Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Problemi interpretativi relativi all'applicazione della normativa riguardante il cosiddetto bonus bebè agli stranieri residenti in Italia - n. 3-01077)
PRESIDENTE. Il deputato Daniele Farina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01077, concernente problemi interpretativi relativi all'applicazione della normativa riguardante il cosiddetto bonus bebè agli stranieri residenti in Italia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
DANIELE FARINA. Signor Presidente, come lei ha anticipato, l'interrogazione a mia prima firma riguarda il cosiddetto bonus bebè ossia i mille euro che la legge finanziaria per il 2006 stanziava per ogni figlio nato o adottato.
Come sapete, questi moduli prestampati sono stati inviati a moltissime famiglie italiane tra cui alcune di immigrati che hanno - correttamente dal loro punto di vista - avanzato la richiesta del beneficio. Non era forse quella l'intenzione del legislatore e il dibattito è stato risolto poi in sede di approvazione della legge finanziaria per il 2007 con la decisione che non dovessero essere restituite le somme erogate e che nessuna sanzione amministrativa dovesse essere irrogata nei confronti dei cittadini stranieri.
Ciononostante, alcune procure della Repubblica hanno esercitato l'azione penale con esiti alterni: con richiesta d'archiviazione, in alcuni casi; con richiesta di rinvio a giudizio, per altri.
Addirittura, si è dato il caso - che costituisce specifico oggetto di questa interrogazione - in cui, a fronte di una sentenza di primo grado del giudice naturale di carattere assolutorio, è stato fatto ricorso in sede di appello dalla procura generale di Milano.
Chiedo quindi al Ministro se siamo noi male informati o se sia tutto drammaticamente vero e, in tal caso, quale sia l'ampiezza del fenomeno a conoscenza del Ministro.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Onorevole Farina, le darò le informazioni in mio possesso, che sono desunte dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Varese, dal presidente del tribunale di Varese e dal procuratore generale presso la corte d'appello, relative alla riscossione del cosiddetto bonus bebè da parte di alcuni stranieri, che, per la verità, è già stata oggetto di una recente disamina, anche perché la Presidenza del Consiglio aveva chiesto al Ministero della giustizia di fornire alcuni elementi di nostra competenza.
Come riferito dal procuratore di Varese, agli extracomunitari che hanno riscosso indebitamento l'assegno di mille euro, previsto dalla legge finanziaria per il 2006, la procura ha contestato i reati di truffa aggravata e di falsità in atto pubblico, previsti rispettivamente dagli articoli 640-bis e 483 del codice penale.
Alcuni dei procedimenti sono stati archiviati su richiesta della stessa procura diPag. 58Varese. Per 207 procedimenti c'è stata la richiesta di rinvio a giudizio e il giudice per le indagini preliminari ha emesso finora 107 sentenze assolutorie per mancanza dell'elemento soggettivo ovvero per insussistenza del reato. La procura generale presso la Corte di appello di Milano ha proposto ricorso in Cassazione avverso 15 proscioglimenti, ritenendo contraddittorie le sentenze assolutorie pronunciate dal GUP di Varese con la formula «perché il fatto non è previsto come reato».
Intendo precisare che attualmente non si conoscono le determinazioni che saranno prese in merito ai provvedimenti impugnati, ma mi pare del tutto superfluo ricordare, pur nel rispetto dell'autonomia della magistratura, che tutte le decisioni assunte dall'autorità giudiziaria dovranno essere adeguatamente motivate, sia in fatto sia in diritto, per superare indenni il vaglio della Corte di cassazione e passare in giudicato.
Peraltro, sulla base di queste premesse, non ritengo che nell'immediato vi sia l'esigenza di un intervento legislativo finalizzato a dipanare i dubbi interpretativi connessi all'indebita percezione del cosiddetto bonus bebè. La riscossione del bonus realizzata da alcuni stranieri, anche con falsa autocertificazione del requisito della cittadinanza italiana, appare giuridicamente inquadrabile nella fattispecie dell'indebita percezione di erogazioni a carico dello Stato.
Tuttavia, poiché nel caso che ci occupa l'importo indebitamente percepito è inferiore a 4 mila euro, non dovrà parlarsi di reato, bensì di illecito sanzionato soltanto in sede amministrativa.
PRESIDENTE. Il deputato Daniele Farina ha facoltà di replicare.
DANIELE FARINA. Signor Ministro, la ringrazio per l'esaustiva messe di dati e la chiarezza della sua esposizione. Posso solo ribadire che credo siamo in parte responsabili della situazione che si è venuta determinando.
Molto si potrebbe dire sull'ingiustizia, in primo luogo sociale, di quella norma contenuta nella legge del dicembre 2005, la legge finanziaria per il 2006. Credo sia un fatto acclarato anche la circostanza che il nostro dibattito in sede parlamentare, in qualche modo, abbia preso atto del vulnus che noi stessi legislatori abbiamo creato.
Ritengo che la volontà del Parlamento in questa direzione sia chiara e probabilmente ha ragione lei sul fatto che non occorrano ulteriori approfondimenti. Ciò nonostante, vista la discrasia fra l'operato della magistratura e quanto abbiamo in questa sede discusso, vale la pena di continuare a monitorare questa situazione, affinché vada nell'alveo che lei stesso ha parzialmente auspicato.
È per questo motivo che ci permetteremo di tornare sull'argomento allorquando verranno segnalate eventuali deviazioni da questo percorso che credo, ormai, auspichiamo collettivamente.