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Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,36).
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, vorrei portare alla sua attenzione e a quella dell'Assemblea una questione sconcertante di cui abbiamo avuto notizia dai giornali di oggi e che ritengo meriti che il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Lanzillotta, venga a riferire in Parlamento.
Mi riferisco alla notizia riportata dal quotidiano la Repubblica, in un articolo di Antonello Caporale, che spiega come la regione autonoma Valle d'Aosta abbia investito 16 milioni di euro (125 euro per ogni abitante della regione) per una sponsorizzazione della regione sul retro delle bottiglie di birra dei marchi minori del gruppo Heineken. Ovviamente è un investimento del tutto incongruo, perché con 16 milioni di euro si può fare una campagna televisiva di rara efficacia.
Se andiamo a vedere cosa è successo nella realtà, scopriamo che dalla premessaPag. 51del provvedimento che ha stanziato questi soldi si evince chiaramente che l'accordo con l'Heineken prevede sì la sponsorizzazione, ma soprattutto che la Heineken mantenga un presidio produttivo nella regione, che impiega attualmente settanta dipendenti.
Mi domando come sia possibile che in un Paese in cui comprensibilmente si sta discutendo del rigore dei conti pubblici sia pensabile che in un'area abitata da 120 mila persone si possa arrivare a spendere 16 milioni di euro e, in previsione, ulteriori 10 milioni (6 in capitale e 4 per i mutui) per una nuova società che ampli lo stabilimento, aggiungendo un turno di lavoro che porterà i dipendenti a cento complessivamente.
Il presidente della regione, Caveri, per giustificare la vicenda, afferma: «lo so, l'accusa è nota, troppi soldi arrivano qui in Val d'Aosta. Ma nessuno si rende conto quanto serve per gestire un paesino di montagna, un ospedale in altura».
Io sono valtellinese e la Valtellina è un territorio del tutto analogo a quello della Valle d'Aosta, con i problemi tipici di un'area interamente alpina, con delle difficoltà e penalizzazioni in termini di accesso che la Valle d'Aosta non conosce, ma nessuno potrebbe mai pensare di investire 16 milioni di euro, che sono denari pubblici e che provengono per la maggior parte - come ben sappiamo - dai contribuenti non appartenenti alla Valle d'Aosta, per un intervento assistenzialista che riguarda settanta dipendenti.
Credo, tra l'altro, che vi si possa riscontrare un profilo di aiuti illeciti di Stato e mi auguro che questa vicenda arrivi - me ne farò promotore - all'Unione europea.
Credo sia intollerabile che in Italia si continui a mantenere un assetto di questo tipo. Si parla molto, a volte giustamente, dell'assistenzialismo nei confronti dei paesi del sud: allora, è bene scoperchiare il vaso di Pandora dell'assistenzialismo nei confronti di poche e ricche aree del nord, che comporta anche una sorta di concorrenza sleale tra aree analoghe - penso alla Valtellina e alla Valle d'Aosta - e a un trattamento così sperequato tra i cittadini di aree analoghe di uno stesso Paese.
Credo, signor Presidente, che questa vicenda non possa essere lasciata cadere come una tra le tante cose che accadono in Italia e mi auguro che lei possa sollecitare il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Lanzillotta, a riferire in Parlamento su tale questione.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, giorni addietro, nell'immediatezza della tragedia che ha colpito Peschici e altri paesi del Gargano, l'onorevole Fitto, qui accanto a me, puntualmente e molto autorevolmente chiese l'intervento del Governo in questo ramo del Parlamento per farci comprendere cosa fosse accaduto per quanto riguarda le polemiche in ordine all'immediatezza o meno dei soccorsi e per tutta una serie di altri aspetti.
Di fatto, mi pare che il Governo - non ne ho contezza precisa - sembra sia andato a riferire, attraverso un sottosegretario, al Senato, ancorché la nostra richiesta fosse precedente.
Non intendo affermare che siamo stati i primi rispetto al Senato - ma forse è così - tuttavia, anche se non fosse stato così, mi sembra che il Governo ci abbia completamente ignorato e debbo dire, Presidente, che ci ha ignorato anche lei, perché evidentemente non ci ha fatto sapere più nulla. Infatti, nel momento in cui la richiesta è partita dal gruppo di Forza Italia, lei non ha ritenuto opportuno dirci se il Governo sarebbe venuto o meno a riferire, se ne «impipava». Insomma, con tutto quello che poteva dirci, non lo ha fatto.
La sollecito, Presidente, affinché la richiesta non venga vanificata, perché essa è ancora attuale. Forse il Governo non si è accorto di quello che è accaduto sul Gargano, forse non gli importa, ma vorremmo che almeno, in maniera molto chiara e trasparente, lo comunicasse anche a questo ramo del Parlamento, perché i deputati pugliesi - ma ritengo che ciò valga perPag. 52tutti i deputati dell'Assemblea - hanno il diritto di sapere quale è l'atteggiamento e quali sono state le «indagini» fatte dal Ministero competente in ordine alle eventuali mancanze che vi siano state per quanto riguarda i soccorsi.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta alla nostra interrogazione sui fatti dell'ospedale Careggi di Firenze e del San Camillo di Roma di qualche mese fa, che non hanno ancora trovato un soddisfacente impegno da parte del Ministro della sanità, e per associarmi alle parole dell'onorevole Leone, al quale già ci eravamo associati nel momento in cui il suo gruppo avanzò la richiesta.
Infine, signor Presidente, non so come devo considerare la richiesta avanzata da più gruppi dell'opposizione qualche settimana fa di avere tra noi finalmente, in un'informativa urgente, il dotto professore Giuliano Amato, che si è reso molto attento nell'analisi storica e sociologica dei cittadini del sud del nostro Paese, e l'altro dotto, grande e stimatissimo professore Padoa Schioppa, che - come si è visto anche negli ultimi giorni - ha continuato, con questo suo originale gioco di società, a comunicare ai giornali cifre e numeri abbastanza in contraddizione tra loro.
Lo chiedo a lei con grande cortesia e con grande rispetto, per sapere se devo considerare la difficoltà del Governo a presentarsi in Parlamento nelle persone di questi due dotti esponenti del mondo più prestigioso e internazionale come un arrivederci al mese di settembre; noi, infatti, abbiamo la fortuna di vederci tutti giorni, quindi per me non sarebbe un problema rinunciare a questi solleciti e riprendere dal 10 settembre.
DANIELE MARANTELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, intervengo per osservare che questa mattina si è verificata una violenta esplosione presso una azienda chimica di Fagnano Olona, la Chimitex, che sta determinando una situazione difficilissima e particolarmente grave a giudizio dei vigili del fuoco di quella provincia. Pare che ci siano feriti e un operaio risulti tuttora disperso. Si tratta di una dolorosa tragedia che colpisce ancora una volta il mondo del lavoro ed è per questa ragione che la inviterei a sollecitare il Governo intanto a fare tutto il possibile per intervenire in maniera urgente e per cercare di affrontare una situazione che sta creando seri problemi, dato che l'esplosione ha determinato una nube chimica, e, in secondo luogo, per riferire all'Assemblea non appena sia possibile.
PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di dare seguito alle sollecitazioni dei deputati Della Vedova, Volontè e Marantelli, trasmettendole al Governo con l'invito a rispondere con tempestività a queste richieste.
Circa la questione avanzata dal deputato Leone, vorrei precisare che la Presidenza ha già impegnato il Governo a riferire in Parlamento, alla Camera, nella giornata di oggi, questa sera. Potremmo verificare nelle prossime ore questa disponibilità che era stata accordata, in modo da poter ascoltare le comunicazioni del Governo, peraltro importantissime, questa sera dopo le votazioni.