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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro della giustizia, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali e il Ministro della solidarietà sociale.
(Piano di assunzione dei docenti precari e dei precari del personale ATA - n. 3-01123)
PRESIDENTE. Il deputato Pettinari ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Sasso n. 3-01123, concernentePag. 48il piano di assunzione dei docenti precari e dei precari del personale ATA (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
LUCIANO PETTINARI. Signor Presidente, signor Ministro, con soddisfazione rilevo che è in corso, secondo quanto stabilito dalla legge finanziaria, la realizzazione del piano di assunzione di 150 mila docenti precari e di 30 mila tra lavoratori ausiliari, tecnici e amministrativi.
Entro la fine del mese dovrebbero essere nominati i primi 50 mila docenti e i primi 10 mila del personale ATA. Siccome risulta che dal prossimo mese di settembre dovrebbero lasciare il servizio, per anzianità o per altri motivi, oltre 50 mila insegnanti - e si tratta di 20 mila in più di quanto preventivato dalla detta legge finanziaria - chiedo al Ministro se non ritenga possibile anticipare i tempi di conclusione del piano triennale per l'immissione in ruolo, prevedendo già dal prossimo anno almeno...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCIANO PETTINARI. ...80 mila nomine - concludo Presidente - per il personale docente e 20 mila per il personale ausiliario, tecnico ed amministrativo. Ritengo che ciò rappresenterebbe un grande risultato per la scuola italiana e anche per il Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, come l'onorevole interrogante sa, grazie all'approvazione dell'ultima legge finanziaria, è con la chiusura delle graduatorie permanenti e la trasformazione in graduatorie ad esaurimento che il Governo ha avviato un processo non soltanto di sistemazione in ruolo dei docenti precari della nostra scuola, ma anche di blocco complessivo di un sistema che, più che offrire certezze, ai precari e agli studenti (a questi ultimi, in particolare, non garantiva la sicurezza di avere docenti che offrivano loro il massimo della professionalità), tendeva a generare precari ogni anno.
Delle 150 mila assunzioni previste dal piano triennale sono già state effettuate quest'anno 50 mila assunzioni di docenti e 10 mila di personale ATA, le quali si sommano alle precedenti, effettuate nel mese di giugno dello scorso anno, pari a 23 mila e 500.
Le indicazioni che abbiamo dato sugli organici, che si stanno predisponendo in questi giorni, sono tese a garantire prevalentemente i bisogni delle scuole materne e delle scuole elementari a tempo pieno; esigenza, quest'ultima, particolarmente sentita in molte parti del nostro Paese. Un'attenzione, molto rigida e seria, a tutto ciò che non genera spreco e piccole furbizie, quali, ad esempio, gli sdoppiamenti di cattedre o di classi (che non servono al buon andamento della scuola), rappresenta un tipo di intervento che ha la finalità di reperire risorse che possono consentire di immettere in ruolo, prima della fine dell'anno, ulteriori 20 mila docenti.
Questo anno, sulla scorta dei pensionamenti e delle disponibilità economiche, potrebbero essere assunti altri cinquemila unità del personale ATA. Per quanto riguarda l'anno prossimo, abbiamo la ferma determinazione di confermare l'aliquota di assunzioni già prefissata; ciò avverrà tenendo conto sia del numero dei pensionamenti sia delle disponibilità di risorse.
Noi vogliamo realizzare un utilizzo degli organici che dia risposte alle priorità sentite dalle famiglie - mi riferisco alla scuola materna o alla scuola elementare a tempo pieno - evitando, al contempo, quegli spezzoni di cattedre o quegli sdoppiamenti di classe che rischiano di dare risposte ai bisogni dei singoli e non a quelli generali della scuola, che vede, al primo posto, la sistemazione dei precari.
In questo senso, colgo l'occasione per sottolineare come tra le certezze...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
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GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. ...rientri anche un rapporto con gli insegnanti di sostegno ai bambini diversamente abili certificati.
Anche in tal caso non c'è alcuna volontà del Governo di tagliare il numero degli insegnanti di sostegno, ma solo di applicare con saggezza la norma che prevede che tale tipologia di insegnante sia di sostegno ai docenti curricolari per il bambino diversamente abile e non, invece, di sostegno per chi spera, talvolta con qualche furbizia di troppo, di diventare tale solo per fini economici.
PRESIDENTE. Il deputato Pettinari ha facoltà di replicare.
LUCIANO PETTINARI. Ringrazio il signor Ministro per la precisione della risposta e non ho difficoltà ad esprimere soddisfazione per quello che è stato fin qui fatto.
Siamo di fronte - penso si possa definire così - alla più estesa stabilizzazione di lavoratrici e lavoratori precari mai attuata nel nostro Paese. Come il Ministro sa molto meglio di me, stiamo parlando - i numeri hanno un senso - di 180 mila precari stabilizzati in un triennio. Credo, però, che proprio anche in virtù delle parole incoraggianti del Ministro, sarebbe molto apprezzata l'anticipazione da noi richiesta. Tale dato andrebbe valorizzato, tenuto conto dell'inversione di tendenza significativa che, in questa direzione, si sta registrando.
Il precedente Governo, lo ricordo, ha istituzionalizzato il lavoro precario nella scuola e in tutti i settori produttivi. Il Governo in carica, invece, sta tentando - stiamo parlando del settore della scuola - di stabilizzare i lavoratori precari, che possono così ottenere in questo comparto il posto fisso. Proprio per tale motivo, credo che bisogna accelerare i tempi.
Signor Ministro - lei ha fatto cenno a questo - rendere fisso un lavoro precario non è una forma di assistenzialismo, a maggior ragione nel mondo della scuola. Lei sa bene che la precarietà nella scuola - lo ha detto molto chiaramente e l'ho apprezzato - porta spesso a cambi di classe, anche di scuola, da un anno all'altro, e di ciò ne risente la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento.
La stabilizzazione dei rapporti di lavoro nella scuola porta, invece, ad una migliore qualità della stessa proprio quando nel nostro Paese c'è tanto bisogno di un salto di qualità nell'insegnamento e, in generale, nel mondo della scuola.
Per tali motivi, signor Ministro, nel ringraziarla, rinnovo, a nome del gruppo della Sinistra Democratica, l'appello ad accelerare il più possibile queste procedure.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Pettinari.
LUCIANO PETTINARI. Lei ha fatto cenno, anche dal punto di vista quantitativo, ai provvedimenti che sarebbe possibile adottare. La invito, quindi, a valutare se può essere fatto di più per raggiungere l'obiettivo straordinario di 180 mila posti di lavoro.
(Orientamenti del Governo in materia di colture geneticamente modificate ed iniziative per evitare la contaminazione della catena alimentare - n. 3-01126)
PRESIDENTE. Il deputato Lion ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01126, concernente orientamenti del Governo in materia di colture geneticamente modificate ed iniziative per evitare la contaminazione della catena alimentare (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
MARCO LION. Signor Presidente, signor Ministro, nel maggio scorso il suo Ministero ha trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, uno schema di decreto ministeriale di adozione di protocolli tecnici che prevedono la possibilità di coltivare per fini sperimentali colture geneticamente modificate. Con tale atto verrebbero permessePag. 50manipolazioni genetiche su diverse specie vegetali di spiccata tradizione e rinomanza italiana, ossia l'actinidia, gli agrumi, il ciliegio dolce, la fragola, il mais, la melanzana, l'olivo, il pomodoro e la vite.
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interrogato in questa sede lo scorso 26 giugno, è stato chiesto un parere rispetto a questi protocolli. Il Ministro in questione ha dichiarato di fronte all'Assemblea di avere espresso parere contrario alla bozza di decreto, sia per motivi di orientamento strategico verso le produzioni agricole e di qualità, sia per motivi precauzionali.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Lion.
MARCO LION. Signor Ministro, le chiedo qual è la sua intenzione rispetto a tali questioni, al problema dell'OGM nell'agricoltura biologica e rispetto a quanto sta avvenendo in Europa sulla questione della patata geneticamente modificata.
PRESIDENTE. Il Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha facoltà di rispondere.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti pongono la questione della compatibilità dell'utilizzo di OGM a fini di sperimentazione con i principi di precauzione e di coesistenza con le produzioni agricole e biologiche. Pongono, inoltre, l'attenzione su una serie di principi generali relativi alla missione della nostra agricoltura che ha fatto della sicurezza, della qualità, della tutela ambientale del consumatore i riferimenti su cui costruire il futuro nel rispetto della nostra tradizione; principi pienamente condivisi dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e nel pieno rispetto del programma di Governo e delle esigenze diffuse nella società civile tutta, e ne sta garantendo la piena attuazione nel rispetto delle leggi nazionali e delle direttive comunitarie.
Al riguardo si ribadisce che la materia è espressamente normata dal decreto ministeriale del 19 gennaio 2005, recante prescrizioni per la valutazione del rischio per l'agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agroalimentare, relativamente all'attività di rilascio deliberato nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, per qualsiasi fine diverso dall'immissione in commercio. Tale decreto è stato emanato nel 2005 in attuazione del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224, che ha recepito la direttiva dell'Unione europea 2001/18/CE.
Tale disciplina prevede la predisposizione di appositi protocolli tecnici per ciascuna specie sperimentata. La selezione delle nove specie vegetali da parte del comitato tecnico, istituito ai sensi del decreto ministeriale sopra citato, ha riguardato - come riconosciuto dagli onorevoli interroganti - specie di spiccata tradizione e rinomanza italiana, che sono in campo da anni presso i due siti delle facoltà di agraria dell'università della Tuscia e delle Marche.
La Corte costituzionale, con la nota sentenza 8 marzo 2006, n. 116, ha salvaguardato il principio di coesistenza (di derivazione comunitaria) e, quindi, la possibilità di sperimentazione nel rispetto delle cautele previste dall'ordinamento, comprendenti anche la valutazione specifica di impatto sui sistemi agrari e l'individuazione di appositi siti sperimentali, cui si aggiunge la valutazione dei dossier europei da parte della commissione interministeriale di valutazione sulle biotecnologie.
I protocolli tecnici sono stati messi a punto dal comitato tecnico, che - come ricordo - è composto da esperti dell'agricoltura, dell'ambiente e delle regioni. Dopo la fase istruttoria eseguita nel rispetto delle norme, gli stessi non hanno avuto il parere favorevole del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per motivi precauzionali. In questo quadro, ritenendosi insufficiente il grado di consenso raggiunto dalla procedura, la sperimentazione non può essere autorizzata.Pag. 51
In merito alla questione della patata, confermo che la posizione dell'Italia, insieme ad altri dieci Paesi, è stata contraria alla decisione che la Commissione europea - si apprende dagli organi di stampa - sarebbe in procinto di emanare. Qualora...
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. ...fosse emanata, giudicheremo l'opportunità anche di un eventuale ricorso alla Corte di giustizia.
PRESIDENTE. Il deputato Lion ha facoltà di replicare.
MARCO LION. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta che ha fornito. Essa sicuramente può tranquillizzarci, rispetto ad un momento di sbandamento nell'opinione pubblica, che si è verificato quando alla notizia della ricerca di consenso sui protocolli per una sperimentazione su campo aperto si è, in seguito, aggiunta anche la posizione della Commissione europea, che ha fissato ad una soglia superiore a quella che l'Italia chiedeva, l'eventuale contaminazione accidentale di OGM nell'agricoltura biologica.
Partiamo da tali posizioni che, purtroppo, ultimamente l'Unione europea assume e che sono sicuramente sfavorevoli all'immagine, alla qualità e a ciò che l'agricoltura italiana è riuscita a dare al nostro Paese, in ordine alla capacità economica, ma anche, a livello internazionale, alla rinomanza che ha avuto.
Ritengo che su questo campo - in particolare sull'agricoltura biologica, che vede il nostro Paese al primo posto in Europa come produttore e grande esportatore in tutto il mondo - sia necessario prestare la massima attenzione. Possediamo questa qualità, tipicità e sicurezza nella produzione alimentare, che dobbiamo continuare a mantenere. È questa la garanzia del made in Italy; è questa la garanzia che ci permette di vendere in tutto il mondo.
Per tale motivo, è importante che anche quando accade quello che è accaduto a Bruxelles, l'Italia faccia sentire con forza la sua voce. A livello parlamentare, ritengo che dovremo intervenire - come lei farà - sulla questione del limite di un'eventuale contaminazione accidentale di OGM, anche se lei sa, che tutta l'agricoltura biologica chiede che non venga fissato...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO LION. ...alcun limite, perché essa non può essere contaminata dagli organismi geneticamente modificati.
(Iniziative per favorire l'acquisto diretto del consumatore dal produttore agricolo - n. 3-01127)
PRESIDENTE. La deputata Rossi Gasparrini ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01127, concernente iniziative per favorire l'acquisto diretto del consumatore dal produttore agricolo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, come gruppo Popolari-Udeur stiamo raccogliendo le testimonianze delle difficoltà di molte aziende agricole, soprattutto familiari, che non riescono a collocare i propri prodotti sul mercato e che sono costrette a venderli sul campo a prezzi bassi e spesso sottostimati.
Tale stato di cose penalizza l'agricoltura. Nel contempo osserviamo l'aumento dei prezzi di frutta e verdura su tutto il territorio. Le famiglie hanno ridotto gli acquisti, gli agricoltori devono spesso distruggere il loro prodotto, seppure di qualità. Il Ministro più volte si è espresso dichiarando l'intenzione di favorire il collegamento diretto del mondo della produzione agricola con quello dei consumatori finali.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
Pag. 52FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Chiediamo al Ministro quali siano gli intendimenti che intenda assumere.
PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha facoltà di rispondere.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, si concorda con gli interroganti riguardo alla necessità di avere una filiera con meno intermediari ed eventualmente un collegamento diretto tra il produttore e il consumatore, specialmente nel settore della vendita degli ortofrutticoli.
Infatti, ciò permette un duplice vantaggio: un minor prezzo pagato dal consumatore e un maggior valore aggiunto al produttore. A tale scopo mirava, in particolare, il decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228. Le applicazioni delle misure previste da tale decreto legislativo sono state numerose sul territorio nazionale. Tuttavia, non si può ritenere che le stesse abbiano esplicato tutte le loro potenzialità. A tale scopo è necessario richiamare l'attenzione delle regioni, delle province e dei comuni, i quali hanno competenza primaria nella commercializzazione dei prodotti agricoli.
A livello nazionale, tuttavia, si evidenzia che legge finanziaria per l'anno 2007, al comma 1065 ha previsto che con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di natura non regolamentare, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, siano stabiliti i requisiti uniformi e gli standard per la realizzazione dei mercati riservati alla vendita diretta degli imprenditori agricoli, anche in riferimento alla partecipazione degli imprenditori agricoli, alle modalità di vendita, alla trasparenza dei prezzi nonché alle condizioni per poter beneficiare degli interventi previsti dalla legislazione in materia (i cosiddetti farmer's market diffusi in molti altri paesi europei). Tale norma punta a promuovere lo sviluppo di mercati in cui gli imprenditori agricoli nell'esercizio delle attività di vendita diretta, possano soddisfare le esigenze dei consumatori in ordine all'acquisto di prodotti agricoli che abbiano un diretto legame con il territorio di produzione.
In tal senso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha svolto un'ampia azione di concertazione con le parti sociali e l'ANCI, nonché in sede di Conferenza Stato-regioni, per definire lo schema di decreto ministeriale che la prossima settimana sarà posto all'intesa della Conferenza stessa.
Inoltre, va ricordato che la stessa legge finanziaria per l'anno 2007, al comma 1064, ha raddoppiato i limiti per la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli, portandoli a 160 mila euro per le persone fisiche e a 4 milioni di euro per le società.
Con la diffusione dei mercati per la vendita diretta e i nuovi limiti di fatturato, si favorirà ulteriormente quella cultura dell'acquisto diretto tra produttore e consumatore che, al di là del benefico impatto economico, determina importanti benefici in termini di consapevolezza dei consumi.
PRESIDENTE. La deputata Rossi Gasparrini ha facoltà di replicare.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. La ringrazio, signor Ministro. Apprezzo l'impegno descritto. Tuttavia, spero si possa fare di più e meglio. Sul territorio vi sono esperienze positive, forse semplici, ma che andrebbero acquisite.
A nome del gruppo dei Popolari-UDEUR, vorrei esprimerle il nostro appoggio e la condivisione per la sua sofferenza, a causa agli incendi che stanno devastando la Puglia e tutta l'Italia.
(Orientamenti del Governo in merito alla separazione delle carriere nella magistratura - n. 3-01124)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01124, concernente orientamenti delPag. 53Governo in merito alla separazione delle carriere nella magistratura (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, da socialista riformista e garantista del Nuovo PSI, vorrei chiederle, mediante l'interrogazione ben articolata, motivata e documentata a mia firma, una cosa piccola ma di grande importanza per la giustizia e per tutti gli italiani: la separazione delle carriere e della precisa funzione e dei compiti che deve ricoprire la magistratura inquirente rispetto a quella giudicante. Vorrei farlo prendendo ad esempio la vicenda che vede protagonista il GIP di Milano, Clementina Forleo.
Signor Ministro, lei sarà Clemente di nome, ma Clementina ha «le palle» perché non si è fatta ricattare e condizionare. Il giudice Forleo usa termini forti contro i mandanti degli assassini dei socialisti, democristiani e di Bettino Craxi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, non sarà che bisogna prendere come esempio l'episodio relativo al GIP Forleo...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LUCIO BARANI. ...per comprendere l'importanza che riveste la separazione di tali carriere?
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, circa la vicenda da cui prende spunto l'onorevole Barani, vorrei comunicare che ho richiesto ai miei uffici di acquisire, per il tramite della corte di appello e della procura generale della Repubblica di Milano, gli elementi documentali e conoscitivi necessari per verificare se nell'attività del giudice per le indagini preliminari Forleo sussistano condotte rilevanti sotto il profilo disciplinare conseguenti all'eventuale accertamento di profili di abnormità ovvero di grave violazione di legge nei provvedimenti emessi lo scorso 20 luglio, nonché per chiarire la vicenda della pubblicazione dell'ordinanza del GIP avvenuta con anticipo rispetto al momento della ricezione degli atti da parte delle Camere competenti.
È ovvio che solo all'esito di questi accertamenti potrò esprimere una compiuta valutazione e debbo dire, con molta correttezza, che, per quanto mi riguarda, neanche io subisco ricatti, ma gioco la mia partita politica nell'ambito della Costituzione repubblicana.
Anzi, da questo punto di vista, se vuole - è soltanto un omaggio alla mia esperienza politica - credo che il Parlamento e la politica si dovrebbero interessare di alcuni aspetti che toccano la discussione, che dovrebbe secondo me aprirsi, sulla legittimità della politica democratica di concorrere a determinare, e in quale modo, il futuro del sistema economico del Paese; basta vedere quanto succede, in realtà, fuori dell'Italia per rendersi conto che un Paese in cui la politica deve limitarsi ad assistere impotente alle decisioni altrui e non è in grado di unirsi di fronte alle sfide dei suoi competitori non ha futuro. Si pone, cioè, la questione del primato tra la politica e il mondo economico e industriale.
Tornando, invece, alle ragioni per le quali c'è l'urgenza della sua richiesta a ripensare, per quanto mi riguarda, la separazione delle carriere fra pubblici ministeri e giudici, faccio alcune valutazioni generali.
L'onorevole Barani fa riferimento a fenomeni di difformità di valutazione nell'ambito dei processi penali tali per cui talvolta un giudice condanna un imputato per il quale il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione o respinge l'istanza di libertà di un indagato per il quale l'inquirente si è espresso favorevolmente.
Ma debbo dire che ciò accade in tutti i Paesi, anche in quelli i cui ordinamenti sono basati sul principio della separazionePag. 54delle carriere. Non si tratta, a mio avviso, di un retaggio inquisitorio - assolutamente no - da parte del giudice, ma semplicemente di ordinaria diversità di valutazioni, del tutto fisiologica all'interno di un procedimento o all'esito del processo.
