbano essere oggetto di un prossimo intervento del Governo che almeno preveda l'esclusione delle fasce più deboli della popolazione.
Ma adesso, nella condizione drammatica in cui versa la Campania, ci sembra più rilevante un altro aspetto, che riteniamo prevalente: bisogna fare di tutto per uscire dalle difficoltà di questi anni, per scongiurare possibili emergenze sanitarie e per liberare le strade delle città dall'assedio dei rifiuti. E soprattutto, bisogna immaginare un intervento strutturale che consenta di arrivare ad una soluzione definitiva del problema, anche quando le discariche oggi individuate dal decreto-legge saranno sature e inutilizzabili.
Il decreto-legge in esame, che prevede l'istituzione entro novanta giorni di un nuovo piano per il ciclo integrato dei rifiuti, può essere, anche in questo senso, un passo importante. La popolazione della Campania merita una risposta definitiva; merita un impegno straordinario da quella stessa politica che molte colpe, a vario titolo, ha avuto nel corso degli anni; merita la risoluzione definitiva di una vicenda che offende un'intera comunità e che ne ha compromesso l'immagine e la credibilità anche oltre i confini nazionali.
Riteniamo che le responsabilità accumulate nel corso di questi anni - anche a partire dalle tante diverse amministrazioni campane - non solo non vanno taciute, ma devono essere affrontate con rigore e serietà, anche perché vi sono dei momenti in cui una classe dirigente deve saper riconoscere gli errori e fare autocritica: in una parola, deve saper chiedere scusa a quelle popolazioni che non ha saputo tutelare.
Vorrei, tuttavia, che non dimenticassimo mai (e non certo per un istinto autoassolutorio) un dato che spesso viene trascurato e che qualche chiacchiericcio un po' razzista, a cui a volte assistiamo, tende a rimuovere: la Campania è stata, per decenni, la pattumiera dell'intero Paese ed ha ricevuto e continua a ricevere i rifiuti tossici e nocivi che arrivano illegalmente dal nord dell'Italia. Questi traffici sono stati gestiti e organizzati da clan camorristici e aziende del nord, con la complicità di politici ed amministratori corrotti! Per anni camion di rifiuti finivano il loro cammino in discariche non autorizzate a riceverli e, soprattutto, in cave abusive.
Lo ricordino, lo ricordino sempre i colleghi della Lega Nord Padania: come è stato acutamente osservato, se gli scarti tossici, i rimasugli inutili e la feccia della produzione scaricati in Campania fossero stati accorpati in un'unica materia senza soluzione di continuità, essi avrebbero costituito una montagna di quasi 15 mila metri, di gran lunga la montagna più grande della terra, la grande montagna, abusiva e immaginaria, prodotta dall'Italia ricca e industrializzata!
La zona più colpita dal cancro del traffico dei veleni si trova tra Napoli e Caserta, proprio dove sono stati immaginati i siti per i due termovalorizzatori. Nessun'altra terra del mondo occidentale ha avuto un carico maggiore di rifiuti sversati illegalmente e nessun altro mercato - nemmeno quello della droga - ha reso un simile profitto ai clan camorristici. Lo ricordino, i colleghi della Lega Nord Padania!
Noi, che non vogliamo certo nascondere i tanti problemi che si sono avuti in questi anni, anche quelli nati dalle responsabilità del centrosinistra campano - e, prima di questo, dalla giunta di centrodestra che diede vita al «piano Rastrelli» - non vogliamo, tuttavia, dimenticare il contesto in cui si è misurata e consumata questa drammatica vicenda, anche per evitare che si possa ripetere in futuro.
Certamente, tanti errori sono stati fatti e il primo fra tutti - forse quello più grave - è stato sottovalutare e ignorare le voci spesso in dissenso, quelle poche voci, come la nostra, frettolosamente archiviate come quelle del partito del «no»: un partito che veniva presentato come capace solo di criticare, di cui facevano parte Rifondazione Comunista, le forze ambientaliste e i movimenti che si battevano per il diritto alla salute dei cittadini, come quelli di Acerra. È stato un grave errore sottovalutare queste posizioni...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PEPPE DE CRISTOFARO. ...troppo spesso isolate e presentarle come irresponsabili e incapaci di proporre soluzioni concrete. Ma allora, chi ha rappresentato il partito del «no»?
