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Discussione del disegno di legge: S. 1507 - Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia (Approvato dal Senato) (A.C. 2849); e dell'abbinata proposta di legge Fabbri ed altri (A.C. 2636) (ore 16,41).
(Repliche dei relatori e del Governo - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la XI Commissione, onorevole Rocchi.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, parlerò anche a nome dell'onorevole Mosella e brevemente, in considerazione dell'orario e dell'andamento della discussione. Ritengo che la discussione sulle linee generali abbia dimostrato anche la serietà e profondità, nonché il reale confronto di merito che si è avuto nel corso dei lavori sia nelle Commissioni sia in Assemblea.
Ritengo che una divisione tra noi, tra chi guarda solo alle sanzioni e chi solo alla prevenzione, sarebbe un po' manichea. Come è già stato dichiarato dai due relatori e anche dal Governo durante l'esame nelle Commissioni (devo darne atto), se si vorrà farlo, si potranno rafforzare, mediante strumenti idonei - ovvero mediante la presentazione di ordini del giorno che vincolino il Governo ad effettuare scelte precise nel varo dei decreti legislativi attuativi - scelte e misure volte alla prevenzione, formazione e magari al sostegno, mediante investimenti mirati, della piccola impresa o dell'artigiano (che spesso non possiede le risorse per l'innovazione tecnologica del proprio parco macchine, non possedendo grandi capitali da investire nel lungo periodo).
Se si vorrà rafforzare il potere e il ruolo di controllo, intervento e ispezione degli enti bilaterali e dei rappresentanti della sicurezza dei lavoratori, ritengo potremmo farlo unitariamente e in modo positivo. Ritengo quindi che vi potrà essere, poi, una verifica dell'ottenimento e della realizzazione di tali impegni a seguito dell'adozione dei decreti attuativi della delega da parte del Governo.
A mio avviso, se svolgeremo tale lavoro in modo positivo - come ritengo lo stesso dibattito abbia dimostrato - con serietà e volontà sul merito del provvedimento, e se la Camera riuscirà ad approvare il provvedimento prima dell'estate, ciò sarà stato non merito solo di una parte, bensì un grande merito del Parlamento intero.
Inoltre, ritengo che i lavoratori e le lavoratrici italiani potranno vedere nelle istituzioni sempre più un luogo ad essi vicino, che risponde anche alla loro vita concreta ritrovando, in tal modo, anche una maggiore fiducia nella politica e nella partecipazione. Ciò rappresenterebbe un bene per le istituzioni italiane e il Parlamento.
PRESIDENTE. Prendo dunque atto che il relatore per la XII Commissione, onorevole Mosella, è stato rappresentato dall'onorevole Rocchi.
Ha dunque facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, vorrei fare poche considerazioni. In primo luogo, vorrei ribadire il ringraziamento per il lavoro svolto dalle Commissioni della Camera e vorrei ringraziare inoltre gli onorevoli deputati che sono intervenuti portando un contributo di merito e non pregiudiziale.
Il ringraziamento è rivolto ai gruppi sia della maggioranza sia dell'opposizione, i quali sono stati chiamati ad un sacrificio politico che hanno deciso di compiere «ribadendo», con la loro lettura, lo stesso provvedimento approvato dal Senato; approvato, peraltro - lo ricordo -, senza alcun voto contrario. Ciò sta a significare che il confronto è stato ampio, anziché chiuso solo all'interno dello spazio della maggioranza che sostiene il Governo.
Un punto, effettivamente, sembra essere profondamente contraddittorio con l'opposizione ed è quello relativo alle politiche sanzionatorie ed alle politiche delle ispezioni, dei controlli e del monitoraggio, perché gli altri punti sono tutti compresi. Vi sono il punto della bilateralità, il punto della formazione, il punto del sostegno alle piccole aziende, gli incentivi alle aziende che investono in formazione e in innovazione tecnologica - tutti i temi che sono stati ricordati - la limitazione delle politichePag. 122del massimo ribasso e, quindi, politiche di prevenzione anche in questo caso.
Ovviamente, lo spessore che assumeranno tali politiche non dipenderà dal fatto che sono presenti nella delega ma da quanto riusciremo a stanziare nella legge finanziaria, perché dette politiche possono essere più o meno estese, più o meno profonde sulla base delle risorse che tutti insieme decideremo di stanziare al riguardo. Quindi, verificheremo questa problematica, considerato che, tra l'altro, la delega ci dà il tempo di verificare e di confrontare i dati con quelli della finanziaria.
Per quanto riguarda le politiche di controllo, le attività ispettive, ed altro, debbo ricordare che gran parte degli infortuni avvengono nei settori dove è prevalente il lavoro nero. Il lavoro nero nel nostro Paese, testimoniano le statistiche, raggiunge quote impressionanti: a volte si dice che oltre il 20 per cento del PIL del nostro Paese deriva dal sommerso. Sicuramente, politiche di incentivazione alla riemersione di queste attività sono utili e sono state sperimentate in passato, ma il fenomeno è talmente vasto che, senza una politica di controllo e di intervento delle pubbliche amministrazioni, difficilmente tale gran massa di lavoro nero emergerà.
Peraltro, ricordo a tutti che la maggior parte degli incidenti avviene in aziende-micro, dove i diritti dei lavoratori non sono uguali a quelli delle aziende con più di sedici dipendenti. Quindi, una politica della pubblica amministrazione più attenta in questo settore è assolutamente richiesta perché le parti sociali non hanno gli stessi diritti che hanno nelle aziende per le quali il decreto legislativo n. 626 del 1994 ha prodotto risultati importanti e positivi. Faccio un esempio: un terzo degli incidenti avvengono a causa di camion, di camionisti e di modalità di lavoro. È assolutamente evidente a tutti che una politica di controllo delle strade ed autostrade, i nuovi strumenti di controllo della velocità che si stanno predisponendo, la repressione della guida che avviene violando i limiti previsti negli orari di lavoro oppure in stato di ubriachezza ed altri aspetti sono assolutamente necessari da parte della pubblica amministrazione.
Devo dire che tutte le volte che un camion determina una strage c'è un coro unanime di maggioranza e opposizione a favore dell'aumento dei controlli, dell'attività repressiva ed altro. Cito questo elemento per dire che purtroppo ci ricordiamo di sollecitare l'intervento dello Stato e i suoi controlli solo davanti alla tragedia. Quando discutiamo dei provvedimenti, a volte tendiamo a dire che stiamo esagerando. Non credo che l'Italia sia un Paese in cui ci sia un eccesso di attività di carattere repressivo da parte della pubblica amministrazione. Anzi, semmai - purtroppo - abbiamo il primato in Europa di non riuscire sempre a fare applicare le leggi del nostro Paese perché, una volta fatte le leggi, non ci dotiamo degli strumenti adeguati per farle rispettare.
La scelta di fondo comunque - concludo e ribadisco - è quella della responsabilizzazione, della partecipazione e del sostegno. Ovviamente, una legge seria, per essere applicata, ha bisogno anche di tener conto del tessuto generale in cui interviene e deve dotarsi degli strumenti per la sua effettiva applicazione.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.