Credo, invece, che tali fisiologici esempi di dialettica processuale, fondati sulla distinzione delle funzioni e sulla valorizzazione del principio del contraddittorio e del ruolo fondamentale della difesa, dimostrino la necessità, l'utilità e la ragionevolezza di un ordinamento unitario della magistratura, che sia innervato da una rigorosa separazione delle funzioni, ma connotato, altresì, dalla generale condivisione di una comune cultura dell'imparzialità, della legalità e della giurisdizione.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, un socialista, un riformista, un italiano responsabile non può esser d'accordo con lei. Il sottoscritto, già dal 1996, prevedeva, facendo del suo comune una città «dedipietrizzata», che una sciagura sarebbe stato il suo amico e collega Di Pietro e quanto male avrebbe fatto all'Italia e agli italiani da magistrato e da politico, si fa per dire.
Eravamo garantisti ieri e lo siamo oggi e quando un GIP, pur serio e capace, ci chiederà come parlamentari l'autorizzazione, noi, a differenza dei comunisti di allora, voteremo contro, perché il senso dello Stato e della giustizia l'abbiamo nel nostro DNA.
Lo scontro fra il GIP e il PM a Milano sul caso delle intercettazioni riguardanti dirigenti DS è la lapalissiana dimostrazione della necessità di separazione totale tra magistratura inquirente e giudicante.
È necessario, signor Ministro, prevedere accertamenti su tutti i magistrati, non solo acquisire gli atti. Bisogna sottoporli a visite psicoattitudinali, forse a test per rilevare l'uso o l'abuso di stupefacenti o sostanze psicotrope. È questo ciò che dobbiamo fare, perché non ci piace quello che sta succedendo nella giustizia in questo momento.
Voglio concludere ricordando l'alto discorso che Bettino fece nel luglio 1992 in quest'aula. Gli ex comunisti non vollero comprendere la quaestio in materia di giustizia sollevata da Bettino.
Adesso proprio coloro che lo hanno fatto morire esule, negandogli anche la cristiana pietà delle cure, ne stanno subendo le conseguenze.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. D'altronde, chi di spada ferisce di spada perisce. Brava Clementina! Sicuramente in questo momento appare un gigante l'ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini!
(Iniziative per l'istituzione a Foggia di sezioni staccate della corte d'appello di Bari, della corte d'assise d'appello di Bari e del tribunale per i minorenni di Bari - n. 3-01125)
PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01125, concernente iniziative per l'istituzione a Foggia di sezioni staccate della corte d'appello di Bari, della corte d'assise d'appello di Bari e del tribunale per i minorenni di Bari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), per un minuto.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, non mi dilungherò, perché lei più volte ha avuto la possibilità di venire in quel di Foggia, parlare con le categorie professionali e con i magistrati e si è reso conto sicuramente delle difficoltà che vi sono e, quindi, della necessità dell'istituzione della sezione staccata della corte d'appello a Foggia.
Vorrei semplicemente ricordarle che stiamo discutendo ormai nella Commissione di merito alcune proposte di legge di inizitiva parlamentare, tra cui anche la mia, e che le Commissioni si sono giàPag. 55espresse e, tra queste, la Commissione bilancio, che ha espresso parere favorevole.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LELLO DI GIOIA. Vorrei chiederle quale sia il suo parere e il suo impegno.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Risponderò molto semplicemente, nel senso che quanto ipotizzato dal collega e, se consente, amico Di Gioia ipotizza una ridefinizione della geografia giudiziaria del distretto di Bari. In realtà, tutto ciò porta, sul piano ordinamentale, a stabilire che all'istituzione di una nuova sezione staccata di corte d'appello deve necessariamente accompagnarsi l'istituzione di una procura generale presso la medesima corte, del tribunale per i minorenni, con la relativa procura, e di un tribunale di sorveglianza.
Debbo dirle, però, con molta franchezza che esistono allo stato oggettive difficoltà di natura economica, che non riguardano soltanto l'eventuale istituzione a Foggia di tali organi, ma anche in altre parti del Paese: sono stato recentemente a Verona, dove c'è la stessa esigenza; nel Lazio c'è soltanto la sede di Roma, ma potrebbe esserci una seconda corte d'appello, e in altre regioni italiane non c'è la dotazione di presenze plurime, come invece accade altrove.
A fronte di tutto ciò, laddove il Parlamento - quindi, lei stesso ed altri parlamentari - determinasse, sul piano finanziario, eventualmente con delle proposte di legge, una volontà per la quale a Foggia o in altre realtà venisse istituita la sezione staccata, per quanto riguarda la persona del Guardasigilli e il Governo non avremmo alcuna difficoltà. Laddove ci fosse «l'arsenale» dal quale attingere le disponibilità economiche, saremmo ben lieti di esaudire la richiesta per la città di Foggia, come quelle per altre città italiane.
PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di replicare per due minuti.
LELLO DI GIOIA. Grazie, signor Ministro. Io mi onoro di essere suo amico, so della sua capacità di guardare con interesse i problemi di una parte importante della nostra nazione: mi riferisco al Mezzogiorno d'Italia, in questo caso, per ciò che riguarda la corte d'appello di Foggia.
È chiaro che, come le dicevo già in precedenza, c'è un iter ormai avviato in Commissione. Sono stati espressi dei pareri, tra cui quello della Commissione bilancio, che credo sia significativo e importante.
Mi rendo conto che vi possono anche essere dei problemi di carattere finanziario, cui lei poco fa accennava, però è chiaro che ci devono essere - mi pare che ciò traspaia chiaramente dal suo intervento - la necessità e la volontà da parte sua affinché con i prossimi provvedimenti, in questo caso la legge finanziaria che è alle porte, si possa determinare la dotazione finanziaria per istituire finalmente la sezione della corte d'appello a Foggia.
La invito, signor Ministro, conoscendo la sua sensibilità per i problemi del Mezzogiorno d'Italia, non soltanto per quanto riguarda la giustizia, a fare in modo che nella predisposizione della legge finanziaria per il 2008 ci sia un impegno sostanziale da parte del suo Ministero, nonché anche per quel che riguarda gli interventi parlamentari, affinché si possa rapidamente e celermente risolvere un problema che credo sia di importanza vitale per la giustizia e per la realtà foggiana.
(Iniziative per un costante monitoraggio del fenomeno del terrorismo di matrice islamica e per coniugare l'esigenza dell'integrazione con quella della sicurezza - n. 3-01128)
PRESIDENTE. Il deputato Benedetti Valentini ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01128, concernente iniziative per un costante monitoraggio del fenomeno del terrorismo di matrice islamicaPag. 56e per coniugare l'esigenza dell'integrazione con quella della sicurezza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Ministro, quanto è stato scoperto a Perugia - cioè una cellula islamica di addestramento terroristico - è di una gravità straordinaria e altrettanto gravi sono i commenti, italiani quanto islamiti, che tendono alla minimizzazione del gravissimo avvenimento.
In realtà, vi erano due clandestini che, sotto gli occhi di tutti, fungevano da guardiani della moschea, o presunta tale. Addestramento ad uccidere, piani di penetrazione nei servizi pubblici, preparazione, attraverso sostanze chimiche, di veleni o di bombe da far esplodere nei luoghi maggiormente frequentati, istigazione, anche di bambini della più tenera età, a delinquere e ad aggredire: nessuno può sottovalutare tutto ciò ed è triste che io debba dire che a Perugia e in Umbria anche il clima politico - l'ipocrita e insignificante buonismo della sinistra politica - sta creando un terreno di coltura molto grave.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Grazie, dunque, alle forze dell'ordine per quanto hanno efficacemente fatto. Spiegateci, però, per quale ragione non date ad esse le risorse adeguate perché possano intervenire come vorrebbero e dovrebbero.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, devo fare una precisazione rispetto ad un punto dell'interrogazione che non è stato illustrato, ossia quello relativo alla circolare del 4 giugno 2007 sull'entrata in vigore della legge 28 maggio 2007, n. 68, recante «Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio».
Tale normativa, che semplifica gli adempimenti formali e procedurali a carico degli stranieri che entrano in Italia per rimanervi non più di tre mesi, era necessitata dall'avvio di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia da parte della Commissione europea, ad avviso della quale il rilascio del permesso di soggiorno per permanenze brevi (previsto da un decreto legislativo del 1998, e successive modificazioni) configurava una violazione dell'applicazione dell'accordo di Schengen. Per allinearsi alla normativa europea, l'articolo 1 della legge n. 68 del 2007 ha sostituito l'obbligo di richiedere il permesso di soggiorno con quello di rendere la dichiarazione di presenza, secondo le modalità da fissare con decreto del Ministro dell'interno, che è stato adottato; rimangono inalterati i controlli di frontiera previsti dal codice di Schengen.
Quanto, invece, al quesito principale che è stato posto, faccio presente che proprio gli arresti effettuati in Umbria confermano l'efficacia del nostro sistema di prevenzione nei confronti del terrorismo di matrice islamista e delle norme introdotte nel 2005 con il cosiddetto decreto Pisanu.
Proprio sulla base di quelle misure, vengono svolte puntuali operazioni di controllo nei luoghi di maggiore presenza di attività connesse a fenomeni di integralismo islamico (call center, internet point, macellerie islamiche), che si aggiungono al monitoraggio della variegata realtà di associazioni islamiche attive nei nostri territori.
Solo nel 2006 sono stati controllati oltre 10 mila obiettivi e identificati circa 40 mila stranieri: fra di essi, 927 sono stati denunciati per inosservanza delle norme in materia di soggiorno e 386 arrestati per vari reati. Sono state avviate 1.088 procedure di allontanamento dal territorio nazionale ed eseguiti 20 provvedimenti di espulsione per motivi di ordine e sicurezza pubblica. Dal 1o gennaio ad oggi sono stati controllati 1.932 obiettivi e identificatiPag. 577.279 stranieri: di questi, 174 sono stati denunciati, 49 arrestati e 171 colpiti da provvedimenti di espulsione.
