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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,07).
(Iniziative per il completamento dei lavori per il corridoio tirrenico - n. 2-00651)
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00651, concernente iniziative per il completamento dei lavori per il corridoio tirrenico (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 10).
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo brevemente anche se l'argomento meriterebbe di ricordare la storia, perché si tratta di una storia trentennale. Stiamo parlando del tracciato autostradale tra Livorno e Civitavecchia, oggetto delle attenzioni - direi quasi dei desideri, ma si può parlare, più propriamente, di aspettative - dei cittadini di tutta la Toscana e non solo, poiché sono coinvolte anche le amministrazioni locali e le forze produttive ed imprenditoriali. Se posso fare un paragone, in qualche modo forzato e azzardato, paragonerei la vicenda alla TAV che doveva attraversare la Val di Susa, ma con una piccola differenza. In Val di Susa erano tutti contrari, mentre in Toscana sono tutti d'accordo. Non vi è una amministrazione, ad esclusione del comune di Capalbio (ma forse è un caso), che si sia pronunciata contro il provvedimento e la realizzazione del tratto autostradale. Quest'ultimo, infatti, riveste un ruolo strategico per un equilibrato sviluppo di decongestionamento dell'attraversamento della dorsale appenninica. Vi è, poi, un riverbero anche per quanto riguarda la sinergia con le attività portuali di Piombino, Livorno e Marina di Carrara.
Inoltre, vorrei che potessimo leggere questa tratta - che declino soltanto nellaPag. 56dimensione regionale e toscana - in un ideale collegamento con l'Europa, perché se il sottosegretario ha in mente (mi rivolgo direttamente a lui, se mi è consentito) una strada che da Parigi arriva a Lione, Nizza e poi fino a Genova e Livorno constaterà che si ferma in quel punto. Poi, vi è Roma e si prosegue. Si vede, pertanto, come vi sia proprio un «dente» che manca.
Quindi, si tratterebbe di ritornare lì e, finalmente, autorizzare la proroga della concessione alla SAT, la Società Autostrada Tirrenica, che ha presentato un piano che prevede l'apertura dei cantieri nel 2010 e la conclusione dei lavori entro il 2013. Tale previsione pecca forse di un eccesso di ottimismo, così come forse vi è un eccesso di ottimismo quando si parla della realizzazione di questo progetto a costo zero. Non esiste nulla a costo zero. Non ci sarà sicuramente un costo immediato per lo Stato, ma saranno i cittadini a finanziare l'opera, attraverso il meccanismo del project financing.
Detto questo ed avendo fatto presente che si tratta di sottoporre al CIPE il rinnovo della convenzione, oggi solleviamo tale questione in quanto, da notizie apparse recentemente sugli organi di informazione, il direttore generale del dipartimento salvaguardia ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha ipotizzato una nuova valutazione di impatto ambientale.
In particolare, il 4 luglio, dal quotidiano Il Tirreno, si è appreso che, per intervento del Ministro Francesco Rutelli, è stata ulteriormente rinviata la firma, prevista per il 4 luglio stesso, degli atti relativi al completamento del corridoio tirrenico. Quel giorno si sarebbero dovuti incontrare a Firenze i rappresentanti dell'ANAS, della SAT, del Ministero delle infrastrutture e della regione Toscana. Tale notizia ci ha spinto a presentare questa interpellanza urgente. Tuttavia, dopo una settimana - oggi è il 12 luglio - sul quotidiano la Repubblica si legge che il Ministro Francesco Rutelli rinvia la firma per l'inizio dei lavori e la regione Toscana deve incassare un nuovo slittamento dei tempi. Dopo la valutazione di impatto ambientale, il Ministero dei beni culturali vuole esprimere anche il proprio parere sull'intero progetto di completamento del tratto autostradale Livorno-Civitavecchia.
Quindi, chiediamo ai Ministri Rutelli, Di Pietro e Pecoraro Scanio quali siano i provvedimenti che hanno intenzione di intraprendere al fine di dissipare ogni dubbio sulla fattibilità ed il concreto avvio dei lavori.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere.
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, cercherò di dare una risposta molto circostanziata, per cui mi scuso se mi dilungherò. La tratta autostradale A-12 Cecina-Civitavecchia, denominata «corridoio tirrenico», rappresenta l'insieme delle infrastrutture dei trasporti che effettivamente consentono, come ha sostenuto l'interpellante, i collegamenti lungo tutta la costa tirrenica.
In particolare, si fa riferimento all'unico tratto della direttrice che non risulta coperto da assi viari di tipo autostradale. Il percorso tra Rosignano e Civitavecchia - in totale 230 chilometri, di cui una parte importante (188 chilometri) in Toscana, nelle province di Livorno e Grosseto - risulta molto disomogeneo nelle sue caratteristiche.