Si tratta di chi non ha compreso che sarebbe stato necessario partire dal tema della produzione dei rifiuti, non ha voluto parlare di raccolta differenziata, di impianti di compostaggio e di CDR di qualità, di chi non ha voluto vedere come una gara prevista dal piano regionale è stata affidata ad un soggetto privato, il gruppo Fibe-Impregilo, oggi posto sotto inchiesta da parte della magistratura, che si è dimostrato totalmente inaffidabile e interessato soltanto al proprio profitto.
Si tratta di soggetti privati che - vorrei ricordarlo - hanno ricevuto l'appoggio e il sostegno del Governo nazionale, all'epoca dei fatti il Governo Berlusconi, proprio mentre Rifondazione Comunista continuava a sostenere la necessità della rescissione del contratto con la società Fibe, responsabile massima del disastro di questi anni.
Allora oggi, il piano che si prevede - che mette al centro quattro discariche, che si spera, col tempo, possano essere superate e che, peraltro, sono state individuate dopo una lunga mediazione con i territori, come nel caso di Serre e Tersigno - può cambiare radicalmente tale situazione. Oggi, è necessario aprire una nuova pagina, che ci proietti oltre la stagione fallimentare del commissariamento. Tornare ai poteri ordinari è decisivo per poter riscrivere un patto con le popolazioni. Occorre uno sforzo collettivo, per cancellare definitivamente le tristi immagini di queste settimane: quelle dei roghi per le strade, non così diversi dagli incendi provocati dalla camorra nelle discariche abusive per recuperare spazio e fare altri soldi.
Signor Presidente, nel concludere vorrei ricordare che tali roghi, in questi anni, hanno prodotto diossina. Negli ultimi venti anni, in Campania la mortalità per cancro è aumentata del 20 per cento. Un giovane autore napoletano, Roberto Saviano, ha scritto recentemente che, se si chiedesse ai tanti ricoverati meridionali negli ospedali del Nord d'Italia il luogo di nascita e quello di residenza, verrebbe fuori l'intero percorso dei rifiuti, legali e illegali. A tutto ciò - io credo - bisogna mettere fine per sempre (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro per i rapporti con il Parlamento, avremmo preferito anche in tale sede, come già detto in diverse occasioni, che vi fosse il Ministro dell'ambiente - il quale non è presente e ha fatto bene - in quanto, da cittadino campano, avrebbe potuto evidenziare la situazione.
Per tale ragione non muoveremo critiche al centrosinistra campano, è sufficiente averle ascoltate da parte dei Comunisti Italiani, di Rifondazione Comunista, dell'Italia dei Valori e da parte di tanti deputati della maggioranza intervenuti prima di me. Addirittura l'onorevole Misiti, dell'Italia dei Valori, ha consigliato di cambiare mestiere alla classe dirigente campana.
Misiti, uomo di sinistra, conosce bene che la classe dirigente campana, quella che ha gestito l'emergenza rifiuti e che l'ha fatta diventare la drammatica situazione davanti agli occhi di tutto il mondo, è composta di incapaci, che dovrebbero non tanto chiedere scusa - come ha fatto, poc'anzi, il rappresentante di Rifondazione Comunista - bensì seguire il consiglio che, alcune settimane fa, autorevoli esponenti del centrosinistra, da Chiamparino a Illy, hanno rivolto al sindaco di Napoli e al governatore della regione Campania.
Tali illustri esponenti del centrosinistra hanno affermato che, qualora si fossero trovati in quelle condizioni, si sarebbero dimessi per la vergogna. In Campania, vi èPag. 25una classe dirigente di incapaci, che sono anche arroganti, e legati al potere, che non ammettono di avere fallito e generato il disastro ambientale dinanzi al quale ci troviamo.