Negli ultimi quattro mesi, l'attività investigativa ha permesso di individuare ed espellere per motivi di ordine pubblico e di pericolo per la sicurezza nazionale alcuni imam noti per le loro posizioni radicali, com'è avvenuto con l'allontanamento dal territorio nazionale di guide spirituali islamiche dalle città di Roma, Reggio Emilia, Varese, Torino e Carmagnola.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Occorre quindi - ho concluso - proseguire su questa strada con determinazione, nella logica che gli stessi interroganti indicano e che noi condividiamo, cioè l'invito a saper coniugare la giusta esigenza dell'integrazione, che l'Italia deve saper attuare, con quella della sicurezza dello Stato e dei cittadini italiani o che vivono in Italia.
PRESIDENTE. Il deputato Benedetti Valentini ha facoltà di replicare.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Ministro, la ringraziamo della risposta, ma a non esserne soddisfatto non sono io o il gruppo di Alleanza nazionale, quanto, credo, la maggioranza dei nostri concittadini ascoltatori. Sappiamo che la buona accoglienza è doverosa nei tempi di oggi, che l'integrazione è la migliore prevenzione rispetto al dilagare del terreno terroristico e che tanti islamici sono onesti e vengono per lavorare e convivere in pace. Lo sappiamo benissimo e ne conosciamo moltissimi.
Ma, se una sola moschea su cinquanta fosse il ricettacolo di terrorismo, predicazione e pratica del terrorismo, noi dovremmo controllare tutte le altre, altrimenti la prevenzione sarebbe superficiale e non efficace.
Il punto sul quale dissentiamo da voi sta nel fatto che l'immigrazione, per quanto necessaria e ben regolata, deve avere maglie strette, altrimenti la penetrazione - anche dei fenomeni non voluti o, addirittura, esecrabili - è inevitabile.
Invece, voi smantellate anche le norme, ad esempio, della cosiddetta legge Bossi-Fini, che dovevano servire per arginare gli abusi; con la circolare cui lei ha fatto riferimento, date istruzioni per liberalizzare e rendere privo di ogni controllo il rilascio del visto per esigenze temporanee; puntate, con la vostra maggioranza, a far chiudere i centri di identificazione; state per varare una legge sulla libertà religiosa che mette sullo stesso piano le nostre tradizioni religiose italiane con quelle di altre religioni, senza operare approfondimenti e verifiche sul piano del costume e della sicurezza; lasciate, infine, minacciare perfino gli imam onesti. Io ne conosco ed anche nel territorio umbro e perugino vivono persone radicate da trent'anni, dei galantuomini che lavorano e convivono in pace, ma che sono stati minacciati come traditori della loro religione, quasi fossero individui che tradiscono la loro fede in favore degli infedeli dell'Occidente.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. In conclusione, voi dovete pretendere, come autorità di Governo preposta alla sicurezza, che le comunità islamiche accertino, isolino e denuncino i terroristi presenti tra le loro file, altrimenti ogni presa di distanza sarebbe ipocrita e inefficace.
(Misure in ordine al fenomeno della propaganda fondamentalista presso moschee e centri islamici in Italia - n. 3-01129)
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01129, concernente misure in ordine al fenomeno della propaganda fondamentalista presso moschee e centri islamici in Italia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
Pag. 58
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, nei giorni scorsi sono stati arrestati dalle forze di polizia di Perugia alcuni pericolosi terroristi islamici, tra i quali un imam ed alcuni suoi collaboratori, pronti a colpire nel nostro Paese utilizzando, addirittura, armi chimiche.
La moschea in cui operava l'imam arrestato veniva utilizzata per arruolare, addestrare e formare nuove leve da utilizzare nella lotta armata contro l'Occidente, secondo i dettami della jihad islamica.
Questo è solo uno dei tanti esempi che confermano la pericolosità delle moschee presenti nel nostro Paese. Ormai è chiaro a tutti, tranne probabilmente a voi del Governo, che molte moschee non sono solo luoghi di culto, nei quali ci si reca semplicemente a pregare, ma dei veri e propri centri di odio contro l'Occidente.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FEDERICO BRICOLO. Chiediamo al Ministro cosa intenda fare il Governo, che fino adesso non ha fatto nulla, per contrastare l'avanzata dell'integralismo islamico nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, vorrei dire agli interroganti che, se il Governo non avesse fatto niente, probabilmente questo elemento di soddisfazione - ho riportato prima le cifre - anche relativo alla vicenda di Perugia, sarebbe piovuto da un altro Paese. Non mi pare che ciò corrisponda alle finalità del question time, nel corso del quale dovremmo occuparci di questioni in modo meno propagandistico di quanto normalmente si faccia.
Il Governo non può e non vuole in alcun modo prescindere dall'obbligo di garantire la libertà di religione a tutti coloro che vivono sul territorio nazionale.
Ciò deve avvenire per tutti, naturalmente, nel rispetto di quanto stabilito dall'articolo 19 della nostra Costituzione. Il Ministero dell'interno svolge, perciò, una costante azione di monitoraggio nei confronti di tutte le realtà religiose, anche per vedere il grado di integrazione delle varie comunità e la loro attitudine a svilupparsi secondo i principi democratici sanciti nella nostra Costituzione.
Le informazioni così provenienti dalle prefetture consentono di aggiornare e ampliare le conoscenze in questo ambito. Sebbene la maggior parte dei luoghi di preghiera e dei centri di cultura islamica operi su posizioni moderate, ciò nondimeno in alcune moschee e istituti culturali, specie del centro-nord, viene diffusa una propaganda radicale con incitamenti alla jihad e, più in generale, al rifiuto dei nostri modelli culturali e costituzionali.
Tali attività, dalle quali possono alimentarsi gruppi terroristici, sono da tempo attentamente seguite dagli apparati di sicurezza (ho fornito i dati nell'interrogazione precedente rispetto all'attività degli ultimi due anni e non li ripeto).
Voglio anche ricordare, a proposito dell'altra questione sollevata nell'interrogazione, che nella religione musulmana gli imam non sono scelti da un'autorità superiore e che di conseguenza qualunque fedele può svolgere la funzione di guida spirituale. Il tema della provenienza degli imam e la loro formazione è al centro di un dibattito che riguarda molti Stati europei, in particolare anche Francia, Germania e Belgio, che ben prima di noi hanno cominciato ad ospitare consistenti comunità di immigrati. Per quanto riguarda in particolare la formazione delle guide spirituali musulmane e l'istituzione di registri in cui iscriverle, devo però dire che, a fronte di progetti e dibattiti, non si vedono ancora soluzioni concrete.
Nel nostro caso - terza e ultima considerazione - è evidente che una soluzione compatibile con i vincoli posti dall'articolo 8 della Costituzione può realizzarsi solo in due modi: o mediante un'intesa, conclusa ai sensi di tale articolo, o tramite una specifica previsione normativa, la cui sedePag. 59non può che essere la legge sulla libertà religiosa, ormai da molte legislature all'attenzione dei parlamentari, perché sono fin troppo note le difficoltà della realizzazione di un'intesa con l'islam e l'unica via resta quella legislativa.
Resta ferma l'esigenza, come ho affermato in precedenza, di favorire la convivenza e l'integrazione in tutte le forme possibili, garantendo la sicurezza di tutti i cittadini italiani. È in tale contesto che vanno valutate le scelte compiute dal Governo, anche con riferimento all'attività della consulta islamica. È bene precisare che tale consulta, in questa fase di transizione, è palesemente congelata, tant'è che non si riunisce dal 3 ottobre dell'anno scorso.
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo ha facoltà di replicare.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, confermo quanto dicevo prima. Fino ad ora non avete fatto nulla, caro Ministro, e la risposta che ci ha dato dimostra che si tratta di parole, slogan, perché ciò siete capaci di fare e sono le uniche espressioni che il Governo rivolge al popolo e alla gente onesta, che paga le tasse e in cambio chiede maggiore sicurezza.
Fino ad ora avete raccontato tante «balle». Ricordo che in campagna elettorale, porto un esempio, dicevate che era necessario ridurre i costi della politica: siete il Governo che ha il record nella storia della Repubblica - anche rispetto a quando c'erano la Democrazia cristiana e il pentapartito - di Ministri, viceministri e sottosegretari. Questo è quello che avete fatto. In campagna elettorale ci raccontavate della riduzione delle tasse: la prima iniziativa che avete assunto, nell'ultima finanziaria, è stata quella di mettere le mani nelle tasche dei lavoratori e avete aumentato la pressione fiscale nel Paese. Questi sono dati reali.
Parlavate di contrasto all'immigrazione e alla criminalità: avete votato l'indulto e avete scarcerato migliaia di delinquenti. Dunque, è inutile che lei dica che state facendo qualcosa, signor Ministro, per contrastare anche il fenomeno dell'integralismo islamico. Nulla avete fatto e anzi mai come ora lo confermano le sue parole, che sono dirette a sostenere una proposta vergognosa come quella che portate avanti chiamata libertà religiosa, che è già garantita nel nostro Paese. Tale provvedimento non è necessario, perché concede solo nuovi diritti alle comunità islamiche. Questa è l'azione che fate. Mai le comunità islamiche hanno avuto tanti diritti, aiuti e sostegno come da quando vi è l'attuale Governo alla guida del Paese.
Però la gente è stanca, caro Ministro, non ne può più e vuole risposte concrete. Noi in campagna elettorale abbiamo girato il territorio. La Lega ha raddoppiato i voti in molte città e la gente ci chiedeva sicurezza, ci diceva fortemente quanto desiderava la riduzione del numero di entrate di extracomunitari che provengono dai Paesi islamici.
Questa è la linea che dobbiamo portare aventi. Le moschee dove ci sono i terroristi, gli imam terroristi, vanno chiuse. Voi le avete lasciato aperte! (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) Non si può in nessun modo andare incontro alle istanze delle comunità islamiche, che non vogliono collaborare contro il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Piano di risanamento del polo energetico brindisino - n. 3-01131)
PRESIDENTE. Il deputato Vitali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-01131, concernente il piano di risanamento del polo energetico brindisino (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, onorevole Ministro, è noto come l'area di Brindisi sia di crisi ambientale e sia considerata sito inquinato di interesse nazionale. Infatti, a Brindisi operano tre centrali termoelettriche che producono 5 mila megawatt e nonostante vi sia stata unaPag. 60convenzione, nel 1996, che avesse determinato le condizioni per una riduzione e per una ambientalizzazione di tali centrali, tuttavia la loro attività avviene in dispregio di questa convenzione.
