Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Seguito della discussione delle mozioni Elio Vito ed altri n. 1-00003 ed Evangelisti e Borghesi n. 1-00004 concernenti misure per ridurre i costi della politica, con particolare riferimento all'aumento del numero dei ministeri (ore 15,08).
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a completare l'espressione del parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
Pag. 2
GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, desidero confermare il parere contrario sulla mozione Elio Vito ed altri n. 1-00003, già espresso dal ministro Nicolais, e rivolgere un invito ai colleghi Evangelisti e Borghesi a ritirare la mozione n. 1-00004, nonché a considerare l'eventualità di consentire al Governo di svolgere un ruolo attivo rispetto ad una materia così delicata come quella che, opportunamente, hanno voluto segnalare.
Noi apprezziamo, come Governo, la sensibilità che ha informato la stesura di questa mozione e riteniamo che esista in assoluto la fondatezza delle argomentazioni svolte; allo stesso tempo, pensiamo che su una materia così importante e delicata, che richiede una adeguata onestà intellettuale per poter essere sviluppata al fine di produrre effetti positivi, occorra un atteggiamento costruttivo da parte di tutti, compreso il Governo.
Vorremmo poter isolare tale materia rispetto alle strette contingenze della politica, ed è questo il motivo per cui invitiamo i presentatori a ritirare la loro mozione, al fine di consentire lo svolgimento di un'azione concertata, talché alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, probabilmente intorno al mese di settembre o a quello di ottobre, si possa arrivare ad una scelta che sia il più possibile condivisa.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, volevo pregarla di invitare i presidenti delle Commissioni - ho lasciato quella della quale faccio parte appena ho avuto notizia dell'inizio dei lavori dell'Assemblea - a sospendere i lavori in quelle sedi. L'esame di una mozione fa parte del lavoro ordinario del Parlamento: non si può fare finta di non saperlo, limitandosi a dare, in Commissione, una mera comunicazione dell'inizio dei lavori in Assemblea. La ringrazio molto, signor Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, saranno disposte le opportune verifiche; la Presidenza si riserva di dare comunicazioni in merito.
Chiedo ai presentatori della mozione Evangelisti e Borghesi n. 1-00004 se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, desidero spiegare, sia pure brevemente, le motivazioni che ci hanno indotti a presentare la mozione, che è alternativa a quella a firma dell'onorevole Elio Vito ed altri, e quelle che oggi, di fronte alle precisazioni ed all'invito del Governo, ci inducono a ritirarla.
Abbiamo presentato la mozione perché, pur sembrandoci che le conclusioni finali della mozione Elio Vito ed altri n. 1-00003 potessero essere condivise (fatta eccezione per qualche passaggio), soprattutto dal gruppo cui appartengo, quello dell'Italia dei Valori, per il quale la questione morale e quella, connessa, dei costi della politica costituiscono il fondamento delle sue posizioni ideali e della sua stessa essenza, abbiamo ritenuto che esse poggiassero su assunti inaccettabili.
Per quanto mi concerne, pur pervenendo a conclusioni pressoché analoghe, mi è parso quanto mai opportuno confutare assunti - inaccettabili, appunto - che tendevano a far ricadere sui Governi precedenti a quello che ha avuto la maggioranza nella precedente legislatura l'aumento dei costi della politica. Ciò non è assolutamente vero: basterebbe guardare le cifre che ho già fornito in sede di discussione.
Dire che lo squilibrio dei conti pubblici deriva dal debito della prima Repubblica, quando il precedente Governo ha avviato un circolo virtuoso che ha portato alla progressiva riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL - rapporto che, al termine dei cinque anni di Governo Berlusconi è tornato di nuovo a salire, comePag. 3il debito in valore assoluto -, mi pareva un assunto del tutto erroneo.
Immaginare, quindi, che una lezione sulla riduzione dei costi della politica potesse venire da una maggioranza che aveva azzerato l'avanzo primario del bilancio dello Stato mi pareva un assunto inaccettabile. Allo stesso modo, immaginare che una lezione sui costi della politica potesse venire da una maggioranza che, tra il 2001 ed il 2005, aveva permesso che il bilancio del Senato aumentasse del 51 per cento, che quello della Camera crescesse del 40 per cento e che quello della Corte costituzionale si incrementasse del 35 per cento (unica eccezione, il bilancio della Presidenza della Repubblica, che è rimasto pressoché invariato) mi sembrava un assunto inaccettabile, pur a fronte delle predette conclusioni. In generale, il discorso vale per il bilancio dello Stato: basti pensare che, dal 2001 al 2005, esso è passato da 610 mila milioni di euro a 645 mila milioni, dopo essere aumentato, nel 2003, a 673 mila milioni di euro.
Francamente, mi sembrava che, rispetto alle conclusioni, tali premesse fossero assolutamente inaccettabili: una maggioranza che si definiva liberale avrebbe dovuto portare ad una riduzione del bilancio dello Stato, non ad un suo aumento.
Per questo motivo ho sottoscritto la mozione in esame. Di fronte all'impegno assunto dal Governo ad assumere un ruolo attivo (come peraltro ha già iniziato a fare, come ha dichiarato in questa sede lo stesso ministro Nicolais), e ad ampliarlo ulteriormente con una proposta da presentarsi subito dopo il periodo feriale, annuncio, anche a nome dell'onorevole Evangelisti, il ritiro della mozione.