Da una parte, vi sono le scelte del Governo e, dall'altra parte, la contrapposizione sistematica sul piano normativo, ad esempio, con quanto stabilito dalla regione Campania mediante una legge regionale che prevede che le deleghe della gestione diretta dei rifiuti (trasporto, raccolta e quant'altro) siano assegnate ai costituendi ATO, ossia alti organismi che devono esautorare i comuni e le province dalla gestione di tale competenza e cercare di riportare la regione alla normalità.
Nel decreto-legge in esame e in quello precedente si stabilisce altro. Quindi, già esiste un grande problema: ammesso che i vostri intenti siano tutti veri e che dal 1o gennaio si torni nell'ordinario, che cosa accadrà? Si farà quanto stabilito dal consiglio regionale o ciò che ha deciso questo Governo con i due ultimi provvedimenti che abbiamo approvato?
Un'altra contraddizione, ancora più pesante sotto il profilo politico, riguarda la vostra affermazione circa il fatto che questo decreto-legge non comporta spese: la Campania deve essere autosufficiente, ha risorse per gestire l'emergenza, che vengono pagate dai cittadini campani con l'aumento della Tarsu. Poi, però, con un altro decreto-legge di questi giorni mettete a disposizione del Commissario straordinario 80 milioni di euro. Chiaritevi fra di voi, perché fate il gioco delle tre carte per nascondere questi dati, che evidentemente fanno parte di una trattativa inerente ad un decreto e poi rientrano nell'altro.
Questo decreto-legge serve a superare l'emergenza? È un provvedimento inefficace che, se ci riuscirà, ci farà superare l'estate, farà mettere da parte i rifiuti e riempirà qualche altra discarica Le quattro discariche di cui ho sentito parlare (i colleghi che sono intervenuti non conoscono né i termini del decreto, né quelli degli accordi che sono stati sanciti e sottoscritti con le amministrazioni e le popolazioni locali) non serviranno allo smaltimento dei rifiuti, sia ordinari, prodotti tutti i giorni, sia straordinari, che ormai giacciono nella discarica a cielo aperto che si chiama Campania.
Siamo di fronte ad un'emergenza rispetto alla quale, né in questo decreto-legge, né in precedenza, né da parte della regione Campania, né da parte del Commissario straordinario è stata detta una parola su come si smaltiranno nei prossimi anni gli 8 milioni di tonnellate di rifiuti che sono stati messi da parte in giro per la Campania. Superare l'emergenza significa fare chiarezza anche su questo dato.
Allora, riteniamo che il Parlamento in questi giorni, per creare le condizioni politiche affinché tutti quanti si assumano la propria parte di responsabilità per quanto sta succedendo in Campania, non possa tacere sulle responsabilità, non possa limitarsi a richiamare la relazione della Commissione sul ciclo dei rifiuti, dove certe questioni sono scritte con grande chiarezza e sono indicate le responsabilità in capo a dei soggetti politici, e poi stendere il velo - come direbbe qualche siciliano - dell'omertà, quella di questo Governo rispetto alle responsabilità del centrosinistra in Campania.
Dunque, abbiamo chiesto con grande forza l'applicazione dell'articolo 126 della Costituzione, perché riteniamo indispensabile un atto di coraggio da parte del Presidente della Repubblica, che tra i suoi poteri ha anche quello di sciogliere i consigli regionali.
Le motivazioni non si basano sui desiderata o sulla richiesta di una parte politica: le motivazioni sono all'interno di questo decreto-legge, perché la ratio di ogni decreto-legge si basa sui requisiti di urgenza, ravvisati i quali il Presidente della Repubblica lo sottoscrive, come ha sottoscritto quello al nostro esame.
Quali sono i casi straordinari di necessità e di urgenza che il Presidente della Repubblica ha individuato nella motivazione stampata in calce al decreto-legge?