Si verificano infatti un aumento delle neoplasie, emissioni di metalli pesanti, sforamenti continui dei limiti PM10, inquinamento delle falde acquifere; da ultimo è stata anche emessa un'ordinanza da parte del sindaco di Brindisi, che ha dovuto interdire l'attività agricola nelle aree circostanti a queste centrali termoelettriche.
Vogliamo chiedervi cosa intenda fare il Governo, se cioè voglia aderire all'iniziativa del presidente della provincia di Brindisi che si sta battendo, cercando di far comprendere...
PRESIDENTE. Deputato Vitali, concluda.
LUIGI VITALI. ...all'Enel di dover ridurre almeno del 30 per cento le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, l'assetto del polo energetico di Brindisi, delineato nella convenzione del 1996, presupponeva la presenza di un operatore dominante (l'Enel) presente in tutte le attività della filiera elettrica.
Il recepimento della direttiva comunitaria sul mercato interno dell'energia elettrica ha dato luogo ad un sistema elettrico suddiviso per singole attività, tra le quali la produzione di energia è stata totalmente liberalizzata. La necessità di creare una concorrenza fra diversi produttori ha indotto il Governo a varare un piano di cessione di impianti Enel per 15 mila megawatt da aggiudicare a nuovi operatori. Fra gli impianti da cedere è stata compresa anche la centrale di Brindisi nord e questo ha fatto superare i presupposti su cui si basava la convenzione del 1996.
L'esercizio delle centrali termoelettriche presenti nell'area brindisina, anche per gli aspetti che riguardano sia gli scarichi idrici, sia la logistica del carbone, è soggetta a continuo controllo delle strutture regionali tra cui, in particolare, l'agenzia di protezione ambientale.
Quanto ai problemi evidenziati di inquinamento delle falde acquifere, preciso che la conferenza dei servizi del 2 marzo 2007 ha richiesto al commissario delegato per l'emergenza in Puglia l'adozione immediata di interventi di messa in sicurezza e l'elaborazione di un progetto di bonifica.
Per quanto riguarda le misure per l'attuazione del Protocollo di Kyoto le stesse, è ovvio, sono da riferirsi al sistema Italia nel suo complesso, non a puntuali sorgenti emissive, ma effettivamente l'Italia non aveva messo in atto misure efficaci per la riduzione della CO2 secondo gli impegni assunti ed oggi si sconta un ritardo, soprattutto nelle politiche di miglioramento dei settori responsabili dell'emissione di gas serra diversi dal settore termoelettrico.
Per recuperare i ritardi in questo settore, la legge finanziaria per il 2007 ha posto in essere consistenti azioni miranti ad una riduzione del livello globale di CO2, operando nei settori del risparmio e dell'efficienza energetica, nell'introduzione di biocarburanti, nell'incentivazione dell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, nella promozione di auto e di carburanti con migliori prestazioni energetico-ambientali.
Le misure per la stabilizzazione dell'attività mineraria del Sulcis, a cui fate riferimento nella vostra interrogazione, sono state adottate nel 2005 (legge n. 80 del 2005) anche in considerazione delle richieste provenienti dal territorio, secondo le quali la continuazione dell'operatività di quelle miniere è elemento essenziale per assicurare lo sviluppo economico e sociale locale.Pag. 61
In conclusione, devo tuttavia mettere in evidenza che gli impianti del polo energetico brindisino saranno oggetto di una specifica autorizzazione...
PRESIDENTE. Signor Ministro, concluda.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. ...integrata ambientale, che per i due impianti meno recenti avrà luogo entro quest'anno.
In tale occasione, secondo quanto previsto dalla legge, potranno essere dettate prescrizioni di esercizio, che tengano conto sia del contesto ambientale del territorio - il Governo vuole che ci sia una piena coerenza ambientale delle centrali produttrici di energia - sia dei nuovi standard derivanti dall'adozione delle migliori tecnologie.
PRESIDENTE. Il deputato Vitali, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, devo dire che, nonostante gli sforzi dell'onorevole Ministro, appare evidente la mancanza di qualunque barlume di politica ambientale nell'interesse di un territorio, che è stato saccheggiato e continua ad esserlo grazie all'indifferenza totale di questo Governo e di chi lo dirige.
Pensavamo di poter ottenere una risposta che, quanto meno, desse una speranza al territorio brindisino di un intervento eccezionale, da parte del Governo, per il disinquinamento dell'atmosfera, dei terreni e delle acque di falda. Brindisi ormai è in una situazione di catastrofe ambientale.
Ella, invece, non dice una parola di tutto ciò e non ricorda che, per l'emissione di CO2, siamo passati da 15,8 milioni del 2004 a 22,8 milioni nel 2006 e gli indici per il 2007 non mostrano nulla di buono. Non ricorda, inoltre, che siamo passati dall'utilizzo di 2 milioni di tonnellate di carbone nel 1996 a quasi 8 milioni di tonnellate nel 2006. Non c'è una parola sull'economia di tale territorio; abbiamo la centrale più inquinante d'Italia e la nona più inquinante d'Europa; abbiamo distrutto un porto, la cui movimentazione era pari a un milione di passeggeri e dobbiamo aspettare che tali fenomeni continuino.
Noi abbiamo capito tutto ciò. Signor Ministro, dovreste avvisare il vostro presidente della provincia di Brindisi, che cerca di portare avanti una battaglia per convincere l'Enel a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 30 per cento.
PRESIDENTE. Deputato Vitali, la prego di concludere.
LUIGI VITALI. Debbo dire che, dopo aver ascoltato la sua risposta, fornisco una giustificazione all'atteggiamento irriguardoso e piccato dell'Enel, che non vuole sentire ragioni. Avvisate il vostro presidente della provincia che sta svolgendo il ruolo di quel famoso giapponese nella foresta, a cui quando esce nessuno dice che la guerra è finita.
PRESIDENTE. Deputato Vitali, la invito a concludere.
LUIGI VITALI. La guerra è finita da un pezzo e si è conclusa con una resa totale ai poteri forti, in danno della salute dei brindisini. Prendiamo atto di ciò e vi ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Tempi e strumenti per la riforma del mercato del lavoro e del sistema previdenziale - n. 3-01132)
PRESIDENTE. La deputata Cinzia Maria Fontana ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sereni n. 3-01132 concernente tempi e strumenti per la riforma del mercato del lavoro e del sistema previdenziale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmataria.
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CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, signor Ministro, l'obiettivo, che il Governo di centrosinistra si è posto sin dal suo insediamento, di puntare sulla crescita dell'economia senza dimenticare l'eguaglianza sociale e l'equità intergenerazionale si sta concretizzando con interventi qualificanti e significativi. Alcuni di essi sono già stati introdotti con la legge finanziaria per il 2007, ma soprattutto con l'accordo del 20 luglio sul sistema previdenziale, con il decreto-legge extragettito approvato oggi dalla Camera e con il protocollo per l'equità e la crescita sostenibile presentato lunedì.
In particolare, l'importante attenzione rivolta ai giovani con percorsi lavorativi discontinui e precari attraverso i diversi interventi previsti (misure di stabilizzazione, prospettive previdenziali più sicure, mercato del lavoro più inclusivo, welfare attivo) rappresentano per noi dell'Ulivo uno straordinario investimento per il futuro e una straordinaria opportunità per rimettere in moto le migliori energie del nostro Paese.
Per tali motivi, convinti della necessità di procedere con i provvedimenti attuativi di tali misure, con l'interrogazione in esame vogliamo conoscere in modo più puntuale quali siano i tempi e gli strumenti previsti dal Governo...
PRESIDENTE. Deputata Fontana, la prego di concludere.
CINZIA MARIA FONTANA. ...per dare corso alla strategia individuata nell'interesse degli attuali e dei futuri lavoratori e lavoratrici.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, come le interroganti facevano presente, l'accordo recentemente raggiunto su previdenza, lavoro e competitività è importante ed ha concluso una lunga fase di confronto tra Governo, sindacati e associazioni imprenditoriali su temi essenziali per la riforma dello Stato sociale. L'accordo prevede, infatti, interventi di riforma in materia di previdenza, di ammortizzatori sociali, di mercato del lavoro, di competitività, di politiche per i giovani e per le donne, fino ad ora ai margini dello sviluppo del nostro Paese.
Tutti tali interventi sono tenuti insieme dal comune obiettivo di realizzare uno sviluppo moderno e, perciò, fondato su una maggiore equità e inclusione sociale. Tali temi, come già enunciato nelle premesse dell'accordo, saranno affrontati in modo organico e coerente. L'obiettivo, lo sottolineo nuovamente, è lo sviluppo che abbia un welfare in grado di assicurare a tutti uguaglianza di opportunità, al posto di un vecchio welfare di risarcimenti. Ciò richiede una crescita economica duratura, equilibrata, sostenibile dal punto di vista sia finanziario, sia ambientale e sociale. L'accordo raggiunto segna, appunto, un momento fondamentale per muoversi in tale direzione.
Il Governo sta già dando seguito, lavorando alla sua concreta attuazione con disposizioni di legge. Ricordo, in proposito, l'intervento per l'aumento delle pensioni basse, che riguarda oltre 8 milioni di cittadini, posto in essere in sede di conversione del decreto-legge n. 81 del 2007, votato proprio poco fa dalla Camera. Allo stesso modo, ciò ha riguardato l'attuazione di condizioni migliori per i giovani riguardo al riscatto della laurea a fini pensionistici o a contributi figurativi.
Per l'ampiezza e la diversità delle tematiche coinvolte un così complesso intervento presuppone strumenti e tempi differenziati per l'attuazione, in considerazione delle diverse urgenze e scadenze, della natura delle varie misure, ma anche dell'eventuale necessità di ulteriori momenti di incontro e di approfondimento tra le diverse parti sociali coinvolte.
