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Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,07).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per svolgere due sollecitazioniPag. 79per la risposta ad interrogazioni: la prima è rivolta al Ministro Lanzillotta e riguarda il problema degli sprechi e dei costi esorbitanti degli enti pubblici locali (si tratta dell'interrogazione n. 3-01094); la seconda riguarda ciò che accadde qualche mese fa all'ospedale San Camillo (si tratta dell'interrogazione n. 3-00736).
Colgo l'occasione, signor Presidente, per farle presente, per l'ennesima volta, a fronte anche di dichiarazioni assolutamente condivisibili di questi giorni, sia del Presidente della Corte dei conti sia del Governatore della Banca d'Italia, che sarebbe auspicabile e richiesta la presenza - lo chiedo per l'ennesima volta, ormai per la terza settimana di seguito - del Ministro Padoa Schioppa, che è Ministro di questo Governo. A quanto pare, sulla base delle considerazioni di due autorevoli rappresentanti di istituzioni pubbliche, egli continua ed ha continuato, fino a qualche giorno fa, a rilasciare dichiarazioni giornalistiche all'opinione pubblica assolutamente infondate riguardo al «tesoretto», alle finanze pubbliche e alle trattative che si stanno svolgendo a Palazzo Chigi (trattative lecite, sulle quali il Governo risponderà con propri provvedimenti). Mi sembra francamente poco rispettoso dell'istituzione parlamentare che si sia continuato a dare, fino a qualche ora fa, notizie infondate sulle finanze pubbliche del nostro Paese.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sulla linea di quanto evidenziava il presidente del mio gruppo, l'onorevole Elio Vito, con riferimento al provvedimento concernente l'ordinamento giudiziario, intendo richiamare l'attenzione della Presidenza anche sul disegno di legge in materia di sicurezza del lavoro, calendarizzato per la discussione sulle linee generali per lunedì 23 luglio - anche in questo caso con la clausola «ove concluso» -, per il quale non sono decorsi i due mesi previsti per la discussione in Commissione per ciascun provvedimento e per il quale, tanto meno, è stata votata l'urgenza.
Si tratta di un provvedimento molto importante e di notevole rilievo. Riteniamo che vi sia, in questo momento, una situazione particolare, nel senso che, valutando il calendario dei nostri lavori, è credibile che non si andrà ad affrontare la discussione sulle linee generali di tale provvedimento nella giornata di lunedì 23 luglio.
Dopo aver esaurito la discussione generale in sede di Commissioni riunite Lavoro ed Affari sociali durante la scorsa settimana, nella giornata di oggi il rischio è che si vada a concludere l'esame e la votazione di tutti gli emendamenti in Commissione e che, quindi, in un solo giorno si affrontino 186 emendamenti presentati anche dalla stessa maggioranza, in modo da rientrare nei termini previsti per provvedimento, i quali richiedono che domani, venga espresso il parere delle Commissioni in sede consultiva e del Comitato per la legislazione, onde portare il testo alla discussione generale nella giornata di lunedì 23 luglio.
Desidero, dunque, rappresentare alla Presidenza tale situazione. Poiché nella giornata di lunedì, presumibilmente tale provvedimento non verrà esaminato in sede di discussione sulle linee generali, ci troveremmo oggi nella situazione paradossale di affrontare in Commissione - convocata proprio in questo momento, al termine della seduta pomeridiana - un provvedimento molto importante, per il quale dovremo andare avanti, probabilmente anche in seduta notturna, procedendo alla votazione, uno dietro l'altro, di tutti gli emendamenti presentati sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, per rimanere entro tempi che, invece, verosimilmente non saranno rispettati.
Intendevo fare presente, con molto garbo, questa situazione alla Presidenza, perché credo che si tratti di una situazione anomala, anche perché le Commissioni riunite, nella prima fase della discussione generale, hanno avuto una settimana per confrontarsi sul provvedimento. Se e qualora vi fossero tempi più ampi, ritengo che ciò andrebbe a beneficio di una migliore qualità del dibattito su un provvedimento che reputiamo importante e sentito, che riguardaPag. 80un argomento su cui vi è grande attenzione da parte dell'opinione pubblica.