Il primo motivo è che ci possono essere ripercussioni sull'ordine pubblico. Il Presidente della Repubblica afferma testualmentePag. 26che si tratta di una «situazione di emergenza (...), suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione della regione Campania, attualmente esposta al pericolo di epidemie e altri pregiudizi alla salute»; inoltre «i rifiuti (...) abbandonati sull'intero territorio campano, e (...) conseguente emissione di sostanze inquinanti nell'atmosfera»; e ancora: «Tenuto conto dell'imminente paralisi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti della regione Campania».
Si tratta di quattro grandi motivazioni che il Presidente della Repubblica ha sottoscritto per testimoniare l'urgenza di questo provvedimento, che da sole rientrano nei requisiti richiesti per l'applicazione dell'articolo 126 della Costituzione.
Per questo, riteniamo che quella classe dirigente che i colleghi del centrosinistra in questa sede hanno indicato come incompetente e come la grande responsabile di tutto quello che è successo, nociva per le conseguenze che questa emergenza ha causato negli ultimi tredici anni, debba andarsene a casa ed essere messa da parte.
Voi, invece, che cosa fate? Approvate dei provvedimenti legislativi con i quali declamate la possibilità di uscire dall'emergenza il 1o gennaio 2008 e affidate la gestione dell'ordinarietà a coloro i quali hanno fallito in questi anni. Se avessero avuto queste capacità, non ci sarebbe stata la drammatica situazione che è sotto gli occhi di tutti. Se avessero avuto la capacità di gestire l'ordinario, in Campania avremmo avuto dei livelli di raccolta differenziata adeguati alle disposizioni nazionali. Se fossero stati capaci di gestire l'ordinario, in Campania non avremmo avuto le migliaia di discariche a cielo aperto, anche di rifiuti tossici e nocivi, che registriamo in ogni parte della regione. Se fossero stati capaci di gestire l'ordinario, in Campania non avremmo la drammatica situazione sanitaria che tutti gli organismi internazionali evidenziano.
Di fronte a questo dato, la responsabilità di una classe dirigente e del Parlamento non sta solo nel richiamare gli atti in cui le responsabilità sono indicate chiaramente o nell'assumersi la responsabilità di adottare degli strumenti per risolvere le emergenze. Anche da questo punto di vista esiste una triarchia: il Commissario straordinario, che deve agire d'intesa con il Ministero dell'ambiente, che già negli ultimi tempi lo ha messo in crisi costringendolo alle dimissioni due volte per tentare di contrastare le ingerenze del Ministero, e il presidente della regione, che è l'esponente massimo del fallimento di questi anni.
PRESIDENTE. Deputato Nespoli, concluda.
VINCENZO NESPOLI. Concludo, Presidente. Fin quando non sarà superata questa triarchia, riteniamo che non si supererà l'emergenza. Votiamo contro questo decreto per interpretare lo spirito della rabbia dei cittadini campani, che, ancora una volta, vengono illusi da questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Cosentino. Ne ha facoltà.
NICOLA COSENTINO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, mai come in questo caso i termini presenti in questo decreto-legge tradiscono la realtà dei fatti.
Quello che è accaduto in Campania negli ultimi tredici anni - non negli ultimi tredici giorni - non è un'emergenza, ma uno scandalo dei rifiuti. Inoltre, la parola «fiducia», che pure nella pratica quotidiana il Governo usa per blindare provvedimenti che dividono e spaccano la maggioranza, è proprio quella che è venuta a mancare in Campania.
In tredici anni le istituzioni locali hanno aggravato l'inquinamento, svenato i cittadini con tasse e balzelli, non hanno risolto il problema dello smaltimento dei rifiuti e hanno trasformato una delle regioni più belle d'Italia in un'immensaPag. 27discarica a cielo aperto, in un luogo da cui i cittadini campani sono costretti a fuggire (siano essi imprenditori o commercianti) e da cui i turisti e i visitatori si tengono prudentemente alla larga.