Il Governo, in ogni caso, garantisce che vi sarà un forte impegno per giungere, in tempi brevi e con continuità, a dare attuazionePag. 63a queste scelte, che, come dicevo, sono decisive per il rilancio del Paese e per il suo futuro.
PRESIDENTE. La deputata Bellanova, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, sono molto soddisfatta della risposta del Ministro Chiti. Le misure adottate dal Governo, infatti, rappresentano una grande innovazione, in quanto si passa da un patto generazionale che toglieva ai padri e «precarizzava» i figli, facendo crescere una generazione che, per la prima volta dal dopoguerra, immaginava il proprio futuro peggiore rispetto a quello dei propri genitori.
Lei ha affermato, signor Ministro, che i giovani sono il tema centrale del Paese, di un nuovo modello di sviluppo e di un welfare sociale inclusivo, per cui stiamo ragionando di un patto generazionale che non contrappone i padri ai figli, che dà ai padri, attraverso le misure, ad esempio, volte a garantire una vecchiaia dignitosa con l'aumento delle pensioni minime, e inizia a ridare ai figli. Si tratta delle misure già approvate nei mesi precedenti per la stabilizzazione del lavoro precario, delle nuove opportunità del welfare sociale, del riconoscimento - così come previsto nell'ultimo patto sottoscritto con tutte le organizzazioni sindacali - di tutti i periodi di contribuzione accreditati in qualsiasi fondo, che rappresenta una grande innovazione per le nuove generazioni soggette al lavoro precario.
Inoltre, vi sono le agevolazioni per il riscatto contributivo della laurea ai fini pensionistici, i contributi figurativi per il periodo di non lavoro e per i contratti a termine, l'aumento delle indennità di disoccupazione che...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TERESA BELLANOVA. ...passa al 60 per cento. In definitiva la filosofia del Governo è: dalla precarietà alla flessibilità buona e a un modello di sviluppo socialmente sostenibile. Continui il Governo, signor Ministro, a lavorare con impegno sul binomio...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
TERESA BELLANOVA. Un momento signor Presidente.
PRESIDENTE. Mi dispiace, deve concludere.
TERESA BELLANOVA. Dicevo, sul binomio sviluppo ed equità, per ridare ai ragazzi e alle ragazze del nord e del sud del nostro Paese, la possibilità di...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
TERESA BELLANOVA. ...ritornare a sperare in un futuro migliore (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Misure da inserire nel disegno di legge finanziaria per il 2008 in favore dei giovani disoccupati del Mezzogiorno - n. 3-01133)
PRESIDENTE. Il deputato Neri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-01133, concernente misure da inserire nel disegno di legge finanziaria per il 2008 in favore dei giovani disoccupati del Mezzogiorno (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, signor Ministro, nella nostra interrogazione ci vediamo costretti a riprendere, per l'ennesima volta nel corso di questa legislatura - peraltro ancora breve - il tema della povertà. I dati ISTAT di qualche mese fa ci hanno consegnato uno stato del Paese nel quale il 15 per cento delle famiglie risulta essere in grave disagio. Nel Mezzogiorno questa percentuale cresce e, soprattutto, vi è il 5 per cento degli individui, che non sono in condizionePag. 64neanche di potersi alimentare regolarmente come sarebbe loro pieno diritto. Inoltre, i dati occupazionali...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SEBASTIANO NERI. ...restano fortemente preoccupanti. Vorremmo sapere quali misure il Governo intenda approntare per risolvere tale emergenza sociale.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo è consapevole della serietà e della gravità delle problematiche poste nell'interrogazione e nelle indagini e ritiene necessaria una risposta non episodica, ma concreta. Il Governo, infatti, non ritiene che il Mezzogiorno sia un peso da sopportare, ma una potenzialità da cogliere anche per il Paese, in quanto lo considera un'area fondamentale per il nuovo sviluppo dell'Italia.
Sappiamo che nel Mezzogiorno si collocano situazioni di particolare disagio, povertà e mancanza di lavoro, insieme ad aree che in questi anni hanno invece saputo camminare rapidamente.
Il Governo non interverrà soltanto con la prossima legge finanziaria: ha già compiuto scelte di indirizzo, che orienteranno le leggi finanziarie dei prossimi anni e l'utilizzazione prioritaria delle risorse.
Anche il recente accordo raggiunto con le parti sociali (a tal proposito, richiamo l'interrogazione precedente) prevede una serie di interventi rivolti, in particolare, alle giovani generazioni; misure specifiche per l'occupazione giovanile, inoltre, sono contenute anche nel DPEF.
Per le prospettive di più lungo periodo poste dall'interrogazione, sottolineo che il Quadro strategico nazionale, recentemente presentato dall'Italia ed approvato dalla Commissione europea, contiene scelte che mi sembra affrontino la situazione in modo giusto. Le linee di intervento delle politiche regionali inserite nel Quadro strategico nazionale, finanziato unitariamente con risorse aggiuntive comunitarie di cofinanziamento e risorse nazionali, sono in grado di mobilitare per il Mezzogiorno, nel periodo di programmazione 2007-2013, 101 miliardi di euro.
Nelle prossime settimane sarà sottoposta al CIPE la delibera di attuazione del Quadro strategico nazionale, che è stata definita tra le amministrazioni centrali e regionali interessate. Gli obiettivi di sviluppo che il Quadro strategico nazionale promuove nel Mezzogiorno tendono ad invertire il trend negativo di emigrazione dalle regioni meridionali verso il resto del Paese e verso l'estero e, oltre all'impegno per il miglioramento infrastrutturale prioritario dell'area, perseguono la scelta di promuovere la ricerca e la competitività nel sistema produttivo meridionale.
Il Governo, nella consapevolezza che il Mezzogiorno soffra della carenza e della ridotta efficienza di alcuni servizi in grado di migliorare le condizioni di vita e di benessere dei cittadini, ha previsto, nel Quadro strategico nazionale, anche l'attribuzione di risorse premiali, associate al conseguimento di obiettivi misurabili e verificabili per i servizi essenziali.
PRESIDENTE. Ministro Chiti, concluda.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Tali obiettivi riguardano i livelli di istruzione, il servizio idrico, la raccolta di rifiuti e la disponibilità di servizi sociosanitari a favore dell'infanzia e degli anziani. Tali scelte esprimono una strategia unitaria e compiuta, al fine di affrontare le problematiche che gli interroganti segnalano.
PRESIDENTE. Ministro Chiti, deve concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.Pag. 65Concludo, Presidente. Mi auguro che, al di là delle diverse collocazioni, si possa registrare un'ampia convergenza per raggiungere insieme gli obiettivi indicati.
PRESIDENTE. Il deputato Neri ha facoltà di replicare per due minuti.
SEBASTIANO NERI. Signor Ministro, apprezziamo lo sforzo dialettico del Governo. Se questa fosse la prima interrogazione da noi presentata sui temi del disagio e dell'arretratezza del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese, potremmo anche guardare speranzosi a tutti i verbi coniugati al futuro da lei utilizzati. Tuttavia, nonostante il suo sforzo dialettico, lei non ha potuto offrirci nulla di concreto e di attuale.
Di attuale c'è la sparizione degli investimenti infrastrutturali, che erano previsti e che avete destinato altrove, la cui nuova destinazione è, peraltro, posta in discussione da un'effettiva disponibilità e da una mancanza di copertura finanziaria. Di concreto c'è il fatto che un milione e mezzo di ragazzi meridionali si muovono all'interno del Paese verso il centro nord, alla ricerca di una speranza, la sola alternativa oggi possibile alla loro disperazione. Di sicuro c'è che per una quota pari al 5 per cento i residenti al sud hanno difficoltà a consumare regolarmente i pasti in una settimana. Di sicuro c'è l'incapacità tattica e strategica di questo Governo di individuare le priorità effettive, che possano ridare al Mezzogiorno la spinta che consentirebbe all'intero «sistema Paese» di competere a livello europeo. Di sicuro c'è la miopia governativa nel non sapere individuare obiettivi strategici...
PRESIDENTE. Deputato Neri, concluda.
SEBASTIANO NERI. ...che siano compatibili con le esigenze del territorio e che diano una prospettiva di sviluppo. Di sicuro c'è che il Governo, a nostro avviso, non è adeguato ad affrontare le emergenze del Paese.
(Costi della partecipazione italiana al recente vertice del G8 in Germania e orientamenti del Governo in ordine all'effettiva utilità di questi vertici internazionali - n. 3-01130)
PRESIDENTE. La deputata Mascia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01130, concernente i costi della partecipazione italiana al recente vertice del G8 in Germania e orientamenti del Governo in ordine all'effettiva utilità di questi vertici internazionali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, il G8 evoca in noi ricordi molto dolorosi per i tragici fatti di Genova. Tuttavia, qui vogliamo parlare di tutti i G8, cioè di quei vertici in cui i Governi degli otto Paesi più industrializzati del mondo spendono un sacco di soldi e non decidono quasi nulla.
L'ultimo si è svolto vicino a Rostock ed è costato milioni di euro. Il tema del vertice era costituito dal clima e il Governo degli Stati Uniti ha bloccato qualunque accordo vincolante. Il vertice di per sé ha prodotto, tra l'altro, 30 mila tonnellate di anidride carbonica.
Abbiamo letto che il prossimo vertice, nel 2009, dovrebbe svolgersi in Sardegna, a La Maddalena, che è un parco nazionale e un ecosistema che, a nostro avviso, rischierebbe di essere sconvolto da un simile evento.
Signor Ministro, le chiediamo quanto sia costata la partecipazione del Governo italiano a Rostock e se non ritenga che il Governo italiano possa farsi promotore della proposta di cancellazione di tali vertici, riportando le decisioni nelle corrette sedi istituzionali, cioè presso le Nazioni Unite.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
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VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, nei prossimi mesi il Governo definirà le modalità concrete dello svolgimento della Presidenza del G8, che nel 2009 spetterà all'Italia. Il processo inizia in questi giorni e le amministrazioni interessate hanno avviato una prima ricognizione tecnica dei costi e delle esigenze di carattere logistico. Tutti questi aspetti dovranno essere comunicati ai nostri partner nei primi mesi del prossimo anno.