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per riprendere una questione già sollevata nei giorni scorsi dal presidente del mio gruppo, l'onorevole Ignazio La Russa.
Siamo tutti al corrente dei presunti brogli elettorali verificatisi durante le elezioni all'estero e del relativo video (sul quale non mi pronuncio - avremo modo di farlo - e nutro molti dubbi). In ogni caso, il problema che si pone è che l'Assemblea venga informata, da parte del Governo, su cosa intenda fare, come intenda procedere e se abbia già adottato qualche iniziativa per verificare la veridicità, non tanto, ripeto, di quel filmato, quanto delle innumerevoli segnalazioni - anche io, a livello personale, potrei farne molte - sui gravi brogli ed irregolarità che, probabilmente, sono avvenuti nell'espressione del voto degli italiani all'estero.
Approfittando della presenza in questa sede del sottosegretario per gli affari esteri, sottolineo l'opportunità che il Governo venga celermente a riferire in aula per aprire un dibattito parlamentare su tale punto. In sede di Commissione esteri, opportunamente, il presidente Ranieri ha già avviato le trattative per istituire un comitato sui problemi degli italiani all'estero. Ma, nel frattempo, è opportuno che specificamente sulla questione elettorale si venga a riferire in aula.
Quindi, prego la Presidenza di sollecitare l'Esecutivo in questo senso. Lo stesso Governo - il Viceministro Danieli mi sembrava fosse disponibile - si è dichiarato aperto ad una discussione serena e franca per il passato, ma soprattutto per il futuro, su tale argomento.
EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, intervengo per segnalare che a Milano, nella zona 8, un'area situata a nord della città, da qualche tempo sono comparse molte decine, quasi centinaia, di scritte di stampo nazista e fascista. Tale vicenda è stata oggetto di una denuncia da parte del comitato antifascista della zona 8 di Milano, che ha consegnato alla questura un dossier su tali scritte.
Ricordo che in questa zona, che comprende Gallaratese, Certosa, Quarto Oggiaro e Fiera, sono cresciuti, negli ultimi mesi, negozi che vendono oggettistica e abbigliamento con chiari riferimenti al fascismo e alla Repubblica di Salò e sono state istituite associazioni sportive di dubbia filosofia che dichiarano: «Calci e pugni non è una moda, ma uno stile di vita. Nel dubbio mena».
Ricordo che alla fine del mese di maggio è stato abbattuto in piazza Rosa Scolari a Trenno il monumento alla resistenza partigiana inaugurato quarant'anni fa. Inoltre, rammento che nella stessa zona alcune associazioni neofasciste avevano aperto una sede politica denominata «Cuore Nero». Tale sede, il giorno prima dell'inaugurazione, è stata oggetto di un attacco di stampo terroristico e incendiario. Peraltro, l'associazione ha ricevuto la solidarietà anche dei partiti dello schieramento di centrosinistra.
Inoltre, sono apparse in zona molte scritte «10, 100, 1.000 Auschwitz» e che per la prima volta nella storia della nostra città, la città di Milano, il consiglio di zona ha negato il contributo per le commemorazioni pubbliche della ricorrenza del 25 aprile.
A fronte di un fenomeno molto particolare, concentrato e nuovo in tale zona, chiedo, signor Presidente, che sia possibile, poiché le forze di polizia, le autorità e gli enti locali sono avvertiti di tale fenomeno, che la Presidenza della Camera chieda al Governo, in particolare al Ministero dell'interno di riferire, in Commissione affari costituzionali su tali gravi avvenimenti che non hanno, per fortuna, memoria recente di così grave intensità nella città di Milano e sui quali - a mio avviso - sarebbe bene che le attività di polizia e il Governo potessero riferire al Parlamento appunto in Commissione affari costituzionali.
PRESIDENTE. La Presidenza raccoglie le sollecitazioni rivolte sui vari argomenti dai deputati Volontè, Baldelli, Zacchera e Fiano.