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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Orientamenti del Governo in merito alla separazione delle carriere nella magistratura - n. 3-01124)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01124, concernente orientamenti delPag. 53Governo in merito alla separazione delle carriere nella magistratura (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, da socialista riformista e garantista del Nuovo PSI, vorrei chiederle, mediante l'interrogazione ben articolata, motivata e documentata a mia firma, una cosa piccola ma di grande importanza per la giustizia e per tutti gli italiani: la separazione delle carriere e della precisa funzione e dei compiti che deve ricoprire la magistratura inquirente rispetto a quella giudicante. Vorrei farlo prendendo ad esempio la vicenda che vede protagonista il GIP di Milano, Clementina Forleo.
Signor Ministro, lei sarà Clemente di nome, ma Clementina ha «le palle» perché non si è fatta ricattare e condizionare. Il giudice Forleo usa termini forti contro i mandanti degli assassini dei socialisti, democristiani e di Bettino Craxi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, non sarà che bisogna prendere come esempio l'episodio relativo al GIP Forleo...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LUCIO BARANI. ...per comprendere l'importanza che riveste la separazione di tali carriere?
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, circa la vicenda da cui prende spunto l'onorevole Barani, vorrei comunicare che ho richiesto ai miei uffici di acquisire, per il tramite della corte di appello e della procura generale della Repubblica di Milano, gli elementi documentali e conoscitivi necessari per verificare se nell'attività del giudice per le indagini preliminari Forleo sussistano condotte rilevanti sotto il profilo disciplinare conseguenti all'eventuale accertamento di profili di abnormità ovvero di grave violazione di legge nei provvedimenti emessi lo scorso 20 luglio, nonché per chiarire la vicenda della pubblicazione dell'ordinanza del GIP avvenuta con anticipo rispetto al momento della ricezione degli atti da parte delle Camere competenti.
È ovvio che solo all'esito di questi accertamenti potrò esprimere una compiuta valutazione e debbo dire, con molta correttezza, che, per quanto mi riguarda, neanche io subisco ricatti, ma gioco la mia partita politica nell'ambito della Costituzione repubblicana.
Anzi, da questo punto di vista, se vuole - è soltanto un omaggio alla mia esperienza politica - credo che il Parlamento e la politica si dovrebbero interessare di alcuni aspetti che toccano la discussione, che dovrebbe secondo me aprirsi, sulla legittimità della politica democratica di concorrere a determinare, e in quale modo, il futuro del sistema economico del Paese; basta vedere quanto succede, in realtà, fuori dell'Italia per rendersi conto che un Paese in cui la politica deve limitarsi ad assistere impotente alle decisioni altrui e non è in grado di unirsi di fronte alle sfide dei suoi competitori non ha futuro. Si pone, cioè, la questione del primato tra la politica e il mondo economico e industriale.
Tornando, invece, alle ragioni per le quali c'è l'urgenza della sua richiesta a ripensare, per quanto mi riguarda, la separazione delle carriere fra pubblici ministeri e giudici, faccio alcune valutazioni generali.
L'onorevole Barani fa riferimento a fenomeni di difformità di valutazione nell'ambito dei processi penali tali per cui talvolta un giudice condanna un imputato per il quale il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione o respinge l'istanza di libertà di un indagato per il quale l'inquirente si è espresso favorevolmente.
Ma debbo dire che ciò accade in tutti i Paesi, anche in quelli i cui ordinamenti sono basati sul principio della separazionePag. 54delle carriere. Non si tratta, a mio avviso, di un retaggio inquisitorio - assolutamente no - da parte del giudice, ma semplicemente di ordinaria diversità di valutazioni, del tutto fisiologica all'interno di un procedimento o all'esito del processo.
Credo, invece, che tali fisiologici esempi di dialettica processuale, fondati sulla distinzione delle funzioni e sulla valorizzazione del principio del contraddittorio e del ruolo fondamentale della difesa, dimostrino la necessità, l'utilità e la ragionevolezza di un ordinamento unitario della magistratura, che sia innervato da una rigorosa separazione delle funzioni, ma connotato, altresì, dalla generale condivisione di una comune cultura dell'imparzialità, della legalità e della giurisdizione.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, un socialista, un riformista, un italiano responsabile non può esser d'accordo con lei. Il sottoscritto, già dal 1996, prevedeva, facendo del suo comune una città «dedipietrizzata», che una sciagura sarebbe stato il suo amico e collega Di Pietro e quanto male avrebbe fatto all'Italia e agli italiani da magistrato e da politico, si fa per dire.
Eravamo garantisti ieri e lo siamo oggi e quando un GIP, pur serio e capace, ci chiederà come parlamentari l'autorizzazione, noi, a differenza dei comunisti di allora, voteremo contro, perché il senso dello Stato e della giustizia l'abbiamo nel nostro DNA.
Lo scontro fra il GIP e il PM a Milano sul caso delle intercettazioni riguardanti dirigenti DS è la lapalissiana dimostrazione della necessità di separazione totale tra magistratura inquirente e giudicante.
È necessario, signor Ministro, prevedere accertamenti su tutti i magistrati, non solo acquisire gli atti. Bisogna sottoporli a visite psicoattitudinali, forse a test per rilevare l'uso o l'abuso di stupefacenti o sostanze psicotrope. È questo ciò che dobbiamo fare, perché non ci piace quello che sta succedendo nella giustizia in questo momento.
Voglio concludere ricordando l'alto discorso che Bettino fece nel luglio 1992 in quest'aula. Gli ex comunisti non vollero comprendere la quaestio in materia di giustizia sollevata da Bettino.
Adesso proprio coloro che lo hanno fatto morire esule, negandogli anche la cristiana pietà delle cure, ne stanno subendo le conseguenze.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. D'altronde, chi di spada ferisce di spada perisce. Brava Clementina! Sicuramente in questo momento appare un gigante l'ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini!