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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative del Governo in merito alla collocazione in borsa di Fincantieri - n. 3-01110)
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Salvo n. 3-01110, concernente iniziative del Governo in merito alla collocazione in borsa di Fincantieri (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario, per un minuto.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, il gruppo della Sinistra Democratica, dopo la scelta contenuta nel DPEF di quotare in borsa il 49 per cento delle azioni Fincantieri, chiede una risposta chiara alle preoccupazioni dei lavoratori e dei sindaci delle tredici città interessate. Parliamo dell'azienda leader mondiale nella costruzione delle navi da crociera, che occupa quasi 9 mila persone, oltre che 18 mila nell'indotto, e che nel 2006 ha chiuso con 2,5 miliardi di fatturato.
Dopo sette anni di risultati positivi alle spalle, non condividiamo quanto ha affermato il sottosegretario Forcieri, che cioè a fare il piano industriale dovrà essere il mercato, in quanto i livelli di redditività in borsa della cantieristica non sono superiori al 2 per cento ed il rischio di contraccolpi è serio. Chiediamo, pertanto, come il Governo intenda salvaguardare i livelli occupazionali, non concedendo il via libera ad alcuno spezzatino o delocalizzazione di interi comparti produttivi.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, come si legge nell'interrogazione, Fincantieri è un'azienda che, negli ultimi anni, ha affrontato un processo complessivo di ristrutturazione, salvaguardando però la propria storia e il proprio radicamento sul territorio, anche se in un contesto di riferimento non favorevole, caratterizzato fra l'altro dal venir meno degli aiuti pubblici alla cantieristica, dal progressivo deprezzamento del dollaro e dal forte aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime.
Tuttavia, dati recenti confermano una raggiunta solidità economica e finanziaria della società: anche da un punto di vistaPag. 91industriale, si può ritenere che Fincantieri si confermi uno dei principali operatori mondiali, con un forte posizionamento in importanti settori, in particolare quello delle navi da crociera, in grado di sviluppare consistenti sinergie fra settore civile e militare, che più di recente si sviluppano in segmenti contigui come l'ammodernamento delle navi e di megayacht. Fincantieri, tuttavia, opera in un mercato dinamico, in cui le posizioni acquisite non restano se una azienda non è in grado di affrontare le sfide del futuro.
In questo senso, Fincantieri nei mesi scorsi ha predisposto un piano industriale di forte sviluppo delle proprie linee, preservando, però, la presenza sul territorio, prevedendo importanti investimenti nei cantieri nazionali, non riducendo, anzi sviluppando, l'occupazione in Italia.
Il Governo è convinto di questo piano, avendone discusso in questi mesi con l'azienda e partecipando a tavoli di confronto, ancora oggi, con le organizzazioni sindacali.
In questo scenario, il Governo non può, tuttavia, che constatare che la realizzabilità di tali obiettivi dipende necessariamente dalla finanziabilità del piano, avendo presente la realtà specifica di Fincantieri, nella quale l'autofinanziamento da solo non è in grado di assicurare le necessarie risorse finanziarie.
Con questa consapevolezza, il Governo ritiene che la quotazione in borsa della società risulti lo strumento più adeguato per il reperimento delle risorse che finanzino il piano industriale.
Il Governo, al tempo stesso, conferma che lo Stato conserverà una quota non inferiore al 51 per cento del capitale di Fincantieri: non si tratta quindi di privatizzazione, ma di cessione sul mercato di una quota di minoranza del capitale.
Questa impostazione è stata confermata nell'incontro che si è svolto oggi con le organizzazioni sindacali, nel quale è emersa la volontà di proseguire nel confronto sul piano industriale.
Infine, il Governo conferma il proprio impegno, affinché venga garantita la salvaguardia dell'integrità dell'azienda e non venga realizzata alcuna delocalizzazione di attività industriali attualmente svolte nei cantieri nazionali, per i quali, invece, si prevede un impegnativo programma di ammodernamento ed anche di possibile incremento dell'occupazione.
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta del ministro Chiti, anche se vorrei riflettere - sia pur brevemente - su un precedente illustre rispetto alla vicenda della quotazione in borsa.
L'azienda norvegese Aker Yards, unica azienda cantieristica europea già quotata in borsa, alcune settimane fa, in appena due giorni, ha perduto oltre il 35 per cento del suo valore, ovvero quasi mezzo miliardo di euro.
Il motivo del crollo non è dovuto a perdite o a inefficienze, ma ad un calo dal 7 al 5 per cento dei profitti. Pertanto, appare evidente - lo ripeto - che un settore a bassa redditività, come la cantieristica navale, rischia di più nell'esposizione sul mercato azionario, dove dominano cicli e logiche di rendimento a breve periodo.
Chiediamo, dunque, un piano industriale chiaro e realistico, con il pieno coinvolgimento dei lavoratori e delle comunità locali (oggi vi è un appuntamento importante al Ministero con i sindacati, che si sono organizzati in coordinamento anche con i sindaci).
Se i 400 milioni necessari per sostenere il piano industriale del 2007-2011 debbono arrivare dalla borsa, vogliamo sapere in quale direzione quella liquidità si dirige: rilancio o dismissione, questo è il punto.
Noi vogliamo e lotteremo perché ciò non accada e perché la vicenda Fincantieri non sia l'ennesima pagina dolorosa di un ciclo di privatizzazioni affrettate, che dall'inizio degli anni Novanta hanno contribuito a privare l'Italia di politiche industriali di profilo europeo e moderno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).