Per queste ragioni, onorevole Mascia, tengo a precisare, come primo punto, che la scelta de La Maddalena, annunciata da fonti giornalistiche, non è ancora formalizzata, perché sono in corso le missioni per valutare i vari aspetti logistici.
La seconda considerazione è che i vertici del G8 hanno assunto con il passare del tempo dimensioni molto diverse rispetto a quelle originarie, dal punto di vista sia dei contenuti (oggi non si affrontano più soltanto temi economici) sia delle presenze organizzate.
Originariamente, gli stessi erano occasioni di incontro relativamente ristrette, che dovevano consentire ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi maggiormente industrializzati di elaborare linee di azione congiunta. Con il tempo, sono diventati eventi articolati, ai quali partecipano non solo le delegazioni politiche e amministrative degli Stati membri del G8, ma anche delegazioni di diversi Stati terzi, organizzazioni internazionali, assieme a rappresentanti delle organizzazioni non governative e della società civile.
Da questo punto di vista, non mi pare che possano essere considerati inutili o negativi né che sia possibile cancellarli unilateralmente. Sono occasioni che si possono sostituire, ma al momento non ci sono proposte alternative. Vi è stata un'evoluzione, un allargamento e un coinvolgimento diverso. Terzo punto: i costi dell'organizzazione di questi importanti eventi incombono sulla Presidenza di turno, mentre i costi per le singole delegazioni sono più contenuti.
Tuttavia, l'Italia, come gli altri partner, si è posta - e si pone - il problema di contemperare le esigenze di partecipazione, che in alcuni casi portano a far lievitare la consistenza delle delegazioni, con l'esigenza funzionale e, soprattutto, con quella di contenere i costi.
Il Governo non mancherà di tenere presenti tali esigenze nella riflessione sullo svolgimento della sua Presidenza, assieme ad altre valutazioni che rivestono per noi un'importanza prioritaria. Penso, in particolare, al profilo della sicurezza, al quale lei faceva riferimento, al dovere di arrecare il minore disturbo possibile alle popolazioni residenti, all'esigenza di evitare ogni rischio d'impatto ambientale negativo.
Infine, vorrei fare riferimento alla mia esperienza al Social forum di Firenze. Penso che, di fronte all'importanza dei temi trattati, i possibili problemi di sicurezza possano essere affrontati se vi sarà il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, nonché attraverso un dialogo costruttivo con coloro che possono non condividere completamente l'organizzazione del vertice. Ciò è quanto ci proponiamo di fare.
PRESIDENTE. La deputata Mascia ha facoltà di replicare.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro e accolgo favorevolmente la sua prima risposta, relativamente alla Sardegna, cioè alla possibilità che la scelta di tale sede possa essere valutata con i responsabili istituzionali, con i cittadini sardi e, in particolare, con quelli de La Maddalena.
Infatti, sappiamo che si parla di due anni di lavori che dovrebbero essere avviati. Peraltro, questo arcipelago è già stato sede di numerose servitù militari e di una base militare americana, e ancora non sappiamo chi pagherà i costi per la bonifica di tale zona.
Vengo ora all'altra questione, quella relativa al G8 in quanto tale: lei ha fatto riferimento alla sicurezza, alla necessità per qualunque evento o vertice di unPag. 67dialogo con la popolazione. Naturalmente ciò per noi va benissimo, ma il riferimento corretto forse non è Firenze - anche se ho compreso benissimo ciò che lei intende dire e la ringrazio - ma è proprio il vertice in quanto tale.
I cittadini tedeschi hanno assistito alla stessa campagna cui siamo stati sottoposti noi in occasione del G8 di Genova. Mi riferisco a tutta la precedente campagna di criminalizzazione rispetto al movimento no global che sarebbe sceso in piazza. In realtà, ciò non è avvenuto, ma l'insofferenza è stata di tutta la popolazione tedesca e in particolare di quell'area per quanto si è speso e per il disagio provocato.
Tuttavia, noi poniamo un problema ancora più grande. Lei afferma che il vertice si è allargato, che sono stati coinvolti altri soggetti. Intanto, anche solo l'argomento del clima sarebbe stato importante; ma i temi - come giustamente ha sottolineato - sono stati molti: il Kosovo, il nucleare iraniano, la questione dello scudo spaziale, tutti temi che non possono essere decisi solo dai Governi e solo da quei Governi.
Il punto è questo: anche se il vertice si allargasse a Cina, Brasile e India, anche se si estendesse alle ONG, questa non sarebbe la sede giusta.
La sede corretta penso siano le Nazioni Unite, e le chiediamo di tenere conto di questo dibattito, che non coinvolge solo l'Italia.
(Iniziative per un incremento delle risorse destinate al servizio civile nazionale - n. 3-01134)
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01134, concernente iniziative per un incremento delle risorse destinate al servizio civile nazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), per un minuto.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, signor Ministro, con l'applicazione del decreto legislativo n. 77 del 2002, in pratica abbiamo in qualche modo inficiato la filosofia della legge nazionale sul servizio civile, cioè la legge n. 64 del 2001.
Rispetto a 3.451 progetti approvati, ne sono stati finanziati 1.520; quindi, di 47.500 volontari «approvati»- uso questo termine improprio, ma lei mi capisce - ne sono stati «concessi» 25.429. Il cambio di filosofia ci preoccupa, perché si passa da un progetto di tipo sociale a un progetto di riempimento dei vuoti e dei servizi.
Pertanto, le chiediamo come il Governo intenda rimediare e quali provvedimenti intenda adottare.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole D'Ulizia per l'interrogazione presentata; però, devo dire che non concordo sulla valutazione che viene espressa, in quanto il servizio civile ha confermato, negli anni, un andamento crescente di giovani - ragazzi e ragazze - avviati al servizio stesso.
Nell'anno 2004 i volontari sono stati 32.211, 45.175 nel 2005, 45.153 nel 2006. Per quanto riguarda il 2007, è stata registrata un'ulteriore crescita: infatti, è stata prevista, nel Documento di programmazione economico-finanziaria, una cifra complessiva di 47.000 volontari in Italia e 500 all'estero e, con l'ulteriore incremento di 40 milioni che abbiamo ottenuto con il decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81 - che è stato approvato oggi stesso da questa Assemblea -, arriveremo concretamente a 58.100 unità, di cui 500 all'estero, che è di gran lunga la cifra più alta raggiunta nel corso della breve storia del servizio civile.
Tale cifra, ovviamente, è ripartita, così come prevede il decreto legislativo n. 77 del 2002: una parte a livello nazionale (il 65 per cento) e una parte a livello regionale (il 35 per cento). Tradotto in cifre - poi lascerò la documentazione cartacea - significa che nella legge finanziaria del 2006 avevamo 207 milioni e 760 mila euro.Pag. 68Ho ottenuto un aumento di 30 milioni di euro nel giugno 2006, nella legge finanziaria per il 2007 siamo passati a 256 milioni di euro e, con un ulteriore incremento, siamo complessivamente arrivati ad uno stanziamento di 296 milioni e 158 mila euro (quasi 100 milioni di euro in più rispetto all'ultima legge finanziaria realizzata dal Governo Berlusconi). L'incremento è costante e noi intendiamo assolutamente proseguire su questa strada.
Concordo con lei che è necessario fare attenzione affinché l'utilizzo di questi volontari non vada in larga parte impiegato presso amministrazioni pubbliche (per quanto le amministrazioni pubbliche potevano già utilizzare gli obiettori di coscienza grazie alla legge precedente sul servizio civile). Anche a tal fine da settimane ho avviato un tavolo di discussione presso l'Ufficio nazionale per il servizio civile in cui sono presenti regioni, province e gli enti accreditati nella Consulta nazionale per il volontariato. In quella sede si vedrà come venire incontro a preoccupazioni quali quelle da lei espresse.
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di replicare.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, posso dichiararmi parzialmente soddisfatto nel senso che i dati del Ministro Ferrero coincidono con i miei. Tuttavia, ne facevo una questione di qualità del progetto. Attuando il decreto legislativo n. 77 del 2002 abbiamo cambiato in qualche modo la filosofia del servizio civile. Le amministrazioni pubbliche - parliamoci chiaro, signor Ministro - utilizzano i volontari per riempire (lo definisco un riempimento) i servizi che non riescono a remunerare in via ordinaria. Le organizzazioni del volontariato, al contrario, elaborano e realizzano progetti, tant'è vero che lo stesso Ministero della solidarietà sociale, ovvero l'Ufficio nazionale per il servizio civile, ha riconosciuto come validi 3.451 progetti, che non sono stato finanziati per mancanza di disponibilità finanziarie.
Quello che ci preoccupa è il cambiamento che concerne i volontari finanziati dagli enti di promozione sociale di volontariato - i dati da lei citati sono esatti - che sono chiamati nelle amministrazioni pubbliche per svolgere una funzione di riempimento, per colmare servizi che l'amministrazione pubblica non riesce a fornire con il personale ordinario.
In tale modo, cambiamo la filosofia della legge sul volontariato ovvero sopperiamo a una carenza pubblica, ma non forniamo ai giovani la prospettiva dell'impegno civile e progettuale. Inoltre, anche le organizzazioni che avviavano i giovani in qualche modo al mondo del lavoro vedono menomata la loro funzione.
Alla luce di tutto ciò la ringrazio per la sua risposta; tuttavia, i miei interrogativi rimangono inevasi.
