Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Sull'ordine dei lavori (ore 13,45).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, lei conosce la mia natura di pignolo. Ieri più deputati e più forze politiche di tutta l'Assemblea hanno richiesto al Governo, sottoponendo la questione alla sua particolare attenzione, se avesse la disponibilità a venire in aula per riferire sull'emergenza incendi, che sta provocando la perdita di vite umane.
Lo faccio presente anche oggi perché vorrei che si evitasse ciò che abbiamo già sperimentato con due Ministri, a cui si è chiesto di riferire in Parlamento per tempo e che invece non verranno mai, perché hanno consegnato le loro dichiarazioni ai giornali (mi riferisco al Ministro dell'interno e al Ministro dell'economia e delle finanze).
Confidiamo che, di fronte a questa emergenza, il Governo non colga l'opportunità di sottrarsi per l'ennesima volta.
PRESIDENTE. La questione è già stata sottoposta al Governo ieri, ed anche un altro intervento, svolto in precedenza, andava in questa stessa direzione. È oggi presente il sottosegretario, a cui rivolgiamo la sua sollecitazione.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, lei, quale deputato «di lungo corso», ricorderà e saprà che, per prassi, il DPEF - un documento avente lo stesso contenuto sia al Senato sia alla Camera - viene quasi sempre approvato da entrambi i rami del Parlamento nello stesso giorno o con una sfasatura temporale minima.
Quest'anno a me sembra che la questione sia un po' più complicata rispetto alla prassi e alla necessità, direi io, di approvare una risoluzione che, essendo identica, dovrebbe essere votata più o meno in concomitanza sia al Senato sia alla Camera. Ma tant'è, sembra che invece oggi al Senato cominci la discussione sul DPEF e che domani vi sarà il voto.
Da quanto risulta a me, e anche a lei, signor Presidente, si potrebbe registrare forse qualche giorno di differenza, cinque o sei giorni, rispetto alla Camera. Le chiedo se dobbiamo assistere a questa «frattura» - stiamo assistendo a tante altre fratture fra noi e il Senato, e lei è stato uno degli obiettivi, anche in altre circostanze, per la verità, ma se voi aveste votato il referendum per l'eliminazione di quel ramo del Parlamento, come noi avevamo proposto, forse non ci troveremmo in queste condizioni - e se sia possibile recuperare la situazione in termini temporali, a costo anche di accelerare i ritmi e di prendere in considerazione giorni diversi da quelli considerati fino ad ora. Le chiedo se ritiene opportuno in cuor suo di mantenere tale prassi, che mi sembra essenziale nel nostro sistema bicamerale, su un documento importantissimo come è il DPEF. Le sottopongo la questione nella speranza di trovare una soluzione o quanto meno di conoscere il suo pensiero.
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, mi associo alla richiesta fatta dal collega Leone. Non si tratta di una prassiPag. 47costituzionale, evidentemente, ma di una prassi consuetudinaria delle due Camere. Oltretutto, nell'attuale legislatura, registriamo una prevalenza schiacciante, in termini di interesse politico, del Senato rispetto alla Camera. Il fatto poi di votare la risoluzione sul DPEF a distanza di quattro o cinque giorni, svilirà indubbiamente il dibattito e farà sì che non vi sarà alcun interesse, da parte dell'opinione pubblica, per quello che deciderà la Camera. Mi associo, quindi, alla richiesta fatta dal collega Leone.
PRESIDENTE. Vorrei rassicurare il deputato Leone e il deputato Pedrizzi che la loro sollecitazione ad affrontare il problema è condivisa, nel senso che già vi è stato qualche intervento in tale direzione e lo stesso presidente della Commissione bilancio della Camera ha sollevato, negli analoghi termini che avete qui indicato, la questione medesima.
Penso che il problema di una sostanziale coincidenza temporale nella deliberazione delle due Assemblee sia una misura, diciamo così, di correttezza assolutamente auspicabile, anche se, come è stato ora ricordato, non vi sono in tale direzione norme vincolanti. Tuttavia, mi pare del tutto evidente che, agli effetti stessi della proficuità delle deliberazioni adottate, tale istanza di una convergenza temporale dovrebbe essere in qualche modo favorita.
Da questo punto di vista la Presidenza della Camera, nella giornata di oggi, proverà a proporre tale istanza al Senato, affinché se ne possa tenere conto.