Da Rosignano a Grosseto Sud il collegamento avviene con la variante dell'Aurelia a quattro corsie, con spartitraffico centrale, con una larghezza di quasi 19 metri. Da Grosseto al confine con la regione Toscana, il transito si sviluppa, invece, sul tracciato originario dell'Aurelia, in gran parte a quattro corsie, con una carreggiata inferiore ai 15 metri. Il tratto finale, tra Ansedonia e il confine regionale, ha solo due corsie.
Il corridoio tirrenico, invece, è a livello europeo considerato come una rete transeuropea, denominata «itinerario E80», come lei stesso ha sostenuto. Pertanto, ilPag. 57completamento del tratto tra Rosignano e Civitavecchia deve essere rapidamente ultimato, considerate anche le condizioni di pericolosità dell'Aurelia, egualmente esplicitate nella sua interpellanza.
È soprattutto necessario arrivare, in tempi ormai irrinunciabili e rapidi, ad adeguati livelli di mobilità e di intermodalità.
Vorrei ricordare, per chi non lo sapesse (so che voi ne siete a conoscenza, ma è giusto che altri ne prendano atto), che il dibattito sulla realizzazione del corridoio tirrenico nasce negli anni Settanta; l'accordo sulla sua realizzazione risale al 2000, porta la firma di tutti i soggetti interessati ed è stato oggetto di dibattiti interminabili (consideriamo che dagli anni Settanta al 2000 sono passati 30 anni!).
In ogni caso la firma del 5 dicembre del 2000 è di tutti i soggetti interessati: il Ministero delle infrastrutture, la regione Toscana, la regione Lazio e l'ANAS. L'intesa di cui si parla prevede l'adeguamento dell'Aurelia a tipologia autostradale. La Commissione VIA del Ministero dell'ambiente, una volta raggiunto questo accordo, ha espresso parere di compatibilità ambientale negativo sul tracciato misto, a causa dell'alto impatto sull'ambiente; ha invece espresso un parere di compatibilità ambientale positivo sul tracciato costiero, modificato a seguito delle integrazioni presentate dalla società.
Il tracciato finale, disegnato in totale accordo con la regione Toscana, ha ottenuto finalmente un parere positivo dal Ministero dell'ambiente nel marzo del 2003.
Con riferimento al tratto Rosignano-Grosseto sud la soluzione del tracciato che è stata reputata più idonea dalla Commissione VIA (il parere, però, è soltanto del 31 febbraio 2006) è l'ampliamento in sede di variante dell'Aurelia stessa.
Per il tratto a sud di Grosseto la soluzione indicata dalla società SAT è la realizzazione di un'autostrada costiera che si colloca per buona parte in affiancamento all'Aurelia la quale dovrebbe diventare, invece, una strada parco di raccordo con le reti viarie locali. Questo è, più o meno, lo scenario obiettivo della situazione.
A questo punto vengo alla valutazione del Ministero per i beni e le attività culturali. Esso ha svolto le valutazioni di competenza con le proprie strutture periferiche, in particolare con le sovrintendenze per i beni architettonici, paesaggistiche e quelle archeologiche. Bisogna considerare anche quelle del Lazio e quelle della Toscana. Nel complesso gli uffici hanno espresso pareri tecnici favorevoli alla soluzione costiera, condizionandola però al rispetto di alcune osservazioni tendenti alla salvaguardia dei valori paesaggistici e al rispetto dei siti archeologici.
Mi soffermo anche sul dettaglio delle valutazioni degli uffici. La prima di esse proviene dalla sovrintendenza dei beni archeologici per l'Etruria meridionale e risale al 2003; quella dei beni archeologici del Lazio sulle nuove versioni è del 2005; ve ne è una ulteriore dei beni archeologici, alla luce dei cambiamenti intervenuti, dell'ottobre del 2005; infine, il parere della sovrintendenza per i beni architettonici e storici-artistici delle province di Pisa e Livorno è dell'agosto 2005. Ho citato tali dati per sottolineare il numero dei pareri che sono stati espressi, man mano che venivano apportati dei cambiamenti: pareri che sono stati sempre positivi. La sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Siena e Grosseto ha espresso parere positivo nel 2005.
In ogni caso, a seguito di tutte queste disamine, la direzione generale a Roma, il 25 ottobre 2005, richiede una documentazione integrativa al fine di poter valutare l'opera con riferimento alle tematiche di impatto sul paesaggio e sul patrimonio culturale. La società recepisce le integrazioni e le sovrintendenze che ho citato e di cui non ripeto i nomi, esprimono parere positivo.