(Dichiarazioni del Ministro della solidarietà sociale sulla regolamentazione dei rapporti con le comunità islamiche presenti in Italia e sul rapporto tra integrazione degli immigrati e rispetto dei principi fondanti dell'ordinamento italiano - n. 3-01135)
PRESIDENTE. Il deputato Ronconi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-01135, concernente dichiarazioni del Ministro della solidarietà sociale sulla regolamentazione dei rapporti con le comunità islamiche presenti in Italia e sul rapporto tra integrazione degli immigrati e rispetto dei principi fondanti dell'ordinamento italiano (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO RONCONI. Signor Presidente, intervengo in riferimento ai fatti legati alla moschea di Ponte Felcino di Perugia richiamando un'intervista al quotidiano Corriere della Sera del 23 luglio scorso in cui il Ministro Ferrero affermava che, per regolamentare i rapporti con l'Islam, bisogna proporre «uno scambio: diritto di culto in cambio del riconoscimento dello Stato italiano e del suo ordinamento costituzionale». È evidente che queste affermazioni confliggono con l'articoloPag. 698 della Costituzione che non si limita a concedere la libertà di culto, ma la riconosce come diritto fondamentale.
Chiediamo al Ministro come ritenga conciliabili le sue dichiarazioni con il dettato Costituzionale e se non ritenga che l'integrazione degli immigrati debba avvenire con modalità che prevedano, oltre alla conoscenza della lingua e della cultura italiana, il rispetto dei principi fondanti dell'ordinamento italiano e delle sue leggi.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, intanto voglio premettere che i testi delle interviste presentano, per così dire, alcuni gradi di approssimazione per come vengono realizzate, oltre ad essere sovente riassuntive: si tratta proprio del caso citato; non è colpa del giornalista, è un fatto. Ad esempio, nell'articolo citato si dice che io proporrei di concludere intese con i Paesi di provenienza, quando è del tutto evidente che, invece, propongo intese con le confessioni religiose. Ciò detto, il mio pensiero è semplicissimo. La prima questione è che il rispetto delle leggi è obbligatorio per tutti coloro che stazionano sul territorio italiano e quindi le azioni di contrasto al terrorismo sono necessarie e, quando è necessario, deve essere chiuso qualsiasi luogo, comprese le moschee, che abbia a che fare con il terrorismo, e per questo motivo ringrazio chi ha compiuto le indagini a Perugia.
In secondo luogo, come ho affermato molte volte, la conoscenza della lingua italiana e il rispetto dei principi fondanti della Costituzione rappresentano i due pilastri necessari perché si realizzi l'integrazione dei migranti. Non a caso nel Fondo per l'inclusione dei migranti proponiamo di dedicare 10 milioni di euro all'insegnamento della lingua italiana e dell'educazione civica, cioè i principi costituzionali e gli elementi di contorno. Ritengo che, al fine di applicare la Costituzione, sia necessaria una legge sulla libertà religiosa che superi la legge sui culti ammessi, che risale al 1929, al fascismo, e che regola attualmente i rapporti con le confessioni religiose diverse da quella cattolica che non hanno stipulato intese con lo Stato italiano.
Tutto ciò coinvolgerebbe chiese storiche e chiese nuove e faciliterebbe l'integrazione anche dei cittadini musulmani. Quindi non si tratta di alcuno scambio mercantile, ma semplicemente della proposta di un processo in cui, da un lato lo Stato rende effettivi i diritti costituzionali, dall'altro i migranti possono apprendere concretamente il valore della Costituzione anche attraverso la possibilità di esercitare effettivamente il loro diritto alla libertà religiosa. Penso che ciò favorirebbe un percorso di stipula di intese ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione, che lei ha citato, e che ciò sia funzionale ad evitare ghetti o separatezze, che costituiscono una delle condizioni che può favorire il proselitismo per le deliranti e criminali strategie terroristiche.
Quindi, la lotta al terrorismo necessaria e determinata non può tradursi in alcun modo in proposte avanzate da vari esponenti del centrodestra, come quella di non realizzare la legge sulla libertà religiosa o, peggio ancora, quella di chiudere tutte le moschee. Ritengo che ciò produrrebbe un imbarbarimento del nostro Paese e rischierebbe di favorire la propaganda di quei gruppi criminali e terroristi che sono da combattere.
PRESIDENTE. Il deputato Ronconi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO RONCONI. Signor Ministro, lei in realtà smentisce, ma non ha smentito l'articolo del Corriere della sera. Dice e non dice, e il suo intervento è lastricato di buone intenzioni ma di nessun fatto.
Vorrei anche ricordare che le leggi in generale, in modo particolare quella alla quale lei si è riferito - la legge sulla libertà di religione -, sono competenza peculiare del Parlamento e non del Governo. Lei evidentemente ha il compito di rappresentare il Governo, lasciando l'iniziativaPag. 70parlamentare alle Camere. In realtà, signor Ministro, siamo molto preoccupati e anche il tono della sua risposta non fa altro che aumentare la nostra preoccupazione. Ci troviamo di fronte, nella fattispecie della vicenda della moschea di Ponte Felcino, ad un gruppo infiltrato di Al Qaeda che aveva nella propria disponibilità mappe di acquedotti della città e mappe di città, che quindi poteva far riferimento a complicità e a connivenze locali, rispetto alle quali siamo ancora in attesa di chiarimenti.
Siamo convinti che a tutt'oggi il Governo non garantisce controlli seri sull'immigrazione, in modo particolare nei confronti di quella islamica. Siamo di fronte a proposte - le ha fatte lei, signor Ministro - di baratti con gli islamici per ottenere qualcosa, e non si sa cosa.
Ci troviamo di fronte a condizioni socio-politiche, in modo particolare in alcune regioni e in alcune regioni rosse...
PRESIDENTE. La prego di concludere, deputato Ronconi.
MAURIZIO RONCONI. ...elementi, tutti insieme, che stanno componendo una miscela esplosiva che rischia di garantire l'infiltrazione di Al Qaeda e la trasformazione dell'Italia in base logistica di Al Qaeda per l'Occidente.
(Iniziative per garantire ai disabili il pieno godimento delle attività turistiche e ricreative - n. 3-01136)
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01136, concernente iniziative per garantire ai disabili il pieno godimento delle attività turistiche e ricreative (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14).
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, rivolgo quest'interrogazione al signor Ministro riguardo all'impossibilità per i disabili fisici di usufruire del tratto antistante il mare appartenente al demanio marittimo. Inoltre, vi sono molti comuni, soprattutto Ravenna, che hanno elaborato un progetto molto interessante al riguardo. Dunque, vogliamo sapere se non ritenga di dover modificare l'interpretazione della norma relativa all'articolo 23 della legge n. 104 del 1992, al fine di prevedere una disciplina univoca che obblighi, in tal modo, l'esercente a garantire l'effettiva accessibilità al mare del portatore di handicap. Inoltre, le chiediamo, signor Ministro, se, in ossequio al principio di parità di trattamento, non ritenga di dover estendere all'intero territorio nazionale l'opportunità offerta al cittadino o al turista disabile nel comune di Ravenna, tramite il potenziamento del progetto BalneAbile, considerando che abbiamo settemila chilometri di coste disponibili e la forte vocazione turistica del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Gentile onorevole, la questione che lei solleva rientra nella diretta competenza dei comuni, in quanto attiene all'utilizzo in concessione dei beni demaniali: rientrano in questa categoria anche il demanio marittimo e gli arenili. Detto questo, per quanto riguarda la legge n. 104 del 1992 e, in particolare, l'articolo 23, a nostro parere l'attuale formulazione impone espressamente di prevedere l'effettiva possibilità di accesso al mare per le persone con disabilità e, quindi, è una negligenza delle autorità locali e significa disattendere la legge il fatto che in fase di rilascio o di rinnovo delle concessioni demaniali per gli impianti di balneazione non si preveda che l'area in concessione consenta, nella prospettiva del suo utilizzo pubblico, la più ampia ed effettiva possibilità di accesso al mare delle persone con disabilità. Peraltro, anche la formulazione del richiamato decreto del Ministero dei lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989, non indicando fattispecie escluse dalla sua portata, può trovare applicazione anche nei confronti di strutture private, aventiPag. 71finalità ricettive e ricreative, che siano poste in prossimità di arenili in concessione. Per tali motivi, a nostro parere, la legge prevede il diritto dell'accesso; di conseguenza, si verifica un'inadempienza dei comuni laddove ciò non è garantito.
Per quanto riguarda il Ministero, da un lato ci faremo carico di far presente alle regioni ed ai comuni il fatto che tale diritto va garantito così come prevede la legge, sapendo che le concessioni sono stipulate dai comuni e il Ministero non può intervenire direttamente, non ha un potere di revoca o altro. In secondo luogo, siamo completamente disponibili a verificare con le regioni la diffusione dei progetti sperimentali, come quello che lei ha indicato, perché riteniamo che siano assolutamente positivi. Ovviamente, considerato che il Ministero non è titolare di un potere diretto, perché la materia è completamente demandata ai comuni, anche tale attività sarà svolta in rapporto con le regioni, i comuni e con le loro associazioni, per capire come offrire il massimo sostegno a tali iniziative. Però, ripeto, dove non è possibile accedere direttamente al litorale, si verifica di fatto una violazione di legge, legge che indubbiamente va fatta rispettare.
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di replicare.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio e mi rendo conto delle grandi difficoltà, anche rispetto alla modifica del Titolo V della Costituzione. Abbiamo, tuttavia, un grande dovere: mettere al centro gli interessi e i diritti dei cittadini, anche della minoranza dei cittadini disabili fisici. È necessario che le istituzioni, come obiettivo primario, si adoperino predisponendo norme adeguate - non solo l'abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche la rimozione di tutti gli ostacoli -, perché il compito principale e prioritario è applicare la parte fondamentale della Carta costituzionale e, in primo luogo, l'articolo 3.
Ritengo che, forse, sarebbe opportuno - anche alla luce delle considerazioni che lei avanzava e che io condivido - porre questo tema all'ordine del giorno nella Conferenza Stato-regioni, per cercare di capire, anche con le autonomie locali, come si possa concertare - nel rispetto delle autonomie e delle rispettive deleghe - un intervento che permetta, su tutto il territorio nazionale, di ottenere finalmente le stesse opportunità per tutti. Questo è l'obiettivo che sia le istituzioni nazionali, sia quelle regionali, sia ancora quelle locali dovrebbero avere: lavorare insieme, perché le autonomie reciproche non esonerano alcuno dall'applicazione dell'articolo 3 della Carta costituzionale.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,40.
La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,40.