Che cosa è accaduto in tredici anni in Campania? Bisogna provare a sintetizzare, perché lo scempio perpetrato, l'immane dispendio di risorse pubbliche e gli incommensurabili riflessi negativi per la salute dei cittadini sfuggono alla comprensione umana e sono fuori da qualsiasi logica sociale e comportamentale, prima ancora che di gestione e di amministrazione.
Tredici anni fa la Campania smaltiva i rifiuti in discariche inquinanti, con il sospetto che fossero gestite dalla criminalità organizzata, e lodevoli e coraggiose iniziative dell'autorità giudiziaria confermavano questo sospetto. Allora si disse: costruiamo un ciclo dei rifiuti, contrapponendo un ciclo virtuoso a quello della criminalità organizzata; chiudiamo le discariche e puntiamo su tre elementi, sulla raccolta differenziata a monte, sugli impianti di CDR per la lavorazione e la selezione dei rifiuti e sulla realizzazione dei termovalorizzatori, in cui si poteva smaltire tutto ciò che non veniva trasformato, né riciclato.
Che cosa fa la regione Campania? In tredici anni non realizza la raccolta differenziata, non costruisce i termovalorizzatori, acquisisce e costruisce sette impianti di CDR con una tecnologia vecchia e obsoleta. La raccolta differenziata raggiunge livelli bassissimi. E dove vanno a finire le migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti ogni giorno? L'immondizia viene impacchettata, viene lasciata marcire negli impianti di CDR e si inquina il territorio con le ecoballe (un altro termine fantasioso) e, quando il sistema si blocca, si lasciano marcire tonnellate di immondizia nelle strade, davanti alle scuole, davanti agli ospedali, ovunque. Di giorno l'aria è irrespirabile e di notte le tonnellate di rifiuti bruciano, producendo diossina che avvelena i campi, gli allevamenti e le persone, con una crescita esponenziale in Campania di patologie respiratorie e tumorali.
Solo ieri - per citare un esempio - ad Aversa, in provincia di Caserta, l'Abbazia benedettina di San Lorenzo, nel pieno centro urbano di una cittadina di settantamila abitanti, è stata danneggiata dal fuoco dei rifiuti che la circondavano da mesi. Il parroco ha denunciato che in mille anni terremoti e invasioni non sono riusciti a produrre danni analoghi.
La procura di Napoli, nei giorni scorsi, ha ipotizzato il reato di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato a carico di 22 persone, tra cui il governatore della Campania: in sintesi, si dice che i CDR non solo erano inutili, ma addirittura dannosi; ma su questa, come su altre indagini, farà chiarezza la magistratura. A noi interessa, invece, individuare la responsabilità politica e morale di questo disastro. Essa è certamente di chi governa la Campania da tredici anni ininterrottamente, che continua a glissare e con il suo atteggiamento e con il suo governo si è reso protagonista della più grave emergenza sociale degli ultimi sessant'anni.
Bassolino non vede, Bassolino non sente e ora non parla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), malgrado le ricorrenti critiche e censure espresse da autorevoli esponenti del centrosinistra, anche in questa sede. Ora, da ultimo, anche il sindacato, per bocca di Angeletti, proclama uno sciopero generale contro il degrado sociale e ambientale con cui è costretta a vivere la maggioranza dei cittadini della Campania.
La responsabilità è vostra, è di Bassolino e del centrosinistra, che governa in Campania ormai da tredici anni e che ha prodotto 5 milioni di tonnellate di ecoballe che nessuno vuole e, comunque, non utilizzabili perché confezionate in modo dannoso per l'ambiente. Egli ci ha consegnato 30 milioni di euro spesi in progetti spesso mai realizzati e consulenze che talora non hanno prodotto neanche un elaborato; 300 milioni di euro buttati al vento per incentivare la raccolta differenziata mai partita in Campania; 2.316 persone assunte per identico scopo mai utilizzate ma puntualmente stipendiate; 1.760 chilometri quadrati di territori irrimediabilmente inquinatiPag. 28da veleni e discariche; 250 mila persone intossicate dai miasmi tossici con un incremento delle malformazioni genetiche e della mortalità per tumore fino al 400 per cento: è ciò che viene segnalato dal CNR, dall'Istituto superiore di sanità e dai rapporti dell'OMS.
Decine di comuni si trovano sull'orlo del collasso sociale, con uffici chiusi, imprese in crisi ed un allarme socio-sanitario che si registrava soltanto ai tempi del colera.
Ed è per questo insieme di ragioni che abbiamo chiesto e continueremo a chiedere le dimissioni del governatore della Campania, Bassolino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Di fronte a questa gravissima situazione, il decreto-legge che il Governo ha blindato con il ricorso alla fiducia è semplicemente una ciambella di salvataggio a Bassolino, un provvedimento che costringerà, ancora una volta, i comuni della Campania a moltiplicare la Tarsu, la tassa sui rifiuti che è già la più alta d'Europa, ma può migliorare, perché può diventare la più alta del mondo. Tutto ciò si verifica a danno dei cittadini e dei contribuenti, dal momento che, ancora una volta, si scaricano i costi economici - e mi avvio alle conclusioni - sui contribuenti e sui cittadini. Ma tutto ciò a che cosa serve, se non a riaprire, dopo tredici anni, le stesse discariche che furono chiuse e non sono mai state bonificate!
Con il decreto-legge al nostro esame il Governo perde di credibilità, mentre vince chi vuole che l'emergenza perduri all'infinito. Per tali ragioni, il decreto-legge in esame rappresenta un'offesa ai cittadini della Campania, l'ennesima presa in giro che comporterà un ulteriore danno di immagine in Italia e nel mondo per una regione che, a giusta ragione, viene considerata la perla del Mediterraneo.
Del resto, a questo costosissimo «pannicello caldo» non credono neanche esponenti della sinistra, soprattutto della sinistra estrema, i quali però, da prassi, si adegueranno per non perdere qualche poltrona.
In tal modo, le migliaia di tonnellate di immondizia resteranno per le strade e in discarica finirà anche l'immagine di Napoli, della Campania, dei cittadini e la credibilità dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, alcune critiche rivolte al provvedimento in discussione dall'opposizione meritano una risposta, ma dobbiamo partire dalla constatazione di una situazione pesante, evitando di concentrarci solo su un'analisi ideologica, a volte strumentale, della situazione medesima.
Nelle ultime due notti, vi sono stati, in Campania, 160 incendi di cumuli di rifiuti, oltre cento dei quali nella provincia di Napoli.
Ciò sicuramente accade, perché vi è un'influenza di atti di teppismo della malavita organizzata, ma è dovuto anche alla esasperazione dei cittadini. Tutti quanti sappiamo che i roghi di quei cumuli di rifiuti costituiscono la cosa più negativa che possa verificarsi, poiché è lì che si produce la diossina in quantità mille volte superiore a quella di un impianto che lavora a norma.
Ma si tratta non soltanto di un problema di natura sanitaria ed ambientale, ma anche di un problema di dignità e di onore di Napoli, della Campania e dell'Italia. Voglio dire anche ai colleghi della Lega che è molto difficile distinguere la Campania dall'Italia: se ci si trova a Shanghai è difficile distinguere Napoli da Pisa, da Milano, da Brescia (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
GIOVANNI FAVA. È facilissimo!
ERMETE REALACCI. È un problema che riguarda tutto il Paese e di cui tutti dobbiamo farci carico, affrontando la situazione che abbiamo davanti.Pag. 29
Oggi, ad esempio, si celebra un atto importante per le industrie del nostro Paese: nasce la nuova Fiat 500 e noi le auguriamo lo stesso successo della sua capostipite. Ma deve essere chiaro a tutti che anche l'immagine dei nostri prodotti nel mondo dipende dall'immagine del Paese, da quanto l'Italia sa comunicare di positivo. Come si è giunti a questo punto? Il collega De Cristofaro ha parlato, a ragione, del passato.
PRESIDENTE. Mi scusi deputato Realacci, chiederei ai colleghi maggiore silenzio in modo da poter ascoltare chi interviene. Prego, deputato Realacci.
ERMETE REALACCI. Molti si chiedono come si sia potuti giungere a questo punto. Non voglio, in questa sede, occultare i fatti, bensì essere chiaro: le responsabilità politiche sono imputabili a tutti, ma, soprattutto al centrosinistra che ha avuto in questi anni responsabilità di Governo prevalenti in quella regione, anche se - devo dire - quando si è trattato di difendere, a volte, interessi locali, tutti i parlamentari di tutti i gruppi politici hanno ragionato in nome di interessi particolari contro gli interessi generali (la Lega in Campania non è presente e, dunque, da questo punto di vista è innocente, ma il fenomeno riguarda tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento).
L'eredità da affrontare era pesante. Una eredità, come è stato ricordato, che deriva anche da una pressione che si è verificata sulla regione Campania per effetto della malavita organizzata, della mafia, anche di altre regioni italiane. Se mi è consentito un passaggio personale, ricordo quando, quasi vent'anni fa, percorrevo quella regione, a volte scortato dalle forze dell'ordine, per individuare le discariche della camorra.
È per quanto avvenuto in quella regione che Legambiente ha coniato il termine ecomafia, che poi è entrato anche nei vocabolari. È questa la causa principale di quelle malformazioni e di quei danni ambientali, non gli impianti che ancora non esistono, non gli impianti illegali, ma l'azione della malavita organizzata, della camorra; inoltre, vi è stata una pressione anche di altre zone d'Italia in quella regione straordinaria. Molti clan hanno diversificato le loro attività produttive. Si tratta di nomi che purtroppo sono tristemente famosi: gli Alfieri, i Casalesi, i Nuvoletta, che si occupano di gestione di rifiuti.
In quelle aree, fra le province di Caserta e di Napoli, sono stati abbattuti migliaia di capi di bestiame, perché il loro latte aveva una percentuale di diossina tale da dover essere considerato un rifiuto industriale. Ciò accadeva e accade tuttora perché le discariche della camorra, incendiate nella notte, avvelenano l'erba.
Questa è l'eredità che abbiamo. Essa giustifica il fallimento del commissariamento? No! Voglio essere franco: vi sono stati altri commissariamenti. Ad esempio, sempre nel 1994, fu affidata ad una gestione straordinaria la regione Lombardia, il comune di Milano. Quel commissariamento ebbe un esito diverso (a Milano si era insediata allora una giunta anomala). Da quella circostanza, il sistema istituzionale ha risposto con la creazione di un ciclo dei rifiuti efficace e con un'elevata raccolta differenziata. In una città come Brescia attualmente disponiamo di un elevato grado di raccolta differenziata e di uno tra gli impianti migliori al mondo dal punto di vista della termovalorizzazione.
Il collega Dussin ha ragione ad essere orgoglioso anche dei risultati, in termini di raccolta differenziata che si sono ottenuti, per esempio, nella provincia di Treviso. Lo stesso è accaduto in tante altre parti d'Italia e - lo sottolineo - anche in Campania. Non è vero che i cittadini campani siano incapaci di fare politiche positive. Attualmente, in Campania, 95 comuni hanno superato il 35 per cento di raccolta differenziata ed in molti comuni, soprattutto quelli del salernitano, si è superato il 50 per cento della raccolta differenziata. Ciò accade, ad esempio, a Pontecagnano e in altre località. Il che significa che, quando le istituzioni sono in grado di svolgere il loro lavoro e i cittadini sono messi in condizione di lavorare bene,Pag. 30per il bene comune, la risposta si ottiene in Campania come in altre parti d'Italia.
Il commissariamento, da questo punto di vista, ha fallito; si è avvitato ed è diventato un sistema autoreferenziale. Aveva ragione il collega che mi ha preceduto a denunciare il caso, per esempio, di oltre duemila lavoratori assunti per svolgere la raccolta differenziata in una regione che ha un livello molto basso di raccolta differenziata.
Questa è la situazione a cui siamo arrivati. Ad essa abbiamo risposto, come Parlamento, con la proposta di un «commissariamento del commissariamento». Infatti, questo era il compito affidato a Bertolaso: affrontare l'emergenza e consentire rapidamente un ritorno alla normalità, lasciando ad altri l'eredità del passato.
Voglio segnalare, ad esempio, che attualmente vi è stata una positiva azione delle forze di polizia del NOE e voglio esprimere un ringraziamento alle forze di polizia, ai Carabinieri, alle forze dell'ordine che contrastano la camorra e la malavita organizzata (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo) e che ha portato al sequestro di decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi e al fermo di oltre trenta persone.
Ciò è accaduto - voglio sottolinearlo - perché una nuova legge, votata all'unanimità nella penultima legislatura, all'articolo 53-bis, consente di dare più strumenti alle forze dell'ordine, auspicando che anche nell'attuale legislatura si possa creare unità in materia, visto che vi sono disegni di legge presentati da varie forze politiche che vanno in tale direzione. Però è chiaro che il commissariamento si è avvitato e non ha saputo dare risposte. Vi è stata un'enorme sperpero di denaro pubblico ed il provvedimento in esame è necessario per consentire al nuovo commissariato di affrontare un'emergenza drammatica per i cittadini campani e permettere un rapido ritorno alla normalità - non oltre il 31 dicembre - responsabilizzando le istituzioni locali, le province (ciò in parte sta accadendo nella provincia di Caserta) e consentendo un ritorno alla normalità.
Vorrei esprimere un'ultima considerazione, colleghi, che riguarda la nostra responsabilità non solo per i provvedimenti che votiamo in questo Parlamento, ma per i comportamenti che assumiamo sul territorio.
Se in questa sede si fanno delle affermazioni e poi sul territorio ci si oppone agli impianti, non si fa altro che contrastare - ciò vale sia per il centrosinistra, sia per il centrodestra - le scelte che vanno nell'interesse generale e non se ne viene più fuori.
Nel Paese vi è, nei confronti della politica, un'aria di sospetto e di critica assolutamente giustificata. Si tratta di una critica a cui dobbiamo dare risposta con misure e comportamenti conseguenti, ma essa è rivolta soprattutto alla (spesso) inutilità della politica e alla sua incapacità di rispondere ai problemi reali.
I rifiuti in Campania rappresentano - non solo, come è ovvio, per chi governa la Campania e per il Governo del Paese ma per tutta politica - un drammatico segnale di inutilità e di impotenza. Per tale motivo, si tratta di un banco di prova per tutti ed io vorrei che tutti fossimo coinvolti in questa scelta, lo ripeto, nei comportamenti di ogni giorno.
Noi, avendo bene a mente quale sia la drammatica situazione che attualmente vivono tanti cittadini napoletani, sapendo quali siano i pericoli ambientali e sanitari, sappiamo che è compito della politica affrontare i problemi di oggi, ma dare anche speranza e fiducia nel futuro. Abbiamo anche il dovere di ricostruire quel capitale di fiducia che si è impoverito nel corso degli ultimi anni e di ridare onore e credibilità alla Campania e all'Italia.
Per questi motivi, con senso di responsabilità, come gruppo dell'Ulivo voteremo a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale a nome dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Pag. 31(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2826, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1566 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti» (Approvato dal Senato) (2826):
Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 225
(La Camera approva - Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo Europeo - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Vedi votazioni).
Prendo atto che i deputati Leddi Maiola, Fumagalli, Camillo Piazza, Zanella, D'Elia, Lion e Guadagno detto Vladimir Luxuria hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole; prendo altresì atto che i deputati Germontani e D'Ippolito Vitale avrebbero voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che i deputati Brusco, Ponzo e Ferrigno hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario e che il deputato Turco ha segnalato che non è riuscito a votare.