A questo punto la direzione generale a Roma acquisisce tali pareri, li esamina e li integra per quanto concerne la situazione vincolistica e paesaggistica e chiude l'istruttoria (vi risparmio tutti i dettagli dei vari passaggi).Pag. 58
Conclusa l'istruttoria, si verificano una serie di agitazioni che riguardano il tracciato Livorno-Civitavecchia; una mobilitazione delle comunità locali che si contrappongono alla realizzazione di una nuova infrastruttura sul territorio della Maremma.
Dal punto di vista dell'impegno sulle nuove aree occupate, rispetto a tale questione si possono distinguere due diverse parti del progetto: una riguarda il tratto Cecina-Grosseto e l'altra Grosseto sud-Civitavecchia. Il primo tratto (Cecina-Grosseto) in linea di massima si sovrappone alla superstrada Aurelia e, pertanto, riduce in maniera notevole l'occupazione delle nuove aree, per cui non sembra destare problemi. Il secondo tratto (Grosseto sud-Civitavecchia) presenta caratteristiche diverse dal primo; il tracciato si discosta per la maggior parte dalla viabilità esistente inducendo problematiche di accettabilità - così ci riferiscono - da parte delle amministrazioni locali che hanno chiesto di svolgere un ruolo di rilievo più importante sulle questioni paesaggistico-territoriali, nel rispetto dei principi di sussidiarietà. Ciò ha determinato ulteriori perdite di tempo che l'ufficio legislativo definisce con i termini di gestazione, cambiamenti sostanziali nel tracciato iniziale e proposizione di varie soluzioni progettuali.
Per il secondo tratto, situato nel territorio laziale, la regione Lazio, quale istituzione locale interessata all'intervento sino al confine regionale, che coincide con il comune di Montalto di Castro, ha richiesto, al fine di valutare la compatibilità dell'opera, l'integrazione del progetto autostradale con la viabilità esistente e con gli strumenti di programmazione regionale.
Il Ministero per i beni e le attività culturali, in considerazione dell'alto valore paesaggistico che il territorio coinvolto possiede, pur non ritenendo la soluzione autostradale in contrasto con un possibile scenario dello sviluppo infrastrutturale del territorio, considera opportuna, per tale secondo tratto, la valutazione di soluzioni che consentano il raggiungimento del miglioramento della mobilità attraverso un minor impiego del territorio ed un minore impatto sul paesaggio quale bene del patrimonio culturale, considerando pertanto l'adeguamento della superstrada Aurelia tra Grosseto sud e Civitavecchia obiettivo primario per avviare a soluzione problemi di sicurezza, di omogeneità e di transitabilità del corridoio tirrenico.
Tutto ciò considerato, il Ministero ha espresso il parere tecnico favorevole per quanto riguarda il tratto Cecina-Grosseto sud, nel rispetto delle prescrizioni impartite dalle soprintendenze territoriali competenti che di seguito si evidenziano.
In merito alle problematiche di rischio archeologico, si richiedono che siano presentati in fase di progetto definitivo, da parte della società - ma questa è l'ordinaria procedura, non è una novità -, approfondimenti per quanto riguarda: l'abitato etrusco di Val Petraia, l'area di Vignale Riotorto e tutti i siti individuati nel corso dello studio preliminare situati a distanza inferiore a cento metri dal tracciato da realizzare.
In fase definitiva si chiede che tutte le operazioni che comportino qualsiasi movimento di terra, debbano essere effettuate sotto il controllo di personale qualificato e, qualora si renda opportuno, vengano effettuati saggi di accertamento archeologico. Il tracciato autostradale dovrà collocarsi in modo più possibile in aderenza alla configurazione morfologica del terreno, evitando rilevati e viadotti eccessivamente emergenti dal piano campagna al fine di rendere una percezione visiva del nastro autostradale più aderente e mitigabile al territorio. Dovranno, inoltre, essere presentati i progetti delle opere di mitigazione da concordare con le soprintendenze territorialmente competenti.
I progetti di mitigazione dovranno, in particolare, rendere la continuità paesaggistica delle aree boscate, mitigare gli impatti visivi degli imbocchi delle gallerie dei viadotti e degli svincoli i quali dovranno, peraltro, essere progettati con un minore impegno del territorio. Dovranno essere redatti, inoltre, progetti di inserimento paesaggistico relativamente all'accessibilitàPag. 59ai fondi agricoli. Il proponente dovrà ottemperare a tutte le suddette prescrizioni nella redazione del piano definitivo, da presentarsi prima dell'inizio delle opere: i relativi elaborati progettuali di recepimento andranno sottoposti alla verifica di ottemperanza da parte delle soprintendenze di settore.
