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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,07).
(Misure a favore della provincia di Foggia colpita dal maltempo nel mese di gennaio 2007 - n. 3-00530)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Laura Marchetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Di Gioia n. 3-00530, testé sottoscritta anche dall'onorevole Turco, concernente misure a favore della provincia di Foggia colpita dal maltempo nel mese di gennaio 2007 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 3).
LAURA MARCHETTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, l'onorevole Di Gioia chiede notizie in merito ai danni provocati dal maltempo nella zona della provincia di Foggia e nel subappennino Dauno; inoltre chiede quali interventi siano stati adottati per un programma di recupero del sistema idrogeologico.
Il territorio della provincia di Foggia rientra nella competenza dell'Autorità di bacino interregionale della Puglia e per una piccola parte in quello dell'Autorità di bacino nazionale del Liri-Garigliano-Volturno e del Trigno-Biferno-Saccione-Fortore, che hanno rispettivamente approvato e adottato il piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI).
Su detto territorio provinciale le Autorità di bacino hanno perimetrato circa il 14,3 per cento della superficie provinciale come a rischio e a pericolosità più elevati per frane e alluvioni, in una zona che interessa 61 dei 64 comuni della provincia. In particolare, l'Autorità di bacino ha perimetrato 471 chilometri quadrati di aree franabili, pari al 6,6 per cento del territorio provinciale, e 559 chilometri quadrati di aree alluvionabili, pari al 7,7 per cento del territorio.
Sulle aree perimetrate i PAI impongono misure di salvaguardia di vario livello a seconda del grado di rischio e di pericolosità idrogeologica dell'area. Il PAI è lo strumento conoscitivo sul rischio idrogeologico di un territorio attraverso il quale ogni regione può programmare e proporre a finanziamento la realizzazione, in via preventiva, di interventi di mitigazione del rischio, secondo le priorità riconosciute e le tipologie ritenute più idonee.
Il fabbisogno complessivo nazionale per la sistemazione definitiva dei bacini è superiore a 41 miliardi di euro. Le risorse economiche messe a disposizione per la difesa del suolo sono sempre molto contenute - troppo contenute! - e riescono a soddisfare solo una minima parte delle numerose richieste di interventi preventivi più urgenti. Per l'anno 2006 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha individuato di concerto con laPag. 10regione Puglia e finanziato nel territorio pugliese diciotto interventi urgenti, finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico per un importo di circa dodici milioni di euro, tutti ricadenti nella provincia di Foggia.
L'ANAS, inoltre, ha fatto presente di aver programmato e appaltato specifici interventi finalizzati al potenziamento delle opere di regimentazione e smaltimento delle acque lungo i tratti stradali, che in occasione degli eventi alluvionali hanno evidenziato caratteri di vulnerabilità della sicurezza stradale.
Attualmente lungo le statali 17 e 89 sono in corso lavori dell'importo lordo di 2 miliardi e 300 milioni di euro, consistenti nell'esecuzione di canali, cunette, fossi di guardia, tombini, sopraelevazioni del rilevato stradale, embrici ed espurghi. Tali interventi hanno già consentito un immediato ripristino dell'efficienza di numerose opere idrauliche compromesse dagli eventi alluvionali e, una volta conclusi, assicureranno un elevato standard di sicurezza all'utenza.
Inoltre, sempre secondo quanto riferito dalla società ANAS, è stato organizzato un servizio di pronto intervento per le aree prive di personale di esercizio, come i cantonieri, al fine di assicurare immediatezza ed efficienza nel ripristinare il transito in occasione di eccezionali eventi meteorologici.
PRESIDENTE. L'onorevole Turco, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, sono soddisfatto perché ci è stato fornito un quadro completo e preciso della reale situazione.
Nell'interrogazione si faceva riferimento al grave dissesto idrogeologico di una zona; dalla risposta del sottosegretario abbiamo appreso che sessantuno dei sessantaquattro comuni della provincia di Foggia praticamente non hanno alcuna possibilità di una vita ordinaria, immaginiamo quindi che possibilità abbiano di sviluppo! Vi è anche un altro collegamento con l'oggetto dell'interpellanza svolta precedentemente: la zona del subappennino Dauno è proprio una di quelle aree individuate per installare centinaia e centinaia di pale eoliche in un territorio che, come abbiamo visto, ha un grave dissesto idrogeologico. Il disboscamento necessario per costruire e installare le pale non può che essere causa di ulteriore dissesto idrogeologico.
Il riassetto idrogeologico del territorio del Paese dovrebbe costituire una delle politiche prioritarie del Governo, non solo in relazione a zone come quella menzionata, che è molto particolare, ma anche con riferimento ad altri territori dove si verifica ciò che in questa sede è stato denunciato e approfondito dal sottosegretario. L'intero Paese è pieno di zone a rischio idrogeologico, proprio perché vi è stata un'assenza di programmazione nella politiche ambientali e territoriali. Oggi, con difficoltà, si cerca di superare tale situazione e di recuperare un assetto che è difficilmente recuperabile.
Crediamo che solo attraverso una politica nazionale di intervento e una concertazione con le regioni si possa far fronte alla situazione. Costatiamo che queste spesso effettuano operazioni parziali e contraddittorie, come sta accadendo nella regione Puglia, dove si parla di tremila impianti eolici da costruire sulla base di un'autorizzazione, ovvero il silenzio-assenso. Ciò costituisce un episodio gravissimo che si verifica proprio nel momento in cui discutiamo di qualcosa che costa moltissimo al nostro Paese, non solo in termini di vite umane, ma anche di costi economici e di mancata possibilità di sviluppo, rispetto alla quale non riusciamo che a programmare interventi settoriali, parziali, inutili e spesso contraddittori.
Sottolineo che stiamo parlando di conseguenze relative ad eventi del 2002: è qualcosa di incredibile! Non solo vi è stata un'inattività locale che, come possiamo costatare attraverso le cifre fornite, si sta cercando di superare, ma aver lasciato in uno stato di abbandono sessantuno su sessantaquattro comuni di una provincia significa avere distrutto quel territorio.Pag. 11Allora, le politiche di riassetto idrogeologico del territorio non possono essere considerate secondarie o intervenire unicamente dopo che si sono verificati eventi sismici, alluvioni, frane e siccità. Soprattutto le frane, infatti, sono la conseguenza e l'indice della capacità o dell'incapacità, della funzionalità o no delle politiche che siamo in grado di costruire.
Dunque, anche il problema del riassetto idrogeologico del territorio è sintomo della capacità o no di governo del territorio e costituisce uno dei problemi fondamentali del nostro tempo.