Poiché il tracciato Grosseto sud-Civitavecchia prefigura impegni di nuove aree territoriali e ulteriori delicate trasformazioni del paesaggio, il progetto definitivo andrà qualificato nel senso di ridurre al minimo l'incidenza sui valori paesaggistici e andrà reso integralmente compatibile con le istanze di tutela. Il Ministero per i beni e le attività culturali darà il suo assenso all'opera, poiché si tratta di un obiettivo primario per avviare a soluzione problemi di sicurezza e di omogeneità con riferimento alla transitabilità del corridoio tirrenico e si riserva, attraverso i propri uffici competenti, di esprimere i pareri di legge sul progetto definitivo, in funzione dell'effettiva mitigazione derivante dall'adozione di idonee ed adeguate soluzioni progettuali.
PRESIDENTE. L'onorevole Velo, cofirmataria dell'interpellanza Evangelisti n. 2-00651, ha facoltà di replicare.
SILVIA VELO. Signor Presidente, signor sottosegretario, mi dichiaro parzialmente soddisfatta della risposta, molto dettagliata, di illustrazione dello stato di attuazione del progetto e della discussione in corso. L'interpellanza ai Ministri per i beni e le attività culturali, delle infrastrutture, e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare era, in realtà, un pretesto per cercare di capire quale sia l'intendimento del Governo sulla realizzazione del progetto in questione. È chiaro che la realizzazione di un'autostrada sulla costa tirrenica italiana, che attraversa un territorio preziosissimo dal punto di vista ambientale e paesaggistico e delle emergenze culturali è, di per sé, un progetto delicato, da approfondire e trattare con la massima cautela. Noi, però, siamo convinti che la politica e gli strumenti della tecnologia possano garantire la fattibilità di quest'opera, necessaria per lo sviluppo del Paese e non solo della Toscana: lo sviluppo del Paese, infatti, passa anche attraverso lo sviluppo della Toscana e dei suoi porti (Livorno, Piombino, Marina di Carrara, Civitavecchia ed altri).
Si può costruire quest'opera senza peggiorare l'altissima qualità ambientale del territorio. Come diceva l'onorevole Evangelisti, non è vero che sull'opera ci sono mobilitazioni locali: se ve ne sono, esse, almeno in Toscana, sono a sostegno dell'opera. Sono sindaco di uno dei comuni attraversati dal corridoio tirrenico e posso testimoniare il lavoro puntuale e preciso che è stato svolto dagli uffici regionali toscani e dalla SAT (Società autostrada tirrenica) nel definire, tratto per tratto, le viabilità accessorie. Abbiamo addirittura progettato le rotonde agli incroci significativi della vecchia strada statale Aurelia, per disincentivare il ritorno del traffico pesante su tale strada: un lavoro certosino, che ha riguardato, in alcuni tratti, anche le proprietà poderali, per evitare danni in un'area che a Grosseto - e, in particolare, nella provincia - è fortemente vocata all'agricoltura. Non si può disconoscere la volontà dei territori, che chiedono, naturalmente, di essere salvaguardati nella tutela ambientale, ma anche di non rimanere isolati in un'area del Paese che rischia, appunto, di essere identificata in un buen retiro per chi vive in città e di decadere nella sua possibilità di sviluppo e di creazione di occupazione e di lavoro.
Il lavoro legato al mare, concentrato in un periodo di tempo ristretto, non basta. Vogliamo che l'industria presente, per esempio, a Piombino, possa svilupparsi e così anche la logistica e la portualità.
Come dicevo, vi è un progetto che tutti i comuni - tranne uno - delle province di Livorno e di Grosseto, le stesse province di Livorno e di Grosseto e la regione Toscana hanno approvato. Si tratta, quindi, di un progetto concordato, condiviso e voluto dalle comunità locali.
Crediamo che se questo progetto fosse bloccato dalla volontà di un movimento di pensiero, che è evidente e che sta esercitandoPag. 60con forza la sua azione in Toscana, e che si esplicita anche attraverso gli organi di stampa, si porrebbe un problema di ordine democratico.
Questa volta, peraltro, a differenza del caso TAV, il problema di democrazia si porrebbe in maniera opposta, con il disprezzo della volontà della maggioranza.
Pertanto, sollecitiamo i ministeri competenti, affinché tutti gli approfondimenti tecnici necessari vengano espletati - perché anche le comunità locali vogliono le adeguate garanzie -, ma crediamo che siamo giunti al momento in cui le questioni tecniche sono state praticamente tutte affrontate.
È il momento che il progetto venga trasmesso al CIPE, al quale ciascun ministero competente potrà esprimere liberamente il suo giudizio. Credo sia difficile continuare a girare intorno ad una questione tecnica che, in realtà, non è tecnica, ma politica.
Per questo motivo, abbiamo interpellato il Ministero per l'università e la ricerca, nonché il Vicepremier Rutelli ed i Ministri Di Pietro e Pecoraro Scanio, per coinvolgere il Governo in una decisione che non aspetta altro che di essere adottata (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori).